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Sport invernali
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SPORT E TEMPO LIBERO
Sport invernali
Negli ultimi decenni la vita di montagna ha subito grandi cambiamenti, trasformandosi da un sistema quasi esclusivamente agricolo ad un sistema prevalentemente sportivo, ricreativo e turistico. In quest’ottica, la Regione Piemonte ha assegnato al sistema montano un ruolo di particolare rilevanza nel processo di diversificazione e di rilancio dell’economia coerentemente con gli indirizzi che l’Unione Europea assegna a questo settore nell’ambito delle proprie politiche di sviluppo e sostegno.
Il “movimento” legato allo sport rappresenta uno dei più importanti strumenti per incrementare i flussi turistici e favorire l’aumento della permanenza media dei turisti/escursionisti, anche alla luce dell’enorme rilevanza assunta a livello internazionale da questa tipologia di turismo sportivo e ricreativo.
Impatti negativi su tale comparto hanno, quindi, ricadute importanti sull’intero sistema imprenditoriale piemontese e devono indurre riflessioni importanti sui fenomeni che hanno dato loro origine e su quali iniziative possano essere messe in campo per limitarne gli effetti nel tempo; tra questi non sono trascurabili quelli legati ai cambiamenti climatici che, anche sul territorio montano piemontese, si stanno tangibilmente manifestando.
Nella stagione invernale 2018/2019 l’innevamento in montagna è risultato inferiore, -20/-40% circa, rispetto alla media del periodo. Dal punto di vista delle temperature l’inverno vero e proprio è stato caratterizzato da un’anomalia termica positiva di circa 1,9°C rispetto alla norma, in particolare per il contributo dei mesi dicembre e febbraio. Dopo un inizio di stagione invernale relativamente precoce, con nevicate signiï¬cative a partire dagli ultimi giorni del mese di ottobre, i mesi centrali dell’inverno ed anche l’inizio della primavera (marzo) sono stati piuttosto scarsi di nevicate, almeno rispetto alla media storica di riferimento (1981-2010).
È evidente la ricaduta di tale situazione climatica sul comparto legato alla neve, il cambiamento climatico in atto ha un forte impatto sulle economie regionali alpine, s’impone quindi la necessità di una trasformazione anche culturale. Sia gli operatori sia i fruitori della montagna dovranno adattarsi ad un cambiamento della stagionalità, cioè una diversa scelta delle persone rispetto alle stagioni e ai periodi nei quali trascorrere il proprio tempo libero in montagna.
Oltre agli sport invernali si assiste ad un significativo aumento dell’offerta su attività sportive outdoor praticabili in altre stagioni, come ad esempio il trekking e il trail, che possano beneficiare delle stesse infrastrutture esistenti per l’inverno come quelle funiviarie e che hanno un impatto limitato sul territorio. Questo concetto di destagionalizzazione delle proposte sportive e ricreative si inserisce in un’ottica di valorizzazione del patrimonio ambientale e di conservazione delle risorse naturalistiche.
Il “movimento” legato allo sport rappresenta uno dei più importanti strumenti per incrementare i flussi turistici e favorire l’aumento della permanenza media dei turisti/escursionisti, anche alla luce dell’enorme rilevanza assunta a livello internazionale da questa tipologia di turismo sportivo e ricreativo.
Impatti negativi su tale comparto hanno, quindi, ricadute importanti sull’intero sistema imprenditoriale piemontese e devono indurre riflessioni importanti sui fenomeni che hanno dato loro origine e su quali iniziative possano essere messe in campo per limitarne gli effetti nel tempo; tra questi non sono trascurabili quelli legati ai cambiamenti climatici che, anche sul territorio montano piemontese, si stanno tangibilmente manifestando.
Nella stagione invernale 2018/2019 l’innevamento in montagna è risultato inferiore, -20/-40% circa, rispetto alla media del periodo. Dal punto di vista delle temperature l’inverno vero e proprio è stato caratterizzato da un’anomalia termica positiva di circa 1,9°C rispetto alla norma, in particolare per il contributo dei mesi dicembre e febbraio. Dopo un inizio di stagione invernale relativamente precoce, con nevicate signiï¬cative a partire dagli ultimi giorni del mese di ottobre, i mesi centrali dell’inverno ed anche l’inizio della primavera (marzo) sono stati piuttosto scarsi di nevicate, almeno rispetto alla media storica di riferimento (1981-2010).
È evidente la ricaduta di tale situazione climatica sul comparto legato alla neve, il cambiamento climatico in atto ha un forte impatto sulle economie regionali alpine, s’impone quindi la necessità di una trasformazione anche culturale. Sia gli operatori sia i fruitori della montagna dovranno adattarsi ad un cambiamento della stagionalità, cioè una diversa scelta delle persone rispetto alle stagioni e ai periodi nei quali trascorrere il proprio tempo libero in montagna.
Oltre agli sport invernali si assiste ad un significativo aumento dell’offerta su attività sportive outdoor praticabili in altre stagioni, come ad esempio il trekking e il trail, che possano beneficiare delle stesse infrastrutture esistenti per l’inverno come quelle funiviarie e che hanno un impatto limitato sul territorio. Questo concetto di destagionalizzazione delle proposte sportive e ricreative si inserisce in un’ottica di valorizzazione del patrimonio ambientale e di conservazione delle risorse naturalistiche.
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Per approfondimenti consulta il rendiconto nivometrico 2018-2019 di Arpa Piemonte