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AGRICOLTURA

La sostenibilità ambientale delle produzioni agricole e zootecniche concorre al raggiungimento degli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile in particolare:

Obiettivo 2

Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile

Obiettivo 8
Incentivare una crescita economica duratura, inclusiva e sostenibile, un’occupazione piena e produttiva ed un lavoro dignitoso per tutti

Obiettivo 12
Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo

Obiettivo 13
Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico





Il Programma di Sviluppo Rurale 2014 - 2022 della Regione Piemonte

Il Programma di sviluppo rurale (PSR) delinea le strategie e le priorità di intervento del Piemonte per il periodo 2014-2022, per il quale erano disponibili circa 1,08 miliardi di euro di finanziamento pubblico.
A seguito dei regolamenti (UE) 2020/2094 e (UE) 2020/2220 il periodo di programmazione del PSR è stato esteso di due anni (2021 e 2022), dopo i quali il sostegno allo sviluppo rurale sarà inglobato nel piano strategico della Politica Agricola Comune (PAC), unico a livello nazionale, che comprenderà anche gli interventi del cosiddetto “primo pilastro della PAC”: i pagamenti diretti e le organizzazioni comuni di mercato. Attualmente le risorse disponibili sono quasi 1,5 miliardi di euro di finanziamento pubblico, di cui 634 milioni di euro dal bilancio dell’UE e quasi 839 milioni di euro di cofinanziamento nazionale.
Per affrontare le sfide, il PSR della Regione Piemonte finanzia tipi di operazioni nell’ambito di tutte le 6 priorità dello sviluppo rurale definite a livello europeo:
  1. migliorare il trasferimento di conoscenze e l’innovazione in agricoltura;
  2. aumentare la redditività delle aziende agricole e la competitività del settore agricolo;
  3. migliorare l’organizzazione delle filiere alimentari e la gestione dei rischi nel settore agricolo;
  4. preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura;
  5. promuovere l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima;
  6. sostenere l’inclusione sociale e lo sviluppo economico nelle zone rurali.

Il PSR dà particolare rilievo alle azioni finalizzate a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all’agricoltura e alla silvicoltura (40% delle risorse finanziarie dedicate) e al potenziamento della competitività dell’agricoltura (25% delle risorse dedicate).
Si prevede che grazie al PSR 3.900 imprenditori agricoli otterranno un sostegno per l'ammodernamento delle loro aziende e che 1.200 giovani agricoltori riceveranno un aiuto per l’insediamento iniziale e l’adeguamento strutturale delle aziende.
Il 25% circa delle superfici agricole piemontesi vedrà l’adozione di tecniche agronomiche a favore dell’ambiente (in particolare per la tutela della biodiversità e la migliore gestione delle risorse idriche e del suolo), mentre 20.000 ettari di terreno e 28.500 unità di bestiame saranno interessati da azioni volte a ridurre le emissioni in atmosfera di gas climalteranti di origine agricola e zootecnica.
Infine, circa il 45% della popolazione rurale sarà coinvolto nell’ambito delle strategie di sviluppo locale di tipo partecipativo (LEADER) e il 10% potrà usufruire di migliori infrastrutture a banda ultralarga (la restante popolazione rurale localizzata nelle aree a fallimento di mercato sarà comunque coperta da interventi analoghi previsti dal Grande progetto nazionale Banda ultralarga il cui contributo finanziario da parte della Commissione europea è stato approvato il 3 aprile 2019).

Il PSR 2014-2022 della Regione Piemonte per la preservazione, il ripristino e la valorizzazione gli ecosistemi connessi all'agricoltura: il sostegno all'agricoltura biologica e le altre azioni

Il PSR della Regione Piemonte, nell’ambito delle azioni volte a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura e alla silvicoltura, prevede il sostegno all’adesione ai metodi dell’agricoltura biologica da parte delle aziende agricole. Il sostegno, recato dalla misura 11 “Agricoltura biologica”, può riguardare sia la conversione agli impegni dell’agricoltura biologica (sottomisura 11.1) che il mantenimento degli impegni (sottomisura 11.2).
L’entità economica del sostegno è stabilita in modo da coprire i maggiori costi sostenuti dalle aziende per l'applicazione dei metodi dell’agricoltura biologica sanciti dal regolamento (CE) n. 834/2007 relativo alla produzione biologica e all'etichettatura dei prodotti biologici e dal regolamento (CE) n. 882/2004 relativo ai controlli ufficiali intesi a verificare la conformità alla normativa in materia di mangimi e di alimenti e alle norme sulla salute e sul benessere degli animali. Gli impegni devono essere assunti sull’intera SAU aziendale, con la possibile eccezione di corpi aziendali separati da cui si ricavano produzioni distinguibili (per tipo di coltura) rispetto alle altre e aventi magazzino distinto dei fattori produttivi (concimi, fitofarmaci, ecc.).
Il sostegno consiste in premi annui per ettaro di superficie agricola modulati in funzione del tipo di produzione vegetale, atti a compensare i costi aggiuntivi e il mancato guadagno derivanti dagli impegni assunti o mantenuti rispetto alle pratiche ordinarie e agli obblighi di “baseline” (cioè derivanti dalla normativa ambientale dell’Unione europea) e a quelli derivanti dal “greening” della politica agricola comune. Viene erogato, ove richiesto, il pagamento relativo alla superficie delle colture coltivate con metodo biologico che sono destinate all’alimentazione del bestiame allevato con metodo biologico.
Il PSR della Regione Piemonte 2014-20202 prevede uno stanziamento di 72,5 milioni di euro a favore della misura di sostegno all’agricoltura biologica (dotazione finanziaria al 15 aprile 2022), di cui 29,8 milioni per la conversione e 42,7 per il mantenimento, con l’obiettivo di sostenere il metodo di produzione biologica su 33.000 ettari di superficie agricola.

Oltre al sostegno dell’agricoltura biologica, il PSR prevede altri tipi di operazioni volti a preservare, ripristinare e valorizzare gli ecosistemi connessi all'agricoltura. I principali sono i seguenti:
  • operazione 4.4.1 (Elementi naturaliformi dell’agroecosistema), consistente nel sostegno alla realizzazione di formazioni arbustive e/o arboree, aree umide, strutture per la fauna selvatica e strutture per la fruizione ecocompatibile di aree di pregio ambientale o paesaggistico (dotazione al 15 aprile 2022: circa 2,8 milioni di euro). Il PSR prevede inoltre un tipo di operazione associato (10.1.7 - Gestione di elementi naturaliformi dell'agroecosistema), che sostiene la manutenzione di formazioni vegetali e aree umide, la realizzazione di colture a perdere per l'alimentazione della fauna selvatica e di fasce inerbite ai margini delle coltivazioni (dotazione al 15 aprile 2022: 1,65 milioni di euro);
  • operazione 10.1.2 (Interventi a favore della biodiversità nelle risaie), consistente nel sostegno alla creazione di condizioni più favorevoli alla biodiversità rispetto alla pratica ordinaria, ottenibili mediante il mantenimento di una riserva d'acqua anche durante le asciutte e l'inerbimento di un argine di risaia (dotazione al 15 aprile 2022: 2più di 15 milioni di euro);
  • operazione 10.1.8 (Allevamento di razze autoctone minacciate di abbandono), che compensa mediante un premio annuo i costi aggiuntivi e il mancato guadagno derivanti dagli impegni assunti dagli allevatori per 5 anni, per tutti gli animali appartenenti alle razze autoctone minacciate di abbandono; la compensazione è mediamente del 49% rispetto ai maggiori costi e ai minori ricavi rispetto alle razze ordinariamente allevate nel territorio regionale (dotazione al 15 aprile 2022: 35 milioni di euro). Le razze ammissibili al sostegno sono:
    • bovini: Pezzata Rossa d’Oropa, Varzese o Tortonese, Valdostana Pezzata Nera, Barà-Pustertaler, Bruna linea carne;
    • ovini: Sambucana, Garessina, Frabosana, Saltasassi, Tacola, Delle Langhe, Savoiarda;
    • caprini: Sempione, Vallesana, Roccaverano, Grigia delle Valli di Lanzo.

IL PSR 2014-2022 PER MIGLIORARE LA GESTIONE DEL SUOLO AGRARIO

Nell’ambito del PSR 2014-2022 alcuni tipi di operazione sostengono le aziende agricole nell’adozione di tecniche e sistemi di produzione orientati alla prevenzione dell'erosione dei suoli e alla migliore gestione degli stessi e alla promozione della conservazione e del sequestro del carbonio. I principali tipi di operazione sono i seguenti.

Operazione 10.1.3Tecniche di agricoltura conservativa” sostiene le aziende agricole che adottano tecniche agronomiche volte a contrastare la perdita di sostanza organica dei terreni agricoli, quali la riduzione delle lavorazioni del suolo e la parziale sostituzione della concimazione minerale con l’apporto di matrici organiche, sia zootecniche che vegetali, disponibili sul territorio.
Il sostegno, variabile tra 180 e 300 €/ha all’anno in funzione della tecnica adottata, viene corrisposto per 5 anni; il budget complessivo dell’operazione è pari a circa 29 milioni di euro (dotazione finanziaria al 15 aprile 2022).

Di seguito è riportato il dettaglio degli impegni agro-ambientali di durata quinquennale attivati, suddivisi per anno-campagna e con l’indicazione delle superfici interessate e del numero delle aziende agricole beneficiarie.

Tipo di operazione 10.1.3 “Tecniche di agricoltura conservativa”
anno-campagna superficie a premio (ha) numero di beneficiari
2016 17.924,21 597
2017 8.701,76 160
2018 12.198,45 280
2019 11.510,05 255
2020 11.630,42 252
2021 13.802,55 402

Fonte: DW PSR 2014-2020.

Operazione 10.1.4Sistemi colturali eco-compatibili” sostiene le aziende agricole nell’adozione di tecniche agronomiche volte a migliorare la struttura del suolo e a contrastarne l'erosione, quali la conversione a prato permanente dei terreni a seminativo, la diversificazione colturale nelle aziende maidicole specializzate e gli inerbimenti multifunzionali ai bordi di seminativi in grado di associare alla funzione di sequestro del carbonio l’azione di contrasto al trasferimento di inquinanti ai corpi idrici superficiali, l’incremento della biodiversità, l’azzeramento degli apporti chimici su superfici altrimenti coltivate e la tutela del suolo dall’erosione.
Il sostegno, variabile tra 435 e 450 €/ha all’anno in funzione dell’intervento previsto (incrementato a 1.250 €/ha nel caso degli inerbimenti multifunzionali), viene corrisposto per 5 anni; il budget complessivo dell’operazione è pari a 26 milioni di euro.

Di seguito è riportato il dettaglio degli impegni agro-ambientali di durata quinquennale attivati, suddivisi per anno-campagna e con l’indicazione delle superfici interessate e del numero dei beneficiari.

Tipo di operazione 10.1.4 “Sistemi colturali eco-compatibili”
anno-campagna superficie a premio (ha) numero di beneficiari
2016 5.375,41
737
2017 7.390,49
982
2018 9.554,42
1316
2019 10.639,33
1541
2020 9.694,30
1386
2021 9.353,07 1437

Fonte: DW PSR 2014-2020.

Operazione 10.1.9Gestione eco-sostenibile dei pascoli” sostiene le aziende zootecniche nell’adozione di tecniche di pascolamento razionali che esaltino la funzione anti-erosiva del cotico erboso. Il sostegno, erogato annualmente in funzione della localizzazione del pascolo (110 euro/ha in montagna, 120 euro/ha in collina e 450 euro/ha in pianura), viene corrisposto per 5 anni; il budget complessivo del tipo di operazione è di 23,8 milioni di € (dotazione finanziaria al 15 aprile 2021).
Di seguito è riportato il dettaglio degli impegni agro-ambientali di durata quinquennale attivati, suddivisi per anno-campagna e con l’indicazione delle superfici interessate e del numero dei beneficiari.

Tipo di operazione 10.1.9 “Gestione eco-sostenibile dei pascoli”
anno-campagna superficie a premio (ha) numero di beneficiari
2016 61.391,66 794
2017 27.095,38 303
2018 53.246,55 565
2019 43.461,41 457
2020 43.815,98 455
2021 56.436,04 705

Fonte: DW PSR 2014-2020.

Interventi e progetti per la conservazione e la valorizzazione della biodiversità di interesse agrario ed alimentare: il progetto GERMONTE

Gli attuali modelli della filiera agroalimentare, ormai rivolta quasi in esclusiva alla produzione delle varietà più appetibili per le catene della grande distribuzione, tendono a ridurre la variabilità genetica del patrimonio rappresentato dalle varietà vegetali e dalle razze animali locali.
Quando queste non offrono le caratteristiche quali-quantitative richieste dal mercato, sono oggetto di un progressivo abbandono, fino alla potenziale scomparsa.
L’impoverimento dell’agro-biodiversità che ne consegue assume risvolti significativi in diversi ambiti: • rispetto alla produzione agricola, antiche cultivar e razze animali locali rappresentano un patrimonio genetico al quale attingere per la creazione di nuove varietà, portatrici sia di caratteristiche organolettiche peculiari, valorizzate da una selezione ultradecennale, sia di quella resistenza ai patogeni e di quella capacità di adattamento a condizioni climatiche ed ambientali tipiche di specifici contesti territoriali che molti prodotti selezionati per la grande distribuzione non posseggono;
• rispetto all’ambiente, soprattutto nella produzione frutticola e viticola, si registra un legame particolarmente stretto tra le antiche varietà ed i paesaggi rurali tradizionali, spesso caratteristici di zone marginali rispetto a quelle a maggior vocazione produttiva, ma connotate da una maggiore variabilità ambientale e da minori input da fertilizzanti ed agrofarmaci, cosa che consente di contenere il rischio di impatti sugli agroecosistemi e sulla salute pubblica.
A tali considerazioni sono sicuramente legati fattori quali la crescente richiesta di prodotti “a km zero” ed il rinnovato interesse per le cultivar locali e le aziende agricole tradizionali, che testimoniano una maggior consapevolezza da parte dei consumatori e costituiscono sicuramente un nuovo impulso per progetti e politiche volte alla conservazione dell’agrobiodiversità locale.
In tale direzione si muove da oltre 20 anni la Regione Piemonte: tramite le misure del PSR volte a favorire la salvaguardia degli agroecosistemi marginali e la conservazione delle varietà e delle razze in estinzione, l’allestimento di campi collezione in collaborazione con enti ed istituzioni tecnico-scientifiche particolarmente qualificate in materia di biodiversità e la promozione di fiere di settore.
Un risultato tangibile del lavoro svolto sino ad oggi è rappresentato dall’iscrizione di numerose varietà locali del Piemonte, appartenenti a specie agrarie ed ortive, nell’apposita sezione del Registro Nazionale dedicata alla varietà da conservazione.
Un altro esempio è costituito da centinaia di varietà locali piemontesi che risultano iscritte nel registro nazionale delle varietà delle piante da frutto.

Dal 2018, un nuovo impulso alla conservazione ed alla valorizzazione dell’agrobiodiversità locale è scaturito nell’ambito del Programma regionale di ricerca, sperimentazione e dimostrazione agricola, con l’avvio di un progetto a regia regionale, approvato dal Ministero delle Politiche agricole alimentari e forestali già nel 2017, denominato 
GERMONTE (GERMoplasma e agrobiodiversità del PiemONTE).
Ogni anno il Mipaaf mette a disposizione, alle Regioni che intendono presentare una progettualità in tema di agrobiodiversità, il fondo istituito dall'art. 10 della Legge 1° dicembre 2015 , n. 194 "Disposizioni per la tutela e la valorizzazione della biodiversità di interesse agricolo e alimentare": la Regione Piemonte usufruisce di tale fondo proponendo al Ministero una versione annuale della programmazione prevista dal progetto Germonte.

Il progetto Germonte 2

Il progetto Germonte 2, che si è svolto tra il 2020 e il 2021, era finalizzato a favorire la conservazione dell’agrobiodiversità piemontese tramite azioni volte, in particolare, all’individuazione di varietà locali di specie vegetali a rischio di erosione genetica ed alla loro iscrizione all’Anagrafe nazionale della biodiversità. La Regione Piemonte, infatti, non ha mai promulgato una legge propria in tema di Biodiversità agraria e pertanto non dispone di un Repertorio o di un Registro regionale delle proprie risorse genetiche locali: l’iscrizione all’Anagrafe nazionale  si delinea dunque come strumento necessario in via preliminare al fine di indirizzare correttamente ed efficacemente i fondi disponibili per la conservazione e la salvaguardia delle risorse genetiche piemontesi minacciate di erosione.

Operano nell'ambito del progetto Germonte 2 soggetti di lunga esperienza nel recupero, identificazione e conservazione di varietà vegetali, quali:

- AGRION - Fondazione per la ricerca, l’innovazione e lo sviluppo tecnologico dell’agricoltura piemontese;

- Università di Torino, DISAFA - Unità colture arboree;

- Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (CNR-IPSP);

- AIAB in Piemonte;

- Scuola Malva Arnaldi.

Le attività dei partners si sono concretizzate nell'elaborazione e nella successiva iscrizione all’Anagrafe nazionale della biodiversità di interesse agricolo ed alimentare di 123 schede varietali appartenenti a diverse specie vegetali : melo, pero, vite, ciliegio, castagno, mais, pisello, frumento, peperone, fagiolo, cardo, sedano. Le schede comprendono (secondo le linee guida del Piano Nazionale per la Biodiversità Agricola) cenni storici, informazioni sull’identità e sulla diffusione delle varietà, descrizione morfologica, valutazione del rischio di erosione genetica, eventuali "agricoltori custodi", figure che ancora coltivano tali materiali e che il progetto intende raccogliere in un inventario: ciò potrebbe portare in futuro alla realizzazione di una rete di “custodi” e “collezioni” in stretta collaborazione, che potranno essere sostenuti economicamente per la loro preziosa opera di tutela o avviare progetti concreti di valorizzazione delle risorse stesse.

Il 20 maggio 2021, nell'ambito di un convegno on line organizzato in occasione della Giornata della biodiversità agricola e alimentare 2021, le attività di caratterizzazione e di condivisione delle informazioni riguardanti l’agrobiodiversità piemontese sono state oggetto di divulgazione da parte del partenariato del progetto Germonte 2: l'incontro è stata un'occasione per fornire agli addetti ai lavori indicazioni sulle metodologie di conservazione da mettere in atto per le diverse specie/varietà, per illustrare la situazione regionale sul tema, ma anche per sensibilizzare gli operatori del settore, il sistema educativo scolastico e il pubblico sul valore biologico, culturale ed economico della diversità genetica in agricoltura, e sulla responsabilità di ognuno nel tutelarla.

Il progetto Germonte 3

Le attività del progetto Germonte hanno trovato continuità e sviluppo nella seconda parte del 2021 con l'avvio di una terza edizione, che ha visto un ampliamento del parternariato a comprendere complessivamente 8 soggetti:

  • Facoltà di Scienze gastronomiche di Pollenzo;
  • Università degli studi di Torino, DISAFA (dipartimento di scienze agrarie e forestali e ambientali);
  • Consiglio Nazionale delle Ricerche - Istituto per la Protezione Sostenibile delle Piante (CNR-IPSP);
  • Scuola Malva Arnaldi;
  • AIAB in Piemonte;
  • Associazione Antichi mais Piemontesi;
  • ASCI Piemonte - Rete dei Semi Rurali;
  • Soc. Agricola il Girasole (responsabile della selezione conservativa di numerose varietà da conservazione di frumento).
Il progetto Germonte 3 prevede lo svolgimento delle seguenti attività:

A) animazione e divulgazione della Rete regionale della biodiversità di interesse agricolo e alimentare attraverso:

  1. la realizzazione di campi catalogo a parcelle e orti didattici. L'attività consiste nella realizzazione di campi catalogo a parcelle presso le 17 aziende agricole aderenti al progetto e di orti didattici presso l'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche e Asci Piemonte con le varietà da conservazione iscritte in Piemonte e con varietà locali oggetto di nuovi studi. I campi catalogo a parcelle e gli orti didattici sono stati sede di appositi incontri tecnici volti alla diffusione delle conoscenze sulle risorse genetiche, sulle pratiche agricole a basso impatto ambientale, sul risparmio idrico, sulla fertilità dei suoli, sulle strategie di selezione e moltiplicazione delle sementi in purezza;
  2. incontri tecnici in campo, volti alla diffusione delle conoscenze sulle risorse genetiche prese in esame, con particolare riferimento alle caratteristiche fenotipiche, alle pratiche agronomiche adottate, alla maggiore adattabilità ai cambiamenti climatici e alla minore necessità di input esterni da parte delle varietà locali, con ricadute positive sul risparmio idrico e sulla conservazione della fertilità del suolo. Gli incontri tecnici, inoltre, hanno preso in esame le strategie di selezione, le tecniche di moltiplicazione delle sementi in purezza e le metodologie di conservazione della semente;
  3. incontri con consumatori e con tutti i possibili attori interessati alla coltivazione, trasformazione ed utilizzo delle risorse genetiche prese in esame;
  4. una pubblicazione e un video che illustrano tutte le fasi progettuali e le risorse genetiche prese in esame.
B) l'allestimento di un ciclo di lezioni presso le scuole superiori in materia di agrobiodiversità, tenute da docenti dell'Università degli Studi di Torino – DISAFA (Dipartimento di Scienze agrarie, forestali e alimentari), volte alla diffusione delle conoscenze:
  • sui vantaggi derivanti dalla coltivazione delle risorse genetiche che vanno dalla minore emissione di anidride carbonica grazie all'adozione di pratiche agricole a basso impatto ambientale, all'uso di varietà locali anche per fare fronte ai mutamenti climatici;
  • sull’importanza della tutela e valorizzazione dei prodotti agricoli legati alla tradizione e cultura dell’area di produzione;
  • sull’importanza della corretta gestione di tutte le fasi di una corretta filiera di produzione, volta alla salvaguardia dell’ambiente, alla tutela della biodiversità, alla salubrità del cibo;
  • sull’importanza del recupero, salvaguardia e caratterizzazione delle risorse genetiche, indispensabile per il mantenimento della biodiversità, soprattutto per specie ed ecotipi a rischio di estinzione.

C) l'organizzazione di un convegno per la Giornata della biodiversità di interesse agricolo ed alimentare, quale attività di animazione della Rete regionale della biodiversità, che si terrà il 21 maggio 2022 presso l'Università degli Studi di Scienze Gastronomiche. In quest'occasione gli agricoltori custodi esporranno le sementi ed il materiale di moltiplicazione tanto prezioso per mantenere l'agrobiodiversità nel tempo, scongiurando il pericolo di estinzione. Non mancherà una degustazione a base di prodotti locali ottenuti con le varietà prese in esame dal progetto per riscoprire e diffondere sapori e tradizioni.

Il controllo integrato deGLI ALLEVAMENTI

La strategia, comune a tutta l’Unione Europea, per la verifica delle prestazioni ambientali derivanti dalle attività produttive, meglio descritta nella sezione Territorio e Aria come risposte, (nozione in cui, in questo contesto, ricadono anche gli allevamenti) soggette ad autorizzazioni ambientali, prevede autorizzazioni articolate per temi (emissioni in atmosfera, scarichi in corpi idrici, ...) o, nel caso delle installazioni ricadenti nell’applicazione della direttiva 2010/75/UE (Industrial Emission Directive - IED), un’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA) in cui gli aspetti tematici sono affrontati congiuntamente, anche tenendo conto di valutazioni relative al razionale utilizzo delle risorse naturali, delle materie prime e dell’energia.

Per le imprese sotto soglia AIA, il legislatore italiano ha previsto, con il DPR 59/13, l’Autorizzazione Unica Ambientale (AUA) nella quale confluiscono i titoli abilitativi ambientali richiamati nel regolamento. Sulla scorta di tale provvedimento, e in attuazione delle leggi regionali in materia di semplificazione, la Regione Piemonte ha adottato i regolamenti regionali 5/R del 2015 e 7/R del 2016 tramite i quali è stata definita la modalità informatizzata per la compilazione e la trasmissione in via telematica delle istanze formate secondo una modulistica standardizzata.

Tra i titoli autorizzativi ambientali che possono essere richiesti con il servizio digitale regionale figurano anche le autorizzazioni di carattere generale per le emissioni in atmosfera (c.d. AVG) definite in base all’articolo 272 del DLgs 152/06. La Regione Piemonte, con la DD 518 del 6/07/12, n. 518, ha adottato l’AVG specifica per il comparto zootecnico che si applica alle seguenti categorie di allevamento:

Categoria animale e tipologia di allevamento

N° capi

Vacche specializzate per la produzione di latte (peso vivo medio: 600 kg/capo)

Da 200 a 400

Rimonta vacche da latte (peso vivo medio: 300 kg/capo)

Da 300 a 600

Altre vacche (nutrici e duplice attitudine)

Da 300 a 600

Bovini all’ingrasso (peso vivo medio: 400 kg/capo)

Da 300 a 600

Vitelli a carne bianca (peso vivo medio: 130 kg/capo)

Da 1.000 a 2.500

Suini: scrofe con suinetti destinati allo svezzamento

Da 400 a 750

Suini: accrescimento/ingrasso

Da 1.000 a 2.000

Ovicaprini (peso vivo medio: 50 kg/capo)

Da 2.000 a 4.000

Ovaiole e capi riproduttori (peso vivo medio: 2 kg/capo)

Da 25.000 a 40.000

Pollastre (peso vivo medio: 0,7 kg/capo)

Da 30.000 a 40.000

Polli da carne (peso vivo medio: 1 kg/capo)

Da 30.000 a 40.000

Altro pollame

Da 30.000 a 40.000

Tacchini: maschi (peso vivo medio: 9 kg/capo)

Da 7.000 a 40.000

Tacchini: femmine (peso vivo medio: 4,5 kg/capo)

Da 14.000 a 40.000

Faraone (peso vivo medio: 0,8 kg/capo)

Da 30.000 a 40.000

Cunicoli: fattrici (peso vivo medio: 3,5 kg/capo)

Da 40.000 a 80.000

Cunicoli: capi all'ingrasso (peso vivo medio: 1,7 kg/capo)

Da 24.000 a 80.000

Equini (peso vivo medio: 550 kg/capo)

Da 250 a 500

Struzzi

Da 700 a 1.500



Aderendo all’autorizzazione generale, il gestore si impegna a rispettare i requisiti tecnico-costruttivi e gestionali nonché le prescrizioni stabiliti nell’Allegato 3 alla determinazione.

Il regolamento comprende inoltre la comunicazione preventiva di cui all’articolo 3 del Regolamento Regionale 10/R del 29/10/07 per l'utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento, delle acque di vegetazione dei frantoi oleari e delle acque reflue provenienti dalle aziende ivi previste. La comunicazione suddetta è però presentata attraverso il servizio digitale collegato all'Anagrafe agricola unica del Piemonte.
Per gli allevamenti soggetti ad AIA (n° di posti > 40000 per gli avicoli, > 2000 per i suinicoli di oltre 30 kg e > 750 posti scrofe), l’autorizzazione integrata rappresenta il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto a condizioni che garantiscano le migliori prestazioni ambientali al di là della conformità ai requisiti stabiliti dalla norma e sostituisce ogni altro visto, nulla osta, parere o autorizzazione in materia ambientale. In particolare, l’AIA - attuando il principio della prevenzione e del controllo integrati dell’inquinamento postulato dalla direttiva originaria 96/61/CE (c.d. IPPC: Integrated Pollution Prevention and Control) - non considera un impianto solo in termini di rispetto dei limiti alle emissioni, ma entra nella specifica gestione dello stesso sia verificando l’applicazione delle migliori tecniche disponibili (BAT - Best Available Techniques), sia prevedendo i controlli di parte pubblica e da parte del gestore in un apposito Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC) pure allegato all’AIA.
Sotto quest’ultimo aspetto, inoltre, la direttiva IED prevede l’effettuazione sistematica di ispezioni ambientali secondo specifici piani; la Regione Piemonte ha adottato il proprio Piano con la DGR 44-3272 del 9/05/16.

In relazione ai piani di monitoraggio e controllo, tenuto conto di quanto previsto all’art. 29-quater comma 6 del DLgs 152/06 e s.m.i. Arpa ha proposto alle associazioni di categoria, tramite la Regione, dei documenti nei quali sono stati definiti dei piani di monitoraggio e controllo (PMC) di minima per alcune tipologie di attività produttive a fronte della presenza di BATc approvate. Nell’anno 2019 sono stati trasmessi i PMC relativi alle categorie generali 5 e 6.6.
L’obiettivo, che discende dalla definizione di tali PMC, è quello dell’uniforme applicazione dei controlli di parte privata e di parte pubblica su tutto il territorio regionale, anche attraverso l’uso di format per la restituzione dei dati dei report annuali di PMC da parte dei gestori. A tal proposito, per quanto riguarda la categoria 6.6 “allevamenti intensivi di pollame o di suini”, i dati dei PMC sono stati restituiti su apposito format excel standardizzato e fornito da Arpa alle aziende dall’anno 2016 in Provincia di Cuneo e dall’anno 2018 nella Provincia di Torino e Vercelli. Le informazioni di ritorno, che in questo modo saranno uniformate su tutto il territorio regionale, potranno essere utilizzate per elaborazioni ed estrazioni sui principali indicatori di performance evidenziando quindi gli scostamenti sia rispetto ai valori individuati dalle BAT che rispetto ad impianti analoghi presenti sul territorio regionale.

Ulteriori informazioni/informazioni di maggior dettaglio sono disponibili nella sezione Territorio e Aria.