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RADIAZIONI NON IONIZZANTI

In termini di impatti relativi all’esposizione umana ai campi elettromagnetici, il 2019 ha confermato i trend già evidenziati negli anni precedenti. In particolare, per quanto riguarda l’esposizione a campi elettromagnetici generati da impianti per telecomunicazione, continua l’aumento della percentuale di popolazione esposta a livelli di campo elettrico che si discostano dal livello di fondo (salita al 12% circa della popolazione regionale).
L’argomento Radiazioni non ionizzanti rientra negli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile in particolare nell'Obiettivo 9:

Costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile

Target
9.c Aumentare in modo significativo l’accesso alle tecnologie di informazione e comunicazione e impegnarsi per fornire ai paesi meno sviluppati un accesso a Internet universale ed economico entro il 2020


Popolazione esposta ai campi magnetici generati da elettrodotti ad alta e altissima tensione

Sulla base delle oltre 2200 misure complessivamente effettuate negli anni sul territorio regionale, insieme ai dati sulla popolazione del censimento 2011, è stata fatta una stima della distribuzione della popolazione residente nelle aree indagate in diverse classi di esposizione: non esposti (<0,5µT), esposizione medio-bassa (0,5 - 3µT), esposizione medio-alta (3 - 10µT), esposizione elevata (>10µT).

Figura 1
Livello di esposizione della popolazione residente nelle sezioni di censimento intersecate da linee ad alta e altissima tensione, per le quali sono state effettuate misure di campo magnetico

Fonte: Arpa Piemonte


La stima è stata effettuata calcolando il valore medio di campo magnetico rilevato nei punti di misura per ciascuna sezione di censimento, ed associando quindi la popolazione di quella determinata sezione alla corrispondente classe di esposizione. Si può osservare come la maggior parte della popolazione residente nelle aree monitorate (in prossimità degli elettrodotti) sia collocabile nella classe di esposizione medio-bassa, oppure tra i non esposti. Esistono però nella nostra regione alcuni casi di criticità (classe di esposizione medio-alta per circa il 7% della popolazione), legati alla specificità del territorio. A differenza infatti delle altre regioni italiane, il Piemonte è caratterizzato da flussi energetici piuttosto elevati (sia per importazione dell’estero in transito verso altre regioni, sia per produzione e consumo all’interno della regione stessa), e da vincoli territoriali che focalizzano in pochi corridoi il passaggio di molte linee ad alta tensione. Proprio per questo motivo, la Regione Piemonte in diversi atti di indirizzo ed accordi programmatici degli ultimi anni ha richiesto la mitigazione degli impatti sul territorio della rete di elettrodotti di Terna.

Popolazione esposta ai campi elettrici generati dagli impianti per telecomunicazioni

Il dato è ricavato come stima sulla base dei livelli di campo calcolati a partire dai dati tecnici degli impianti (presenti nel catasto regionale delle sorgenti di campo elettromagnetico), in termini di valori medi di esposizione nelle aree impattate da tali impianti, calcolati a partire dalle potenze massime irradiabili dalle antenne.
Si tratta pertanto di un’indicazione di massima, utile per concludere che, in generale, la grande maggioranza della popolazione piemontese risulta esposta a valori molto bassi di campo elettrico.

Figura 2
Percentuale di popolazione totale piemontese esposta in determinati intervalli di valori di campo elettrico generato da impianti per telecomunicazioni

Fonte: Arpa Piemonte

La stima è stata aggiornata a marzo 2020, tenuto conto sia delle valutazioni teoriche del livello di campo elettrico a questa data, sia dei dati del censimento 2011. È possibile vedere un trend di diminuzione nella classe di esposizione inferiore, e invece di crescita della popolazione esposta a livelli “medi” di campo elettrico (ampiamente al di sotto dell’obiettivo di qualità, ma comunque significativi rispetto al fondo). Tale andamento è conseguenza del notevole aumento di potenza degli impianti per telecomunicazione (ed in particolare di quelli per la telefonia), con variazioni più consistenti in corrispondenza dei periodi di massimo sviluppo delle nuove reti (implementazione tecnologie più recenti o, come nell’ultimo anno, ingresso di nuovi operatori).

Esposizione della popolazione ai campi elettromagnetici generati da telefoni cellulari e smartphone

L’esposizione ai campi elettromagnetici generati da telefoni cellulari e smartphone può essere localmente intensa, soprattutto durante una chiamata voce. Il livello di esposizione varia al variare del luogo dove ci si trova durante una chiamata (diminuisce tanto più c’è “campo” e aumenta tanto meno ce n’è), a seconda del tipo di tecnologia utilizzata (è più elevata per il 2G, diminuisce con il 3G e il 4G), del modello di telefono e della distanza tra dispositivo e utente (l’intensità di campo diminuisce rapidamente nei primi 30 cm).
Se non vengono utilizzati viva-voce o auricolare, l’esposizione coinvolge prevalentemente la testa del soggetto utilizzatore: i tessuti della testa assorbono in questo caso parte dell’energia generata dal dispositivo.
Un’indicazione della quantità di energia che può essere assorbita dalla testa di un utilizzatore viene data dal parametro detto SAR (tasso di assorbimento specifico), che misura l’energia assorbita per unità di massa.
L’Europa ha previsto, per la commercializzazione di cellulari e smartphone, che i produttori misurino su fantocci di testa umana il SAR, e che esso debba essere inferiore a 2 W/kg. I dati di SAR dei diversi dispositivi devono inoltre essere resi disponibili all’utente (in genere sono riportati nella confezione del dispositivo, oppure in rete nei siti dei produttori).
L’analisi che segue è stata svolta per cercare di capire se, nel rispetto del limite di SAR, vi sia stata negli anni un’evoluzione per una minimizzazione dell’esposizione degli utilizzatori.
Per fare questo, i valori di SAR di diversi modelli di telefonini e smartphone di alcune tra le marche più diffuse sono stati monitorati negli anni. Nella figura 3 sono riportati i valori medi del SAR su alcuni modelli di ciascuna marca commercializzati negli anni tra il 2011 e il 2020: si può osservare come le diverse marche abbiano tra loro differenze anche consistenti nei valori di SAR, e come vi sia, a livello medio di tutti i prodotti indagati, una lieve riduzione dei valori negli ultimi due anni, rispetto a quelli degli anni precedenti.

Figura 3
Livelli medi di SAR negli anni

Fonte: Arpa Piemonte

Al fine di illustrare la grande variabilità di tale parametro, la figura 4 rappresenta la distribuzione dei valori di SAR tra circa 150 modelli di telefono di una quindicina di marche in commercio ad inizio 2020: è possibile osservare come circa il 35% dei modelli presi in considerazione abbiano valori di SAR superiori ad 1 W/kg (circa il 13% tra 1,4 e 1,8 W/kg, di poco sotto il limite europeo), ma vi sia comunque quasi un 40% di modelli con SAR massimi contenuti entro 0,6 W/kg.

Figura 4
Percentuale di modelli di telefono con valori di SAR in intervalli definiti

Fonte: Arpa Piemonte


Se si tiene conto del fatto che nel 2019 oltre il 90% della popolazione italiana possiede un cellulare, e che l’esposizione ai campi elettromagnetici dovuta al telefono cellulare è in molte situazioni più intensa di quella dovuta ad altre sorgenti, si comprende come una politica di minimizzazione del SAR porterebbe ad un grande impatto nella riduzione dell’esposizione della popolazione.
Assume quindi particolare importanza, visti i grandi numeri, la programmazione di attività di informazione alla popolazione con l’obiettivo di rendere gli utilizzatori di smartphone maggiormente consapevoli della possibile esposizione e delle modalità per tutelarsi, nonché di favorire una scelta tra i modelli e le marche di cellulari anche in base al SAR (consulta la pagina Territorio Risposte al paragrafo sull’educazione ambientale).

Attività di controllo e monitoraggio dei campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici

Il Ministero dell’Ambiente ha finanziato, tra il 2018 e il 2019, una serie di progetti regionali per attività di monitoraggio e controllo dei campi elettromagnetici, finalizzati a fotografare la situazione dell’esposizione della popolazione su tutto il territorio nazionale.

Nell’ambito di questa iniziativa, sulla base di una Convenzione stipulata con la Regione Piemonte, Arpa ha individuato sul territorio regionale una serie di aree di interesse per campagne di misura, con le seguenti caratteristiche:
  • presenza di sorgenti con possibile impatto significativo (da stime teoriche delle emissioni)
  • elevato numero di persone potenzialmente esposte (densità di popolazione sopra una determinata soglia).
Nelle aree di interesse così individuate sono stati monitorati complessivamente circa 110 punti su tutta la regione.
Le misure sono state effettuate grazie alla collaborazione dei Comuni (che hanno supportato i tecnici di Arpa nelle attività sul territorio) e dei cittadini (che hanno permesso l’accesso alle loro abitazioni per le rilevazioni), e hanno fotografato la situazione dell’esposizione ai campi elettromagnetici della popolazione piemontese.

Ecco in sintesi i principali risultati delle attività di monitoraggio svolte:

Monitoraggio elettrodotti

Aree di interesse per elettrodotti monitorate: 52 (di cui 20 misure con centralina per qualche giorno)
Valore medio di campo magnetico in tutte le aree presso elettrodotti monitorate: 0,65μT

In tutti i siti presso elettrodotti monitorati è rispettato il valore di attenzione di 10μT (mediana su 24 ore del campo magnetico) fissato dal DPCM 08/07/2003

Nella figura 5 si può vedere la distribuzione della popolazione residente nelle aree indagate in diversi intervalli di valori di campo magnetico. Il 90% circa della popolazione residente nelle aree indagate presso elettrodotti è esposto a livelli di campo magnetico inferiori a 3μT.

Figura 5
Percentuale di popolazione esposta in determinati intervalli di valori di campo magnetico

Fonte: Arpa Piemonte

Monitoraggio impianti per telecomunicazioni


Aree di interesse per impianti di telecomunicazioni monitorate: 60 (tutte le aree con misure con centralina per almeno una settimana)
Valore medio di campo elettrico (media su 24 ore dei livelli registrati dalle centraline) in tutte le aree presso impianti di telecomunicazioni monitorate: 1,1 V/m
In tutti i siti presso impianti di telecomunicazioni monitorati è rispettato il valore di attenzione di 6 V/m (media su 24 ore del campo elettrico) fissato dal DPCM 08/07/2003

Nella figura 6 si può vedere la distribuzione della popolazione residente nelle aree indagate in diversi intervalli di valori di campo. Il 90% circa della popolazione residente nelle aree indagate presso impianti per telecomunicazioni è esposto a livelli medi di campo elettrico inferiori a 3 V/m.

Figura 6
Classificazione del livello di esposizione al campo elettrico a radiofrequenza della popolazione residente nelle sezioni di censimento indagate nell’ambito del progetto

Fonte: Arpa Piemonte

Esposizione della popolazione a radiazione UV

Dal 2010 Arpa Piemonte ha intrapreso un’attività di monitoraggio sistematico della radiazione solare UV finalizzata a valutare l’esposizione della popolazione. Inizialmente le stazioni di misura erano 3, ubicate ad Ivrea, Verbania e Sestriere, da qualche anno il radiometro presente nella stazione di Ivrea è stato dismesso.

Nelle firue 7-8 si riportano le distribuzioni dei livelli giornalieri di Indice UV misurati a mezzogiorno solare nelle stazioni di Verbania e di Sestrire nel corso di tutto il 2019. Si nota che per circa i due terzi dell’anno in entrambe le stazioni si sono registrati valori di indice UV superiori a 3, valori per i quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di adottare specifiche protezioni. Inoltre per un terzo dell’anno questo indicatore è risultato compreso tra 6 e 10 ovvero ha raggiunto livelli che l’OMS ha definito “alti” e “molto alti” e per i quali raccomanda di intensificare le protezioni e di evitare di esporsi nelle ore più calde della giornata.

Figura 7
Distribuzione dei valori dell’indice UV nell’arco di un anno misurati nelle stazioni di Pallanza

Fonte: Arpa Piemonte

Figura 8
Distribuzione dei valori dell’indice UV nell’arco di un anno misurati nelle stazioni di Sestriere

Fonte: Arpa Piemonte

Le lampade abbronzanti: valutazione della conformità delle apparecchiature alla normativa vigente

L’esposizione alle lampade per l’abbronzature artificiale è causa di danni alla pelle, agli occhi e al sistema immunitario. In generale, l'esposizione a radiazione UV può provocare effetti immediati, quali l'eritema, o effetti a lungo termine, come l'invecchiamento precoce della pelle, reazioni infiammatorie dell'occhio, cataratte e tumori della cute. Con particolare riferimento all’insorgenza di tumori, nel 2009 la IARC (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro) ha inserito le lampade abbronzati tra gli agenti sicuramente cancerogeni per l’uomo (gruppo 1). Nonostante la classificazione IARC, attualmente sul nostro territorio queste apparecchiature vengono ancora diffusamente utilizzate.
Al fine di tutelare l’utilizzatore di questi dispositivi, nel 2011 è stato emanato il decreto ministeriale n°110 del 12 maggio che prescrive che tutte le lampade per l’abbronzatura indoor siano conformi alla norma tecnica CEI EN 60335-2-27 (2005) ”Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare. Parte 2: Norme particolari per gli apparecchi per il trattamento della pelle con raggi ultravioletti ed infrarossi” e successive varianti
Dopo una prima campagna di misura della radiazione UV emessa dagli apparecchi abbronzanti effettuata negli anni 2010 e 2011, (Facta S; Saudino S; Bonino A.; Anglesio L.; d’Amore G. UV Emissions from Artificial Tanning Devices and Their Compliance with the European Technical Standard - Health Physics. 04(4):385-393, April 2013), Arpa Piemonte ha effettuato e continua ad effettuare, su richiesta delle ASL, nuove misurazioni.

Nel corso del 2019 sono stati effettuati 35 controlli in 30 centri estetici differenti distribuiti sul territorio regionale, per un totale di 140 misure eseguite su 123 apparecchi. Di questi 35 controlli, 10 sono stati effettuati in centri risultati non a norma durante un precedente sopralluogo effettuato nel corso del 2019 o in un anno precedente.

Obiettivo di tali indagini è stata la verifica della conformità delle apparecchiature alle prescrizioni riportate nella norma tecnica sopra citata (2015), con particolare riferimento al limite di 0.3W/m2 sull’irradianza efficace eritemale emessa dalle lampade stesse. L’irradianza eritemale è un parametro significativo dell’efficacia della radiazione UV nel causare l’eritema. Il valore limite fissato corrisponde ad un indice UV uguale a 12, valore tipico in piena estate ai tropici, a mezzogiorno e in condizioni di cielo sereno..
Nella figura 9 vengono riportati i valori di irradianza eritemale misurati all’interno degli apparecchi indagati ad una distanza di trattamento dalla lampade coerente con l’ingombro umano. I dati sono divisi tra dispositivi abbronzanti a bassa (72 apparecchi misurati) e ad alta pressione (68 apparecchi misurati).

Figura 9
Valori di irradianza eritemale emessi dalle lampade abbronzanti misurate nel 2019

Fonte: Arpa Piemonte


Dai dati riportati nel grafico si evince che il 69% degli apparecchi ad alta pressione controllati (47 apparecchi) e il 65% di quelli a bassa pressione (47 apparecchi) non rispettano il limite sull’irradianza efficace eritemale. Rispetto ai risultati derivati dalla prima campagna di misura del 2010-2011, precedente all’entrata in vigore del DM n° 110, in cui il 78% degli apparecchi ad alta pressione e il 100% di quelli a bassa non rispettavano il limite sull’irradianza eritemale, la situazione attualmente risulta sensibilmente migliorata, ma rimangono numerose situazioni di non conformità. Tali non conformità si traducono per gli utilizzatori in maggiori livelli di esposizione a radiazione ultravioletta rispetto a quelli massimi prescritti nelle norme, e di conseguenza in maggiori rischi sanitari derivanti dalle sovraesposizioni.

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Accanto all’attività di monitoraggio dell’indice UV, dal 1° luglio 2009 Arpa Piemonte ha intrapreso un programma previsionale, pubblicando sul proprio sito internet le previsioni di UVI su scala regionale, in condizioni di cielo sereno e, per alcune località, anche di copertura nuvolosa prevista.

Per approfondimenti consulta il sito di Arpa alla pagina dedicata alla radiazione ottica

Per approfondimenti consulta il documento UV- Index for the Public

Consulta la serie storica degli indicatori relativi all’indice UV