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SERVIZI ECOSISTEMICI

L'argomento Servizi Ecosistemici rientra negli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile in particolare nei seguenti:

Obiettivo 12
Garantire modelli sostenibili di produzione e consumo



Obiettivo 15
Proteggere, ripristinare e favorire un uno sostenibile dell'ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare  la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno e fermare la perdita di diversità biologica



Gli ecosistemi svolgono importanti funzioni e forniscono all'umanità una grande varietà di servizi. Si definiscono funzioni ecosistemiche la capacità dei processi e dei componenti naturali di fornire beni e servizi che soddisfino, direttamente o indirettamente, le necessità dell’uomo e garantiscano la vita di tutte le specie. 
Negli ultimi 50 anni l'uomo ha modificato gli ecosistemi con una velocità e una forza che non si erano mai osservate in periodi precedenti; ciò sta provocando una perdita di biodiversità in tutto il pianeta e in particolare, è stato valutato che il 60% dei servizi ecosistemici siano stati compromessi1.
La necessità di arrestare il declino della funzionalità degli ecosistemi ha determinato a livello planetario il proliferare di studi per trovare soluzioni che migliorino l’efficacia delle pratiche di tutela e gestione del territorio.

funzioni ecosistemiche

Uno degli studi che ha fornito la più ampia e approfondita sistematizzazione delle conoscenze sino ad oggi acquisite sullo stato degli ecosistemi a scala planetaria, il Millennium Ecosystem Assessment (2005), ha fornito una classificazione che suddivide le funzioni ecosistemiche in 4 categorie principali:

  • Supporto alla vita (Supporting): queste funzioni raccolgono tutti quei servizi necessari per la produzione di tutti gli altri servizi ecosistemici e contribuisce alla conservazione (in situ) della diversità biologica e genetica e dei processi evolutivi.
  • Regolazione (Regulating): oltre al mantenimento della salute e del funzionamento degli ecosistemi, le funzioni regolative raccolgono molti altri servizi che comportano benefici diretti e indiretti per l’uomo (come la stabilizzazione del clima, il riciclo dei rifiuti), solitamente non riconosciuti fino al momento in cui non vengono persi o degradati;

  • Approvvigionamento (Provisioning): queste funzioni raccolgono tutti quei servizi di fornitura di risorse che gli ecosistemi naturali e semi-naturali producono (ossigeno, acqua, cibo, ecc.).
  • Culturali (Cultural): gli ecosistemi naturali forniscono una essenziale “funzione di consultazione” e contribuiscono al mantenimento della salute umana attraverso la fornitura di opportunità di riflessione, arricchimento spirituale, sviluppo cognitivo, esperienze ricreative ed estetiche.

Queste funzioni ecosistemiche racchiudono i beni e i servizi utilizzati dalla società umana per soddisfare il proprio benessere. Sulla base di tali funzioni, il Millennium Ecosystem Assessment ha individuato i (potenziali) aspetti utili degli ecosistemi naturali per il genere umano sotto forma di beni e servizi, definendoli con il termine generale di servizi ecosistemici (ecosystem services): i benefici multipli forniti dagli ecosistemi al genere umano.
I beni e i servizi forniti dagli ecosistemi sono sempre stati disponibili, fuori da ogni mercato e gratuiti, pertanto il loro valore reale non viene considerato dalla società. L’economista statunitense Robert Costanza afferma che “poiché i servizi ecosistemici non vengono catturati dai mercati e non vengono quantificati in termini comparabili ai servizi economici e ai prodotti industriali, molto spesso non vengono neanche considerati nelle decisioni politiche”.
In quest’ottica, la Commissione Europea ha promosso uno studio per mettere a confronto i costi della perdita di biodiversità con quelli di misure conservative efficaci - "L'economia degli ecosistemi e della biodiversità" (The Economics of Ecosystem and Biodiversity, TEEB). 

I recenti sviluppi a scala europea evidenziano quindi la necessità di un quadro per l'identificazione del valore dei beni e servizi ecosistemici e dimostrano che i decisori a livello politico stanno iniziando ad adottare una prospettiva diversa nelle proprie azioni di governo lavorando per integrare sempre di più e con azioni efficaci la salute degli ecosistemi all'interno delle decisioni politiche.
Per rispondere alla perdita di biodiversità e di Servizi Ecosistemici in diversi paesi nel mondo emergono, oltre ai mercati di tipo tradizionale (volontari o stabiliti dalla legge) relativi, ad esempio, ai gas serra (carbonio), all'acqua e alla biodiversità, nuove forme di scambio, tra cui in particolare i PES (Payment for Ecosystem Services), finalizzate al recupero e alla salvaguardia dei sistemi ecologici e dei servizi da essi forniti.
Nell'uso corrente PES è una denominazione che comprende tutta una serie di incentivi e meccanismi di mercato volti a tradurre valori ambientali non di mercato in reali incentivi finanziari per gli attori locali affinché con certificazioni volontarie, buone pratiche, comunicazione ambientale, promuovano e supportino il mantenimento delle molteplici funzioni ecologiche offerte dalla biodiversità e dal capitale naturale.
Anche in Italia, la recente Legge n. 221 del 28/12/2015 “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali”, entrata in vigore il 2 febbraio scorso, introduce all’art. 70 “Delega al Governo per l’introduzione di sistemi di remunerazione dei servizi ecosistemici e ambientali” l’istituzione di un sistema di pagamento dei servizi ecosistemici e ambientali (PSEA) con il fine di quantificare il valore dei suddetti servizi forniti da un bene naturale e riconoscere tale valore ai gestori garantendo la salvaguardia nel tempo della funzione collettiva del bene.
È evidente come sia divenuta fondamentale la necessità di controllare le pressioni che minacciano gli ecosistemi e la loro funzionalità e di conseguenza la necessità di individuare metodologie e strumenti che consentano di migliorare l’efficacia delle politiche di tutela dell’ambiente e di governo del territorio.
Con queste finalità la Regione Piemonte sta valutando la possibilità di introdurre nelle proprie politiche di  tutela e governo del territorio il tema dei servizi ecosistemici interpretati come elementi di conoscenza e caratterizzazione del territorio ai fini della valutazione degli effetti delle trasformazioni territoriali. Più in generale le politiche regionali si stanno indirizzando, in linea con gli indirizzi dell’Unione Europea, verso un’azione caratterizzata da una sempre maggiore sostenibilità attraverso l’applicazione dei principi di un’economia circolare per i quali lo sviluppo economico e sociale del territorio possa passare attraverso il riutilizzo delle risorse e la loro tutela.

1 Informazioni tratte da Millennium Ecosystem Assessment (2005) progetto di ricerca internazionale sviluppato con l’obiettivo di individuare lo stato degli ecosistemi globali, valutare le conseguenze dei cambiamenti negli ecosistemi sul benessere umano e fornire una valida base scientifica per la formulazione di azioni necessarie alla conservazione e all'uso sostenibile degli ecosistemi. Il MA, che ha visto il coinvolgimento di oltre 1.360 esperti di tutto il mondo, è iniziato ufficialmente nel 2001 per iniziativa e con il supporto delle Nazioni Unite e  si è  concluso nel 2005. I risultati, contenuti in cinque volumi tecnici e sei relazioni di sintesi, forniscono non solo una valutazione scientifica dello stato di conservazione e delle tendenze degli ecosistemi mondiali e dei servizi da essi forniti, ma anche le opzioni per ripristinare, conservare o migliorare un uso sostenibile degli ecosistemi.

Per approfondimenti visita la pagina della European Environment Agency e la pagina di ISPRA dedicata ai servizi ecosistemici.

Il progetto Urban Forestry

Al fine di valutare l'opportunità di sviluppare il mercato volontario del carbonio e valorizzare i servizi ecosistemici in ambito urbano e suburbano si è attivato a partire dal 2018, il progetto triennale “Urban Forestry”, finanziato dalla Regione Piemonte e sviluppato da IPLA S.p.a. con il supporto del CREA-CNR e la collaborazione del Comune di Torino. Il progetto, ha come finalità la definizione di linee guida di gestione del verde urbano che garantiscano l’assorbimento della CO2 atmosferica. “Urban Forestry” tuttavia, sin dall'avvio dei lavori nel 2018, non si è limitato a valutare gli assorbimenti della CO2, ma si è voluto, tenuto conto delle peculiari criticità dell’ambiente urbano, sviluppare in modo più ampio il concetto di “servizi ecosistemici” indagando e valutando le potenzialità della vegetazione urbana in termini di lotta all'inquinamento grazie al sequestro delle polveri sottili e dell’ozono. Sarà quindi possibile di conseguenza arrivare a quantificare quale potrebbe essere il contributo del verde nel migliorare la qualità dell’aria in un contesto urbanizzato.

Nel corso del 2019, a partire dai risultati delle elaborazione effettuate nel 2018 sulle specie arboree presenti su 3 aree pilota (piazza Benefica, corso San Martino e parco Michelotti) scelte in accordo con i tecnici del Settore Verde Pubblico della Città di Torino, sono stati fatti i confronti secondo quanto emerso dalle misure del Leaf Area Index (LAI) ed ulteriori rilievi dendrometrici al parco del Valentino. I dati ottenuti costituiscono la base per il bilancio del carbonio e la quantificazione di alcuni dei servizi ecosistemici del verde urbano e possono essere già utilizzati per la certificazione dei servizi stessi all'interno delle aree pilota oggetto delle misure.
Le misure sperimentali di LAI e i rilevamenti fotografici, hanno reso possibile stimare (attraverso misure dirette e successive elaborazioni con il modello AirTREE) il sequestro di gas serra e di inquinanti (polveri e ozono) rappresentativi dell’intero parco del Valentino, e delle tre aree pilota precedentemente individuate del Parco Michelotti, dell'area verde di Piazza Benefica e dell'alberata di corso San Martino a Torino.
Sulla base di questi dati si stanno inoltre definendo delle schede tecniche per ciascuna delle specie arboree oggetto di studio (le più diffuse sul territorio comunale della città di Torino), il cui utilizzo permetterà di gestire e progettare il verde in un'ottica massimizzazione dei servizi ecosistemici con criteri di sostenibilità in base alle esigenze ed alle criticità ambientali peculiari del contesto urbano/periurbano.

Oltre alle misure ed alle sperimentazioni sul verde "esistente", è proseguito il monitoraggio sul sito "Parco Stura" dove nel marzo 2019, grazie al finanziamento di FPT Industrial, è stato possibile realizzare un intervento di forestazione urbana con la messa a dimora di 1050 piante forestali arboree e arbustive autoctone, di 34 specie differenti. 
L'impianto è stato realizzato su terreno già inerbito lavorato a file con ripper e fresatrice, su 1,23 ettari; le piante sono state individualmente dotate di polimeri idroretentori, micorrize, ammendante da compost frazione organica, pacciamatura in stuoia biodegradabile o con cippato autoprodotto in loco, rete con canna di protezione antirosura e danneggiamento.
A un anno di distanza dall'impianto è stato possibile misurare un buon sviluppo, con un aumento medio in termini di diametro di oltre il 60% e di altezza del 42%; l’area basimetrica (somma delle superfici circolari dai diametri di tutte le piante) è quasi triplicata.
Una prima stima speditiva dell’incremento di biomassa legnosa, per quanto sia aleatorio rilevare le biomasse di piante poco sviluppate ed eterogenee con le formule dendrometriche, è stata fatta ricorrendo ad un coefficiente di forma cilindrometrico di 1,3 per i pioppi, da subito più ricchi di ramificazioni e di 1 per le altre specie; si è così registrato un valore medio tra tutte le specie di 4,5 volte in rapporto all’iniziale.
In termini complessivi si tratta di un valore ragguardevole, che corrisponde alla CO2 rimossa nel primo anno di vegetazione, il cui C è stato fissato nel legno. Anche la copertura erbacea interfilare, sottoposta a trinciatura senza asportazione, e le foglie degli alberi cadute a terra contribuiscono a fissare ulteriore C nella lettiera e quindi nel suolo.
Allo stato attuale sono in corso delle valutazioni ed approfondimenti tecnici finalizzate ad avviare un ulteriore sito d'indagine per valutare i servizi ecosistemici nell'ambito dei siti UNESCO della Regione Piemonte.
Poichè tra le finalità del progetto vi è quella di avviare il mercato volontario del carbonio e contestualmente di rendere possibile il riconoscimento dei Pagamenti per i Servizi Ecosistemici Ambientali (PSEA) come previsto dalla L 221 del 28/12/15 art. 70, si è osservata la necessità di mettere a punto processi in grado di quantificare e certificare il valore dei servizi ecosistemici (SE) attraverso standard o protocolli riconosciuti a livello nazionale ed internazionale. Al fine di dare risposta a questa necessità e quindi per certificare i SE nell’ambito dello sviluppo del progetto Urban Forestry e quindi nel contesto urbano e suburbano, sono stati aperti tavoli di discussione e lavoro con FSC e PEFC, al fine di:
  • individuare metodologie per la misura dei SE e protocolli di monitoraggio per gli ambiti forestali
  • definire protocolli di certificazione dei SE per le superfici non forestali
Entrambi gli schemi sono stati disponibili recepire le metodologie che saranno sperimentate nei siti pilota del progetto Urban forestry, eventualmente incorporando i risultati in documenti interni (linee guida, indirizzi, protocolli specifico, ecc..) a seconda di cosa prevede il singolo standard.
Parallelamente sono stati presi contatti con l’Ente Nazionale di Normazione (UNI) al fine di valutare l’interesse allo sviluppo di norme specifiche, sia per il comparto forestale che fuori foresta. 

Figura 1
Il Parco Stura

Il progetto ALPES

Nell’ottica di approfondire la conoscenza e sviluppare metodologie e strumenti adeguati per arrivare alla individuazione e alla quantificazione delle funzioni, dei beni e dei servizi ecosistemici offerti dal patrimonio naturale e ad una corretta gestione degli stessi, la Regione Piemonte, Direzione Ambiente, governo e tutela del territorio, Settore Progettazione Strategica e Green Economy, partecipa in qualità di partner al progetto europeo AlpES (Alpine Ecosystem Services – mapping, maintenance and management), finanziato nell'ambito del Programma Europeo Alpine Space 2014-2010.

Il progetto AlpES, coordinato da EURAC (Accademia europea di Bolzano), al quale hanno partecipato, insieme alla Regione Piemonte altri 8 partners dello spazio alpino, si è concluso a fine 2018.
Obiettivo del progetto era quello di inserire i Servizi Ecosistemici (SE) in un quadro di governance ambientale regionale alpina, formare e supportare gli Amministratori pubblici, i decisori politici, gli attori economici, le ONG e i ricercatori nella comprensione, valutazione e gestione degli ecosistemi e dei loro servizi.
Attraverso un’analisi dei Servizi Ecosistemici nei diversi ambiti nazionali, si è proposto di realizzare una loro valutazione e mappatura nei contesti del partnenariato.
I risultati dovranno essere utilizzabili per mappare e valutare, anche economicamente, i Servizi Ecosistemici nei diversi ambiti regionali al fine di supportare i policy makers (attraverso gli strumenti e le metodologie elaborate dal Progetto) nei processi decisionali e nella pianificazione e gestione ambientale e territoriale.
La Regione Piemonte ha inteso predisporre, in coerenza con le attività previste dal progetto AlpES, uno strumento operativo per l’inserimento all’interno della pianificazione territoriale e urbanistica dei servizi ecosistemici, declinati secondo la loro valutazione economica e funzionale.

L’attività della Regione Piemonte all’interno del progetto si è declinata attraverso:
  1. la promozione sul territorio regionale e condivisione del concetto comune di servizi ecosistemici elaborata nell’ambito del progetto AlpES;
  2. la mappatura a scala comunale e la valutazione dei SE (secondo la metodologia definita dal progetto) per l’area pilota che verrà individuata e la condivisione dei risultati (tavoli di lavoro, workshop) con gli attori chiave che operano sul territorio anche attraverso un web GIS interattivo;
  3. l’organizzazione di laboratori di progettazione e formazione che coinvolgano i decisori politici, i dipendenti pubblici, gli operatori economici finalizzati a creare consapevolezza sul potenziale della governance e della gestione dei SE;
  4. la realizzazione di una visione territoriale integrata attraverso una proposta di schema di pianificazione di carattere strutturale (a scala intercomunale) integrando i SE (identificati, mappati e misurati in termini di pagamenti per i servizi ecosistemici, secondo la metodologia del progetto AlpES) anche facendo ricorso alla perequazione territoriale e urbanistica e alla compensazione ecologica/paesaggistica;
  5. la costruzione di Linee Guida per l’inserimento del tema riguardante i servizi ecosistemici all’interno degli strumenti operativi della pianificazione territoriale e urbanistica;
  6. la predisposizione e sottoscrizione di un Protocollo d’Intesa che darà attuazione al progetto AlpES e alle attività specifiche di cui sopra all’interno dell’area pilota individuata.
L’area individuata per dare attuazione a questo progetto è stata quella su cui insiste il progetto strategico Corona Verde e l’attuazione del progetto si sviluppa su due differenti livelli:

  • un primo livello, territorio di progetto, interessa tutti i 93 Comuni di Corona Verde e sarà il territorio interessato dal tavolo di lavoro permanente e dai percorsi formativi;
  • un secondo livello, la vera e propria area pilota del progetto, che interessa una decina di Comuni rientranti all’interno del territorio di Corona Verde e sarà oggetto di sottoscrizione del Protocollo d’Intesa.

Paesaggio e infrastrutture verdi nel progetto europeo LOS_DAMA!

Il progetto LOS_DAMA! (Landscape and Open Space Development in Alpine Metropolitan Areas) è stato approvato e ammesso a finanziamento dall’Autorità di Gestione del programma Alpine Space 2014-2020 ad ottobre 2016 e si è concluso nell'ottobre del 2019.

Sono stati partner del progetto i seguenti soggetti: Landeshauptstadt Munchen (Germania), Regione Piemonte (Italia), Grenoble-Alpes Métropole (Francia), Stadt Wien (Austria), Salzburger Institut fur Raumordnung un Wohnen (Austria), Comune di Trento (Italia), Urbanistici institut Republike Slovenije (Slovenia), Technisce Universitat Munchen (Germania), Hochschule Weihenstephan-Trie sdorf (Germania), Università de Grenoble-Alpes (Francia).
Il capofila del progetto è stata la Città di Monaco, mentre la Regione Piemonte - Direzione Ambiente Governo e Tutela del Territorio, Settore Progettazione Strategica e Green Economy - è stata il capofila per la Comunicazione del progetto.

Il progetto mira a valorizzare i paesaggi e le aree verdi peri-urbane con il loro patrimonio naturale e culturale, inteso come parte integrante della rete di Infrastrutture Verdi, attraverso la definizione di politiche e strategie locali che consentano di rendere più vivibile e attraente le aree metropolitane dello Spazio Alpino e attraverso la cooperazione transnazionale.

Il progetto LOS_DAMA! si è posto i seguenti obiettivi generali:
  • comprendere, gestire e valorizzare i paesaggi peri-urbani e il loro patrimonio naturale e culturale, inteso come parte integrante della rete di Infrastrutture Verdi, al fine di rendere più vivibile, attraente lo Spazio Alpino e valorizzare l’identità delle città metropolitane alpine,
  • adottare approcci olistici che consentano di elaborare politiche e strategie locali dando, altresì, attuazione alle strategie EU quali EUSALP, Convenzione Europea del paesaggio, Green Infrastructure, Biodiversità,
  • favorire la cooperazione transnazionale e la cooperazione tra livello locale e EU per lo scambio reciproco di approcci innovativi per la costruzione di identità territoriale, gestione dei conflitti e la definizione di strumenti gestionali innovativi.

L’area individuata dalla Regione Piemonte  per dare attuazione al progetto LOS_DAMA! è stata quella su cui insiste il progetto strategico Corona Verde.
Attraverso lo sviluppo del progetto LOS_DAMA! la Regione Piemonte ha inteso:
  1. dare attuazione al Piano territoriale e al Piano paesaggistico regionale;
  2. promuovere sul territorio regionale la cooperazione tra gli amministratori pubblici e gli stakeholders di Corona Verde sul tema delle Infrastrutture Verdi e dei Servizi Ecosistemici;
  3. sensibilizzare e formare gli amministratori pubblici e gli attori locali sui concetti di Infrastrutture Verdi, Servizi Ecosistemici e Green/Circular Economy;
  4. definire una metodologia per la pianificazione integrata e sostenibile delle Infrastrutture Verdi che includa il tema dei Servizi Ecosistemici e la valutazione dei benefici ecologico-ambientali sociali ed economici;
  5. implementare il tema delle Infrastrutture Verdi nella pianificazione territoriale e urbanistica testando, attraverso la predisposizione di uno Schema di pianificazione strutturale intercomunale, il modello di pianificazione previsto nel DDL sul Governo sostenibile del territorio;
  6. elaborare le Linee Guida per la pianificazione e gestione integrata e sostenibile delle Infrastrutture Verdi metropolitane (EMAS_CEP), quale strumento innovativo di riferimento per le amministrazioni locali per lo sviluppo sostenibile del territorio.

IL PROGETTO BLUE GREEN CITY (Blue and Green Infrastructure for Sustainable Cities)

La Regione Piemonte, attraverso la Direzione Ambiente, Energia e Territorio, Settore Progettazione strategica e green economy, partecipa come partner al Progetto Blue Green City (Green and Blue Infrastructure for sustainable cities), finanziato dal Programma di cooperazione territoriale INTERREG EUROPE.
Il progetto è stato avviato ad agosto 2019 e ha durata di 36 mesi, suddiviso in due fasi, la prima da agosto 2019 a luglio 2021 e la seconda fase, da agosto 2021 a luglio 2020, è dedicata all’implementazione dell’Action Plan.

Sono partner del progetto la Francia (capofila con Euromed Cities Network represented by Metropolis Nice Côte d’Azur), il Regno Unito (consulente scientifico con Università di Greenwich, Architecture & Landscape Dep.), l’Italia (partner con Regione Piemonte), l’Irlanda (partner con Southern Regional Assembly), la Romania (partner con Bucharest-Ilfov Regional Development Agency), la Croazia (partner con Rijeka Develpment Agency Ltd.), la Germania (partner con City of Ingolstadt) e la Svezia (partner con Municipality of Vaxjo).

Il progetto mira a migliorare le politiche che promuovono le Green e Blue Infrastructure (GBI) come parte integrante di una strategia locale o regionale di conservazione del patrimonio naturale.
Blue Green City si propone di raggiungere questo obiettivo attraverso l’accrescimento delle conoscenze individuali e organizzative delle parti interessate sui concetti di servizi ecosistemici e di valore delle infrastrutture verdi e blu. A tal fine, promuove la condivisione di esperienze e lo scambio di buone pratiche da realizzare attraverso eventi di progetto, seminari e formazione che facilitino il processo interregionale di apprendimento delle politiche e la collaborazione nella ricerca di soluzioni comuni alle sfide comuni poste dall'adattamento ai cambiamenti climatici.
Sono obiettivi specifici del progetto:
  • la valutazione dell'uso di una vasta gamma di strumenti politici e l’identificazione dei potenziali ostacoli all'adozione delle GBI;
  • lo sviluppo e il miglioramento delle strategie per le GBI finalizzato alla creazione di connettività ecologica funzionale tra città e aree protette periurbane;
  • la mappatura delle GBI esistenti e la definizione del valore economico e non monetario dei servizi ecosistemici;
  • la definizione delle misure da includere in un piano d'azione sulla biodiversità e in un piano spaziale strategico per la futura implementazione delle GBI;
  • la sensibilizzazione e la conoscenza del concetto di servizi ecosistemici e del valore delle infrastrutture verdi e blu nella protezione, conservazione e valorizzazione del capitale naturale e culturale;
  • lo sviluppo di raccomandazioni sulle migliori pratiche per migliorare gli strumenti politici che promuovono l'infrastruttura verde e blu.

Sulla base dei risultati del processo di apprendimento interregionale delineati nell'approccio del progetto Blue Green City, la Regione Piemonte si propone di di migliorare lo strumento politico Programma Operativo Regionale (POR) dei Fondi FESR 2014-2020, nello specifico l’Asse V – Sviluppo urbano sostenibile. Tutela dell’ambiente e valorizzazione delle risorse culturali e ambientali - Priorità d'investimento 6.c, che promuove i processi di sviluppo e supporta la protezione e la valorizzazione del patrimonio naturale, con specifico riferimento all’infrastruttura verde metropolitana, in continuità con il progetto strategico “Corona Verde” e con i risultati del Progetto LOS_DAMA! (Landscape and Open Space Development in Alpine Metropolitan Areas).
La capitalizzazione di queste esperienze permette alla Regione Piemonte di implementare le infrastrutture verdi e blu nelle aree urbane e periurbane del territorio di Corona Verde e, attraverso l’analisi della vunerabilità/resilienza dei territori potrà definire le misure più appropriate di Nature Based Solutions per contrastare le vulnerabilità e rafforzare la resilenza e la funzionalità degli ecosistemi, affrontando, al contempo, le sfide come la perdita della biodiversità, il cambiamento climatico e promuovendo processi virtuosi di economia circolare.