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MISURE NAZIONALI

L’argomento Qualità dell'aria rientra negli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare nei seguenti:

Obiettivo 3
Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età



Obiettivo 11
Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili




Obiettivo 13
Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico


L’APPROCCIO SOVRAREGIONALE AL MIGLIORAMENTO DELLA QUALITÀ DELL’ARIA

Nelle regioni che compongono la Pianura Padana si concentra il 40% della popolazione italiana. In quest’area inoltre viene prodotto oltre il 50% del PIL nazionale, quindi ricca di attività industriali. Questo comporta emissioni in atmosfera di origine antropica complessivamente rilevanti, che però risultano inferiori alla media dell’Unione Europea ed in linea con quelle dei Paesi più avanzati, se rapportate al PIL o al numero di abitanti, segno di standard tecnologici e pratiche gestionali tra le più avanzate. Nonostante ciò, la conformazione orografica e le particolari condizioni meteoclimatiche del bacino padano rendono particolarmente difficile la dispersione degli inquinanti, provocando superamenti dei valori limite per polveri, ossidi di azoto ed ozono.
L’inquinamento atmosferico si configura pertanto in questa zona dell’Italia come una problematica che travalica i confini locali e richiede un approccio sovraregionale per la sua gestione: risulta quindi fondamentale attuare misure integrate e coordinate di area vasta al fine di ridurre le emissioni ed ottenere una diminuzione delle concentrazioni degli inquinanti in atmosfera.
Nel corso degli anni sono state avviate molte iniziative tra le regioni del Bacino Padano e lo Stato Italiano, al fine di individuare percorsi comuni per la gestione dell’inquinamento atmosferico. Solo negli ultimi anni, con il nuovo accordo del 2017, si è avviato un modello di condivisione delle misure sovraregionali, ulteriormente migliorato con il Protocollo Aria Pulita, siglato a Torino a giugno 2019.
Anche il Progetto Life prepAIR va in questa direzione, con l’obiettivo principale di mettere in campo una strategia che affronti in maniera coordinata e congiunta l’inquinamento atmosferico.

IL PROTOCOLLO ARIA PULITA

Il Protocollo Aria Pulita è stato sottoscritto dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri con sei Ministeri (Ambiente, Economia, Sviluppo economico, Infrastrutture e trasporti, Politiche agricole, alimentari e forestali e del turismo, Salute), le Regioni e le Province autonome.
Presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri è istituita l’Unità di coordinamento del Piano di azione per il miglioramento della qualità dell’aria: una segreteria politica e operativa a tutti gli effetti, che ha compiti di impulso e raccordo fra tutte le amministrazioni, e soggetti comunitari. È previsto un periodo di sei mesi per l’individuazione di altre misure rispetto a quelle stabilite nel piano. Il Protocollo prevede interventi mirati in cinque settori, uno trasversale quattro tematici, con una dotazione di 400 milioni di euro.

Ambito d’intervento 1 Misure trasversali

Tra le misure previste, la razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi, ovvero quelli che, impiegati per un aumento della produzione, provocano un crescente consumo di risorse naturali e una maggiore produzione di rifiuti e inquinamento. È stato da poco pubblicato l’elenco aggiornato dei sussidi, ed entro il 31 dicembre il gruppo di lavoro dovrà ulteriormente aggiornarlo e razionalizzarlo. I combustibili fossili rientrano in questa categoria.

Ambito d’intervento 2 Agricoltura

Per il settore dell’agricoltura sono previsti interventi per l’abbattimento delle emissioni di ammoniaca. L’ammoniaca può formarsi a diversi livelli del processo di produzione agricolo: durante la fase di stabulazione dell’animale, durante la fase di stoccaggio degli effluenti zootecnici ed all’atto dello spandimento degli stessi. Negli ultimi 23 anni le emissioni provenienti dalle stalle sono aumentate (+34%). Tale evoluzione è riconducibile alla crescente diffusione allevamenti intensivi e conseguente aumento delle superfici emittenti. L’obiettivo della misura è quello di promuovere, nell’ambito dei programmi di sviluppo rurale 2021-2027, le misure legate all’abbattimento delle emissioni di ammoniaca quali “investimenti non produttivi” al fine di consentirne un maggior utilizzo. Per quanto concerne le limitazioni all’abbruciamento dei residui vegetali, è prevista la formulazione di una proposta normativa entro 180 giorni.

Ambito d’intervento 3 Mobilità

Entro 90 giorni dalla sottoscrizione del Protocollo Aria Pulita il ministero delle Infrastrutture e il ministero dell’Ambiente dovranno formulare una proposta normativa per introdurre il criterio ambientale per l’adozione di provvedimenti di limitazione della circolazione nei tratti autostradali vicini ai centri urbani, con riferimento particolare ai limiti di velocità. Sempre entro tre mesi, è prevista anche la formulazione di una proposta per l’utilizzo di dispositivi di controllo all’interno delle ZTL e non solo ai varchi. Entro 180 giorni i due ministeri dovranno poi adottare le linee guida per la classificazione dei veicoli elettrici, per meglio orientare gli incentivi verso le autovetture a minor impatto ambientale. Entro 180 giorni il MIT dovrà adottare il decreto per diffondere la micromobilità elettrica e mezzi di trasporto alternativi come ad esempio segway e monopattini nelle città. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze, Ministero dell’ Sviluppo Economico e Ministero dell’Ambiente dovranno introdurre entro 180 giorni il bonus malus per disincentivare l’uso di auto ad alte emissioni inquinanti. Il Ministero della Salute dovrà promuovere entro 180 giorni la mobilità attiva: percorsi in bici o a piedi tra casa lavoro con adozione di linee guida per buone pratiche.

Ambito d’intervento 4 Riscaldamento civile

I principali responsabili della presenza di PM10 nell’aria delle città italiane sono gli impianti di riscaldamento a biomassa legnosa (caldaie, stufe e caminetti). Attivi solo da metà ottobre a metà aprile, eppure responsabili di più del 60% delle polveri sottili. Il protocollo prevede quindi incentivi e detrazioni fiscali, soprattutto nelle zone oggetto di maggiori sforamenti, per la sostituzione di stufe a biomassa con modelli più performanti. Previste anche eventuali limitazioni all’uso della biomassa per la produzione di calore nelle zone di maggiore sforamento e nel periodo di durata dell’infrazione. Tra le altre misure in capo al Mise e Mattm, la qualificazione degli installatori di impianti alimentati da fonti rinnovabili e la limitazione degli impianti alimentati a gasolio.

Ambito d’intervento 5 Uscita dal carbone

Entro 180 giorni dal protocollo MISE e MATTM devono provvedere a emanare provvedimenti per accelerare l’uscita dal carbone per quegli impianti che ricadono nelle aree oggetto di procedura di infrazione, anche attraverso la velocizzazione degli atti.

L'ACCORDO PADANO PER LA QUALITÀ DELL’ARIA

Venerdì 9 giugno 2017 a Bologna in occasione degli eventi di preparazione al G7 dell’Ambiente, la Regione Piemonte insieme a Emilia-Romagna, Lombardia e Veneto e al Ministro dell’Ambiente ha firmato l’Accordo di Programma per l'adozione coordinata e congiunta di misure di risanamento della qualita' dell'aria nel Bacino Padano, ai sensi della L 88/09.
Questo accordo verrà presentato alla Commissione Europea nell'ambito della discussione sulle due procedure di infrazione in atto per quanto riguarda il superamento dei limiti per le polveri sottili (PM10) e per il biossido di azoto (NO2). Il testo adottato prevede progressive limitazioni per quanto riguarda i comparti emissivi maggiormente responsabili dell'inquinamento, ovvero i trasporti, il riscaldamento civile, l'agricoltura e l'adozione di un protocollo di intervento contenente misure temporanee per affrontare le situazioni di accumulo di PM10 legate a condizioni meteo sfavorevoli.

Nello specifico attraverso l’accordo, considerata la specificità meteoclimatica e orografica del Bacino Padano, si condividono una serie di interventi comuni da porre in essere, in concorso con quelli previsti dalle norme e dai piani della qualità dell’aria vigenti, nel quadro di un’azione coordinata e congiunta, nei settori maggiormente responsabili di emissioni inquinanti, ai fini del miglioramento della qualità dell’aria e del contrasto all’inquinamento atmosferico.
L'accordo contiene, infatti, una serie di misure in capo alle regioni e al Ministero. Per quanto riguarda in particolare le Regioni, alcuni dei punti di maggior rilievo riguardano:
  • limiti alla circolazione prioritariamente nelle aree urbane ove operi un adeguato servizio di trasporto pubblico locale e ricadenti in zone presso le quali risulta superato uno o più dei valori limite del PM10 o del biossido di azoto NO2;
  • la concessione di appositi contributi per la sostituzione di veicoli oggetto di divieti con veicoli a basso impatto ambientale;
  • la previsione, nei piani di qualità dell’aria di divieti relativi a generatori di calore alimentati a biomassa;
  • l’individuazione di pratiche finalizzate alla riduzione delle emissioni prodotte dalle attività agricole.


L'accordo, nell'Allegato 1, definisce inoltre i Criteri per l’individuazione e la gestione delle situazione di perdurante accumulo degli inquinanti; si tratta di una sorta di semaforo con due soli livelli, il livello arancione che si attiva dopo 4 giorni di superamento consecutivi della soglia dei 50limite di 50 µg/m3 della concentrazione di PM10 e del livello rosso, che sia attiva dopo 10 giorni di superamento consecutivi della soglia dei 50limite di 50 µg/m3.

CLEAN AIR POLICY PACKAGE

Il Clean Air Policy Package è un pacchetto di misure per la qualità dell'aria adottato dalla Commissione Europea il 18 dicembre 2013. Questo strumento ha l’obiettivo di migliorare la legislazione esistente al fine di tutelare la salute della popolazione e l’ambiente, attraverso la riduzione delle emissioni causate dai vari ambiti (industria, traffico/trasporti, impianti di produzione di energia ed agricoltura).
Il pacchetto comprendeva 3 strumenti:
  • una proposta di direttiva sulla riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici (Direttiva NEC), recepita dallo stato italiano con DLgs 81/18;
  • una proposta di direttiva sulla limitazione di emissioni di specifici inquinanti emessi da impianti di combustione di medie dimensioni (Direttiva Medium Combustion Plant), recepita dallo stato italiano nel 2017 nell’ambito della revisione del DLgs 152/10;
  • il Clean Air Programme for Europe, pensato per ridurre in modo omogeneo e diffuso le emissioni inquinanti sul territorio europeo mediante azioni coordinate tra Unione Europea e Stati membri.


A partire dal 2017, nell’ambito del nuovo Accordo di Bacino Padano, sono state attuate misure coordinate su tutta la Pianura Padana, in linea con il Clean Air Programme.
Tra gli strumenti operativi più importanti presenti nel Clean Air Programme c’è il potenziamento della condivisione delle migliori pratiche a livello comunitario e questo avviene principalmente attraverso i dialoghi bilaterali strutturati con gli Stati denominati Clean Air Dialogues (CAD).
I CAD sono eventi aperti e condotti su base volontaria, che coinvolgono i diversi livelli amministrativi (governo, regioni, enti locali) e numerosi portatori di interesse.
L’obiettivo del CAD si estrinseca in quattro punti:
  1. avviare un confronto tra Commissione Europea e Stati Membri sulle problematiche nazionali e sugli approcci individuati per rispettare gli impegni assunti per ridurre le emissioni di inquinanti;
  2. condividere e promuovere le politiche più efficaci e le migliori pratiche, presentare i progressi raggiunti, promuovendo anche politiche intersettoriali che sfruttano le sinergie tra le politiche sulla qualità dell’aria, sul clima, sull’energia, sui trasporti, sull’agricoltura, e sulla sanità pubblica;
  3. sostenere lo Stato membro nell’attuazione delle politiche anche sensibilizzandolo sui finanzia menti disponibili con i fondi UE;
  4. individuare azioni aggiuntive per il contrasto dell’inquinamento atmosferico e delineare la direzione futura della politica dell’Unione sull’aria pulita.