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RISCHI NATURALI

La Regione Piemonte programma ed attua sul territorio regionale iniziative volte alla prevenzione ed alla gestione dei rischi naturali, intervenendo sia sul dissesto idrogeologico (connesso alla dinamica fluviale, torrentizia e valanghiva e ai dissesti di versante) sia sul rischio sismico.
Le molteplici iniziative intraprese oltre a rispondere alla normativa europea (ad es. la Direttiva Alluvioni), nazionale (ad es. il Progetto CARG), di bacino (ad es. il PAI) e regionale (ad es. la pianificazione urbanistica) si inquadrano nelle Strategie per lo Sviluppo Sostenibile anche queste sviluppate a scala mondiale, nazionale e regionale.
L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile propone di intervenire nella gestione dei rischi naturali con gli Obiettivi 11 e 13. 

Obiettivo 11 - Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri e sostenibili

Target 11.5 Entro il 2030, ridurre in modo significativo il numero di morti e il numero di persone colpite da calamità, compresi i disastri provocati dall’acqua, e ridurre sostanzialmente le perdite economiche dirette rispetto al prodotto interno lordo globale, con una particolare attenzione alla protezione dei poveri e delle persone in situazioni di vulnerabilità.

Obiettivo 13 - Adottare misure urgenti per combattere i cambiamenti climatici e le loro conseguenze

Target 13.1 Rafforzare la resilienza e la capacità di adattamento ai rischi legati al clima e ai disastri naturali in tutti i paesi. 

La Strategia Regionale per lo sviluppo Sostenibile prevede nella macro area strategica 3 di "Curare il patrimonio culturale e ambientale e la resilienza dei territori" e nello specifico, MAS3.A, di "Ridurre il dissesto idrogeologico e il degrado ambientale".














Tutte le iniziative, indipendentemente dalla scala a cui operano, possono essere raggruppate in funzione della tipologia di approccio e della tematica trattata, secondo lo schema riportato in tabella. Alla base di ogni azione si rende necessaria un'adeguata conoscenza del territorio.

Iniziative/Risposte

Tipologia di approccio

Tematica

Conoscenza

Studi, rilievi, acquisizione dati, realizzazione cartografie, proposta di modelli, sviluppo di data base, divulgazione, ecc.

T0 - Geologia 

T2 - Dissesti di versante

 

T3 - Dinamica valanghiva

 

T4 - Sismica

Pianificazione

Pianificazione territoriale e di protezione civile, produzione normativa di settore, regolamenti, procedure, ecc.

Interventi di mitigazione

Interventi strutturali, interventi silvo-colturali, manutenzioni, rilocalizzazioni, ecc.

Gestione emergenza e post-emergenza

Azioni (e relativi strumenti) condotte a seguito di eventi alluvionali, terremoti, ecc.

Conoscenza - T0 - PROGETTO CARG - CARTOGRAFIA GEOLOGICA NAZIONALE 1:50.000

Il progetto CARG prevede la realizzazione, su tutto il territorio nazionale, di fogli geologici e geotematici alla scala 1:50.000 che aggiornano il precedente quadro dei fogli alla scala 1:100.000 realizzati a partire dall’unificazione d’Italia. Avviato alla fine degli anni ‘80, il progetto viene rinnovato attraverso successive leggi di finanziamento.

La disponibilità di un quadro conoscitivo omogeneo su tutto il territorio regionale, definito sulla base di criteri condivisi a scala nazionale, costituisce un importante patrimonio tecnico e scientifico per cittadini, amministratori e professionisti che, opportunamente impiegato, favorisce la divulgazione della conoscenza orientando a scelte di gestione ed utilizzo consapevole del territorio. Oggi la cosiddetta “geologia di base” non è difatti una semplice disciplina accademica, appannaggio di un ristretto gruppo di esperti, ma interessa molti aspetti della vita comune, funzionali anche allo sviluppo economico e sociale. Essa supporta ad esempio gli studi di microzonazione sismica e di pericolosità geologica e lo sviluppo di modelli di dissesto su scala regionale. E’ inoltre un indispensabile supporto per la caratterizzazione idrogeologica, sismica e dei movimenti franosi e per la ricerca e la tutela delle risorse naturali, tra cui le fonti di energia geotermica.

Nel 2020 la Regione Piemonte si è candidata per ottenere il finanziamento di due nuovi fogli: Foglio Novi Ligure e Foglio Tortona. Nel mese di febbraio 2021 ISPRA ha concluso le procedure di selezione, riconoscendo la validità della proposta regionale ed approvando entrambi i fogli con un finanziamento complessivo di 550.000 euro da utilizzare in 4 anni, termine massimo per la conclusione dei lavori e la pubblicazione della cartografia. A luglio 2021 sono state siglate le convenzioni tra ISPRA, Regione Piemonte e CNR IGG e sono stati avviati i lavori. Per il Foglio Tortona è prevista anche una cartografia del sottosuolo; per entrambi i fogli sarà inoltre realizzata una cartografia tridimensionale. Allo stato attuale sono state svolte le attività di raccolta dei dati esistenti, mentre nel 2022 si avvierà la fase dei rilievi sul campo.

Figura 1
Fogli del Progetto CARG

Nel 2021, grazie alla disponibilità di un nuovo finanziamento, la Regione Piemonte si è inoltre candidata per la realizzazione di un ulteriore foglio geologico; in questo caso si è avvalsa della collaborazione del Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università di Torino per proporre la realizzazione del Foglio Pinerolo. Il foglio si aggiunge ai fogli alpini adiacenti, Cesana Torinese, Bardonecchia e Susa, realizzati nelle precedenti fasi del progetto, e risulta di particolare importanza poiché il territorio pinerolese è sede degli epicentri dei principali terremoti storici piemontesi.
Nel mese di marzo 2022 Ispra ha accettato di finanziare tale progetto che quindi comincerà appena concluse le fasi tecniche per la sigla delle convenzioni.
Le attività in capo alla Regione Piemonte non esauriscono completamente le attività CARG che interessano il territorio regionale. Difatti la Regione Liguria sta realizzando il Foglio Albenga, che copre una piccola parte del territorio piemontese, ed ha visto approvata la proposta per il Foglio Ormea che insiste per un 40% sul Piemonte. Parimenti la Regione Valle d’Aosta ha visto approvata la proposta per la realizzazione del Foglio Monte Rosa che copre alcune aree del territorio piemontese.

Conoscenza - T0 - LA CARTA GEOLOGICA INTERATTIVA DEL PIEMONTE (PROGETTO GEOPIEMONTEMAP)

La Carta Geologica del Piemonte è stata realizzata da CNR IGG (Istituto di Geoscienze e Georisorse, sede di Torino), Arpa Piemonte e dai Dipartimenti di Scienze della Terra e di Informatica dell’Università di Torino, con il supporto di DIATI (PoliTO) e Eni S.p.A., a conclusione di una serie di attività iniziate nel 2008.
Il Progetto Geo Piemonte Map, realizzato tramite sintesi a scala regionale di dati geologici esistenti (circa un migliaio di fonti bibliografiche consultate) ed inediti, ha portato alla realizzazione di due nuovi prodotti:

  • la stampa di un nuovo prodotto editoriale (v. figura seguente) che rappresenta la sintesi di un progetto di ricerca durato oltre 10 anni al quale hanno contribuito alcune decine di ricercatori appartenenti al CNR – Istituto di Geoscienze e Georisorse di Torino, all’Università di Torino - Dipartimento di Scienze della Terra, all’ARPA Piemonte e al Politecnico di Torino – DIATI;

Figura 2
Stampa della Carta geologica del Piemonte

  • l'aggiornamento ed implementazione della Base Dati della Carta geologica del Piemonte costituita da una Carta GIS e da un Geodatabase (Geoportale Arpa Piemonte), v. figura seguente) compilati per rappresentare il sistema orogenico Alpi-Appennino. La carta si compone, attualmente, di circa 10.000 informazioni ad oggi arricchita dall’interpretazione di dati di sottosuolo forniti da ENI. La carta deriva da un'accurata revisione delle carte e della letteratura geologica disponibili, parzialmente reinterpretate e integrate con dati originali inediti. La revisione e l'armonizzazione dei dati esistenti e nuovi si è basata su alcuni criteri generali utilizzati per la classificazione delle unità geologiche e la loro rappresentazione sulla Carta. Questi criteri (vedi schema concettuale in figura) hanno fornito i vincoli per progettare l'architettura del geodatabase GIS, che ha guidato la rappresentazione grafica delle caratteristiche geologiche. Tali criteri miravano dapprima a dare una suddivisione litostratigrafica e gerarchica delle unità geologiche piemontesi e poi a raggrupparle in unità litotettoniche, a loro volta riferite a suddivisioni paleogeografiche di primo ordine. La descrizione delle caratteristiche geologiche, qui fornita utilizza “concetti” condivisi e vocabolari organizzati secondo modelli logici e semantici controllati e coerenti con gli Standard Descrittivi IUGS e la direttiva EU INSPIRE, che forniscono il 'valore aggiunto' della Carta.

Figura 3
Carta geologica del Piemonte



Apri la mappa a schermo intero

Rappresentazione della Carta GIS e del Geodatabase sul Geoportale di Arpa Piemonte
La Carta digitale ha avuto le seguenti finalità:
  1. Lo sviluppo di cartografie tematiche inerenti argomenti scientifici e tecnici a partire dalla base dati e dalle geometrie della versione di base; utilizzo del prodotto a fini di divulgazione scientifica e a favore delle pubbliche amministrazioni e delle comunità professionali geo-ingegneristiche;
  2. Lo sviluppo di ontologie su tematiche delle geoscienze, impostate a partire dall’organizzazione logica e semantica del Data Model di progetto, in collaborazione con il Dipartimento di Informatica di UniTO. Questa attività ha portato alla definizione di “OntoGeonous”, un’ontologia che ha recepito vocabolari esistenti nell’ambito delle geoscienze e che è attualmente consultabile su pagine wiki dedicate sul sito sito WikiGeo.

Figura 4
Relazioni tra caratteristiche geologiche e concetti geologici utilizzati per la costruzione della Legenda della Carta



Concetti e caratteristiche sono raggruppati in ontologie o vocabolari distinti.

Guida alla lettura della carta

La carta può essere consultata (fino alla scala di 1:70.000 ) interrogando le campiture colorate che indicano le unità geologiche (litostratigrafiche). Nel menù a tendina comparirà la SIGLA ed il nome dell’unità, la sua descrizione, l’età e le unità geologiche di rango superiore alla quale essa appartiene (GEOL_UNIT_1, 2, 3 …sintema, unità litotettonica etc…) ed il dominio paleogeografico di riferimento. Infine, nella colonna LITHOLOGY è riportata una descrizione litologica sintetica, ad uso tecnico-applicativo, che esprime le caratteristiche dei litotipi in modo standard, conforme al vocabolario internazionale “Simple Lithology”, per favorirne la classificazione geo-litologica o geotecnica. I file allegati sono suddivisi in poligoni e linee con le relative proprietà riportate in banca dati. Essi sono distinti in:
  • poligoni relativi al substrato e ai depositi quaternari;
  • linee relative ai contatti tettonici principali e secondari, faglie, discordanze stratigrafiche;
  • linee delle direttrici di conoide quaternarie;
  • strutture del sottosuolo (anticlinali e sinclinali; faglie ad alto angolo; sovrascorrimento; fronte tettonico sepolto);
  • isobate base del Pliocene ad intervallo di profondità di 250 metri (modificato da Ghielmi et al., 2019, dataset forniti da ENI spa).

Conoscenza - T0 - PROGETTO GEOERA

Si è appena concluso il Progetto Europeo ”GeoERA - Establishing the European Geological Surveys Research Area to deliver a Geological Service for Europe”, realizzato nell’ambito del programma Orizzonte 2020.
È un progetto che ha visto Arpa Piemonte operare in un consorzio di 45 Servizi Geologici nazionali e regionali provenienti da 32 paesi europei, membri dell’organizzazione EuroGeoSurveys. Attraverso GeoERA sono stati finanziati 15 progetti di durata triennale aventi l’obiettivo comune di ottimizzare la gestione ottimale delle risorse del sottosuolo (materie prime, energia, acque sotterranee) e di sviluppare una piattaforma informativa integrata per garantire l’accesso ai dati e ai risultati ottenuti. In particolare:
  • sviluppare un sistema europeo interoperabile di dati e servizi sulla distribuzione della geoenergia, delle acque sotterranee e delle risorse minerarie;
  • sviluppare metodologie comuni per la valutazione, la quantificazione e la gestione delle risorse del sottosuolo in relazione anche ai rischi potenziali che derivano dallo sfruttamento non sostenibile;
  • fornire una base di conoscenze geologiche ai decisori politici a livello regionale fino ad europeo, all'industria e a tutti i portatori di interesse per supportare una gestione più efficace e responsabile del sottosuolo e delle risorse in esso contenute;
  • migliorare attraverso la diffusione delle conoscenze la pubblica accettazione delle attività di sfruttamento del sottosuolo.

Arpa Piemonte (Dip. Rischi Naturali, Dip. Valutazioni Ambientali e Dip. coordinamento servizi, ITC e promozione ambientale) ha partecipato a tre progetti per le attività tematiche di Geoenergy e di Groundwater, in particolare per i progetti:

  • HotLime (Mapping and Assessment of Geothermal Plays in Deep Carbonate Rocks – Cross-domain Implications and Impacts), finalizzato alla mappatura, ricostruzione geologica 3D di sottosuolo, caratterizzazione e valutazione delle potenzialità geotermiche e delle risorse idrotermali in Europa;
  • HIKE (Hazard and Impact Knowledge for Europe), finalizzato alla realizzazione di archivi di informazioni comuni e di un’infrastruttura di condivisione delle conoscenze geologiche (European Fault Database) al fine di supportare le valutazioni dei rischi e della pericolosità sismica;
  • RESOURCE (Resources of groundwater, harmonized at Cross-Border and Pan-European Scale), finalizzato alla realizzazione di una banca dati omogenea degli acquiferi profondi di acque dolci a scala europea.

Conoscenza - T0 - SCHEDA DEL TERRITORIO

La Regione Piemonte ha di recente attivato il servizio Scheda del Territorio che rende più facilmente fruibili i dati di tipo territoriale legati alla tematica del dissesto idrogeologico. Attraverso un’interfaccia webgis, il servizio permette di visualizzare una serie di tematismi che afferiscono alla geologia, alla difesa del suolo e ai vincoli territoriali. Selezionando una porzione di territorio è inoltre possibile estrarre le informazioni di interesse su una scheda in formato PDF.
All'apertura del servizio si visualizza una mappa e sul lato sinistro sono presenti tre menù:
  • catalogo, per selezionare i tematismi da visualizzare in mappa;
  • mappe visualizzate;
  • scheda, dove si possono selezionare gli elementi da estrarre nella ricerca.

Quando si seleziona l’elemento scheda, muovendo il mouse si visualizza un quadrato, cliccando il quale si definisce l'area di interesse; cliccando quindi sul bottone crea scheda, dopo aver visualizzato un’anteprima, è possibile creare il PDF.
I dati estraibili sono esposti da Regione Piemonte e Arpa Piemonte. Oltre ai dati di base amministrativi e geografici, sono disponibili i dati di Difesa Suolo, quali ad esempio le fasce fluviali, il PAI, le zone di pericolosità del PGRA, oppure i dati sui dissesti di versante derivanti dalle banche dati SiFraP, ReRComF, o ancora dati amministrativi quali ad esempio le carte di sintesi della pericolosità geomorfogica degli strumenti urbanistici comunali. L'elenco completo delle fonti informative, dei proprietari dei dati e delle relative metadocumentazioni è rinvenibile in un apposito documento. Dalle metadocumentazioni è possibile accedere ai servizi orginali.

Conoscenza - T1/2/3 e altre - BOLLETTINI PREVISIONALI SUI RISCHI NATURALI

Il Centro Funzionale di Arpa emette a cadenza regolare una serie di bollettini informativi a supporto della gestione del territorio, utili anche per garantire la tutela della salute della popolazione. I bollettini riguardano in particolare Rischio Inondazioni, Rischio Frane, qualità delle matrici Aria e Acqua.

Meteorologia

Bollettino di allerta meteoidrologica
Documento previsionale emesso tutti i giorni entro le ore 13 con validità 36 ore, rivolto al sistema di Protezione Civile. Il bollettino contiene una previsione di criticità, per le successive 36 ore, per i seguenti fenomeni: idraulico, geo-idrologico, geo-idrologico per temporali, nevicate, valanghe.

Bollettino meteorologico

Descrive la situazione meteorologica in atto sul territorio regionale e prevista per tre giorni successivi. Viene emesso tutti i giorni dell'anno, entro le ore 13.00, dal Servizio Meteorologico Regionale dell’Agenzia.

Bollettino analisi meteorologica

Descrive la situazione meteorologica realmente registrata dalle stazioni della rete di monitoraggio regionale a terra. Viene emesso tutti i giorni dell'anno, entro le ore 13.00, dal Servizio Meteorologico Regionale dell’Agenzia. Nella pagina al fondo è disponibile l’archivio con tutti i bollettini emessi dal 01/01/2017.

Bollettino vigilanza meteorologica

Il bollettino, emesso quotidianamente entro le ore 13, contiene una previsione dei fenomeni meteorologici significativi e rilevanti che possono dar luogo a criticità, nelle successive 60 ore rispetto all’ora di emissione.

Bollettino valanghe

Il bollettino valanghe è un documento di sintesi su innevamento e stato del manto nevoso, e viene emesso quotidianamente tutti i giorni feriali da dicembre a maggio entro le ore 16.00.

Idrologia ed effetti al suolo

Bollettino previsione delle piene fluviali

Nel bollettino, emesso quotidianamente in condizioni ordinarie, vengono presentate le valutazioni sulle piene previste nella rete idrografica principale del Piemonte, fornite sulla base di modelli operativi di previsione delle piene fluviali.

Bollettino idrologico

Il bollettino, a frequenza giornaliera, settimanale o mensile, fornisce un costante aggiornamento sul quadro idrologico regionale e sulla disponibilità delle risorse idriche.

Bollettini di previsione innesco frane

Il sistema di allerta regionale per la previsione dei processi di versante è basato su tre modelli per fenomeni gravitativi di diversa tipologia, il cui innesco è generalmente determinato da precipitazioni di diversa durata e intensità, nonché dall’influenza delle precipitazioni antecedenti. I prodotti emessi sono:


Bollettino agrometeorologico

Bollettino dedicato agli operatori del settore agronomico per la programmazione e gestione delle attività agricole e la prevenzione delle fitopatologie.

Qualità dell’Aria

Livelli del semaforo del protocollo operativo antismog

Il bollettino riporta i livelli del semaforo antismog. Quando i livelli del semaforo sono diversi dal verde (livello 0) vengono attivate sui comuni aderenti un insieme di limitazioni temporanee sui settori trasporti, agricoltura e riscaldamento volte a prevenire l’eventuale occorrenza dei superamenti del valore limite giornaliero di PM10.

Bollettino delle Stime Previsionali di PM10

Il bollettino, emesso dal 15 settembre al 15 aprile, fornisce le stime di concentrazione giornaliera di PM10.

Bollettino dei dati settimanali di PM10

Il bollettino, emesso settimanalmente da novembre ad aprile, fornisce per il PM10 i valori della media giornaliera, della media annuale ed il numero di superamenti del valore limite giornaliero relativi alla settimana precedente, per i comuni dell'agglomerato urbano torinese ed ai capoluoghi di provincia.

Bollettino di previsione UVI

Il bollettino, emesso tutti i giorni entro le ore 13, riporta la previsione dei valori di Indice UV su scala regionale, a mezzogiorno, in condizioni di cielo sereno.

Bollettino pollini allergenici

Viene emesso con cadenza settimanale sulla base dei dati rilevati dalla rete di monitoraggio ed è aggiornato ogni mercoledì.

Bollettino ondate di calore

Sistema di bollettini dedicati alla prevenzione dei danni alla salute derivanti da condizioni di caldo-umido. Sono emessi ogni giorno dal 15 maggio al 30 settembre.

Bollettino ozono

Il bollettino, emesso da maggio a settembre, fornisce informazioni sui livelli di Ozono osservati.

Qualità dell’Acqua

Bollettino acque di balneazione in Piemonte

Il bollettino, aggiornato settimanalmente nel periodo maggio-settembre, riporta il giudizio di balneabilità per le spiagge monitorate.

Conoscenza - T1 - ALIMENTAZIONE PIATTAFORMA FLOODCAT

FLOODCAT (Flood Catalogue) è una piattaforma webGIS ad accesso riservato che svolge la funzione di catalogo nazionale degli eventi alluvionali per le Autorità Competenti (Competent Authority-CA), in attuazione della Direttiva Alluvioni (Floods Directive-FD) ed in particolare degli artt. 4 e 5 che prevedono: “elaborazione e trasmissione alla CE di dati e informazioni inerenti ciascuno degli adempimenti che ogni Stato Membro deve effettuare con modalità, formati e specifiche dati ben codificati”.
La piattaforma è di proprietà del Dipartimento della Protezione Civile (DPC) ed è stata realizzata, con il supporto di ISPRA e, per la parte informatica, da CIMA Research Foundation, secondo i requisiti definiti dall'insieme di norme della Direttiva Alluvioni per la creazione di un catasto degli eventi alluvionali in Europa.

Figura 5
La struttura di FLOODCAT si basa sugli oggetti Evento, Fenomeno e Danno

Nel corso dell’anno 2021 il DPC ha organizzato diversi incontri formativi online ai quali hanno partecipato ISPRA, CIMA e le Regioni; l’obiettivo era quello di illustrare le nuove funzionalità della piattaforma e di avviare delle esercitazioni, sempre in modalità telematica, per allineare le competenze di tutti i tecnici regionali referenti del FloodCat.
La Regione Piemonte ha concordato con il DPC il caricamento massivo dei dati relativi agli eventi alluvionali di ottobre e novembre 2019; i dati sono stati caricati entro l’autunno del 2021.
Il ciclo di esercitazioni si è concluso il 20 ottobre 2021 con la convocazione da parte del DPC di un incontro ad oggetto il “debriefing per gli incontri formativi e le esercitazioni svolte nel 2021 per il Catalogo delle Alluvioni” in cui sono stati presentati i risultati di tutte le Regioni, una raccolta di domande, questioni, problemi emersi nel corso degli incontri e delle esercitazioni, con le relative risposte. Nell’autunno 2021 è stata rilasciata una nuova versione del file di caricamento massivo in formato xls.
Il DPCM del 27-09-2021 “Aggiornamento dei criteri, delle modalità e dell'entità delle risorse destinate al finanziamento degli interventi in materia di mitigazione del rischio idrogeologico” nell’allegato 1, e in particolar modo al paragrafo 2 Modalità di presentazione delle richieste di finanziamento degli interventi, al punto 2.2 Fase 2 valutazione dell’intervento da parte dell’Autorità di bacino Distrettuale, prevede che:
....L’Autorità valuta che dagli elaborati tecnici caricati in ReNDiS risulti che l’opera e/o i suoi effetti ricadano in aree perimetrate nella pianificazione di bacino, oppure in aree comprese negli aggiornamenti in corso della pianificazione di bacino o in aree colpite da eventi calamitosi recenti (eventi inseriti e validati nelle piattaforme nazionali dell’Inventario dei Fenomeni Franosi in Italia - IFFI o del catalogo nazionale degli eventi alluvionali – FloodCat).
Questo comporterà che per i prossimi interventi inseriti in ReNDiS (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo) venga abbinato, laddove disponibile il codice fenomeno presente nella piattaforma FloodCat.

Conoscenza - T2 - RETE REGIONALE DI CONTROLLO DEI FENOMENI FRANOSI

La Rete Regionale di Controllo dei Movimenti Franosi (ReRCoMF) è costituita da circa 216 sistemi di controllo strumentale attivi su altrettante frane del territorio regionale. Le informazioni riguardanti le caratteristiche degli strumenti che compongono la ReRCoMF, nonché tutte le risultanze delle misure effettuate dalla struttura nel corso dell'anno, vengono aggiornate e implementate nel sistema informativo geologico (sottosistema monitoraggio movimenti franosi).

L’attività di monitoraggio è regolamentata dal Disciplinare per lo sviluppo, la gestione e la diffusione dati di sistemi di monitoraggio su fenomeni franosi del territorio regionale con finalità di prevenzione territoriale e di protezione civile (DGR 16 aprile 2012, n. 18-3690) tra Regione, Arpa Piemonte ed Enti coinvolti e comporta un iter complesso che va dall’acquisizione dati (anche tramite attività in campo), alla validazione, elaborazione e interpretazione delle risultanze strumentali al fine di individuare il livello di attività del fenomeno franoso e nella predisposizione di specifiche relazioni tecniche interpretative periodicamente trasmesse ai Comuni e agli uffici regionali e provinciali competenti.

Diffusione delle risultanze della Rete di Monitoraggio

La DGR 16 aprile 2012, n. 18-3690 è corredata dal testo del Disciplinare e da alcuni allegati.

L'allegato 2 contiene l'elenco completo dei siti inclusi nella rete ReRCoMF, mentre l'allegato 3 raccoglie i fascicoli monografici delle postazioni automatiche a sonde inclinometriche fisse. Secondo le indicazioni del Disciplinare Arpa provvede all'aggiornamento ed alla diffusione degli allegati 2 e 3; rispetto agli aggiornamenti annuali dei primi anni, attualmente tali allegati sono pubblicati come pagine web dinamiche, costantemente aggiornate e con un maggior numero di informazioni al loro interno, quali ad esempio l'inquadramento geografico del sito, il quadro generale della strumentazione installata e un dettaglio con le principali informazioni per ogni strumento.

Figura 6
Allegato 2 al Disciplinare - elenco dei siti monitorati inseriti nella ReRCoMF e quadro sintetico della tipologia di strumentazione utilizzata

Figura 7
Planimetria in formato pdf per l’inquadramento geografico del sito

Figura 8
Planimetria in formato pdf con il quadro generale della strumentazione installata

Su 27 siti della ReRCoMF sono installate postazioni inclinometriche automatizzate, del tipo a sonde fisse o a catena di sensori, che effettuano misure degli spostamenti suborizzontali ad intervalli di tempo predeterminati (in genere ogni 8 ore); in alcuni casi, ove sia presente anche un tubo piezometrico nelle immediate adiacenze della postazione, è acquisito automaticamente anche il dato relativo all’oscillazione del livello di falda.  L’allegato 3 è costituito dalle schede monografiche (v. figura seguente) delle postazioni automatizzate.

Figura 9
Fascicolo monografico di una postazione inclinometrica a sonde fisse

Le schede monografiche descrivono in forma sintetica il fenomeno franoso posto sotto controllo (schede di II° livello del “Sistema Informativo Frane in Piemonte” – SIFraP), riportano l’ubicazione, le caratteristiche e le modalità di installazione della postazione di misura e l’andamento storico (dalla data di installazione) delle risultanze strumentali (vedi figura successiva).

Figura 10
Grafico spostamento tempo alla profondità di 17,5 m di una delle postazioni a lettura in continuo

Al fine di fornire un quadro d’insieme, complessivo ed aggiornato a scala regionale, della situazione dei fenomeni monitorati dalla rete ReRCoMF, il Centro Funzionale emette un bollettino che viene diffuso attraverso i canali in uso per la trasmissione dei documenti facenti parte del sistema di allertamento regionale. Il bollettino ReRCoMF contiene l’elenco dei fenomeni franosi monitorati con associati i relativi cinematismi, un indice sintetico indicativo del livello di attività registrato dalla strumentazione. Inoltre, per ogni sito viene fornita la stima di precipitazione infiltrata nel suolo in un intervallo temporale rappresentativo. Per i siti con strumentazione a lettura da remoto (SLR) la stima del cinematismo si basa sulle misure aggiornate ai 30 giorni precedenti l’emissione del bollettino, mentre per i siti con modalità manuale la valutazione del cinematismo fa riferimento all’ultima lettura manuale disponibile. Dall’allegato 3 è possibile consultare l’andamento del cinematismo, registrato nell’anno precedente, per ciascuna sonda inclinometrica fissa.

Figura 11
Esempio di andamento dei cinematismi annuali per uno dei siti RERCOMF

A dieci anni dall’entrata in vigore del Disciplinare (DGR 18-3690 del 16/04/12), a seguito dell’esperienza acquisita, dell’introduzione di nuove tecnologie di monitoraggio nella ReRCoMF, delle mutate esigenze di controllo del territorio e delle variazioni dell’assetto organizzativo e funzionale delle Strutture demandate alla prevenzione dei rischi naturali è emersa l’esigenza di adeguarne alcune sue parti. Per tale ragione, il testo del Disciplinare è attualmente soggetto a revisione da parte di un gruppo di lavoro Arpa-Regione; nei prossimi mesi verrà sottoposto all’approvazione della Giunta Regionale e presentato agli enti interessati.

Linee guida SNPA per il monitoraggio delle frane n. 32/2021

Nel settembre 2021 sono state pubblicate le Linee guida SNPA per il monitoraggio delle frane n. 32/2021. Le Linee Guida hanno l’obiettivo di armonizzare le procedure e fornire riferimenti e criteri per la progettazione, l’installazione, la gestione e la manutenzione delle reti di monitoraggio delle frane, nonché per la diffusione dei dati. Arpa Piemonte ha collaborato attivamente alla realizzazione del testo. Le Linee Guida hanno un’impostazione pratica e operativa con l’obiettivo di valorizzare il patrimonio di esperienze maturate e conoscenze acquisite, fornendo ai destinatari gli elementi per un corretto ed efficace approccio metodologico, per effettuare scelte mirate e consapevoli, per dare uniformità a livello nazionale ai nuovi progetti di reti di monitoraggio. Il testo intende rappresentare uno strumento di riferimento per i soggetti che operano sul territorio nel monitoraggio e controllo dei fenomeni franosi, quali Pubbliche Amministrazioni, gestori di reti infrastrutturali, liberi professionisti.

Strumento di visualizzazione del cinematismo dei fenomeni franosi

Nell'ambito delle attività connesse alla gestione della Rete Regionale di Controllo dei Movimenti Franosi (ReRCoMF), lo strumento di visualizzazione del cinematismo dei fenomeni franosi realizzato nel 2019 con l’applicazione QGis è stato trasferito su piattaforma Arpa LizMap a fronte della definizione di funzionalità condivise. Lo strumento, attivo ma ad accesso riservato, consente di visualizzare il valore del cinematismo assegnato al movimento franoso sulla base della lettura e dell’elaborazione dei dati di monitoraggio geologico, in una scala a tre livelli. Lo strumento consente di portare l’attenzione sui fenomeni della ReRCoMF che in un determinato momento manifestano spostamenti anomali rispetto alla loro modalità tipica, rappresentando in forma sintetica lo stato dei cinematismi sul territorio regionale.

Figura 12
Strumento di visualizzazione dei cinematismi; versioni QGis (Regione Piemonte) a sx, piattaforma LizMap (Arpa Piemonte) a dx





Conoscenza - T1/2/3/4
ATTIVITÀ CONNESSE ALL’UTILIZZO DEI SISTEMI AEREI A PILOTAGGIO REMOTO (SAPR - DRONI)

Il Settore Geologico della Regione Piemonte è dotato di un sistema di riprese aeree volto all’acquisizione di video ed immagini fotografiche per lo svolgimento delle attività istituzionali. Il personale dedicato ha seguito uno specifico percorso formativo riconosciuto dall’ENAC (Ente Nazionale Aviazione Civile) ed ha ottenuto l’attestato di pilota di SAPR, sia per le operazioni specializzate non critiche che per quelle critiche.

L’utilizzo dei droni è finalizzato ad effettuare il controllo del territorio, anche a seguito di calamità naturali sia arealmente estese che puntuali, evitando l’impiego di personale in sopralluoghi spesso connotati da un significativo grado di rischio. I velivoli radiocomandati risultano, inoltre, estremamente utili per l’osservazione dall’alto di aree non raggiungibili via terra, oppure per la verifica di strutture architettoniche colpite da terremoti.

Nello specifico i droni vengono utilizzati per:

  • effettuare riprese aeree e studi di aree in dissesto sia lungo i versanti che i corsi d’acqua;
  • attività ispettive in occasione di eventi calamitosi (frane, alluvioni, terremoti, ecc.);
  • supportare le attività ispettive degli altri Settori regionali consentendo di riprendere dall’alto aree di difficile accesso;
  • realizzare la mappatura del territorio;
  • realizzare modelli tridimensionali del terreno dai quali evidenziare, tra l’altro, discontinuità strutturali, fratture e segnali di movimenti incipienti;
  • supportare le decisioni in merito al transito su vie di comunicazione potenzialmente soggette a dissesti di versante;
  • altre criticità ambientali riguardanti il territorio regionale.

Si dispone della seguente attrezzatura:
  • n. 1 DJI Phantom 4 PRO PLUS V2.0 (camera 4k e sensore da 1 pollice CMOS da 20 Mpixels)
  • n. 1 DJI Phantom 4 RTK con antenna D-RTK 2 Mobile (camera 4k e sensore da 1 pollice CMOS da 20 Mpixels)
  • n. 1 DJI Mavic 2 PRO (camera Hasselblad con un sensore da 1 pollice CMOS da 20 Mpixels)

Per l’elaborazione delle immagini viene utilizzato il software AGISOFT PHOTOSCAN PROFESSIONAL.
Sono inoltre disponibili appositi visori (goggles) che permettono di superare le problematiche connesse all’ispezione di aree di medie e grandi dimensioni con settori ad illuminazione differente e variabile, quali ad esempio versanti boscati. In tal caso, infatti, l’ispezione viene condotta da due piloti: il primo si occupa esclusivamente delle manovre di volo ed il secondo si dedica alle operazioni di ispezione visiva e videoripresa utilizzando il visore per un miglior inquadramento dell’area sorvolata.

Interventi effettuati

Nel corso del 2021 i droni sono stati utilizzati, anche su richiesta di altri Settori regionali, nelle situazioni di seguito elencate, principalmente a causa della difficoltà di accesso ai luoghi e/o per la necessità di disporre di un modello tridimensionale del terreno o di riprese video dall’alto:
  • attività esercitativa prevista nell'ambito del Progetto Faster (finalizzato alla progettazione, sviluppo, test e disseminazione di strumenti tecnologici legati alla ricerca applicata a vari settori, tra cui anche la Protezione Civile). L’attività si è svolta nel Comune di Moncalieri, sullo scenario dell'alluvione del T. Chisola del novembre 2016, ed ha visto tra i partecipanti il Coordinamento volontariato di Protezione Civile, l’ANA Piemonte, il Corpo Regionale AIB, la CRI Piemonte, l'ANC (per le componenti del volontariato), l’Arpa Piemonte ed il Settore regionale Protezione Civile. In preparazione di tale giornata i Settori Geologico e Sismico hanno condotto due specifiche esercitazioni sempre nel Comune di Moncalieri;
  • rilievo nel Comune di Stresa, lungo il tragitto della funivia Stresa-Mottarone, relativamente al coinvolgimento di un edificio di civile abitazione da parte di un movimento franoso.

Sono inoltre state svolte alcune attività di pratica in campo, utilizzando i droni nelle varie conformazioni di volo, nonché attività riguardanti l’utilizzo del software per l’elaborazione delle immagini acquisite. Tali attività sono state svolte anche a supporto dell’attività istruttoria di competenza del Settore Geologico (es. valutazione studi geologici PRG Comune Groscavallo (TO) e rilievo in Comune di Balme (TO), nel tratto interessato dal conoide del rio Paschiet alla confluenza col T. Stura, di supporto all’analisi geomorfologica per l’istruttoria di una pratica di variante SUAP).
Infine, nell’ottica del confronto tra soggetti che svolgono attività di rilievo degli effetti relativi agli eventi alluvionali e soggetti che possono offrire, con l'impiego di aeromobili, un contributo nella definizione del quadro dei dissesti, nel corso dell’anno 2021 è emersa la necessità di approfondire il quadro degli strumenti attualmente disponibili a livello regionale per gestire contesti emergenziali e post-emergenziali. A tal fine si sono tenuti alcuni incontri, coordinati dal Settore regionale Protezione Civile, volti a vagliare l’eventuale contributo di più soggetti (le organizzazioni di volontariato operanti sul territorio piemontese o gli uffici regionali, come il Settore Geologico), che impiegano aeromobili per le loro attività.

Figura 13
Progetto Faster - Esercitazione di Moncalieri (gennaio 2021)

Conoscenza - T1/2 - “E’ GEO-LOGICA” - PROGETTO DI DIVULGAZIONE SCIENTIFICA E FORMAZIONE/INFORMAZIONE SULLE TEMATICHE DI PROTEZIONE CIVILE

Il Progetto E’- Geologica, frutto della collaborazione tra Ordine dei Geologi del Piemonte e Settore regionale di Protezione Civile, avviato nel 2021, è in pieno svolgimento nell’attuale anno scolastico 2021/22.
Il Consiglio dell’Ordine dei Geologi del Piemonte, in collaborazione con l’Università degli Studi di Torino (Dipartimento di Scienze della Terra), ha avviato da qualche anno un progetto che mira a favorire la diffusione di un’adeguata cultura geologica nelle scuole della nostra regione come elemento necessario e primario per la salvaguardia del territorio e dell’ambiente.
Il Settore Protezione Civile della Regione Piemonte pone da sempre grande attenzione al mondo della scuola che rappresenta l’interlocutore privilegiato per le attività di prevenzione, di informazione e di promozione destinate ai futuri cittadini.
Da questi presupposti nasce la collaborazione tra la Protezione Civile e l’Ordine dei Geologi del Piemonte con l’intento di stimolare nei ragazzi una presa di coscienza e una maggiore consapevolezza delle dinamiche territoriali, dei rischi presenti nel territorio in cui vivono e delle buone pratiche di autosoccorso e di protezione civile.
La metodologia proposta è quella dell'incontro a scuola, della durata di 2 ore, tenuto da un geologo e da un funzionario di protezione civile con l'aiuto di slides, fotografie e filmati. I contenuti e il loro livello di approfondimento dipendono dall'età degli studenti e vengono concordati con gli insegnanti di riferimento che meglio conoscono la realtà didattica delle classi interessate.
Gli incontri riguardano il sistema di protezione civile, la sua organizzazione e le sue componenti, i bollettini di allerta meteo-idrologica, le buone pratiche di protezione civile e le regole comportamentali da adottare in caso di calamità, le modalità di diffusione delle informazioni ad oggi disponibili sui portali e sui social media, il ruolo del cittadino “attivo” e informato (cioè in grado di prendere decisioni giuste in un contesto di emergenza) e, per finire, il volontariato di protezione civile.
Le attività saranno proposte e realizzate per tutto l'anno scolastico 2021-2022 e proseguiranno anche nel prossimo anno 2022-23 con l’intenzione dei proponenti di intensificare le iniziative nella “Settimana nazionale della Protezione Civile”, che si terrà ad ottobre 2022.

Figura 14
Due momenti formativi presso le scuole

Pianificazione - T1/2/3/4 - DEFINIZIONE DEL QUADRO DEL DISSESTO RELATIVO AI COMUNI CHE NON HANNO ANCORA PROVVEDUTO AD ADEGUARE IL PROPRIO STRUMENTO URBANISTICO AL PAI

Al fine di poter disciplinare le azioni riguardanti la difesa idrogeologica del territorio, la Regione Piemonte deve poter disporre di una conoscenza aggiornata delle situazioni di dissesto. Uno strumento utile al raggiungimento di tale scopo è rappresentato dagli strumenti urbanistici comunali che contengono gli studi geologici relativi al quadro del dissesto redatti alla scala locale e che forniscono indicazioni circa la pericolosità geologica e la relativa idoneità all’utilizzo urbanistico del territorio.

Il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), approvato con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 24 maggio 2001, obbliga i comuni ad effettuare, attraverso la revisione dei propri strumenti urbanistici, la verifica delle effettive situazioni di dissesto e di rischio idraulico ed idrogeologico presenti sul territorio rispetto a quelle individuate dal PAI medesimo. A più di 20 anni dall’entrata in vigore del PAI, tuttavia, non tutti i comuni hanno proceduto alle verifiche sopra richiamate.

Figura 15
Comuni piemontesi suddivisi per stato di adeguamento al PAI

Figura 16
Numero di comuni adeguati al PAI suddivisi per provincia

Figura 17
Percentuale di comuni adeguati al PAI suddivisi per provincia

Allo scopo di colmare la carenza di informazioni derivanti dalla mancanza di un quadro del dissesto omogeneo, anche al fine di quantificare i fabbisogni degli interventi di mitigazione della pericolosità geologica a scala regionale, la Direzione regionale Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica, attraverso il Settore Geologico, ha proseguito l'attività avviata nel 2020, ai sensi della DGR n. 25-7286 del 30 luglio 2018, che ha portato a definire il quadro del dissesto di ulteriori comuni non ancora adeguati al PAI. La definizione del quadro del dissesto avviene sulla base delle informazioni presenti nelle varie banche dati regionali e nazionali ed ispirandosi al principio di maggior cautela.

Al fine di rendere cogenti le limitazioni all’utilizzo del territorio derivanti dalle condizioni di pericolosità emerse dagli studi effettuati dagli uffici regionali, per i comuni sopra citati sono state avviate le procedure per l’applicazione dei provvedimenti cautelari di cui all’art. 9 bis della Legge Urbanistica Regionale n. 56/1977. Tali procedure prevedono limitazioni all’uso del territorio qualora si ricada all’interno dei dissesti come sopra individuati, in sintonia con le limitazioni previste dall’articolo 9 delle Norme di Attuazione del PAI, fino all’adozione della variante di adeguamento al PAI del PRG comunale.

Completati gli studi relativi ai comuni non ancora adeguati al PAI, si procederà ad una verifica di quei comuni che hanno un adeguamento al PAI in corso ma non ancora condiviso a livello regionale. Ciò al fine di valutare l’opportunità di applicare anche a questi comuni i provvedimenti cautelari sopra richiamati.

Per questi ultimi si segnala che, per le aree in dissesto individuate dal PAI e per quelle individuate nelle mappe di pericolosità del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni, valgono, comunque, le disposizioni dell’art. 9 delle norme PAI medesimo fino all’approvazione della variante al PRG.

Contestualmente è in corso l’aggiornamento dell’Elaborato 2 del PAI, secondo le procedure definite dal D.lgs 152/2006, al fine di attualizzare la cartografia del PAI medesimo. Successivamente all’approvazione di questa Variante al PAI, il quadro del dissesto contenuto nelle DGR ex art. 9 bis della Legge Urbanistica Regionale n. 56/1977, entrerà definitivamente in vigore fino ad eventuali successivi adeguamenti degli strumenti urbanistici al nuovo quadro del dissesto ivi rappresentato, ai sensi dell’art.18 comma 4 delle Norme Tecniche di Attuazione del PAI.

Applicazione provvedimenti cautelari ai comuni non adeguati al PAI

Il percorso sopra delineato ha trovato formale compimento, per alcuni dei comuni che non hanno ancora provveduto ad adeguare il proprio strumento urbanistico al PAI, attraverso l’approvazione delle DGR di applicazione dei provvedimenti cautelari.

Nel corso degli anni sono stati applicati i seguenti provvedimenti cautelari:

Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 50 del 10 dicembre 2020, Supplemento ordinario n. 3:
applicazione dei provvedimenti cautelari ai comuni di Carrosio, Denice, Morbello, Pareto, Ponzone, Roccaforte Ligure, Rocchetta Ligure, Spigno Monferrato e Trisobbio in provincia di Alessandria; Coazzolo in provincia di Asti; Bastia Mondovì, Battifollo, Castelnuovo di Ceva, Gorzegno, Isasca, Mombarcaro, Rifreddo e Valmala (Busca) in provincia di Cuneo; Mombello di Torino, Noasca e Ribordone in provincia di Torino; Toceno in provincia di Verbania; Sabbia (Varallo) e Vocca in provincia di Vercelli.

Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 44 del 29 ottobre 2021, Supplemento ordinario n. 2: applicazione dei provvedimenti cautelari ai comuni di Balmuccia in provincia di Vercelli, Brondello in provincia di Cuneo, Bricherasio e Scalenghe in provincia di Torino.

Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte n. 6 del 28 gennaio 2022, Supplemento ordinario n. 3: applicazione dei provvedimenti cautelari ai comuni di Callabiana e Caprile in provincia di Biella, Bagnasco, Brondello, Caprauna, Castelletto Uzzone, Castino, Envie, Frabosa Soprana, Pamparato, Paroldo, Roburent e Viola in provincia di Cuneo, Bricherasio, Scalenghe e Traversella in provincia di Torino, Aurano, Intragna e Caprezzo in provincia di Verbania

Processo di acquisizione ed elaborazione dati per la digitalizzazione delle cartografie di sintesi dell’idoneità geologica all’utilizzo urbanistico dei piani regolatori comunali, anche a supporto del servizio "Scheda del territorio"

Preliminarmente alla definizione del processo di acquisizione dei dati, è stato verificato il database originale attualmente disponibile, verificando lo stato dell’arte dei dati esistenti, con relativa suddivisione in categorie sulla base della loro presenza, disponibilità e completezza.

Successivamente, sono stati controllati tutti i dati acquisiti nel tempo dai vari Settori competenti in materia di difesa del suolo della Direzione regionale Opere pubbliche, Difesa del suolo, Protezione civile, Trasporti e Logistica relativi all’esistenza di dati raster o vettoriali delle carte di sintesi da trasporre. In questa fase si è proceduto alla strutturazione del database con indicazione della tipologia e localizzazione del dato in modo da renderlo agevolmente fruibile ai fini della digitalizzazione e accodamento.

Infine, si è passati all’implementazione e aggiornamento del database relativo alla trasposizione delle carte di sintesi, effettuando una verifica, sotto il profilo della completezza e delle eventuali prescrizioni, della documentazione già vettorializzata dai vari Settori, per l’opportuno accodamento nel database generale. Nel corso del 2021 sono stati aggiunti al database originario circa 120 nuovi comuni, che si aggiungono ai circa 180 già presenti. Conseguentemente, è stato avviato il vero e proprio processo di acquisizione ed elaborazione dati con il CSI Piemonte, individuando uno specifico flusso di lavoro che è stato definito in un apposito documento tecnico.

Pianificazione - T1 - PIANO DI GESTIONE DEL RISCHIO DI ALLUVIONI (PGRA) E PAI

Aggiornamento mappe della pericolosità e del rischio

È attualmente conclusa la predisposizione delle mappe di pericolosità per il secondo ciclo di pianificazione (2022-2027), di cui alla Direttiva 2007/60/CE del 23 ottobre 2007, che prevede il primo riesame e aggiornamento delle mappe della pericolosità e del rischio di alluvione, ai fini dell'aggiornamento del PGRA (Piano di gestione rischio alluvioni).

La Direttiva 2007/60/CE “relativa alla valutazione e alla gestione dei rischi di alluvioni” (cd. Direttiva Alluvioni) ha lo scopo di istituire un quadro per la valutazione e la gestione dei rischi di alluvioni volto a ridurre le conseguenze negative per la salute umana, l’ambiente, il patrimonio culturale e le attività economiche connesse con le alluvioni all’interno della Comunità.

A dicembre 2013 le Autorità di Bacino distrettuali, in collaborazione con le Regioni e con il Dipartimento Nazionale di Protezione Civile, hanno redatto e approvato le mappe della pericolosità e del rischio di alluvioni del territorio dei distretti idrografici. È seguita, nel corso degli anni 2014 e 2015, una fase partecipativa che ha portato ad una prima revisione delle mappe nel dicembre 2015, contestualmente all’approvazione del Piano di Gestione del rischio di alluvioni contenente le misure per la riduzione del rischio.

Il riesame del PGRA deve anche tener conto degli effetti dei cambiamenti climatici sul verificarsi delle alluvioni.

La Regione Piemonte, nei propri atti attuativi del PGRA nel settore urbanistico (DDGR n. 25-7286 del 30/07/2018 e n. 17-7911 del 23/11/2018), ha ritenuto opportuno prevedere un aggiornamento annuale delle mappe, al fine di consentire un più rapido allineamento tra la pianificazione e il quadro delle conoscenze in continua evoluzione.

L’attività svolta nel 2021 si è concentrata su 3 filoni:

- aggiornamento delle mappe di pericolosità e del rischio;
- aggiornamento delle misure associate alle APSFR (aree a rischio potenziale significativo), attraverso la compilazione del DB sulla piattaforma Rendis web e contestualmente attraverso la compilazione di un DB Acces dedicato per la priorizzazione delle misure stesse (di cui al successivo punto);
- priorizzazione delle misure attraverso l’applicazione della metodologia sviluppata nell’ambito delle attività di valutazione del danno condotta con il Gruppo di lavoro delle Università e del CNR-ICAG. La versione della metodologia utilizzata è stata integrata e rivista dall’Adb, adeguandola al contesto territoriale del distretto e alle specifiche attività di valutazione del danno condotte nell’ambito dell’aggiornamento del PGRA. Il metodo si basa su un approccio multicriteria (Multi Criteria Assessment MCA) che consente di associare a ciascuna misura del PGRA un punteggio (MCAScore) calcolato con riferimento alla rilevanza sociale dei singoli obiettivi di riduzione del rischio (nazionale e locale), all’efficacia della misura rispetto a essi e alla fattibilità e sostenibilità tecnica della misura.

L’aggiornamento delle mappe è stato altresì integrato con le aree di pericolosità derivanti dagli strumenti urbanistici adeguati al PAI.
Con delibera n. 5/2021 del 20 dicembre 2021 la Conferenza Istituzionale Permanente dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po ha quindi adottato il primo aggiornamento del PGRA ai sensi degli artt. 65 e 66 del D.Lgs 152/2006, dovrà seguire l’approvazione con DPCM.

Il Piano si compone dei seguenti principali elaborati:
- Relazione metodologica e suoi Allegati
- Allegato 1 - Programma delle misure
- Allegati 2 - APSFR distrettuali e Schede monografiche
- Allegati 3 - APSFR regionali e Relazioni delle Regioni
- Allegati 4 - Valutazione del danno
- Allegato 5 - Metodologia di priorizzazione delle Misure
- Allegato 6 - Esiti delle attività di partecipazione

Il Piano è pubblicato sul sito istituzionale alla pagina dedicata.

Monitoraggio delle misure APSFR

Le aree a potenziale rischio significativo di alluvioni (APSFR), costituiscono di fatto il focus del PGRA, quelle per le quali sono previste Misure e conseguenti Azioni volte a soddisfare gli obiettivi posti dalla Direttiva Alluvioni.

Le APSFR sono state categorizzate in Distrettuali, Regionali e Locali e possono esplicarsi con interventi di tipo strutturale o non strutturale.

Al fine di monitorarne lo stato di avanzamento, nella piattaforma Rendis (Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo) è stata inserita un’area dedicata al monitoraggio di tali Misure.

Lo stato di avanzamento prevede diversi step in base al livello di implementazione della Misura: Not started (NS), On-Going Construction (OGC), Planning On-Going (POG), Completed (COM).

Pertanto su tale piattaforma si è riportato lo stato di avanzamento delle misure locali e regionali, sia strutturali che non strutturali. Inoltre sono state aggiunte due nuove misure tra quelle distrettuali dell'APSFR Po relative a una analisi e selezione di conoidi R4 prioritarie sulle quali definire azioni di intervento strutturale per mitigare la pericolosità e all'Individuazione di possibili invasi di accumulo delle acque, che portino contemporaneamente al conseguimento di obiettivi di laminazione delle piene e di accumulo di risorsa idrica.

Nel 2021 si è proceduto con una nuova fase di aggiornamento delle misure, nonchè alla loro priorizzazione attraverso l’applicazione della metodologia messa a punto da Ispra e da Autorità di bacino distrettuale del fiume Po. Tale metodologia è descritta nell’Allegato 5 del Piano di cui al link del precedente punto.

Misure di preparazione e ritorno alla normalità

Le 100 Misure di competenza della Protezione Civile Regionale, a carattere “non strutturale”, in quanto riguardanti la preparazione, la ricostruzione e la valutazione post-evento, ereditate dal primo ciclo di pianificazione, sono state ricondotte a 91 così ripartite:
  • 41 a valere su singole APSFR Regionali
  • 43 a valere su singole APSFR Distrettuali
  • 7 a valere sull’intero contesto regionale (Rif. Totalità delle APSFR Regionali).

Per la 41 Misure a valere su singole APSFR Regionali è stato calcolato, utilizzando la Metodologia Nazionale dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) così come rivista e aggiornata alla luce delle applicazioni condotte dalle Autorità di Bacino (Rif. Ottobre 2021), il Livello di Priorità, da intendersi quale indice di caratterizzazione della ”urgenza” di raggiungimento degli obiettivi di gestione del rischio propri di ciascuna Misura; ne risulta la seguente articolazione:
  • 1 con Priorità “Very High”
  • 27 con Priorità “High”
  • 10 con Priorità “Critical”
  • 3 con Priorità “Moderate”

Tale calcolo è stato portato a compimento, utilizzando i “plugin” messi a disposizione dall’Autorità di Bacino del Fiume Po, anche per le 7 Misure a valere sull’intero contesto regionale (Rif. Totalità delle APSFR Regionali) nonché per le 43 Misure a valere su APSFR Distrettuali.
Per la totalità delle 91 Misure di competenza della Protezione Civile Regionale si è inoltre giunti ad una stima dei costi complessivi, riconducendo altresì ad Arpa Piemonte e all’Agenzia Interregionale per il fiume PO (AIPO) le Misure riferite, rispettivamente, al Sistema di Monitoraggio Meteoidrologico e Scale di deflusso e alla formazione del Volontariato di protezione civile per il Servizio di Piena, specificando poi meglio i vari Settori Regionali che attuano, di fatto, ciascuna MacroMisura in seno a Regione Piemonte.

Figura 18
Mappa dei Distretti Idrografici

Aggiornamento delle fasce fluviali del PAI del fiume Tanaro e del torrente Varaita

Nel 2021 l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po ha adottato, con decreti del Segretario generale, le Varianti alle fasce fluviali del fiume Tanaro (decreto n. 321/2021) e del torrente Varaita (decreto n. 320/2021), previo parere favorevole espresso dalla Conferenza Operativa nella seduta del 15 luglio 2021. Il Piano è sottoposto alla fase di pubblicazione che si concluderà nel 2022 con l’approvazione con Decreto del Segretario generale dell’Adb. Di seguito il link per la consultazione degli elaborati: https://www.regione.piemonte.it/web/temi/protezione-civile-difesa-suolo-opere-pubbliche/difesa-suolo/strumenti-per-difesa-suolo/adottate-varianti-alle-fasce-fluviali-fiume-tanaro-torrente-varaita
Nel 2021, a seguito della consegna dello studio idraulico commissionato da AIPO, è stato impostato con AIPO stessa e con Autorità di bacino distrettuale, il nuovo assetto delle fasce fluviali del torrente Chisola, già presentato e condiviso con il territorio in diverse occasioni pubbliche. L’adozione del Piano è prevista per il mese di aprile del 2022.

Modifica alle norme del PAI per l’aggiornamento dei PRG al PAI

Per quanto riguarda l'aggiornamento dei Piani regolatori in adeguamento al PAI, nonchè rivisti a seguito dell'entrata in vigore del PGRA, vi è stata un’intensa attività legata alle nuove disposizioni dettate dal decreto semplificazione n. 76/2020, convertito in legge 120/2020, che ha apportato modifiche sostanziali alle procedure per l’adozione dei progetti di piano stralcio, modificando l’art. 68 del D.Lgs 152/2006 con l’introduzione dei commi 4bis e 4ter. L’interpretazione di tale modifica ha comportato ampia discussione tra i principali soggetti interessati, ovvero le Regioni (anello di congiunzione tra i Comuni e gli enti sovraordinati), l’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po (AdB) e il Ministero della Transizione Ecologica (MITE), in forza delle ricadute che tale norma avrebbe avuto sul territorio in campo pianificatorio. L’esito della discussione è stato definitivamente chiarito nella Conferenza Operativa dell’AdB del 16 dicembre 2021, in cui è stata presentata, da parte di AdB stessa, la bozza di modifica alle norme di attuazione del PAI, art. 1, c. 10 e art. 18, e una bozza di Regolamento procedurale attuativo dell’art. 68 del D.Lgs 152/2006 come modificato, condivisi con le Regioni e il MITE.
Tali punti sono stati oggetto della deliberazione n. 6/2021, che ha consentito di adottare il Progetto di Variante alle norme di attuazione del PAI e affidare la delega al Segretario Generale per l’adozione del Regolamento (ancora in fase di redazione da parte di AdB) recante la disciplina delle procedure di aggiornamento degli elaborati cartografici dei PAI e del PGRA, nella Conferenza Istituzionale Permanente (CIP) dell’AdB stessa tenutasi in data 20 dicembre 2021.
Per quanto riguarda le ricadute immediate, si è condivisa con AdB una scheda tecnica sintetica di accompagnamento per ogni Variante al PRG di adeguamento al PAI successiva all’entrata in vigore della legge di semplificazione (16 luglio 2020), per un totale di 22 comuni, nonché di raccogliere tutta la documentazione tecnica necessaria a supportare la condivisione in Conferenza Operativa, in particolare col MITE. I quadri del dissesto di questi comuni sono stati oggetto di approvazione da parte del Segretario Generale di AdB che li ha approvati con Decreto n. 582/2021 del 28/12/2021.
L'attività di acquisizione dei PRG dei comuni adeguati PAI è comunque proseguita regolarmente e nel corso del 2021 sono stati acquisiti 51 piani regolatori.

Studio di fattibilità macroarea a monte di Asti

Nel 2021 è stata affrontata la problematica di un ambito lungo il Tanaro a monte di Asti, in sponda destra, al fine di porre in essere un intervento di recupero morfologico e idraulico, attraverso interventi sia pubblici (rinaturazione) che privati (attività estrattive). Dopo alcuni incontri con gli stakeholders è stata approvata la deliberazione di Giunta regionale n. 31-2985 del 12 marzo 2021 recante " Disposizioni per un quadro di riferimento per un intervento finalizzato al recupero morfologico e idraulico del tratto in sponda destra del fiume Tanaro a monte della citta' di Asti."

Progetti win-win
(Progetti che rispondono ai principi sia della Direttiva Alluvioni che della Direttiva Acque)

Il Progetto win-win del torrente Pellice (finanziato con Rendis per un importo di circa 4.000.000 €) è proseguito nel corso dell'anno con la condivisione in sede di Gruppo di Indirizzo (Regione Piemonte, AIPo, AdbPo) del progetto definitivo, sottoposto poi alla fase di verifica di VIA che ha portato all'esclusione dalla VIA per tutti gli interventi previsti.
Il progetto è stato condiviso con i comuni interessati che hanno potuto apportare il loro contributo alla progettazione nell'ambito del Contratto di Fiume del Pellice.
In seguito, AIPo ha ottenuto le autorizzazioni necessarie all'appalto del progetto esecutivo che, per gli interventi in comune di Cavour, Garzigliana e Bricherasio, è già in fase di esecuzione.
Il Progetto win-win del torrente Orco (finanziato con Rendis per un importo di 4.500.000 €) è iniziato nel 2018 quando si è stipulata apposita convenzione tra la Regione Piemonte e la Città Metropolitana di Torino, affinché quest'ultima realizzasse la progettazione, fino al livello esecutivo, del “Primo Programma Operativo del Piano di gestione sedimenti del Torrente Orco”.
Nel 2020, il progetto di fattibilità tecnico-economica (localizzato nei comuni di Chivasso, Feletto, Montanaro, Rivarolo Canavese e San Benigno Canavese) è stato sottoposto alla procedura di VIA ex L.R. 40/98 dalla quale è stato escluso (DD n° 2341 del 07/09/2020).
Nel 2021 la Città Metropolitana di Torino, ha terminato il progetto definitivo del “primo e secondo lotto funzionale” nei comuni di Chivasso e Rivarolo Canavese, che consiste nella realizzazione dell’apertura di un ramo e realizzazione di una difesa spondale in destra orografica, nel Comune di Chivasso (1° lotto), nella realizzazione del ripascimento di un tratto della sponda destra, attivazione di un ramo secondario e rimodellamento soglia di attivazione di un altro ramo secondario (solo parte di sfioro) in Comune di Rivarolo Canavese (2° lotto – 1° stralcio) e nella realizzazione di un tratto di scogliera in massi ciclopici in sponda sinistra in Comune di Rivarolo Canavese (2° lotto – 2° stralcio. Il progetto definitivo sarà approvato nei primi mesi del 2022.

Pianificazione - T1/2 - ORGANIZZAZIONE DELLE ATTIVITÀ DI CONTRASTO AGLI EVENTI ALLUVIONALI

Per migliorare le modalità organizzative ed operative dei Settori Regionali che intervengono a seguito di un evento calamitoso, nel 2021 è stato istituito un gruppo di lavoro composto da alcuni rappresentanti dei Settori Difesa del Suolo, Geologico e Protezione Civile; il gruppo attraverso una serie di incontri ha avviato la regolamentazione delle attività da svolgere a fronte di eventi alluvionali, con particolare riferimento alle fasi immediatamente successive di ripristino a condizioni ordinarie e di rilievo degli effetti indotti dai fenomeni di dissesto. A fine anno, è stata redatta una prima bozza di un documento che disciplina le attività regionali da svolgere nella fase post evento alluvionale.
Il documento distingue due fasi: la fase 1 di raccolta dati, la fase 2 di restituzione dati. La fase 1 comprende la raccolta di dati relativi a processi, effetti e danni attraverso l’eventuale attivazione del Programma europeo Copernicus, i rilievi a terra, la compilazione del Sistema Informativo di Gestione Emergenze e Territorio (EMETER) e dell’applicativo GeoEvent, gestito dalla Sala Operativa del Settore Protezione Civile, e il supporto aereo, complementare all’utilizzo delle immagini satellitari. La fase 2 prevede la restituzione dei dati attraverso il popolamento e la possibilità di consultazione di un DB dedicato, la redazione e la pubblicazione sul sito istituzionale della Regione di specifici rapporti d’evento a supporto delle richieste di Stato di Emergenza (ex art.7 comm 1 lett. c del decreto legislativo 2 gennaio 2018 n.1) o comunque atti a fornire una descrizione di quanto accaduto.
In riferimento all’impiego di aeromobili del volontariato di protezione civile, utile ad ampliare la capacità di raccolta delle informazioni che delineano il quadro del dissesto, sono state individuate le attività di supporto aereo (trasporto di persone o attrezzature in luoghi inaccessibili via terra, ricognizione del paesaggio con osservazione diretta di un operatore a bordo o per mezzo di una telecamera senza operatore a bordo, rilievo di dati ed informazioni territoriali) ed è stata introdotta la distinzione tra attività aerea che riguarda una porzione piccola o ampia di territorio.
E’ stato inoltre effettuato un aggiornamento del censimento degli aeromobili in dotazione alle Organizzazioni di Volontariato convenzionate con la Regione Piemonte, consistente in 52 droni, 2 ultraleggeri e 1 aeroplano a cui si aggiunge una flotta di 6 elicotteri del servizio antincendi boschivi all’occorrenza impiegabile in attività alluvionale.

Figura 19
Prove di riprese aeree con drone presso il Torrente Chisola

Pianificazione - T1 - ATTIVITÀ DI VERIFICA PER LA CORRETTA GESTIONE DEGLI SBARRAMENTI E DEGLI INVASI ARTIFICIALI

Per quanto riguarda le attività di verifica, in aggiunta/aggiornamento a quanto già riferito nella Relazione Stato Ambiente 2020, si specifica quanto segue.

Sbarramenti autorizzati alla prosecuzione all'esercizio

Le attività della Regione Piemonte sono rivolte alla vigilanza sulla costruzione e controllo della gestione per gli sbarramenti artificiali per l'accumulo idrico con altezze inferiori ai 15 m e invasi inferiori al milione di metri cubi.
All’interno del Catasto sbarramenti di competenza regionale, risultano censiti in esercizio 838 sbarramenti di questo tipo. Circa il 5% delle perizie tecniche per l'autorizzazione all'esercizio sono ancora in istruttoria; la percentuale si mantiene costante per un continuo apporto di sbarramenti non precedentemente denunciati. Nel 2021 sono state autorizzate le prosecuzioni all’esercizio per circa 40 sbarramenti. Nell'ambito del rinnovo delle autorizzazioni è proseguita la consegna ai proprietari degli sbarramenti del nuovo documento di protezione civile, in linea con le indicazioni della Direttiva PCM del 08 luglio 2014. Sono inoltre stati autorizzati lavori per manutenzioni straordinarie per 3 sbarramenti.
Nell'ambito della revisione del regolamento di attuazione D.P.G.R. 9 novembre 2004, n.12/R sono stati condotti degli approfondimenti volti alla Classificazione di rischio potenziale degli invasi di competenza regionale esistenti e relativa suddivisione dei gruppi BASSO e MEDIO-ALTO Impatto Potenziale, per definire la ripartizione che dovrà essere discussa nel 2022 con le altre strutture tecniche regionali e per individuare i casi di invasi da indagare in maniera più approfondita che viene prevista nella nuova bozza di regolamento.

Verifiche sul territorio per sbarramenti abusivi

Il numero degli invasi censiti durante l'anno 2021 non ha avuto grosse variazioni. Per l’emergenza COVID l’attività di verifica del territorio ha avuto una battuta di arresto ed in particolare quella rivolta agli invasi schedati a seguito del censimento condotto da satellite a livello nazionale, alla fine degli anni '80. Con tale attività erano stati verificati circa 150 punti riscontrando, negli anni 2018 e 2019, circa 57 sbarramenti nelle province di Cuneo, Asti, Alessandria e Torino, che non erano stati precedentemente denunciati e per i quali erano state richieste manutenzioni straordinarie urgenti. Tali manutenzioni, utili per rendere controllabile l'accumulo idrico artificiale dal punto di vista della sicurezza, dovevano precedere delle perizie tecniche che potessero fornire gli elementi per una regolarizzazione anche amministrativa degli impianti e quindi una autorizzazione alla prosecuzione dell'esercizio. Durante il 2021 sono pervenute alcune perizie che sono state istruite ed hanno portato a nuove autorizzazioni.

Invasi artificiali di nuova realizzazione

Nel corso del 2021 sono stati registrati diversi procedimenti per la creazione di nuovi impianti gestiti soprattutto a livello provinciale e rivolti all'utilizzo idroelettrico ed al potenziamento dell’innevamento artificiale. Rilevanti i casi di invasi utili per il potenziamento dell'innevamento artificiale dei diversi comprensori sciistici piemontesi, una delle tipologie di intervento per le quali l'amministrazione regionale (Turismo) alla fine del 2019 aveva attivato un nuovo bando di finanziamento. È stato completato il procedimento di autorizzazione, avviato nel 2020, per un nuovo invaso ad uso irriguo da realizzare nel comune di Fossano.

Invasi artificiali con progetto di gestione del materiale sedimentato approvato

La situazione relativa all'approvazione dei progetti di gestione del materiale sedimentato negli invasi artificiali risulta essere alla fine del 2021 la seguente.
Totale di circa 73 progetti approvati:
  • 52 dighe nazionali;
  • 12 dighe regionali per le quali esistono deroghe all’obbligo di presentazione del progetto;
  • 1 diga transnazionale;
  • 8 progetti di asta.

Nel 2021 sono stati rinnovati 7 progetti di gestione soprattutto per dighe ubicate nelle montagne torinesi (Rochemolles, Val Clarea, Pont Ventoux, Gorge di Susa, Malciussia), ma anche per una ubicata in Ossola (Gebbo), una nel vercellese (Rimasco) e una nel cuneese (San Damiano Macra).

Si segnala la predisposizione da parte governativa di una bozza di decreto relativo ai Progetti di gestione del materiale sedimentato che è stata portata al confronto con le amministrazioni regionali e che facendo seguito all’art.114 del dlgs 152/2006 punta a colmare alcune lacune in materia. Si auspica a seguito di un proficuo confronto il raggiungimento dell’intesa in Conferenza unificata del decreto interministeriale per i progetti di gestione e l’approvazione del decreto nel corso del primo trimestre del 2022.

Raccolta scenari di rischio

Per quanto riguarda gli scenari di rottura degli sbarramenti regionali nel corso del 2021 è proseguita l’attività di raccolta ed informatizzazione della documentazione cartacea posseduta. 
Nel corso del 2022 gli scenari, a partire dalla diga di Rochemolles, saranno inoltre oggetto di incontri specificamente rivolti alle amministrazioni comunali competenti per la comunicazione di tematiche di rischio e protezione civile.
Per quanto riguarda le dighe ministeriali gli scenari digitalizzati sono archiviati in una apposita piattaforma gestita dalla Direzione generale per le Dighe e le Infrastrutture idriche ed elettriche.

Aggiornamento documenti di protezione civile propedeutici all'elaborazione dei piani di emergenza per le dighe

Secondo quanto disposto dalla Direttiva P.C.M. 08/07/2014, nel corso dell’anno 2021 la Regione Piemonte, in collaborazione con ARPA Piemonte e con l’Ufficio Tecnico Dighe di Torino, ha continuato il proprio impegno nell'aggiornamento dei Documenti di Protezione civile delle Dighe nazionali. Sono proseguite infatti le attività propedeutiche all’approvazione, da parte delle Prefetture, dei documenti di protezione civile (DPC); sono stati approvati nel 2021,1 DPC-priorità 1 in provincia di Biella (approvate finora con decreto prefettizio 12 dighe di priorità 1 nelle province di Biella, Cuneo, Torino e Verbano Cusio Ossola, rimanendone ancora da formalizzare 4 in provincia di Alessandria e 1 in provincia di Biella), 4 DPC-priorità 2 in provincia di Biella e Cuneo (approvate finora con decreto prefettizio 13 dighe di priorità 2 nelle province di Biella, Cuneo, Torino e Verbano Cusio Ossola, rimanendone ancora da formalizzare 5 nella provincia del Verbano Cusio Ossola), 7 DPC-priorità 3 nelle province di Cuneo e Verbano Cusio Ossola (approvate finora con decreto prefettizio 11 dighe di priorità 3 nelle province di Cuneo, Torino e Verbano Cusio Ossola, rimanendone ancora da formalizzare 10 nella provincia di Vercelli, Torino, Alessandria e Biella). 
Tali documenti indicano al gestore le azioni di comunicazione da mettere in atto per differenti livelli di allerta che possono essere attivati per situazioni collegate a rischi naturali o ad anomalie della ritenuta.
Anche per le dighe regionali, nel corso dell'anno trascorso, nell'ambito del rinnovo delle autorizzazioni alla prosecuzione dell'esercizio è proseguita la consegna ai proprietari di sbarramenti per l'accumulo idrico del nuovo documento di protezione civile basandosi sulle indicazioni della Direttiva PCM del 08/07/2014.

Analisi dei Piani di Protezione Civile dei Comuni allagabili per scarico e/o collasso

Nell’intento di analizzare la completezza delle pianificazioni di protezione civile dei Comuni allagabili per “rischio diga” piuttosto che per “rischio idraulico di valle” dalle “grandi dighe” di cui alla DGR n. 22-6795 del 27 Aprile 2018, è stata predisposta un’apposita griglia di calcolo mediante la quale ciascun Piano è stato rapportato ai contenuti preminenti di un’apposita griglia di autovalutazione, opportunamente integrati con gli ulteriori requisiti quali/quantitativi introdotti dalla Direttiva del 9 Marzo 2021 recante “Indirizzi per la predisposizione dei Piani di Protezione Civile ai diversi livelli territoriali.
Più specificatamente, per ciascuna delle parti costitutive di ciascun Piano, i principali contenuti/indicatori caratterizzanti sono stati commisurati ad un’opportuna scala di valutazione che ne ha permesso una caratterizzazione di dettaglio, confrontabile con le analoghe parti di altri Piani.
Con tale approccio, è stata conclusa l’analisi della totalità delle pianificazioni comunali sottese da 22 dighe di competenza nazionale localizzate in Piemonte e/o con effetti sul territorio regionale piemontese, con priorità per quelle i cui i Documenti di Protezione Civile risultavano già approvati (pertanto necessitanti di apposito P.E.D.) e/o di prossima approvazione, in quanto già predisposti in bozza, per un totale di 181 Piani di Protezione Civile esaminati e conseguentemente valutati nel dettaglio.
Sono, inoltre, stati esaminati e caratterizzati ulteriori 104 Piani di Protezione Civile relativi a ulteriori 6 “grandi dighe”, la cui completa caratterizzazione però non è giunta a conclusione definitiva stante l’indisponibilità, negli archivi del Settore Regionale di Protezione Civile, delle pianificazioni relative ad alcuni dei Comuni allagabili dai suddetti manufatti.
Le verifiche condotte hanno consentito un’ampia e dettagliata analisi dei sistemi comunali di protezione civile indagati, risultando tali analisi non solo fondamentali strumenti di “pesatura” di ciascun Ente territoriale (con riferimento sia al grado di capacità operativa nel prevenire e fronteggiare i rischi sul proprio territorio che, di conseguenza, al livello di resilienza di ciascuna comunità) quanto anche prezioso quadro conoscitivo previsionale propedeutico alla preventivata convocazione, da parte del Settore, dei Comuni allagabili in relazione all'estensione formale – agli stessi –della bozze di P.E.D. interessanti i rispettivi territori .

Classificazione sbarramenti di competenza regionale ai fini di laminazione

In base ai risultati delle valutazioni condotte anche negli anni precedenti ed alle condizioni di esercizio delle singole dighe, poiché la direttiva Dir.p.c.m. 27 febbraio 2004 prevede che debbano essere individuati quegli invasi che potrebbero essere effettivamente funzionali alla laminazione delle piene e quindi ad una riduzione del rischio idraulico a valle degli invasi stessi, nel corso del 2018 è stata formalizzata la DGR 22-6795 del 27 aprile 2018 che adotta:
  • come scala di priorità per la redazione dei piani di laminazione la classificazione degli invasi presenti sul territorio piemontese, utili alla laminazione delle piene, individuata nell’Allegato 1 al presente provvedimento, che ne costituisce parte integrante e sostanziale;
  • le modalità operative per la predisposizione e l'adozione dei piani di laminazione degli invasi, definite nell’Allegato 2 al presente provvedimento, che ne costituisce anch'esso parte integrante e sostanziale.

Sulla base di tale deliberazione si è proceduto nel 2021 con la scelta di sbarramenti e dighe per i quali lavorare alla redazione del Piano di laminazione e del Piano di emergenza. Le dighe scelte sono state Ceresole Reale, Serrù ed Agnel nel bacino del torrente Orco, il lago Pistono nell'eporediese.

Piani di emergenza

Nel 2021 è proseguita l’attività di aggiornamento della pianificazione di emergenza per la diga transfrontaliera del Moncenisio, anche attraverso un'esercitazione di protezione civile, propedeutica alla approvazione del documento da formalizzarsi con apposita deliberazione della Giunta regionale. L’attività di aggiornamento è stata sviluppata in parallelo anche sulla diga di Rochemolles a Bardonecchia (TO), facendo così seguito al Documento di Protezione civile e Piano di laminazione già approvati. La bozza di testo predisposta servirà come modello per la redazione dei successivi Piani di emergenza dighe regionali.

Regolazione estiva dei livelli idrometrici del Lago Maggiore

Per la traversa della Miorina di regolazione del lago Maggiore, gestita dal Consorzio del Ticino, considerata sbarramento interregionale, la deliberazione del Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino del fiume Po n.1/2015 del 12/05/2015 ha approvato la sperimentazione dei livelli estivi.
Nel 2021 con la deliberazione del Comitato Istituzionale dell'Autorità di Bacino del fiume Po n.7/2021 del 20/12/2021, si è approvato il proseguimento della sperimentazione della regolazione estiva dei livelli del Lago Maggiore nel quinquennio 2022-2026 e ribadito apposito protocollo, già utilizzato nel quinquennio precedente, contenente indicazioni per azioni di svaso preventivo a seguito di previsioni di allerte meteo (laminazione dinamica).
Si è ravvisata l’opportunità di proseguire le indagini sperimentali in questione, con lo scopo da un lato di trattare gli aspetti che non è stato possibile valutare con le attività del periodo 2015 – 2020, dall’altro di approfondire e chiarire gli aspetti che ancora presentano margini di incertezza o incompletezza.
Le attività finora svolte hanno evidenziato la necessità di valutare la possibilità di ottimizzare la conservazione e la gestione della risorsa ai fini ambientali come stabilito dalla Deliberazione di C. I. n. 1/2015 nel quadro più ampio e di area vasta rappresentato dal Ticino sub-lacuale e dall'asta del Po al verificarsi di crisi idriche analoghe a quelle registrate nel quinquennio di sperimentazione 2015 - 2020.

Piano Operativo FSC infrastrutture 2014-2020 - dighe

Il Cipe, con delibera n. 25 del 10 agosto 2016, ha approvato l’individuazione delle aree tematiche e dei relativi obiettivi strategici su cui impiegare la dotazione finanziaria del Fondo Sviluppo e coesione, tra le quali è prevista l’area tematica “Infrastrutture”.
Le dighe sono infrastrutture che interagiscono con il territorio in modo molto rilevante, sia dal punto di vista idraulico che ambientale. Date le disastrose conseguenze di eventuali incidenti, le norme stabiliscono che le “grandi dighe” siano costantemente controllate, nonché soggette, da parte dei concessionari, a manutenzioni ordinarie o straordinarie e ad interventi di adeguamento/miglioramento nei confronti dei vari standard tecnici di sicurezza.
Nel 2021 si è seguita l’attuazione del programma predisposto per le 8 dighe di interesse piemontese inserite nel Programma. Per una di queste, quella del lago d’Orta, a seguito degli approfondimenti richiesti si è valutata l’eliminazione delle paratoie esistenti e la dismissione quale diga di regolazione lacuale di competenza nazionale recedendo dal finanziamento inizialmente concesso. Per quelle alessandrine sono state richieste rimodulazioni del finanziamento che porterebbero a ridurre quello assegnato alla diga di Lago Lungo e ad aumentare quello per le dighe della Lavagnina inferiore e di lago Lavezze, inserendo inoltre ex novo la diga Badana.

Piano straordinario per la realizzazione di interventi urgenti nel settore idrico

Nel Novembre 2018 si è raggiunta l'intesa sullo schema di decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, di concerto con il Ministro delle politiche agricole, alimentari, forestali e del turismo che prevedeva, per la programmazione e realizzazione degli interventi necessari alla mitigazione dei danni connessi al fenomeno della siccità e per promuovere il potenziamento e l'adeguamento delle infrastrutture idriche, il finanziamento di interventi cantierabili per dighe esistenti o di nuova costruzione con i seguenti obiettivi prioritari:
a) completamento di interventi riguardanti grandi dighe esistenti o dighe incompiute;
b) recupero e ampliamento della capacità di invaso e di tenuta delle grandi dighe e messa in sicurezza di derivazioni idriche prioritarie per rilevanti bacini di utenza in aree sismiche classificate nelle zone 1 e 2 e ad elevato rischio idrogeologico.
Nel 2021 il Piano di finanziamento è stato riavviato dal Ministero delle Infrastrutture e Trasporti e per il Piemonte sono stati individuati 40 interventi per un totale di circa 2 miliardi e 300 milioni di euro ai quali si cercherà di trovare copertura nel 2021 anche attraverso l'impiego delle risorse rese disponibili dal Recovery Plan. Interventi già finanziati con il piano invasi sono stati traslati tra gli interventi del PNRR.
Il risultato della istruttoria del MIMS sulle proposte presentate è sfociato nel Piano approvato con un decreto alla fine dell'anno in cui sono previsti due interventi per il Piemonte per un totale di 129.000.000,00 di euro per interventi in Valle Orco sulla rete acquedottistica e in Valle Pesio per il potenziamento dell'approvvigionamento a scopi irrigui dell'invaso di Pianfei.

Pianificazione - T1/2 - SFRUTTAMENTO DELLA RISORSA MINERARIA IN MODO COMPATIBILE RISPETTO AI RISCHI NATURALI LEGATI AI SISTEMI IDROGRAFICI ED ALLA STABILITÀ DEI VERSANTI

L’intervento dell’Amministrazione, tramite il Settore Regionale Polizia Mineraria cave e miniere, nella valutazione complessiva generale del rischio ambientale nell’ambito delle attività estrattive è dettagliatamente illustrato nel relativo capitolo, cui si rimanda per ogni ulteriore approfondimento.

Già nella precedente edizione di questo capitolo, si era rilevato come gli aspetti ambientali legati alla geologia del territorio (nel senso più ampio del termine) possano, spesso, essere influenzati dall’attività di coltivazione mineraria. Quest’ultima, modificando fisicamente in modo più o meno rilevante il territorio, può conseguentemente avere ricadute, anche severe, sull’equilibrio idrogeologico o, in altri termini, sui rischi naturali connessi ai sistemi idrografici e dei versanti.
Per conseguenza, si era evidenziato come azioni specifiche da adottarsi in fase di coltivazione mineraria e recupero morfologico ambientale del sito estrattivo fossero essenziali per il raggiungimento dell’obiettivo di uno sfruttamento ambientalmente compatibile della risorsa mineraria. In questo contesto, si era inoltre evidenziato come la l.r. n. 45/1989 dalla Regione Piemonte (recepimento del testo unico del 30 dicembre 1923 n. 3267) si prefigga di minimizzare gli effetti dell'erosione dei terreni anche ad opera delle acque meteoriche e di ruscellamento: per tanto i pareri “idrogeologici”, resi per quanto di competenza nell’ambito più ampio della legge mineraria, dovrebbero essere il più possibile strumenti efficaci, uniformati e contestualizzati rispetto alla prevenzione dei rischi naturali.
Quindi, per meglio definire e concretizzare le necessarie azioni specifiche, è stata operata una circoscrizione in comparti omogenei delle attività estrattive e delle relative criticità riscontrabili dal punto di vista della regimazione delle acque superficiali e dei rapporti con il reticolato idrografico secondario.
Successivamente, rilevando come tutti i progetti di coltivazione e di recupero ambientale dei siti estrattivi contengano al loro interno relazioni ed elaborati grafici - dedicati alla regimazione idraulica delle acque afferenti il cantiere estrattivo - si è giunti a definire specifiche prescrizioni, standardizzate e contestualizzate, che vanno a condizionare il parere geologico ai sensi della citata l.r. 45/89 (competenza del Settore Geologico della Regione Piemonte) allo scopo di minimizzare gli effetti dell’attività di cava sull’assetto “idrogeologico” di versanti e rete idrografica.
Operativamente tale risultato è stato raggiunto su un primo comparto estrattivo di cave di monte “campione”, ritenuto omogeneo dal punto di vista delle criticità connesse alla regimazione delle acque e alle interferenze con il reticolato idrografico e con le acque sotterranee. Sulle cave di questo comparto di monte è stata condotta un’attenta ricerca delle possibili criticità riscontrabili dal punto di vista della regimazione delle acque superficiali e dei rapporti con il reticolato idrografico secondario. Da questa ricerca è così scaturito un documento interno, contenente, tra le altre, le possibili prescrizioni finali da inserire nel parere “idrogeologico” della l.r. 45/89, per il comparto esaminato, anche in forma di quadro sinottico in forma di matrice criticità/prescrizione.

Figura 20
Interferenza tra attività di cava e assetto idrogeologico del versante

Pianificazione - T4 - INIZIATIVE PER LA PREVENZIONE DEL RISCHIO SISMICO

Razionalizzazione e semplificazione e dematerializzazione delle procedure regionali

Con l'aggiornamento della classificazione sismica regionale, avvenuto a fine del 2019, è stato avviato il processo per il riordino delle procedure regionali per la gestione e il controllo delle attività urbanistico-edilizie ai fini della prevenzione del rischio sismico, coordinato da uno specifico Gruppo di Lavoro (GdL).
Le attività del GdL hanno comportato una revisione generale della materia e si sono concluse alla fine del 2021 con l'approvazione di una specifica deliberazione della Giunta regionale (D.G.R. n. 10-4161 del 26 novembre 2021), con la quale si sostituisce ed unifica l’intero impianto normativo precedente.
Il provvedimento tende ad uniformare le procedure edilizie nelle diverse zone sismiche del territorio regionale, semplificare gli adempimenti per gli interventi di minore importanza e concentrare le attività di controllo da parte degli Uffici Tecnici regionali (UTR) su alcune tipologie di costruzioni di particolare importanza.
Sotto il profilo della dematerializzazione, si è andato consolidando il processo per la gestione in modalità telematica dei procedimenti, ed in particolare delle denunce delle opere soggette al DPR 380/2001, già in uso del Settore Sismico nel 2019.
Nella prima parte del 2021 il sistema è stato aggiornato ed esteso ai Settori Tecnici regionali e dal 26 aprile 2021 il portale “ARCA EOS” (Archivio Regionale Cemento Armato e Opere Strutturali) rappresenta l'unica modalità di trasmissione all'UTR delle denunce di competenza regionale.

Figura 21
Distribuzione su base provinciale delle istanze pervenute ai Settori Tecnici regionali

Il Portale consente inoltre di gestire le diverse fasi procedurali e i dati associati alle denunce, contribuendo in modo significativo a ridurre la documentazione cartacea all'interno della PA.

Piano Nazionale per la Prevenzione del Rischio Sismico ed iniziative correlate

Come già evidenziato nella precedente edizione, la Regione Piemonte ha demandato al Settore Sismico la gestione e il coordinamento dei contributi per interventi sugli edifici e per studi di microzonazione sismica (MS) previsti dal Piano nazionale per la prevenzione del rischio sismico, istituito con la L.77/2009 a seguito del terremoto dell’Aquila e coordinato dal Dipartimento di Protezione Civile.

Il primo finanziamento del Piano, con valenza pluriennale (2010-2016) e regolato da Ordinanze per le singole annualità, è in fase di completamento.
Secondo quanto stabilito dalle Ordinanze, i Comuni del Piemonte che possono usufruire dei contributi sono 140 e risultano concentrati in massima parte nella Provincia di Cuneo e nell’area della Città metropolitana di Torino e, subordinatamente, nella Provincia del Verbano-Cusio-Ossola.
Per quanto riguarda gli studi di MS, in particolare, nel corso del 2021 sono stati validati tutti gli 8 studi programmati attraverso l’ultima ordinanza della programmazione 2010-2016, vale a dire l’OCDPC 532/2018, che portano complessivamente a 59 i Comuni interessati da studi di MS di livello 1 ed associata analisi della Condizione Limite per l’Emergenza (CLE), oltre ad 1 Comune con studi di MS di livello 2.

Figura 22
Comuni finanziati per studi di MS e CLE

Comuni finanziati per studi di MS e CLE (evidenziati in verde)
sull'insieme dei Comuni potenzialmente interessati dai contributi (evidenziati in giallo)
A seguito del rifinanziamento delle linee di intervento previste con la L.77/2009, con l’OCDPC n. 780 del 20 maggio 2021 sono state stabilite le risorse da trasferire alle regioni per le annualità 2019-2020-2021, e nel corso del 2021 è stata predisposta la proposta di atto normativo per l’attuazione dell’Ordinanza sul territorio regionale.

Interventi di mitigazione - T1 - PROGETTO CASSA DI LAMINAZIONE DORA RIPARIA - FASE DI PARTECIPAZIONE

La previsione di un'area di laminazione a monte della Città di Torino, contenuta nella Variante alle fasce fluviali del fiume Dora Riparia, nasce dall'esigenza di ridurre la portata del fiume nel tratto cittadino e rendere pertanto compatibili i ponti storici della Città.
I territori interessati dall'area di laminazione ricadono principalmente nei comuni di Alpignano e Caselette, oltre a Rosta e Rivoli. L'area è posta circa 12 km a monte dell’ingresso nell’area urbana del capoluogo regionale. La superficie territoriale potenzialmente interessata dall’invaso è di oltre 250 ha. Il volume utile d'invaso è pari a circa dieci milioni di metri cubi.

Il quadro economico complessivo vede un costo totale per l'esecuzione dell'opera pari a 63 M€, di cui, attualmente, circa un terzo finanziato.

La valutazione costi/benefici effettuata con una stima di danno economico, in caso di evento, conferma la strategicità della scelta di realizzazione dell’opera rispetto alla riduzione del danno economico nei quartieri più vulnerabili della città di Torino.
Il progetto preliminare è in corso di approvazione da parte di AIPO.

Dal punto di vista urbanistico-territoriale si stanno mettendo in campo le misure di perequazione territoriale previste dalla legge urbanistica regionale 56/1977, art. 19 bis, sull’applicazione dei principi perequativi a scala sovracomunale, tramite il ricorso a modalità di compensazione e redistribuzione dei vantaggi, dei costi e degli effetti derivanti dalle scelte dei piani e delle politiche territoriali. Sarà quindi sottoscritto un accordo territoriale ai sensi dell’articolo 19 ter. In tal senso si sta lavorando con il Comune di Torino al fine di trovare soluzioni utili ad integrare il ristoro degli agricoltori coinvolti. Si è restati in attesa dell’operatività della nuova Giunta del Comune di Torino (dopo le elezioni amministrative) al fine di poter riaprire il confronto con la Città stessa e i comuni interessati dall’intervento. Proprio verso la fine dell’anno ci si è accordati per gli incontri che si svolgeranno nel 2022, sia a livello politico che tecnico.
Contestualmente si sono approfonditi i temi sugli indennizzi, mettendo a confronto metodi utilizzati in altre regioni. E’ stata redatta una bozza di deliberazione regionale che si è trasmessa ai settori della Direzione Agricoltura al fine di proporre alla Giunta regionale un testo condiviso.

La fase di partecipazione attiva del territorio è stata fortemente rallentata negli anni 2021 e 2020 causa restrizioni dovute alla pandemia Covid19. Tale fase servirà a supportare popolazione, amministrazioni e stakeholders a comprendere l'importanza dell'assetto di progetto contenuto negli atti di pianificazione vigenti, ma altresì a contribuire alla redazione di un progetto che raggiunga contestualmente gli obiettivi di protezione degli insediamenti umani, di rispetto delle attività agricolo-produttive in atto, di riqualificazione ambientale ed ecologica, di miglioramento della fruizione.

Tuttavia, con la società Chintana, incaricata per lo svolgimento della fase di progettazione partecipata, sono stati possibili alcuni incontri di confronto con gli agricoltori, che si sono svolti sul territorio. Nel corso del secondo incontro, a cui era presente anche AIPO, sono stati chiariti molti aspetti tecnici del progetto che è stato ulteriormente migliorato al fine di diminuire l’impatto sui terreni agricoli all’interno della cassa di laminazione.

Per il 2022 sono in programma incontri in presenza per condividere e migliorare ulteriormente il progetto laddove possibile.

Interventi di mitigazione - T1/2/3 - RILOCALIZZAZIONI

Al fine di promuovere l'attuazione di misure di carattere non strutturale per la mitigazione del rischio idraulico e idrogeologico, è stata ancora applicata nel 2021 la DGR 22 dicembre 2017, n. 31-6223, che è stata però rivista a novembre con la DGR n. 9-4034 del 5/11/2021.

Con questa deliberazione sono state apportate alcune modifiche ed integrazioni alla delibera vigente alla luce di problematiche applicative emerse nel corso dei primi anni di attuazione della deliberazione stessa. In particolare, è stato modificato il criterio di calcolo del contributo di rilocalizzazione massimo ammissibile, per renderlo più coerente con l'attuale mercato immobiliare e con l'ammontare dei contributi erogati dal Dipartimento di protezione civile nei casi di rilocalizzazioni a seguito di eventi alluvionali, nonché la possibilità di accedere al contributo nel caso di immobili costituiti da più unità immobiliari appartenenti a diversi proprietari. Infatti, nel caso di immobili costituiti da più unità immobiliari appartenenti a diversi proprietari, questi ultimi, ai fini di accedere al contributo di rilocalizzazione, dovranno pervenire ad un’unica determinazione in merito alla facoltà di usufruire o meno del contributo di rilocalizzazione. Questa scelta è stata dettata dal fatto che la conseguenza di scelte differenziate da parte dei proprietari (alcuni scelgono di andarsene e altri restano) porta ad uno scarso risultato della riduzione del rischio in quanto l’edificio e le persone che scelgono di restare permangono nell’area ad elevata pericolosità; l’intervento non risulta pertanto pienamente soddisfacente nè sotto il profilo del rapporto costi/benefici né dal punto di vista paesaggistico-ambientale.

Nel corso del 2021 è stata complessivamente liquidata a n. 5 Comuni la somma di € 999.301,94, di cui € 899.529,77 per i contributi di rilocalizzazione da trasferire ai privati e € 99.772, 17 per la demolizione degli immobili rilocalizzati.

Interventi di mitigazione -T1/2/3- PROGRAMMAZIONE DEGLI INTERVENTI CONTRO IL DISSESTO IDROGEOLOGICO

Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (ReNDiS)

Il repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo (Rendis) è lo strumento tramite il quale le Regioni rendono disponibili al Ministero della Transizione Ecologica (MiTE), all’Autorità di Bacino competente per il territorio regionale e all’Ispra, le informazioni sui progetti di intervento di mitigazione che la Regione intende attuare con i fondi nazionali disponibili a tal fine.

Il DPCM 28 maggio 2015, in attuazione dell’art. 10 c. 11 DL n. 133/2014 convertito  con legge 11 novembre 2014 n. 164, stabiliva i criteri e le modalità per definire le priorità per l’attribuzione delle risorse. Gli aspetti rilevanti della procedura sono: il caricamento sulla piattaforma Rendis degli elaborati progettuali e delle informazioni tecnico ed amministrative connesse, la validazione regionale e le verifiche effettuate dall’Autorità di Bacino e dal Ministero dell’Ambiente.  Tra i criteri, definiti anch’essi dal DPCM 28 maggio 2015, che sono alla base per la formazione della graduatoria vi sono i seguenti principali: il numero delle persone esposte al rischio diretto, i beni esposti a rischio grave e la riduzione del numero di persone a rischio a seguito della realizzazione dell’intervento. Gli ulteriori criteri impiegati per la definizione della graduatoria contribuiscono con minor peso alla stessa.

Nel corso del 2021 si conclusa la procedura, avviata dal MiTE nel 2019, d’interlocuzione con le regioni al fine di rivedere i contenuti del DPCM 28 maggio 2015. Il nuovo DPCM 27 settembre 2021 è stato pubblicato in G.U. n. 272 del 15/11/2021; esso non modifica l’impostazione generale del precedente ma introduce le seguenti rilevanti novità procedurali: a) la valutazione a carico delle Autorità di Bacino deve avvenire entro 30 gg dalla validazione da parte della Regione; b) l’Autorità di Bacino valuta se l’intervento ed i suoi effetti ricadano in aree perimetrate nella pianificazione di bacino, oppure in aree comprese negli aggiornamenti in corso della pianificazione o in aree colpite da eventi calamitosi recenti ed esprime il parere sulla compatibilità, l’attuazione da parte dell’intervento delle misure di Piano fanno attribuire ulteriore punteggio all’intervento (questa valutazione col precedente Dpcm era attribuita alle regioni); c) la valutazione in via preliminare, con eventuali prescrizioni per la fase esecutiva, che l’intervento rispetti i presupposti e le condizioni per impedire il deterioramento dei corsi idrici come riportato all’art. 4, punti 7, 8 e 9 della Direttiva Acque (DIR/2000/60/CE), facendo riferimento a quanto indicato nella Linea Guida n. 36 “Esenzioni dagli obiettivi ambientali a norma dell’articolo 4, paragrafo 7”, approvata nell’ambito della Strategia Comune di Attuazione (CIS) della Direttiva quadro acque ed alla Direttiva alluvioni.

Nel corso del 2021 è stata avviata dal Ministero dell’Ambiente una interlocuzione con le regioni al fine di rivedere i contenuti del DPCM 28 maggio 2015 e proporre una riscrittura della norma che tenga conto delle esperienze maturate, nei 5 anni trascorsi, dalle istituzioni regionali e nazionali coinvolte. Le regioni hanno concordato sul nuovo testo e lo hanno proposto al Ministero dell’Ambiente dal quale si è in attesa di conoscere le determinazioni.

Nel corso del 2020 l’attività regionale sul sistema ha visto coinvolti i Settori regionali interessati a vario titolo per la procedura e ha riguardato prevalentemente la rivisitazione degli interventi contenuti del database, anche a seguito dell’intervenuta emanazione di atti di finanziamento regionali e nazionali, di competenza del Ministro dell’Interno, per interventi inseriti nel sistema Rendis.

Progammazione attivata

Nel corso del 2021, è stata avviata dal MiTE la procedura per la definizione della programmazione di interventi di carattere preventivo a valere sui fondi di bilancio 2021 del ministero e con il Decreto del Ministro n. 484 del 25 novembre 2021 sono stati finanziati n. 8 nuovi interventi per complessivi € 26.058.000,00. Degli interventi finanziati 7 erano stati oggetto di precedente procedura con il Fondo progettazioni ed uno si trovava a livello di progetto esecutivo. Tra gli interventi finanziati si evidenzia quello per la Regimazione del Rio Lovassina da Spinetta Marengo alla confluenza in Bormida per 15,3 milioni di euro che darà definitiva soluzione al problema degli allagamenti della frazione in Comune di Alessandria. Gli interventi saranno finanziati a cura del Commissario di Governo man mano che arriveranno al progettazione esecutiva quindi saranno cantierabili.
Per il Fondo progettazioni nel 2021, è stata avviata una programmazione che si è conclusa con il Decreto direttoriale n. 225 del 7 dicembre 2021; in esso si individua un solo nuovo intervento per un importo di € 422.960,24 di notevole rilevanza economica e territoriale riguardando la Mitigazione del rischio idrogeologico dei siti a tergo del limite di progetto della fascia B del PAI in Comune di Saluggia. La progettazione è stata attivata dal Commissario di Governo incaricando il Comune per la sua esecuzione fino alla fase esecutiva.
La Regione Piemonte con propri fondi, stanziati ai sensi della l.r. n. 54/1975, ha avviato n. 104 interventi di manutenzione idraulica dei corsi d’acqua di competenza regionale per un importo complessivo di 2,99 milioni di euro che si vanno ad aggiungere alla programmazione di analoga finalità avviata nel 2019.

Le anzidette misure, tendenti alla mitigazione e riduzione del rischio appaiono comunque insufficienti rispetto ai reali bisogni che si manifestano sul territorio, in particolare se si esaminano il valore dei danni conseguenti agli eventi alluvionali ed il valore degli stanziamenti per la prevenzione contro il dissesto idrogeologico. Nell’ottica di raggiungere una migliore efficacia degli stanziamenti pubblici contro il dissesto, non vengono in soccorso le recenti iniziative del Ministero dell’Interno o di altre Amministrazioni che, autonomamente e senza osservare piani e programmi prestabiliti dal ministero competente e dalle Regioni, ha finanziato ai Comuni interventi contro il dissesto idrogeologico.

Interventi di mitigazione - T3 - MITIGAZIONE DEL RISCHIO VALANGHE SULLA VIABILITÀ TRANSFRONTALIERA NELL’AMBITO DEL PITER ALCOTRA “TERRES MONVISO”

L’attuazione di misure gestionali per la mitigazione del rischio valanghivo rappresenta un contributo alla soluzione di problematiche invernali della viabilità con un basso impatto paesaggistico e con costi decisamente più contenuti rispetto a quelli necessari per interventi strutturali, come le opere paravalanghe.

La Regione Piemonte ha aderito nel 2018 al Progetto Ris(k) – Mettere in sicurezza la mobilità del Piano Integrato Territoriale - PITER "Terres Monviso" coordinato dalla Communauté de Communes du Guillestrois et du Queyras, in qualita' di capofila, nell'ambito del bando del Programma Interreg V-A Italia-Francia Alcotra 2014-2020.
Il progetto, che si concluderà nel marzo 2023, si propone, attraverso le azioni strutturate in tre work packages, di raggiungere obiettivi relativi alla riduzione del rischio di valanghe sulla viabilità transfrontaliera al Colle della Maddalena (S.S. 21), al miglioramento dei protocolli di comunicazione tra i gestori della viabilità transfrontaliera e a favorire lo sviluppo di rapporti istituzionali ed operativi sui due versanti della catena alpina.

Si è inteso inoltre valorizzare le capacità operative delle Commissioni Locali Valanghe per la gestione delle situazioni di criticità per rischio valanghe ed attuare interventi strutturali per migliorare la sicurezza del transito sulla viabilità transfrontaliera di alta montagna (S.P. 251 Colle dell’Agnello). Il budget complessivo è di € 1.647,059,00, di cui € 955.294,22 destinati alla Regione Piemonte. Il progetto è stato gestito dai Settori regionali Geologico e Protezione Civile, con il supporto di due soggetti attuatori (Unione Montana Valle Stura e Provincia di Cuneo) per la realizzazione di alcune attività strategiche.
Al fine di pubblicizzare le attività di distacco programmato delle valanghe (PIDAV) sulla S.S. 21 presso il Colle della Maddalena, svolte dall’Unione Montana Valle Stura nell’ambito del progetto, sono state condivise le procedure adottate per la gestione del sistema, in accordo con la Prefettura di Cuneo e quella di Digne-les-Bains, i rappresentanti di ANAS, della Provincia di Cuneo, del Comune di Argentera e delle Forze dell’ordine (Carabinieri, Polizia Stradale e Guardia di Finanza).
Uno degli scopi del progetto è stato quello di rendere efficacemente operativo il sistema di distacco programmato delle valanghe attraverso l’impiego di un sistema elitrasportato, di cui è stata effettuata una prima attivazione il 7 Gennaio 2021, attraverso la condivisione con tutti i soggetti coinvolti nelle procedure già adottate negli anni recenti nell’ambito di un progetto sperimentale co-finanziato dalla Regione e dall’ANAS nel periodo 2014-2018 (v. figura seguente).

Figura 23
L’esploditore a gas elitrasportato Daisy Bell acquistato dall’Unione Montana Valle Stura per il distacco programmato delle valanghe sulla S.S. 21 presso il Colle della Maddalena

L’Unione Montana Valle Stura, nel corso delle stagioni 2020-21 e 2021-22 ha svolto operazioni di distacco programmato delle valanghe sulla S.S. 21 presso il Colle della Maddalena con un sistema elitrasportato di distacco.
Per il raggiungimento delle finalità del progetto l’Unione Montana ha provveduto all’acquisto di una nuova attrezzatura elitrasportata di esploditore a gas Daisy Bell ed all’allestimento di un edificio prefabbricato per il ricovero dell’attrezzatura nel comune di Argentera.
Per le finalità di miglioramento della sicurezza del traffico turistico presso il valico del Colle dell’Agnello la Provincia di Cuneo ha realizzato un intervento d’installazione di nuove barriere di sicurezza lungo due chilometri della strada provinciale 251 del Colle dell’Agnello, nel tratto Pontechianale – Chianale - Confine di stato (v. figure seguente).

Figura 24
Un tratto delle barriere di sicurezza installate sulla S.P. 251 presso il Colle dell’Agnello (Valle Varaita) dalla Provincia di Cuneo

Allo scopo di rafforzare la collaborazione tra il Dipartimento des Hautes Alpes e la Provincia di Cuneo, che gestiscono la viabilità di collegamento tra Italia e Francia nel periodo estivo attraverso il Colle dell’Agnello è in progetto la sottoscrizione di un protocollo operativo che consenta un’estensione del periodo di apertura nella tarda primavera ed all’inizio dell’autunno. Il protocollo si baserà su procedure operative per la valutazione del pericolo di valanghe in alcuni tratti della viabilità di alta montagna (v. figura seguente).

Figura 25
Il Colle dell’Agnello e, a sinistra, i ripidi versanti oggetto di studio per la definizione di procedure di gestione del rischio valanghe sulla viabilità transfrontaliera

Gestione emergenza e post-emergenza -T1/2- ATTIVITÀ CONSEGUENTI AGLI EVENTI ALLUVIONALI DELL'ANNO 2020

Nel mese di luglio 2021 si sono verificati diversi episodi temporaleschi associati a forti raffiche di vento e grandine, che hanno colpito aree più o meno estese della regione, e nei primi giorni di ottobre sono state registrate precipitazioni forti, localmente eccezionali, e di breve durata. I danni sono stati tali per cui la Regione ha chiesto lo stato di emergenza ex art.7 comm 1 lett.c del decreto legislativo 2 gennaio 2018 n.1 e ha redatto i rapporti di evento a supporto della richiesta stessa.

La descrizione degli effetti al suolo è riportata nella sezione fattori.

Rapporto di evento

A seguito degli eventi alluvionali il Settore Geologico, con il supporto degli uffici tecnici, dei settori Protezione Civile e Infrastrutture e Pronto Intervento della Direzione Regionale Opere Pubbliche, Difesa del Suolo, Protezione Civile, Trasporti e Logistica, ha predisposto, come sempre in questi casi, appositi rapporti d'evento.

In generale il rapporto è basato sulle risultanze dei sopralluoghi effettuati dai funzionari tecnici regionali subito dopo l’evento ed è integrato con informazioni rese da altri soggetti che operano sul territorio (uffici tecnici comunali, province, Aipo, ARPA, etc).

Nel corso del 2021 sono stati redatti i seguenti rapporti:       
  1. rapporto sugli eventi temporaleschi avvenuti nel mese di luglio (richiesta dello stato di emergenza con nota prot. n. 23628 del 23 luglio 2021; il diniego dello stato di emergenza è stato comunicato dal Dipartimento di Protezione Civile, con la nota 41746 del 29 settembre 2021);
  2. rapporto sull’evento del 3-4 ottobre (richiesta dello stato di emergenza con nota prot. n. 50933 del 06 ottobre 2021; emergenza concessa con Deliberazione del Consiglio dei Ministri 23 dicembre 2021).
Per l’evento di ottobre 2021, data la numerosità degli effetti sul territorio, concentrati soprattutto nella provincia di Alessandria e al confine con la Liguria, i tecnici di Regione e di Arpa hanno effettuato un gran numero di rilievi e sopralluoghi anche con l’utilizzo di Sistemi Aeromobili a Pilotaggio Remoto aventi le seguenti finalità:
  • rilievo degli effetti al suolo su segnalazione dei comuni, delle Province, etc;
  • verifica della conformità della classificazione di pericolosità e di sintesi degli strumenti urbanistici, per quanto riguarda in particolare i nuclei abitati, alle condizioni post evento, al fine di avviare eventuali revisioni dei Piani Regolatori Generali Comunali.

Sul sito della Regione Piemonte sono disponibili tutti i rapporti di evento redatti dalla Regione Piemonte o da altri soggetti (Arpa, Province) dal 1978 al 2021 nonché altra documentazione descrittiva degli eventi alluvionali in Piemonte.
I rapporti di evento vengono regolarmente prodotti al fine di:
  • fornire alla Giunta Regionale una descrizione di quanto accaduto ed un quadro delle risorse necessarie per i ripristini;
  • fornire ai cittadini un’informativa corretta di quanto accaduto;
  • raccogliere organicamente le informazioni relative all'evento;
  • fornire ai competenti soggetti statali (Governo, Dipartimento della Protezione Civile; Ministero dell'Ambiente) un quadro dell'accaduto anche ai fini dell'emanazione, da parte del Governo, dello Stato di Emergenza, una misura che permette di procedere con i primi necessari interventi.

Gestione dei finanziamenti conseguenti agli eventi alluvionali

La stima complessiva dei danni diretti cagionati dall’evento del 3-4 ottobre 2021 ammonta a circa € 31,5 milioni. Con l’Ordinanza Commissariale n. 1/A18.00A/846 del 4 marzo 2022 sono stati finanziati interventi di somma urgenza per il ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche per € 1.868.504,42, mentre i restanti € 31.495,58 afferiscono a misure per il soccorso e l’assistenza alla popolazione.
Nel corso dell’anno 2021 sono stati inoltre finanziati ulteriori stralci dei piani degli interventi legati agli eventi emergenziali riconosciuti negli anni precedenti. In particolare:
  • evento di Bussoleno, Chianocco e Mompantero del 7 giugno 2018, III stralcio del Piano degli Investimenti per un importo di € 1.651.731,92, ai sensi dell’Ordinanza Commissariale n. 11/A18.000/534 del 25 marzo 2021;
  • evento delle Province di Cuneo, Vercelli, Biella, Novara e Verbano Cusio Ossola del 2-3 ottobre 2020, con successiva estensione al territorio della Città Metropolitana di Torino e dei Comuni di Balzola, di Bozzole, di Casale Monferrato, di Frassineto Po, di Valmacca e di Villanova Monferrato (AL) nella Regione Piemonte, I stralcio del Piano degli Interventi per un importo di € 9.994.582,81, ai sensi della Ordinanza Commissariale n. 3/A18.000/710 del 12 gennaio 2021; II stralcio del Piano degli Interventi per un importo di € 6.047.417,19, ai sensi della Ordinanza Commissariale n. 6/A18.000/710 del 23 febbraio 2021; III stralcio del Piano degli Interventi per un importo di € 63.268.323,27, ai sensi della Ordinanza Commissariale n. 8/A18.000/710 del 2 luglio 2021; IV stralcio del Piano degli Interventi per un importo di € 843.697,36, ai sensi della Ordinanza Commissariale n. 10/A18.000/710 del 29 ottobre 2021;
  • evento di S. Mauro T.se, Baldissero T.se e Castiglione T.se del 9-19 maggio e 3-11 giugno 2020, III stralcio del Piano degli Interventi per un importo di € 701.000,00, ai sensi dell’Ordinanza Commissariale n. 1/A18.00A/743 del 8 luglio 2021.

Attività della Sala Operativa Regionale

Nel corso dell'anno la Sala Operativa Regionale ha dato il consueto contributo alla gestione degli eventi meteoidrologici critici come di seguito riportato.

L’EVENTO IDROGEOLOGICO DEL 4-5 OTTOBRE 2021 NEL PIEMONTE MERIDIONALE E SETTENTRIONALE ha principalmente interessato i bacini dei torrenti Erro, Orba e Bormida sino alla confluenza con il Tanaro in Alessandria, determinando incrementi significativi dei livelli idrometrici. Nella parte settentrionale della Regione, innalzamenti significativi dei livelli hanno principalmente riguardato i Fiumi Sesia e Toce, senza tuttavia determinare il raggiungimento delle “soglie di pericolo”.
La situazione creatasi nella giornata del 5 ottobre ha portato alla chiusura cautelativa di alcuni ponti, in particolare quello sul F. Bormida di Alessandria. Le cospicue precipitazioni hanno provocato numerosi dissesti sui versanti (frane, smottamenti) e diffusi allagamenti lungo la rete idrografica secondaria, con elevato impatto territoriale come nel caso dei comuni di Acqui terme e Ovada (AL).
Nel corso dell’evento si sono anche registrati numerosi fenomeni di dissesto localizzato (frane, smottamenti, allagamenti) che hanno interrotto in più punti la viabilità secondaria ed in taluni casi anche quella principale (strade provinciali) in alcuni settori dell’Alessandrino. L’autostrada A26 è stata chiusa in entrambe le direzioni per frana tra Ovada e Genova, così come è stata decisa la chiusura cautelativa dell’autostrada A6 all’altezza del casello di Ceva. Sulla rete ferroviaria, RFI ha segnalato l’interruzione della viabilità tra Alessandria e Genova, nel tratto compreso tra i Comuni di Acqui terme ed Ovada. Nel corso dell’evento è stato anche registrato un locale disservizio nella distribuzione dell’acqua potabile nel Comune di Ovada e nel Comune di Silvano d’Orba.
La gestione dell’emergenza ha richiesto l’attivazione della Sala Operativa Regionale, l’impiego di volontari appartenenti alle associazioni convenzionate con la Regione Piemonte e l’impiego di risorse dei presidi logistici regionali.

Figura 26
Attività in videoconferenza presso la Sala Operativa Regionale (sx) e interventi della protezione Civile nell’Ovadese (dx)

Gestione emergenza e post-emergenza -T1/2/3/4- PROGETTO EUROPEO FASTER

Il progetto FASTER del Programma HORIZON 2020, prossimo a conclusione, aveva l’obiettivo di realizzare strumenti di tecnologia applicata alla gestione delle attività in emergenza pensati per i primi soccorritori che intervengono negli scenari di un evento di protezione civile.
Si è trattato di un progetto triennale che ha visto la fattiva una collaborazione, a livello europeo, tra Enti di ricerca applicata e sistemi di protezione civile, volta alla definizione di nuovi strumenti tecnologici che possano agevolare l'intervento in emergenza degli operatori del soccorso su terreno, nonchè migliorare la sicurezza, la consapevolezza e la percezione della situazione di emergenza in atto nei centri di comando e sale operative attivate sul territorio.
In particolare Regione Piemonte ha testato uno strumento di messaggistica rapida – un Chatbot (sviluppato in collaborazione con LINKS Foundation di Torino, CSI iPiemonte e il Settore Regionale di Protezione Civile) – capace di trasmettere e ricevere in tempo reale documenti multimediali (immagini, video, audio) acquisiti sul posto dagli operatori del soccorso direttamente ai centri di comando e ottenere così un quadro di maggior dettaglio sulla situazione in atto nell’ottica di orientare la risposta operativa tempestivamente dove maggiori sono le criticità segnalate sul territorio. E’ stato organizzato un momento esercitativo (cd. “Pilot”), il 7 gennaio 2021 al campo base allestito a Moncalieri, in corrispondenza dell’argine di destra del Torrente Chisola. Di rilevante, oltre il chatbot, si è avuta la sperimentazione di sorvolo dell’area esercitativa con droni in modalità singola e a “sciame” equipaggiati con strumenti di mappatura 2 e 3D.
All’esercitazione hanno partecipato circa 60 tra operatori del soccorso (appartenenti al Coordinamento Regionale del Volontariato, al Corpo Regionale AIB, alla Associazione Nazionale Carabinieri – ANC e alla Croce Rossa). Oltre ai volontari si è avuta la partecipazione dei tecnici del CSI-Piemonte, di Arpa Piemonte e dei Settori Geologico e Protezione Civile della Regione Piemonte.

Figura 27
Allestimento del mezzo mobile regionale delle telecomunicazioni a Moncalieri (sx) e uso di sensori per il rilevamento dei parametri atmosferici e corporei dei volontari e di un drone (dx)

Gestione emergenza e post-emergenza -T4- IL SISTEMA ERIKUS A SUPPORTO DELLE FASI EMERGENZIALI POST EVENTO E DELLE POLITICHE DI PREVENZIONE

Il sistema Erikus, sviluppato nel 2016 da Regione ed Arpa Piemonte in collaborazione con il Dipartimento di Protezione Civile per la gestione delle istanze di sopralluogo presentate dai cittadini a seguito di un evento sismico e basato sul software libero QGIS, è stato ormai consolidato e testato in diverse situazioni emergenziali o esercitative.
Fra le tappe significative del suo sviluppo nel corso del 2021 si ricordano come particolarmente significative:
  • l’implementazione del modulo Erikus-ric, su richiesta dal Commissario Straordinario per la Ricostruzione dei comuni dell'isola d'Ischia colpiti dall’evento sismico del 2017,  finalizzato allo sviluppo di specifiche funzionalità necessarie per la gestione della delicata fase di ricostruzione (per approfondimenti si rimanda al video Erikus–ric)
  • l’archiviazione nel sistema Erikus dei dati relativi agli edifici soggetti a tutela per valenza culturale ricadenti nei comuni piemontesi della zona sismica 3S e 3, come prosecuzione delle attività informative e formative avviate nel 2019 in collaborazione con il Segretariato regionale del Mibact di Piemonte e Lombardia. Tale attività, condotta anche nell’ambito del progetto di alternanza scuola lavoro con il Liceo Norberto Rosa di Susa, ha comportato una raccolta di dati sui beni culturali nella zona sismica 3, utilizzando l’app predisposta da Arpa Piemonte su G3W-Suite;
  • l’utilizzo del sistema come valido strumento didattico innovativo, nell’ambito dei percorsi di alternanza scuola-lavoro tra gli Istituti scolastici e gli Uffici della Regione Piemonte che ha portato all’ulteriore acquisizione di dati geometrici e costruttivi dell’edificato in specifiche aree. La collaborazione, già sperimentata con vari istituti superiori a partire dall’anno scolastico 2017-2018 è proseguita negli anni successivi, con il coinvolgimento di 400 studenti;
  • la partecipazione e l’organizzazione di alcune esercitazioni in Campania e nel Lazio per la raccolta dati sull’edificato, in collaborazione con alcune associazioni di volontariato (Network Esperti Tecnici Protezione Civile-Net.Pro e Associazione Ingegneri Volontari per l'Emergenza – AIVEM).