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AREE NATURALI TUTELATE

L'argomento Aree Naturali Tutelate rientra negli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile in particolare nell'Obiettivo 15:

Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre

Strumenti di pianificazione e di gestione della Rete Natura 2000 e delle Aree protette

Nel 2017 il processo per l’approvazione delle Misure di Conservazione sitospecifiche è stato ultimato e, conseguentemente, il MATTM ha emanato i relativi Decreti, designando 122 Zone Speciali di Conservazione.
L’attività di redazione, aggiornamento, perfezionamento ed approvazione dei Piani di Gestione dei siti della Rete Natura 2000 è in continuo svolgimento. I soggetti gestori dei siti della Rete Natura 2000 rendono disponibili, ai sensi dell’art. 42 della l.r. 19/2009, le bozze dei Piani per la consultazione e l’espressione delle eventuali osservazioni da parte degli aventi diritto.
I Piani vengono successivamente adottati dai soggetti gestori e trasmessi in Regione per l’approvazione che avviene con Deliberazione della Giunta regionale. Oltre ai 23 Piani di Gestione già approvati nel 2018, nel corso del 2019 sono stati adottati dai rispettivi soggetti gestori 17 piani di gestione per i siti della rete natura 2000. In alcuni casi i siti sono coincidenti con Aree protette per cui i piani possono avere anche funzione di piano naturalistico.
Per quanto riguarda le aree protette gli strumenti di pianificazione previsti sono il Piano d’area e il Piano naturalistico. Nel 2019 sono stati redatti 2 piani naturalistici per aree protette non coincidenti con RN2000 (spina verde, Parco fluviale Gesso Stura)
Inoltre i soggetti gestori delle Aree protette possono redarre Piani forestali aziendali sul territorio delle aree da loro gestite, e nel 2019 è stato redatto, ad integrazione del piano di gestione già approvato in precedenza, il PFA per il sito IT1180011 Massiccio dell'Antola - Monte Carmo - Monte Legnà.
Le Regioni Piemonte e Valle d’Aosta nel 2019 hanno approvato il Piano del Parco Nazionale del Gran Paradiso che, avendo anche funzione di Piano di Gestione per il sito Natura 2000 coincidente con l’Area protetta, ha permesso la sua designazione come ZSC nel 2020 da parte del Ministero dell’Ambiente.
Sul sito della Regione Piemonte è consultabile tutta la documentazione relativa ai piani adottati o approvati.

Monitoraggio direttive Habitat e Uccelli

Secondo quanto previsto dall'art. 11 della Direttiva Habitat, gli Stati Membri sono tenuti a garantire la sorveglianza dello stato di conservazione degli habitat e delle specie (elencate negli Allegati I, II, IV e V) di interesse comunitario su tutto il territorio nazionale.
I risultati del monitoraggio devono essere trasmessi alla Commissione Europea in accordo con l'articolo 17 della Direttiva Habitat, che prevede ogni sei anni l'elaborazione di un Rapporto Nazionale sullo stato di attuazione delle disposizioni della Direttiva stessa.
Analogamente, il monitoraggio dello stato di conservazione è un'attività indispensabile anche per valutare il raggiungimento di quanto previsto all'art. 2 della Direttiva Uccelli, ovvero il conseguimento per tutte le specie di avifauna di un livello adeguato di conservazione.
Dall’entrata in vigore della Direttiva Habitat sono già stati prodotti dagli Stati Membri quattro National Report, di cui l’ultimo si riferisce al periodo 2013-2018 e i cui risultati sono stati pubblicati nel 2019 con le valutazioni dello stato di conservazione delle specie e degli habitat.
Il IV Report è stato predisposto con il coordinamento nazionale della Direzione Protezione della Natura e del Mare del Ministero dell’Ambiente, con il supporto tecnico di ISPRA e la collaborazione delle principali Società scientifiche nazionali; le attività di monitoraggio e di rendicontazione sono state effettuate dalle dalle Regioni e Province Autonome. Tale collaborazione ha consentito di raccogliere, elaborare, revisionare e validare una enorme mole di dati e di definire le valutazioni sullo stato di conservazione necessarie alla compilazione dei format predisposti dalla Commissione Europea.

In Regione Piemonte tale attività è stata svolta in collaborazione con l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente e l’Università degli Studi di Torino e ha visto il forte coinvolgimento dei soggetti gestori dei siti Natura 2000 (Aree protette e Province). I dati trasmessi al Ministero dell’Ambiente e all’ISPRA rappresentano il risultato delle attività di verifica sul campo e di analisi dei dati dei monitoraggi condotti dai Soggetti gestori dei siti Natura 2000 e dall’IPLA nel periodo 2013-2018.
A seguito della conclusione IV Report, è proseguita l’attività di formazione del personale dei Soggetti gestori e di monitoraggio in campo delle specie e degli habitat per il nuovo ciclo di Reporting 2019-2024.
Sempre nel 2019, si è conclusa, con la trasmissione alla Commissione europea, anche la rendicontazione nazionale ai sensi dell’art. 12 della Direttiva Uccelli.
In Piemonte la rendicontazione si è basata sulla sintesi dei dati raccolti con AVES.PIEMONTE, piattaforma d’informazione per gli ornitologi e gli osservatori di uccelli e di altri gruppi faunistici della Regione Piemonte, e la fattiva collaborazione del GPSO (Gruppo Piemontese Studi Ornitologici).

PAF - Prioritized Action Framework
(quadro di azioni prioritarie per la Rete Natura 2000)

Nel 2019 è stato redatto il Format del PAF predisposto dalla CE, corrispondente al periodo del QFP 2021-2027 (quadro finanziario pluriennale) ed è stata avviata la fase di condivisione dello strumento con le strutture regionali competenti per la gestione di risorse di derivazione comunitaria.
Infatti, in adempimento dell’art. 8, paragrafo 1, della Direttiva Habitat, gli Stati membri sono tenuti a trasmettere alla Commissione le proprie stime relative al cofinanziamento dell’Unione europea che ritengono necessario al fine di adempiere agli obblighi in relazione a Natura 2000. Ciò comporta l’individuazione delle esigenze ecologiche degli habitat e delle specie presenti nei siti RN2000, la predisposizione Misure di Conservazione/Piani di Gestione e la conseguente individuazione delle azioni prioritarie da finanziare. In Italia il PAF viene redatto dalle singole Regioni. Un primo PAF era stato già predisposto per il periodo 2014-2020 (approvato in Piemonte con DGR 1325 del 20/04/15).
Lo scopo del documento è di fornire una panoramica generale nel periodo di riferimento del QFP 2021-2027 per la programmazione dei Fondi europei delle misure necessarie per attuare la rete Natura 2000 e la relativa infrastruttura verde, e indicare un quadro del fabbisogno finanziario per tali misure in vista della loro integrazione nei pertinenti programmi di finanziamento della Politica Agricola Comune (PAC), della Politica di coesione, Politica della pesca e acquacoltura e del Programma per l’Ambiente LIFE dell’UE
Il PAF fornisce, nell’ambito della predisposizione dei Programmi, indicazioni per le analisi di contesto iniziale, costituisce base fondamentale per l’identificazione, in sede di definizione dei contenuti dei Programmi, dei fabbisogni del territorio rispetto alle tematiche trattate e agevola le amministrazioni responsabili nel perseguire gli obiettivi di tutela dell’ambiente naturale e della biodiversità che costituiscono uno degli obiettivi generali nelle disposizioni regolamentari che indirizzano la programmazione dei fondi europei 2021-2027.
Tutto ciò in considerazione del fatto che non è prevista una linea di finanziamento specificatamente dedicata a RN2000. L’intento della Commissione europea è stato quello di integrare la conservazione della biodiversità nelle politiche di sviluppo e di gestione del territorio europeo.

La definizione della Rete Ecologica Regionale

La Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile si è posta l’obiettivo di ridurre dal 50% al 30% le specie animali e vegetali minacciate, arrestando la perdita di biodiversità, garantendo una gestione sostenibile delle risorse naturali e creando una comunità con territori resilienti.
Nel corso del 2013 si sono avviate le attività propedeutiche alla creazione del gruppo di lavoro interdirezionale sulla Rete Ecologica Regionale.
Con la DGR 27-7183 approvata il 3/03/14 è stato formalizzato tale gruppo di lavoro in cui è previsto il supporto tecnico scientifico della Struttura "Ambiente e Natura" di Arpa Piemonte.
L'obiettivo del gruppo di lavoro è coordinare, partendo dal livello regionale, l'implementazione del disegno di Rete Ecologica Regionale contenuto negli strumenti di pianificazione regionale e previsto dalla LR 19/09 "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità".

Al fine di raggiungere questo obiettivo, la Regione Piemonte ha preso parte al progetto Novara in Rete, assieme a Lipu (capofila), Provincia di Novara, Arpa Piemonte e Università di Pavia. Obiettivo: consolidare e approfondire le conoscenze utili a definire la Rete Ecologica della Provincia di Novara.
Il progetto è stato finanziato dalla fondazione Cariplo, nell'ambito del bando "Area Ambiente - Piano d'azione: Promuovere la sostenibilità ambientale a livello locale".

La ricerca, finalizzata all'individuazione delle Aree prioritarie per la conservazione della biodiversità nella Provincia di Novara, si è basata sull'ottenimento delle informazioni dirette da parte dei maggiori esperti presenti sul territorio.
Ecco qualche numero del progetto: quasi tre anni di lavoro; 270 mila euro di budget; 26 esperti che hanno partecipato ai gruppi di lavoro; 21 aree sorgenti di biodiversità; 1.174 immagini utili per attestare 847 passaggi faunistici.

Perché la provincia di Novara? I processi di degrado si possono arrestare solamente con il miglioramento della funzionalità delle connessioni ecologiche e con la protezione dei collegamenti naturali tra l'area prealpina e la pianura. La provincia di Novara presenta caratteristiche che la rendono particolarmente interessante per il dualismo innato di quel territorio: lungo il Ticino e il Lago Maggiore ci sono centri urbani di medie dimensioni che la rendono simile alla zona pedemontana lombarda, mentre la parte sud è immersa in un contesto agricolo che la proietta verso la Pianura Padana.
Dato che la varietà del paesaggio è uno degli ingredienti principali della biodiversità, è facile comprendere come questa porzione di territorio si presti perfettamente a un progetto che connette contesti naturali e socioeconomici differenti, che tuttavia possono essere complementari.
La metodologia adottata, volta a identificare e cartografare le aree più importanti per la conservazione della biodiversità, è stata sviluppata precedentemente in Lombardia, Veneto, nei Carpazi e in altre aree del mondo e si può riassumere in questi sei punti:
  1. Identificazione delle aree sorgenti di biodiversità applicando il metodo espert based già utilizzato in Regione Lombardia (Bogliani et al, 2007)
  2. Applicazione a scala provinciale della metodologia regionale di riferimento per l'individuazione degli elementi della rete ecologica regionale (metodologia elaborata da Regione Piemonte e Arpa Piemonte e approvata dalla Giunta Regionale con la DGR 52-1979 del 31/07/15 “Legge regionale del 29 giugno 2009, n. 19 "Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità". Approvazione della metodologia tecnico-scientifica di riferimento per l'individuazione degli elementi della rete ecologica regionale e la sua implementazione.”)
  3. Conseguente individuazione delle situazioni di maggiore criticità (es. restringimenti, previsioni in contrasto, infrastrutture impattanti) e delle maggiori criticità della matrice diffusa e delle aree sorgenti
  4. Analisi della rete ecologica attualmente identificata dal PTP a partire dalle componenti faunistiche e vegetazionali in base a quanto emerso dai precedenti approfondimenti
  5. Monitoraggio delle componenti faunistiche e vegetazionali di maggior rilievo
  6. Studio di fattibilità per gli interventi di deframmentazione del territorio in presenza di infrastrutture viarie o insediative su varchi critici
Gli ecosistemi non conoscono confini amministrativi e politici, dunque è necessario dotare le amministrazioni locali di strumenti conoscitivi utili a integrare e uniformare le politiche di pianificazione territoriale. La frammentazione del territorio e la distruzione degli habitat sono infatti la causa principale della perdita di biodiversità.
Il concetto di rete ecologica non nasce con questo lavoro: esso è già presente nell'ambito della pianificazione territoriale e paesaggistica a livello comunale, provinciale e regionale. Eppure, i diversi livelli politici e amministrativi non sempre creano strumenti di regolamentazione integrabili tra loro, a causa di scale di dettaglio non sempre uniformi, ma soprattutto per l'assenza di un approccio metodologico univoco.

Per ulteriori informazioni è possibile visitare l'apposita pagina del sito della Regione Piemonte, da cui è possibile scaricare tutti gli allegati progettuali.
La metodologia completa è presente come allegato alla suddetta DGR e sul sito dell'Arpa Piemonte.

UNESCO - Riserve della Biosfera MaB

In Piemonte sono presenti tre Riserve della Biosfera riconosciute dall’UNESCO nell’ambito del Programma Man and Biosphere: si tratta di zone di pregio ambientale che rappresentano un modello di eccellenza nel rapporto equilibrato tra uomo e natura dove si sperimentano, con il coinvolgimento delle comunità locali, modelli di sviluppo “consapevoli” orientati a coniugare lo sviluppo economico e sociale con l’attenzione alla conservazione delle risorse naturali delle aree interessate, in particolare della biodiversità.
In coerenza con le loro finalità istituzionali, alcuni Enti di gestione delle Aree protette, insieme ad un vasto partnerariato locale, hanno promosso l’istituzione delle Riserve della Biosfera e ottenuto dall’UNESCO il prestigioso riconoscimento.

Riserva della Biosfera Area MaB Ticino, Val Grande, Verbano

L’area interessa 233 Comuni tra Lombardia e Piemonte, in un territorio di oltre 322.000 ettari di estensione ricomprendente i due Enti Parco regionali del Ticino di Lombardia e Piemonte e un ampio partnerariato locale che ha definito una comune strategia comprendente la gestione degli ecosistemi naturali e iniziative di sviluppo responsabile.
Nel corso del 2019, l’Ente di gestione delle Aree protette del Ticino e del Lago Maggiore, nell’ambito delle attività della Riserva della Biosfera MAB Ticino Val Grande Verbano, ha operato per la valorizzazione ambientale e la conoscenza del riconoscimento MAB con numerose iniziative ed eventi, in particolare con:
  • la cerimonia di sensibilizzazione e consegna delle attestazioni UNESCO ai Comuni e alle Province che hanno aderito al Programma MAB;
  • la collaborazione alla predisposizione della pubblicazione del Ministero dell’Ambiente “Italian MABUNESCO Biosphere Reserves - A rising Network”;
  • la realizzazione di roll-up tematici itineranti della Riserva MAB e di pieghevole divulgativo;
  • la presentazione di buone pratiche agricole e prodotti agro-alimentari a marchio Parco alla sede UNESCO di Parigi nell’ambito dell’evento “Biosphere Programme International Co-ordinating Council (MAB-ICC) Taste and discover italian Biosphere Reserves”;
  • la partecipazione al Festival Cromatico “suoni, colori e sapori del Lago Maggiore” con minipresentazioni di sensibilizzazione;
  • la partecipazione a serate ed eventi rivolti alla popolazione e a operatori del territorio in cui è stato presentato il riconoscimento MAB e le opportunità connesse.

L’Ente ha inoltre realizzato attività nell’ambito del progetto Cariplo ARETÈ – ACQUA IN RETE - Parco come laboratorio di esportazione buone pratiche in area MAB consistenti in interventi di valorizzazione, salvaguardia del reticolo irriguo per migliorare la circolazione dell’acqua e la diversificazione eco-sistemica, creazione/riqualificazione di aree umide, incremento delle superfici gestite a marcita o prato allagato, realizzazione di tessere agroambientali, ripristino delle bose,  riqualificazione boschi igrofili, interventi di miglioramento forestale.

Riserva della Biosfera transfontaliera del Monviso

La Riserva interessa un ampio territorio tra Italia e Francia costituito, in Italia, da una core area formata dal Parco naturale del Monviso e da una buffer zone composta da 65 comuni in provincia di Cuneo e di Torino e in Francia dall’area del Parco regionale del Queyras e alcune aree limitrofe. Obiettivo della Riserva è attuare una strategia di sviluppo, in stretta collaborazione con gli operatori locali e i soggetti rappresentativi del territorio, che coniughi la gestione degli ecosistemi naturali con iniziative di sviluppo sostenibile in campo energetico, turistico e delle produzioni primarie.
Nel corso del 2019, il Parco del Monviso ha svolto attività di coordinamento in collaborazione con il Parco nazionale francese del Queyras e alcune attività di particolare interesse e rilievo nazionale, in particolare:
  • 2° edizione del “MAB UNESCO Monviso Youth Camp”, il Camp ha l’obiettivo di sensibilizzare i partecipanti (25 ragazzi italiani e francesi tra i 15 e i 18 anni) sulle tematiche dello sviluppo sostenibile, dei cambiamenti climatici e del Programma MAB UNESCO mediante incontri, dibattiti e azioni concrete sulla sostenibilità ambientale e di coinvolgimento nella gestione della Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso quali agenti del cambiamento e della promozione di una società più equa e sostenibile. Il MAB UNESCO Monviso Youth Camp ha avuto un notevole successo a livello nazionale e internazionale, in particolare, è stato presentato come buona pratica rappresentante dell’Italia a EUROMAB 2019 (Dublino, Aprile 2019).
  • Meeting nazionale delle Riserve della Biosfera MAB UNESCO: si è svolto dal 18 al 21 settembre 2019 a Saluzzo, nel territorio della Riserva della Biosfera del Monviso. L’evento, convocato dal Ministero dell’Ambiente e delle Tutela del Territorio e del Mare, ha visto la presenza di tutte le 19 riserve MAB italiane e di rappresentanti UNESCO. Durante il meeting è stato verificato lo stato di attuazione del Programma Man and Biosphere UNESCO in Italia e le opportunità offerte ai territori e alle comunità dalle Riserve della Biosfera.
  • I trofei MAB UNESCO: si tratta riconoscimenti frutto di concorsi (che nella Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso assumono un carattere transnazionale) volti a premiare progetti di eco-cittadinanza innovativi che si possano tradurre in buone pratiche replicabili su altri territori. Nel 2019 il concorso, rivolto a tutti gli operatori della Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso - aziende, associazioni, persone fisiche o scuole - ha riguardato progetti attinenti a: agricoltura locale e responsabile, vita e lavoro nella Riserva della Biosfera (favorire l’occupazione, la qualità della vita e la sostenibilità, legami sociali, intergenerazionali e transfrontalieri), innovazione nell'ambito dell’energia sostenibile, valorizzazione e promozione del patrimonio culturale e delle conoscenze all'interno della Riserva della Biosfera. I Trofei della Riserva sono stati consegnati nel corso della cerimonia ufficiale tenutasi a Faule nel mese di ottobre 2019.
  • Eco-attori della Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso: per rispondere alla richiesta di alcuni operatori socio-economici (imprese o associazioni) di essere riconosciuti per il loro impegno sul territorio della Riserva MAB in cui esercitano la loro attività.
  • Rete degli eco-attori. La Riserva della Biosfera transfrontaliera del Monviso ha attivato una rete di eco-attori costituita da operatori socio-economici (imprese o associazioni) riconosciuti per il loro impegno sul territorio della Riserva MAB. L’iniziativa è finanziata dal Programma Interreg Alcotra 2014-2020 nell’ambito del PITER Terres Monviso. Nel corso dell’anno 2019 è stata attivata l’animazione territoriale volta ad individuare e selezionare i primi candidati al ruolo di “eco-attore” e alla costruzione di una rete territoriale.

Riserva della Biosfera “CollinaPo”

L’area della Riserva interessa le aree protette del Po e della Collina torinese e numerosi comuni tra i quali la Città di Torino. L’area presenta importanti valenze naturalistiche e paesaggistiche compresi numerosi habitat di importanza comunitaria.
Nel 2019 l’Ente di gestione delle Aree protette del Po torinese ha partecipato attivamente agli incontri istituzionali degli organi della Riserva MaB “CollinaPo”: l’Assemblea, formata da tutti gli enti aderenti alla Riserva, il Comitato Esecutivo e la Segreteria tecnica.
L’Ente Parco ha, inoltre, contribuito a implementare i materiali di rappresentanza della Riserva: grazie al sostegno economico della SMAT, partner sostenitore della progettualità già dalle prime fasi di candidatura.
L’Ente Parco ha contribuito alla definizione delle linee guida del Piano d’azione che la Riserva deve attuare relazionandosi con il Ministero dell’Ambiente, al quale fa capo la progettualità UNESCO delle Riserve MaB.
L’Ente Parco ha inoltre partecipato al 2° Meeting nazionale delle Riserve della Biosfera MaB UNESCO tenutosi a Saluzzo nel settembre 2019 portando in workshop e tavoli di confronto con le altre Riserve l'esperienza dell'Ente Parco quale soggetto promotore della Riserva “CollinaPo”, fin dalle prime fasi della progettazione avviata nel 2014, che ha poi portato al conseguimento del riconoscimento nel 2016.
Prossimi obiettivi della Riserva MaB “CollinaPo” sono l’organizzazione del 1°Meeting MaB “CollinaPo e la cooperazione con il team di “Caschi verdi”, esperti messi a disposizione dal Ministero dell’Ambiente per sostenere l’operato delle Riserve.

Riqualificazione dell’habitat dei fontanili ad alta naturalità

La collaborazione tra Città metropolitana di Torino e Comune di Vigone è nata a seguito della richiesta di supporto da parte dell’Amministrazione comunale alla Direzione Azioni Integrate con gli Enti Locali della CMT al fine di individuare aree di compensazione ambientale che ottemperassero a quanto richiesto in sede di Valutazione Ambientale Strategica (VAS).
Essendo il Comune particolarmente sensibile alla tutela dei fontanili, la CMT, con anche il supporto del proprio gruppo di lavoro interno interdipartimentale “Natura”, sta quindi lavorando a uno studio di fattibilità per la valorizzazione di tali ambienti acquatici che allo stato attuale non godono di nessuna forma di tutela, non essendo inseriti tra i corpi idrici soggetti agli obiettivi di qualità ambientale previsti dalla Direttiva Acque.
Tale progetto di recupero dei fontanili intende essere uno studio "pilota" per un'azione più ampia di analisi e implementazione delle compensazioni ambientali che derivano dal consumo generato sia da interventi di natura pianificatoria e urbanistica (VAS) sia puntuale (VIA), che la CMT sta avviando sui Comuni dell'Area Metropolitana, con l'intento di coordinare il più possibile gli interventi compensativi ambientali posti in atto nei territori comunali, per fare in modo che i benefici delle compensazioni ambientali vadano oltre il territorio del singolo Comune, ma possano atterrare e quindi produrre i loro effetti su aree più vaste.
L’uscita del bando del Piano di Sviluppo Rurale per l’operazione 4.4.1 (Elementi naturaliformi dell’agroecosistema) durante l’elaborazione dello Studio di fattibilità tuttora in corso, ha poi rappresentato un’occasione per iniziare a dare maggiore concretezza allo studio per cui la CMT ha supportato il Comune di Vigone per la candidatura di un progetto di riqualificazione naturalistica di 2 tratti di fontanili interrati. Allo stato attuale la domanda è stata considerata ammissibile al finanziamento.

Il "Protocollo d'intesa per la realizzazione del Contratto di zona umida della pianura risicola vercellese" siglato nel 2019 tra la Provincia di Vercelli e 23 comuni della pianura risicola, e attualmente in fase di VAS, prevede una serie di azioni di tutela e riqualificazione di fontanili. In attesa di attivare linee operative è iniziata un’azione di sensibilizzazione che ha portato all’avvio di alcuni progetti di recupero da parte di privati nei comuni di Bianzé e Tronzano Vercellese tramite il bando 4.4.1. del Psr. Nel frattempo, con la collaborazione del Comune di Tronzano Vercellese è proseguito lo studio dei fontanili da parte di Arpa Piemonte, in collaborazione con Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi dell’Università di Torino. In particolare, è stato condotto il monitoraggio di alcuni indicatori floristici e faunistici di questo habitat (libellule e flora acquatica) in un fontanile in comune di Tronzano Vercellese, a poche centinaia di metri dalla ZPS “Risaie Vercellesi”, preceduto da uno studio topografico, idrochimico e vegetazionale di 8 altri fontanili nell’area tra Livorno Ferraris e Crova (VC).

Tale studio ha avuto come scopo di contestualizzare i fontanili all’interno della realtà odierna della pianura risicola vercellese e sperimentare un metodo semiquantitativo per l’individuazione dei gradienti ambientali lungo cui si distribuiscono le comunità vegetali vascolari, in funzione di una classificazione funzionale dei siti. A livello idrochimico i valori di conducibilità elettrolitica evidenziato indicano una bassa mineralizzazione delle acque di fontanile. La media della zona si colloca tra i 300 ed i 400 μS, a causa della natura silicatica dei depositi quaternari attraversati dalle acque che giungono nella zona centrale della Pianura vercellese a sud del fiume Elvo. Per quanto concerne la facies idrochimica le acque rientrano nella facies a chimismo bicarbonato-calcico e magnesiaco.

I dati raccolti di Odonati confermano che le comunità dei fontanili si attestano su livelli elevati, se confrontati con studi recenti condotti nella matrice risicola della pianura vercellese. Laddove sono state perlustrate solo camere di risaia, la ricchezza specifica è risultata inferiore, anche se le aree agricole ricadevano in siti Rete Natura 2000.
Questi risultati confermano l’importanza dei fontanili quali elementi naturali essenziali per la conservazione di comunità di libellule ricche di specie e con popolazioni abbondanti. Poiché questi insetti sono al vertice delle catene alimentari, sia come adulti sia nella fase acquatica larvale, essi assumono un ruolo chiave di “specie ombrello”, tale per cui la loro conservazione consente di salvaguardare anche gli ecosistemi che li sostengono. Quanto migliori le condizioni di naturalità dei fontanili, quanto maggiore il loro ruolo sia di hotspot di biodiversità, e quindi di serbatoi che consentono la potenziale irradiazione di specie nel contesto agricolo circostante, sia di siti di rifugio per le specie stesse.

L’informazione ambientale come risposta

L’ambiente è un bene pubblico è in quanto tale può essere ottenuto solo collettivamente, in un contesto di responsabilità diffuse e universali. I “benefici ambientali” non sono appropriabili né commerciabili, e dunque la loro comunicazione risponde a logiche pubbliche e di servizio e non privatistiche e di mercato.
L’azione pubblica è resa difficile dal crescente contenuto tecnico dei problemi ambientali e dal fatto che le “risorse ambientali collettive” (acque, atmosfera, ozono, clima, biodiversità ecc.) hanno caratteri “fisici” che sono per definizione non circoscrivibili.
In tale contesto, dunque, l’informazione pubblica ambientale assume un ruolo fondamentale: dalla definizione dell’agenda alla corretta descrizione di ciascun intervento, tutto ciò che riguarda le politiche ambientali si incontra – e spesso si scontra – con sensibilità, visioni e percezioni a prima vista inconciliabili.
Per quanto riguarda la tematica relativa alle Aree naturali protette la Regione Piemonte si è dotata da anni di strumenti volti a facilitare i flussi comunicativi per avvicinare i cittadini ai temi trattati, utilizzando un approccio divulgativo su vasta scala orientato a informare, coinvolgere, educare e ascoltare.
Gli strumenti utilizzati si sono evoluti negli anni e alla storica rivista Piemonte Parchi sono state affiancati una newsletter settimanale e la presenza sui principali social, cercando di dare sostanza alla normativa che pone l’informazione ambientale tra i diritti fondamentali dei cittadini (DLgs 195 del 19/08/05 in attuazione della direttiva comunitaria 2003/4/CEE) dando particolare rilievo al principio per cui l'informazione ambientale sia fornita “sistematicamente […] anche attraverso i mezzi di telecomunicazione e gli strumenti informatici, in forme o formati facilmente consultabili”. Il lavoro viene svolto con la convinzione che una informazione continuativa e strutturata possa essere non solo il veicolo per promuovere la funzione e la fruizione delle Aree naturali protette ma che possa fornire il supporto per facilitare la comprensione di leggi e regolamenti da parte di un pubblico più vasto.

Piemonte Parchi

Piemonte Parchi, rivista di informazione e divulgazione naturalistica pubblicata dalla Regione Piemonte da oltre vent’anni anni, è sul web dal 2001 mentre nel 1983 è nata come rivista di carta. Supplemento trimestrale della pubblicazione Notizie, fin dal suo esordio ha potuto contare su lettori affezionati (circa 7 mila abbonati paganti al cartaceo, quasi 9 mila lettori della versione online).
Piemonte Parchi arriva oggi ai suoi lettori tramite una newsletter - Piemonte Parchi News - inviata ogni settimana a quasi 9 mila iscritti ed è presente su (quasi) tutte le piattaforme social più seguite: Facebook, Instagram, Twitter e YouTube.
Su Piemonte Parchi trovano spazio notizie dai parchi piemontesi, il calendario degli appuntamenti costantemente aggiornato, approfondimenti dal mondo dei parchi, foto, disegni, video e ‘storiche’ rubriche come le recensioni di libri consultabili presso la biblioteca del Settore Biodiversità e Aree Naturali, insieme a nuove sezioni come, ad esempio, ‘Pecore, lupi e cavoli’ dedicata al ritorno del lupo in Piemonte.
Di carta, viene pubblicato ogni anno un numero ‘speciale’ dedicato a un tema monografico sempre diverso: Rete Natura 2000, le specie vegetali esotiche invasive, solo per fare alcuni esempi.
Piemonte Parchi è una testata di divulgazione naturalistica che racconta l'ambiente e la natura a 360 gradi, informando sulle realtà e le attività delle Aree protette, soprattutto piemontesi.
Oggi la redazione si è ridotta a due componenti fissi (di cui uno è direttore responsabile) e si avvale della collaborazione di quattro colleghi dipendenti degli Enti di gestione delle aree protette inseriti in un percorso di formazione giornalistica e di alcuni collaboratori esterni free lance individuati dopo una selezione pubblica.
Con l’emergenza dettata dalla pandemia COVID-19, le iscrizioni alla newsletter e i follower sulle varie piattaforme social sono incrementati di almeno un 10%. Complice, probabilmente, il maggiore tempo a disposizione - e quindi anche quello da dedicare alla lettura e alla navigazione online - dei lettori.
A partire dalle prime settimane di marzo 2020, i componenti della redazione, che ha sede presso il settore Biodiversità e Aree naturali protette della Direzione Ambiente, Energia e Territorio, così come i colleghi dei parchi, sono passati alla modalità di “lavoro agile” svolto da casa. L’organizzazione delle attività, fortunatamente, non ne ha risentito grazie all’uso di piattaforme editoriali web e social media gestibili in remoto, mentre i contatti con i collaboratori sono proseguiti grazie a piattaforme di call conference.
L’emergenza ha tuttavia imposto di sospendere alcune rubriche - come quella degli appuntamenti nei parchi a causa dello stop delle attività sociali sul territorio - e gli articoli pubblicati hanno trovato spunti per spiegare e meglio comprendere l’emergenza in corso, con indagini e approfondimenti del rapporto fra l’ambiente e la pandemia.

Si riportano di seguito alcuni dati numerici aggiornati al 2019 e relativi al sito web, alla newsletter e ai social.
Web: 30.000 visitatori unici mensili
Tiratura media numero monografico “speciale”: 5.000 copie
Newsletter settimanale: 8900 iscritti
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Twitter: 5000 follower
Instagram (ultimo nato): 1500 follower