MITIGAZIONE DEGLI IMPATTI DELL'AGRICOLTURA
Obiettivo 2
Porre fine alla fame, raggiungere la sicurezza alimentare, migliorare la nutrizione e promuovere un’agricoltura sostenibile
Assicurare la salute e il benessere per tutti e per tutte le età
Obiettivo 6
Garantire a tutti la disponibilità e la gestione sostenibile dell'acqua e delle strutture igienico-sanitarie
Applicazione della Direttiva Nitrati in Piemonte
La Direttiva Nitrati richiede la designazione di Zone Vulnerabili ai Nitrati di origine agricola (ZVN), nelle quali la qualità delle acque è compromessa (o è a rischio di diventarlo se non si interviene in modo tempestivo) a causa di pressioni agricole. Il grado di compromissione delle acque sotterranee è valutato sulla base del tenore di nitrati, mentre per le acque superficiali il riferimento è lo stato di trofia, valutato non solo sulla base dei nitrati, ma anche del fosforo e di altri parametri. In queste aree, la regolamentazione dell'utilizzo agronomico degli effluenti zootecnici avviene tramite i Programmi d'Azione che stabiliscono opportuni vincoli e criteri. Il vincolo più rilevante è l'imposizione di un limite massimo annuo all'apporto, pari a 170 kg di azoto di origine zootecnica per ettaro.
In Piemonte, l'applicazione della Direttiva Nitrati (Direttiva 676/91/CEE) è stata avviata nel 2002, con il Regolamento regionale n.9/R. Secondo quanto disposto dalla Direttiva la normativa regionale è oggetto di periodica revisione, sia per gli aspetti amministrativi inerenti al Programma d’azione che per i criteri tecnico-scientifici a supporto delle designazioni.
Attualmente con il Regolamento Regionale 12/R si è arrivati a designare complessivamente circa 407.000 ha, pari al 44% della superficie agricola utilizzata (SAU) regionale e al 54% della superficie di pianura. Simili proporzioni tra aree designate e territori agricoli si riscontrano nelle altre regioni del bacino padano-veneto (Fonte: Anagrafe agricola unica del Piemonte – 2019).
La recente designazione ha risposto all'addebito sollevato nei confronti del Piemonte dalla Procedura d'Infrazione UE 2018/2249, relativo ad alcuni punti di monitoraggio delle acque non conformi. Formalmente la Procedura non è ancora stata chiusa nei confronti dell'Italia.
A fronte del Report quadriennale sulla direttiva Nitrati, con riferimento ai dati 2016-2019, trasmesso dall'Italia nel 2020, la Commissione europea ha evidenziato per il Piemonte una serie di punti di monitoraggio non conformi rispetto ai limiti imposti dalla suddetta direttiva. Per i territori afferenti a o insistenti su tali punti di monitoraggio sussiste il rischio di attivazione di una nuova procedura di infrazione con richiesta di designazione come ZVN. Il Comitato tecnico nitrati, attraverso appositi tavoli tecnici provinciali, ha provveduto a informare tutti i portatori di interesse e si stanno effettuando appositi approfondimenti.
Sulle ZVN si applicano i vincoli definiti dal Regolamento regionale 10/R/2007 che, nelle aree non designate promuove l'utilizzo in agricoltura di liquami, letami e digestati con modalità agronomiche sostenibili, per valorizzarne le caratteristiche fertilizzanti e ammendanti; nelle aree designate come Zona Vulnerabile, dove l'ambiente è più fragile e le pratiche agronomiche hanno un potenziale effetto negativo sulla qualità delle risorse idriche, sono previsti vincoli più restrittivi, secondo un apposito Programma d'azione volto a prevenire ulteriori fenomeni di inquinamento delle acque. Le aziende che gestiscono effluenti zootecnici forniscono alla Pubblica Amministrazione informazioni in merito agli animali presenti in stalla, ai terreni che ricevono gli effluenti zootecnici e alle strutture di stoccaggio disponibili. Mediamente presentano comunicazione annuale circa 3.500 aziende. A un sottoinsieme di aziende di maggiori dimensioni viene, inoltre, richiesta la presentazione di un Piano di utilizzazione agronomica (PUA), che dettaglia dosi, epoche e modalità di utilizzo agronomico dei reflui zootecnici.
Figura 1
Zone vulnerabili da Nitrati
Misure di mitigazione dall'inquinamento diffuso di origine agricola
Fasce tampone riparie vegetate
La vegetazione spontanea, peraltro, potrebbe ospitare specie alloctone invasive o avversità biotiche per le colture adiacenti.
Laddove non esiste una fascia di vegetazione spontanea, il PTA prevede la possibilità di realizzare fasce tampone riparie vegetate che, opportunamente gestite, svolgono funzione di filtro per trattenere i sedimenti e gli eventuali inquinanti, di stabilizzazione delle sponde e di conservazione della biodiversità.
Con la collaborazione dell'Università di Torino (DISAFA) e IPLA, al fine di fornire un supporto tecnico per l’allestimento e la gestione delle fasce tampone riparie, sono stati predisposti due Manuali tecnici:
- il Manuale per le fasce tampone riparie arbustive-arboree
- il Manuale per le fasce tampone riparie erbacee
Tali manuali sono coerenti con alcune operazioni delle misure del PSR per l’allestimento e la manutenzione della fascia tampone riparia vegetata, anche con priorità per i corpi idrici che al momento non raggiungono gli obiettivi di qualità a causa di impatti diffusi di origine agricola, quali l’eccesso di nutrienti (azoto e fosforo) e la contaminazione da prodotti fitosanitari.
Per approfondimenti, visita la pagina del sito istituzionale della Regione Piemonte.
Figura 2
Il manuale per le fasce tampone riparie
L’APPLICAZIONE REGIONALE DEL PIANO D’AZIONE NAZIONALE (PAN)
PER L’USO SOSTENIBILE DEI PRODOTTI FITOSANITARI
Presso la Fondazione Podere Pignatelli, nel 2020 è stata allestita una fascia tampone erbacea nell’area di pertinenza fluviale del Po.
Nelle aree di ricarica degli acquiferi profondi, prioritariamente destinati alla produzione di acqua potabile, sono stati, adottando i criteri metodologici per l’individuazione delle misure descritti dalle Linee Guida PAN, la Regione Piemonte ha individuato limitazioni d’uso per il bentazone, il cui uso è ammesso solo ad anni alterni dei formulati commerciali contenenti questo erbicida provvedimento Nelle Aree di ricarica sono altresì previste raccomandazioni per un uso sostenibile della terbutilazina e dell’S-metolaclor. È importante mantenere alta l’attenzione sull’uso corretto di tutti prodotti fitosanitari e sull’adozione di tutte le buone pratiche che contribuiscono a garantire una resa produttiva soddisfacente e rispettosa dell’ambiente.
Ampia partecipazione al modulo formativo sulla “Riduzione dell’impatto ambientale dei trattamenti fitosanitari su strade, autostrade e ferrovie” organizzato dal Ministero all’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, in collaborazione con Sogesid SpA, nell’ambito del Progetto CreIAMO PA, nei giorni 19 e 20 febbraio 2020 presso la sede regionale della Direzione Ambiente, Energia e Territorio.
Nei mesi di luglio e settembre 2020 sono stati organizzati alcuni affiancamenti “on the job” con un approccio integrato per ridurre l’uso dei prodotti fitosanitari su strade e ferrovie nei comuni dei Contratti di Fiume.
Misure del PSR 2014-2022 della Regione Piemonte per il miglioramento della qualità dell’acqua
Tra tali interventi, i più rilevanti sono connessi all’operazione 10.1.1 - Produzione integrata, che sostiene l'applicazione del metodo di produzione agricola integrata, consistente nell’impiego razionale dei fattori produttivi e, ove possibile, nell'integrazione o sostituzione degli interventi chimici con tecniche a minore impatto ambientale.
L’operazione richiede il rispetto sia di impegni di base che di impegni aggiuntivi. Gli impegni di base, che devono essere rispettati per 5 anni, sono:
- applicare all’intera SAU aziendale, a eccezione delle colture non disciplinate e dei corpi separati non oggetto di impegno, le prescrizioni tecniche conformi ai disciplinari di produzione integrata approvati dall’Organismo tecnico-scientifico nazionale (OTS) insediato presso il MIPAAF;
- disporre della certificazione di regolazione volontaria delle attrezzature utilizzate per l’irrorazione dei prodotti fitosanitari, a completamento del controllo funzionale previsto dal Piano di azione nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari (PAN);
- registrare e sottoscrivere, secondo la modulistica predisposta dalla Regione, i dati riguardanti le fertilizzazioni, inclusi gli apporti organici, e i trattamenti fitoiatrici, nonché registrare le giacenze di concimi e fitofarmaci presenti in azienda all’inizio del periodo di impegno e i successivi acquisti;
- avvalersi per il rispetto degli impegni relativi ai disciplinari di produzione integrata, dell’assistenza di tecnici in possesso di idonei requisiti (titolo di studio, esperienza professionale), operanti secondo le indicazioni fornite dal Settore Fitosanitario regionale durante periodici incontri di coordinamento tecnico.
Il tipo di operazione 10.1.1 ha una dotazione finanziaria di milioni di 221,5 € (nella versione del PSR vigente ad aprile 2022), con oltre 100 mila ettari di superficie agricola interessata.
Nella sottostante Tabella 1 è riportato il dettaglio degli impegni agro-ambientali di durata quinquennale attivati, suddivisi per anno-campagna e con l’indicazione delle superfici interessate e del numero dei beneficiari.
Tabella 1
Impegni agro-ambientali di durata quinquennale attivati
Impegni agro-ambientali di durata quinquennale attivati
Operazione 10.1.1 |
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anno-campagna |
ettari |
beneficiari (n) |
2016 |
169.184,44 |
8.103 |
2017 |
136.764,51 |
6.057 |
2018 |
131.552,17 |
5.971 |
2019 |
131.265,84 |
5.925 |
2020 |
125.460,41 |
5.578 |
2021 |
121.105,34 |
5.468 |
Fonte: DW PSR 2014-2020. Situazione ad aprile 2022