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INDUSTRIA

L’argomento Industria rientra negli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile in particolare nei seguenti:


Obiettivo 8
Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti



Obiettivo 9
Costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione ed una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile







Il controllo integrato delle attività produttive

L’IPPC (Integrated Pollution Prevention and Control) è una strategia, comune a tutta l’Unione Europea, per aumentare le “prestazioni ambientali” dei complessi industriali soggetti ad autorizzazione.
L’AIA (autorizzazione integrata ambientale) in Italia è il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto a determinate condizioni che devono garantire che l’impianto sia conforme ai requisiti stabiliti dalla norma. In particolare, l’autorizzazione AIA non considera un impianto solo in termini di rispetto dei limiti alle emissioni, ma entra nella specifica gestione dello stesso sia con l’applicazione delle BAT (Best Available Technologies), sia prevedendo i controlli ai sensi dell’art. 3 comma 1 del Decreto nr. 58 del 6/03/17. L’AIA sostituisce ogni altro visto, nulla osta, parere o autorizzazione in materia ambientale.
Le norme IPPC (Direttiva 1996/61/CE, poi abrogata dalla Direttiva 2008/1/CE) sono state sostituite, a partire dal 7/01/14, dalla Direttiva 2010/75/UE (cosiddetta “Direttiva emissioni industriali”) relativa alle emissioni industriali; l’Italia ha provveduto al recepimento con Decreto n. 46 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Supplemento Ordinario n. 88 del 14/04/14.

La Direttiva Emissioni

I punti salienti della Direttiva Emissioni che risultano delle novità rispetto al DLgs 152/06 e s.m.i. sono:
  1. inclusione nell’autorizzazione AIA delle attività tecnicamente connesse anche quando condotte da diverso gestore;
  2. i documenti di riferimento, a cui devono far riferimento le autorizzazioni per il rilascio dell’AIA, sono le BAT Conclusion. In caso di variazioni delle BAT, l’autorità competente ha 4 anni per procedere al rinnovo dell’AIA;
  3. eliminazione della scadenza e revisione obbligatoria entro 10 anni (12 con certificazione ISO 14001 e 16 con certificazione EMAS);
  4. introduzione della relazione di riferimento che richiede indagini su sottosuolo e acque sotterranee da predisporre da parte delle aziende e da validare dall’autorità competente;
  5. introduzione del concetto di “rischio” per programmare la frequenza di controllo presso le aziende;
  6. programmazione dei controlli in capo alla Regione la cui frequenza tiene conto di quanto previsto all’art. 29-decies comma 11-ter;
  7. introduzione di sanzioni specifiche per le comunicazioni EPRTR che costituiscono la base dati europea per la valutazione dei reali impatti ambientali delle aziende, secondo il Regolamento Europeo 166/06 e DPR 157/11;
  8. variazione delle tipologie di attività soggette ad autorizzazione AIA (ALLEGATO VIII alla Parte Seconda).

Il concetto di Best Available Technologies, BAT, è fondamentale nella direttiva IPPC nel determinare gli obblighi degli operatori industriali in relazione alla prevenzione e al controllo dell’inquinamento per ottenere e mantenere un elevato livello di protezione dell’ambiente nel suo complesso. Queste tecniche sono sviluppate su una scala che ne consente l’applicazione in condizioni economicamente e tecnicamente attuabili nell’ambito del pertinente comparto industriale e hanno lo scopo principale di limitare le disparità di trattamento a livello dell’Unione relativamente alle emissioni delle attività industriali. È, infatti, la Commissione europea ad adottare conclusioni sulle BAT elaborate attraverso un processo di scambio di informazioni tra gli Stati membri, le rappresentanze delle imprese interessate, le organizzazioni non governative che promuovono la protezione ambientale e la stessa Commissione.

I documenti di riferimento sulle BAT sono formalizzate in Decisioni UE e contengono la descrizione delle tecniche, le informazioni per valutarne l’applicabilità, i livelli di emissione, il monitoraggio, etc., cioè tutti quegli elementi su cui dovranno essere definite le condizioni di autorizzazione di ogni singolo impianto.
Ad oggi decisioni pubblicate possono essere consultate al link dedicato della Commissione Europea.
In Piemonte un numero consistente di aziende è sottoposto alla normativa IPPC; la tabella 1 riporta i dati aggiornati delle ditte che sono in possesso dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (strumento amministrativo per applicare i principi dell’IPPC). Si fa presente che nel 2019 non erano attive ma conservano l’autorizzazione AIA nr. 57 aziende mentre sono state richieste 15 nuove autorizzazioni.

Tabella 1
Autorizzazioni Integrate Ambientali rilasciate - aggiornamento dicembre 2019

AIA rilasciate

AL

AT

BI

CN

NO

TO

VCO

VC

Totale

51

27

25

193

59

193

16

39



Totale AIA autorizzate: 660 (603 attive + 57 non attive)
Nota: sul territorio piemontese sono inoltre presenti 11 AIA Nazionali.
Per alcune province alcuni impianti sono in procedure per più codici IPPC. Il numero complessivo dei codici IPPC sono 678

Il Piano d’Ispezione Ambientale

La legislazione ambientale comunitaria ha da sempre evidenziato il valore strategico dei controlli come completamento del regime amministrativo al quale sono sottoposte le attività e gli impianti a elevato impatto ambientale. Il rilascio dell’autorizzazione ambientale comporta l’attivazione di una serie di controlli al fine di verificare il rispetto delle prescrizioni e delle condizioni imposte.
Sotto quest’aspetto, il DLgs 152/06 - nel recepire la direttiva IED - prevede che le attività ispettive ordinarie e straordinarie presso le installazioni soggette all’autorizzazione integrata ambientale siano definite a livello regionale in un Piano d'ispezione ambientale, periodicamente aggiornato a cura della Regione.
La Regione Piemonte ha adottato il proprio Piano con la DGR 44-3272 del 9/05/16. Il Piano, in particolare, definisce le procedure per l'elaborazione dei programmi - predisposti e aggiornati annualmente da Arpa - per le ispezioni ambientali ordinarie. I programmi sono consultabili sul sito di ARPA Piemonte.

La frequenza delle visite in loco per ciascuna installazione è determinata sulla base di una valutazione sistematica dei rischi ambientali che consideri almeno:
  1. gli impatti potenziali e reali delle installazioni interessate sulla salute umana e sull'ambiente, tenendo conto dei livelli e dei tipi di emissioni, della sensibilità dell'ambiente locale e del rischio di incidenti;
  2. il livello di osservanza delle condizioni di autorizzazione;
  3. l’eventuale adesione volontaria, da parte del Gestore dell’installazione, al sistema comunitario di ecogestione e audit di cui al del regolamento (CE) n. 1221/2009 (EMAS).
A tal fine, il Piano ha fatto proprio il Sistema per il Supporto alla Programmazione dei Controlli (SSPC) adottato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente basato sull’identificazione di parametri assegnati ad ogni stabilimento e raggruppati in insiemi logici che tengono conto del rischio aziendale intrinseco, potenziale e reale, della vulnerabilità del territorio, nonché delle performance ambientali rilevate in esito ai controlli medesimi. Per ciascuna installazione soggetta ad AIA viene determinato un indice di rischio complessivo dell’azienda sulla base del quale è possibile effettuare una graduazione degli interventi di controllo. Costituiscono performance ambientali positive l’adozione da parte dei Gestori di buone pratiche gestionali (Certificazione ISO14001 e Registrazione EMAS) mentre performance negative inosservanze di tipo amministrativo e penale.

La tabella 2 riporta il numero dei controlli effettuati da Arpa Piemonte sulle aziende IPPC nel corso del 2019.

Tabella 2
I controlli effettuati a tariffa da Arpa Piemonte agli impianti IPPC - anno 2019

 

AL

AT

BI

CN

NO

TO

VCO

VC

Soggetti giuridici controllati

26

8  9 70 24 85 6 12

I settori più rappresentati sono stati:
1.1 impianti di combustione con potenza termica di combustione di oltre 50 MW (n. 29)
2.6 impianti per il trattamento di superficie di metalli e materie plastiche (n. 55)
4.1 impianti chimici per la fabbricazione di prodotti chimici organici di base (n. 38)
5.1 impianti per l’eliminazione o il ricupero di rifiuti pericolosi (n. 28)
5.3 impianti per l'eliminazione dei rifiuti non pericolosi (n. 54)
5.4 discariche (n. 32)
5.5 accumulo temporaneo o di rifiuti pericolosi (nr. 39)
6.4 macelli e trattamento e trasformazione del latte (n. 32)
6.6 impianti per l’allevamento intensivo di pollame o di suini (n. 205)

L’attività di controllo delle aziende soggette alla normativa IPPC interessa le aziende autorizzate AIA al fine di integrare i controlli di conformità con i requisiti tecnici previsti dalle BAT, linee guida e/o analisi di comparto e con l’individuazione di indicatori che permettono di valutare le performances ambientali dei Soggetti controllati.
A partire dal 2016 la programmazione dei controlli è in capo alla Regione la cui frequenza tiene conto di quanto previsto all’art. 29-decies comma 11-ter e del concetto di “rischio” che si è definito con l’utilizzo del sistema SSPC (Sistema di Supporto alla Programmazione dei Controlli) che considera il potenziale impatto ambientale dell’azienda (codice IPPC), la sua localizzazione (stato ambientale) e gli impatti reali (emissioni aziendali da dichiarazioni E-PRTR). Costituiscono performance ambientali positive l’adozione da parte dei Gestori di buone pratiche gestionali (Certificazione ISO14001 e Registrazione EMAS) mentre performance negative inosservanze di tipo amministrativo e penale.
È possibile visionare la programmazione che viene aggiornata annualmente pagina dedicata sul sito di Arpa.

I controlli effettuati permettono di restituire all’Autorità competente un quadro di riferimento completo sul rispetto dell’AIA. Gli esiti dei controlli così effettuati garantiscono in generale all’Amministrazione competente le informazioni necessarie per l’adozione dei provvedimenti di competenza nei confronti dei soggetti controllati ovvero per il rinnovo degli atti in scadenza.
Nell’anno 2019 sono stati conclusi 206 controlli integrati ordinari su un valore obiettivo di 241 che hanno comportato l’effettuazione di 660 campioni sulle varie matrici ambientali. Il numero di controlli effettuati nel 2019 risponde al valore obiettivo di 241 ma non sono ancora conclusi in quanto in molti casi è stato necessario effettuare approfondimenti tecnici e/o analisi specifiche.

Lo stato degli impianti autorizzati è generalmente buono.

Sul territorio regionale vi sono situazioni molto diverse fra loro dovute sia alla produzione delle diverse tipologie di impianti che al contesto territoriale.

Nell’anno 2019 sono stati effettuati, sulle aziende programmate, ulteriori attività straordinarie. Le ispezioni a seguito di gravi inosservanze, conseguenti al controllo ordinario, hanno interessato 27 aziende presso le quali sono stati effettuati 49 sopralluoghi e 13 campionamenti/misure. Su 88 aziende sono stati effettuati 280 sopralluoghi e 170 campionamenti e misure considerando altri vincoli previsti dalla normativa di settore (es. controlli impianti di depurazione) o per criticità locali. In emergenza sono stati invece effettuati 66 sopralluoghi a cui sono seguiti 22 campionamenti per lo più in relazione alla matrice aria per gli odori o altro.
Le ispezioni “ordinarie” eseguite hanno portato ad effettuare 41 comunicazioni di notizie di reato alle Procure e 42 sanzioni amministrative. L’applicazione della L 68/15 cosiddetta Ecoreati ha comportato l’attivazione di 34 procedure di estinzione di reato mediante la predisposizione di prescrizioni che ha comportato l’ammissione al pagamento in sede amministrativo ai Gestore mediante l’emissione di nr. 27 verbali di accertamento ed ammissione al pagamento della sanzione amministrativa (ex art 318 – quater, comma 2 del DLgs 152/06 smi).
In particolare, il numero degli esposti risulta in generale basso in tutto il territorio piemontese, pur permanendo a livello locale alcuni elementi di criticità che hanno richiesto un supplemento di attività a carico di Arpa.

In provincia di Alessandria sono presenti una cinquantina di aziende distribuite tra tutte le categorie dell'Allegato VIII alla parte Seconda del DLgs 152/06 e smi. Nel 2019 sono stati condotti un numero elevato di controlli ordinari su 26 aziende AIA (circa 100 prelievi sulle varie matrici più il controllo delle prescrizioni contenute nelle diverse AIA). Inoltre, 2019 sono stati effettuati controlli straordinari in alcuni impianti di gestori rifiuti principalmente per criticità e difficoltà intrinseche del settore. Altre criticità riscontrate sono riconducibili alla diffusione di odori molesti in parte legate alla gestione rifiuti ed in parte alle lavorazioni del settore chimico. Sono state rilevate non conformità delle emissioni in atmosfera e degli scarichi idrici di ditte in AIA.
In tutti i casi di cui sopra è stato necessario intervenire con le sanzioni previste dalle norme vigenti in materia ambientale.

In provincia di Asti le maggiori criticità evidenziate nel corso del 2019 hanno riguardato esposti per odori correlati ad attività di gestione rifiuti.
A gennaio 2019 è inoltre avvenuto un principio di incendio presso la discarica di rifiuti speciali non pericolosi della provincia, oggetto di AIA. A metà di una delle scarpate del corpo di discarica, la temporanea presenza dei teli di plastica per la copertura temporanea dei rifiuti ha favorito e alimentato l’incendio, presumibilmente generato dalle reazioni biologiche esotermiche spontaneamente instaurate nella massa dei rifiuti, che si è poi sviluppato in maniera superficiale lungo la scarpata stessa. L’incendio è stato gestito, senza provocare sostanziali danni.
Sono continuati gli approfondimenti relativi ad un’azienda galvanica e agli impatti generati su acque superficiali ed emissioni.

In provincia di Biella nel corso del 2019 sono stati eseguite verifiche su nove aziende, di cui una di nuovo inserimento.
Dalle verifiche effettuate si è rilevata una sanzione penale per mancata ottemperanza alla gestione dei rifiuti non pericolosi; nel caso specifico venivano accettati rifiuti liquidi con concentrazioni di inquinanti superiori ai limiti autorizzati senza tuttavia creare un danno ambientale. Il gestore dell’impianto ha richiesto la modifica dell’autorizzazione, la quale è stata modificata nel corso dell’anno.

In provincia di Cuneo sono presenti circa 200 aziende, di cui il 50% del settore zootecnico e il resto distribuito tra tutte le sei categorie dell'Allegato VIII alla parte Seconda del DLgs 152/06 e smi, con un numero rilevante di controlli ordinari annui (circa 75) disposti da norma. I controlli straordinari per il 2019 sono riconducibili di massima a:
  • due segnalazioni di alterazioni di corpi idrici per problematiche varie a scarichi industriali;
  • gestione segnalazioni per la non corretta gestione degli effluenti zootecnici rispetto al Regolamento regionale 10/R;
  • un evento di incendio c/o un gestore di rifiuti;
  • un evento di incendio c/o una chimica;
  • gestione problematiche odorigene legate ad un'attività di rendering e combustione grasso animale;
  • attivazione e/o prosecuzione lavori Tavolo odori ex DGR 13-4554 del 9/01/17 “Linee Guida per la caratterizzazione e il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività ad impatto odorigeno" per un gestore rifiuti con attività di compostaggio, un macello e due industrie di lavorazione laminati insistenti sullo stesso territorio comunale.

L'evento più rilevante è consistito in indagini legate a molteplici segnalazioni di alterazione di un corpo idrico cui hanno fatto seguito decine di controlli c/o un'installazione AIA del territorio e monitoraggi sul corpo idrico ricettore, durate circa 4 mesi e scaturite, oltre a violazioni prescrittive dell'AIA, nel delitto di inquinamento ambientale per alterazione dimostrata della qualità delle acque legata alla malagestione dell'impianto di depurazione.

In provincia di Novara nel corso del 2019 l'attività di controllo sulle aziende in possesso di AIA ha evidenziato, come per l’anno precedente, alcune criticità legate soprattutto alla diffusione di odori molesti. Nello specifico i problemi riguardano due aziende di cui una di produzione compost e una di trattamento rifiuti liquidi. Il contesto territoriale in cui si inseriscono tali attività e soprattutto la particolarità dei composti utilizzati nel ciclo produttivo (a soglia olfattiva molto bassa) fanno sì che saltuariamente vengano a determinarsi situazioni di molestia nei confronti delle zone limitrofe, causate verosimilmente da emissioni fuggitive in particolari condizioni meteoclimatiche.
Nel corso dell'attività di controllo sono emerse situazioni sanzionabili nell’azienda che produce compost, legate alla gestione dell’impianto e non in particolare all’emissione di odori molesti, tuttavia le prescrizioni impartite a seguito degli accertamenti verosimilmente contribuiranno a eliminare la molestia odorigena. Si terrà sotto controllo la situazione, in collaborazione con le Autorità Locali.
Per quanto riguarda l’azienda che gestisce rifiuti liquidi, il controllo integrato è in calendario per l’anno corrente, quindi la problematica legata all’emissione di odori molesti sarà oggetto di particolare attenzione al fine di giungere ad una migliore comprensione delle cause che determinano il fenomeno.

In provincia di Torino su 197 aziende autorizzate si è proceduto al controllo di 85 ditte su 86 previste dal ranking 2019, in quanto una ditta risultava autorizzata per errore in AIA; in realtà era un AUA. Tra queste aziende una risultava ancora non avviata, 4 cessate-in fallimento, ecc., 1 con attività sospesa nel 2019 per cessione di ramo di azienda ad altra azienda, con necessità di aggiornamento dell'AIA e 1 esclusivamente attività connessa ad altra AIA.
Sono stati effettuati controlli su 4 impianti chiusi e/o in corso di bonifica post chiusura che presentano criticità ambientali che erano previste dal ranking ma avevano cessato l’attività oppure con procedura fallimentare, al momento del sopralluogo, più discariche in AIA in fase di post gestione. Criticità particolarmente significative sono presenti in percentuale di circa il 5% del totale delle aziende (industrie in AIA che gestiscono rifiuti quali discariche ed impianti di trattamento). Per ottemperate alle criticità ambientali sono state prodotte circa una quindicina di pratiche.
L’attività effettuata ha determinato la comunicazione di 10 notizie di reato di cui 2 per superamento limiti e 8 per violazione prescrizioni di carattere gestionale. C’è stata una sola violazione di tipo amministrativo.

In Provincia di Vercelli nel corso del 2019 si sono registrate alcune criticità correlate alla produzione di compost legate alle risultanze analitiche di Arpa che evidenziavano la non conformità rispetto alla normativa dei fertilizzanti (DLgs 75/10). Inoltre, nel 2019 si sono concentrate le ispezioni programmate su buona parte delle aziende agricole in AIA (7 su 11 totali) e su un’azienda in particolare si sono riscontrate criticità sulla gestione dell’allevamento. Presso un’azienda di gestione rifiuti vi è stato un incendio che ha coinvolto parte del rifiuto stoccato. Dagli approfondimenti condotti a seguito dell’evento sono emerse alcune criticità nella gestione dei quantitativi dei rifiuti e MPS combustibili.

Nella provincia del VCO su un valore obiettivo di 6 aziende da sottoporre a controllo ordinario sono state effettuate una notizia di reato e una sanzione amministrativa. La notizia di reato ha riguardato un’AIA nazionale in merito alla gestione dei rifiuti. In particolare, nel caso specifico erano state superate le tempistiche del deposito temporaneo pur in presenza di domanda per il deposito preliminare. Si è applicata la misura estintiva con la L 68/15 provvedendo ad una contestazione “ora per allora” e l’ammissione al pagamento dell’ammenda.
Anche la sanzione amministrativa ha coinvolto un impianto con AIA nazionale per non rispetto di prescrizioni.

Nel caso di rilascio, riesame, modifica sostanziali e non alle autorizzazioni AIA, il contributo di Arpa Piemonte si configura quale supporto tecnico-scientifico alle Amministrazioni Autorizzanti ai sensi dell’art. 2 e dell’art. 3 della LR 60 del 13/04/95 (Istituzione dell’Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale) e del DLgs 152/06 e s.m.i.
Oggetto del contributo tecnico richiesto è la valutazione della documentazione inerente al procedimento, nonché, in caso di rinnovo l’analisi sintetica dello stato di conformità alle prescrizioni stabilite dal provvedimento autorizzativo in essere.
L’analisi della documentazione viene condotta adottando come criterio di valutazione la normativa ambientale riferibile alla tipologia di impianto da autorizzare, nonché le pressioni ambientali associabili allo stesso, rapportate al contesto territoriale nel quale l’impianto è inserito. Particolare attenzione viene dedicata all’adozione di tecniche ecocompatibili (BAT - Best Available Techniques e, ove emanate, BAT Conclusion).
In tal senso Arpa nell’anno 2019 ha rilasciato 251 pareri inerenti procedimenti di rilascio, rinnovo, modifica sostanziale e no relativamente a 170 soggetti giuridici e nel contempo sono state attivate 9 nuove AIA.

Contributi tecnici di Arpa Piemonte ai fini del superamento di alcune criticità

Tenuto conto di quanto previsto all’art. 29-quater comma 6 del DLgs 152/06 e s.m.i., Arpa ha proposto alle Associazioni di Categoria, tramite la Regione, dei documenti nei quali sono stati definiti i piani di monitoraggio e controllo (PMC) di minima per alcune tipologie di attività produttive a fronte della presenza di BATc approvate.
Nell’anno 2019 sono stati trasmessi i PMC relativi alle categorie generali 5 e 6.6. In particolare, per la categoria 5 (Gestione dei rifiuti) sono stati analizzati i sottogruppi 5.3 a) - punto 5, 5.3 b) - punto 4, 5.1. a) e b), 5.3 a) 1 e 2, 5.3 b) 1, 6.11, 5.3 b) e 5.3 b) trattamento biologico e/o pretrattamento dei rifiuti destinati all’incenerimento ed al coincenerimento, tenuto conto della Decisione di Esecuzione (UE) 2018/1147 della Commissione del 10 agosto 2018. Per la categoria 6.6 si è tenuto a riferimento la Decisione di Esecuzione (UE) 2017/302 della Commissione del 15 febbraio 2017.
Sempre in relazione ai PMC, Arpa ha partecipato ai tavoli interagenziali del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale (SNPA) ai fini dell’aggiornamento del documento "Il contenuto minimo del piano di monitoraggio e controllo" elaborato dal Gruppo di consultazione APAT/ARPA/APPA su IPPC nel 2007 rispetto alla direttiva IED recepita con DLgs 46/14.
L’obiettivo, che discende dalla definizione di tali PMC, è quello dell’uniforme applicazione dei controlli di parte privata e di parte pubblica su tutto il territorio regionale, anche attraverso l’uso di format per la restituzione dei dati dei report annuali di PMC da parte dei gestori.
A tal proposito, per quanto riguarda la categoria 6.6 “allevamenti intensivi di pollame o di suini”, i dati dei PMC sono stati restituiti su apposito format excel standardizzato e fornito da Arpa alle aziende dall’anno 2016 in Provincia di Cuneo e dall’anno 2018 nella Provincia di Torino e Vercelli. Le informazioni di ritorno, che in questo modo saranno uniformate su tutto il territorio regionale, potranno essere utilizzate per elaborazioni ed estrazioni sui principali indicatori di performance evidenziando quindi gli scostamenti sia rispetto ai valori individuati dalle BAT che rispetto ad impianti analoghi presenti sul territorio regionale (vedi la pagina Agricoltura in Territorio Risposte). Inoltre, i PMC prodotti sono stati già utilizzati in fase istruttoria per i riesami o per nuove autorizzazioni delle AIA.
Per quanto riguarda la categoria 5.3 b) “trattamento biologico e/o pretrattamento dei rifiuti destinati all’incenerimento ed al coincenerimento”, in provincia di Cuneo sono state aggiornate le autorizzazioni AIA delle installazioni per la gestione del CSS (Combustibile Solido Secondario) con obbligo di adottare un protocollo validato da Arpa vincolante, con applicazione fiscale dall’anno 2017 e integrando specifiche prescrizioni autorizzative nell'AIA.

Nel 2019 sono state pubblicate le elaborazioni del primo biennio di applicazione fiscale del protocollo inteso a definire le procedure tecniche atte a garantire un orientamento univoco per i gestori di CSS operanti sul territorio provinciale ai fini della valutazione della conformità del materiale prodotto, tenuto conto delle prescrizioni autorizzative dell'AIA in capo a ciascuna installazione interessata.  
I risultati sono stati esposti in apposito tavolo tecnico convocato dall'Autorità competente provinciale alla presenza dei rappresentanti di tutte le ditte produttrici del CSS provinciali, del recuperatore/utilizzatore finale e del Comitato Termotecnico Italiano (CTI); gli esiti ottenuti, grazie al confronto tra i valori ottenuti con le migliaia di analisi effettuate dai laboratori chimici sia privati che pubblici, possono ritenersi significativi sotto il profilo ambientale.
I risultati di applicazione del protocollo applicato sul CSS-rifiuto sono stati comparati al DM 14/02/2013, n. 22, inerente alla disciplina e l’utilizzo di Combustibili Solidi Secondari (CSS) ai sensi dell’art. 184-ter comma 2 del DLgs 152/06 e s.m.i. e gli esiti sono stati trasmessi alla Regione Piemonte e al Ministero dell’Ambiente, che ne seguono gli sviluppi fin dal 2013.
Lo studio ha infatti permesso di garantire un corretto controllo qualitativo del CSS-rifiuto prodotto, ambientalmente più garantista e statisticamente più cautelativo di quanto dispone il decreto nazionale in relazione al CSS-EoW basato sulla stessa norma tecnica UNI EN 15359 e segg. Infatti, considerato il modo con cui si produce il CSS (ottenuto miscelando la frazione secca leggera ottenuta dalla separazione dei rifiuti solidi urbani essiccati con altri rifiuti di elevato potere calorifico come i rifiuti speciali) occorre porre particolare attenzione al tipo di plastiche, a tal fine utilizzate, che devono essere le più “pulite” possibili, per evitare contaminazioni da metalli (cadmio, nichel, cromo).
Lo studio ha adottato un metodo statistico più robusto per l’applicazione dei limiti di accettabilità degli inquinanti nel CSS basato sul Manuale Ispra 52/2009, valido a garantire un corretto controllo qualitativo dello stesso, più cautelativo di quanto dispone il decreto ministeriale del 2013. Di conseguenza, sono stati ridefiniti i piani di monitoraggio e controllo sia dei produttori del CSS che dell’utilizzatore. La Provincia di Cuneo, dal canto suo, ha ribadito l’importanza della collaborazione fra i vari soggetti allo scopo di raggiungere gli obiettivi di autosufficienza provinciale e di gestione integrata dei rifiuti, ponendo particolare attenzione al mantenimento di un alto livello di tutela ambientale. Fra l’altro, è stata ribadita la necessità di una raccolta differenziata il più possibile attenta e responsabile, per garantire la miglior qualità ambientale dei rifiuti sottoposti a trattamento nelle piattaforme consortili che producono poi il combustibile solido secondario (CSS). L'anno si è concluso con la convocazione da parte del Comitato di Vigilanza e Controllo, previsto all’art. 15 del DM 22/13, per audizione presso il MATTM dei rappresentanti della Provincia di Cuneo e del Dipartimento provinciale di Arpa, presso il Ministero dell’Ambiente a Roma, per confrontarsi sugli esiti di tali attività sperimentali. Infine, è stato avviato, in collaborazione con la Struttura ICT e il Laboratorio Arpa Piemonte di Novara, il secondo step di interconfronto analitico di parte pubblica e privata con il coinvolgimento di Arpa Emilia Romagna e Laboratori privati del Nord Italia.

In ultimo Arpa Piemonte ha coordinato il gruppo di lavoro per la condivisione di una linea Guida sul DM 14/2017-SAE "Disciplina delle condizioni di accesso all'incremento dell'incentivazione prevista dal decreto 6 luglio 2012 per la produzione di energia elettrica da impianti alimentati a biomasse e biogas.

Figura 1
Programmazione dei controlli nelle aziende AIA

Linea Guida “Implementazione dei Sistemi di Monitoraggio in continuo delle Emissioni in atmosfera”

Sono state realizzate, dal Coordinamento Tematico Emissioni in Atmosfera di Arpa Piemonte, le Linea Guida “Implementazione dei Sistemi di Monitoraggio in continuo delle Emissioni in atmosfera” allo scopo di divulgare ai gestori degli impianti soggetti a monitoraggio in continuo delle emissioni in atmosfera le indicazioni dell’Organo di Controllo, ai sensi dell’Allegato VI - punto 3.1 del DLgs 152/06 e s.m.i. e/o di quanto previsto dalle direttive sui grandi impianti di combustione (2001/80/CE) e su inceneritori/coinceneritori (2000/76/CE), anche in base alle novità introdotte dalla Direttiva IED (2010/75/UE), recepita con DLgs 46/2014.

Il documento viene inteso quale strumento di riferimento nel percorso di progettazione dei sistemi di cui sopra, dalla scelta degli analizzatori alle modalità di elaborazione dei dati acquisiti, alla gestione degli stessi nel confronto con i limiti autorizzativi. Grande rilievo è stato dato al coordinamento della Linea Guida con lo standard UNI EN 14181:2015, revisione di omonima norma del 2005.
Il documento raccoglie, raccorda e aggiorna i contributi tecnici di Arpa Piemonte sviluppati nel tempo sull’argomento a partire dal 2001 con la “Procedura per il controllo remoto dei dati rilevati dai Sistema di Monitoraggio delle Emissioni (SMCE)”, concordata tra Arpa e l’Assessorato regionale all’Ambiente - Settore Risanamento Atmosferico e Acustico, allo scopo di fornire garanzia di continuità gestionale con i gestori di impianti del territorio piemontese, tenendo in debita considerazione i riferimenti emersi nel contempo a livello nazionale (ISPRA) ed europeo.