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CONTAMINAZIONE DIFFUSA DEL SUOLO

Le azioni di conservazione del suolo e della sua qualità concorrono agli i Obiettivi dell'Agenda 2030 per Sviluppo Sostenibile in particolare all'Obiettivo 15:

Proteggere, ripristinare e favorire un uso sostenibile dell’ecosistema terrestre.

Target 15.3: Entro il 2030, combattere la desertificazione, ripristinare i terreni degradati e il suolo, compresi i terreni colpiti da desertificazione, siccità e inondazioni, e sforzarsi di realizzare un mondo senza degrado del terreno.



Il suolo è lo strato superiore della crosta terrestre, costituito da componenti minerali, organici, acqua, aria e organismi viventi.
Insieme con aria e acqua, il suolo è essenziale per l’esistenza delle specie viventi presenti sul pianeta.

Il suolo è una risorsa essenzialmente non rinnovabile, che svolge numerose funzioni e fornisce servizi fondamentali per le attività umane e la sopravvivenza degli ecosistemi.

Il suolo ha un ruolo prioritario nella salvaguardia delle acque sotterranee dall’inquinamento, nel controllo della quantità di CO2 atmosferica, nella regolazione dei flussi idrici superficiali con dirette conseguenze sugli eventi alluvionali e franosi, nel mantenimento della biodiversità, nei cicli degli elementi nutritivi ecc. Dallo stato di salute del suolo dipende la biomassa vegetale con evidenti ripercussioni sull’intera catena alimentare.

Il suolo può essere contaminato da fonti puntuali, che agiscono su una superficie limitata e sono attribuibili ad un unico soggetto chiaramente individuabile, o da fonti diffuse, per le quali non è possibile discriminare il contributo delle singole fonti alla contaminazione.

La contaminazione diffusa del suolo è un fenomeno che può avere ripercussioni negative sulla qualità dell’ambiente, sulla salute dell’uomo e sull’economia. I contaminanti che si depositano al suolo possono infatti essere pericolosi anche in concentrazioni molto basse soprattutto nel caso di presenza contemporanea di più contaminanti al suolo la cui interazione può provocare amplificazione dei loro effetti negativi.

Le attività industriali, il traffico automobilistico, gli impianti di produzione energetica e di trattamento dei rifiuti, il riscaldamento domestico e tante altre attività umane immettono nell’atmosfera inquinanti che si depositano al suolo e permangono per lunghi periodi prima di essere degradati o trasportati dall’acqua.

Anche l’utilizzo prolungato in agricoltura di concimi, antiparassitari, liquami zootecnici e fanghi di depurazione delle acque può accumulare nel suolo metalli pesanti e altre sostanze nocive che con il tempo possono raggiungere concentrazioni rilevanti.

La rete di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte


Arpa realizza un programma di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte, con l'obiettivo di valutare la presenza, origine, intensità e distribuzione spaziale della contaminazione diffusa del suolo, individuare aree critiche caratterizzate da elevate probabilità di superamento dei limiti individuati dalle normative vigenti e fornire parametri statistici di riferimento dei contaminanti a diverse scale di rappresentazione.

I dati forniti dalla rete di monitoraggio rappresentano una indispensabile base scientifica di riferimento per approfondimenti a scala di maggior dettaglio, in attività correlate alla valutazione della qualità dell’ambiente, alla pianificazione territoriale e all’applicazione delle normative che riguardano la contaminazione del suolo.

Il monitoraggio dei suoli è effettuato raccogliendo ed analizzando campioni su una rete di punti distribuiti su tutto il territorio regionale.

La rete di campionamento dei suoli, inizialmente basata sullo schema sistematico del progetto LUCAS (European Community, 2003), è stata ampliata con successivi approfondimenti, progettati in base ai risultati ottenuti in corso d'opera (Figura 1).

Figura 1
Stazioni della Rete di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati – Dicembre 2021).

Stazioni posizionate su rete sistematica (arco alpino 9x9 km, pianura 4,5x4,5 km, aree critiche 3x3 e 1,5x15 km) e con criteri di rappresentatività.

Per ogni stazione di monitoraggio sono analizzate a diverse profondità le concentrazioni dei metalli pesanti per i quali sono fissati valori limite dal D.Lgs. 152/06 (Allegato 5, Parte IV, Tabella 1, colonna A). Per la maggior parte delle stazioni di monitoraggio sono inoltre analizzati Diossine - furani (PCDD/DF), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA).

L'elaborazione dei dati attraverso modelli predittivi geostatistici consente di estendere su base probabilistica al territorio i dati di presenza di contaminanti, in modo da ottenere rappresentazioni spaziali della loro concentrazione a diverse scale di dettaglio (regionale, comunale, di dettaglio), con maggiore o minore attendibilità in funzione del numero dei campioni disponibili.

Per ottenere una informazione di uso operativo, tramite opportune elaborazioni dei risultati ottenuti dai modelli previsionali, sono delimitate sul territorio aree omogenee di concentrazione dei contaminanti e sono individuate le aree critiche che presentano probabilità elevate di superamento dei limiti di legge stabiliti dal D.Lgs. 152/06.

Per ogni area omogenea sono quindi effettuate valutazioni relative alla presenza, origine, intensità della contaminazione diffusa e vengono forniti i principali parametri statistici di riferimento.

I risultati evidenziano per il Piemonte la presenza di tre principali gruppi di contaminanti responsabili di altrettante forme di contaminazione diffusa:

Contaminanti di prevalente origine naturale: metalli pesanti (Cromo, Nichel, Cobalto, Arsenico, Vanadio) e metalloidi (Arsenico) che presentano aree critiche solitamente molto estese e ben delimitate sul territorio, con concentrazioni medie e valori di fondo molto elevati rispetto ai limiti di legge. L’origine è principalmente attribuibile al substrato litologico e/o ai sedimenti che hanno contribuito alla formazione del suolo. Figure da 2 a 6.

Figura 2
Cromo (Cr) nei suoli1 del territorio piemontese

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge(2)
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge(2).

(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti D.Lgs. 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati dicembre 2019).

Figura 3
Cromo (Cr) nei suoli1 del territorio piemontese
Stima delle concentrazioni in mg/kg

(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati dicembre 2020).

Figura 4
Nichel (Ni) nei suoli1 del territorio piemontese

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge(2)
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge(2).

(1)
Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti D.Lgs. 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati dicembre 2019).

Figura 5
Cobalto (Co) nei suoli1 del territorio piemontese

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge(2)
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge(2).

(1) Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti D.Lgs. 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati dicembre 2019).

Figura 6
Arsenico (As) nei suoli1 del territorio piemontese

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge(2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge(2).

(1)
Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti D.Lgs. 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati dicembre 2019).

Contaminanti di prevalente origine antropica: metalli pesanti (Piombo, Rame, Zinco, Antimonio, Stagno, Berillio) che presentano aree critiche di dimensioni ridotte, concentrazioni più elevate in corrispondenza degli orizzonti superficiali ad indicare deposizione da contaminazione diffusa. L’origine dell’inquinamento diffuso è attribuibile a deposizioni atmosferiche (traffico stradale, riscaldamento domestico, attività industriali, emissioni, etc…) ed attività legate all’agricoltura intensiva (utilizzo di concimi, fitofarmaci, fanghi di depurazione, liquami zootecnici etc…). Esempi di elaborazioni in Figure da 7 a 9.

Figura 7
Piombo (Pb) nei suoli1 del territorio piemontese

I – Stazioni di monitoraggio per classi di concentrazione in mg/kg.
II – Stima della concentrazione in mg/kg.
III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge(2).
IV – Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge(2).
V - Box plot(3) della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge(2) (linea orizzontale rossa).

(1)
Elaborazione degli orizzonti A (0 - 10 cm per i suoli naturali o indisturbati e orizzonte arato Ap per i suoli agricoli)
(2)Limiti di legge stabiliti D.Lgs. 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
(3) rettangolo = distanza interquartile (IQR=Q3-Q1), linea orizzontale = mediana, pallino = valore outlier (>Q3+1,5*IQR), linee verticali tratteggiate = range di valori con esclusione degli outliers.

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati – 2019).

Figura 8
Zinco (Zn) nei suoli1 del territorio piemontese

I – Stazioni di monitoraggio per classi di concentrazione in mg/kg.
II – Stima della concentrazione in mg/kg.
III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge(2).
IV – Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge(2).
V - Box plot(3) della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge(2) (linea orizzontale rossa).

(1)
Elaborazione degli orizzonti A (0 - 10 cm per i suoli naturali o indisturbati e orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti D.Lgs. 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).
(3)
rettangolo = distanza interquartile (IQR=Q3-Q1), linea orizzontale = mediana, pallino = valore outlier (>Q3+1,5*IQR), linee verticali tratteggiate = range di valori con esclusione degli outliers.


Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati – 2019).

Figura 9
Rame (Cu) nei suoli1 del territorio piemontese

I – Stazioni di monitoraggio per classi di concentrazione in mg/kg.
II – Stima della concentrazione in mg/kg.
III - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge(2).
IV – Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge(2).
V - Box plot(3) della concentrazione in mg/kg per aree omogenee di concentrazione e confronto con i limiti di legge(2) (linea orizzontale rossa).

(1)
Elaborazione degli orizzonti A (0 - 10 cm per i suoli naturali o indisturbati e orizzonte arato Ap per i suoli agricoli). (2) Limiti di legge stabiliti D.Lgs. 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A). (3) rettangolo = distanza interquartile (IQR=Q3-Q1), linea orizzontale = mediana, pallino = valore outlier (>Q3+1,5*IQR), linee verticali tratteggiate = range di valori con esclusione degli outliers.


Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati 2019).

Contaminanti organici: Diossine - furani (PCDD/DF), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) di origine prevalentemente antropica (combustioni di idrocarburi, attività industriali, incenerimento di rifiuti etc…). Presentano forme lievi di contaminazione diffusa su tutto il territorio con concentrazioni medie e valori di fondo ampiamente al disotto dei limiti di legge. Non sono state individuate zone critiche, mentre i pochi superamenti riscontrati sono da attribuire a casi isolati di contaminazione puntuale. Esempi di elaborazioni in Figure 10-11.

Figura 10
Policlorobifenili (PCB – mg/kg) nei suoli1 del territorio piemontese.

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge(2),
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge(2).

(1)
Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti D.Lgs. 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).


Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati 2015).

Figura 11
Diossine e furani (PCDD/DF -  ng/kg I-TE)  nei suoli1 del territorio piemontese.

I - Stima delle probabilità (%) di superamento dei limiti di legge(2)
II - Aree omogenee di concentrazione (a, b, c) ed aree critiche (d, e) con probabilità elevate di superamento dei limiti di legge(2).

(1)
Elaborazione degli orizzonti B (30 - 60 cm per i suoli naturali o indisturbati e 20 cm al disotto dell’orizzonte arato Ap per i suoli agricoli).
(2) Limiti di legge stabiliti D.Lgs. 152/06 per le aree verdi pubbliche e private (colonna A).

Fonte: Arpa Piemonte - Rete di monitoraggio ambientale dei suoli (Dati aggiornati 2015).

Normativa di riferimento

Le attività di monitoraggio ambientale dei suoli finalizzate alla definizione di valori di riferimento a grande scala di dettaglio, risultano coerenti con quanto disposto da normative europee, nazionali e regionali:

  • La Strategia del Suolo per il 2030 approvata dalla Commissione Europea, che sarà parte integrante dell’attuazione del Green Deal europeo, indica una serie di punti fermi e di azioni da realizzare nei prossimi anni tra le quali potenziare la ricerca, la raccolta di dati e il monitoraggio del suolo. Da segnalare anche l’intenzione di favorire l’istituzione di un “passaporto” a quei suoli che vengono scavati e riutilizzati, per controllare la loro qualità e migliorane il riutilizzo del suolo pulito, promuovendo così l’economia circolare nel suolo;
  • La parte IV, Titolo V, del D.Lgs. 152/2006 disciplina la materia della bonifica dei siti contaminati e definisce l'inquinamento diffuso quale "la contaminazione o le alterazioni chimiche, fisiche o biologiche delle matrici ambientali determinate da fonti diffuse e non imputabili ad una singola origine". Lo stesso decreto, all’art. 239 c. 3 prevede che “gli interventi di bonifica e ripristino ambientale per le aree caratterizzate da inquinamento diffuso sono disciplinati dalle regioni con appositi piani, fatte salve le competenze e le procedure previste per i siti oggetto di bonifica di interesse nazionale”. Il decreto, nell'individuare i livelli di concentrazione al di sopra dei quali occorre avviare i procedimenti di bonifica, all'art. 240 lettera b) specifica che "nel caso in cui il sito potenzialmente contaminato sia ubicato in un’area interessata da fenomeni antropici o naturali che abbiano determinato il superamento di una o più concentrazioni soglia di contaminazione, queste ultime si assumono pari al valore di fondo esistente per tutti i parametri superati";
  • Il D.P.R. 120/2017, che disciplina la normativa in materia di terre e rocce da scavo, all'art. 2 lettera h) introduce il concetto di "ambito territoriale con fondo naturale" definendolo come "porzione di territorio geograficamente individuabile in cui può essere dimostrato che un valore di concentrazione di una o più sostanze nel suolo, superiore alle concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sia ascrivibile a fenomeni naturali legati alla specifica pedogenesi del territorio stesso, alle sue caratteristiche litologiche e alle condizioni chimico-fisiche presenti";
  • Il decreto n. 46/2019, adottato dal Ministero dell'Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare ai sensi dell'articolo 241 del D.Lgs. 152/2006 e relativo alla bonifica delle aree destinate alla produzione agricola e all'allevamento, definisce il "valore di fondo geochimico" quale "distribuzione di una sostanza nel suolo derivante dai processi naturali, con eventuale componente antropica non rilevabile o non apprezzabile." L’allegato 2, Art 3 Stabilisce le concentrazioni soglia di contaminazione (CSC) per i suoli delle aree agricole da utilizzare solo in assenza di Valori di Fondo Geochimico (VFG) validati da ARPA/APPA;
  • L'art. 2 della L.R. 42/2000 che stabilisce che la Regione Piemonte promuove la realizzazione di studi, di indagini, di ricerche, di documentazioni, di progettazioni, di organizzazione di dati anche finalizzati all'attività di pianificazione e che la stessa è competente in ordine alla formulazione dei piani di disciplina degli interventi di inquinamento diffuso;
  • La Deliberazione della Giunta Regionale 2 luglio 2021, n. 8-3474 - Prende atto dello studio di Arpa Piemonte sui valori di concentrazione di Cromo, Nichel e Cobalto nei suoli del Comune di Torino e cintura. Vedi approfondimenti nel paragrafo successivo.

La Deliberazione della Giunta Regionale 2 luglio 2021, n. 8-3474.

 La Deliberazione della Giunta Regionale prende atto dello studio di Arpa Piemonte sulla contaminazione diffusa del suolo, per la definizione di valori di fondo naturale ed ai fini della valutazione di situazioni di inquinamento diffuso ai sensi del D. Lgs. 152/2006.

La direttiva demanda inoltre alla Direzione Ambiente, Energia e Territorio di valutare e di mettere in atto le attività necessarie per estendere gradualmente all’intero territorio regionale gli approfondimenti contenuti nello studio di Arpa Piemonte.

Nella delibera vengono sanciti il percorso metodologico ed i criteri di acquisizione, elaborazione e gestione dei dati, da utilizzare nei processi di valutazione della contaminazione diffusa e nella determinazione dei valori di fondo naturale a grande scala di dettaglio per i suoli piemontesi.

L'area del Torinese. presenta valori di Cr, Ni e Co superiori ai limiti di legge stabiliti D. Lgs. 152/06 (concentrazioni soglia di contaminazione – CSC. Allegato 5, Parte IV, Tabella 1, colonna A), dovute in prevalenza alla natura geochimica del suolo.

Le concentrazioni dei tre contaminanti presentano inoltre una elevata variabilità spaziale legata alla diversa natura dei sedimenti alluvionali dei fiumi Sangone, Po, Dora Riparia e Stura Lanzo che attraversano il territorio.

Le concentrazioni elevate, la variabilità spaziale e la presenza di contaminazione diffusa, quest’ ultima legata alla storica industrializzazione ed alla elevata densità demografica, rendono difficile valutare se eventuali superamenti dei limiti di legge nel sito/area di interesse siano riconducibili a prevalente origine naturale o alla presenza di sorgenti antropiche (puntuali o diffuse).

Obiettivo principale dello studio è stato fornire parametri statistici, ricavati da suoli con caratteristiche naturali e privi di forme rilevanti di contaminazione diffusa, da utilizzare come fondamentale riferimento scientifico nell’ambito delle indagini preliminari sito specifiche previste dalla normativa vigente riguardante il suolo (es. terre e rocce da scavo, siti contaminati, piani di gestione dell’inquinamento diffuso).

Per lo studio in oggetto sono stati utilizzati i dati della rete di monitoraggio ambientale dei suoli del Piemonte.

La spazializzazione della concentrazione dei contaminanti attraverso modelli predittivi geostatistici ha consentito di individuare aree omogenee di concentrazione a scala di dettaglio 1:50.000. In corrispondenza delle zone ad elevata urbanizzazione, caratterizzate da scarsa presenza di suoli riconducibili a origine naturale e quindi sottocampionate, i confini delle aree omogenee di concentrazione sono stati delimitati tramite la comparazione dei risultati geostatistici con le unità della carta dei suoli del Piemonte (scala 1: 50.000).

Le ipotesi relative all’origine prevalente naturale di Cr, Ni e Co sono state verificate attraverso lo studio della variabilità verticale della concentrazione, l’individuazione di correlazioni statisticamente significative tra i contaminanti e la valutazione di indici di arricchimento. La prevalente origine naturale di Cr, Ni e Co è risultata ascrivibile alla pedogenesi del territorio stesso, alle sue caratteristiche litologiche e alle condizioni chimico-fisiche presenti, mentre la componente antropica è da considerare non rilevabile e/o non apprezzabile.

Per le aree omogene di concentrazione sono stati calcolati i valori di fondo naturale e parametri statistici interpretabili con il termine più esteso di descrittori del fondo, da utilizzare come elementi scientifici di confronto.

Le ipotesi riferite alla prevalente origine naturale di Cr, Ni e Co derivano dall’analisi di una popolazione di dati statisticamente significativa a scala di dettaglio 1: 50.000. Non è quindi possibile escludere a priori la presenza di casi di superamento dei limiti di legge e/o valori di fondo naturale proposti, riconducibili a contaminazione diffusa di origine antropica rilevabile a scala di maggior dettaglio.

Le aree omogenee di concentrazione individuate per Cr, Ni e Co sono comparabili con la definizione riportata dal D.P.R. 120/2017 di “ambito territoriale con fondo naturale”.

I parametri statistici di riferimento forniti sono utilizzabili come riferimento al piano di indagine in base a quanto stabilito nell’articolo 11 comma 1 del D.P.R. 120/2017.

I valori di fondo naturale forniti per le aree omogene di concentrazione sono compatibili con la definizione del D.M. 46/2019 di “fondo geochimico”.

La metodologia applicata, compatibilmente con le esigenze di scala di rappresentazione, può essere considerata coerente a quanto riportato nelle Linee guida per la determinazione dei valori di fondo per i suoli e per le acque sotterranee. – (ISPRA, 2018).

Per approfondimenti su materiali e metodi, risultati, utilizzo dei dati nell'ambito della normativa vigente e citazione delle fonti fare riferimento esclusivamente al documento ufficiale della delibera.

Utilizzo dei dati della rete di monitoraggio nell’ambito del Dpr 13 giugno 2017, n. 120 (Terre e rocce da scavo)

Per quanto riguarda l’applicazione della normativa concernente le terre e rocce da scavo, l’articolo 11 comma 1 del DPR 120 del 13/06/17 cita:

Qualora la realizzazione dell'opera interessi un sito in cui, per fenomeni di origine naturale, nelle terre e rocce da scavo le concentrazioni dei parametri di cui all'allegato 4, superino le concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV, del decreto n. 152 del 2006, è fatta salva la possibilità che le concentrazioni di tali parametri vengano assunte pari al valore di fondo naturale esistente. A tal fine, in fase di predisposizione del piano di utilizzo, il proponente segnala il superamento di cui sopra ai sensi dell'articolo 242 del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, e contestualmente presenta all'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente un piano di indagine per definire i valori di fondo naturale da assumere. Tale piano, condiviso con la competente Agenzia, è eseguito dal proponente con oneri a proprio carico, in contraddittorio con l'Agenzia entro 60 giorni dalla presentazione dello stesso.
Il piano di indagine può fare riferimento anche ai dati pubblicati e validati dall'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente relativi all'area oggetto di indagine. Sulla base delle risultanze del piano di indagine, nonché di altri dati disponibili per l'area oggetto di indagine, l'Agenzia di protezione ambientale competente per territorio definisce i valori di fondo naturale. Il proponente predispone il piano di utilizzo sulla base dei valori di fondo definiti dall'Agenzia.

Per il territorio piemontese il riferimento a “dati pubblicati e validati dall'Agenzia di protezione ambientale territorialmente competente relativi all'area oggetto di indagine”, può essere effettuato tramite confronto con i risultati della Rete di monitoraggio ambientale dei suoli realizzata da Arpa.
I risultati della rete evidenziano la presenza sul territorio piemontese di aree critiche caratterizzate da probabilità elevate di superamento dei limiti di legge (DLgs 152/06 - Allegato 5 - Tabella 1 - colonna A) attribuibili in prevalenza “a caratteristiche naturali del terreno” per: Cromo (Cr), Nichel (Ni), Cobalto (Co), Arsenico (As) e Vanadio (V).
Le aree critiche di concentrazione di questi metalli sono comparabili, con le dovute considerazioni attinenti alla scala di dettaglio con la quale sono presentate, alla definizione di "ambito territoriale con fondo naturale": riportata da DPR 120/17 nell’articolo 2 (lettera h):
"ambito territoriale con fondo naturale": porzione di territorio geograficamente individuabile in cui può essere dimostrato che un valore di concentrazione di una o più sostanze nel suolo, superiore alle concentrazioni soglia di contaminazione di cui alle colonne A e B, Tabella 1, Allegato 5, al Titolo V, della Parte IV del decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152, sia ascrivibile a fenomeni naturali legati alla specifica pedogenesi del territorio stesso, alle sue caratteristiche litologiche e alle condizioni chimico-fisiche presenti;

È opportuno specificare che l’utilizzo dei parametri di riferimento della rete di monitoraggio, per dimostrare che i superamenti dei limiti di legge riscontrati sono principalmente attribuibili a caratteristiche naturali del terreno, può essere effettuata esclusivamente per siti che ricadono nelle aree critiche contrassegnate con le lettere “d” e/o “e”, caratterizzate da alte probabilità (>50%) di superamento dei limiti di legge.
Le ipotesi relative alla prevalente origine naturale sono relative all’analisi di una popolazione di dati statisticamente significativa a grande scala di dettaglio.

Nelle aree critiche non è quindi possibile escludere a priori la presenza di casi di superamento dei limiti di legge e/o valori di fondo proposti, riconducibili a contaminazione puntuale di origine antropica, come del resto non è possibile escludere localmente la presenza di valori superiori al fondo determinato in termini probabilistici dovuto a cause naturali. Occorre inoltre considerare che le elevate concentrazioni riscontrate nelle aree critiche, caratterizzate da concentrazioni medie e valori di fondo molto elevati, possono “mascherare” forme di contaminazione da deposizione superficiale anche di intensità rilevante.
Per i motivi sopra elencati, l’acquisizione di dati rappresentativi a scala di dettaglio comunale e/o locale è sempre vincolato ad un ulteriore approfondimento con caratterizzazione di maggiore dettaglio ed eventuale speciazione dei metalli per meglio comprendere l’origine dell’elemento considerato.
Per l’interpretazione e il confronto con i parametri statistici forniti dalla rete di monitoraggio per aree omogenee di concentrazione è opportuno considerare alcuni aspetti di fondamentale importanza:
  • I parametri statistici e i valori di fondo forniti per area omogenea di concentrazione possono essere utilizzati come riferimento esclusivamente per lo strato superficiale interessato da processi chimici, fisici e biologici della pedogenesi, per una profondità coerente con le profondità di campionamento utilizzate nel presente studio (cfr. capitolo sul campionamento dei suoli pagg. 9 - 10).
  • Le determinazioni analitiche in laboratorio sono condotte sull'aliquota di granulometria inferiore a 2 mm. La concentrazione del campione si riferisce alla totalità dei materiali secchi della sola frazione inferiore a 2 mm senza includere la frazione di scheletro 2 cm - 2 mm. I dati forniti dalla rete di monitoraggio non sono pertanto direttamente confrontabili con valori di concentrazione relativi a campioni riferiti alla totalità dei materiali secchi (comprensiva dello scheletro frazione 2 cm - 2 mm in base alle modalità previste dalla legge sulle bonifiche e per la gestione delle terre e rocce da scavo).


contenuti correlati

Come accedere ai risultati delle elaborazioni della rete di monitoraggio

  • Risultati a scala di dettaglio: compatibilmente alla copertura di dati attualmente disponibile, i risultati possono essere elaborati in forma personalizzata a scala di dettaglio comunale e/o locale. Inviare il modulo di richiesta (scarica) all'Ufficio Relazioni con il Pubblico dell'arpa Piemonte (urp@arpa.piemonte.itnumero verde 800 518 800)
    Risultati a scala regionale: E' possibile scaricare la relazione “Arpa Piemonte - Analisi ambientale sulla contaminazione diffusa del suolo del territorio regionale per la definizione dei valori di fondo riguardanti diverse categorie di inquinanti”.


Per approfondimenti sulla contaminazione dei suoli consulta la pagina del portale sui siti contaminati

Per approfondimenti consulta il sito di Arpa Piemonte per la rete di monitoraggio del suolo

Consulta la serie storica degli indicatori ambientali relativi ai metalli pesanti nei suoli

Consulta la serie storica degli indicatori ambientali relativi agli inquinanti organici nei suoli