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PIANIFICAZIONE TERRITORIALE

La pianificazione della gestione delle risorse ambientali e territoriali concorre a diversi Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare nei seguenti:

Obiettivo 11
Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili
Target
11.4 Rafforzare gli impegni per proteggere e salvaguardare il patrimonio culturale e naturale del mondo

Obiettivo 13
Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico



Obiettivo 16
Promuovere società pacifiche e inclusive per uno sviluppo sostenibile, garantire a tutti l'accesso alla giustizia e creare istituzioni efficaci, responsabili e inclusive a tutti i livelli







IL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE (PPR)

A conclusione di un lungo iter di formazione, volto a garantire la più ampia partecipazione dei soggetti interessati e a realizzare uno strumento sempre più completo, comprensibile ed efficace, il consiglio regionale del Piemonte ha approvato, con D.C.R. 3 luglio 2017, n. 233-35836, il Piano paesaggistico regionale (Ppr), strumento di tutela e promozione del paesaggio piemontese, realizzato d’intesa con il ministero dei beni, delle attività culturali e del turismo.

Le politiche di pianificazione territoriale e paesaggistica possono essere considerate come vere e proprie politiche di sviluppo regionale; costituiscono infatti un elemento di notevole rilevanza per il consolidamento delle culture e delle economie locali, così come per il rafforzamento della competitività e dell’attrattività della regione rispetto a più ampi contesti europei e internazionali.

Le nuove esigenze e le nuove opportunità legate a tali politiche hanno in particolare trovato riscontro nella Convenzione europea del paesaggio sottoscritta a Firenze nel 2000 da 45 Paesi membri del Consiglio d’Europa nonché, per quanto riguarda l’Italia, nel Codice dei beni culturali e del paesaggio (D. Lgs. 42/2004).

Nello spirito della Convenzione europea, il Ppr non si limita a riconoscere e proteggere gli ambiti di eccezionale pregio e bellezza, ma si rivolge all’intero territorio regionale, comprensivo dei paesaggi della quotidianità, che rappresentano i contesti di vita e lavoro delle persone contribuendo a determinarne la qualità e che vanno quindi difesi dalle trasformazioni incontrollate, e di quelli compromessi o degradati, dei quali promuove il recupero e la riqualificazione.

L’azione di tutela del Piano, per essere pienamente efficace, necessita del fondamentale contributo degli enti locali; a seguito dell’approvazione, infatti, i Comuni sono chiamati ad avviare il processo di revisione dei propri strumenti urbanistici, al fine di recepire le previsioni del Ppr. Oltre alle essenziali finalità di regolamentazione, il Piano mira a diffondere una maggiore consapevolezza e attenzione nei confronti del paesaggio, inteso come patrimonio comune da proteggere e valorizzare, e ad accrescere la sensibilità dei cittadini verso gli obiettivi di tutela. Anche per questo il Piano affianca aspetti di natura strategica e progettuale a quelli più strettamente normativi.

Gli obiettivi del Piano

Il Ppr costituisce atto di pianificazione generale regionale improntato ai principi di sviluppo sostenibile, uso consapevole del territorio, minor consumo del suolo agronaturale, salvaguardia delle caratteristiche paesaggistiche e di promozione dei valori paesaggistici coerentemente inseriti nei singoli contesti ambientali. Il Ppr definisce modalità e regole volte a garantire che il paesaggio sia adeguatamente conosciuto, tutelato, valorizzato e regolato. A tale scopo promuove la salvaguardia, la gestione e il recupero dei beni paesaggistici e la realizzazione di nuovi valori paesaggistici coerenti e integrati.

Dalle cinque strategie del Ppr discendono 26 obiettivi generali, che sono comuni a Piano paesaggistico e Piano territoriale. Le finalità particolari e le strategie operative per gli aspetti paesaggistico-ambientali sono invece in gran parte differenti da quelle territoriali, in relazione ai temi specifici e agli interessi diversificati che Ppr e Ptr si trovano ad affrontare: il quadro degli obiettivi specifici, pur mantenendo un reciproco coordinamento, è pertanto differenziato per i due strumenti.

Il quadro degli obiettivi specifici costituisce il riferimento per gli aspetti di qualità paesaggistica da individuare in ciascun ambito di paesaggio. A tal fine, nell’allegato B alle Norme di attuazione sono riportati gli obiettivi specifici di maggiore rilevanza per la qualità paesaggistica di ciascun ambito, accompagnati dalle azioni strategiche più opportune per le caratteristiche e le dinamiche di ciascuna parte di territorio.

Il significato del Piano paesaggistico

Il Piano paesaggistico costituisce strumento di pianificazione sovraordinata e prevalente secondo la legislazione nazionale sul paesaggio, che prevede la redazione di un piano esteso a tutto il territorio regionale da predisporre d’intesa tra Regione e Ministero.

Al di là degli obblighi normativi, il piano costituisce presa di coscienza da parte di una comunità del valore del proprio territorio; il paesaggio rappresenta infatti l’espressione della forma di un territorio nel quale si identifica la sua popolazione, in relazione alle dinamiche ambientali, naturali, storiche, culturali, frutto delle trasformazioni operate dall’uomo nel tempo, che ne hanno plasmato le caratteristiche percettive dalla sua genesi fino a oggi.

Il piano riconosce questi aspetti e si pone come strumento di conoscenza, di regolazione, di pianificazione e programmazione, per garantire la salvaguardia delle invarianti del territorio, la riqualificazione delle parti compromesse, la crescita di una coscienza comune sull’importanza dell’attenzione nei confronti del territorio, risorsa non riproducibile, in grado di garantire lo sviluppo delle comunità che lo abitano.

Le finalità del Piano paesaggistico

Il Ppr è strumento di:
  • Conoscenza: costituisce un “atlante” complessivo che descrive il territorio piemontese; riconosce i valori fondamentali che lo qualificano, i suoi caratteri identitari, le principali criticità presenti; rappresenta una visione unitaria della regione alla luce delle sue componenti costitutive, delle sue principali vocazioni, delle espressioni caratteristiche che contraddistinguono la sua storia;
  • Programmazione: contiene linee strategiche volte alla tutela del paesaggio e al miglior utilizzo del territorio; il Ppr ha sostenuto numerose azioni già attuate (progetti europei, progetti di valorizzazione, progetti di riqualificazione) e, nella sua parte strutturale, contiene principi e assi tematici che consentiranno nei prossimi anni di dare corso a politiche consapevoli di rigenerazione e valorizzazione del territorio, in una logica di sviluppo del Piemonte volta alla qualificazione e salvaguardia delle sue risorse, verso un’economia sostenibile e per il miglioramento della qualità della vita dei suoi abitanti;
  • Pianificazione: i contenuti del Ppr costituiscono elemento fondante per il sistema della pianificazione territoriale provinciale e della città metropolitana, della pianificazione urbanistica dei comuni e delle loro forme associative, nonché riferimento essenziale per la definizione di strumenti di pianificazione settoriale coerenti e compatibili con le caratteristiche del territorio piemontese;
  • Regolazione: contiene nella sua parte prescrittiva misure di tutela volte a tradurre i riconoscimenti di valore in disposizioni normative che incidono direttamente o indirettamente sui processi di trasformazione, finalizzate a garantire il corretto equilibrio tra sviluppo delle comunità e salvaguardia dei principali ambiti di pregio paesaggistico.

Dall’approvazione all’attuazione

Conoscenza: l’apparato conoscitivo del Ppr rappresenta il riferimento per tutte le azioni che interessano il governo del territorio in termini di pianificazione e progettazione; al contempo, la diffusione delle informazioni in esso contenute è essenziale per determinare la crescita di una coscienza collettiva sulle caratteristiche del paesaggio piemontese. A tal fine è necessario promuovere intese con il pubblico interessato (Osservatori del paesaggio, associazioni culturali e ambientaliste), sostenere iniziative rivolte alla cittadinanza (attraverso progetti di comunicazione mirati), coinvolgere il mondo dei professionisti e degli operatori del settore (mediante percorsi di formazione e seminari divulgativi).

Programmazione: il quadro strategico costituisce riferimento per la programmazione, sia regionale sia degli altri livelli amministrativi, rivolta alla valorizzazione e tutela delle risorse e alla qualificazione dei sistemi territoriali. L’apparato strategico del Ppr può indirizzare e favorire l’attuazione di alcune linee d’intervento presenti all’interno della programmazione dei fondi comunitari, del programma di sviluppo rurale e di altre iniziative a regia regionale, o promosse da soggetti diversi (pubblici e privati) mediante la stipula di accordi e intese previsti dal Piano stesso. I progetti strategici inseriti e sostenuti dal Ppr sono posti al centro delle politiche regionali di tutela e valorizzazione del paesaggio.

Pianificazione: dalla data di approvazione del Ppr, i comuni conformano o adeguano gli strumenti di pianificazione urbanistica alle previsioni del piano regionale, perseguendo gli obiettivi, dando attuazione agli indirizzi e alle direttive, rispettando le prescrizioni. Tale processo richiederà una revisione complessiva del Prg; in attesa dell’adeguamento, qualsiasi variante deve comunque dimostrare, per le parti del territorio interessate, la coerenza con i contenuti del Ppr che, in sinergia con il Piano territoriale regionale, costituisce il principale riferimento per la formazione degli strumenti urbanistici. L’adeguamento al Ppr consente l’attuazione delle indicazioni rivolte alla pianificazione locale. È necessario accompagnare l’attuazione del Piano mediante il coinvolgimento delle amministrazioni attraverso incontri divulgativi, percorsi formativi per gli operatori tecnici pubblici e privati, nonché mediante la predisposizione di specifici atti di indirizzo.

Regolazione: le norme prescrittive del Ppr, principalmente rivolte ai beni paesaggistici, costituiscono il presupposto per l’autorizzazione paesaggistica dei progetti di trasformazione del territorio, garantendo un supporto ai professionisti per la redazione dei progetti e agli enti preposti all’autorizzazione per la conduzione dell’istruttoria delle istanze presentate, riducendo la discrezionalità e assicurando una maggiore uniformità delle valutazioni. Anche in questo caso è necessario promuovere momenti di conoscenza e approfondimento rivolti principalmente alle componenti tecniche delle amministrazioni (in particolare le Commissioni locali per il paesaggio) e ai professionisti.

La visione strategica

Il Ppr affronta i temi della tutela del territorio e della qualità paesaggistica delle trasformazioni sia direttamente attraverso i propri contenuti normativi, sia promuovendo programmi, piani e progetti strategici volti alla valorizzazione integrata del territorio, a regia regionale o promossi da soggetti diversi (pubblici e privati), nonché con la realizzazione di approfondimenti tematici, attraverso la definizione di studi e analisi di accompagnamento al processo di attuazione del Ppr.

Il Ppr sostiene politiche e iniziative di livello sovra locale che mirano a uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio, in particolare relativamente ai seguenti temi:
  • valorizzazione del patrimonio paesaggistico piemontese;
  • implementazione della rete di connessione paesaggistica;
  • contenimento del consumo di suolo;
  • salvaguardia attiva dei paesaggi agrari;
  • definizione di criteri e modalità specifici per la qualificazione dei sistemi urbani e periurbani in termini edilizi, urbanistici e della funzionalità ecosistemica del territorio;
  • implementazione delle infrastrutture verdi e dei servizi ecosistemici;
  • inserimento paesaggistico dei manufatti specialistici e degli impianti tecnologici o di produzione di energia e riqualificazione delle aree dismesse o compromesse.

Il Ppr riconosce quali strumenti di approfondimento di tali tematiche, già attuati o in corso di attuazione, i seguenti programmi e progetti strategici:
  • i progetti relativi ai siti inseriti nella lista del patrimonio mondiale dell’Unesco e delle Riserve della biosfera (MAB);
  • la salvaguardia dei tenimenti storici dell’Ordine Mauriziano;
  • il progetto Corona Verde;
  • i contratti di fiume e di lago;
  • l’implementazione della rete ecologica regionale;
  • i progetti europei finanziati con il programma di cooperazione trasnazionale “Alpine space”;
  • le attività connesse al monitoraggio del consumo di suolo.

L'attuazione del Piano Paesaggistico Regionale

A seguito dell'entrata in vigore, il 20 ottobre 2017, del Piano paesaggistico regionale (Ppr) approvato con D.C.R. 3 ottobre 2017, n. 233-35836, si è aperta la fase di attuazione del nuovo strumento di pianificazione, processo che si compone di due aspetti, uno più strettamente legato alla pianificazione e l'altro relativo alla promozione di politiche per il paesaggio. Il primo si traduce nel rispetto delle norme dettate dal Ppr e nell'adeguamento degli strumenti di pianificazione sottordinati; il secondo aspetto è diretto alla realizzazione dei programmi e dei progetti strategici riconosciuti dal Piano e alla predisposizione di altri strumenti di approfondimento sui temi del paesaggio.

Per definire ruoli e modalità per l'attuazione del Ppr, la Regione ha predisposto, di intesa con il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (ora Ministero della Cultura (MiC)), un Regolamento regionale che stabilisce gli adempimenti tesi a garantire il rispetto delle norme del Piano e la documentazione e necessaria.

Il processo di adeguamento degli strumenti di pianificazione al Ppr

Secondo quanto previsto dall'articolo 46 delle Norme di attuazione del Ppr, entro due anni dalla sua approvazione, le Province, la Città metropolitana, i Comuni e gli Enti gestori delle aree protette devono conformare i propri strumenti alle disposizioni del Piano regionale, predisponendo a tal fine apposita variante generale.

Tale adeguamento comporta la condivisione, da parte dei Piani territoriali e urbanistici alle diverse scale, degli obiettivi di tutela del Ppr, l'orientamento delle azioni di pianificazione in modo che siano coerenti con gli indirizzi dettati dal Ppr stesso, l'osservanza delle direttive, nonché il rispetto delle prescrizioni e delle specifiche prescrizioni d'uso.

I processi di adeguamento degli strumenti di pianificazione sono gestiti congiuntamente da Regione Piemonte e MiC; le modalità istruttorie e gli elaborati che le amministrazioni devono predisporre per consentire la verifica della conformità delle varianti di adeguamento sono dettagliati in un apposito allegato A del Regolamento attuativo.

Ai Comuni è richiesto di tradurre e specificare alla scala locale gli elementi conoscitivi individuati dal Ppr, con particolare riferimento alle Tavole P2 "Beni paesaggistici", P4 "Componenti paesaggistiche" e P5 "Rete di connessione paesaggistica", dando contestualmente attuazione alla relativa normativa di tutela.

La coerenza degli strumenti di pianificazione con il Ppr

In attesa dell'adeguamento, a partire dall'approvazione del Ppr, ogni variante apportata agli strumenti di pianificazione, limitatamente alle aree da essa interessate, deve comunque dimostrare di essere coerente e rispettare le norme del Ppr stesso. Anche in questo caso il Regolamento specifica le modalità attraverso le quali dare riscontro della coerenza tra le previsioni della variante e la normativa del Ppr.

Autorizzazioni e semplificazione amministrativa

Il Ppr non introduce, in riferimento alle procedure autorizzative degli interventi ricadenti all'interno di beni paesaggistici, vere e proprie novità, che invece possono risultare di rilievo a seguito del completamento delle procedure di adeguamento degli strumenti urbanistici al Ppr stesso. Fino ad allora, infatti, i soggetti competenti al rilascio delle autorizzazioni paesaggistiche continueranno a verificare la conformità degli interventi proposti con le disposizioni cogenti e immediatamente prevalenti dettate dal Piano paesaggistico. Anche dal punto di vista della semplificazione amministrativa, la conformazione degli strumenti urbanistici costituisce il requisito essenziale per lo snellimento delle procedure autorizzative; in particolare, a seguito dell'adeguamento del piano regolatore al Ppr, il parere del Soprintendente avrà natura obbligatoria ma non vincolante nell’ambito delle autorizzazioni di cui all’articolo 146, comma 5, del Codice.

Il Regolamento regionale di Attuazione del Piano paesaggistico regionale del Piemonte

Al fine di disciplinare l’attuazione del Piano paesaggistico regionale e fornire ai Comuni un supporto per agevolare il processo di adeguamento dei piani locali al Ppr è stato predisposto e approvato con Decreto del Presidente della Giunta regionale 22 marzo 2019, n. 4/R. il Regolamento regionale recante: ”Attuazione del Piano paesaggistico regionale del Piemonte (Ppr), ai sensi dell’articolo 8 bis comma 7 della legge regionale 5 dicembre 1977 n. 56 (Tutela e uso del suolo) e dell’articolo 46, comma 10, delle norme di attuazione del Ppr.

Il Regolamento di attuazione del Ppr è previsto dall’articolo 8 bis, comma 7 della L.R. 5 dicembre 1977, n. 56 “Tutela e uso del suolo” e dalle stesse Norme di attuazione del Ppr che richiedono, all’articolo 46 comma 10, la predisposizione di un apposito Regolamento attuativo che disciplini le modalità per garantire il rispetto dei contenuti del Piano stesso. Predisposto dagli uffici regionali, d’intesa con il Ministero, il Regolamento è frutto della sperimentazione condotta, con le Soprintendenze, nell’anno intercorso dall’approvazione del Ppr, soprattutto riguardo al processo di adeguamento dei piani locali (varianti generali, nuovi piani) al Ppr e alle valutazioni effettuate circa il rispetto del Ppr nelle procedure di variante al Prg già in corso o relative a limitate porzioni di territorio.

Il Regolamento fornisce indicazioni puntuali riguardo agli aspetti procedurali che accompagnano il processo di attuazione del Piano, come stabilito dalla L.R. 56/77 e dalle norme di attuazione del Ppr stesso e in particolare disciplina:
  • l’adeguamento al Ppr degli strumenti di pianificazione;
  • l’esame delle varianti agli strumenti di pianificazione che non costituiscono adeguamento al Ppr;
  • la verifica di conformità con le disposizioni del Ppr degli interventi soggetti al rilascio di autorizzazione paesaggistica;
  • la partecipazione del MiC ai procedimenti per le varianti di adeguamento al Ppr e per le altre varianti agli strumenti di pianificazione;
  • la realizzazione dei programmi e progetti strategici previsti dal Ppr;
  • la predisposizione di strumenti di approfondimento sui temi del paesaggio.

A specificazione delle indicazioni generali contenute nel Regolamento, sono stati predisposti i quattro allegati tecnici che forniscono un supporto ai comuni per il processo di adeguamento al Ppr dei Piani regolatori generali e per le varianti ai Piani regolatori precedenti o successive alla variante di adeguamento:
  • ALLEGATO A disciplina le modalità per la verifica del rispetto del Ppr da parte della variante urbanistica di adeguamento
  • ALLEGATO B, disciplina le modalità per la verifica del rispetto del Ppr da parte delle varianti ai Prg che non costituiscono variante di adeguamento;
  • ALLEGATO C definisce i criteri per l’individuazione dei corsi d’acqua che i comuni possono dichiarare irrilevanti ai fini paesaggistici, ai sensi dell’articolo 142, comma 3, del Codice, come specificato all’articolo 10, comma 8 del Regolamento;
  • ALLEGATO D, che descrive gli strumenti conoscitivi e metodologici per agevolare le analisi e le valutazioni necessarie per la procedura di valutazione ambientale strategica relativa alla variante urbanistica di adeguamento al Ppr (articolo 10 e 21 del Regolamento).

Il Piano paesaggistico regionale (Ppr) - Dall'approvazione all'attuazione

Secondo quanto previsto dall'articolo 46 delle Norme di attuazione del Ppr, entro due anni dalla sua approvazione, le Province, la Città metropolitana, i Comuni e gli Enti gestori delle aree protette devono conformare, mediante variante, i propri strumenti alle disposizioni del Piano regionale.
Tale adeguamento comporta la condivisione, da parte dei Piani territoriali e urbanistici alle diverse scale, degli obiettivi di tutela del Ppr, l'orientamento delle azioni di pianificazione in modo che siano coerenti con gli indirizzi dettati dal Ppr stesso, l'osservanza delle direttive (previsioni che, per essere attuate, richiedono necessariamente il recepimento all'interno dei Piani sottordinati), nonché il rispetto delle prescrizioni e delle specifiche prescrizioni d'uso.
I processi di adeguamento degli strumenti di pianificazione sono gestiti congiuntamente da Regione Piemonte e il Ministero dei Beni e delle attività culturali e del turismo (ora Ministero della Cultura (MiC)) secondo quanto stabilito nel Regolamento di Attuazione del Piano paesaggistico regionale approvato con Decreto del Presidente della Giunta regionale 22 marzo 2019, n. 4/R; le modalità istruttorie e gli elaborati che le amministrazioni devono predisporre per consentire la verifica della conformità delle varianti di adeguamento sono dettagliati negli allegati tecnici A-B-C-D del Regolamento attuativo. Ai Comuni è richiesto di tradurre e specificare alla scala locale gli elementi individuati dal Ppr, con particolare riferimento alle Tavole P2 "Beni paesaggistici", P4 "Componenti paesaggistiche" e P5 "Rete di connessione paesaggistica", dando contestualmente attuazione alla relativa normativa di tutela.

Dare attuazione al Piano paesaggistico regionale (Ppr) e alle politiche che esso delinea, può rappresentare l’occasione per rivedere l’impianto strategico del PRG, perfezionando il metodo di costruzione dello strumento di pianificazione locale. “Il Ppr fornisce infatti l’opportunità di pensare a un nuovo modello di urbanistica: la sua lettura del territorio è basata sul tema delle forme e della qualità, e non soltanto sulla quantità, parametro usuale sul quale sono basati gli attuali strumenti di pianificazione comunale. Una rilettura del territorio sulla base del sistema compositivo dei tessuti e degli edifici che lo compongono è stata infatti la trama centrale che ha supportato l’analisi di dettaglio condotta dal Ppr; ciascun luogo è caratterizzato dalla stratificazione di un insieme di trasformazioni che, nel tempo, hanno connotato la sua identità. Partendo da questo presupposto, gli adeguamenti dei piani regolatori al Ppr possono disegnare e prospettare un sistema di pianificazione più attento alla forma del territorio che alla funzione e ai numeri”. “Il nuovo piano regolatore, in attuazione del Ppr, deve segnare i limiti della forma dei tessuti urbani, delineare le localizzazioni più appropriate, definire i confini tra l’urbano e il non urbano, riqualificare le aree degradate, trattare le diversità delle aree rurali e naturali”. Porre il paesaggio come tema della pianificazione significa appunto occuparsi della forma dei luoghi in cui viviamo”.

Al fine di orientare le politiche di sviluppo, con attenzione alle specificità dei diversi contesti territoriali, il Ppr fornisce gli strumenti e le conoscenze, a partire dal sistema delle strategie e degli obiettivi del piano che costituiscono il quadro di riferimento per le scelte di pianificazione locale.
A oggi sono circa 400 i Comuni che hanno presentato richiesta di finanziamento ai sensi della L.R. 30 aprile 1996, n. 24 “Sostegno finanziario ai Comuni per l’adeguamento obbligatorio della strumentazione urbanistica” ai fini dell’adeguamento del P.R.G. al Piano Paesaggistico regionale, mentre sono 17 le Associazioni di Comuni che hanno presentato analoga richiesta di finanziamento ai sensi dell’art. 2 (Concessione di contributi) della L.R. 24 sopra citata.

Dall’approvazione del Ppr sono state avviate 91 varianti agli strumenti urbanistici di adeguamento al Ppr e 9 comuni hanno concluso le procedure previste dalla L.R. 56/1977 per l’approvazione delle varianti stesse comprensive anche dell’adeguamento al Piano paesaggistico regionale.

Dall’approvazione del Ppr sono state avviate circa 160 varianti agli strumenti urbanistici comprensive della verifica di coerenza con il Ppr.

Figure 1-4
Adeguamento al Piano paesaggistico regionale del Comune di Ponderano

Il paesaggio come motore per lo sviluppo sostenibile del territorio

Con il Piano paesaggistico regionale (Ppr), la Regione sostiene politiche di salvaguardia e valorizzazione del paesaggio piemontese, risorsa strategica per lo sviluppo sostenibile. Per farlo, collabora alla realizzazione di progetti promossi da soggetti diversi, pubblici e privati.

Un progetto fra i più recenti è stato promosso dalla Compagnia di San Paolo nell’ambito di una Convenzione tra la Compagnia stessa, Regione e Ministero della Cultura; avviato nel 2019, il progetto a carattere sperimentale, promuove l’attuazione del Piano paesaggistico su Ambiti di paesaggio regionali individuati dal Ppr.

Oggetto della sperimentazione sono i contenuti strategici del Piano: vengono infatti messe in luce e valorizzate le valenze paesaggistiche specifiche di ciascun territorio, come occasione di sviluppo locale. Il progetto coinvolge ambiti di paesaggio diversi, per restituire un’esperienza sufficientemente articolata, tale da poter rappresentare un modello replicabile sul territorio regionale; al contempo, la selezione di uno specifico ambito paesaggistico rappresenta un’opportunità per il coinvolgimento delle comunità locali nel processo di riconoscimento delle peculiarità del proprio paesaggio. Attraverso tale consapevolezza passa infatti la possibilità di creazione delle condizioni per uno sviluppo sostenibile e condiviso del territorio.

La sperimentazione si è sviluppata grazie all’attività di un gruppo di lavoro tecnico-scientifico, guidato da una Cabina di regia costituita da Regione Piemonte, Ministero della Cultura e Compagnia di San Paolo: le analisi si sono soffermate sulle potenzialità paesaggistiche del territorio, in collaborazione con le comunità, le amministrazioni locali e i portatori d’interesse. L’obiettivo centrale consiste nella tutela e valorizzazione del patrimonio paesaggistico, naturale e culturale, in vista non solo del miglioramento del quadro di vita delle popolazioni e della loro identità culturale, ma anche del rafforzamento dell’attrattività della regione e della sua competitività nelle reti di relazioni che si estendono a scala globale.

Il primo ambito di approfondimento ha riguardato l’area dell’Eporediese e la città di Ivrea, il cui patrimonio industriale del XX secolo è valso alla città, nel 2018, l’iscrizione nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO. Questo contesto territoriale è stato scelto in considerazione di molteplici fattori: possiede infatti peculiari caratteristiche storico-ambientali e significativi valori paesaggistici, che si affiancano alla già citata rilevanza del lascito olivettiano.

Le azioni di progetto, individuate con il coinvolgimento delle comunità locali, hanno riguardato, tra l’altro, la valorizzazione della Via Francigena come asse di integrazione dei paesaggi, la promozione di filiere integrate di agricoltura, turismo e cultura, la promozione della fruizione dei beni culturali e del paesaggio e, in particolare, del Patrimonio Olivetti extra Unesco, nonché attività di formazione e di comunicazione, attraverso laboratori con le scuole e seminari sui valori dei diversi paesaggi.

A seguito della positiva conclusione dell’esperienza condotta nell’area dell’Eporediese, è stato individuato, come nuovo ambito sul quale avviare la progettazione, quello dell’Alta Langa e, più in particolare, l’alta Valle Bormida piemontese, già indicata dalla Regione Piemonte quale area interna, nell’ambito della Strategia nazionale per lo sviluppo delle aree interne del Paese (SNAI).

LA COMUNICAZIONE DEL PAESAGGIO E DEL PIANO PAESAGGISTICO REGIONALE

Avvalendosi dello strumento, ormai consolidato, del sito Paesaggiopiemonte, si è proseguito con la divulgazione al vasto pubblico delle tematiche paesaggistiche, tramite la redazione di articoli e l’invio della newsletter collegata, che conta attualmente circa 1.800 iscritti.

Nell’ambito delle attività di divulgazione delle tematiche inerenti al paesaggio si sono promossi incontri di divulgazione delle tematiche inerenti il paesaggio al fine di incrementare la conoscenza e la sensibilità di tecnici, amministratori e cittadini; tra gli altri si segnala il progetto “Castelli di comunità”, dedicato all’importanza del raccontare il paesaggio quale elemento formativo per giornalisti e guide naturalistiche.

Nell’ambito della collaborazione con il Settore Foreste in merito alla necessità di intervenire su alberi monumentali ex L. 10/2013 inseriti al contempo in aree soggette a tutela paesaggistica ai sensi del D.lgs. 42/2004 e s.m.i. o su alberi monumentali con vincolo paesaggistico apposto con specifico provvedimento si sono sviluppare le attività di supporto alle amministrazioni comunali e ai privati.

ATTIVITÀ DI TUTELA E VALORIZZAZIONE DEGLI ALBERI MONUMENTALI

In ottemperanza a quanto richiesto dalla Legge 10/2013 - Norme per lo sviluppo degli spazi verdi urbani, la Regione svolge attività di indagine sul territorio piemontese, finalizzate a individuare esemplari arborei da inserire all’interno del censimento degli alberi monumentali, in particolare in aree del Piemonte poco coperte da segnalazioni, al fine di completarlo.

La campagna di indagine, partita nell’estate 2018 ha consentito di esaminare nuove candidature di alberi o insiemi omogenei nell’ambito del gruppo di lavoro costituito a livello interdirezionale, integrato dalle Soprintendenze Archeologia, Belle Arti e Paesaggio, per l’approvazione degli elenchi aggiornati.

LA MISURA 19 "SOSTEGNO ALLO SVILUPPO LOCALE LEADER – SVILUPPO LOCALE DI TIPO PARTECIPATIVO” DEL PSR 2014-2020

Tra le azioni connesse all’attuazione deglI obiettivi del Piano paesaggistico regionale, si è conclusa l’attività connessa alla Sottomisura 19.2 “Attuazione delle strategie di sviluppo locale”, in con particolare riferimento alle Operazioni 7.6.3 “Redazione, adeguamento dei manuali per il recupero del patrimonio architettonico e paesaggistico” e 7.6.4 “Interventi di riqualificazione degli elementi tipici del paesaggio e del patrimonio architettonico rurale”. L’attività si è concentrata sulla realizzazione di interventi di riqualificazione degli elementi tipici del paesaggio e del patrimonio architettonico rurale e sul supporto tecnico ai GAL per orientare le scelte relative al programma di interventi e alla integrazione /redazione dei manuali per il recupero del patrimonio storico documentale.

ADEGUAMENTO DEI PIANI REGOLATORI COMUNALI ALLE LINEE GUIDA REGIONALI NEI TERRITORI UNESCO - STATO DI AVANZAMENTO (ANNO 2021)

L’attività di adeguamento dei PRGC, finalizzata a garantire un idoneo livello di tutela per i territori del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, avviata a seguito dell’approvazione delle pertinenti Linee Guida di cui alla D.G.R. 21 settembre 2015, n. 26-2131 (LLGG), è proseguita anche nel corso dell’anno 2021 con l'obiettivo di agevolare l’attivazione delle conseguenti Varianti urbanistiche di adeguamento.

Si rammenta che le valutazioni di merito vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse LLGG – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale si sviluppano i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai Comuni, in forma singola o associata.

Con riferimento ai 101 Comuni interessati, ricadenti nelle Province di Alessandria, Asti e Cuneo, la maggior parte ha condotto la procedura tra il 2016 e 2021, ricevendo le valutazioni finali di chiusura del Tavolo per il prosieguo dell’iter urbanistico – si tratta di un parere contenente indicazioni sia per il perfezionamento degli elaborati presentati sia rispetto alla tipologia di Variante da predisporre (che potrà essere di tipo generale, strutturale o parziale). Nel corso del 2021 si è svolto 1 tavolo tecnico congiunto, con 2 comuni del cuneese e 2 dell’astigiano.

I Tavoli chiusi nel lasso di tempo 2016 - 2021 risultano in totale 36 con un totale di 75 Comuni interessati. Si evidenzia che, in rapporto all’emergenza sanitaria ancora in atto da pandemia Covid19, tutti i TLP convocati a partire da marzo 2020 ad oggi si sono tenuti in modalità telematica (videoconferenze), senza inconvenienti nello svolgimento delle correlate attività e nella redazione e successivo inoltro dei pronunciamenti di competenza regionale.
Circa l’accesso ai finanziamenti di cui alla LR 24/1996, si segnala l’emanazione del Comunicato dell’Assessore all’Urbanistica, Programmazione territoriale e paesaggistica, Sviluppo montagna, Foreste, Parchi, Enti locali, pubblicato sul BUR del 30 gennaio 2020 (supplemento 2), che prevede l’estensione di tali finanziamenti a “tutti i comuni, anche quelli con popolazione superiore ai 5.000 abitanti”.

A seguito del suddetto provvedimento, tutti i Comuni del Sito Unesco hanno quindi diritto al finanziamento ai sensi della LR 24/96.

A livello contenutistico si evidenzia che la principale finalità degli adeguamenti consiste nell'introduzione, negli strumenti urbanistici, di contenuti di tutela paesaggistica, quali specifiche disposizioni volte alla conservazione dei luoghi e dei paesaggi vitivinicoli e di singoli elementi caratteristici del contesto locale, come cascine, ciabot, belvedere, vigneti, crinali panoramici, infernot ecc., anche nell’ottica di rivalutare eventuali previsioni insediative pregresse, incompatibili con gli indirizzi di tutela del Sito, con particolare riferimento a quelle previste in porzioni marginali e/o interferenti con porzioni a buona/elevata visibilità.

Figura 60
Paesaggio di Castiglione Tinella

Figura 61
Infernot di Cella Monte

Si rammenta che per facilitare l’adeguamento dei PRG di otto Comuni marginalmente interessati dal Sito Unesco, è stata emanata la D.G.R. 12 giugno 2020, n. 2-1487 “Sito UNESCO "I paesaggi vitivinicoli del Piemonte: Langhe-Roero e Monferrato" - Comuni marginalmente interessati dalla perimetrazione. Disposizioni, ad integrazione alla D.G.R. n. 26-2131 del 21 settembre 2015, sulla semplificazione facoltativa del procedimento di adeguamento dei Piani regolatori e dei Regolamenti edilizi alle indicazioni di tutela per il Sito UNESCO” (pubblicata sul BUR 28 del 9 luglio 2020). Gli otto Comuni destinatari del provvedimento (4 in provincia di Alessandria, 2 in provincia di Asti e 2 in provincia di Cuneo) risultano caratterizzati da limitate porzioni di territorio comprese nella buffer zone. Sulla base della documentazione di supporto per le analisi paesaggistiche, fornita in allegato alla succitata DGR, tali Comuni possono attivare immediatamente la procedura urbanistica, che potrà svolgersi ricorrendo alla tipologia più speditiva della “Variante parziale” di approvazione comunale, secondo quanto previsto dal comma 5, art. 17 della LR 56/1977 e smi.

Inoltre i Comuni compresi nei territori del Sito Unesco che intendessero effettuare, mediante redazione di una Variante Generale, un contestuale adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale, approvato con D.C.R. 3 ottobre 2017, n. 233-35836 dovranno ottemperare alla disposizioni di cui all'art. 33 delle NTA del PPR e del Regolamento regionale attuativo del PPR approvato DPGR 22 marzo 2019, n. 4/R, integrando le indagini paesaggistiche previste dal Piano Regionale con le analisi di cui alle Linee Guida 2015, sviluppate nell'ambito dei TLP. 

Si rammenta infine che l’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle LLGG Unesco e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di penalizzazione per i Comuni inadempienti.
Gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate continueranno ad operare, per quanto di competenza, al fine di promuovere il coinvolgimento degli Enti locali e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la valorizzazione delle peculiarità del Sito Unesco.

LA REVISIONE DEL PIANO TERRITORIALE REGIONALE - DAL DOCUMENTO PRELIMINARE AL DOCUMENTO PROGRAMMATICO

A dieci anni dall’approvazione del Piano territoriale regionale 2011 la Regione Piemonte, nel rispetto di quanto previsto dall’articolo 10 della L.R. 56 del 1977, ha avviato nel 2020 alla revisione del proprio strumento di pianificazione territoriale, dando concretamente avvio al relativo processo mediante la predisposizione del Documento programmatico, di cui nel 2021 è stato proposto l’Indice ragionato.
L’indice è l’esito di una serie di attività condotte nell’anno 2021 a seguito dell’approvazione con DGR 23 Aprile 2021, n. 1-3116 del “Documento preliminare per la revisione del Piano territoriale regionale. Programmare e pianificare il territorio per il rilancio del Piemonte”, che contiene una riflessione sui fattori che hanno determinato, al di là del mero obbligo di legge, la revisione del Piano vigente.
Come si evince dal “Documento preliminare”, cui si rimanda, la spinta alla revisione deriva in primo luogo dalla necessità di aggiornarne i contenuti del Piano in relazione al mutato contesto socio-economico (principalmente la crisi economica prima, la crisi sanitaria poi, i fenomeni indotti dal cambiamento climatico, i fenomeni migratori, le politiche europee e nazionali e regionali sviluppate nel decennio, anche in risposta a tali eventi), determinando la necessità di aggiornare il quadro conoscitivo di riferimento.
A tali elementi di contesto si accompagna la volontà di confermare il ruolo dello strumento di pianificazione territoriale, conferendogli una maggiore operatività e incisività. Detta esigenza è emersa anche a seguito del monitoraggio regionale condotto sugli strumenti di pianificazione locale, nonché sugli strumenti al momento definiti nell’ambito delle politiche regionali di carattere settoriale. Occorre restituire al Piano quel ruolo di riferimento per gli strumenti di pianificazione urbanistica e territoriale sottordinati e di coordinamento delle politiche settoriali che hanno incidenza sul territorio, nonché di raccordo con la programmazione 2021/2027. Su questo punto sono apparsi necessari una riflessione in merito al ruolo nell’attuazione del Ptr che può essere giocato dal livello provinciale, a seguito della riforma normativa del 2014 e parallelamente al processo in corso di riforma della legge urbanistica regionale n. 56/77, e comunque alla necessità di ricercare sinergie a livello intercomunale per una pianificazione maggiormente integrata (mediante l’avvio di una sperimentazione specifica con la Provincia di Asti), nonché un confronto con le Direzioni e i Settori della Regione che sono titolari di strumenti pianificatori di tipo settoriale o che si occupano di programmazione finanziaria.
È apparsa comunque funzionale agli scopi e come tale da conservare, salvo alcune puntuali verifiche nel perimetro della Città Metropolitana di Torino, l’articolazione dei sistemi territoriali definita dal Ptr vigente (Sistema policentrico, Quadranti, Ambiti di integrazione territoriale, Subambiti) come “luogo fisico” di attuazione delle politiche territoriali, ma anche per una più efficace programmazione delle risorse economiche.
Nell’ambito del processo sopra descritto, le 5 strategie proposte dal Ptr, comuni anche al Piano paesaggistico regionale, si sono rivelate tuttora attuali nel confronto con il nuovo scenario di contesto socio-economico e territoriale, mentre si è ritenuto opportuno rendere più incisivo il complesso degli obiettivi strategici nonché di quelli specifici e delle successive linee di azione per la loro attuazione.
Nel corso dell’ultimo anno sono state attivate collaborazioni e sperimentazioni per raccogliere elementi utili e analisi di aggiornamento dello stato della conoscenza. Al fine di rivedere i rapporti tra pianificazione regionale e provinciale, è stata attivata una specifica collaborazione con la Provincia di Asti; per l’aggiornamento del Quadro di riferimento strutturale, è stata promossa e conclusa l’iniziativa sperimentale con il Politecnico di Torino Challenge@PoliTo_by Firms “Programmare risorse e pianificare territori”; per la revisione del quadro strategico e per garantire l’integrazione del Piano territoriale con la Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile è stata avviata una collaborazione con IRES Piemonte.
Da quanto sopra emerge dunque come la variante di revisione del Ptr configuri sostanzialmente un aggiornamento, a partire dal nuovo quadro di riferimento strutturale, e non un nuovo Piano, nell’ottica di disporre di uno strumento agile, che può essere prodotto dalle strutture regionali, con la collaborazione di IRES, di ARPA (per gli aspetti ambientali) ovvero del Politecnico, e reso operante in tempi comunque compatibili con le esigenze di un contesto in rapida evoluzione e con la costruzione delle strategie regionali per l’attuazione della nuova programmazione dei fondi europei.
Il lavoro getta le basi per procedere, nei mesi a venire, con l’avvio di una più ampia consultazione con il territorio, dalle amministrazioni ai portatori di interesse locali, che sono gli attori privilegiati da coinvolgere non solo per perseguire un’efficace attuazione dello strumento ma, in generale, per costruire strategie condivise per lo sviluppo sostenibile del territorio regionale.

Piano Regionale delle attività estrattive

Nel corso del 2021 è proseguito il lavoro di redazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE).

Nell’ultimo trimestre del 2020 e nella prima parte del 2021 si è svolto un lavoro di concertazione con gli Enti e con le associazioni di categoria degli operatori di settore per definire gli aspetti cartografici relativi alla pianificazione in via di redazione. I laboratori cartografici, così definiti, si sono svolti con una serie di riunioni nel corso delle quali sono stati presentate le prime ipotesi di bacini e poli estrattivi che hanno costituito la base di partenza per la pianificazione regionale e per la redazione del PRAE.

Su questa base, nel corso del 2021, si è proceduto a diversi passaggi di correzione della cartografia affinando la definizione dei poli a livello catastale. Tale livello di approfondimento si rende necessario a causa della previsione dell art 7 c.2 della l.r. 23/2016 che recita “Il PRAE ha valore di strumento sovraordinato rispetto alla pianificazione urbanistica locale relativamente alle individuazioni e perimetrazioni dei poli estrattivi e dei loro sviluppi, nonché per le previsioni riguardanti i siti estrattivi esistenti e i loro ampliamenti all'interno dei bacini estrattivi, purché nei limiti dimensionali e qualitativi e secondo le modalità e i criteri localizzativi indicati nel PRAE stesso. In tale caso, le previsioni del PRAE sostituiscono automaticamente le eventuali diverse previsioni contenute negli strumenti urbanistici, se non sono relative ad aree urbanizzate o destinate allo sviluppo urbanistico o infrastrutturale e se la destinazione d'uso prevista dal progetto di coltivazione al termine della coltivazione stessa, se diversa da quella iniziale, non è vietata dal PRAE. La presenza di tali previsioni deve essere espressamente evidenziata, a pena di inefficacia delle stesse, nell'atto di adozione e di approvazione del PRAE. A tali previsioni, all'atto dell'adozione, sono applicate le misure di salvaguardia di cui all' articolo 58 della legge regionale 5 dicembre 1977, n. 56 (Tutela e uso del suolo)“.

Nel corso del 2021 il gruppo di lavoro del PRAE ha continuato la redazione della relazione di Piano e del Rapporto ambientale, tenendo conto della osservazioni pervenute nel corso della prima conferenza di copianificazione in previsione di pervenire alla definizione di una bozza di Piano e di Rapporto ambientale nel primo semestre del 2022.

La Strategia Nazionale Aree Interne

Le Aree interne sono identificate come un’organizzazione spaziale fondata su “centri minori”, spesso di piccole dimensioni, significativamente distanti dai principali centri di offerta di servizi essenziali (istruzione, salute e mobilità) e che in molti casi sono in grado di garantire ai residenti soltanto una limitata accessibilità ai servizi, con ripercussioni sul trend demografico sia in termini di numero di residenti, sia di composizione per età e natalità;
il potenziale sviluppo economico legato alle aree interne è rappresentato dal capitale territoriale, spesso inutilizzato, caratterizzato da importanti risorse ambientali (risorse idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali e umani) e risorse culturali (beni archeologici, insediamenti storici, abbazie, piccoli musei, centri di mestiere) in esse presenti.
Il concorso di tre livelli di governo, locale, regionale e nazionale, intende creare nuove possibilità di reddito e assicurare agli abitanti l’accessibilità ai servizi essenziali (sanità, istruzione e trasporti) per contrastare processi di marginalizzazione in atto o evitare che i fenomeni si manifestino.
Le azioni attuate in Regione Piemonte consistono nella definizione di un programma di investimenti integrato d’area gestito dai Comuni in forma associata che prevede l’attivazione di strumenti destinati sia al miglioramento nella fornitura di servizi essenziali in campo sanitario, scolastico e della mobilità che al sostegno all’avvio di processi di sviluppo locale (aiuti alle imprese per la creazione e il rafforzamento delle filiere produttive locali e finanziamento di progetti che valorizzino il patrimonio naturale e culturale delle aree e il miglioramento delle opportunità di formazione, occupazione e inclusione sociale mediante la progettazione e realizzazione di opere pubbliche e l’acquisizione di beni e servizi.

La Regione Piemonte è impegnata a supportare la realizzazione delle Strategie delle quattro aree pilota della Strategia Nazionale Aree Interne (SNAI) individuate nel periodo 2014-2020: Area Interna “Valle Maira e Grana”, Area Interna “Valli dell’Ossola”, Area Interna “Valle Bormida” e Area Interna “Valli di Lanzo”, per cui le aree hanno iniziato a lavorare in maniera graduale, per blocchi e in modo coerente con le disponibilità finanziarie assicurate dello Stato, attraverso il Fondo di rotazione, per quanto concerne il pilastro del rafforzamento dei servizi essenziali (scuola, mobilità e salute).
Nel ciclo di programmazione 2021-27, in linea con le previsioni del Documento Strategico Unitario (DSU) approvato dal Consiglio Regionale, il sostegno della Regione Piemonte continuerà nella direzione di:

  • rafforzare il ruolo guida delle forme di associazionismo (Unione di Comuni Capofila d’area);
  • agevolare la realizzazione degli investimenti programmati nelle Strategie e la valutazione delle realizzazione e dei risultati degli interventi previsti nei Programmi integrati d’area inseriti negli Accordi di Programma Quadro di riferimento sottoscritti dal Capofila dell’area, dalla Regione Piemonte, dal Ministero dell’Istruzione, dal Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili, dal Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali, dal Ministero della Salute, dall’Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro e dall’Agenzia per la Coesione Territoriale;
  • informare e agevolare i Capofila d’area nell’attrazione delle risorse aggiuntive per le aree interne previste: dalla riprogrammazione delle risorse non impegnate del Fondo di rotazione a favore del contrasto agli incendi boschivi e altre misure urgenti di protezione civile (Decreto Legge 8 settembre 2021, n. 120, art. 4), dal PNNR (Missione 5 Inclusione e Coesione - componente 5 C3 Interventi speciali per la coesione territoriale per il potenziamento dei servizi e delle infrastrutture sociali di comunità e il consolidamento dei servizi sanitari di prossimità) e dal Fondo complementare al PNNR per il miglioramento dell’accessibilità e della sicurezza delle strade (Decreto Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità Sostenibili di concerto con il Ministro per il Sud e la Coesione Territoriale e il Ministro dell’Economia e delle Finanze del 27 settembre 2021);
  • dare continuità alla sperimentazione avviata nel ciclo 2014-2020, rendendo strutturale l’intervento delle SNAI sul territorio piemontese, con l’individuazione di nuove aree target.

Nella cornice programmatica della Politica di Coesione Europea e nel lavoro di definizione dei Programmi Regionali (PR) la Regione Piemonte rafforzerà l’approccio delle Strategie Territoriali (ST) per favorire la definizione di soluzioni sentite proprie nei luoghi marginalizzati ed ha riproposto il sostegno a singole aree/coalizioni locali che partecipano alla SNAI con il modello “strategia d’area- progetto integrato d’area”, nel quale il progetto è un insieme di operazioni connesse finalizzate all’attuazione della prima, a prevalente impegno dei fondi comunitari e all’interno della programmazione regionale.

Il modello di intervento è tipizzato per l’attuazione dell’obiettivo strategico di policy (OP) 5 Un’Europa più vicina ai cittadini - art. 5 (e) del Regolamento UE 2021/1060 di disposizioni comuni (RDC) e l’approccio SNAI è considerato per l’Italia il principale riferimento per l’obiettivo specifico e/ii Promuovere lo sviluppo sociale, economico e ambientale integrato e inclusivo a livello locale, la cultura, il patrimonio naturale, il turismo sostenibile e la sicurezza nelle aree diverse da quelle urbane dell’art. 3 del Regolamento UE n. 2021/1058 relativo all’intervento del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale (Fesr), ma a cui contribuiscono anche altri Fondi comunitari (in particolare il Fondo Sociale Europeo Plus e il Fondo Europeo per lo Sviluppo Agricolo Regionale) e nazionali.
Proprio la numerosa presenza sul territorio regionale di aree meno densamente urbanizzate, con svantaggi naturali anche permanenti legati principalmente alla condizione transfrontaliera e all’altitudine (che in Piemonte coincidono sostanzialmente con le zone rurali di alta collina e di montagna che hanno risentito di un secolare percorso di abbandono e dove si rilevano i maggiori disagi per la distanza dai centri di offerta dei servizi, ma alle quali si guarda con rinnovato interesse, anche alla luce delle nuove urgenze emerse con la pandemia) e il fatto che siano esposte ad un crescente isolamento, all’invecchiamento della popolazione e all’impoverimento delle dotazioni infrastrutturali (anche come conseguenza del processo di mutamento industriale in corso da tempo), dei servizi e all’abbandono del presidio umano e della cura del territorio ha reso necessario la programmazione di un’azione dedicata - Strategie territoriali per le Aree Interne - del Programma Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale del periodo 2021-2027, che beneficerà anche del contributo del Programma FSE+ nelle priorità dedicate all’occupazione, all’istruzione/formazione e all’inclusione sociale e della possibilità per le coalizioni locali di accedere al Fondo per la progettazione territoriale istituito con Decreto legge n. 121/2021 (art. 12, comma 1, lett. a), convertito in legge n. 156/2021 con regole di accesso riservate ai Comuni inseriti nella Classificazione nazionale Aree Interne.

L’azione prevista dal POR FESR avverrà nella forma di investimenti territoriali integrati (ITI) ai sensi dell’art. 28 lett. a del Reg. 2021/1060, nei seguenti ambiti di investimento:

  • valorizzazione delle risorse naturali (ambiente, paesaggio e risorse naturali, incluse i siti Natura 2000 e le aree di pregio paesaggistico e naturalistico per contribuire alla conservazione della biodiversità) e culturali specifiche dei luoghi, attraverso interventi capaci di rendere l’offerta turistica più attrattiva, moderna e appetibile, e ampliare così il fronte della domanda sia da parte delle comunità locali sia dei fruitori esterni;
  • riuso e gestione dei beni pubblici abbandonati o non utilizzati, anche al fine di promuovere l'insediamento di nuove economie, capaci di creare nuovi valori per le comunità locali e favorire al contempo la tutela attiva e la resilienza dei territori (affrontando però con determinazione le criticità e le debolezze relative agli strumenti di gestione e alle forme di governance efficaci dei sistemi e delle reti di beni/servizi);
  • interventi per la fruizione dolce dei territori, fatta di ciclovie, percorsi tematici e cammini in grado di collegare frazioni, borghi e centri abitati isolati;
  • interventi a supporto dell'inclusione digitale delle comunità;
  • processi per l’inclusione attiva e il miglioramento della qualità e disponibilità dei servizi di prossimità alla cittadinanza, con il concorso di risorse statali e del POR FSE+.

La Regione concentrerà il metodo e le risorse dell’azione su aree interne, selezionate sulla base dei criteri definiti a livello nazionale (“Criteri per la Selezione delle Aree Interne da sostenere nel ciclo 2021 – 2027”, a cura di Presidenza del Consiglio dei Ministri - Dipartimento Politiche di Coesione - Nucleo di Valutazione e Analisi per la Programmazione, gennaio 2022), esclusivamente con associazioni di Comuni che costituiscano il soggetto pubblico di riferimento della Strategia Territoriale (ST), la quale dovrà prevedere un coordinamento con quanto previsto dal FEASR tramite gli interventi del Programma di Sviluppo Regionale e sviluppare le adeguate sinergie tra LEADER/CLLD e SNAI per contribuire allo sviluppo delle zone rurali.

In ragione del riparto delle risorse statali del Fondo di rotazione disponibili (art. 1 c. 314 L n. 160/2019), approvato nella seduta del Comitato Tecnico Nazionale Aree Interne del 9 febbraio 2022, la Regione concentrerà il suo intervento, sia nel territorio alpino che in quello appenninico (già oggetto di specificazione programmativa nella Convenzione delle Alpi e nella Convenzione degli Appennini promossa dal progetto Appennino Parco d’Europa), individuando come prioritario il sostegno a due nuove aree interne, una con caratteristiche proprie delle Alpi e condizioni di debolezza dovute alla difficile accessibilità e una con condizioni di fragilità proprie dell’Appennino.

Per il Piemonte il potenziale di sviluppo economico legato alle aree interne, che sono state identificate dal livello nazionale nel ciclo 2024-20 e che lo saranno nel ciclo 2021-27 in quanto ritenute meritevoli di inserimento nella rinnovata SNAI, è rappresentato dal capitale territoriale, spesso inutilizzato, caratterizzato dalle importanti risorse ambientali (risorse idriche, sistemi agricoli, foreste, paesaggi naturali e umani) e risorse culturali materiali e immateriali di pregio (beni archeologici, insediamenti storici, abbazie, piccoli musei, centri di mestiere) in esse presenti; in queste aree, inoltre, si concentra una maggiore opportunità per la Regione di mantenere programmi e azioni per lo sviluppo sostenibile, ovvero che perseguono unitamente gli obiettivi di crescita economica con quelli dell’integrità degli ecosistemi e dell’equità sociale, che interessino il territorio e le comunità che vi risiedono, per contribuire a raggiungere gli obiettivi definiti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (Agenda 2030) declinati nella Strategia Regionale per lo Sviluppo Sostenibile (SRSvS), presentata dalla Regione Piemonte alla collettività dal 10 giugno 2021, in coerenza con la Strategia Nazionale.


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PRIORITÀ

5P

SDG

1 ACCOMPAGNARE LA TRANSIZIONE DEL SISTEMA PRODUTTIVO PIEMONTESE VERSO UN MODELLO IN GRADO DI CONIUGARE COMPETITIVITÀ E SOSTENIBILITÀ

1.3 Cura e sviluppo del potenziale dei territori

PROSPERITÀ

2 FAVORIRE LA TRANSIZIONE ENERGETICA, L’ADATTAMENTO E LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

2.2 Pianificazione energetica ambientale: più rinnovabili, efficientamento energetico; meno emissioni climalteranti e consumi energetici

PIANETA

3 CURARE IL PATRIMONIO CULTURALE E AMBIENTALE E LA RESILIENZA DEI TERRITORI

3.2 Ridurre le marginalità territoriali

Lo Sviluppo Urbano Sostenibile

La Regione, nel quadro della Politica di Coesione Europea 2014-20, sostiene la crescita territoriale riconoscendo il ruolo strategico dei poli urbani e, contestualmente, rileva importanti criticità (nella qualità/quantità dei servizi di e-government ed e-health, relativamente all’efficienza energetica nonché alla competitività delle destinazioni turistiche) che richiedono l’attivazione di strategie di medio periodo incentrate su azioni di contrasto a tali problematiche.
Con la previsione di un asse dedicato, Asse IV Sviluppo Urbano Sostenibile del Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale, si promuove la redazione di Strategie integrate per lo sviluppo nei sette capoluoghi di provincia: la Città di Alessandria, la Città di Asti, il Comune di Biella, la Città di Cuneo, il Comune di Novara, la Città di Verbania e la Città di Vercelli, al fine di renderli - secondo il paradigma smart cities - luoghi maggiormente innovativi, efficienti e competitivi.
Le Strategie sono indirizzate al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
  1. miglioramento, nell'ambito dell'Obiettivo Tematico 2 della Politica di Coesione Europea “Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) nonché il loro utilizzo e qualità”, dell’offerta di servizi digitali da parte delle Amministrazioni Pubbliche a vantaggio dei cittadini e delle imprese e con effetti diffusi a scala vasta;
  2. miglioramento, nell'ambito dell'Obiettivo Tematico 4 della Politica di Coesione Europea “Sostenere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio”, del risparmio energetico di edifici pubblici non residenziali, a favore dell’abbattimento dei costi di gestione e delle emissioni climalteranti;
  3. miglioramento, nell’ambito dell’Obiettivo Tematico 6 della Politica di Coesione Europea “Preservare e tutelare l’ambiente e promuovere l’efficienza delle risorse”, della valorizzazione dei poli culturali come volano della promozione turistica del territorio.
Le azioni consistono nella adozione di:
  1. soluzioni tecnologiche per la realizzazione di servizi di e-government interoperabili e di soluzioni integrate per le Smart Cities and Communities negli ambiti prioritari cultura-turismo, energia-ambiente, government e mobilità;
  2. interventi per l’eco-efficienza e la riduzione di consumi di energia primaria negli edifici e strutture pubbliche attraverso interventi di ristrutturazione, ottimizzazione dei consumi energetici (smart buildings) e delle emissioni inquinanti;
  3. interventi per la riduzione dei consumi energetici delle reti di illuminazione pubblica, mediante la sostituzione di punti luce, l’istallazione di Smart lamp post in grado anche di erogare servizi smart e innovativi;
  4. interventi per la tutela, la valorizzazione e la messa in rete del patrimonio culturale, destinati ad attivare processi di sviluppo economico.

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1.3 Cura e sviluppo del potenziale dei territori

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PIANETA

2 FAVORIRE LA TRANSIZIONE ENERGETICA, L’ADATTAMENTO E LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

2.2 Pianificazione energetica ambientale: più rinnovabili, efficientamento energetico; meno emissioni climalteranti e consumi energetici

3 CURARE IL PATRIMONIO CULTURALE E AMBIENTALE E LA RESILIENZA DEI TERRITORI 3. Valorizzare il patrimonio culturale e ambientale
Il territorio regionale è anche connaturato da zone rifunzionalizzate per effetto di processi di decentramento manifatturiero, di catene logistico-distributive e di attraversamenti infrastrutturali che rappresentano un’opportunità di crescita economica, di creazione di occupazione e soddisfacimento di nuovi bisogni sociali espressione di rinnovate esigenze di qualità della vita, di domanda di servizi culturali e sociali, di infrastrutture connettive e interventi sul patrimonio. Per ridurre le importanti criticità rilevate, nel mix produttivo, nella localizzazione delle funzioni per l’economia, nella qualità/quantità dei servizi disponibili per l’attrattività e la vita quotidiana, che si riflettono sui divari di sviluppo territoriale - tra il centro metropolitano e le periferie e tra l’area metropolitana e i centri intermedi urbani - sono richieste strategie di medio periodo incentrate su azioni di contrasto a tali problematiche.

Nel ciclo di programmazione 2021-27, la Regione continuerà a riconoscere un ruolo strategico alle aree urbane e sostiene uno sviluppo sociale, economico e ambientale integrato e inclusivo, la cultura, il patrimonio naturale, il turismo sostenibile e la sicurezza, attraverso una azione dedicata - le Strategie Urbane d’Area (SUA) - del Programma Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale 2021-2027 per concorrere al perseguimento dell’Obiettivo Strategico 5 Un’Europa più vicina ai cittadini attraverso le promozione dello sviluppo sostenibile e integrato di tutti i tipi di territorio e delle iniziative locali previsto dalla Politica di Coesione Europea. Mediante il coinvolgimento delle comunità locali, la Regione promuove la redazione e l’attuazione di Strategie Urbane d’Area (SUA) nei sistemi intercomunali a densità intermedia e gravitanti su centri maggiori, che includono Comuni di diverse dimensioni ma che hanno relazioni di funzionalità reciproca, di contiguità geografica e di omogeneità storico-culturale e sociale. Le SUA, in linea con quelli definiti Agenda 2030 delle Nazioni Unite (SDGs) e dalla Nuova Carta per le Città Sostenibili, sono strumenti indirizzati al raggiungimento dei seguenti obiettivi:
  1. riqualificazione urbana e territoriale;
  2. tutela e valorizzazione del patrimonio architettonico, culturale, turistico e naturale;
  3. miglioramento dell’utilizzo e della qualità delle tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione (TIC) mediante l’offerta di servizi digitali interoperabili e di soluzioni integrate con effetti diffusi a scala vasta in ambiti prioritari.

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1.3 Cura e sviluppo del potenziale dei territori

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2 FAVORIRE LA TRANSIZIONE ENERGETICA, L’ADATTAMENTO E LA MITIGAZIONE DEGLI EFFETTI DEL CAMBIAMENTO CLIMATICO

2.2 Pianificazione energetica ambientale: più rinnovabili, efficientamento energetico; meno emissioni climalteranti e consumi energetici

PIANETA

3 CURARE IL PATRIMONIO CULTURALE E AMBIENTALE E LA RESILIENZA DEI TERRITORI

3. Valorizzare il patrimonio culturale e ambientale

La Strategia per la Banda Ultralarga e la Strategia per la Crescita Digitale in Piemonte

L’iniziativa nasce dalla consapevolezza che gli investimenti degli operatori privati in Italia sono insufficienti a permettere il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda Digitale Europea (DAE).
Le reti a banda ultralarga rappresentano un fattore chiave per lo sviluppo della Società dell’Informazione e sono una condizione abilitante per la crescita economica. La diffusione della banda ultralarga sul territorio, grazie alla maggiore velocità e affidabilità di trasmissione, abiliterà in modo significativo la diffusione dell’informazione, la condivisione e l’accessibilità del patrimonio pubblico, lo sviluppo e l’adozione di nuovi servizi digitali (o potenziamento degli esistenti), sia nel settore pubblico che privato, l’inclusione e la partecipazione dei cittadini, favorendo l’innovazione e il cambiamento in campo sociale ed economico.
Il Piano di Investimenti per la diffusione della banda ultralarga, cardine dell’investimento pubblico nelle reti infrastrtturali, è concepito in stretta sinergia con la Strategia per la crescita Digitale, dal momento che entrambe intendono contribuire all’aumento della digitalizzazione dell’economia e della società e di conseguenza delle potenzialità di innovazione del territorio.
A livello regionale, la due strategie convergono nelle misure che incidono sull’obiettivo tematico 2 della politica di coesione “Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), nonché il loro utilizzo e qualità” e nei contenuti programmatici di un asse dedicato: l’Asse II Agenda Digitale del Programma Operativo Regionale del Fondo Europeo di Sviluppo Regionale.
Gli investimenti perseguono l’obiettivo di migliorare la performance digitale del Piemonte, allineandola ai valori della media europea, prendendo in considerazione cinque dimensioni chiave: connettività, capitale umano, utilizzo dei servizi internet, integrazione delle tecnologie digitali e servizi pubblici digitali riassunte nell’indice europeo DESI Index (The Digital Economy and Society Index).
Con le azioni in essere si intende:
  • garantire la realizzazione degli obiettivi dell’Agenda digitale italiana in coerenza con l’Agenda digitale europea;
  • contribuire alla diffusione dell'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione, favorendo l'innovazione e la crescita economica, culturale e sociale del Paese, promuovendo l’alfabetizzazione digitale di cittadini e imprese, creando nuove conoscenze e opportunità di sviluppo.
A livello di dotazione infrastrutturale è previsto il potenziamento delle dotazioni con la previsione di:
  • copertura ad almeno 100 Mbps fino all’85% della popolazione italiana;
  • copertura ad almeno 30 Mbps garantita alla totalità della popolazione italiana;
  • copertura ad almeno 100 Mbps di sedi ed edifici pubblici (scuole e ospedali in particolare), delle aree di maggior interesse economico e concentrazione demografica, delle aree industriali, delle principali località turistiche e degli snodi logistici
  • garanzia di internet veloce nelle aree dove gli operatori di mercato non hanno programmato di investire direttamente e ridurre le marginalità territoriali mettendo in condizione ogni territorio di disporre dell’infrastruttura di rete;
  • assicurare il rilegamento in fibra ottica delle sedi della Pubblica Amministrazione centrale e locale (edifici pubblici quali scuole, sedi e presidi sanitari, sedi delle forze dell’ordine, sedi comunali) e nelle aree industriali.


Per approfondimenti visita la pagina dedicata all'Agenda Digitale della Regione Piemonte e dell'Osservario ICT.

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LA STRATEGIA DELLE INFRASTRUTTURE VERDI

Le infrastrutture verdi, secondo la definizione comunitaria, sono "una rete di aree naturali e seminaturali pianificata a livello strategico con altri elementi ambientali, progettata e gestita in maniera da fornire un ampio spettro di servizi ecosistemici. Ne fanno parte gli spazi verdi (o blu, nel caso degli ecosistemi acquatici) e altri elementi fisici in aree sulla terraferma (incluse le aree costiere) e marine. Sulla terraferma, le infrastrutture verdi sono presenti in un contesto rurale e urbano".
Nell'UE le infrastrutture verdi includono la rete Natura 2000, quale struttura portante, nonché spazi naturali e seminaturali al di fuori di Natura 2000, come parchi, giardini privati, siepi, fasce tampone vegetate lungo i fiumi o paesaggi rurali ricchi di strutture con determinate caratteristiche e pratiche, ed elementi artificiali come giardini pensili, muri verdi, oppure ponti ecologici e scale di risalita per pesci.

La Strategia europea delle Infrastrutture Verdi nasce dall'acquisita consapevolezza che la Società umana dipende dai benefici prodotti dalla natura, cioè dai Servizi Ecosistemici. Tutti questi benefici vengono però usati come se la loro offerta fosse pressoché illimitata e trattati come beni gratuiti il cui vero valore non è pienamente riconosciuto e apprezzato.
L’UE descrive le Infrastrutture Verdi come uno strumento destinato a fornire benefici ecologici, economici e sociali attraverso soluzioni in armonia con la natura, per aiutare a comprendere i vantaggi che la natura offre alla società umana, e per mobilitare gli investimenti che sostengono e valorizzano questi benefici. Ad esempio, le infrastrutture verdi possono essere utilizzate per ridurre la quantità di acque meteoriche di dilavamento che confluiscono nelle reti fognarie e, infine, in laghi, fiumi e torrenti, attraverso la ritenzione naturale e le capacità di assorbimento della vegetazione e dei suoli. I benefici delle Infrastrutture Verdi in un caso del genere potrebbero includere maggiore sequestro di carbonio, miglioramento della qualità dell'aria, mitigazione dell'effetto delle isole di calore urbane, ulteriore habitat per la fauna selvatica e spazi ricreativi. Le aree verdi contribuiscono inoltre al paesaggio culturale e storico, conferendo identità ai luoghi e allo scenario delle aree urbane e periurbane, in cui le persone vivono e lavorano.
Le Infrastrutture Verdi consentono ad ecosistemi sani di rafforzare la propria funzionalità affinché forniscano costantemente beni e servizi, aumentando la resilienza e riducendo le vulnerabilità dei paesaggi. Sono il luogo di produzione dei Servizi Ecosistemici anche all’interno dei paesaggi antropici (agricoli e/o urbani).

Le GBI si compongono di Nature Based Solutions (NBS). Le NBS Sono soluzioni ispirate e basate sulla ricostruzione di processi della natura, come per esempio la capacità di immagazzinare carbonio o di regolare il flusso dell’acqua. Si caratterizzano a seconda del paesaggio e dei Servizi Ecosistemici erogati. Sono convenienti in termini di costi e al contempo forniscono contemporaneamente vantaggi ambientali, sociali ed economici e aiutano a costruire resilienza dei territori. Tali soluzioni possiedono caratteristiche e attivano processi naturali, efficienti sotto il profilo delle risorse, diversificati e adattati a livello locale nelle città.
Componente fondamentale delle NBS è la vegetazione. La selezione della vegetazione e delle specie da utilizzare per progettare e costruire le NBS deve considerare:

  • le condizioni climatiche,
  • le caratteristiche chimico/fisiche dei suoli,
  • le esigenze di risposta, ovverosia i benefici/servizi ecosistemici necessari,
  • le caratteristiche delle specie rispetto ai servizi ecosistemici che la NBS deve erogare (raccolta polveri, filtrazione dell’acqua, ombreggiamento, sostenere la biodiversità,
  • la capacità della vegetazione di autosostenersi nel tempo (mantenere funzioni e bassa manutenzione).

La Regione Piemonte per lo sviluppo delle infrastrutture verdi ha promosso negli ultimi 20 anni progetti strategici di area vasta e locali così come progetti pilota. Le Infrastrutture Verdi infatti forniscono il contesto per sperimentare approcci innovativi nella pianificazione e gestione del territorio, esaltando la multi funzionalità e la pluralità di valori e rispondendo a diversi obiettivi, quali:
  • aumentare la connettività tra aree naturali e seminaturali esistenti, arginando la perdita di biodiversità e migliorando la permeabilità del paesaggio,
  • rafforzare la funzionalità degli ecosistemi,
  • mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici,
  • migliorare la qualità della vita dell’uomo, salvaguardandone la salute,
  • contribuire alla conservazione del patrimonio storico culturale ed alle opportunità di sviluppo economico legate, ad esempio, al turismo.

Il progetto strategico Corona Verde


Corona Verde è il progetto strategico regionale, nato alla fine degli anni ‘90 del secolo scorso per dare una risposta ai problemi di degrado e di consumo di suolo dell’area metropolitana torinese. Mettendo a sistema la Corona di Delizie delle Residenze Reali sabaude con la Cintura Verde dei Parchi, dei fiumi e dalle aree rurali, Corona Verde ha promosso la realizzazione e la gestione sostenibile di un’infrastruttura verde attorno alla città di Torino che recupera un rapporto più equilibrato tra Città e Natura, migliora la qualità di vita degli abitanti e promuove processi di sviluppo locale sostenibile.
Grazie a una nuova visione di sviluppo territoriale condivisa con gli Enti di gestione dei Parchi e il Politecnico di Torino, a partire dal 2003, la Regione Piemonte ha stanziato 12,5 milioni di euro del DOCUP 2000/2006, finanziando 36 interventi con il coinvolgimento di 24 enti pubblici (5 Enti parco e 19 Comuni).

Nel 2009, con la seconda fase del progetto, 10 milioni di euro del POR-FESR 2007/2013 sono stati utilizzati per finanziare 18 interventi, privilegiando i progetti sovraterritoriali che meglio riuscivano a coniugare obiettivi diversi e/o a creare sinergie e complementarietà con le pianificazioni e le programmazioni già avviate sul territorio.

Corona Verde si propone di:
  • tutelare e riqualificare le componenti ecosistemiche di pregio del territorio;
  • potenziare la rete fruitiva connettendo le risorse naturalistiche e storico-culturali di maggiore interesse;
  • valorizzare l’agricoltura periurbana per gestire e mantenere il sistema degli spazi aperti e dei paesaggi rurali tradizionali;
  • ridisegnare i bordi e le porte urbane per salvaguardare le aree non costruite; contrastare il consumo di suolo.
Per dare forza al progetto, si è costruito un sistema articolato di governance territoriale per favorire la collaborazione tra gli enti e le comunità locali e per integrare una molteplicità di politiche e azioni sinergiche.

Strumento fondamentale del Progetto è il Masterplan: elaborato in modo partecipato e condiviso, rappresenta lo strumento utile ad attivare un programma con orizzonte di medio e lungo periodo (15-20 anni).

Corona Verde è divenuta il quadro di riferimento per le progettualità territoriali in chiave green dell’area metropolitana torinese, sviluppate a partire da interventi di natura ambientale (agricoltura km0, turismo slow, ciclofficine, ecc.): un riconoscimento per la validità di un progetto che merita di essere implementato e arricchito con nuovi tasselli.
Nella consapevolezza che l’infrastruttura verde possa aiutare a riconnettere sia dal punto di vista ambientale che sociale il tessuto urbano delle periferie particolarmente frammentato, la Regione Piemonte ha colto, nel 2016, l’occasione del cosiddetto Bando Periferie per investire sul futuro di Corona Verde.
Nell’ambito del progetto ToP Metro – Città Metropolitana Riqualificazione Periferie della Città Metropolitana di Torino, la Regione ha presentato l’intervento di area vasta Corona Verde: l’infrastruttura verde per riqualificazione e ricucitura sostenibile delle periferie, dedicato all’implementazione di azioni immateriali, tra le quali un nuovo Piano per la Governance e un Programma della Mobilità ciclabile metropolitana per pianificare, gestire e monitorare in modo integrato, connettendo le aree di periferia con servizi, centri urbani, aree di interesse ambientale e culturale, potenziando e mettendo in sicurezza i sistemi esistenti, integrando la ciclabilità con il trasporto pubblico locale e la mobilità sostenibile.

I PROGETTI EUROPEI DI COOPERAZIONE TERRITORIALE: DA LOS_DAMA! A BLUE GREEN CITY

Il progetto LOS_DAMA! (Landscape and Open Space Development in Alpine Metropolitan Areas) - finanziato dal Programma di cooperazione territoriale Alpine Space 2014-2020, a cui la Regione Piemonte ha lavorato insieme ad altri partners provenienti da 6 Paesi della macroregione alpina, ha sviluppato il tema della pianificazione di infrastrutture verdi e servizi ecosistemici.
Il progetto si è concluso ad ottobre 2019 e ha raggiunto importanti risultati, apprezzati anche dal Programma Alpine Space che lo ha proposto tra i migliori progetti in occasione del 30° anniversario del varo di INTERREG. LOS_DAMA! e premiato come "progetto ambasciatore" per il topic "Green and climate neutral Europe".
Per la Regione Piemonte il progetto LOS_DAMA! ha rappresentato un'occasione importante perché ha permesso di definire una metodologia per la pianificazione sostenibile delle infrastrutture blu e verdi che risponde alla Strategia europea delle , a diverse scale, sperimentata e applicata sul territorio metropolitano con il coinvolgimento degli stakeholders locali, sia di realizzare un progetto di infrastruttura verde a scala locale attraverso l'impiego delle Nature Based Solutions.
I risultati del progetto LOS_DAMA! la Regione Piemonte ha deciso di condividerli con altri partner europei presentandoli come good practice nell'ambito del progetto Blue Green City (Blue and Green Infrastructure for Sustainable Cities) - finanziato dal Programma di cooperazione territoriale Interreg Europe. La metodologia del progetto LOS_DAMA! è stata selezionata per la pubblicazione sulla Interreg Europe Policy Learning Platform good practice database.
Il progetto è stato avviato ad agosto 2019 e si sviluppa in due fasi, la prima si è conclusa a gennaio 2022 e aveva come obiettivi l'apprendimento collettivo attraverso lo scambio di buone pratiche tra partner e l’adozione di un Action Plan, la seconda fase terminerà a gennaio 2023 e riguarderà l'implementazione dell’Action Plan al fine di migliorare gli strumenti di policy dedicati alla realizzazione delle infrastrutture verdi (il POR-FESR 2021-2027 per la Regione Piemonte).
Il progetto Blue Green City mira, infatti, a migliorare le politiche che promuovono le Green e Blue Infrastructure (GBI) come parte integrante di una strategia locale o regionale di conservazione del patrimonio naturale. Si propone di raggiungere questo obiettivo attraverso l’accrescimento delle conoscenze individuali e organizzative delle parti interessate sui concetti di servizi ecosistemici e di valore delle infrastrutture verdi e blu. A tal fine, promuove la condivisione di esperienze e lo scambio di buone pratiche da realizzare attraverso eventi di progetto, seminari e formazione che facilitino il processo interregionale di apprendimento delle politiche e la collaborazione nella ricerca di soluzioni comuni alle sfide comuni poste dai cambiamenti climatici.