MONITORAGGIO DELLA QUALITÀ DELL'ARIA
Reti di monitoraggio
In Piemonte il Sistema Regionale di Rilevamento per la misura della qualità dell’aria è costituito, al 31/12/19, da:
- 58 stazioni fisse per il monitoraggio in continuo di parametri chimici, delle quali 4 di proprietà privata;
- 6 laboratori mobili attrezzati, per realizzare campagne brevi di monitoraggio;
- 1 Centro Operativo Regionale (COR) dove i dati rilevati sono sottoposti alla validazione automatica ed interattiva di primo livello dal personale delle strutture dipartimentali del territorio.
I dati puntuali prodotti dalla rete di rilevamento sono disponibili sulle pagine del sito Sistemapiemonte e la figura 1 riporta le stazioni in attività al 31/12/19
Figura 1
Stazioni di qualità dell’aria - anno 2019
Più in dettaglio le stazioni di traffico sono collocate in posizione tale da misurare prevalentemente gli inquinanti provenienti da emissioni veicolari; le stazioni di fondo rilevano livelli di inquinamento non direttamente influenzati da singole sorgenti ma riferibili al loro contributo integrato, mentre quelle industriali rilevano il contributo connesso alle limitrofe attività produttive.
I punti di misura ove sono misurati o campionati i principali inquinanti sono descritti in relazione alla loro collocazione per tipo di zona o per tipo di stazione.
Per quanto riguarda il tipo di zona, nella sottostante tabella si nota come buona parte della strumentazione sia installata in zone urbane, dove vive una parte rilevante della popolazione e ove sono generalmente più elevati i valori degli inquinanti.
Tabella 1
Stazioni per il monitoraggio della qualità dell'aria, suddivisione per tipo di zona
Tipo zona |
benzene |
benzo (a) pirene |
NO2 |
SO2 |
CO |
O3 |
PM10 |
PM2,5 |
metalli tossici |
rurale |
1 |
6 |
10 |
1 |
2 |
9 |
10 |
6 |
6 |
suburbana |
5 |
10 |
15 |
3 |
2 |
11 |
13 |
9 |
9 |
urbana |
17 |
21 |
29 |
7 |
11 |
11 |
37 |
16 |
20 |
Riguardo il tipo di stazione, la sottostante tabella mostra che le stazioni di fondo ospitano una parte importante della strumentazione in quanto sono più rappresentative dell’esposizione media della popolazione.
Tabella 2
Stazioni per il monitoraggio della qualità dell'aria, suddivisione per tipo di stazione
Tipo stazione |
benzene |
benzo (a) pirene |
NO2 |
SO2 |
CO |
O3 |
PM10 |
PM2,5 |
metalli tossici |
fondo |
14 |
23 |
34 |
5 |
4 |
31 |
38 |
26 |
21 |
industriale |
|
1 |
|
1 |
|
|
1 |
|
1 |
traffico |
9 |
13 |
20 |
5 |
11 |
|
21 |
5 |
13 |
Tabella 3
Monitoraggio della qualità dell'aria in ambito provinciale
Approfondimenti in ambito provinciale | |
Alessandria Stazioni Fisse qualità dell’aria Mezzo Mobile |
Asti Stazioni Fisse qualità dell’aria Mezzo Mobile |
Biella Stazioni Fisse qualità dell’aria Mezzo Mobile |
Cuneo Stazioni Fisse qualità dell’aria e Mezzo mobile |
Novara Stazioni Fisse qualità dell'aria e Mezzo mobile |
Torino Stazioni Fisse qualità dell’aria Mezzo Mobile |
Verbania Stazioni Fisse qualità dell’aria Mezzo Mobile |
Vercelli Stazioni Fisse qualità dell’aria e Mezzo Mobile |
Consulta la Relazione sulla qualità dell'aria della città metropolitana di Torino.
il Termovalorizzatore di Torino
Tutte le Amministrazioni, in modo coordinato, esercitano sull’impianto d’incenerimento i compiti loro attribuiti dalla legge nel campo della Prevenzione e della Tutela ambientale. Arpa, nello specifico, esercita le attività di controllo e supporta dal punto di vista tecnico-scientifico Città Metropolitana di Torino, i Comuni e le Aziende Sanitarie locali territorialmente coinvolte.
- Fase precedente avvio impianto (ante-operam). Questa fase ha avuto l’obiettivo specifico di “fotografare” la situazione prima dell’entrata in funzione del termovalorizzatore. Consulta gli approfondimenti.
- Fase di funzionamento: piano di monitoraggio e controllo Consulta gli approfondimenti.
- Fase di funzionamento: piano di sorveglianza sanitaria Consulta gli approfondimenti.
EMISSIONI
Tabella 4
Termovalorizzatore del Gerbido (TO) - marzo 2020
PARAMETRI
|
UNITA'
|
MEDIE MENSILI
|
MEDIE GIORNALIERE |
MEDIE SEMIORARIE |
||||||||
Linea |
Linea |
Linea |
Limite |
Linea |
Linea |
Linea |
Limite |
Linea |
Linea |
Linea |
||
Superi |
Min-Max |
|||||||||||
Acido cloridrico |
mg/Nm3 |
1,1 |
0,8 |
0,9 |
5 |
0 |
0 |
0 |
60 |
0,1 6,2 |
0,0 3,6 |
0,0 21,7 |
Ossido carbonio |
mg/Nm3 |
9,2 |
7,4 |
9,5 |
50 |
0 |
0 |
0 |
100 |
0,0 148,3 |
1,0 221,9 |
0,0 96,8 |
Ossidi di azoto |
mg/Nm3 |
37,9 |
44,3 |
47,4 |
70 |
0 |
0 |
0 |
400 |
0,9 297,6 |
0,0 273,1 |
0,2 294,3 |
Ossidi di zolfo |
mg/Nm3 |
0,0 |
0,2 |
0,0 |
10 |
0 |
0 |
0 |
200 |
0,0 4,9 |
0,0 20,7 |
0,0 5,1 |
Carbonio organico |
mg/Nm3 |
0,3 |
0,5 |
0,7 |
10 |
0 |
0 |
0 |
20 |
0,0 9,1 |
0,3 7,5 |
0,4 7,2 |
Polveri |
mg/Nm3 |
0,3 |
0,0 |
0,0 |
5 |
0 |
0 |
0 |
30 |
0,0 3,9 |
0,0 5,1 |
0,0 1,1 |
Acido fluoridrico |
mg/Nm3 |
0,1 |
0,1 |
0,0 |
0,5 |
0 |
0 |
0 |
4 |
0,1 0,4 |
0,1 0,4 |
0,0 0,1 |
Ammoniaca |
mg/Nm3 |
1,0 |
1,1 |
0,9 |
5 |
0 |
0 |
0 |
15 |
0,0 8,9 |
0,0 10,9 |
0,0 6,4 |
Mercurio |
µg/Nm3 |
14,5 |
25,8 |
21,5 |
- |
- |
- |
- |
- |
0,0 72,3 |
3,4 156,1 |
0,9 108,6 |
ORE MENSILI DI FUNZIONAMENTO IN MARCIA CON RIFIUTO h/mese |
Linea 1 | 636 |
Linea 2 | 722 | |
Linea 3 | 675 |
Si segnala, infine, che l’analizzatore conoscitivo in continuo delle emissioni di mercurio a camino ha registrato alcuni valori anomali (concentrazioni semiorarie superiori a 50 µg/Nm3) sulle tre linee d’incenerimento, legati alla presenza di mercurio nei rifiuti conferiti al termovalorizzatore, secondo il seguente dettaglio:15 valori anomali sulla Linea 1, 117 sulla Linea 2 e 56 sulla Linea 3.
QUALITÀ DELL'ARIA
Figura 2
Mappa dell'area circostante il termovalorizzatore con la stazione di monitoraggio di Beinasco
Fonte: Google. Elaborazione: Arpa Piemonte
Le relazioni annuali relative alla cabina di Beinasco, come pure il confronto tra i dati rilevati prima e dopo l’entrata in esercizio dell’impianto, sono disponibili nelle pagine del sito di Arpa dedicate al termovalorizzatore.
Nel seguito si riportano alcune considerazioni tratte dalla relazione 2019 sulla cabina di Beinasco relative ad alcuni inquinanti di particolare rilevanza.
Figura 3
NO2 andamento del giorno medio - anno 2019
Confronto tra la cabina del termovalorizzatore e le stazioni della Rete regionale di rilevamento della qualità dell'aria
Le fasce orarie 7.30-11.30 e 17.30-21.30 corrispondono alle ore di punta del traffico
Confrontando i livelli di concentrazioni registrati presso la stazione del termovalorizzatore con quelli misurati presso alcune stazioni della rete fissa di rilevamento fissa si osserva che il valore limite annuale (40 µg/m3) è stato rispettato presso tutti i siti.
La situazione è differente se si considera il limite massimo di superamenti consentiti (35 giorni/anno, vedi tabella 5): questo è stato superato presso tutti i siti ad eccezione della stazione di fondo rurale sita nel parco della Mandria a Druento che presenta un numero di superamenti pari a 10 rispetto ai 35 previsti dalla normativa. Tale criticità non è peraltro caratteristica della sola area urbana torinese, ma comune all’intera pianura padana.
Il numero di superamenti registrati presso la stazione di Beinasco - TRM è confrontabile con quello rilevato sia presso la stazione di fondo urbano della città di Torino sia presso la stazione di traffico che si trova all’interno della zona ZTL del capoluogo.
Il valore limite annuale di PM2,5 (25 µg/m3), in tabella 6, è stato rispettato in tutte le stazioni.
Tabella 5
PM10. Indicatori statistici - anno 2019
PM10 |
Beinasco (Termovaorizzatore) Aldo Mei |
Druento |
Settimo T. Vivaldi |
Torino |
Torino |
Torino |
valori di concentrazioni espressi in µg/m³ |
||||||
Minima media giornaliera |
3 |
5 |
5 |
5 |
5 |
6 |
Massima media giornaliera |
93 |
93 |
117 |
100 |
91 |
127 |
Media delle medie giornaliere |
27 |
19 |
34 |
28 |
27 |
38 |
Giorni validi |
355 |
355 |
353 |
351 |
350 |
356 |
Percentuale giorni validi |
97% |
97% |
97% |
96% |
96% |
98% |
Numero di superamenti livello giornaliero protezione della salute (50 µg/m³) |
49 |
10 |
63 |
45 |
48 |
83 |
Fonte: Arpa Piemonte
Tabella 6
PM2,5. Indicatori statistici - anno 2019
PM2,5 |
Beinasco (Termovalorizzatore) |
Borgaro T. |
Torino |
Torino |
Settimo T. |
valori di concentrazione espressi in µg/m³ |
|||||
Minima media giornaliera |
1 |
5 |
5 |
1 |
5 |
Massima media giornaliera |
82 |
72 |
73 |
89 |
89 |
Media delle medie giornaliere |
20 |
19 |
19 |
25 |
22 |
Giorni validi |
354 |
359 |
342 |
309 |
355 |
Percentuale giorni validi |
97% |
98% |
94% |
85% |
97% |
Mercurio aerodisperso
Il mercurio si ritrova nell’ambiente in molteplici forme, di cui due sono quelle più rilevanti dal punto di vista tossicologico: il mercurio elementare e il metilmercurio. Quest’ultimo è in assoluto la forma maggiormente tossica e biodisponibile per gli organismi viventi. In aria ambiente il mercurio si ritrova principalmente (dal 90 al 99%) come mercurio elementare allo stato gassoso.
Nella stazione di Beinasco-Aldo Mei il mercurio elementare gassoso viene analizzato con un analizzatore in continuo che fornisce concentrazioni medie orarie; il mercurio viene inoltre determinato in laboratorio sui campioni di particolato PM10. I valori medi rilevati sono in linea con quanto riportato in letteratura per le aree urbane europee. Sotto il profilo della protezione della salute sia le singole medie mensili che la media annuale risultano nel 2019 inferiori di duecento volte o più al valore di linea guida stabilito dall’OMS e di cinquanta volte o più a quelli stabiliti da U.S. - EPA e ATSDR (US Agency for Toxic Substances and Desease Register).
Figura 4
Beinasco (Termovalorizzatore). Concentrazione media mensile del mercurio
Con il termine generico di “diossine” si indica un gruppo di 210 composti chimici aromatici policlorurati, divisi in due famiglie: PCDD e PCDF. Le diossine sono sottoprodotti indesiderati di una serie di processi chimici e/o di combustione. Si tratta di composti stabili e persistenti nell’ambiente, tossici per l’uomo, gli animali e l’ambiente stesso; in particolare 17 congeneri destano preoccupazione dal punto di vista tossicologico.
I policlorobifenili (PCB) sono una serie di 209 composti aromatici clorurati. Solo 12 congeneri presentano caratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche paragonabili alle diossine e ai furani: questi vengono definiti PCB dioxin-like (PCB DL).
Per i microinquinanti (PCDD/DF e PCB) rilevati in aria ambiente presso la stazione di monitoraggio nel 2019 si conferma un andamento di tipo stagionale, situazione tipica del bacino padano, dovuta al progressivo aumento delle condizioni di stabilità atmosferica dai mesi autunnali a quelli invernali, con tendenza al confinamento degli inquinanti in prossimità del suolo e valori leggermente più alti nei periodi invernali.
Le quantità rilevate sono in linea con quelle normalmente riscontrate in un sito urbano e sempre inferiori alle Linee guida della Germania LAI-Laenderausschuss fuer Immissiosschutz - Comitato degli Stati per la protezione ambientale), pari a 150 fg I-TEQ/m3 per la somma PCDD/DF + PCB dioxin like, espressa con i fattori di tossicità WHO 2005 (figura 5).
Figura 5
Andamento sommatoria PCDD/DF + PCB dioxin like in aria ambiente - anni 2012-2019
Fonte: Arpa Piemonte
Solo nel mese di dicembre 2012, in un periodo antecedente alla messa in funzione dell’impianto di TRM, bassa piovosità e stabilità atmosferica avevano fatto sì che la concentrazione di diossine fosse superiore alle linee guida del Belgio e della Germania.
Deposizioni atmosferiche
Nella stazione di Beinasco vengono determinati nelle deposizioni atmosferiche undici specie metalliche, i principali idrocarburi policiclici aromatici e i composti che sono indicati nel linguaggio comune con il termine generico di “diossine” (policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani e policlorobifenili).
I valori di deposizione atmosferica per metalli e idrocarburi policiclici aromatici sono risultati nel 2019 in linea con quelli di siti che presentano analoghe caratteristiche ubicati nel territorio della Città Metropolitana o in ambito regionale o i cui dati sono disponibili nella letteratura scientifica. Anche nel caso del mercurio - il cui flusso di deposizione nel 2016 era risultato molto più elevato che negli anni precedenti - si osserva un rientro a valori confrontabili con quelli rilevati tra il 2013 e il 2019 (tabella 7).
Tabella 7
Valori medi annuali di deposizione di Hg a Beinasco confrontati con valori di letteratura
Flusso deposizione mercurio su base annuale ng/(m2 x d) | |||||
Anno | Beinasco TRM Aldo Mei |
Media Europea (fonte: Agenzia Europea per l'ambiente) |
Area circostante i due inceneritori di Coriano - Forlì Media su 5 anni (fonte: Arpa EMR) |
Area circostante l'inceneritori di Rimini Media su 4 anni (fonte: Arpa EMR) |
Valore limite stabilito dalla normativa nazionale in Germania e Croazia |
2013 | 36 | 27 |
540 |
660 |
1.000 |
2014 | 35 | ||||
2015 | 27 | ||||
2016 | 122 | ||||
2017 | 30 | ||||
2018 | 39 | ||||
2019 | 30 |
Poiché non esistono valori limiti di riferimento, per valutare l’entità dei valori di deposizione atmosferica dei microinquinanti (PCDD/DF e PCB dioxin like) si fa riferimento alle linee guida che alcuni stati hanno proposto a partire dai valori di “dose tollerabile per l’organismo umano” (TDI - Tolerable daily intake: quantità cumulativa di PCDD/DF e PCB “diossina-simili” che può essere giornalmente assunta, per la durata di vita media, senza che si abbiano effetti tossici apprezzabili) stabiliti dall’Unione Europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Nel 2001 il Comitato Scientifico dell’Alimentazione Umana (SCF - Scientific Committee on Food) dell’Unione Europea ha definito come obbiettivo la riduzione del livello di intake settimanale umano di “PCDD/DF+PCBdl” al di sotto di 14 pg WHO-TEQ/kg pc (picogrammi di equivalente tossico per chilogrammo di peso corporeo). A partire da questo obbiettivo alcuni stati hanno messo in relazione la dose giornaliera tollerabile (TDI) pari a 2 pg WHO-TEQ/kg di peso corporeo rispetto a valori di deposizione media mensile e/o annuale espressi in pg WHO-TEQ/m2d.
Tabella 8
Dose giornaliera tollerabile (TDI) rispetto a valori di deposizione media annuale e mensile
Assunzione giornaliera correlata (TDI) |
Deposizione media annua concessa PCDD/DF + PCBdl |
Deposizione media mensile concessa PCDD/DF + PCBdl |
pg WHO-TEQ kg pc |
pg WHO-TEQ m-2 d-1 |
pg WHO-TEQ m-2 d-1 |
2 |
8,2 |
21 |
Fonte: Cornelis at al., 2007
La Linea Guida della Germania (LAI-Laenderausschuss fuer Immissiosschutz - Comitato degli Stati per la protezione ambientale) ha definito invece per le deposizioni un valore di linea guida per la sommatoria di PCDD/DF e PCB dioxin like pari a: 4 pg WHO-TEQ m-2 d-1 come media di lungo periodo.
Nella figura 6 sono riportati entrambi i riferimenti.
La media annuale calcolata per l’anno 2019 supera la linea guida tedesca che fissa 4 pg WHO-TEQ m-2 d-1 come valore di lungo periodo, la media è però inferiore a quanto indicato in correlazione all’intake giornaliero pari a 2 pg WHO-TEQ kg pc.
La somma PCDD/DF + PCB dl è espressa con il criterio del Medium Bound dove i congeneri non quantificabili contribuiscono alla sommatoria come “LOQ/2” dove LOQ= limite di quantificazione. Nel corso del 2019 il calcolo dell’LOQ ha subito una modifica per PCDD/DF, il nuovo limite di quantificazione calcolato per PCDD/DF è più elevato del precedente e comporta un incremento dei valori calcolati come medium bound, in particolare per quei campioni che presentano un elevato valore di congeneri inferiori all’LOQ per i quali il calcolo della sommatoria rappresenta una sovrastima della concentrazione reale.
Figura 6
Medie annuali della sommatoria PCDD/DF + PCB dioxin like nelle deposizioni
Fonte: Arpa Piemonte
SALUTE DELLA POPOLAZIONE
Nel corso del 2016 è iniziata l'ultima fase di SPOTT: circa 400 persone, 200 residenti nell’area di ricaduta delle emissioni dell’impianto (ossia a Beinasco, Grugliasco, Orbassano e Rivalta), 200 torinesi residenti nel quartiere Mirafiori, 13 allevatori e un gruppo di dipendenti sia di TRM che di imprese in appalto hanno effettuato nei mesi di giugno e luglio l'ultima fase di prelievi prevista dal Protocollo SPoTT. Si tratta di un importante appuntamento utile a valutare se ci siano state modifiche nella quantità di alcuni inquinanti presenti nell'organismo, a tre anni dall'avvio dell'impianto del Gerbido.
Figura 7
Confronto tra i livelli di OH-IPA prima dell’avvio dell’impianto (T0), ad un anno dall’avvio dell’impianto (T1) e dopo tre anni (T2), divisi per ASL di residenza. Valori mediani. Concentrazioni espresse in ng/g creatinina
Analizzando l’andamento nel tempo si è osservata una riduzione dei livelli di OH-IPA rispetto alle concentrazioni misurate prima dell’avvio dell’impianto.
Un documento contenente una sintesi completa del programma di sorveglianza sanitaria è disponibile al link
Consulta l’approfondimento in Aria Impatti Salute
Molestie olfattive
Che cosa è l’odore?
L’odore è la risposta sensoriale del nostro cervello ad una stimolazione determinata da una miscela più o meno complessa di sostanze che vengono in contatto con l’epitelio olfattivo. L’odore dell’aria che respiriamo è stato riconosciuto come una variabile ambientale che può determinare la qualità della vita e influire sulle attività economiche (attività lavorative, turismo, ecc.).
Le emissioni odorigene in atmosfera derivanti dalle attività produttive sono divenute un problema sempre più attuale, anche in relazione all’aumentata sensibilità della popolazione nei confronti degli odori ed alla progressiva estensione delle aree urbanizzate, che in molti casi hanno portato le zone residenziali a ridosso delle aree industriali, generando situazioni conflittuali sul territorio.
Talvolta l’odore può erroneamente essere associato ad una possibile tossicità dell’aria. Tuttavia, bisogna considerare che, se è vero che l’odore per la maggior parte dei casi non è causa di conseguenze sulla salute, è altrettanto documentato in letteratura come, a lungo andare nei soggetti che avvertono le suddette problematiche, possano subentrare fattori psicologici in grado di peggiorare la percezione del proprio stato.
Quante sono le segnalazioni dei cittadini?
Spesso gli esposti o segnalazioni, con cui i cittadini lamentano situazioni di disagio, riguardano disturbi olfattivi. Per dare un’idea della dimensione del fenomeno, sul solo territorio dell’area metropolitana di Torino, dal 2014 al 2019, Arpa ha ricevuto 1.914 esposti che riguardano le molestie olfattive su di un totale di 3.873 esposti per tutte le matrici ambientali (49% del totale complessivo). Nel 2019 le segnalazioni relative al disturbo olfattivo sono state 343, rispetto ad un totale riferito alle diverse matrici di 687 (quasi il 50%). La problematica non è avvertita solamente nel torinese. La figura 6 rappresenta i dati raccolti su tutto il Piemonte da Arpa attraverso l’Ufficio per le relazioni con il pubblico (URP), riferiti al numero di contatti, che comprende segnalazioni, esposti, richieste di informazioni, richieste di accesso agli atti e informazioni sullo stato di avanzamento di una pratica. I dati sono riportati dal 2012 anno in cui, per monitorare meglio le tipologie di richieste e segnalazioni, l’URP ha inserito all’interno della voce “aria” la sottovoce “puzze”. L’anno 2015 ha fatto registrare il numero più alto di contatti per le puzze, pari al 10,5% del totale.
Figura 8
Contatti URP a livello regionale - anni 2012-2019
Come rispondere a questa problematica?
Per rispondere a questa problematica, il monitoraggio, il controllo e la valutazione dell’impatto olfattivo è oggetto di sempre maggiore attenzione per la pubblica amministrazione - gli enti preposti al rilascio delle autorizzazioni ambientali - e di conseguenza per gli enti di controllo quali le Agenzie ambientali.
Dovendo affrontare questa tipologia di problematiche, diventa quindi importante “quantificare” questa sensazione, per renderla meno soggettiva possibile.
La vasta gamma di sostanze potenzialmente odorigene, la soggettività fisica e psichica della percezione di un odore, i fattori ambientali, uniti alla complessità del sistema olfattivo, rappresentano una serie di ostacoli che rendono la caratterizzazione degli odori e il controllo dell’inquinamento olfattivo particolarmente complessi. Ciononostante, anche l’odore può essere quantificato, attraverso l’applicazione di procedure standardizzate a livello europeo. In questo modo i risultati ottenuti dalle misurazioni sono confrontabili anche fra laboratori diversi.
Come Arpa Piemonte gestisce la problematica
In Piemonte dal 2013 Arpa ha allestito un laboratorio olfattometrico per la determinazione della concentrazione di odore e ha introdotto nel laboratorio chimico uno strumento per la caratterizzazione chimica delle sostanze odorigene a basse concentrazioni. Tale esperienza ha consentito all’Agenzia di collaborare con le Autorità competenti per la migliore gestione delle problematiche legate alla percezione di odori molesti manifestate in questi anni.
Nel 2016 l’Agenzia ha aggiunto alla sua dotazione strumentale un sistema automatico per il monitoraggio dell'odore (IOMS), più comunemente detto "naso elettronico", per implementare la capacità di indagine in campo olfattometrico, integrando le possibilità già presenti con l'utilizzo dell'olfattometro. Il naso, una volta messe a punto le metodiche del suo utilizzo, consente di eseguire un monitoraggio in continuo dell’odore. Le potenzialità di questa tecnica sono molto interessanti e l’impiego è sempre più diffuso. Ad oggi si sta lavorando a livello nazionale ed europeo alla stesura di un riferimento normativo per uniformare l’utilizzo di questo metodo (in Italia è recente l’emanazione della UNI11761:2019, mentre, a livello europeo, è attivo il Working Group 41 del Comitato europeo di normalizzazione CEN/TC 264 qualità dell’aria).
Queste attività sono integrate e completate con la modellistica meteodispersiva, utilizzata per la stima dell’impatto delle sostanze odorigene emesse da diverse tipologie di sorgenti, al fine di individuare le aree di interesse dei fenomeni di molestia olfattiva. Arpa utilizza, per gli studi di dettaglio ad elevata risoluzione su area limitata, un sistema basato su modelli tridimensionali in grado di descrivere i fenomeni di trasporto e dispersione di inquinanti prodotti da specifiche sorgenti in condizioni orograficamente e meteorologicamente complesse; nel caso delle molestie olfattive e, più in generale, nel caso di simulazione di inquinanti considerati come non reattivi, la dispersione in atmosfera è descritta attraverso un modello lagrangiano a particelle che permette di valutare l’impatto di specifiche sorgenti anche su singoli episodi.
L'olfattometria dinamica
Ad oggi la metodologia di elezione per la valutazione della molestia olfattiva è rappresentata dall’olfattometria dinamica, standardizzata e normata a livello europeo dalla normativa tecnica EN 13725/2003 “Air quality - Determination of odour concentration by dynamic olfactometry - CEN, Comitato europeo per la normalizzazione, 2003”, recepita a livello nazionale dalla norma UNI EN 13725/2004 “Qualità dell’aria - Misura della concentrazione di odore mediante olfattometria dinamica”. Attualmente la norma europea si trova in fase di revisione da parte del Working Group 2 del Comitato Europeo di Normalizzazione CEN/TC 264.
Si tratta di una tecnica sensoriale per la misura oggettiva della concentrazione di odore di campioni gassosi basata sull’impiego del naso di un gruppo (panel) di valutatori selezionati mediante l’uso di una sostanza di riferimento (n-butanolo).
L’olfattometria dinamica permette di ottenere la concentrazione di odore, espressa in unità odorimetriche al metro cubo (ou/m3) a 20 °C, che rappresentano il numero di diluizioni necessarie affinché l’odore sia percepibile dal 50% della popolazione.
Il panel di valutatori viene selezionato con la logica di scartare sia i nasi troppo sensibili sia quelli che lo sono troppo poco, in modo da rappresentare il livello medio di percezione dell’odore. I campioni d’aria vengono prelevati dal sito oggetto di indagine e raccolti in sacchetti e successivamente condotti in laboratorio, dove vengono analizzati per mezzo di uno strumento, l’olfattometro, che diluisce l’aria osmogena campionata con aliquote di aria neutra secondo rapporti definiti.
Nonostante la metodologia olfattometrica sia riconosciuta come la tecnica più idonea per il monitoraggio delle emissioni odorigene, la sua applicazione non è sufficiente a valutare completamente i casi di molestia olfattiva. Infatti, tale tecnica non è applicabile per un monitoraggio in continuo, inoltre, necessita tempi ristretti tra campionamento e analisi (massimo 30 ore). Per tale ragione, l’olfattometria dinamica è spesso affiancata ad altre metodologie (caratterizzazione chimica, valutazione delle segnalazioni della popolazione e indagini in campo, uso di sensori e analizzatori in continuo monoparametrici e multiparametrici, nasi elettronici), per un approccio integrato alla problematica della molestia olfattiva.
Linee guida
In assenza, nell’ordinamento italiano, di una specifica disciplina per le emissioni odorigene che fornisca valori limite di riferimento e metodi o parametri che permettano di quantificare il disturbo, alcune regioni si sono dotate di specifiche linee guida. In particolare, la Giunta Regionale del Piemonte ha approvato, con la Deliberazione 13-4554 del 9/01/17, le “Linee guida per la caratterizzazione e il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività ad impatto odorigeno”.
Le linee guida piemontesi si applicano agli impianti soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale che possano determinare emissioni olfattive e alle attività soggette a Valutazione di Impatto Ambientale o Verifica di assoggettabilità da cui derivino emissioni odorigene; vengono inoltre definite le modalità di gestione di problematiche olfattive dovute ad attività diverse dalle precedenti, a fronte del coinvolgimento di significative porzioni di territorio o di popolazione, dove approcci preliminari per la risoluzione del problema siano risultati inefficaci.
Le linee guida sono completate da documenti che definiscono:
- una metodologia di monitoraggio sistematico della percezione olfattiva avvertita dalla popolazione (parte II), che include la verifica e la validazione delle segnalazioni;
- le modalità di campionamenti olfattometrici in campo, per la determinazione dell’impatto odorigeno (parte III);
- la metodologia di caratterizzazione chimica delle sostanze odorigene (parte IV);
- i requisiti che devono essere soddisfatti nella redazione di uno studio di impatto olfattivo mediante simulazione modellistica meteodispersiva (parte V).
La DGR ha definito il percorso per affrontare le problematiche di disturbo olfattivo, coinvolgendo attivamente i soggetti interessati. Dall’emanazione della DGR sono stati attivati numerosi Tavoli di Confronto sul territorio regionale.