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AGRICOLTURA

L’argomento Agricoltura rientra in quattro Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile:

Obiettivo 2

Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile

Obiettivo 8
Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti

Obiettivo 12
Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo

Obiettivo 13
Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico





Il Programma di Sviluppo Rurale 2014- 2020 per la Regione Piemonte

Il Programma di sviluppo rurale (PSR) delinea le strategie e le priorità di intervento del Piemonte per il settennio 2014-2020, periodo per il quale sono disponibili circa 1,08 miliardi di € di finanziamento pubblico, di cui 465 milioni di € dal bilancio dell’UE e 614 milioni di € di cofinanziamento nazionale.
A seguito dei regolamenti (UE) 2020/2094 e (UE) 2020/2220 il periodo di programmazione del PSR è stato esteso di due anni (2021 e 2022), dopo i quali il sostegno allo sviluppo rurale sarà inglobato nel piano strategico della Politica Agricola Comune (PAC), unico a livello nazionale, che comprenderà anche gli interventi del cosiddetto “primo pilastro della PAC”: i pagamenti diretti e le organizzazioni comuni di mercato. Per affrontare le sfide, il PSR della Regione Piemonte finanzia tipi di operazioni nell’ambito di tutte le 6 priorità dello sviluppo rurale definite a livello europeo:
  1. migliorare il trasferimento di conoscenze e l’innovazione in agricoltura;
  2. aumentare la redditività delle aziende agricole e la competitività del settore agricolo;
  3. migliorare l’organizzazione delle filiere alimentari e la gestione dei rischi nel settore agricolo;
  4. preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura;
  5. promuovere l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima;
  6. sostenere l’inclusione sociale e lo sviluppo economico nelle zone rurali.

Il PSR dà particolare rilievo alle azioni finalizzate a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura (1/3 delle risorse finanziarie dedicate) e al potenziamento della competitività dell’agricoltura (1/4 delle risorse dedicate).
Si prevede che grazie al PSR 3.900 imprenditori agricoli otterranno un sostegno per l'ammodernamento delle loro aziende e che 1.200 giovani agricoltori riceveranno un aiuto per l’insediamento iniziale e l’adeguamento strutturale delle aziende.
Il 20% circa delle superfici agricole piemontesi vedrà l’adozione di tecniche agronomiche a favore dell’ambiente (in particolare per la tutela della biodiversità e la migliore gestione delle risorse idriche e del suolo), mentre 20.000 ettari di terreno e 30.000 unità di bestiame saranno interessati da azioni volte a ridurre le emissioni in atmosfera di gas climalteranti di origine agricola e zootecnica.
Infine, circa il 45% della popolazione rurale sarà coinvolto nell’ambito delle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (LEADER) e il 10% potrà usufruire di migliori infrastrutture a banda ultralarga (la restante popolazione rurale localizzata nelle aree a fallimento di mercato sarà comunque coperta da interventi analoghi previsti dal Grande progetto nazionale Banda ultralarga il cui contributo finanziario da parte della Commissione europea è stato approvato il 3 aprile 2019).

Il PSR 2014-2020 della Regione Piemonte per la preservazione, il ripristino e la valorizzazione gli ecosistemi connessi all'agricoltura: il sostegno all'agricoltura biologica e le altre azioni

Il PSR della Regione Piemonte, nell’ambito delle azioni volte a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura, prevede il sostegno all’adesione ai metodi dell’agricoltura biologica da parte delle aziende agricole. Il sostegno, recato dalla misura 11 “Agricoltura biologica”, può riguardare sia la conversione agli impegni dell’agricoltura biologica (sottomisura 11.1) che il mantenimento degli impegni (sottomisura 11.2).
L’entità economica del sostegno è stabilita in modo da coprire i maggiori costi sostenuti dalle aziende per l'applicazione dei metodi dell’agricoltura biologica sanciti dal regolamento (CE) n. 834/2007 relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici e dal regolamento (CE) n. 882/2004 relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali. Gli impegni devono essere assunti sull’intera SAU aziendale, con la possibile eccezione di corpi aziendali separati da cui si ricavano produzioni distinguibili (per tipo di coltura) rispetto alle altre e aventi magazzino distinto dei fattori produttivi (concimi, fitofarmaci, ecc.).
Il sostegno consiste in premi annui per ettaro di superficie agricola modulati in funzione del tipo di produzione vegetale, atti a compensare i costi aggiuntivi e il mancato guadagno derivanti dagli impegni assunti o mantenuti rispetto alle pratiche ordinarie e agli obblighi di “baseline” (cioè derivanti dalla normativa ambientale dell’Unione europea) e a quelli derivanti dal “greening” della politica agricola comune. Viene erogato, ove richiesto, il pagamento relativo alla superficie delle colture coltivate con metodo biologico che sono destinate all’alimentazione del bestiame allevato con metodo biologico.
Il PSR della Regione Piemonte 2014-2020 prevede uno stanziamento di 42 milioni di € a favore della misura di sostegno all’agricoltura biologica (dotazione finanziaria al 15 aprile 2021), di cui 24 milioni per la conversione e 18 per il mantenimento, con l’obiettivo di sostenere il metodo di produzione biologica su 21 mila ettari di superficie agricola.

Oltre al sostegno dell’agricoltura biologica, il PSR prevede altri tipi di operazioni volti a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura. I principali sono i seguenti:
  • operazione 4.4.1 (Elementi naturaliformi dell’agroecosistema), consistente nel sostegno alla realizzazione di formazioni arbustive e/o arboree, aree umide, strutture per la fauna selvatica e strutture per la fruizione ecocompatibile di aree di pregio ambientale o paesaggistico (dotazione al 15 aprile 2021: 11 milioni di €). Il PSR prevede inoltre un tipo di operazione associato (10.1.7 - Gestione di elementi naturaliformi dell'agroecosistema), che sostiene la manutenzione di formazioni vegetali e aree umide, la realizzazione di colture a perdere per l'alimentazione della fauna selvatica e di fasce inberbite ai margini delle coltivazioni (dotazione al 15 aprile 2021: 3 milioni di €);
  • operazione 10.1.2 (Interventi a favore della biodiversità nelle risaie), consistente nel sostegno alla creazione di condizioni più favorevoli alla biodiversità rispetto alla pratica ordinaria, ottenibili mediante il mantenimento di una riserva d'acqua anche durante le asciutte e l'inerbimento di un argine di risaia (dotazione al 15 aprile 2021: 2 milioni di €);
  • operazione 10.1.8 (Allevamento di razze autoctone minacciate di abbandono), che compensa mediante un premio annuo i costi aggiuntivi e il mancato guadagno derivanti dagli impegni assunti dagli allevatori per 5 anni, per tutti gli animali appartenenti alle razze autoctone minacciate di abbandono; la compensazione è mediamente del 49% rispetto ai maggiori costi e ai minori ricavi rispetto alle razze ordinariamente allevate nel territorio regionale (dotazione al 15 aprile 2021: 21 milioni di €). Le razze ammissibili al sostegno sono:
    • bovini: Pezzata Rossa d’Oropa, Varzese o Tortonese, Valdostana Pezzata Nera, Barà-Pustertaler, Bruna linea carne;
    • ovini: Sambucana, Garessina, Frabosana, Saltasassi, Tacola, Delle Langhe, Savoiarda;
    • caprini: Sempione, Vallesana, Roccaverano, Grigia delle Valli di Lanzo.

IL PSR 2014-2020 PER MIGLIORARE LA GESTIONE DEL SUOLO AGRARIO

Nell’ambito del PSR 2014-2020 alcuni tipi di operazione sostengono le aziende agricole nell’adozione di tecniche e sistemi di produzione orientati alla prevenzione dell'erosione dei suoli e alla migliore gestione degli stessi e alla promozione della conservazione e del sequestro del carbonio. I principali tipi di operazione sono i seguenti.

Operazione 10.1.3Tecniche di agricoltura conservativa” sostiene le aziende agricole che adottano tecniche agronomiche volte a contrastare la perdita di sostanza organica dei terreni agricoli, quali la riduzione delle lavorazioni del suolo e la parziale sostituzione della concimazione minerale con l’apporto di matrici organiche, sia zootecniche che vegetali, disponibili sul territorio.
Il sostegno, variabile tra 180 e 300 €/ha all’anno in funzione della tecnica adottata, viene corrisposto per 5 anni; il budget complessivo dell’operazione è pari a 22 milioni di € (dotazione finanziaria al 15 aprile 2021).

Di seguito è riportato il dettaglio degli impegni agro-ambientali di durata quinquennale attivati, suddivisi per anno-campagna e con l’indicazione delle superfici interessate e del numero delle aziende agricole beneficiarie.

Tipo di operazione 10.1.3 “Tecniche di agricoltura conservativa”
anno-campagna superficie a premio (ha) numero di beneficiari
2016 17.924,21 597
2017 8.701,76 160
2018 12.198,45 280
2019 11.510,05 255
2020 11.630,42 252
Fonte: DW PSR 2014-2020.

Operazione 10.1.4Sistemi colturali eco-compatibili” sostiene le aziende agricole nell’adozione di tecniche agronomiche volte a migliorare la struttura del suolo e a contrastarne l'erosione, quali la conversione a prato permanente dei terreni a seminativo, la diversificazione colturale nelle aziende maidicole specializzate e gli inerbimenti multifunzionali ai bordi di seminativi in grado di associare alla funzione di sequestro del carbonio l’azione di contrasto al trasferimento di inquinanti ai corpi idrici superficiali, l’incremento della biodiversità, l’azzeramento degli apporti chimici su superfici altrimenti coltivate e la tutela del suolo dall’erosione.
Il sostegno, variabile tra 435 e 450 €/ha all’anno in funzione dell’intervento previsto (incrementato a 1.250 €/ha nel caso degli inerbimenti multifunzionali), viene corrisposto per 5 anni; il budget complessivo dell’operazione è pari a 22 milioni di €.

Di seguito è riportato il dettaglio degli impegni agro-ambientali di durata quinquennale attivati, suddivisi per anno-campagna e con l’indicazione delle superfici interessate e del numero dei beneficiari.

Tipo di operazione 10.1.4 “Sistemi colturali eco-compatibili”
anno-campagna superficie a premio (ha) numero di beneficiari
2016 5.375,41 737
2017 7.390,49 982
2018 9.554,42 1316
2019 10.639,33 1541
2020 9.694,30 1386
Fonte: DW PSR 2014-2020.

Operazione 10.1.9Gestione eco-sostenibile dei pascoli” sostiene le aziende zootecniche nell’adozione di tecniche di pascolamento razionali che esaltino la funzione anti-erosiva del cotico erboso. Il sostegno, erogato annualmente in funzione della localizzazione del pascolo (110 euro/ha in montagna, 120 euro/ha in collina e 450 euro/ha in pianura), viene corrisposto per 5 anni; il budget complessivo del tipo di operazione è di 23,8 milioni di € (dotazione finanziaria al 15 aprile 2021).
Di seguito è riportato il dettaglio degli impegni agro-ambientali di durata quinquennale attivati, suddivisi per anno-campagna e con l’indicazione delle superfici interessate e del numero dei beneficiari.

Tipo di operazione 10.1.9 “Gestione eco-sostenibile dei pascoli”
anno-campagna superficie a premio (ha) numero di beneficiari
2016 61.391,66 794
2017 27.095,38 303
2018 53.246,55 565
2019 43.461,41 457
2020 43.815,98 455
Fonte: DW PSR 2014-2020.

Interventi e progetti per la conservazione e la valorizzazione della biodiversità di interesse agrario ed alimentare: il progetto GERMONTE

Dal 2018, un nuovo impulso alla conservazione ed alla valorizzazione dell’agrobiodiversità locale è scaturito nell’ambito del Programma regionale di ricerca, sperimentazione e dimostrazione agricola, con l’avvio di un progetto a regia regionale, approvato dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e del turismo già nel 2017, denominato GERMONTE (GERMoplasma e agrobiodiversità del PiemONTE). Sono coinvolti nel progetto Germonte:

  1. l’Università degli Studi di Torino - Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA), in partnership con la Fondazione per la ricerca l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese (Agrion), con il sottoprogetto "Mantenimento e conservazione delle varietà da conservazione di mais e ortive";
  2. l’Università degli Studi di Scienze gastronomiche (UNISG) e l’Associazione Italiana per l’Agricoltura Biologica (AIAB Piemonte) con il sottoprogetto "Recupero, caratterizzazione e conservazione ex-situ del germoplasma di specie e varietà cerealicole locali del Piemonte";
  3. l’Università degli Studi di Torino - Dipartimento di Scienze Veterinarie (DSV), con il sottoprogetto “Salvaguardia delle razze animali autoctone: interventi di caratterizzazione, conservazione e selezione del germoplasma, piani di gestione, recupero delle razze a rischio di estinzione”, che prevede anche un censimento degli allevatori custodi coadiuvato dal Consorzio Piemontese di Tutela delle 3 razze in questione (Gallina Bionda piemontese, Gallina Bianca di Saluzzo e Cavour e Coniglio Grigio di Carmagnola)

Nel corso del 2018 sono stati approvati i 3 sottoprogetti presentati e quindi alla stesura delle tre distinte convenzioni stipulate con i soggetti capofila. I risultati preliminari del progetto GERMONTE sono stati presentati in occasione del convegno organizzato dalla Direzione Agricoltura della Regione Piemonte presso la Fondazione Agrion (Manta – CN) il 20 maggio 2019, Giornata nazionale della Biodiversità agraria e alimentare.

Mantenimento e conservazione delle varietà da conservazione di mais e ortive

Il sottoprogetto ha come obiettivo la valutazione della vitalità dei semi in conservazione presso la Banca del Germoplasma al fine di procedere alla loro eventuale rigenerazione. I lotti di semi delle "varietà da conservazione" iscritte al Registro Nazionale oggetto dell’indagine appartengono per la maggior parte al gruppo delle orticole (10 ecotipi), mentre per i cerali sono stati indagati sette ecotipi di mais.

Varietà da conservazione (orticole)

Varietà da conservazione (mais)

Cardo gobbo di Nizza Monferrato

Mais Nostrano dell'Isola di Quincinetto

Fagiolo rampicante bianco di Bagnasco

Mais Ottofile bianco

Peperone Corno di Carmagnola

Mais Ottofile giallo di Torino

Peperone Cuneo

Mais Ottofile rosso

Peperone Cuneo “Trottola”

Mais Ostenga del Canavese

Peperone Quadrato di Carmagnola

Mais Pignoletto giallo

Peperone “Tumaticot”

Mais Pignoletto rosso del Canavese

Pisello Quarantin di Casalborgone

Porro lungo di Cervere

Sedano dorato d’Asti


Le prove di germinabilità e la determinazione dei Tempi Medi di Germinazione, condotte in laboratorio, hanno permesso di individuare il potere germinante di ogni lotto di seme, anche successivamente al controllo dei dieci giorni.
Per quanto riguarda il gruppo delle orticole, la rigenerazione del seme risulta necessaria solamente per il Sedano Dorato di Asti. Particolare attenzione è stata posta anche per i lotti di seme di Porro Lungo di Cervere, Peperone Cuneo e Peperone Quadrato di Carmagnola, presenti in quantità limitate nella Banca del Germoplasma e che hanno pertanto richiesto l’avvio di un programma di moltiplicazione specifica.
Per il mais risulta indispensabile procedere alla rigenerazione dell’ecotipo Nostrano dell’Isola di Quincinetto che verrà svolta presso l’azienda agricola “Cascina Caretto” di San Giorgio Canavese.
Per la rigenerazione dei semi, sono stati allestiti da Agrion campi sperimentali finalizzati all’ottenimento di materiale valido destinato alla conservazione. Dopo la messa a dimora dei materiali sono state monitorate le operazioni colturali e, sulla base delle caratteristiche fenotipiche ottenute nel corso delle campagne di catalogazione, si è proceduto al controllo del materiale in campo al fine di escludere eventuali soggetti con caratteristiche non conformi all’ecotipo.
Al recupero del seme è seguita la fase di pulitura e disidratazione dei lotti per lo stoccaggio presso la Banca del Germoplasma, integrando i quantitativi già disponibili. La rigenerazione è stata seguita con tecniche di analisi del DNA allo scopo di evidenziare eventuali riduzioni della variabilità genetica entro il materiale conservato e, eventualmente, procedere ad un ricampionamento delle tipologie.

Recupero, caratterizzazione e conservazione ex-situ del germoplasma di specie e varietà cerealicole locali del Piemonte

Le attività svolte all’interno del progetto Germonte da UNISG ed AIAB - Piemonte miravano al mantenimento, alla conservazione e alla caratterizzazione ex-situ delle varietà tradizionali di cereali autunno-vernini presenti nella collezione conservata nella Casa della Biodiversità.
Il progetto è stato sviluppato attraverso l’allestimento di un campo catalogo con tutte le varietà presenti in collezione che permettesse di effettuare i rilievi sperimentali. Su 20 parcelle del campo catalogo sono stati effettuati rilievi periodici, nelle diverse fasi fenologiche, al fine di raccogliere i dati necessari alla caratterizzazione morfologica delle varietà.
Le 20 varietà di frumento scelte sono state: Abbondanza, Argelato, Caruso Girolamo, Cologna lunga, Est mottin, Irnerio, Libellula, Conte Marzotto, Noè, Ovest, Precoce Piemonte, Rieti 11, Rosso langhe, Rosso Piemonte, San Marino, Torrenuova, Tosella, Villa Glori, Virgilio, Vittorio Niccoli.
Le osservazioni in campo sulle 20 particelle hanno permesso di evidenziare le caratteristiche delle singole varietà e le differenze, mostrando in particolare la forma della spiga, l’altezza della pianta e la presenza o assenza di ariste, caratteri che possono permettere un più immediato riconoscimento della varietà. Sono stati inoltre registrati i dati relativi a: data emergenza spiga, altezza pianta, spessore paglia, presenza o assenza ariste, colore spiga, tipo di sviluppo, danni da freddo, indice accestimento, data di maturazione, allettamento, presenza di patogeni.
Sulla granella raccolta in ogni parcella sono stati rilevati peso, umidità, peso ettolitrico, peso relativo a 1000 semi.

Salvaguardia delle razze animali autoctone: interventi di caratterizzazione, conservazione e selezione del germoplasma, piani di gestione, recupero delle razze a rischio di estinzione

I risultati del sottoprogetto, che avuto per oggetto l’analisi di due razze avicole e una cunicola autoctone a rischio di estinzione, sono stati presentati nel corso del 2020.
Partendo dal presupposto che le piccole popolazioni richiedono piani di gestione volti a minimizzare l’incremento della consanguineità, il progetto ha impostato una caratterizzazione genetica delle popolazioni di Coniglio Grigio di Carmagnola, Gallina Bionda piemontese e Gallina Bianca di Saluzzo e Cavour presenti negli allevamenti per la stima della parentela molecolare, al fine di impostare la conservazione e la gestione di queste razze avicunicole piemontesi a rischio di estinzione.
Il progetto si è sviluppato seguendo 4 linee di azione:
  1. studio e caratterizzazione delle principali linee genetiche delle 3 razze
  2. identificazione dei marcatori molecolari utili alla selezione per il miglioramento genetico
  3. censimento degli “allevatori custodi”, con campionamento del materiale biologico per la caratterizzazione del germoplasma presente sul territorio
  4. definizione della strategia per il mantenimento delle linee genetiche presso gli allevatori custodi.
In relazione alla razza Coniglio Grigio di Carmagnola, la caratterizzazione genetica attraverso la tipizzazione di 33 soggetti custoditi presso 2 allevamenti piemontesi ha evidenziato la scarsa variabilità di tali nuclei, che dall’analisi genetica risultano di fatto costituire una sola popolazione.
Migliore la situazione per le due razze avicole, con l’identificazione di 6 linee genetiche per la Bianca di Saluzzo e 5 per la Bionda Piemontese; sotto il profilo delle caratteristiche produttive, sono stati raccolti i dati di accrescimento, fertilità ed ovo-deposizione dei soggetti presenti nel Nucleo di Conservazione di Carmagnola del Dipartimento di Scienze Veterinarie ed in alcuni allevamenti del territorio.
Lo studio ha consentito di delineare, a cominciare dalla fornitura di soggetti riproduttori certificati con la più alta eterozigosi individuale, piani di conservazione sostenibili sotto il profilo gestionale e commerciale per gli allevatori custodi che si impegnano nel contrasto all’erosione genetica in atto per le 3 razze avicunicole in oggetto.

Il progetto Germonte 2

Il progetto Germonte 2 è stato approvato da parte del Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali e del turismo per il periodo compreso tra novembre 2020 e maggio 2021.
Le risorse economiche per questo nuovo progetto sono messe a disposizione dall'art. 10 della Legge 1° dicembre 2015 , n. 194 "Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare": la finalità resta quella di favorire la conservazione dell’agrobiodiversità piemontese tramite azioni volte, in particolare, all’individuazione di varietà locali di specie vegetali a rischio di erosione genetica ed alla loro iscrizione all’Anagrafe nazionale della biodiversità. La Regione Piemonte, infatti, non ha mai promulgato una legge propria in tema di Biodiversità agraria e pertanto non dispone di un Repertorio o di un Registro regionale delle proprie risorse genetiche locali: l’iscrizione all’Anagrafe nazionale di queste varietà si delinea come uno strumento necessario al fine di poter beneficiare delle risorse economiche necessarie per la conservazione e la salvaguardia di tale patrimonio agronomico.

Al progetto Germonte 2 aderiscono le seguenti istituzioni tecnico-scientifiche:
  • la Fondazione per la ricerca l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese (Agrion), in qualità di capofila
  • l’Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (IPSP-CNR), in qualità di referente scientifico,
  • l’Università degli Studi di Torino - Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari (DISAFA) - Unità di colture arboree, in qualità di partner
  • l’AIAB - Piemonte
  • la Scuola teorico-pratica “Malva - Arnaldi”

Si tratta di soggetti accomunati da lunga esperienza nel recupero, identificazione e conservazione di varietà vegetali a rischio di scomparsa: in dettaglio, il loro contributo si concretizzerà nell’iscrizione all’Anagrafe nazionale di 123 accessioni vegetali appartenenti a 12 specie di interesse agrario (melo, pero, vite, ciliegio, castagno, mais, pisello, frumento, peperone, fagiolo, cardo, sedano). Secondo le linee guida del Piano Nazionale per la Biodiversità Agricola, per ciascuna entità verrà prodotta una scheda comprendente cenni storici, informazioni sulla diffusione delle varietà, descrizione morfologica, valutazione del rischio di erosione genetica, elenco di eventuali agricoltori custodi.
Al parternariato del progetto “Germonte 2” spetta anche la progettazione e la realizzazione di attività divulgative e di comunicazione in tema: in particolare, i risultati del progetto sono stati presentati nell’ambito della Giornata della biodiversità agricola e alimentare 2021 lo scorso 20 maggio, attraverso una visita guidata ai campi catalogo e alle strutture per la conservazione “on farm”. La giornata di studio è stata l’occasione per illustrare i principali contenuti della L. 194/2015 e le relative iniziative di tutela dell’agrobiodiversità attuate in Piemonte e sensibilizzare operatori del settore, il sistema educativo scolastico e il pubblico sul valore biologico, culturale ed economico della diversità genetica in agricoltura.

Il controllo integrato deGLI ALLEVAMENTI

La strategia, comune a tutta l’Unione Europea, per la verifica delle prestazioni ambientali derivanti dalle attività produttive, meglio descritta nella sezione Territorio e Aria come risposte, (nozione in cui, in questo contesto, ricadono anche gli allevamenti) soggette ad autorizzazioni ambientali, prevede autorizzazioni articolate per temi (emissioni in atmosfera, scarichi in corpi idrici, ...) o, nel caso delle installazioni ricadenti nell’applicazione della direttiva 2010/75/UE (Industrial Emission Directive - IED), un’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) in cui gli aspetti tematici sono affrontati congiuntamente, anche tenendo conto di valutazioni relative al razionale utilizzo delle risorse naturali, delle materie prime e dell’energia.

Per le imprese sotto soglia AIA, il legislatore italiano ha previsto, con il DPR 59/13, l’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) nella quale confluiscono i titoli abilitativi ambientali richiamati nel regolamento. Sulla scorta di tale provvedimento, e in attuazione delle leggi regionali in materia di semplificazione, la Regione Piemonte ha adottato i regolamenti regionali 5/R del 2015 e 7/R del 2016 tramite i quali è stata definita la modalità informatizzata per la compilazione e la trasmissione in via telematica delle istanze formate secondo una modulistica standardizzata.

Tra i titoli autorizzativi ambientali che possono essere richiesti con il servizio digitale regionale figurano anche le autorizzazioni di carattere generale per le emissioni in atmosfera (c.d. AVG) definite in base all’articolo 272 del DLgs 152/06. La Regione Piemonte, con la DD 518 del 6/07/12, n. 518, ha adottato l’AVG specifica per il comparto zootecnico che si applica alle seguenti categorie di allevamento:

Categoria animale e tipologia di allevamento

N° capi

Vacche specializzate per la produzione di latte (peso vivo medio: 600 kg/capo)

Da 200 a 400

Rimonta vacche da latte (peso vivo medio: 300 kg/capo)

Da 300 a 600

Altre vacche (nutrici e duplice attitudine)

Da 300 a 600

Bovini all’ingrasso (peso vivo medio: 400 kg/capo)

Da 300 a 600

Vitelli a carne bianca (peso vivo medio: 130 kg/capo)

Da 1.000 a 2.500

Suini: scrofe con suinetti destinati allo svezzamento

Da 400 a 750

Suini: accrescimento/ingrasso

Da 1.000 a 2.000

Ovicaprini (peso vivo medio: 50 kg/capo)

Da 2.000 a 4.000

Ovaiole e capi riproduttori (peso vivo medio: 2 kg/capo)

Da 25.000 a 40.000

Pollastre (peso vivo medio: 0,7 kg/capo)

Da 30.000 a 40.000

Polli da carne (peso vivo medio: 1 kg/capo)

Da 30.000 a 40.000

Altro pollame

Da 30.000 a 40.000

Tacchini: maschi (peso vivo medio: 9 kg/capo)

Da 7.000 a 40.000

Tacchini: femmine (peso vivo medio: 4,5 kg/capo)

Da 14.000 a 40.000

Faraone (peso vivo medio: 0,8 kg/capo)

Da 30.000 a 40.000

Cunicoli: fattrici (peso vivo medio: 3,5 kg/capo)

Da 40.000 a 80.000

Cunicoli: capi all'ingrasso (peso vivo medio: 1,7 kg/capo)

Da 24.000 a 80.000

Equini (peso vivo medio: 550 kg/capo)

Da 250 a 500

Struzzi

Da 700 a 1.500



Aderendo all’autorizzazione generale, il gestore si impegna a rispettare i requisiti tecnico-costruttivi e gestionali nonché le prescrizioni stabiliti nell’Allegato 3 alla determinazione.

Il regolamento comprende inoltre la comunicazione preventiva di cui all’articolo 3 del Regolamento Regionale 10/R del 29/10/07 per l'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, delle acque di vegetazione dei frantoi oleari e delle acque reflue provenienti dalle aziende ivi previste. La comunicazione suddetta è però presentata attraverso il servizio digitale collegato all'Anagrafe agricola unica del Piemonte.
Per gli allevamenti soggetti ad AIA (n° di posti > 40000 per gli avicoli, > 2000 per i suinicoli di oltre 30 kg e > 750 posti scrofe), l’autorizzazione integrata rappresenta il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto a condizioni che garantiscano le migliori prestazioni ambientali al di là della conformità ai requisiti stabiliti dalla norma e sostituisce ogni altro visto, nulla osta, parere o autorizzazione in materia ambientale. In particolare, l’AIA - attuando il principio della prevenzione e del controllo integrati dell’inquinamento postulato dalla direttiva originaria 96/61/CE (c.d. IPPC: Integrated Pollution Prevention and Control) - non considera un impianto solo in termini di rispetto dei limiti alle emissioni, ma entra nella specifica gestione dello stesso sia verificando l’applicazione delle migliori tecniche disponibili (BAT - Best Available Techniques), sia prevedendo i controlli di parte pubblica e da parte del gestore in un apposito Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC) pure allegato all’AIA.
Sotto quest’ultimo aspetto, inoltre, la direttiva IED prevede l’effettuazione sistematica di ispezioni ambientali secondo specifici piani; la Regione Piemonte ha adottato il proprio Piano con la DGR 44-3272 del 9/05/16.

In relazione ai piani di monitoraggio e controllo, tenuto conto di quanto previsto all’art. 29-quater comma 6 del DLgs 152/06 e s.m.i. Arpa ha proposto alle associazioni di categoria, tramite la Regione, dei documenti nei quali sono stati definiti dei piani di monitoraggio e controllo (PMC) di minima per alcune tipologie di attività produttive a fronte della presenza di BATc approvate. Nell’anno 2019 sono stati trasmessi i PMC relativi alle categorie generali 5 e 6.6.
L’obiettivo, che discende dalla definizione di tali PMC, è quello dell’uniforme applicazione dei controlli di parte privata e di parte pubblica su tutto il territorio regionale, anche attraverso l’uso di format per la restituzione dei dati dei report annuali di PMC da parte dei gestori. A tal proposito, per quanto riguarda la categoria 6.6 “allevamenti intensivi di pollame o di suini”, i dati dei PMC sono stati restituiti su apposito format excel standardizzato e fornito da Arpa alle aziende dall’anno 2016 in Provincia di Cuneo e dall’anno 2018 nella Provincia di Torino e Vercelli. Le informazioni di ritorno, che in questo modo saranno uniformate su tutto il territorio regionale, potranno essere utilizzate per elaborazioni ed estrazioni sui principali indicatori di performance evidenziando quindi gli scostamenti sia rispetto ai valori individuati dalle BAT che rispetto ad impianti analoghi presenti sul territorio regionale.

Ulteriori informazioni/informazioni di maggior dettaglio sono disponibili nella sezione Territorio e Aria.