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IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (PPR)
Perché il Piano paesaggistico?
Le finalità del Piano paesaggistico
Architettura e produzione agroalimentare
L'ATTUAZIONE DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE
La coerenza con il Piano paesaggistico regionale del Piemonte
Autorizzazioni e semplificazione amministrativa
Il Piano paesaggistico regionale (PPR) - Che cosa è successo dopo l'approvazione
Figure 1-4
ADEGUAMENTO DEI PIANI REGOLATORI COMUNALI ALLE LINEE GUIDA REGIONALI NEI TERRITORI UNESCO - STATO DI AVANZAMENTO (ANNO 2019)
Figura 5
Figura 6
Dei 94 comuni aventi diritto, al finanziamento ai sensi della LR 24/96 (fino al 2019: comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti), 83 hanno formalizzato la relativa richiesta e di questi 45 hanno ricevuto un primo acconto, avendo perfezionato la richiesta di contributo nei tempi stabiliti.
Circa l’accesso ai finanziamenti di cui alla LR 24/96, si segnala la recente emanazione del Comunicato dell’Assessore all’Urbanistica, Programmazione territoriale e paesaggistica, Sviluppo montagna, Foreste, Parchi, Enti locali, pubblicato sul BU del 30/01/20 (supplemento 2), che prevede l’estensione di tali finanziamenti a “tutti i comuni, anche quelli con popolazione superiore ai 5.000 abitanti”.
Figura 7
Come si evince dal grafico precedente, dopo aver concluso i TLP, 11 comuni ha portato a termine l’iter urbanistico di formazione delle varianti ai PRG di adeguamento alle LLGG Unesco, introducendo le risultanze delle analisi paesaggistiche all’interno dei contenuti dello strumento urbanistico. Prioritario obiettivo delle varianti è l'introduzione di specifiche norme a tutela dei luoghi e paesaggi del vino, quali cascine, ciabot, belvedere, vigneti, corridoi ecologici presenti o potenziali, etc., nonché il ridimensionamento delle previsioni insediative incompatibili con gli indirizzi di tutela del Sito, con particolare riferimento a quelle previste in porzioni marginali e/o interferenti con porzioni a buona/elevata visibilità.
Nel 2019 i competenti Settori regionali hanno predisposto una delibera regionale, di imminente pubblicazione, che prevede una procedura di adeguamento “semplificata” destinata ad 12 comuni (6 in provincia di Asti, 4 in provincia di Alessandria e 2 in provincia di Cuneo) caratterizzati da limitate porzioni di territorio comprese nella buffer zone. Il conseguente iter urbanistico potrà avvenire – previa valutazione da parte delle Amministrazioni comunali – ricorrendo alla tipologia più rapida della “ Variante parziale” di approvazione comunale, come specificata ai sensi del comma 5, art. 17 della LR 56/77 e smi.
Con riferimento alla approvazione del Piano Paesaggistico Regionale avvenuta con DCR 233-35836 del 3/10/17, a cui i PRGC comunali dovranno adeguarsi entro 24 mesi dalla data della sua approvazione, come previsto i dell’articolo 145, comma 4 del Codice dei beni culturali e del paesaggio DLgs 42/04, nell'ambito di tali varianti i Comuni compresi nei territori del sito UNESCO dovranno ottemperare alla disposizioni di cui all'art.33 delle NTA del PPR, integrando le indagini paesaggistiche previste dal Piano Regionale con le indagini sviluppate nell'ambito dei TLP di cui alle Linee Guida. Anche in questo caso sono sperimentate, d'intesa con alcuni professionisti incaricati, procedure atte ad escludere la duplicazione di indagini ed elaborati.
Si rammenta infine che l’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle LG Unesco, e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di sanzione o di incentivo per i comuni inadempienti.
È quindi possibile che alcune AACC possano decidere di non procedere in questo senso, tuttavia gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate continuano ad operare, per quanto di competenza, al fine di promuovere il coinvolgimento degli Enti locali e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la protezione ottimale dei valori del Sito.
Il progetto strategico Corona Verde
Per dare forza al progetto, si è costruito un sistema articolato di governance territoriale per favorire la collaborazione tra gli enti e le comunità locali e per integrare una molteplicità di politiche e azioni sinergiche. 84 Comuni e altri 18 soggetti tra pubblici e privati, hanno firmato il Protocollo d’Intesa per condividere obiettivi e impegni. Il territorio interessato comprende la Città di Torino e altre 92 municipalità con un’estensione di quasi 165.000 ha e una popolazione di circa 1.800.000 abitanti. Ai fini operativi questa area è stata suddivisa in 6 Ambiti territoriali coordinati da altrettanti Comuni capofila.
La partecipazione è garantita da una struttura di governo: una Cabina di Regia di ampia rappresentatività territoriale (MIBACT, Città metropolitana di Torino, sei Comuni capofila, Parco del Po e della Collina torinese) supportata da una Segreteria Tecnica, entrambe coordinate dalla Regione Piemonte, con il supporto scientifico del Politecnico di Torino.
Strumento fondamentale del Progetto è il Masterplan: elaborato in modo partecipato e condiviso, rappresenta lo strumento utile ad attivare un programma con orizzonte di medio e lungo periodo (15-20 anni), in cui il Verde, al pari agli altri sistemi di rete tradizionali (trasporti, rete dei servizi, etc.), rappresenta un elemento fondante dello sviluppo urbano.
Il Masterplan è strutturato in 4 strategie che costituiscono le direttrici principali di Corona Verde:
Corona Verde, quale intervento di riqualificazione urbana avanzato che mira alla conservazione della biodiversità e, parallelamente, alla valorizzazione di tale patrimonio in sinergia con quello storico e culturale, rappresenta pertanto un esempio concreto di green economy che gestisce in modo intelligente le attività economiche, la mobilità, le risorse ambientali, le relazioni tra le persone, le politiche dell’abitare ed il metodo di amministrazione, in una visione di flessibilità, diversificazione e interdisciplinarietà.
POR FESR 2014-2020 Asse V Natura - Parco Stupinigi
LA COMUNICAZIONE DEL PAESAGGIO E DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE
LA DICHIARAZIONE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO del rione Piazza Mondovi e Castello Govone
PIANIFICAZIONE TERRITORIALE
L'argomento Pianificazione Territoriale rientra negli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare nei seguenti:
Obiettivo 11
Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
Target
11.4 Rafforzare gli impegni per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo
Obiettivo 13
Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico
Obiettivo 16
Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, garantire a tutti l'accesso alla giustizia e creare istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli
Obiettivo 11
Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
Target
11.4 Rafforzare gli impegni per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo
Obiettivo 13
Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico
Obiettivo 16
Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, garantire a tutti l'accesso alla giustizia e creare istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli
IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (PPR)
A conclusione di un lungo iter di formazione, volto a garantire la più ampia partecipazione dei soggetti interessati e a realizzare uno strumento sempre più completo, comprensibile ed efficace, il consiglio regionale del Piemonte ha approvato, con DCR 233-35836 del 3/10/17, il Piano paesaggistico regionale (Ppr), strumento di tutela e promozione del paesaggio piemontese, realizzato d’intesa con il ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo.
Le politiche di pianificazione territoriale e paesaggistica possono essere considerate come vere e proprie politiche di sviluppo regionale; costituiscono infatti un elemento di notevole rilevanza per il consolidamento delle culture e delle economie locali, così come per il rafforzamento della competitività e dell’attrattività della regione rispetto a più ampi contesti europei e internazionali.
Le nuove esigenze e le nuove opportunità legate a tali politiche hanno in particolare trovato riscontro nella Convenzione europea del paesaggio sottoscritta a Firenze nel 2000 da 45 Paesi membri del Consiglio d’Europa nonché, per quanto riguarda l’Italia, nel Codice dei beni culturali e del paesaggio (DLlgs 42/04).
Nello spirito della Convenzione europea, il Ppr non si limita a riconoscere e proteggere gli ambiti di eccezionale pregio e bellezza, ma si rivolge all’intero territorio regionale, comprensivo dei paesaggi della quotidianità, che rappresentano i contesti di vita e lavoro delle persone contribuendo a determinarne la qualità e che vanno quindi difesi dalle trasformazioni incontrollate, e di quelli compromessi o degradati, dei quali promuove il recupero e la riqualificazione.
L’azione di tutela del Piano, per essere pienamente efficace, necessita del fondamentale contributo degli enti locali; a seguito dell’approvazione, infatti, i Comuni sono chiamati ad avviare il processo di revisione dei propri strumenti urbanistici, al fine di recepire le previsioni del Ppr. Oltre alle essenziali finalità di regolamentazione, il Piano mira a diffondere una maggiore consapevolezza e attenzione nei confronti del paesaggio, inteso come patrimonio comune da proteggere e valorizzare, e ad accrescere la sensibilità dei cittadini verso gli obiettivi di tutela. Anche per questo il Piano affianca aspetti di natura strategica e progettuale a quelli più strettamente normativi.
Le politiche di pianificazione territoriale e paesaggistica possono essere considerate come vere e proprie politiche di sviluppo regionale; costituiscono infatti un elemento di notevole rilevanza per il consolidamento delle culture e delle economie locali, così come per il rafforzamento della competitività e dell’attrattività della regione rispetto a più ampi contesti europei e internazionali.
Le nuove esigenze e le nuove opportunità legate a tali politiche hanno in particolare trovato riscontro nella Convenzione europea del paesaggio sottoscritta a Firenze nel 2000 da 45 Paesi membri del Consiglio d’Europa nonché, per quanto riguarda l’Italia, nel Codice dei beni culturali e del paesaggio (DLlgs 42/04).
Nello spirito della Convenzione europea, il Ppr non si limita a riconoscere e proteggere gli ambiti di eccezionale pregio e bellezza, ma si rivolge all’intero territorio regionale, comprensivo dei paesaggi della quotidianità, che rappresentano i contesti di vita e lavoro delle persone contribuendo a determinarne la qualità e che vanno quindi difesi dalle trasformazioni incontrollate, e di quelli compromessi o degradati, dei quali promuove il recupero e la riqualificazione.
L’azione di tutela del Piano, per essere pienamente efficace, necessita del fondamentale contributo degli enti locali; a seguito dell’approvazione, infatti, i Comuni sono chiamati ad avviare il processo di revisione dei propri strumenti urbanistici, al fine di recepire le previsioni del Ppr. Oltre alle essenziali finalità di regolamentazione, il Piano mira a diffondere una maggiore consapevolezza e attenzione nei confronti del paesaggio, inteso come patrimonio comune da proteggere e valorizzare, e ad accrescere la sensibilità dei cittadini verso gli obiettivi di tutela. Anche per questo il Piano affianca aspetti di natura strategica e progettuale a quelli più strettamente normativi.
Gli obiettivi del Piano
Il Ppr costituisce atto di pianificazione generale regionale improntato ai principi di sviluppo sostenibile, uso consapevole del territorio, minor consumo del suolo agronaturale, salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e di promozione dei valori paesaggistici coerentemente inseriti nei singoli contesti ambientali. Il Ppr definisce modalità e regole volte a garantire che il paesaggio sia adeguatamente conosciuto, tutelato, valorizzato e regolato. A tale scopo promuove la salvaguardia, la gestione e il recupero dei beni paesaggistici e la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti e integrati.
Dalle cinque strategie del Ppr discendono 26 obiettivi generali, che sono comuni a Piano paesaggistico e Piano territoriale. Le finalità particolari e le strategie operative per gli aspetti paesaggistico-ambientali sono invece in gran parte differenti da quelle territoriali, in relazione ai temi specifici e agli interessi diversificati che Ppr e Ptr si trovano ad affrontare: il quadro degli obiettivi specifici, pur mantenendo un reciproco coordinamento, è pertanto differenziato per i due strumenti.
Il quadro degli obiettivi specifici costituisce il riferimento per gli aspetti di qualità paesaggistica da individuare in ciascun ambito di paesaggio. A tal fine, nell’allegato B alle Norme di attuazione sono riportati gli obiettivi specifici di maggiore rilevanza per la qualità paesaggistica di ciascun ambito, accompagnati dalle azioni strategiche più opportune per le caratteristiche e le dinamiche di ciascuna parte di territorio.
Dalle cinque strategie del Ppr discendono 26 obiettivi generali, che sono comuni a Piano paesaggistico e Piano territoriale. Le finalità particolari e le strategie operative per gli aspetti paesaggistico-ambientali sono invece in gran parte differenti da quelle territoriali, in relazione ai temi specifici e agli interessi diversificati che Ppr e Ptr si trovano ad affrontare: il quadro degli obiettivi specifici, pur mantenendo un reciproco coordinamento, è pertanto differenziato per i due strumenti.
Il quadro degli obiettivi specifici costituisce il riferimento per gli aspetti di qualità paesaggistica da individuare in ciascun ambito di paesaggio. A tal fine, nell’allegato B alle Norme di attuazione sono riportati gli obiettivi specifici di maggiore rilevanza per la qualità paesaggistica di ciascun ambito, accompagnati dalle azioni strategiche più opportune per le caratteristiche e le dinamiche di ciascuna parte di territorio.
Perché il Piano paesaggistico?
Il Piano paesaggistico costituisce strumento di pianificazione sovraordinata e prevalente secondo la legislazione nazionale sul paesaggio, che prevede la redazione di un piano esteso a tutto il territorio regionale da predisporre d’intesa tra Regione e Ministero.
Al di là degli obblighi normativi, il piano costituisce presa di coscienza da parte di una comunità del valore del proprio territorio; il paesaggio rappresenta infatti l’espressione della forma di un territorio nel quale si identifica la sua popolazione, in relazione alle dinamiche ambientali, naturali, storiche, culturali, frutto delle trasformazioni operate dall’uomo nel tempo, che ne hanno plasmato le caratteristiche percettive dalla sua genesi fino a oggi.
Il piano riconosce questi aspetti e si pone come strumento di conoscenza, di regolazione, di pianificazione e programmazione, per garantire la salvaguardia delle invarianti del territorio, la riqualificazione delle parti compromesse, la crescita di una coscienza comune sull’importanza dell’attenzione nei confronti del territorio, risorsa non riproducibile, in grado di garantire lo sviluppo delle comunità che lo abitano.
Al di là degli obblighi normativi, il piano costituisce presa di coscienza da parte di una comunità del valore del proprio territorio; il paesaggio rappresenta infatti l’espressione della forma di un territorio nel quale si identifica la sua popolazione, in relazione alle dinamiche ambientali, naturali, storiche, culturali, frutto delle trasformazioni operate dall’uomo nel tempo, che ne hanno plasmato le caratteristiche percettive dalla sua genesi fino a oggi.
Il piano riconosce questi aspetti e si pone come strumento di conoscenza, di regolazione, di pianificazione e programmazione, per garantire la salvaguardia delle invarianti del territorio, la riqualificazione delle parti compromesse, la crescita di una coscienza comune sull’importanza dell’attenzione nei confronti del territorio, risorsa non riproducibile, in grado di garantire lo sviluppo delle comunità che lo abitano.
Le finalità del Piano paesaggistico
Il Ppr è strumento di:
- Conoscenza: costituisce un “atlante” complessivo che descrive il territorio piemontese; riconosce i valori fondamentali che lo qualificano, i suoi caratteri identitari, le principali criticità presenti; rappresenta una visione unitaria della regione alla luce delle sue componenti costitutive, delle sue principali vocazioni, delle espressioni caratteristiche che contraddistinguono la sua storia;
- Programmazione: contiene linee strategiche volte alla tutela del paesaggio e al miglior utilizzo del territorio; il Ppr ha sostenuto numerose azioni già attuate (progetti europei, progetti di valorizzazione, progetti di riqualificazione) e, nella sua parte strutturale, contiene principi e assi tematici che consentiranno nei prossimi anni di dare corso a politiche consapevoli di rigenerazione e valorizzazione del territorio, in una logica di sviluppo del Piemonte volta alla qualificazione e salvaguardia delle sue risorse, verso un’economia sostenibile e per il miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti;
- Pianificazione: i contenuti del Ppr costituiscono elemento fondante per il sistema della pianificazione territoriale provinciale e della città metropolitana, della pianificazione urbanistica dei comuni e delle loro forme associative, nonché riferimento essenziale per la definizione di strumenti di pianificazione settoriale coerenti e compatibili con le caratteristiche del territorio piemontese;
- Regolazione: contiene nella sua parte prescrittiva misure di tutela volte a tradurre i riconoscimenti di valore in disposizioni normative che incidono direttamente o indirettamente sui processi di trasformazione, finalizzate a garantire il corretto equilibrio tra sviluppo delle comunità e salvaguardia dei principali ambiti di pregio paesaggistico.
Che cosa succede dopo l’approvazione
Conoscenza: l’apparato conoscitivo del Ppr rappresenta il riferimento per tutte le azioni che interessano il governo del territorio in termini di pianificazione e progettazione; nel contempo la diffusione delle informazioni in esso contenute è essenziale per determinare la crescita di una coscienza collettiva sulle caratteristiche del paesaggio piemontese. A tal fine è necessario promuovere intese con il pubblico interessato (Osservatori del paesaggio, associazioni culturali e ambientaliste), sostenere iniziative rivolte alla cittadinanza (attraverso progetti di comunicazione mirati), coinvolgere il mondo dei professionisti e degli operatori del settore (mediante percorsi di formazione e seminari divulgativi).
Programmazione: il quadro strategico costituisce riferimento per la programmazione, sia regionale sia degli altri livelli amministrativi, rivolta alla valorizzazione e tutela delle risorse e alla qualificazione dei sistemi territoriali. L’apparato strategico del Ppr può indirizzare e favorire l’attuazione di alcune linee d’intervento presenti all’interno della programmazione dei fondi comunitari, del programma di sviluppo rurale e di altre iniziative a regia regionale, o promosse da soggetti diversi (pubblici e privati) mediante la stipula di accordi e intese previsti dal Piano stesso. I progetti strategici inseriti e sostenuti dal Ppr sono posti al centro delle politiche regionali di tutela e valorizzazione del paesaggio.
Pianificazione: dalla data di approvazione del Ppr, i comuni conformano o adeguano gli strumenti di pianificazione urbanistica alle previsioni del piano regionale, perseguendo gli obiettivi, dando attuazione agli indirizzi e alle direttive, rispettando le prescrizioni. Tale processo richiederà una revisione complessiva del Prg; in attesa dell’adeguamento qualsiasi variante deve comunque dimostrare, per le parti del territorio interessate, la coerenza con i contenuti del Ppr che, in sinergia con il Piano territoriale regionale, costituisce il principale riferimento per la formazione degli strumenti urbanistici. L’adeguamento al Ppr consente l’attuazione delle indicazioni rivolte alla pianificazione locale. è necessario accompagnare l’attuazione del Piano mediante il coinvolgimento delle amministrazioni attraverso incontri divulgativi, percorsi formativi per gli operatori tecnici pubblici e privati, nonché mediante la predisposizione di specifici atti di indirizzo.
Regolazione: le norme prescrittive del Ppr, principalmente rivolte ai beni paesaggistici, costituiscono il presupposto per l’autorizzazione paesaggistica dei progetti di trasformazione del territorio, garantendo un supporto ai professionisti per la redazione dei progetti e agli enti preposti all’autorizzazione per la conduzione dell’istruttoria delle istanze presentate, riducendo la discrezionalità e assicurando una maggiore uniformità delle valutazioni. Anche in questo caso è necessario promuovere momenti di conoscenza e approfondimento rivolti principalmente alle componenti tecniche delle amministrazioni (in particolare le Commissioni locali per il paesaggio) e ai professionisti.
Programmazione: il quadro strategico costituisce riferimento per la programmazione, sia regionale sia degli altri livelli amministrativi, rivolta alla valorizzazione e tutela delle risorse e alla qualificazione dei sistemi territoriali. L’apparato strategico del Ppr può indirizzare e favorire l’attuazione di alcune linee d’intervento presenti all’interno della programmazione dei fondi comunitari, del programma di sviluppo rurale e di altre iniziative a regia regionale, o promosse da soggetti diversi (pubblici e privati) mediante la stipula di accordi e intese previsti dal Piano stesso. I progetti strategici inseriti e sostenuti dal Ppr sono posti al centro delle politiche regionali di tutela e valorizzazione del paesaggio.
Pianificazione: dalla data di approvazione del Ppr, i comuni conformano o adeguano gli strumenti di pianificazione urbanistica alle previsioni del piano regionale, perseguendo gli obiettivi, dando attuazione agli indirizzi e alle direttive, rispettando le prescrizioni. Tale processo richiederà una revisione complessiva del Prg; in attesa dell’adeguamento qualsiasi variante deve comunque dimostrare, per le parti del territorio interessate, la coerenza con i contenuti del Ppr che, in sinergia con il Piano territoriale regionale, costituisce il principale riferimento per la formazione degli strumenti urbanistici. L’adeguamento al Ppr consente l’attuazione delle indicazioni rivolte alla pianificazione locale. è necessario accompagnare l’attuazione del Piano mediante il coinvolgimento delle amministrazioni attraverso incontri divulgativi, percorsi formativi per gli operatori tecnici pubblici e privati, nonché mediante la predisposizione di specifici atti di indirizzo.
Regolazione: le norme prescrittive del Ppr, principalmente rivolte ai beni paesaggistici, costituiscono il presupposto per l’autorizzazione paesaggistica dei progetti di trasformazione del territorio, garantendo un supporto ai professionisti per la redazione dei progetti e agli enti preposti all’autorizzazione per la conduzione dell’istruttoria delle istanze presentate, riducendo la discrezionalità e assicurando una maggiore uniformità delle valutazioni. Anche in questo caso è necessario promuovere momenti di conoscenza e approfondimento rivolti principalmente alle componenti tecniche delle amministrazioni (in particolare le Commissioni locali per il paesaggio) e ai professionisti.
La visione strategica
Il Ppr affronta i temi della tutela del territorio e della qualità paesaggistica delle trasformazioni sia direttamente attraverso i propri contenuti normativi, sia promuovendo programmi, piani e progetti strategici volti alla valorizzazione integrata del territorio, a regia regionale o promossi da soggetti diversi (pubblici e privati), nonché con la realizzazione di approfondimenti tematici, attraverso la definizione di studi e analisi di accompagnamento al processo di attuazione del Ppr.
Il Ppr sostiene politiche e iniziative di livello sovra locale che mirano a uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio, in particolare relativamente ai seguenti temi:
Il Ppr riconosce quali strumenti di approfondimento di tali tematiche, già attuati o in corso di attuazione, i seguenti programmi e progetti strategici:
Il Ppr sostiene politiche e iniziative di livello sovra locale che mirano a uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio, in particolare relativamente ai seguenti temi:
- valorizzazione del patrimonio paesaggistico piemontese;
- implementazione della rete di connessione paesaggistica;
- contenimento del consumo di suolo;
- salvaguardia attiva dei paesaggi agrari;
- definizione di criteri e modalità specifici per la qualificazione dei sistemi urbani e periurbani in termini edilizi, urbanistici e della funzionalità ecosistemica del territorio;
- implementazione delle infrastrutture verdi e dei servizi ecosistemici;
- inserimento paesaggistico dei manufatti specialistici e degli impianti tecnologici o di produzione di energia e riqualificazione delle aree dismesse o compromesse.
Il Ppr riconosce quali strumenti di approfondimento di tali tematiche, già attuati o in corso di attuazione, i seguenti programmi e progetti strategici:
- i progetti relativi ai siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco e delle Riserve della biosfera (MAB);
- la salvaguardia dei tenimenti storici dell’Ordine Mauriziano;
- il progetto Corona verde;
- i contratti di fiume e di lago;
- l’implementazione della rete ecologica regionale;
- i progetti europei finanziati con il programma di cooperazione trasnazionale “Alpine space”;
- le attività connesse al monitoraggio del consumo di suolo.
Architettura e produzione agroalimentare
“Sempre più oggi il cibo è strettamente legato al paesaggio nel quale si produce, riconoscendo il paesaggio non come un elemento passivo del binomio paesaggio/cibo, ma un valore aggiunto al cibo prodotto e alle attività economiche connesse, alle pratiche agricole e alle produzioni alimentari. Il binomio “qualità del paesaggio agrario e qualità degli alimenti, e attivare interventi e azioni per diffondere la consapevolezza di quanto sia decisivo valorizzare il paesaggio attraverso scelte appropriate relative alle produzioni agricole e all’agricoltura sostenibile, alla pianificazione del territorio, al consumo consapevole, all’educazione e alla formazione al paesaggio e alla sicurezza alimentare. Si può dire quindi che il cibo può trasformare il paesaggio e innescare un dialogo fecondo tra agricoltura, paesaggio, cibo, attività economiche, turismo, che deve essere gestito”.
Per quanto concerne (…) la produzione agricola e la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, si è consolidata negli ultimi anni la consuetudine di aggettivare i prodotti agroalimentari con i luoghi di provenienza (aree geografiche, regioni, paesi, villaggi). Certamente c’è una maggiore e diffusa consapevolezza che i valori di qualità dei prodotti alimentari si intrecciano sempre più con i valori ambientali dei territori di produzione, con le caratteristiche delle materie prime e delle risorse dei luoghi, con il savoir-faire locale e con la capacità di innovazione nella continuità dei caratteri locali."
Nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2014-2020, in riferimento alla Misura 4 Sottomisura 4.2 Operazione 4.2.1 “Trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli” è stato realizzato dal Politecnico di Torino – DAD Dipartimento di Architettura e Design, con la collaborazione della Regione Piemonte - Direzione Agricoltura e Settore Territorio e Paesaggio, il manuale “Architettura e produzione agroalimentare”. “Manuale per il contenimento del consumo di suolo e la qualità paesaggistica e architettonica degli insediamenti produttivi per l’agricoltura”.
Per quanto concerne (…) la produzione agricola e la trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli, si è consolidata negli ultimi anni la consuetudine di aggettivare i prodotti agroalimentari con i luoghi di provenienza (aree geografiche, regioni, paesi, villaggi). Certamente c’è una maggiore e diffusa consapevolezza che i valori di qualità dei prodotti alimentari si intrecciano sempre più con i valori ambientali dei territori di produzione, con le caratteristiche delle materie prime e delle risorse dei luoghi, con il savoir-faire locale e con la capacità di innovazione nella continuità dei caratteri locali."
Nell’ambito del Programma di sviluppo rurale 2014-2020, in riferimento alla Misura 4 Sottomisura 4.2 Operazione 4.2.1 “Trasformazione e commercializzazione dei prodotti agricoli” è stato realizzato dal Politecnico di Torino – DAD Dipartimento di Architettura e Design, con la collaborazione della Regione Piemonte - Direzione Agricoltura e Settore Territorio e Paesaggio, il manuale “Architettura e produzione agroalimentare”. “Manuale per il contenimento del consumo di suolo e la qualità paesaggistica e architettonica degli insediamenti produttivi per l’agricoltura”.
Il volume, che si inserisce nella produzione manualistica della Regione Piemonte, quale approfondimento dei manuali “Indirizzi per la qualità architettonica degli insediamenti”, affronta due temi centrali per la produzione architettonica contemporanea del settore agricolo e della filiera agroalimentare: il contenimento del consumo di suolo e la qualità paesaggistica e architettonica degli insediamenti produttivi. Il manuale, strumento di supporto e di indirizzo per la realizzazione degli interventi, diretto a operatori e tecnici del settore, conferma “l’importanza del “buon progettare” attraverso l’argomentazione e l’illustrazione - anche con schemi ed esempi di buone pratiche - di attenzioni e di misure perseguibili per la tutela diffusa dell’architettura e del paesaggio rurale”.
L'ATTUAZIONE DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE
A seguito dell'entrata in vigore, il 20 ottobre 2017, del Piano paesaggistico regionale (Ppr) approvato con DCR 233-35836 del 3/10/17, si è aperta la fase di attuazione del nuovo strumento di pianificazione, processo che si compone di due aspetti, uno più strettamente legato alla pianificazione e l'altro relativo alla promozione di politiche per il paesaggio. Il primo si traduce nel rispetto delle norme dettate dal Ppr e nell'adeguamento degli strumenti di pianificazione sottordinati; il secondo aspetto è diretto alla realizzazione dei programmi e dei progetti strategici riconosciuti dal Piano e alla predisposizione di altri strumenti di approfondimento sui temi del paesaggio.
Per definire ruoli e modalità per l'attuazione del Ppr, la Regione ha predisposto, di intesa con il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT), un Regolamento regionale che stabilisce gli adempimenti tesi a garantire il rispetto delle norme del Piano e la documentazione e necessaria.
Per definire ruoli e modalità per l'attuazione del Ppr, la Regione ha predisposto, di intesa con il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (MiBACT), un Regolamento regionale che stabilisce gli adempimenti tesi a garantire il rispetto delle norme del Piano e la documentazione e necessaria.
Il processo di adeguamento al Piano paesaggistico regionale del Piemonte
Secondo quanto previsto dall'articolo 46 delle Norme di attuazione del Ppr, entro due anni dalla sua approvazione, le Province, la Città metropolitana, i Comuni e gli Enti gestori delle aree protette devono conformare i propri strumenti alle disposizioni del Piano regionale, predisponendo a tal fine apposita variante generale.
Tale adeguamento comporta la condivisione, da parte dei Piani territoriali e urbanistici alle diverse scale, degli obiettivi di tutela del Ppr, l'orientamento delle azioni di pianificazione in modo che siano coerenti con gli indirizzi dettati dal Ppr stesso, l'osservanza delle direttive, nonché il rispetto delle prescrizioni e delle specifiche prescrizioni d'uso.
I processi di adeguamento degli strumenti di pianificazione sono gestiti congiuntamente da Regione Piemonte e MiBACT; le modalità istruttorie e gli elaborati che le amministrazioni devono predisporre per consentire la verifica della conformità delle varianti di adeguamento sono dettagliati in un apposito allegato A del Regolamento attuativo. Ai Comuni è richiesto di tradurre e specificare alla scala locale gli elementi conoscitivi individuati dal Ppr, con particolare riferimento alle Tavole P2 "Beni paesaggistici", P4 "Componenti paesaggistiche" e P5 "Rete di connessione paesaggistica", dando contestualmente attuazione alla relativa normativa di tutela.
Tale adeguamento comporta la condivisione, da parte dei Piani territoriali e urbanistici alle diverse scale, degli obiettivi di tutela del Ppr, l'orientamento delle azioni di pianificazione in modo che siano coerenti con gli indirizzi dettati dal Ppr stesso, l'osservanza delle direttive, nonché il rispetto delle prescrizioni e delle specifiche prescrizioni d'uso.
I processi di adeguamento degli strumenti di pianificazione sono gestiti congiuntamente da Regione Piemonte e MiBACT; le modalità istruttorie e gli elaborati che le amministrazioni devono predisporre per consentire la verifica della conformità delle varianti di adeguamento sono dettagliati in un apposito allegato A del Regolamento attuativo. Ai Comuni è richiesto di tradurre e specificare alla scala locale gli elementi conoscitivi individuati dal Ppr, con particolare riferimento alle Tavole P2 "Beni paesaggistici", P4 "Componenti paesaggistiche" e P5 "Rete di connessione paesaggistica", dando contestualmente attuazione alla relativa normativa di tutela.
La coerenza con il Piano paesaggistico regionale del Piemonte
In attesa dell'adeguamento, a partire dall'approvazione del Ppr, ogni variante apportata agli strumenti di pianificazione, limitatamente alle aree da essa interessate, deve comunque dimostrare di essere coerente e rispettare le norme del Ppr stesso. Anche in questo caso il Regolamento specifica le modalità attraverso le quali dare riscontro della coerenza tra le previsioni della variante e la normativa del Ppr.
Autorizzazioni e semplificazione amministrativa
L'entrata in vigore del Ppr non introduce, in riferimento alle procedure autorizzative degli interventi ricadenti all'interno di beni paesaggistici, vere e proprie novità, che invece possono risultare di rilievo a seguito del completamento delle procedure di adeguamento degli strumenti urbanistici al Ppr stesso. Fino ad allora, infatti, i soggetti competenti al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche continueranno a verificare la conformità degli interventi proposti con le disposizioni cogenti e immediatamente prevalenti dettate dal Piano paesaggistico. Anche dal punto di vista della semplificazione amministrativa, la conformazione degli strumenti urbanistici costituisce il requisito essenziale per lo snellimento delle procedure autorizzative; in particolare, a seguito dell'adeguamento del piano regolatore al Ppr:
- il parere del Soprintendente avrà natura obbligatoria ma non vincolante nell’ambito delle autorizzazioni di cui all’articolo 146, comma 5, del Codice;
- nel procedimento autorizzatorio semplificato di cui al DPR 31/17 non sarà più necessario acquisire il parere della commissione locale per il paesaggio.
Il Regolamento regionale di Attuazione del Piano paesaggistico regionale del Piemonte
Al fine di disciplinare l’attuazione del Piano paesaggistico regionale e fornire ai Comuni un supporto per agevolare il processo di adeguamento dei piani locali al Ppr è stato predisposto e approvato con DPGR 4/R del 22/03/19 il Regolamento regionale recante: ”Attuazione del Piano paesaggistico regionale del Piemonte(Ppr), ai sensi dell’articolo 8 bis comma 7 della LR 56/77 (Tutela e uso del suolo) e dell’articolo 46, comma 10, delle norme di attuazione del Ppr.”
Il Regolamento di attuazione del Ppr è previsto dall’articolo 8 bis, comma 7 della LR 56/77 e dalle stesse Norme di attuazione del Ppr che richiedono, all’articolo 46 comma 10, la predisposizione di un apposito Regolamento attuativo che disciplini le modalità per garantire il rispetto dei contenuti del Piano stesso. Predisposto dagli uffici regionali, d’intesa con il Ministero, il Regolamento è frutto della sperimentazione condotta, con le Soprintendenze, nell’anno intercorso dall’approvazione del Ppr, soprattutto riguardo al processo di adeguamento dei piani locali (varianti generali, nuovi piani) al Ppr e alle valutazioni effettuate circa il rispetto del Ppr nelle procedure di variante al Prg già in corso o relative a limitate porzioni di territorio.
Il Regolamento fornisce indicazioni puntuali riguardo agli aspetti procedurali che accompagnano il processo di attuazione del Piano, come stabilito dalla LR 56/77 “Tutela e uso del suolo” e dalle norme di attuazione del Ppr stesso e in particolare disciplina:
A specificazione delle indicazioni generali contenute nel Regolamento, sono stati predisposti i quattro allegati tecnici che forniscono un supporto ai comuni per il processo di adeguamento al Ppr dei Piani regolatori generali e per le varianti ai Piani regolatori precedenti o successive alla variante di adeguamento:
Il Regolamento di attuazione del Ppr è previsto dall’articolo 8 bis, comma 7 della LR 56/77 e dalle stesse Norme di attuazione del Ppr che richiedono, all’articolo 46 comma 10, la predisposizione di un apposito Regolamento attuativo che disciplini le modalità per garantire il rispetto dei contenuti del Piano stesso. Predisposto dagli uffici regionali, d’intesa con il Ministero, il Regolamento è frutto della sperimentazione condotta, con le Soprintendenze, nell’anno intercorso dall’approvazione del Ppr, soprattutto riguardo al processo di adeguamento dei piani locali (varianti generali, nuovi piani) al Ppr e alle valutazioni effettuate circa il rispetto del Ppr nelle procedure di variante al Prg già in corso o relative a limitate porzioni di territorio.
Il Regolamento fornisce indicazioni puntuali riguardo agli aspetti procedurali che accompagnano il processo di attuazione del Piano, come stabilito dalla LR 56/77 “Tutela e uso del suolo” e dalle norme di attuazione del Ppr stesso e in particolare disciplina:
- l’adeguamento al Ppr degli strumenti di pianificazione;
- l’esame delle varianti agli strumenti di pianificazione che non costituiscono adeguamento al Ppr;
- la verifica di conformità con le disposizioni del Ppr degli interventi soggetti al rilascio di autorizzazione paesaggistica;
- la partecipazione del MiBAC ai procedimenti per le varianti di adeguamento al Ppr e per le altre varianti agli strumenti di pianificazione;
- la realizzazione dei programmi e progetti strategici previsti dal Ppr;
- la predisposizione di strumenti di approfondimento sui temi del paesaggio.
A specificazione delle indicazioni generali contenute nel Regolamento, sono stati predisposti i quattro allegati tecnici che forniscono un supporto ai comuni per il processo di adeguamento al Ppr dei Piani regolatori generali e per le varianti ai Piani regolatori precedenti o successive alla variante di adeguamento:
- ALLEGATO A disciplina le modalità per la verifica del rispetto del Ppr da parte della variante urbanistica di adeguamento
- ALLEGATO B, disciplina le modalità per la verifica del rispetto del Ppr da parte delle varianti ai Prg che non costituiscono variante di adeguamento;
- ALLEGATO C definisce i criteri per l’individuazione dei corsi d’acqua che i comuni possono dichiarare irrilevanti ai fini paesaggistici, ai sensi dell’articolo 142, comma 3, del Codice, come specificato all’articolo 10, comma 8 del Regolamento;
- ALLEGATO D, che descrive gli strumenti conoscitivi e metodologici per agevolare le analisi e le valutazioni necessarie per la procedura di valutazione ambientale strategica relativa alla variante urbanistica di adeguamento al Ppr (articolo 10 e 21 del Regolamento).
Il Piano paesaggistico regionale (PPR) - Che cosa è successo dopo l'approvazione
Dare attuazione al Piano paesaggistico regionale (Ppr) e alle politiche che esso delinea, può rappresentare l’occasione per rivedere l’impianto strategico del Prg, perfezionando il metodo di costruzione dello strumento di pianificazione locale. “Il Ppr fornisce infatti l’opportunità di pensare a un nuovo modello di urbanistica: la sua lettura del territorio è basata sul tema delle forme e della qualità, e non soltanto sulla quantità, parametro usuale sul quale sono basati gli attuali strumenti di pianificazione comunale. Una rilettura del territorio sulla base del sistema compositivo dei tessuti e degli edifici che lo compongono è stata infatti la trama centrale che ha supportato l’analisi di dettaglio condotta dal Ppr; ciascun luogo è caratterizzato dalla stratificazione di un insieme di trasformazioni che, nel tempo, hanno connotato la sua identità. Partendo da questo presupposto, gli adeguamenti dei piani regolatori al Ppr possono disegnare e prospettare un sistema di pianificazione più attento alla forma del territorio che alla funzione e ai numeri”. “Il nuovo piano regolatore, in attuazione del Ppr, deve segnare i limiti della forma dei tessuti urbani, delineare le localizzazioni più appropriate, definire i confini tra l’urbano e il non urbano, riqualificare le aree degradate, trattare le diversità delle aree rurali e naturali”. Porre il paesaggio come tema della pianificazione significa appunto occuparsi della forma dei luoghi in cui viviamo”.
Al fine di orientare le politiche di sviluppo, con attenzione alle specificità dei diversi contesti territoriali, il Ppr fornisce gli strumenti e le conoscenze, a partire dal sistema delle strategie e degli obiettivi del piano che costituiscono il quadro di riferimento per le scelte di pianificazione locale.
A oggi sono circa 400 i Comuni che hanno presentato richiesta di finanziamento ai sensi della LR 24 del 30/04/96 “Sostegno finanziario ai Comuni per l’adeguamento obbligatorio della strumentazione urbanistica” ai fini dell’adeguamento del P.R.G. al Piano Paesaggistico regionale, mentre sono 17 le Associazioni di Comuni che hanno presentato analoga richiesta di finanziamento ai sensi dell’art. 2 (Concessione di contributi) della LR 24 sopra citata.
Dall’approvazione del Ppr sono state avviate 62 varianti agli strumenti urbanistici di adeguamento al Ppr e 6 comuni hanno concluso le procedure previste dalla LR 56/77 per l’approvazione delle varianti stesse comprensive anche dell’adeguamento al Piano paesaggistico regionale.
Dall’approvazione del Ppr sono state avviate circa 130 varianti agli strumenti urbanistici comprensive della verifica di coerenza con il Ppr.
Si presentano di seguito alcuni esempi di elaborati cartografici per l’adeguamento del Prg al Ppr estratti del Comune di Ponderano (BI).
Al fine di orientare le politiche di sviluppo, con attenzione alle specificità dei diversi contesti territoriali, il Ppr fornisce gli strumenti e le conoscenze, a partire dal sistema delle strategie e degli obiettivi del piano che costituiscono il quadro di riferimento per le scelte di pianificazione locale.
A oggi sono circa 400 i Comuni che hanno presentato richiesta di finanziamento ai sensi della LR 24 del 30/04/96 “Sostegno finanziario ai Comuni per l’adeguamento obbligatorio della strumentazione urbanistica” ai fini dell’adeguamento del P.R.G. al Piano Paesaggistico regionale, mentre sono 17 le Associazioni di Comuni che hanno presentato analoga richiesta di finanziamento ai sensi dell’art. 2 (Concessione di contributi) della LR 24 sopra citata.
Dall’approvazione del Ppr sono state avviate 62 varianti agli strumenti urbanistici di adeguamento al Ppr e 6 comuni hanno concluso le procedure previste dalla LR 56/77 per l’approvazione delle varianti stesse comprensive anche dell’adeguamento al Piano paesaggistico regionale.
Dall’approvazione del Ppr sono state avviate circa 130 varianti agli strumenti urbanistici comprensive della verifica di coerenza con il Ppr.
Si presentano di seguito alcuni esempi di elaborati cartografici per l’adeguamento del Prg al Ppr estratti del Comune di Ponderano (BI).
Figure 1-4
Adeguamento al Piano paesaggistico regionale del Comune di Ponderano
ADEGUAMENTO DEI PIANI REGOLATORI COMUNALI ALLE LINEE GUIDA REGIONALI NEI TERRITORI UNESCO - STATO DI AVANZAMENTO (ANNO 2019)
L’attività di adeguamento dei PRGC, finalizzata a garantire un idoneo livello di tutela per i territori del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, avviata a seguito dell’approvazione delle Linee Guida di cui alla DGR 26-2131 del 21/09/15 (LLGG), è proseguita anche nel corso dell’anno 2019 con il duplice obiettivo di coinvolgere ulteriori Comuni nella procedura e sistematizzare l’esame della documentazione tecnica di analisi paesaggistica da parte delle strutture regionali e provinciali preposte alle verifiche delle stesse.
Si rammenta che le valutazioni di merito vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse LLGG – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale si sviluppano i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai comuni, in forma singola o associata.
Con riferimento ai 101 comuni interessati, ricadenti nelle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, una quarantina hanno condotto, dopo l’avvio della procedura, ulteriori sedute e, di questi, 7 hanno concluso l’iter del TLP nel 2019, ricevendo le valutazioni finali di chiusura del Tavolo per il prosieguo dell’iter urbanistico - parere contenente indicazioni sia per il perfezionamento degli elaborati presentati sia rispetto alla tipologia di Variante da predisporre (che potrà essere di tipo generale, strutturale o parziale). Nel corso del 2019 si sono svolti 14 tavoli, incontrando tutti i comuni che hanno fatto richiesta, talora raggruppati secondo Unioni amministrative o per ambiti contigui.
Si evidenzia che in totale i Tavoli chiusi nel lasso di tempo 2016 - 2019 risultano 30, con un totale di 75 comuni interessati.
Si rammenta che le valutazioni di merito vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse LLGG – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale si sviluppano i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai comuni, in forma singola o associata.
Con riferimento ai 101 comuni interessati, ricadenti nelle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, una quarantina hanno condotto, dopo l’avvio della procedura, ulteriori sedute e, di questi, 7 hanno concluso l’iter del TLP nel 2019, ricevendo le valutazioni finali di chiusura del Tavolo per il prosieguo dell’iter urbanistico - parere contenente indicazioni sia per il perfezionamento degli elaborati presentati sia rispetto alla tipologia di Variante da predisporre (che potrà essere di tipo generale, strutturale o parziale). Nel corso del 2019 si sono svolti 14 tavoli, incontrando tutti i comuni che hanno fatto richiesta, talora raggruppati secondo Unioni amministrative o per ambiti contigui.
Si evidenzia che in totale i Tavoli chiusi nel lasso di tempo 2016 - 2019 risultano 30, con un totale di 75 comuni interessati.
Figura 5
TLP - Andamento annuale
Figura 6
TLP - Periodo 2016 - 2019
Dei 94 comuni aventi diritto, al finanziamento ai sensi della LR 24/96 (fino al 2019: comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti), 83 hanno formalizzato la relativa richiesta e di questi 45 hanno ricevuto un primo acconto, avendo perfezionato la richiesta di contributo nei tempi stabiliti.
Circa l’accesso ai finanziamenti di cui alla LR 24/96, si segnala la recente emanazione del Comunicato dell’Assessore all’Urbanistica, Programmazione territoriale e paesaggistica, Sviluppo montagna, Foreste, Parchi, Enti locali, pubblicato sul BU del 30/01/20 (supplemento 2), che prevede l’estensione di tali finanziamenti a “tutti i comuni, anche quelli con popolazione superiore ai 5.000 abitanti”.
Figura 7
Varianti urbanistiche Comuni Unesco
Come si evince dal grafico precedente, dopo aver concluso i TLP, 11 comuni ha portato a termine l’iter urbanistico di formazione delle varianti ai PRG di adeguamento alle LLGG Unesco, introducendo le risultanze delle analisi paesaggistiche all’interno dei contenuti dello strumento urbanistico. Prioritario obiettivo delle varianti è l'introduzione di specifiche norme a tutela dei luoghi e paesaggi del vino, quali cascine, ciabot, belvedere, vigneti, corridoi ecologici presenti o potenziali, etc., nonché il ridimensionamento delle previsioni insediative incompatibili con gli indirizzi di tutela del Sito, con particolare riferimento a quelle previste in porzioni marginali e/o interferenti con porzioni a buona/elevata visibilità.
Nel 2019 i competenti Settori regionali hanno predisposto una delibera regionale, di imminente pubblicazione, che prevede una procedura di adeguamento “semplificata” destinata ad 12 comuni (6 in provincia di Asti, 4 in provincia di Alessandria e 2 in provincia di Cuneo) caratterizzati da limitate porzioni di territorio comprese nella buffer zone. Il conseguente iter urbanistico potrà avvenire – previa valutazione da parte delle Amministrazioni comunali – ricorrendo alla tipologia più rapida della “ Variante parziale” di approvazione comunale, come specificata ai sensi del comma 5, art. 17 della LR 56/77 e smi.
Con riferimento alla approvazione del Piano Paesaggistico Regionale avvenuta con DCR 233-35836 del 3/10/17, a cui i PRGC comunali dovranno adeguarsi entro 24 mesi dalla data della sua approvazione, come previsto i dell’articolo 145, comma 4 del Codice dei beni culturali e del paesaggio DLgs 42/04, nell'ambito di tali varianti i Comuni compresi nei territori del sito UNESCO dovranno ottemperare alla disposizioni di cui all'art.33 delle NTA del PPR, integrando le indagini paesaggistiche previste dal Piano Regionale con le indagini sviluppate nell'ambito dei TLP di cui alle Linee Guida. Anche in questo caso sono sperimentate, d'intesa con alcuni professionisti incaricati, procedure atte ad escludere la duplicazione di indagini ed elaborati.
Si rammenta infine che l’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle LG Unesco, e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di sanzione o di incentivo per i comuni inadempienti.
È quindi possibile che alcune AACC possano decidere di non procedere in questo senso, tuttavia gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate continuano ad operare, per quanto di competenza, al fine di promuovere il coinvolgimento degli Enti locali e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la protezione ottimale dei valori del Sito.
Il progetto strategico Corona Verde
Corona Verde è il progetto strategico che la Regione Piemonte ha attivato per dare attuazione alle proprie politiche paesaggistico-ambientali in ambito metropolitano, attraverso la realizzazione e la gestione sostenibile di un’infrastruttura verde che mette a sistema e integra la Corona di Delizie delle Residenze Reali (sistema di Residenze sabaude elette a Patrimonio mondiale dell’Umanità dell’Unesco) con la Cintura Verde dei Parchi, dei fiumi e dalle aree rurali presenti nell’area torinese, al fine di per salvaguardare natura e paesaggi e migliorare la qualità di vita degli abitanti.
Per dare forza al progetto, si è costruito un sistema articolato di governance territoriale per favorire la collaborazione tra gli enti e le comunità locali e per integrare una molteplicità di politiche e azioni sinergiche. 84 Comuni e altri 18 soggetti tra pubblici e privati, hanno firmato il Protocollo d’Intesa per condividere obiettivi e impegni. Il territorio interessato comprende la Città di Torino e altre 92 municipalità con un’estensione di quasi 165.000 ha e una popolazione di circa 1.800.000 abitanti. Ai fini operativi questa area è stata suddivisa in 6 Ambiti territoriali coordinati da altrettanti Comuni capofila.
La partecipazione è garantita da una struttura di governo: una Cabina di Regia di ampia rappresentatività territoriale (MIBACT, Città metropolitana di Torino, sei Comuni capofila, Parco del Po e della Collina torinese) supportata da una Segreteria Tecnica, entrambe coordinate dalla Regione Piemonte, con il supporto scientifico del Politecnico di Torino.
Strumento fondamentale del Progetto è il Masterplan: elaborato in modo partecipato e condiviso, rappresenta lo strumento utile ad attivare un programma con orizzonte di medio e lungo periodo (15-20 anni), in cui il Verde, al pari agli altri sistemi di rete tradizionali (trasporti, rete dei servizi, etc.), rappresenta un elemento fondante dello sviluppo urbano.
Il Masterplan è strutturato in 4 strategie che costituiscono le direttrici principali di Corona Verde:
- Potenziamento della rete ecologica
- Completamento e qualificazione della rete fruitiva
- Qualificazione dell’agricoltura periurbana
- Ridisegno dei bordi e delle porte urbane.
Corona Verde, quale intervento di riqualificazione urbana avanzato che mira alla conservazione della biodiversità e, parallelamente, alla valorizzazione di tale patrimonio in sinergia con quello storico e culturale, rappresenta pertanto un esempio concreto di green economy che gestisce in modo intelligente le attività economiche, la mobilità, le risorse ambientali, le relazioni tra le persone, le politiche dell’abitare ed il metodo di amministrazione, in una visione di flessibilità, diversificazione e interdisciplinarietà.
Il Bando Periferie
Con DPCM del 25/05/16 è stato approvato il cosiddetto Bando Periferie, con il quale si è inteso finanziare progetti per la riqualificazione urbana e la sicurezza delle periferie delle città metropolitane, dei comuni capoluogo di provincia e della città di Aosta (G.U. n. 127 del 1/06/16).
La Città Metropolitana di Torino ha elaborato e coordinato una proposta di progetto complessiva denominata TopMetro che coinvolge 11 Comuni contermini a Torino con una popolazione superiore ai 10.000 abitanti. Contemporaneamente è emerso un forte interesse di questi Comuni per una progettualità trasversale che nel concetto di rigenerazione urbana e resilienza tenesse in conto le significative esperienze di governance maturate negli scorsi anni su Corona Verde con riferimento ad un’azione trasversale sul tema della mobilità sostenibile.
Corona Verde, infatti, rappresenta per il territorio della città metropolitana non soltanto un sistema di governo partecipato che ha come obiettivo la realizzazione e la gestione sostenibile di un’infrastruttura verde, ma ha anche consentito nel tempo l’avvio e il consolidamento di un sistema di rapporti e di metodo di lavoro tra tutti i soggetti coinvolti nella firma del suo Protocollo di Intesa. In particolare la collaborazione con i Comuni ha permesso la costruzione di un patrimonio di progettualità integrata e ha innescato una consapevolezza, senza bisogno di regole e vincoli, della dimensione sovralocale dei temi da affrontare: con Corona Verde si è concretizzato l’interesse del territorio a trovare soluzioni di rete per il recupero delle aree marginali a cavallo tra i confini comunali, quei bordi urbani che possono e devono essere oggetto di attenzione per contrastare i danni del cambiamento climatico alla città densa, per limitare il consumo di suolo, per portare nuovi servizi a disposizione degli abitanti migliorando la qualità di vita delle periferie.
La Regione, pertanto, ha messo a disposizione il patrimonio progettuale e relazionale costruito con Corona Verde al fine di caratterizzare le azioni singole presentate nel Dossier TopMetro, costruendo una scheda progetto di azioni immateriali utili a dotare le comunità locali di strumenti di programmazione e di gestione sostenibile, anche nelle aree di periferia, delle aree verdi e dei servizi legati alla mobilità ciclabile, prima e dopo la loro riqualificazione.
La scheda progetto presentata denominata Corona Verde: l’infrastruttura verde per riqualificazione e ricucitura sostenibile delle periferie, a cui sono stati destinati complessivamente circa 1,2 milioni di Euro, prevede la redazione di:
Il progetto è stato ammesso a finanziamento con DPCM del 29/05/17 e in data 27/12/17 è stata sottoscritta la Convenzione tra Città Metropolitana di Torino e la PCM per la realizzazione del progetto “Top Metro” di cui la Regione Piemonte rappresenta uno dei soggetti attuatori. Successivamente il 12/07/18 Città Metropolitana di Torino e gli Enti attuatori degli interventi del Dossier “Bando periferie Top Metro” (compresa la Regione Piemonte) hanno sottoscritto un Accordo di partenariato per dare attuazione al progetto. A causa di una sospensione del finanziamento dovuta al Decreto Milleproroghe 2018 le attività sono state sospese fino all’approvazione della Legge di Bilancio 2019 che ha permesso di dare nuovamente il via alla realizzazione del progetto previa modifica degli atti formali e loro approvazione con DGR 121 – 9028 del 16/05/19.
La Città Metropolitana di Torino ha elaborato e coordinato una proposta di progetto complessiva denominata TopMetro che coinvolge 11 Comuni contermini a Torino con una popolazione superiore ai 10.000 abitanti. Contemporaneamente è emerso un forte interesse di questi Comuni per una progettualità trasversale che nel concetto di rigenerazione urbana e resilienza tenesse in conto le significative esperienze di governance maturate negli scorsi anni su Corona Verde con riferimento ad un’azione trasversale sul tema della mobilità sostenibile.
Corona Verde, infatti, rappresenta per il territorio della città metropolitana non soltanto un sistema di governo partecipato che ha come obiettivo la realizzazione e la gestione sostenibile di un’infrastruttura verde, ma ha anche consentito nel tempo l’avvio e il consolidamento di un sistema di rapporti e di metodo di lavoro tra tutti i soggetti coinvolti nella firma del suo Protocollo di Intesa. In particolare la collaborazione con i Comuni ha permesso la costruzione di un patrimonio di progettualità integrata e ha innescato una consapevolezza, senza bisogno di regole e vincoli, della dimensione sovralocale dei temi da affrontare: con Corona Verde si è concretizzato l’interesse del territorio a trovare soluzioni di rete per il recupero delle aree marginali a cavallo tra i confini comunali, quei bordi urbani che possono e devono essere oggetto di attenzione per contrastare i danni del cambiamento climatico alla città densa, per limitare il consumo di suolo, per portare nuovi servizi a disposizione degli abitanti migliorando la qualità di vita delle periferie.
La Regione, pertanto, ha messo a disposizione il patrimonio progettuale e relazionale costruito con Corona Verde al fine di caratterizzare le azioni singole presentate nel Dossier TopMetro, costruendo una scheda progetto di azioni immateriali utili a dotare le comunità locali di strumenti di programmazione e di gestione sostenibile, anche nelle aree di periferia, delle aree verdi e dei servizi legati alla mobilità ciclabile, prima e dopo la loro riqualificazione.
La scheda progetto presentata denominata Corona Verde: l’infrastruttura verde per riqualificazione e ricucitura sostenibile delle periferie, a cui sono stati destinati complessivamente circa 1,2 milioni di Euro, prevede la redazione di:
- un Piano per la Governance della Corona Verde teso ad individuare il modello di governo più efficace a garantire la gestione integrata e a scala sovralocale dell’infrastruttura verde metropolitana
- un Programma di Azione della mobilità ciclabile metropolitana, che prevede la pianificazione di una rete diffusa di percorsi ciclabili sicuri e segnalati a partire dal sistema già esistente per spostamenti casa/lavoro/scuola e turistico/ricreativi, la localizzazione e la progettazione di stazioni bike-sharing diffuse a potenziamento del servizio To-Bike, l’individuazione e la progettazione di punti d'interscambio bici/treno, bici/bus, bici/metro e l’individuazione di punti multifunzionali di parcheggio/noleggio/sharing/riparazioni.
Il progetto è stato ammesso a finanziamento con DPCM del 29/05/17 e in data 27/12/17 è stata sottoscritta la Convenzione tra Città Metropolitana di Torino e la PCM per la realizzazione del progetto “Top Metro” di cui la Regione Piemonte rappresenta uno dei soggetti attuatori. Successivamente il 12/07/18 Città Metropolitana di Torino e gli Enti attuatori degli interventi del Dossier “Bando periferie Top Metro” (compresa la Regione Piemonte) hanno sottoscritto un Accordo di partenariato per dare attuazione al progetto. A causa di una sospensione del finanziamento dovuta al Decreto Milleproroghe 2018 le attività sono state sospese fino all’approvazione della Legge di Bilancio 2019 che ha permesso di dare nuovamente il via alla realizzazione del progetto previa modifica degli atti formali e loro approvazione con DGR 121 – 9028 del 16/05/19.
POR FESR 2014-2020 Asse V Natura - Parco Stupinigi
Con DGR n. 20-7685 del 12 ottobre 2018 si è dato avvio alla Misura “Valorizzazione delle risorse ambientali nell’ambito della Regione Piemonte” e si sono individuate le aree di attrazione naturale regionale e definite le modalità di attuazione della misura. Il Parco di Stupinigi, essendo uno dei nodi fondamentali e polo di valore naturale e culturale dell’infrastruttura verde metropolitana torinese – Corona Verde è stato inserito tra le aree da finanziare. Si è pertanto potuto proseguire nel percorso di riqualificazione che era stato portato avanti con i precedenti fondi del POR FESR 2007-2013 con la realizzazione del progetto Nichelino.06.
Il progetto ha l’obiettivo principale di proseguire l’attività di riqualificazione della rete dei tracciati esistenti per migliorare la fruibilità del Parco e la sua connessione con il territorio circostante in particolare con l’infrastruttura verde metropolitana e di mettere a sistema le cascine storiche presenti, tutelando al contempo le componenti di pregio ambientale. Si vuole restituire un telaio di strade quiete, percorribili prevalentemente in bici, che renda appetibile e accessibile la piana a sud del Parco e i territori rurali limitrofi, mettendo in rete i centri e i beni isolati ancora leggibili tra il Sangone e il Chisola.
Rispetto ai precedenti interventi che hanno riguardato prevalentemente il ripristino di rotte longitudinali rispetto alla Palazzina di Caccia, si interviene per riqualificare percorsi e rotte che si sviluppano ortogonalmente andando a collegare tra loro le cascine storiche attualmente utilizzate ed affittate. Tale processo di riqualificazione è volto a realizzare le condizioni favorevoli all’attrazione di maggiori flussi turistici e a creare condizioni che possano rappresentare un efficace volano di sviluppo economico e sociale del territorio attraverso la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale presente nel Parco. Allo stesso tempo sono previsti interventi di tutela della componente naturalistica di pregio presente all’interno del Parco, attraverso una maggiore protezione e la chiusura al pubblico di un’area naturalistica all’interno del Parco. In tale area sono presenti specchi d’acqua che ospitano specie di anfibi e rettili inserite tra quelle a maggior protezione negli elenchi della Direttiva Habitat. La realizzazione di una porzione di territorio lasciata all’evoluzione naturale assume particolare importanza ovviamente per la tutela della biodiversità ma anche per la sua funzione divulgativa, didattica ed educativa all’interno di progetti di visite guidate.
Le principali linee di azione sono le seguenti:
Il progetto ha l’obiettivo principale di proseguire l’attività di riqualificazione della rete dei tracciati esistenti per migliorare la fruibilità del Parco e la sua connessione con il territorio circostante in particolare con l’infrastruttura verde metropolitana e di mettere a sistema le cascine storiche presenti, tutelando al contempo le componenti di pregio ambientale. Si vuole restituire un telaio di strade quiete, percorribili prevalentemente in bici, che renda appetibile e accessibile la piana a sud del Parco e i territori rurali limitrofi, mettendo in rete i centri e i beni isolati ancora leggibili tra il Sangone e il Chisola.
Rispetto ai precedenti interventi che hanno riguardato prevalentemente il ripristino di rotte longitudinali rispetto alla Palazzina di Caccia, si interviene per riqualificare percorsi e rotte che si sviluppano ortogonalmente andando a collegare tra loro le cascine storiche attualmente utilizzate ed affittate. Tale processo di riqualificazione è volto a realizzare le condizioni favorevoli all’attrazione di maggiori flussi turistici e a creare condizioni che possano rappresentare un efficace volano di sviluppo economico e sociale del territorio attraverso la valorizzazione del patrimonio naturale e culturale presente nel Parco. Allo stesso tempo sono previsti interventi di tutela della componente naturalistica di pregio presente all’interno del Parco, attraverso una maggiore protezione e la chiusura al pubblico di un’area naturalistica all’interno del Parco. In tale area sono presenti specchi d’acqua che ospitano specie di anfibi e rettili inserite tra quelle a maggior protezione negli elenchi della Direttiva Habitat. La realizzazione di una porzione di territorio lasciata all’evoluzione naturale assume particolare importanza ovviamente per la tutela della biodiversità ma anche per la sua funzione divulgativa, didattica ed educativa all’interno di progetti di visite guidate.
Le principali linee di azione sono le seguenti:
- Implementare le connessioni del Parco con l’infrastruttura verde di Corona Verde;
- Tutelare e conservare il sistema storico originario delle rotte di caccia,
- Tutelare e conservare il sistema idraulico naturale e quello realizzato nel XVIII che costituiscono la rete irrigua del Parco Naturale;
- Rendere fruibili in modo sostenibile tutti i percorsi ciclo-pedonali del Parco;
- Migliorare o ricostruire le caratteristiche naturalistico-ambientali del contesto;
- Garantire la sicurezza nelle intersezioni con la viabilità esistente.
LA COMUNICAZIONE DEL PAESAGGIO E DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE
Avvalendosi dello strumento, ormai consolidato, del sito internet Paesaggiopiemonte, si è proseguito con la divulgazione al vasto pubblico delle tematiche paesaggistiche, tramite la redazione di articoli e l’invio di newsletter periodiche (che contano attualmente circa 1.500 iscritti); si è inoltre proseguito nella distribuzione alla cittadinanza, col tramite degli URP regionali, dei materiali informativi realizzati nell’anno precedente (tabloid, opuscoli, cartoline…).
È proseguita la collaborazione con l’Associazione CinemAmbiente, finalizzata alla divulgazione delle tematiche paesaggistiche tramite il portale Cinemambiente.tv e all’inserimento del tema del paesaggio nella rassegna principale.
Nell’ambito della 22° edizione del Festival, svoltasi a Torino dal 31 maggio al 5 giugno 2019, sono state organizzate due proiezioni tematiche; al termine della serata del 2 giugno, a corredo delle proiezioni si è svolto un dibattito su paesaggio e ambiente, alla presenza del Responsabile del Settore Territorio e paesaggio e della prof.ssa Benedetta Castiglioni (Università di Padova).
Nel corso della cerimonia di premiazione finale, si è attribuita la Menzione Speciale Regione Piemonte “Valorizzazione del paesaggio” al documentario greco A Simple Life, scelto da un’apposita commissione tra sette pellicole sul tema.
Nell’ambito della sezione CinemAmbiente Junior, sono state distribuite alle classi della scuola primaria partecipanti copie del kit didattico, parte della campagna “Il paesaggio è tuo”.
Nell’ambito della rassegna estiva CinemAmbiente in Valchiusella, svoltasi dall’1 all’11 agosto 2019 in diversi Comuni della valle, si è organizzata un’intera giornata (8 agosto) di iniziative dedicate ai temi del paesaggio e della sostenibilità ambientale, conclusasi con un dibattito in apertura della proiezione del documentario The Human Element, che aveva inaugurato il Festival torinese, alla presenza del Responsabile del Settore Territorio e paesaggio.
È stata infine creata la playlist tematica “paesaggio” sul sito internet CinemAmbiente TV, progetto didattico di educazione ambientale che integra materiali audiovisivi e dossier di approfondimento pensati per i diversi gradi scolastici; i 45 film del percorso sono corredati da schede tecniche e schede didattiche, sono associati alla tag “Paesaggio” e sono suddivisi per gradi scolastici (scuola primaria, scuole secondaria di I grado, scuola secondaria di II grado).
È proseguita la collaborazione con l’Associazione CinemAmbiente, finalizzata alla divulgazione delle tematiche paesaggistiche tramite il portale Cinemambiente.tv e all’inserimento del tema del paesaggio nella rassegna principale.
Nell’ambito della 22° edizione del Festival, svoltasi a Torino dal 31 maggio al 5 giugno 2019, sono state organizzate due proiezioni tematiche; al termine della serata del 2 giugno, a corredo delle proiezioni si è svolto un dibattito su paesaggio e ambiente, alla presenza del Responsabile del Settore Territorio e paesaggio e della prof.ssa Benedetta Castiglioni (Università di Padova).
Nel corso della cerimonia di premiazione finale, si è attribuita la Menzione Speciale Regione Piemonte “Valorizzazione del paesaggio” al documentario greco A Simple Life, scelto da un’apposita commissione tra sette pellicole sul tema.
Nell’ambito della sezione CinemAmbiente Junior, sono state distribuite alle classi della scuola primaria partecipanti copie del kit didattico, parte della campagna “Il paesaggio è tuo”.
Nell’ambito della rassegna estiva CinemAmbiente in Valchiusella, svoltasi dall’1 all’11 agosto 2019 in diversi Comuni della valle, si è organizzata un’intera giornata (8 agosto) di iniziative dedicate ai temi del paesaggio e della sostenibilità ambientale, conclusasi con un dibattito in apertura della proiezione del documentario The Human Element, che aveva inaugurato il Festival torinese, alla presenza del Responsabile del Settore Territorio e paesaggio.
È stata infine creata la playlist tematica “paesaggio” sul sito internet CinemAmbiente TV, progetto didattico di educazione ambientale che integra materiali audiovisivi e dossier di approfondimento pensati per i diversi gradi scolastici; i 45 film del percorso sono corredati da schede tecniche e schede didattiche, sono associati alla tag “Paesaggio” e sono suddivisi per gradi scolastici (scuola primaria, scuole secondaria di I grado, scuola secondaria di II grado).
LA DICHIARAZIONE DI NOTEVOLE INTERESSE PUBBLICO del rione Piazza Mondovi e Castello Govone
La dichiarazione di notevole interesse pubblico relativa alla fascia collinare del Rione Piazza di Mondovì (CN) approvata con DGR 1-62 del 12/07/19, riconosce le valenze storico culturali, religiose, identitarie e paesaggistiche della fascia collinare del Rione Piazza di Mondovì, in quanto costituisce un complesso di cose immobili, aventi un caratteristico aspetto di valore estetico e tradizionale, con particolare riferimento alla percezione visiva consolidata della collina del Rione di Mondovì Piazza e del profilo dell’abitato storico, alla cinta muraria che protegge il nucleo storico, alla caratteristica configurazione morfologica e d’insieme della fascia collinare nonché all’alternanza di parti libere ed edificate, coltivate o naturaliformi; la fascia collinare ricomprende altresì significativi punti di vista o di belvedere accessibili al pubblico dai quali si godono ampie e caratteristiche visuali. Per le suddette motivazioni, si propone di dichiarare il notevole interesse pubblico della fascia collinare comprendente i terreni e le proprietà che insistono sul contorno del Rione Piazza di Mondovì ai sensi delle lett. c) e d) del comma 1 dell’art. 136 del DLgs 42/04 e s.m.i.
La Dichiarazione di notevole interesse pubblico del castello di Govone e suo intorno rurale in comune di Govone (CN) (DGR 54-8665 del 29/03/19), riconosce le valenze di carattere storico-culturale, identitario, estetico-percettivo del castello di Govone e del suo intorno rurale. L’area è caratterizzata dal complesso di elevato valore storico-architettonico del castello di Govone con il parco annesso, che appartiene al sito seriale delle “Residenze della Casa Reale di Savoia in Piemonte”, inserito nelle liste del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1997. Il castello, con il nucleo storico di Govone e le aree rurali circostanti, costituisce un’importante testimonianza dell’organizzazione territoriale dalla fine del XVII secolo fino a metà Ottocento e rappresenta un sistema armonico e sostanzialmente integro. L’immagine dei luoghi consolidata nell’iconografia storica è tuttora fruibile da numerosi punti panoramici. L’emergenza architettonica del castello è elemento identitario consolidato all’interno del territorio circostante e fulcro visivo che domina il paesaggio rurale. È inoltre un significativo punto di belvedere attrezzato, accessibile al pubblico, dal quale si aprono ampi panorami sulle circostanti colline del Roero e sul limitrofo sito UNESCO - Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. Il nucleo antico di Govone, riconosciuto come buffer zone del castello, insieme al paesaggio rurale limitrofo, al sistema della viabilità storica, delle cascine e dei nuclei rurali disposti sui crinali, forma un paesaggio unitario a cornice e naturale completamento dell’emergenza del castello e in funzione delle reciproche relazioni di intervisibilità che si instaurano tra le suddette componenti paesaggistiche. Per le precedenti motivazioni, si riconosce il notevole interesse pubblico del “castello di Govone e suo intorno rurale” ai sensi dell’articolo 136, comma 1, lettere c) e d) del DLgs 42/04 e s.m.i, in quanto “complesso di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici”, all’interno del quale sono inoltre individuate “le bellezze panoramiche e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze”
La Dichiarazione di notevole interesse pubblico del castello di Govone e suo intorno rurale in comune di Govone (CN) (DGR 54-8665 del 29/03/19), riconosce le valenze di carattere storico-culturale, identitario, estetico-percettivo del castello di Govone e del suo intorno rurale. L’area è caratterizzata dal complesso di elevato valore storico-architettonico del castello di Govone con il parco annesso, che appartiene al sito seriale delle “Residenze della Casa Reale di Savoia in Piemonte”, inserito nelle liste del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO dal 1997. Il castello, con il nucleo storico di Govone e le aree rurali circostanti, costituisce un’importante testimonianza dell’organizzazione territoriale dalla fine del XVII secolo fino a metà Ottocento e rappresenta un sistema armonico e sostanzialmente integro. L’immagine dei luoghi consolidata nell’iconografia storica è tuttora fruibile da numerosi punti panoramici. L’emergenza architettonica del castello è elemento identitario consolidato all’interno del territorio circostante e fulcro visivo che domina il paesaggio rurale. È inoltre un significativo punto di belvedere attrezzato, accessibile al pubblico, dal quale si aprono ampi panorami sulle circostanti colline del Roero e sul limitrofo sito UNESCO - Paesaggi vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato. Il nucleo antico di Govone, riconosciuto come buffer zone del castello, insieme al paesaggio rurale limitrofo, al sistema della viabilità storica, delle cascine e dei nuclei rurali disposti sui crinali, forma un paesaggio unitario a cornice e naturale completamento dell’emergenza del castello e in funzione delle reciproche relazioni di intervisibilità che si instaurano tra le suddette componenti paesaggistiche. Per le precedenti motivazioni, si riconosce il notevole interesse pubblico del “castello di Govone e suo intorno rurale” ai sensi dell’articolo 136, comma 1, lettere c) e d) del DLgs 42/04 e s.m.i, in quanto “complesso di cose immobili che compongono un caratteristico aspetto avente valore estetico e tradizionale, inclusi i centri ed i nuclei storici”, all’interno del quale sono inoltre individuate “le bellezze panoramiche e così pure quei punti di vista o di belvedere, accessibili al pubblico, dai quali si goda lo spettacolo di quelle bellezze”