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RIFIUTI 

La gestione sostenibile dei rifiuti concorre agli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, in particolare ai seguenti:


Obiettivo 11
Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, duraturi e sostenibili



Obiettivo 12
Garantire modelli sostenibili di produzione e di consumo

introduzione

Nel mese di aprile del 2018 il Parlamento europeo – su proposta della Commissione - ha approvato in via definitiva le quattro Direttive sull’economia circolare.
Le Direttive, successivamente adottate congiuntamente dal Parlamento e dal Consiglio europeo il 30 maggio 2018 e pubblicate il 14 giugno 2018 (849/2018/UE, 850/2018/UE, 851/2018/UE, 852/2018/UE del 30 maggio 2018), contengono delle disposizioni di modifica di 6 Direttive sui rifiuti, in particolare la Direttiva 2008/98/CE sui rifiuti e le Direttive sugli imballaggi, discariche, rifiuti elettrici ed elettronici (RAEE), veicoli fuori uso e pile.

La normativa nazionale, recependo le Direttive 2018/850/UE, 2018/851/UE e 2018/852/UE mediante i D. Lgs. 116/2020 e D. Lgs. 121/2020, pone una serie di nuovi obblighi e divieti in merito alla gestione dei rifiuti urbani su un arco temporale piuttosto lungo, ovvero fino al 2035, arco temporale a cui ormai gli atti di pianificazione devono tendere, anche alla luce degli obiettivi previsti nella Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile approvata dal CIPE il 22 dicembre 2017 e del nuovo Piano d’Azione per l’Economia Circolare della Commissione Europea, approvato in data 11.03.2020 COM (2020) 98 final.

I principali obiettivi riguardano l’aumento del tasso di riciclaggio, l’aumento complessivo del recupero e riciclaggio dei rifiuti di imballaggio, la riduzione dei rifiuti urbani biodegradabili (RUB) da conferire in discarica, il divieto di smaltimento in discarica di tutti i rifiuti idonei al riciclaggio o al recupero di altro tipo e l’adozione di misure necessarie per assicurare che la quantità di rifiuti urbani da collocare in discarica – compresi i rifiuti derivanti dal loro trattamento - sia ridotta ad un valore non superiore al 10%.

In sintesi, gli elementi chiave recepiti nei D. Lgs.116/2020 e D. Lgs. 121/2020 risultano essere i seguenti:
  • definizioni più chiare dei concetti fondamentali in materia rifiuti;
  • nuovi obiettivi vincolanti da conseguire a livello dell’UE entro il 2025, il 2030 e il 2035.
       Questi obiettivi riguardano:
    • nuovi obiettivi di riciclaggio per i rifiuti urbani (55% entro il 2025, 60% entro il 2030, 65% entro il 2035);
    • nuovi obiettivi per il riciclaggio dei rifiuti di imballaggio (65% entro il 2025, 70% entro il 2030);
    • un obiettivo vincolante per ridurre al massimo al 10% il collocamento in discarica per i rifiuti urbani entro il 2035;
    • il divieto di collocamento in discarica dei rifiuti della raccolta differenziata;
    • la promozione di strumenti economici per scoraggiare il collocamento in discarica;
    • obbligo di raccolta differenziata per i rifiuti organici, per i rifiuti tessili e per i rifiuti ingombranti, compresi materassi e mobili;
  • misure ed obiettivi per ridurre del 50% entro il 2030 i rifiuti alimentari pro capite a livello di vendita al dettaglio e di consumatori;
  • definizioni più semplici e adeguate nonché metodi armonizzati per il calcolo del tasso di riciclaggio in tutta l’UE;
  • misure concrete per promuovere il riutilizzo e stimolare la simbiosi industriale trasformando i prodotti di scarto di un'industria in materie prime destinate ad un'altra;
  • incentivi economici affinché i produttori facciano giungere prodotti più ecologici sul mercato e un sostegno ai sistemi di recupero e riciclaggio (es. per imballaggi, batterie, apparecchiature elettriche ed elettroniche, veicoli);
  • requisiti minimi applicabili ai regimi di responsabilità estesa del produttore (EPR).

L’art 20 della Direttiva 98/2008/CE, come modificato dalla Direttiva 2018/851/UE, dispone, inoltre, l’obbligo di raccolta separata per i rifiuti domestici pericolosi (quali, ad esempio, vernici, solventi, smalti) al fine di garantirne un adeguato trattamento ed evitare la presenza di rifiuti pericolosi nelle frazioni merceologiche da avviare a operazioni di riciclaggio. Per tale raccolta separata si attende apposito recepimento al fine di individuare con puntualità le modalità ed i criteri da rendere operativi a livello nazionale entro il 01/01/2025.
Altro elemento da considerare è quanto previsto nella Direttiva 2019/904 - la Direttiva sui prodotti in plastica monouso. Dal luglio 2021 sono vietati i prodotti monouso in plastica per i quali esistono alternative quali ad esempio posate, piatti, bastoncini cotonati, cannucce, mescolatori per bevande e aste dei palloncini. Il divieto è esteso anche ai prodotti di plastica oxodegradabile ed ai contenitori per cibo da asporto in polistirene espanso. Per i prodotti in plastica per i quali, invece, non esistono alternative – prevede la Direttiva – gli Stati membri dovranno mettere a punto piani nazionali, con misure dettagliate, per ridurre significativamente il loro utilizzo, da trasmettere alla Commissione entro due anni dall’entrata in vigore della Direttiva. La normativa fissa, inoltre, un obiettivo di raccolta del 77% per le bottiglie monouso in plastica per bevande entro il 2025, che salirà al 90% entro il 2029, e stabilisce un contenuto minimo di materiale riciclato nella produzione di bottiglie per bevande fabbricate in PET di almeno il 25% entro il 2025, che salirà ad almeno il 30% al 2030 contemplando tutte le plastiche monouso utilizzate per la fabbricazione di bottiglie per bevande.

La legge 22 aprile 2021, n. 53 (Legge di delegazione europea 2019-2020) ha delegato al Governo il compito di recepire le direttive europee e l’attuazione di altri atti dell’Unione europea; in particolare l’articolo 22 si riferisce all'attuazione della direttiva (UE)2019/904, sulla riduzione dell'incidenza di determinati prodotti di plastica sull'ambiente.
Il 14 gennaio 2022 è entrato in vigore il Decreto Legislativo 8 novembre 2021, n. 196, di attuazione della Direttiva (UE) 2019/904 (c.d. “Direttiva SUP“) sulla riduzione dell’incidenza di determinati prodotti di plastica sull’ambiente, pubblicato sul Supplemento Ordinario n. 41 alla Gazzetta Ufficiale, Serie Generale, n. 285 del 30 novembre 2021.

Un approfondimento merita la disciplina sull'End of waste, che in questi ultimi anni ha subito diverse evoluzioni. Con il termine End of waste, ovvero “Cessazione della qualifica di rifiuto”, si indica il procedimento attraverso il quale un rifiuto, sottoposto ad un processo di recupero, perde tale qualifica per acquisire quella di prodotto nuovamente utilizzabile, sostituendo altri materiali che sarebbero altrimenti impiegati. La nozione di End of waste nasce in ambito comunitario con la Direttiva 2008/98/CE del 19 novembre 2008, Direttiva quadro in materia di rifiuti: un rifiuto cessa di essere tale quando è stato sottoposto a un’operazione di recupero e soddisfa tutte le precise condizioni stabilite dall’art. 6 della Direttiva quadro, come modificata dalla Direttiva 2018/851/UE:
a) la sostanza o l'oggetto sono destinati ad essere utilizzati per scopi specifici;
b) esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;
c) la sostanza o l'oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti;
d) l'utilizzo della sostanza o dell'oggetto non porterà a impatti complessivi negativi sull'ambiente o sulla salute umana.
Nel recepire la Direttiva 2008/98/CE, nel D. Lgs. 3 aprile 2006, n. 152, è stata introdotta la disposizione di cui all’art. 184-ter relativa, appunto, alla “Cessazione della qualifica di rifiuto”.
Negli ultimi anni l'articolo è stato oggetto di numerosi interventi di modifica a seguito della sentenza del Consiglio di Stato 28 febbraio 2018, n. 1229 fino all’innovazione normativa introdotta dalla Legge 2 novembre 2019, n. 128, di conversione del Decreto Legge 3 settembre 2019, n. 101 (recante disposizioni urgenti per la tutela del lavoro e per la risoluzione di crisi aziendali) ancora ulteriormente modificata dal D. Lgs.116/2020 che ha escluso la "preparazione al riutilizzo" tra le attività di recupero funzionali all'effettuazione di processi di End of waste.
Il nuovo articolato dispone che i criteri End of waste siano adottati in conformità a quanto stabilito dalla disciplina comunitaria oppure, in mancanza di criteri comunitari, caso per caso per specifiche tipologie di rifiuto attraverso uno o più decreti ministeriali. Ad oggi i provvedimenti comunitari e nazionali approvati sono:
• Regolamento (UE) 333/2011 - Ferro, acciaio e alluminio
• Regolamento (UE) 1179/2012 - Vetro
• Regolamento (UE) 715/2013 - Rame
• DM 22/2013 – Combustibile Solido Secondario (CSS)
• DM 69/2018 - Conglomerato bituminoso
• DM 62/2019 – Prodotti assorbenti per la persona (PAP)
• DM 78/2020 – Gomma vulcanizzata da pneumatici fuori uso (PFU)
• DM 188/2020 - Carta e cartone.
In mancanza dei succitati criteri specifici le autorizzazioni per gli impianti di recupero dei rifiuti possono essere rilasciate o rinnovate nel rispetto delle condizioni individuate dalla Direttiva 2008/98/CE e sulla base di criteri dettagliati, definiti nell'ambito dei medesimi procedimenti autorizzatori. Il comma 3 ter dell’art. 184 ter del D. Lgs. 152/2006, istituisce un sistema di controlli delle autorizzazioni rilasciate “caso per caso” attribuendone la competenza al Sistema Nazionale per la protezione dell’ambiente.

Il d.lgs. 116/2020 ha inoltre introdotto il “Programma nazionale per la gestione dei rifiuti” (art. 198-bis al dlgs 152/2006), attraverso cui il Ministero della Transizione ecologica, in collaborazione con ISPRA, individua i macro-obiettivi, i criteri e le linee strategiche a cui le Regioni e le Province autonome dovranno attenersi nell’elaborazione dei Piani regionali di gestione rifiuti. Il Programma, con un orizzonte temporale di sei anni (2022-2028), partendo dal quadro di riferimento europeo, è preordinato a orientare le politiche pubbliche ed incentivare le iniziative private per lo sviluppo di un’economia sostenibile e circolare, a beneficio della società e della qualità dell’ambiente. Il Programma si pone come uno dei pilastri strategici e attuativi della Strategia Nazionale per l’Economia Circolare (in corso di predisposizione), insieme al Programma nazionale di Prevenzione dei rifiuti (in aggiornamento) e ad altri strumenti di policy tra cui il PNNR.

Il D.L. 1 marzo 2021, n. 22 convertito con modificazioni dalla legge 22 aprile 2021, n. 55 ha previsto tra le competenze del Comitato interministeriale per la transizione ecologica (CITE) l’approvazione del Piano per la Transizione Ecologica. La proposta di Piano è stata approvata dal CITE il 28 luglio 2021. La proposta di Piano prevede cinque macro-obiettivi: neutralità climatica; azzeramento dell’inquinamento; adattamento ai cambiamenti climatici; ripristino della biodiversità e degli ecosistemi; transizione verso l'economia circolare e la bioeconomia.

Le azioni regionali

Attuazione delle Legge Regionale n. 1/2018, in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani, modificata dalla Legge Regionale 4/2021

Con la Legge Regionale 10 gennaio 2018 n. 1 - “Norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata dei rifiuti urbani e modifiche alle leggi regionali 2000, n. 44 e 24 maggio 2012, n. 7”, la Regione ha operato una integrale revisione della propria legislazione di settore, comprendendo in un unico testo normativo la disciplina di alcune materie disciplinate da diverse leggi risalenti nel tempo.
In particolare, la Legge disciplina:

  • gli strumenti di pianificazione regionale;
  • l’organizzazione del sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani;
  • l’organizzazione della gestione dei rifiuti speciali;
  • il tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti;
  • il sistema sanzionatorio in materia di produzione dei rifiuti e di tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti.

La Legge regionale 1/2018, come modificata dalla Legge Regionale 16 febbraio 2021, n. 4, fissa poi specifici obiettivi di produzione annua pro capite di rifiuto indifferenziato, in coerenza con gli obiettivi stabiliti dal Piano regionale di gestione dei rifiuti urbani, da raggiungere a partire dall’anno 2018 (produzione annua non superiore a 190 chilogrammi ad abitante), entro l’anno 2020 (produzione annua non superiore a 159 chilogrammi ad abitante) ed entro l’anno 2025 (produzione annua non superiore a 126 chilogrammi ad abitante). A tali obiettivi è collegata una sanzione amministrativa regionale. Introduce, infine, un differimento temporale del termine posto per il raggiungimento dei predetti obiettivi per la sola Città di Torino, in ragione della sua dimensione demografica e delle sue caratteristiche peculiari.

Con le modifiche apportate dalla L. R. 4/2021 è stata operata una parziale revisione della governance del sistema dei rifiuti urbani che è ora organizzato in un unico ambito territoriale ottimale coincidente con il territorio della Regione, articolato in sub ambiti di area vasta (coincidenti, nella fase di prima attuazione, con il territorio dei “consorzi di bacino” di cui alla L.R. 24/2002) per l’organizzazione delle funzioni inerenti alla prevenzione della produzione dei rifiuti urbani, alla riduzione della produzione dei rifiuti indifferenziati, alla raccolta differenziata, al trasporto e all'avvio a specifico trattamento delle raccolte differenziate, ad esclusione del rifiuto organico e del rifiuto ingombrante, alla raccolta e al trasporto dei rifiuti urbani indifferenziati e alle strutture a servizio della raccolta differenziata (centri di raccolta).
Nei sub ambiti di area vasta la governance è esercitata da consorzi di comuni (denominati consorzi di area vasta) e nell’ambito unico regionale è confermato l’esercizio della governance attraverso la costituzione di una Conferenza d’ambito composta dai consorzi di area vasta e dalla Città di Torino (sub ambiti), dalle province e dalla Città metropolitana per l’individuazione e la realizzazione, laddove mancanti o carenti, degli impianti a tecnologia complessa, comprese le discariche autorizzate ai sensi del d.lgs. 36/2003, e per l’organizzazione del relativo segmento di servizio (avvio a trattamento del rifiuto indifferenziato, del rifiuto organico e del rifiuto ingombrante).
Attualmente si è ancora nella fase transitoria di attuazione della governance del servizio integrato di gestione dei rifiuti: i consorzi di bacino stanno procedendo all’adeguamento del proprio atto costitutivo e dello statuto agli atti tipo approvati con la Legge Regionale 1/2018, come modificati dalla L .R. 4/2021, e dalla l.r. 25/2021. Parallelamente sono in corso le attività finalizzate alla costituzione della Conferenza d’Ambito.

La norma regionale introduce poi una disposizione transitoria volta alla valutazione dell’efficienza dell’organizzazione dei sub ambiti di area vasta, con un periodo di osservazione stabilito fino alla pubblicazione dei dati relativi alla produzione dei rifiuti e alla percentuale di raccolta differenziata riferiti all’anno 2022, al termine del quale la Giunta regionale provvederà a riorganizzare i consorzi di area vasta che non raggiungono gli obiettivi stabiliti dalla legge regionale, dalla norma nazionale di riferimento e dal Piano regionale mediante la nomina di un commissario ad acta.

Attuazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e dei Fanghi di Depurazione

Azioni di attuazione della Pianificazione (programmi di finanziamento comunitari e nazionali)

Nel corso del 2021 particolare attenzione è stata posta alla ricognizione dell’impiantistica esistente, all’analisi dei fabbisogni di trattamento non ancora soddisfatti e ad un confronto con le Amministrazioni locali e gli Enti competenti per la predisposizione delle proposte di interventi da presentare nell’ambito dei finanziamenti del PNRR per l’economia circolare (Missione M2C1), interventi per i quali è richiesta la coerenza con la vigente pianificazione regionale.

Sono state pertanto analizzate le proposte presentate dal territorio ed affrontate le tematiche e criticità inerenti i decreti relativi agli investimenti 1.1 e 1.2 della Missione M2C1 (DM 396 del 28/09/2021 e DM 397 del 28/09/2021) e relativi avvisi per la presentazione delle proposte, adottati in data 15/10/2021 e rettificati con decreti nn. 117 e 118 del 24/11/2021.

Nell’ambito delle linee di intervento un particolare approfondimento è stato effettuato sulla linea di investimento PNRR – M2C1.1.I1.1 mediante un censimento delle proposte progettuali che per quanto emerso interessano principalmente gli interventi relativi alla linea B – “ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti di trattamento/riciclo dei rifiuti urbani provenienti dalla raccolta differenziata” e alla linea C – “Ammodernamento (anche con ampliamento di impianti esistenti) e realizzazione di nuovi impianti innovativi di trattamento/riciclaggio di materiali assorbenti ad uso personale (PAD), i fanghi di acque reflue, i rifiuti di pelletteria e i rifiuti tessili” ed in secondo luogo alla linea A - “miglioramento e meccanizzazione della rete di raccolta differenziata dei rifiuti urbani”.

Per la linea B l’interesse riguarda in particolar modo l’implementazione e la realizzazione dell'impiantistica necessaria al trattamento della frazione organica raccolta differenziatamente, con le finalità di completare e ottimizzare il sistema impiantistico regionale di trattamento in funzione delle esigenze di riciclaggio e recupero del territorio; per la linea C l’interesse è verso la realizzazione o il potenziamento delle linea di trattamento dei fanghi presso impianti di depurazione delle acque reflue urbane al fine di promuovere attività propedeutiche al recupero di materia dagli stessi fanghi; per la linea A la realizzazione di centri di raccolta dei rifiuti urbani.

La Giunta regionale, con deliberazione n. 20-4555 del 21 gennaio 2022, ha approvato i criteri per il rilascio del nulla osta circa la coerenza degli interventi oggetto di avvisi PNRR M2C.1.1 I 1.1 con gli obiettivi della pianificazione regionale in materia di rifiuti, tenendo conto dei fabbisogni di trattamento non soddisfatti e dei fabbisogni di servizio anche in ragione delle peculiarità territoriali e della sostenibilità ambientale.

Misure finalizzate alla promozione dell’economia circolare, alla riduzione della produzione di rifiuti ed alla promozione della simbiosi industriale, in linea con le azioni previste sia nel Piano rifiuti urbani che nel Piano dei rifiuti speciali, sono state proposte nell’ambito della nuova programmazione POR-FESR 2021-2027. Con D.G.R. 8 aprile 2022, n. 3-4853 è stata adottata la Proposta di Programma Regionale Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2021-2027 per la presentazione alla Commissione Europea, approvato il Rapporto Ambientale e la Sintesi Non Tecnica, per avviare le consultazioni pubbliche per la Valutazione ambientale strategica (VAS), ai sensi del D.Lgs. 3 aprile 2006 n. 152.

Azioni di attuazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani

Nel corso del 2021 è proseguita l’attività di monitoraggio tecnico e amministrativo relativa ai programmi di finanziamento approvati dalla Giunta regionale nel biennio precedente e finalizzati all’attuazione delle azioni prioritarie per il raggiungimento degli obiettivi di Piano relativi alla riduzione della produzione totale di rifiuti, alla riduzione della produzione di rifiuti indifferenziati residuali, all’incremento della raccolta differenziata e del riciclaggio. In particolare:

Programma quadriennale di finanziamento (2017-2020) a favore dei Consorzi per la gestione dei rifiuti urbani, finalizzato a sostenere progetti che consentono di incrementare la raccolta differenziata e di diminuire il quantitativo pro capite di rifiuto indifferenziato residuo prodotto. Le risorse destinate a tal fine dalla Giunta sono pari a 9.000.000 €, di cui il 40% (3.600.000 €) riservato al Consorzio della città di Torino e il 60% (5.400.000 €) a favore degli altri Consorzi piemontesi; tali risorse derivano dal gettito del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti che, come previsto dall’art 38 L. R. 1/2018, è interamente destinato all’attuazione della programmazione regionale in materia di rifiuti, nei limiti delle risorse effettivamente incassate.

Riguardo al Consorzio di Torino, è proseguito nel 2021 il monitoraggio dello stato di avanzamento degli interventi previsto dall’Accordo di Programma sottoscritto l’11 settembre 2018 tra la Regione Piemonte, il Comune di Torino e l’AMIAT spa. Oggetto dell’Accordo è il passaggio da raccolta stradale a raccolta domiciliare per circa 113.000 abitanti complessivi (quartieri S. Salvario, Santa Rita Ovest, Vanchiglietta-Borgo Rossini, Filadelfia/Lingotto).

I risultati di RD e riduzione del rifiuto indifferenziato finora conseguiti nei quartieri oggetto dell’Accordo sono incoraggianti anche in considerazione delle criticità connesse all’emergenza da Covid-19, ma non ancora pienamente in linea con gli obiettivi che si prefiggeva l’Accordo (RD almeno pari al 60% nei quartieri considerati e RU pro capite < 165 kg*anno). Saranno valutate nel 2022 eventuali misure correttive.

In merito invece al Programma di finanziamento a favore degli altri Consorzi piemontesi, suddiviso in due fasi, si è conseguito quanto segue:
  • relativamente alla 1ª fase del Programma (anni 2017-2018), i risultati di raccolta differenziata e riduzione della produzione di rifiuto indifferenziato conseguiti nel 2021 nei comuni del Consorzio CSR di Novi Ligure e del Consorzio CSEA di Saluzzo (complessivamente 42 comuni per un totale di circa 74.000 abitanti residenti) confermano – a 2 anni dalla riorganizzazione del servizio – il mantenimento di un valore di RD sempre > al 75 % e di una produzione pro capite di RU inferiore a 100 kg/anno, risultati migliorativi rispetto agli obiettivi posti dal Piano e dalla Lr 1/2018, confermando la bontà del modello organizzativo per i servizi di raccolta individuato dal Piano.
  • relativamente alla 2ª fase del Programma (anni 2019-2020) i risultati di raccolta differenziata e di riduzione della produzione di rifiuto indifferenziato del I^ semestre 2021 conseguiti nei comuni del CSR di Novi Ligure e del Consorzio CSEA di Saluzzo che hanno modificato il servizio di raccolta rifiuti passando alla raccolta domiciliare (complessivamente 36 comuni per un totale di circa 115.000 abitanti residenti) evidenziano un valore di RD sempre > al 70 % ed una produzione pro capite di RU inferiore a 100 kg/anno, risultati migliorativi rispetto agli obiettivi posti dal Piano e dalla L.r. n.1/2018 sia per l’anno 2020 che per il 2025. Ancora migliori i risultati conseguiti dal Consorzio Chierese (19 comuni, 125.000 abitanti) con RD > 80% e produzione pro capite di rifiuto indifferenziato < 80 kg * anno.


Inoltre, nel corso del 2020 è stato avviato un nuovo Programma di finanziamento in attuazione della Misura 50 del Piano “Riparti Piemonte” che prevede la concessione di contributi a fondo perduto ai Consorzi di gestione dei rifiuti urbani, per spese di investimento finalizzate al miglioramento della raccolta differenziata e del riciclaggio dei rifiuti “anche in considerazione delle nuove esigenze connesse alla pandemia”. Le risorse a disposizione sono pari a 5 mln di euro per le annualità 2020 e 2021 e derivano dal gettito del tributo speciale per il deposito in discarica dei rifiuti.
Con Deliberazione 16 ottobre 2020, n. 15-2105 la Giunta regionale ha approvato le indicazioni in merito all’ammissibilità degli interventi, i criteri e modalità di utilizzo delle risorse regionali per l’anno 2021 ed ha destinato – a parziale copertura della Misura – la somma di 1.720.000 €, rinviando ad un eventuale successivo provvedimento il completamento del sostegno regionale per un importo massimo di 3.280.000 €.

Le risorse sono destinate – come per il precedente Programma 2017-2020 – a sostegno delle azioni prioritarie previste dal Piano di gestione dei rifiuti urbani, ossia la riorganizzazione dei servizi di raccolta con passaggio da raccolta stradale a raccolta domiciliare dei rifiuti, la misurazione del quantitativo di rifiuti indifferenziato per l’applicazione della tariffazione puntuale, la realizzazione/adeguamento di centri di raccolta a servizio di bacini comunali o sovracomunali di almeno 5.000 abitanti. È, inoltre, prevista la finanziabilità di interventi per la realizzazione o adeguamento di aree per la messa in riserva di rifiuti differenziati, al fine del successivo inoltro agli impianti di riciclo.

Con deliberazione n. 11-3791 del 17/09/2021 la Giunta regionale, al fine di non rallentare le progettualità in atto da parte dei Consorzi di gestione rifiuti per l'attuazione dei progetti presentati nell'ambito del bando, ha disposto di destinare la somma di euro 3.280.000,00 ad incremento della dotazione finanziaria di euro 1.720.000,00 in precedenza assegnata con la D.G.R. n. 15-2105 del 16 ottobre 2020 all'attuazione della Misura 50, a copertura dell’intero ammontare del contributo spettante ai soggetti proponenti i progetti ammissibili al finanziamento di cui al bando approvato con determinazione dirigenziale n. 569/A1603B del 21/10/2020, sulla base delle graduatorie approvate con la determinazione dirigenziale n. 299/A1603B del 13/05/2021. Sono 15 gli interventi oggetto di contributo ed ora in corso di realizzazione:
n. 5 progetti relativi alla riorganizzazione dei servizi di raccolta con modalità domiciliare per circa 166.000 abitanti complessivi;
n. 3 progetti relativi alla misurazione almeno del quantitativo di rifiuto indifferenziato per l’applicazione della tariffa puntuale per complessivi 114.000 abitanti circa;
n. 6 progetti relativi alla realizzazione di 1 nuovo centro di raccolta rifiuti e ampliamento/adeguamento di n. 38 centri di raccolta consortili a servizio di circa 400.000 abitanti complessivi;
1 progetto relativo alla realizzazione di un’impianto di messa in riserva di rifiuti differenziati a servizio di un bacino di circa 157.000 abitanti

Approvazione di atto di indirizzo in materia di programmazione della gestione dei rifiuti urbani e bonifiche

La Giunta regionale con Deliberazione 12 marzo 2021, n. 14-2969 ha approvato l'Atto di indirizzo in materia di programmazione della gestione dei rifiuti urbani e bonifiche - Aggiornamento della pianificazione regionale e adeguamento alla disciplina nazionale di recepimento delle Direttive europee relative al pacchetto Economia circolare." pubblicata sul BU n. 11 del 18/03/2021.
Le finalità della delibera sono le seguenti:
  • dare inizio al processo di aggiornamento del piano regionale di gestione dei rifiuti urbani, comprensivo anche della parte riguardante la programmazione in materia bonifiche, rispondendo in tal modo alle sollecitazioni provenienti dal MATTM e dalla Commissione europea sulla necessità di adeguamento dei Piani di gestione dei rifiuti,
  • incaricare la Direzione Ambiente, Energia e Territorio di mettere in atto le attività necessarie per la redazione dei documenti tecnici per la pianificazione ai fini dell’adozione da parte della Giunta regionale e della successiva proposizione al Consiglio Regionale per l’approvazione di competenza;

La delibera contiene un allegato suddiviso in due sezioni, una dedicata alla programmazione della gestione dei rifiuti urbani, l’altra alla programmazione della gestione delle bonifiche.
In particolare, nell’ambito della gestione dei rifiuti urbani, per ottimizzare le risorse economiche ed in un’ottica di limitazione degli impatti ambientali, è necessario adeguare il sistema impiantistico ai futuri fabbisogni tenendo presente non solo quelli relativi al trattamento dei rifiuti raccolti differenziatamente e indifferenziatamente, ma anche dei rifiuti derivanti dal loro trattamento, i cosiddetti rifiuti decadenti e gli scarti derivanti dal trattamento delle raccolte differenziate. Gli scarti da trattamento saranno in prospettiva di medio e lungo termine i rifiuti con una maggiore rilevanza percentuale e su tali tipologie è necessario sviluppare specifiche azioni, anche in collaborazione con le realtà regionali limitrofe.
Su questi presupposti e sulla riduzione a valori inferiori al 10% dei RU conferiti in discarica entro il 2035 è necessario ripensare l’attuale pianificazione in merito al ruolo del recupero energetico. Nella nuova programmazione il recupero energetico dovrà essere opportunamente preso in considerazione così come la produzione e il recupero di combustibile solido secondario, nel rispetto dell’ordine gerarchico previsto dalle normative comunitarie e nazionali. La nuova programmazione dovrà inoltre ampliare il proprio perimetro di analisi, ponendo grande attenzione anche ai rifiuti derivanti da eventi naturali imprevisti tipo alluvioni/eventi sismici che in determinati contesti possono essere molto problematici nella gestione, nonché ai rifiuti generati da eventi di carattere sanitario, quali quelli prodotti nell’ultima epidemia da COVID-19. L’arco temporale a cui tendere dovrà essere di medio e lungo temine e quindi fino al 2035.

L’aggiornamento del Piano, cosi come previsto dalla normativa di riferimento, deve essere sottoposto alla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) e alla Valutazione di Incidenza. Nell’ambito della procedura di VAS è stata redatto il documento di scoping al fine di acquisire informazioni utili in merito ai contenuti del Rapporto Ambientale. La documentazione è disponibile al link

La consultazione sul documento di scoping si è conclusa il 28 giugno 2021, a seguito della quale e sulla base dei contributi ricevuti è iniziata la redazione del documento di Piano del relativo Rapporto Ambientale, della Sintesi non tecnica e del Piano di Monitoraggio.
Inoltre in collaborazione con ARPA e ATOr della Città Metropolitana di Torino si è messa a punto la metodologia LCA (metodologia già utilizzata per il Piano vigente e per il monitoraggio dello stesso secondo quanto prevista dal piano di monitoraggio ambientale) per la valutazione degli scenari di Piano proposti. Il modello prende in considerazione gli impatti associati ai diversi tipi di impianti di trattamento in termini di emissioni in atmosfera e in acqua e di consumo di risorse idriche, evidenziandone il contributo sulle categorie di impatto considerate.

Nell'ambito della procedura di Aggiornamento del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate, sono stati redatti i "Criteri per l’individuazione da parte delle province e della città metropolitana delle zone idonee alla localizzazione di impianti di smaltimento e recupero dei rifiuti" approvati con D.G.R. 12 Novembre 2021, n. 18-4076 al fine di a fornire gli elementi utili e propedeutici alla revisione del capitolo del Piano relativo ai criteri di localizzazione degli impianti di gestione dei rifiuti. Inoltre nella delibera vengono previste misure affinché la proposta di inserimento di un nuovo impianto sia accompagnata da idonee misure di mitigazione e compensazione ambientale. In particolare per la realizzazione di nuovi impianti che effettuano operazioni di smaltimento di rifiuti pericolosi.

Il Piano di gestione dei rifiuti speciali rimane invece escluso dalla procedura di aggiornamento in quanto ancora adeguato ad incidere positivamente nella gestione dei rifiuti speciali in Piemonte ed a concorrere alla transizione verso un modello di economia circolare.

Impianti di recupero del rifiuto organico per la produzione di biogas e biometano: Linee guida per la valutazione della sostenibilità ambientale e territoriale, nell’ambito dell'istruttoria del procedimento amministrativo.

Lo sviluppo dell’impiantistica regionale per promuovere il recupero di materia ed energia ha reso necessario fissare dei criteri per garantire un razionale utilizzo del territorio ed evitare una eventuale proliferazione di impianti, concentrati in alcune zone del territorio, sostenendo soltanto le iniziative realmente in grado di assicurare benefici ambientali.
A tal fine la Regione Piemonte ha approvato, con D.G.R. 12 marzo 2021, n. 15-2970, le linee guida che stabiliscono specifici criteri di sostenibilità territoriale e ambientale sui quali modulare la valutazione istruttoria dei progetti da parte delle autorità competenti. Tra questi, la mitigazione e la compensazione degli impatti ambientali, generati dal trattamento di rifiuti organici e dal loro trasporto, con particolare riferimento alle emissioni in atmosfera e odorigene, fino al consumo di suolo, passando per l’effettivo fabbisogno locale di trattamento del rifiuto organico.

Approvazione di atto di indirizzo in materia di gestione dei fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane (EER 190805)

In tema di fanghi di depurazione la Giunta regionale con Deliberazione 17 luglio 2020, n. 13-1669 ha approvato un atto di indirizzo relativo alla gestione dei fanghi prodotti dal trattamento delle acque reflue urbane (EER 190805), al fine di adeguare la pianificazione regionale all’evoluzione normativa di settore ed alle migliori tecnologie disponibili. Nello specifico si dà avvio ad un processo di pianificazione regionale in materia di gestione dei fanghi che deve essere improntato ai principi di prossimità e diversificazione della destinazione finale dei fanghi complessivamente prodotti a scala regionale e tener conto delle migliori tecnologie attualmente disponibili per il trattamento e per il riutilizzo e recupero degli stessi, nonché perseguire i seguenti obiettivi:
  1. monitorare la gestione degli impianti e delle linee fanghi e ottenere una caratterizzazione analitica completa e sistematica, raccogliendo tutti i dati e le informazioni necessarie alla caratterizzazione dei fanghi prodotti;
  2. comporre un quadro quali-quantitativo dei fanghi prodotti ed individuare di conseguenza gli indirizzi verso le possibili destinazioni di recupero (di materia e/o energetico) improntato ai principi di tutela ambientale, di prossimità della gestione e di diversificazione delle destinazioni in un’ottica di autosufficienza regionale e di costi sostenibili;
  3. indirizzare le linee fanghi dei principali impianti di depurazione verso un grado elevato di efficienza attraverso interventi di adeguamento funzionale e/o innovazione tecnologica delle sezioni di stabilizzazione, digestione e di disidratazione per ottimizzarne la gestione in funzione delle destinazioni impiantistiche previste, da individuarsi secondo la programmazione regionale in materia.
La programmazione sui rifiuti costituiti da fanghi di depurazione, così come indicato nella n. 117/2019, rientra nell’ambito della Pianificazione sui rifiuti speciali.

Allo stato attuale è in corso di redazione quanto necessario per avviare la fase di specificazione dei contenuti del Rapporto Ambientale.

Attuazione del Piano Regionale di gestione dei Rifiuti Speciali (PRRS)

Nel 2021 sono proseguite alcune delle attività che nei prossimi anni dovranno essere sviluppate e implementate al fine di dare attuazione alle azioni previste nel Piano, tra le quali incentivare la realizzazione di un sistema impiantistico idoneo a trattare i rifiuti, incoraggiare le imprese all’applicazione di tecniche industriali volte a minimizzare gli scarti e al riciclo di questi nei cicli produttivi, attivare delle sinergie con i soggetti interessati per incoraggiare il mercato del recupero anche prevedendo servizi informativi che mettano in comunicazione domanda e offerta, coinvolgere Province/Città Metropolitana di Torino – in qualità di enti competenti al rilascio delle autorizzazioni, affinché si uniformino sul territorio regionale le autorizzazioni e si risolvano congiuntamente eventuali problematiche relative agli impianti autorizzati.

Nello specifico si è attivato un tavolo permanente con Confindustria esteso a Province, Arpa e altre associazioni di categoria, al fine di coordinare e uniformare l'utilizzo della normativa dei sottoprodotti e dell'end of waste sul territorio regionale. Purtroppo, l'emergenza sanitaria dovuta al Covid -19 ha rallentato i lavori del tavolo.

Per quanto riguarda alcune azioni previste nel Piano tra le quali la promozione della simbiosi industriale e l’applicazione e diffusione di tecnologie di riciclaggio per frazioni di rifiuti critiche quantitativamente o qualitativamente o contenenti materie prime critiche, si segnale che tali azioni sono state inserite nella Proposta di Programma Regionale Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) 2021-2027.

Per quanto riguarda la riduzione della produzione di imballaggi in plastica, sia nel settore automotive, sia in quello alimentare, si è proseguito nei lavori previsti dal progetto “Reciplast – appRoccio all’Economia Circolare per il riciclo di imballi e componenti auto fine vita in PLAstica” (bando: Piattaforma tecnologica “bioeconomia” - Programma Operativo Regionale “Investimenti a favore della crescita e dell’occupazione” F.E.S.R. 2014/2020). Il progetto, come citato nelle precedenti relazioni, si pone come obiettivo di migliorare l’ecosostenibilità della plastica utilizzata nei settori dell’imballaggio alimentare e dell’auto, mediante la messa a punto di processi di separazione, riciclo e valorizzazione di quelle frazioni di scarti post-consumo e industriali che ad oggi presentano criticità nella loro capacità di riciclabilità e riuso. A partire dalle tecnologie attualmente sul mercato e, in particolare a disposizione di alcuni dei partner del progetto, si svilupperanno soluzioni tecnologiche innovative in grado da una parte di separare mediante processi di tipo termo-meccanico e chimico frazioni ad oggi non separabili, dall’altra di migliorare la qualità della separazione effettuata, tanto da ridurne in modo significativo la frazione non riciclabile. Si svilupperanno formulazioni e materiali da plastiche riciclate.

Attività su emergenze regionali o extra regionali legate alla gestione dei rifiuti urbani

Emergenza rifiuti urbani in Regione Liguria – Trattamento di rifiuti urbani prodotti nella Città Metropolitana di Genova presso impianti piemontesi

Nel corso del 2021 è proseguita l’attività (iniziata nel 2014) a favore della Regione Liguria, consentendo il trattamento di rifiuti urbani liguri in alcuni impianti piemontesi situati nelle province di Alessandria, Asti, Biella e Cuneo. In particolare, nel corso del 2021 dalla Città metropolitana di Genova sono giunte in Piemonte tra gennaio e dicembre 68.625 tonnellate di rifiuti urbani indifferenziati. Tali rifiuti sono confluiti in soli 4 dei 7 impianti potenzialmente utilizzabili per il trattamento dei rifiuti liguri, localizzati nelle province di Alessandria, Asti e Cuneo. Pertanto, nel periodo compreso tra ottobre 2014 e dicembre 2020 sono state complessivamente trattate in Piemonte circa 610.000 tonnellate di rifiuti urbani prodotti dalla Città Metropolitana di Genova.
Riguardo alla necessità di inserire questa attività in una stabile cornice programmatoria interregionale, su indicazione congiunta di entrambe le Regioni si è provveduto a redigere ed approvare da parte di entrambi gli Enti una apposita Intesa di validità triennale, all’interno della quale collocare i rapporti tra le due Regioni relativi alla gestione dei rifiuti urbani, che finora erano stati gestiti mediante appositi nulla osta. Lo schema di tale Intesa – contenuto nella D.G.R. n. 90-845 del 20.12.2019 rappresenta il risultato di un lungo lavoro costituisce il contenitore entro il quale a partire dal 1° gennaio 2020 sono andate a confluire tutte le attività di reciproco interesse tra le due Regioni in materia di rifiuti, ad iniziare dalla gestione dei flussi di rifiuti indifferenziati provenienti dalla Città Metropolitana di Genova e destinati ad alcuni impianti di trattamento situati in Piemonte.

Sempre in tale Intesa viene stabilito per l’annualità 2020 un massimo di 112.000 tonnellate di rifiuti liguri trattabili presso sette impianti piemontesi (il più importante dei quali in termini quantitativi è rappresentato dall'impianto ARAL di Alessandria); tale quantitativo dovrà diminuire del 10% nel corso del 2022 (100.800 t.). In ogni caso – e ciò rappresenta un elemento di novità rispetto a quanto avveniva prima del 2020 - ai sensi di tale Intesa i rifiuti urbani prodotti in Liguria, ancorchè trattati, non potranno più essere smaltiti all’interno del nostro territorio regionale: pertanto i rifiuti urbani liguri vengono trattati presso gli impianti piemontesi, ma successivamente allontanati dal territorio regionale se destinati allo smaltimento o ad impianti di termovalorizzazione: conseguentemente in parte sono destinati alla discarica di Genova-Scarpino, ed in parte vengono avviati ad altri impianti di recupero energetico situati al di fuori dei territorio piemontese.

Emergenza relativa alle conseguenze degli eventi alluvionali

A seguito degli eventi alluvionali la Regione Piemonte è immediatamente intervenuta con due apposite Ordinanze contenute rispettivamente nei DPGR n. 59 del 26.10.2019 e n. 70 del 3.12.2019. Scopo di tali atti è stato quello di consentire la gestione dei rifiuti alluvionali e dei detriti (questi ultimi in genere dovuti ad eventi franosi che hanno riguardato strade, ma anche situazioni critiche afferenti agli alvei di fiumi e torrenti) permettendo il ricorso a particolari forme di gestione ditali materiali secondo criteri e competenze dettate nell’ordinanza stessa: sono state previste in proposito alcune deroghe, motivate e circoscritte, finalizzate a garantire la massima garanzia ambientale a fronte della necessità di riattivare nel minor tempo possibile la fruibilità di strade ed abitazioni per la ripresa delle attività.

RAPPORTI DI MONITORAGGIO INERENTI IL PIANO DI GESTIONE DEI RIFIUTI URBANI E DEI FANGHI DI DEPURAZIONE E IL PIANO REGIONALE DI GESTIONE DEI RIFIUTI SPECIALI

Nel corso del 2019 si è conclusa l’attività finalizzata alla redazione del primo Rapporto di Monitoraggio ambientale, documento predisposto secondo quanto previsto nel Piano di Monitoraggio Ambientale, di cui Allegato C della DCR 140-14161 del 19/04/16 (delibera di approvazione del Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e dei fanghi di depurazione PRGRU). Tale documento è stato è stato approvato con D.D. 8 febbraio 2021, n. 54.

Il documento è l’esito di un lavoro di raccolta e valutazione dei dati relativi agli indicatori di monitoraggio (stato, descrittivi e prestazionali) scelti per il Piano di Gestione dei Rifiuti Urbani.

A fine anno 2021 si è dato avvio alle attività finalizzate alla redazione del secondo Rapporto di Monitoraggio ambientale su Piano Regionale di gestione dei Rifiuti urbani (2016-2020) tenendo però presente che gran parte del lavoro è già stato fatto per la redazione dell’Atto di indirizzo ed è riportato nella bozza di Proposta di Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti Urbani e di Bonifica delle Aree Inquinate (PRUBAI) in corso di redazione.

Nel corso del 2020 si è conclusa l’attività finalizzata alla redazione del primo Rapporto di Monitoraggio ambientale, documento predisposto secondo quanto previsto nel “Piano di Monitoraggio Ambientale”, di cui Allegato C della D.C.R. 16 gennaio 2018, n. 253-2215 (delibera di approvazione del Piano regionale di gestione dei rifiuti speciali (PRRS). Tale documento è stato è stato approvato con D.D. 8 febbraio 2021, n. 54.

PARTECIPAZIONE ALLA STRATEGIA NAZIONALE RIFIUTI - PNGR

La Regione dal 2020 ha in corso un continuo confronto con il MITE sullo stato di attuazione della propria pianificazione anche in riferimento ai lavori del Programma Nazionale di Gestione dei rifiuti. In particolare nel corso del 2021 ha inviato i propri contributi sia nella fase di scoping della procedura di Valutazione Ambientale Strategica del Programma Nazionale per la Gestione dei Rifiuti (PNGR), sia nella fase successiva di Valutazione Ambientale Strategica. I contributi in quest’ultimo caso, che costituiscono l’espressione del parere regionale di cui all’articolo 13, comma 5-bis del d.lgs. 152/2006, sono stati approvati con D.G.R . n. 19-4954 del 29 aprile 2022.

Incendi in impianti di trattamento rifiuti e pianificazione della Prevenzione

Anche nel 2021 sono continuate le attività per contrastare il fenomeno degli incendi presso gli impianti di trattamento rifiuti - un'emergenza che ha coinvolto soprattutto il nord Italia.
A livello regionale l’attenzione sull’argomento è stata alta, la Commissione regionale Ambiente, la Commissione speciale per la promozione della cultura della legalità e il contrasto dei fenomeni mafiosi avevano attivato nel corso del 2018 un’indagine conoscitiva inerente gli episodi di incendio ai magazzini di impianto di trattamento rifiuti differenziati verificatisi in Piemonte. L’inchiesta che ha coinvolto oltre il Consiglio e la Giunta regionale anche i Noe, l’Arpa, la Città metropolitana di Torino e i Vigili del Fuoco si è conclusa con la Deliberazione del Consiglio regionale 22 gennaio 2019, n. 356 – 1818. Dall’indagine è emersa la necessità di una più assidua attività di controllo e di una maggiore sensibilizzazione verso i gestori degli impianti. L'adeguatezza delle filiere industriali in termini di capacità di smaltimento e di soluzioni tecnicamente innovative insieme ad autorizzazioni semplici e chiare sono la migliore forma di prevenzione.

Anche nel 2021 il lavoro si è concentrato sulle attività di prevenzione di fenomeni di incendio negli impianti a seguito delle disposizioni di cui all’art. 26 – bis della Legge 1° dicembre 2018, n.132 così come specificate dalla Circolare ministeriale prot. 2730 del 13.2.2019 che hanno previsto l’obbligo di predisporre un apposito “piano di emergenza interna” (PEI) per tutti i gestori degli impianti di stoccaggio e trattamento di rifiuti, esistenti o di nuova costruzione, nonché la predisposizione del “piano di emergenza esterna” (PEE), elaborato dal prefetto d’intesa con le regioni e gli enti interessati sulla base delle informazioni fornite dai gestori stessi.

Il 7 ottobre 2021 è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il DPCM 27 agosto 2021, che approva le “Linee guida per la predisposizione del piano di emergenza esterna e per la relativa informazione della popolazione per gli impianti di stoccaggio e trattamento dei rifiuti”. A seguito delle quali, sono stati attivati dei gruppi di lavoro presso le Prefetture - in particolare Torino, Biella, Novara, con la partecipazione di Regione Piemonte, Arpa Piemonte e Città Metropolitana di Torino e Vigili del Fuoco per condividere le informazioni e le esperienze al fine condividere un percorso metodologico per predisporre uno schema di PEE.

In questo contesto Arpa ha avviato la realizzazione di un sistema di conoscenza sul controllo degli impianti (partendo da quelli che effettuano il recupero di carta e materiali plastici) al fine di prevenire i fenomeni di incendio, a supporto dei soggetti istituzionali che operano sul territorio regionale.
Questa attività prevede la creazione di una base dati e di un servizio informativo integrato e accessibile sul Geoportale di Arpa Piemonte che sfruttando le banche dati e i principali sistemi informativi su cui è possibile realizzare un primo strato di conoscenza sul tema degli incendi degli impianti di trattamento dei rifiuti.
Riferimenti

Sul pagina web dedicata ai Rifiuti del sito della Regione Piemonte è possibile trovare le informazioni inerenti la produzione e la gestione dei rifiuti urbani, le azioni regionali, il Sistema Informativo Rifiuti, i rifiuti speciali e la normativa del settore.
Sul sito web Dati.Piemonte.it è possibile acquisire direttamente le informazioni inerenti la produzione dei rifiuti urbani effettuando un download dei dati (formato csv).