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MITIGAZIONE IMPATTI MORFOLOGICI

L’argomento rientra in diversi Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, in particolare nell'Obiettivo 15:

Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre

Gli impatti morfologici consistono in una artificializzazione di alveo e rive con una conseguente riduzione della continuità fluviale longitudinale e trasversale. Rappresentano una componente importante delle alterazioni in atto sui corpi idrici per gli effetti che hanno soprattutto sulla componente biologica vegetale e animale sia acquatica che delle sponde.
L’Unione Europea ha inserito la morfologia tra gli elementi di qualità da monitorare nell’ambito della Direttiva Quadro sulle Acque per l’importanza che questa assume nel raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale. Sono state quindi identificate 3 misure chiave (KTM 5, 6 e 23) da inserire nell’ambito della pianificazione per riqualificare questi aspetti.
Nella visione di gestione integrata dei corsi d’acqua perseguita dall’Unione Europea, inoltre, la Direttiva Alluvioni si deve confrontare con la Direttiva Acque 2000/60/CE, per attuare una politica coerente e sostenibile di tutela delle acque e degli ambienti ad esse correlati.
Le due Direttive, pur avendo finalità differenti, convergono sull’importanza di mantenere o ripristinare un corretto assetto idromorfologico del corso d’acqua, funzionale sia alla prevenzione delle alluvioni e alla riduzione del rischio sia al miglioramento degli ecosistemi acquatici e perifluviali. Inoltre entrambe afferiscono al bacino idrografico come unità territoriale di riferimento e obbligano gli Stati Membri a importanti processi di divulgazione e consultazione pubblica. Ne risulta che i due strumenti di pianificazione devono coordinarsi nel ricercare sinergie e vantaggi comuni nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientali previsti per le risorse idriche.
I due Piani indicano, inoltre, la redazione del Programma di gestione dei sedimenti a livello di bacino idrografico come occasione principale per individuare e concretizzare azioni funzionali agli obiettivi di entrambi, in linea con i contenuti dell'articolo 117, comma 2-quater, del DL 152 del 3/04/06.
A questa azione si aggiunge, inoltre, la redazione dei Piani di gestione della vegetazione perifluviale (PGV), che ha interessato finora i corsi d’acqua Dora Baltea, Stura di Lanzo, Orba, Belbo e Dora Riparia. I PGV forniscono indirizzi operativi per la gestione della vegetazione arborea lungo le sponde in funzione delle caratteristiche idrauliche del tratto, distinguendo ove effettuare interventi di taglio e diradamento per migliorare il transito delle acque o potenziare la presenza di superficie forestate per rallentare la corrente. Hanno, quindi, finalità sia di manutenzione conservativa e riqualificazione della fascia arborea perifluviale sia di mitigazione del rischio idraulico.

Piani di Gestione della Vegetazione perifluviale (PGV)

I Piani di Gestione della Vegetazione Ripariale costituiscono un esempio di buona pratica nell’utilizzo dei fondi comunitari e dell’estensione dei risultati e delle metodologie messe a punto dei Progetti europei ad altri ambiti territoriali.
Nell’ambito del progetto EAU CONCERT, Interreg Alcotra con partenariato Italia-Francia conclusosi nel 2015, la Regione Piemonte ha messo a punto, con il supporto tecnico dell’AdBPo, AIPO e IPLA, il Piano di Gestione delle Vegetazione ripariale (PGV), utilizzando come area sperimentale il tratto piemontese del Bacino della Dora Baltea, dal confine regionale alla confluenza con il Torrente Chiusella.
La metodologia iniziale deriva dalle esperienze condotte dall’Autorità di Bacino del Po sul Torrente Parma, in questo ambito è stata modificata per meglio adattarla al contesto regionale ed applicata nell’area pilota.
Contestualmente la Regione Piemonte ha emanato le Norme Tecniche per la redazione dei Piani Aziendali Forestali (PFA), dove i PGV sono considerati un PFA speciale per il contesto fluviale che dopo essere approvato ha un periodo di validità di 15 anni. In attesa di completare la procedura, con la DGR 46-8771 del 12/04/19, la Regione ha approvato i PGV di Dora Baltea, Dora Riparia, Stura di Lanzo e Orba quali strumenti di indirizzo per la gestione conservativa della vegetazione perifluviale, dando in tal modo la possibilità a soggetti pubblici o privati interessati a vario titolo ad intervenire sulle rive fluviali, di eseguire gli interventi con un approccio corretto e sostenibile.
In tal modo il PGV assume una valenza più ampia e può integrarsi con gli altri documenti di programmazione previsti per i corsi d'acqua, come il Piano di gestione dei sedimenti e i Contratti di fiume, nonché piano stralcio per i Siti Natura 2000 e le Aree Protette interessate.
Il PGV viene sviluppato attraverso le seguenti fasi:
  1. definizione dello stato attuale della fascia di pertinenza fluviale (fascia C del Piano Assetto idrogeologico ove definita), per le componenti morfologiche, idrauliche e vegetazionali;
  2. definizione delle tratte omogenee, in base ai parametri ambientali, morfologici e idraulici;
  3. definizione degli obiettivi generali e specifici relativi alla copertura forestale;
  4. definizione degli interventi, per la ricerca di una maggiore corrispondenza tra le caratteristiche attuali della vegetazione e quelle auspicate, in funzione degli obiettivi.
Gli obiettivi generali, opportunamente declinati in specifici a seconda del contesto, sono legati a:
  1. rischio di inondazione ed erosione: necessità di rallentare o accelerare il deflusso, di limitare l'apporto solido o l'accumulo di alberi in alveo;
  2. uso del suolo e attività antropiche: valorizzare il paesaggio, definire gli spazi per le attività agricole e selvicolturali sostenibili e quelle ricreative regolamentate;
  3. patrimonio naturale: conservare gli habitat, la flora e la fauna di interesse, contrastare l'eutrofizzazione delle acque e le specie esotiche invasive.
L'utilizzo di questo schema metodologico prevede anche un'indagine sul regime patrimoniale, poiché il rilievo delle proprietà è un elemento essenziale in fase di pianificazione, sulla cui base modulare obiettivi ed interventi realistici e attuabili.
La gestione delle fasce fluviali è senza dubbio un tema complesso e di grande rilevanza che necessita l'attenzione di tecnici e amministratori locali e per il quale l'opinione pubblica è molto sensibile. Le difficoltà nascono dal dover gestire interessi diversi, spesso tra loro in contrasto, come la sicurezza idraulica e la conservazione degli ambienti naturali, la connessione ecologica e le aspettative economiche di vario genere: agricoltura, pioppicoltura, attività estrattive e ricreative.
Un ulteriore limite al raggiungimento degli obiettivi di miglioramento e conservazione degli habitat fluviali naturali è costituito dalla diffusione di specie esotiche invasive, che trovano lungo i fiumi ambienti elettivi. Attraverso i PGV si prende infatti maggiore consapevolezza della estensione che queste specie stanno assumendo nelle fasce perifluviali, rispetto alle quali si iniziano ad intraprendere azioni di contenimento a scala regionale. Oltre alla diminuzione della biodibersità legata alla diffusione dei specie non autoctone, la presenza di alcune specie particolari di esotiche invasive crea seri problemi di dissesto idrogeologico.
Per ottenere una maggiore efficacia nell'azione pianificatoria occorre predisporre strumenti gestionali integrati e tra loro complementari per ogni tematica; sotto questo aspetto anche la valorizzazione economica delle proprietà demaniali lungo le aste fluviali può essere un'utile risorsa, in particolare per il Piemonte dove queste aree raggiungono superfici significative, con migliaia di ettari boscati.
Sulla base dell'esperienza maturata con il progetto EAU CONCERT sono stati redatti altri piani, a partire dal completamento della fascia della Dora Baltea fino alla confluenza nel Po, quali i PGV relativi ai torrenti Stura di Lanzo, Orba e Dora Riparia a cui si è aggiunto il PGV del torrente Belbo, misura di interesse sia per il Piano di gestione delle acque che per il Piano di gestione delle alluvioni che hanno ritenuto opportuna su questa asta una corretta gestione della vegetazione in senso conservativo ma risolvendo al contempo situazioni esistenti di rischio idraulico. In ultimo è stata completata la stesura del PGV del fiume Sesia.
In generale, riguardo alla realizzazione degli interventi contenuti nei PGV, essi sono stati effettuati, in via sperimentale, con l’ausilio delle squadre forestali regionali, per esempio nei Comuni di Borgofranco di Ivrea, Ivrea e Avigliana. A seguito di questo, la Regione si sta organizzando operativamente per dare attuazione ai PGV attraverso il coordinamento con le attività dei settori regionali competenti su opere pubbliche e foreste. Inoltre per dare corso alla realizzazione dei progetti attuativi dei Piani di gestione della vegetazione perifluviale già disponibili la Regione, con DGR 48-8033 del 7/12/18, ha stanziato 130.000 euro per gli anni 2019, 2020 e 2021.

Per approfondimenti e per visionare i PGV disponibili è possibile consultare la pagina del sito istituzionale della Regione Piemonte alla pagina dedicata ai Piani di gestione della vegetazione perifluviale.

Il PGV del Torrente Belbo

Il cuore dei PGV sono le carte tematiche che riassumono l’insieme dei dati rilevati e rappresentano il quadro degli indirizzi di gestione. Nel caso del torrente Belbo si evidenziano tali contenuti nelle carte seguenti. In figura 1 la carta dei tipi forestali e dell’uso del suolo nel tratto n. 4, a Santo Stefano Belbo.

Figura 1
La carta dei tipi forestali e dell’uso del suolo nel tratto n. 4 a Santo Stefano Belbo

Nella figura 2 sono rappresentati gli obiettivi gestionali individuati in base alle caratteristiche.

Figura 2
Obiettivi gestionali individuati in base alle caratteristiche

Il PGV del Belbo ha evidenziato che lungo il torrente le specie esotiche hanno una diffusione ancora contenuta rispetto ad altre fasce riparie del Piemonte.
Per quanto riguarda le specie legnose si segnala la presenza dell’ailanto (Ailanthus altissima) a valle di Nizza Monferrato; altre specie diffuse nel tratto medio-basso con esemplari singoli o in piccoli gruppi sono l’acero americano (Acer negundo) e l’olmo siberiano (Ulmus pumila), presente nel tratto urbano di Canelli, ove si è diffuso a partire da un’alberata stradale adiacente; si sono inoltre osservati esemplari di Amorpha fruticosa. Tutte e quattro sono inserite nell’elenco allegato al regolamento regionale delle specie arboree invasive da gestire con alta priorità, specie per le quali bisogna comunque evitare l’utilizzo e possono essere applicate misure di contenimento e interventi di eradicazione da aree circoscritte.
In merito agli interventi, posto che la proprietà privata è il regime patrimoniale prevalente, con quasi il 90% della superficie del tratto fasciato, di cui circa la maggior parte afferente a piccole proprietà, sono previste modalità differenti a seconda delle caratteristiche del tratto.

Finanziamenti per la riqualificazione dei corpi idrici piemontesi

In base all’analisi delle pressioni condotta in occasione della stesura del PdG Po-2015, l’alterazione delle caratteristiche morfologiche dei corsi d’acqua, che è significativa per circa il 64% dei corpi idrici fluviali monitorati, è emersa tra le criticità di maggior rilievo per il reticolo naturale piemontese, i cui corpi idrici presentano una diffusa artificializzazione delle sponde e dell’alveo, opere trasversali, riduzione della fascia boscata perifluviale.
Nel programma di misure del PdG Po-2015 sono state inserite misure di riqualificazione morfologica per il miglioramento della vegetazione e il ripristino della naturalità dell’alveo, nel rispetto delle concomitanti esigenze di riduzione del rischio idraulico per abitati ed infrastrutture.

Per applicare il principio “l’acqua paga l’acqua” la Regione Piemonte ha sancito, con l’articolo 21 del Regolamento 15/R del 2004, che la destinazione di una quota non inferiore al 5% dell'introito dei proventi relativi all'uso dell'acqua pubblica sia destinato al finanziamento delle attività regionali di attuazione del Piano di Tutela delle Acque.

Bando 2018

Con DGR 38-6589 del 9/03/18 la Regione ha avviato una strategia per finanziare progetti di riqualificazione tramite bando pubblico rivolto ai comuni, alle province ed agli enti parco e ai gestori dei siti RN2000, definendo gli obiettivi che si intendono raggiungere e specificato le condizioni ed i criteri da seguire per l’anno 2018.
Per affrontare le criticità di natura morfologica sono stati ritenuti ammissibili al finanziamento interventi coerenti con quattro categorie di misure del Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po-2015 che insieme concorrono al ripristino della naturalità di alveo e sponde fluviali e lacustri. Nello specifico sono state individuate alcune tipologie di interventi afferenti a:

  • KTM 5 “Miglioramento della continuità longitudinale”
  • KTM 6 “Miglioramento delle condizioni idromorfologiche dei corpi idrici, diverse dalla continuità longitudinale”
  • KTM 18 “Misure per prevenire o per controllare gli impatti negativi delle specie esotiche invasive e malattie introdotte”
  • KTM 23 “Misure per la ritenzione naturale delle acque”

Particolare premialità è stata attribuita ad interventi localizzati su corpi idrici in stato di qualità ecologico “sufficiente” dove questa tipologia di interventi può essere incisiva nel determinare quel miglioramento necessario al raggiungimento dell’obiettivo di buono stato ecologico richiesto dalla normativa europea.

Il primo bando, pubblicato il 26/04/18, ha visto la presentazione di 11 progetti di cui, a seguito della istruttoria regionale, sono stati finanziati 7 interventi per un importo di 1.311.572,35 euro complessivi.
I progetti ammissibili a finanziamento sono stati presentati da amministrazioni in forma singola o, più spesso, associata, arrivando a coinvolgere una trentina di soggetti quali Enti Locali (Città Metropolitana, Province e Comuni), Enti Parco e Consorzi irrigui distribuiti su un’ampia porzione del territorio regionale. Gli interventi interessano tratti significativi di asta fluviale, fin oltre i 20 km, e ampie porzioni di aree perifluviali.

Figura 3
I progetti relativi al bando 2018

I progetti ammissibili a finanziamento sono stati presentati da amministrazioni in forma singola o, più spesso, associata, arrivando a coinvolgere una trentina di soggetti quali Enti Locali (Città Metropolitana, Province e Comuni), Enti Parco e Consorzi irrigui distribuiti su un’ampia porzione del territorio regionale. Gli interventi interessano tratti significativi di asta fluviale, fin oltre i 20 km, e ampie porzioni di aree perifluviali.

Bando 2019

Dato il positivo esito dell’iniziativa, la Regione con DGR 48-8033 del 7/12/18 ha confermato il ricorso al bando anche per il 2019 affiancando a quanto già previsto nel 2018 anche gli interventi di riqualificazione del deflusso in alveo afferenti alle seguenti categorie di misure del Piano KTM 7 “Miglioramento del regime di deflusso e/o definizione della portata ecologica” e KTM 8 “Misure per aumentare l’efficienza idrica per l'irrigazione, l'industria, l'energia e l’uso domestico”.

Il nuovo bando ha permesso di destinare ulteriori 2.384.000 euro per interventi di miglioramento morfologico e per azioni mirate al controllo del deflusso minimo vitale in alveo ed alla teletrasmissione dei dati di prelievo d’acqua. I 13 progetti che sono risultati finanziabili sulla base dei criteri individuati, sono stati presentati in prevalenza dai Comuni e dagli Enti Parco, associati fra loro e con gli Enti provinciali, e sono volti ad affrontare criticità relative alla gestione del deflusso in alveo ed alla percorribilità del reticolo fluviale da parte della fauna ittica, oltre che a risolvere criticità morfologiche locali con ricadute positive sulla officiosità idraulica, localizzati su tratti significativi di 10 corsi d’acqua e del Lago di Avigliana.

Figura 4
I progetti relativi al bando 2019

Bando 2020

Proseguirà questa iniziativa anche nel 2020 con un nuovo bando finanziato con DGR 15-475 dell’8/11/19 per un importo di 2.710.000 euro che è stato già pubblicato il 13/12/19. In questa nuova edizione la Regione amplia lo spettro degli obiettivi ed finanziando anche interventi in grado di contenere l’inquinamento diffuso di origine agricola affrontato nel PdG Po con le categorie di misura KTM 2 “Ridurre l'inquinamento dei nutrienti di origine agricola” e KTM 3 “Ridurre l’inquinamento da pesticidi in agricoltura”.

Parte delle stesse risorse provenienti dal canone per l’uso di acqua pubblica sono state destinate per interventi di gestione conservativa della vegetazione perifluviale attraverso apposito finanziamento di 130.000 euro. La somma verrà erogata ad IPLA S.p.A. (Istituto per le piante da legno e l’ambiente, in house della Regione Piemonte) che nel corso del biennio 2020-2021 gestirà il servizio di affidamento degli interventi a terzi.