TERRITORIO PROTETTO E BIODIVERSITÀ
La protezione della biodiversità concorre ad un Obiettivo dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile in particolare l'Obiettivo 15:
la biodiversità
In sintesi:
- Specie vegetali: sono presenti più di 4.200 specie (Fonte: Banche Dati Naturalistiche della Regione Piemonte); inoltre per quanto riguarda le piante vascolari il Piemonte è la regione italiana più ricca di specie;
- Fauna: 400 specie di uccelli, 113 specie di mammiferi, 56 di rettili e anfibi, 81 di pesci, 3730 di invertebrati, 20 di altri gruppi (Fonte: Banche Dati Naturalistiche della Regione Piemonte).
GLI ASPETTI POSITIVI
La varietà di habitat e specie ancora presenti sul territorio regionale
La percentuale di territorio sottoposto a protezione
SISTEMA REGIONALE AREE PROTETTE e RETE NATURA 2000
Occorre però rammentare che il regime di tutela della biodiversità in Piemonte si traduce non solo nella identificazione di Parchi e Riserve naturali, quali aree naturali protette in senso territoriale e giuridico, ma anche nella presenza di siti della rete Natura 2000 (SIC - Siti di Importanza Comunitaria, ZSC - Zone Speciali di Conservazione e ZPS - Zone di protezione Speciali) istituiti ai sensi della Direttiva 92/43/CEE del Consiglio del 21/05/92, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (direttiva Habitat), e della direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 30/11/09, concernente la conservazione degli uccelli selvatici (direttiva Uccelli), nonché delle disposizioni nazionali in materia (DPR 357/1997- Regolamento recante attuazione della direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali, nonché della flora e della fauna selvatiche). L'identificazione sul territorio regionale di 152 siti della Rete Natura 2000 che si sovrappongono territorialmente in molti casi, ma non in tutti, ai territori delle aree naturali protette piemontesi, ha comportato la protezione di altri territori, per un totale, comprensivo di altre zone importanti per la biodiversità (Aree contigue, Zone naturali di salvaguardia e altre aree) di 461.587 ettari complessivi interessando più del 18% del territorio regionale.
Tabella 1
Superficie territorio tutelato in Piemonte
Tipo di area |
numero siti |
ettari (ha) |
% su superficie regionale |
Aree Naturali Protette(*) |
86 |
203.735 |
8,02 |
Altre aree (**) |
26 |
55.169 |
2,2 |
Rete Natura 2000 (***) |
152 |
403.946 |
15,91 |
Totale |
|
461.587 |
18,08 |
(***) 122 ZSC, 11 SIC, 51 ZPS
Fonte: Regione Piemonte
Ulteriori informazioni sono disponibili sul sito regionale pagina sulla biodiversità e aree naturali
Figura 1
La Rete Ecologica in Piemonte
Fonte: Regione Piemonte
Consulta il geoportale per la visualizzazione delle Zone Umide in Piemonte
Per approfondimenti consulta il capitolo Aree naturali Tutelate
PROTEZIONE DELLA BIODIVERSITÀ e DEL PAESAGGIO MEDIANTE ACCORDI DI CUSTODIA
La “Custodia del Territorio” implica che il proprietario del terreno (a cui spesso si riferisce un bene ambientale o culturale) diventi un soggetto attivo nella conservazione e nella valorizzazione del territorio con un impegno stipulato con un’associazione o un ente, che stipula un contratto di utilizzo a lungo termine in base al quale il terreno viene curato e gestito ai fini della sua conservazione in cambio di aiuti e servizi, quali promozione, supervisione professionale, assistenza pratica per compiti specifici o aiuto per la richiesta di sussidi per la gestione. Un elemento importante per l’adesione delle aziende agricole è rappresentato dalla formazione e dalla valorizzazione delle aree attraverso azioni di marketing territoriale basati sulla convinzione, come cita la Strategia Europea per la Biodiversità al 2030 che gli agricoltori “sono i custodi delle nostre terre e, in quanto tali, svolgono un ruolo essenziale nel preservare la biodiversità: sono tra i primi a risentire delle conseguenze della sua perdita, ma anche tra i primi a beneficiare del suo ripristino”.
Tra le iniziative sviluppatesi in Piemonte si cita il Progetto LIFE Orchids, che vede protagonisti in Piemonte l’Università di Torino (Orto Botanico) e l’Ente di Gestione delle Aree Protette del Parco Po Piemontese ed ha come obiettivo la conservazione delle orchidee spontanee anche attraverso la reintroduzione di esemplari derivanti da germinazione in vitro in terreni con diverso utilizzo, ma con particolare interesse vigneti e noccioleti con i proprietari dei quali sono in corso di stipulazione 50 Accordi di Custodia.
Il progetto semplice 5 “Probiodiv” del Piano Integrato Tematico – PITEM Biodiv’Alp Finanziato dal programma Europeo di Cooperazione Transfrontaliera Italia Francia ALCOTRA 2014 – 2020 mediante il coinvolgimento degli Enti Parco si prefigge di costituire Comunita’ Custodi della biodiversità, in quattro aree pilota caratterizzate dall’esistenza di solidi elementi di aggregazione territoriale e vocate al raggiungimento degli obiettivi di tutela e valorizzazione della biodiversità: nel Parco Alpi Cozie, in Val di Susa, nei comuni di Mompantero e Bussoleno, nell’ambito del perimetro della ZSC delle Oasi Xerotermiche; nel Parco delle Alpi Marittime, in Alta valle Tanaro a il vallone di Carnino, nel comune di Briga Alta; nel Parco del Monviso, in Valle Po, nel comune di Ostana; in valle Grana, nei comuni maggiormente colpiti dalla piralide del bosso. In questo progetto sono previste una carta d’intenti per ogni Comunità Custode ed una serie di azioni ed accordi di custodia specifici.
In 3 dei paesaggi rurali tradizionali mappati nell’ambito del progetto ISMEA-Rete Rurale Nazionale (Valle Uzzone, Baraggia di Rovasenda e Trino) tra gli interventi di valorizzazione sotto gli aspetti ambientali, sociali, didattici e culturali ARPA Piemonte ha condiviso con gli Enti Locali, portatori di interessi, Aree protette competenti per il territorio (Parchi Po e Ticino) e con esperti in campo socio-agronomico (IRES Piemonte e Strada del Riso Vercellese di Qualità) la definizione di Linee Guida di Buone Pratiche nelle varie filiere agricole del territorio. Aderendo a questo disciplinare le aziende agricole e turistiche potranno iscriversi al Registro delle aziende Custodi del Paesaggio, stipulando un apposito “Accordo di custodia” per sancire l’impegno che il custode si assume nei confronti della comunità a preservare il territorio di cui è proprietario. Sono attualmente in corso gli incontri territoriali per la sottoscrizione degli impegni e per la definizione dell’organizzazione del sistema di Custodia e su come valutare la sussistenza dei requisiti per l’iscrizione.
Nel territorio della Baraggia di Rovasenda è stato costituito da un gruppo di risicoltori biologici il “Biodistretto del Riso Piemontese a tutela del territorio della Isoetes malinverniana” con lo scopo generale di valorizzare e promuovere le produzioni biologiche in tutti i suoi sviluppi ed evoluzioni, riconoscendo prioritariamente gli obiettivi di conservazione degli habitat e della specie di interesse comunitario della specie minacciata Isoetes malinverniana, tutelata dal Sito di Importanza Comunitaria (SIC), IT1120026 “Stazioni di Isoetes malinverniana”.
In particolare per quanto riguarda il reticolo irriguo di competenza aziendale, gli aderenti si impegnano a salvaguardare gli habitat di vegetazione acquatica e in caso di presenza o vicinanza di colonie di Isoetes malinverniana ad adottare le misure di conservazione del sito Natura2000 ed a darsi disponibili per interventi di reintroduzione controllata in virtù dell’estrema minaccia per le ultime popolazioni residue.
Il Biodistretto condivide inoltre i Criteri e le Linee Guida per l’adesione delle aziende agricole alle mappe del paesaggio rurale di importanza regionale “Baraggia Vercellese e Biellese”, custodendo e valorizzando nei terreni in proprietà gli elementi caratteristici del paesaggio e della rete ecologica.
Infine merita ricordare come in campo privato l’acquisto diretto dei terreni che accolgono ambienti naturalisticamente significativi sia sempre lo strumento più concreto ed efficace per sottrarre dalla distruzione e custodire con prospettive di lungo periodo siti e microhabitat che conservano un elevato valore ecosistemico.
In tal senso si citano realtà da tempo consolidate come:
- l’associazione culturale “Bourchvif” a Borgolavezzaro (NO) che ha convertito in isole di natura 5 aree agricole tra cui un pioppeto situato nella ZSC “Agogna Morta” in un’ansa del torrente Agogna;
- l’associazione “Canale Ecologia” nata nel febbraio 1991 con il patrocinio del Comune di Canale che opera senza fini di lucro per la tutela e salvaguardia dell'ambiente del Roero ed ha realizzato l’Oasi di San Nicolao. Nel 2020 ha avviato una campagna di raccolta fondi “Salviamo i castagni delle rocche-giganti secolari del Roero”, raccogliendo le risorse che hanno permesso di acquistare 6 ha di terreni boschivi che hanno al loro interno circa un centinaio di esemplari di castagno secolari;
- l’associazione “Terre, Boschi, Genti e Memorie” di Castelnuovo Don Bosco (AT) fondata per la tutela e valorizzazione del patrimonio archeologico e paesaggistico del Nord Astigiano che ha creato un sistema di microaree protette consistente in un mosaico di 15 siti (formazioni forestali paranaturali, ambienti umidi lentici e lotici di fondovalle e lembi di prateria xerica a elevata naturalità) soggetti a protezione integrale per una superficie complessiva di circa 40 ettari. Nel 2021 quest’ultima associazione tramite un’azione di crowfunding e un appoggio delle associazioni ambientaliste Legambiente e ProNatura, ha conseguito l’acquisto dell’alneto di Santonco in comune di Piovà Massaia, un prezioso ambiente forestale primario, si innesta in un sistema integrato di microaree protette realizzato dall’associazione nell'arco di 25 anni, consistente in un mosaico di 15 siti (formazioni forestali paranaturali, ambienti umidi lentici e lotici di fondovalle e lembi di prateria xerica a elevata naturalità) soggetti a protezione integrale per una superficie complessiva di circa 40 ettari.
Definizione e caratterizzazione di un sistema di Isole di Senescenza nei boschi collinari all’interno della ZPS “Fiume Po – tratto vercellese alessandrino” per la valutazione della disponibilità di microhabitat e legno morto associati alla biodiversità dell’ecosistema forestale
Nell’ambito delle attività di monitoraggio ai sensi dell’art.46 della L.R. n.19 del 29 giugno 2009 che ARPA svolge per il settore regionale competente per le aree protette e la biodiversità, nel 2021 è iniziato un programma triennale finalizzato a definire un approccio metodologico per la selezione delle Isole e la loro caratterizzazione ecologica nell’ambito della ZPS IT1180028 – “Fiume Po - tratto vercellese alessandrino” utile alla pianificazione di interventi a carico dell’Ente in quanto gestore dell’area Natura 2000.
Figura 2
ZPS IT1180028 – “Fiume Po - tratto vercellese alessandrino”
L'attività è finalizzata a definire e caratterizzare i popolamenti afferenti all’habitat Natura 2000 incluso nell'Allegato I della Direttiva 92/43/CEE “Querceti di farnia o rovere subatlantici e dell’Europa centrale del Carpinion betuli” nei boschi collinari in sponda destra Po tra i comuni di Gabiano e Coniolo (AL) all’interno della ZPS IT1180028 – “Fiume Po - tratto vercellese alessandrino” per quanto riguarda la presenza di grandi alberi, microhabitat e legno morto, fondamentali per il mantenimento di adeguati livelli di biodiversità degli ambienti forestali.
Sono state scelte 8 aree da indagare caratterizzate dalla presenza di specie principalmente comprese nell’habitat 9160, all’interno delle quali sono stati effettuati i rilievi sui grandi alberi, sulla necromassa e sui microhabitat.
Il rilievo dendrologico dei popolamenti individuati è stato realizzato tramite il cavallettamento totale degli esemplari con misura del diametro ≥ 7.5 cm preso a 130 cm dal suolo, mentre per le grandi piante è stata presa come soglia di riferimento D130cm≥ 57.5 cm. All’interno dell’area di saggio è stato effettuato il censimento della necromassa con diametro ≥ a 7,5 cm utilizzando il metodo Line Intersect System (vedi contenuti correlati al fondo), distinguendo tra legno morto a terra ed in piedi. La prima categoria comprende grossi rami, tronchi a terra e alberi sradicati, mentre la seconda include le ceppaie e le piante morte in piedi o stroncate a varia altezza.
Il rilevamento della presenza di microhabitat faunistici è stato eseguito contemporaneamente ai rilievi della necromassa facendo riferimento alle categorie incluse nell’elenco di riferimento da campo dall’European Forest Institute (vedi contenuti correlati al fondo).
Le indagini condotte hanno permesso di delineare un primo quadro conoscitivo in merito ad alcuni descrittori utili a valutare lo stato di conservazione ed il grado di naturalità delle cenosi forestali, necessari ad esempio per garantire l’idoneità ambientale dei popolamenti di invertebrati saproxilici, e di valutare la possibilità di integrare tali rilievi con approfondimenti su gruppi sistematici che potrebbero essere presenti in tali aree. La flora del soprasuolo forestale sarà oggetto di campionamento su transetti significativi nel 2022, partendo dalle fasi precoci primaverili con presenza di specie nemorali e a seguire al culmine della stagione vegetativa. Sono allo studio altri rilievi in merito all’entomofauna saproxilica mediante catture di coleotteri adulti ed un esame diretto sugli alberi vegeti e morti, delle cavità negli stessi, dei tronchi e rami al suolo ed altri segni che ne attestino la presenza.
Figura 3 e 4
Dislocazione delle 8 aree di saggio comprese tra i Comuni di Gabiano e Coniolo (AL)
Figura 5
Suddivisione delle tipologie di necromassa e numero di individui per le 8 aree di saggio indagate
Figura 6
Tipologie di microhabitat
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Kraus, D., Bütler, R., Krumm, F., Lachat, T., Larrieu, L., Mergner, U., Paillet, Y.,
Rydkvist, T., Schuck, A., and Winter, S., 2016. Catalogo dei micrhohabitat degli alberi - Elenco di riferimento
da campo. Integrate+ Documento Tecnico 13. 16p. (scaricabile qui)
Van Wagner, C.E. 1982. Practical aspects of the line intersect method. Canadian Forestry Service, Maritimes Forest Research Centre, Fredericton, New Brunswick. Information Report PI-X-12E. 11 p. (scaricabile qui)