MONITORAGGIO DELLA QUALITÀ DELL'ARIA
Reti di monitoraggio
In Piemonte il Sistema Regionale di Rilevamento per la misura della qualità dell’aria è costituito, al 31 dicembre 2021 da:
- 58 stazioni fisse per il monitoraggio in continuo di parametri chimici, delle quali 4 di proprietà privata.
- 6 laboratori mobili attrezzati, per realizzare campagne brevi di monitoraggio;
- 1 Centro Operativo Regionale (COR) dove i dati rilevati sono sottoposti alla validazione automatica ed interattiva di primo livello dal personale delle strutture dipartimentali del territorio.
I dati puntuali prodotti dalla rete di rilevamento sono disponibili sulle pagine del sito WEB di Sistema Piemonte e la figura 1 riporta le stazioni in attività al 31/12/2021
Figura 1
Stazioni di qualità dell’aria
Più in dettaglio le stazioni di traffico sono collocate in posizione tale da misurare prevalentemente gli inquinanti provenienti da emissioni veicolari; le stazioni di fondo rilevano livelli di inquinamento non direttamente influenzati da singole sorgenti ma riferibili al loro contributo integrato, mentre quelle industriali rilevano il contributo connesso alle limitrofe attività produttive.
I punti di misura ove sono misurati o campionati i principali inquinanti sono descritti in relazione alla loro collocazione per tipo di zona o per tipo di stazione.
Per quanto riguarda il tipo di zona, nella sottostante tabella si nota come buona parte della strumentazione sia installata in zone urbane, dove vive una parte rilevante della popolazione e ove sono generalmente più elevati i valori degli inquinanti.
Tabella 1
Stazioni per il monitoraggio della qualità dell'aria, suddivisione per tipo di zona
Tipo zona |
benzene |
benzo(a) pirene |
NO2 |
SO2 |
CO |
O3 |
PM10 |
PM2,5 |
metalli tossici |
rurale |
1 |
6 |
10 |
1 |
2 |
9 |
10 |
7 |
1 |
suburbana |
5 |
11 |
15 |
3 |
2 |
11 |
16 |
9 |
8 |
urbana |
9 |
22 |
29 |
5 |
7 |
11 |
37 |
19 |
12 |
Riguardo il tipo di stazione, la sottostante tabella mostra che le stazioni di fondo ospitano una parte importante della strumentazione in quanto sono più rappresentative dell’esposizione media della popolazione.
Tabella 2
Stazioni per il monitoraggio della qualità dell'aria, suddivisione per tipo di stazione
Tipo stazione |
benzene |
benzo(a) pirene |
NO2 |
SO2 |
CO |
O3 |
PM10 |
PM2,5 |
metalli tossici |
fondo |
10 |
25 |
36 |
3 |
3 |
31 |
44 |
29 |
11 |
industriale |
|
1 |
|
1 |
|
|
1 |
|
1 |
traffico |
5 |
13 |
18 |
5 |
8 |
|
22 |
6 |
10 |
il Termovalorizzatore di Torino
Si segnala, infine, che l’analizzatore conoscitivo in continuo delle emissioni di mercurio a camino ha registrato alcuni valori anomali (concentrazioni semiorarie superiori a 50 µg/Nm3) sulle tre linee d’incenerimento, legati alla presenza di mercurio nei rifiuti conferiti al termovalorizzatore, secondo il seguente dettaglio:15 valori anomali sulla Linea 1, 117 sulla Linea 2 e 56 sulla Linea 3.
Figura 2
Mappa dell'area circostante il termovalorizzatore con la stazione di monitoraggio di Beinasco
Fonte: Elaborazione da Geoportale Arpa Piemonte Arpa Piemonte su immagini Google Maps
Le relazioni annuali relative alla cabina di Beinasco, come pure il confronto tra i dati rilevati prima e dopo l’entrata in esercizio dell’impianto, sono disponibili nelle pagine del sito di Arpa dedicate al termovalorizzatore.
Nel seguito si riportano alcune considerazioni tratte dalla relazione 2021 sulla cabina di Beinasco relative ad alcuni inquinanti di particolare rilevanza.
Ossidi di Azoto
Dal confronto tra le stazioni si evince che il giorno medio calcolato per la stazione Beinasco (TRM) - Aldo Mei è inferiore all’andamento della stazione di Torino–Consolata, classificata di traffico urbano, e molto simile al profilo determinato presso le stazioni di fondo di Orbassano e di Torino-Lingotto.
La media annuale di biossido di azoto calcolata presso la stazione di Beinasco-Aldo Mei nel 2021 è di 27 µg/m3, valore inferiore al limite normativo ed alle medie registrate nei due anni precedenti., quando si sono registrati 31 µg/m3 nel 2019 e 28 µg/m3 nel 2020. In tutte le cabine prese in considerazione si è registrata una diminuzione nel corso del 2020 e del 2021 rispetto al 2019, legata all’emergenza sanitaria tuttora in corso che ha determinato una diminuzione del traffico veicolare e delle attività antropiche.
Figura 3
NO2 andamento del giorno medio - anno 2021
Confronto tra la cabina del termovalorizzatore e le stazioni della Rete regionale di rilevamento della qualità dell'aria
Le fasce orarie 7.30-11.30 e 17.30-21.30 corrispondono alle ore di punta del traffico
Particolato atmosferico
Confrontando i livelli di concentrazioni registrati presso la stazione del termovalorizzatore con quelli misurati presso alcune stazioni della rete fissa di rilevamento fissa si osserva che il valore limite annuale (40 µg/m3) è stato rispettato presso tutti i siti.
La situazione è differente se si considera il limite massimo di superamenti consentiti, che è sicuramente il limite più severo: è stato superato presso tutti i siti considerati ad eccezione della stazione di fondo rurale sita nel parco della Mandria a Druento che presenta 7 superamenti rispetto ai 35 massimi previsti dalla normativa.
Il numero di superamenti registrati presso la stazione di Beinasco – TRM è inferiore a quelli rilevati presso la stazione di fondo urbano della città di Torino e della stazione di traffico di Torino-Grassi.
Il valore limite annuale di PM2.5 - pari a 25 µg/m3, è stato rispettato in tutte le stazioni di confronto appartenenti alla rete fissa di rilevamento della qualità dell'aria.
Come per il PM10, anche per il PM2,5 la media annuale diminuisce dal 2020 al 2021 (passando da 21 a 18 µg/m3). Considerando il 2018 l’anno che ha presentato le condizioni meteo diffusive maggiormente confrontabili con il 2021 e quindi confrontando la media annuale di PM2.5 registrata presso la stazione di Beinasco – TRM nel 2021 (18 µg/m3) con quella registrata nel 2018 (20 µg/m3) si registra anche in questo caso un generale miglioramento.
Tabella 3
PM10. Indicatori statistici - anno 2021
PM10 |
Beinasco (TRM) - Aldo Mei |
Druento - La Mandria |
Settimo T. - Vivaldi |
Torino-Lingotto |
Torino-Grassi |
Minima media giornaliera |
4 |
5 |
7 |
4 |
10 |
Massima media giornaliera |
97 |
75 |
113 |
110 |
99 |
Media delle medie giornaliere |
27 |
21 |
31 |
29 |
36 |
Giorni validi |
350 |
332 |
341 |
342 |
349 |
Percentuale giorni validi |
96% |
91% |
93% |
94% |
96% |
Numero di superamenti livello giornaliero protezione della salute (50 µg/m³) |
39 |
7 |
55 |
46 |
75 |
Fonte: Arpa Piemonte
Tabella 4
PM2,5. Indicatori statistici - anno 2021
PM2.5 |
Beinasco (TRM) - Aldo Mei |
Borgaro T. - Caduti |
Torino - Lingotto |
Torino - Rebaudengo |
Settimo T. - Vivaldi |
Minima media giornaliera |
1 |
3 |
3 |
4 |
5 |
Massima media giornaliera |
68 |
67 |
79 |
72 |
78 |
Media delle medie giornaliere |
18 |
20 |
20 |
23 |
23 |
Giorni validi |
350 |
347 |
342 |
352 |
342 |
Percentuale giorni validi |
96% |
95% |
94% |
96% |
94% |
Mercurio aerodisperso
Il mercurio si ritrova nell’ambiente in molteplici forme, di cui due sono quelle più rilevanti dal punto di vista tossicologico: il mercurio elementare e il metilmercurio. Quest’ultimo è in assoluto la forma maggiormente tossica e biodisponibile per gli organismi viventi. In aria ambiente il mercurio si ritrova principalmente (dal 90 al 99%) come mercurio elementare allo stato gassoso.
Nella stazione di Beinasco-Aldo Mei il mercurio elementare gassoso viene analizzato con un analizzatore in continuo che fornisce concentrazioni medie orarie; il mercurio viene inoltre determinato in laboratorio sui campioni di particolato PM10. I valori medi misurati nel 2021 si sono costantemente assestati attorno ad alcuni ng/m3, con un massimo assoluto orario, verificatosi il 4 novembre, pari a 11 ng/m3. Sotto il profilo della protezione della salute, anche considerando la somma delle due forme di mercurio aerodisperso (gassoso e presente sul PM10), nel 2021 le singole medie mensili e la media annuale risultano inferiori di più di duecento volte al valore guida stabilito dall’OMS e di più di cinquanta volte a quelli stabiliti da US. – EPA e ATSDR (Agency for Toxic Substances and Desease Registry).
Figura 4
Beinasco (Termovalorizzatore). Concentrazione media mensile del mercurio
Policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani e policlorobifenili
Si tratta di composti stabili e persistenti nell’ambiente, tossici per l’uomo, gli animali e l’ambiente stesso; in particolare 17 congeneri destano preoccupazione dal punto di vista tossicologico.
I policlorobifenili (PCB) sono una serie di 209 composti aromatici clorurati.
Solo 12 congeneri presentano caratteristiche chimico-fisiche e tossicologiche paragonabili alle diossine e ai furani: questi vengono definiti PCB dioxin-like (PCB DL).
Per i microinquinanti (PCDD/DF e PCB) rilevati in aria ambiente presso la stazione di monitoraggio nel 2020 si conferma un andamento di tipo stagionale, situazione tipica del bacino padano, dovuta al progressivo aumento delle condizioni di stabilità atmosferica dai mesi autunnali a quelli invernali, con tendenza al confinamento degli inquinanti in prossimità del suolo e valori leggermente più alti nei periodi invernali.
Le quantità rilevate sono in linea con quelle normalmente riscontrate in un sito urbano e sempre inferiori alle Linee guida della Germania LAI-Laenderausschuss fuer Immissiosschutz - Comitato degli Stati per la protezione ambientale), pari a 150 fg WHO-TEQ/m3 per la somma PCDD/DF + PCB dioxin like, espressa con i fattori di tossicità WHO 2005. Si osserva per il mese di dicembre 2021 una concentrazione più elevata, in particolare per PCDD/DF, rispetto al trend storico, imputabile all’evento incidentale verificatosi a Beinasco a dicembre 2021.
Figura 5
Andamento sommatoria PCDD/DF + PCB dioxin like in aria ambiente dal 2017
Deposizioni atmosferiche
Nella stazione di Beinasco vengono determinati nelle deposizioni atmosferiche undici specie metalliche, i principali idrocarburi policiclici aromatici e i composti che sono indicati nel linguaggio comune con il termine generico di “diossine” (policlorodibenzodiossine, policlorodibenzofurani) e i policlorobifenili.
I valori di deposizione atmosferica per metalli e idrocarburi policiclici aromatici sono risultati nel 2021 in linea con quelli di siti che presentano analoghe caratteristiche ubicati nel territorio della Città Metropolitana o in ambito regionale o i cui dati sono disponibili nella letteratura scientifica. Anche nel caso del mercurio i valori del 2021 sono confrontabili con i dati misurati negli anni precedenti e successivi al 2016, quando si era rilevato un flusso di deposizione elevato, molto maggiore della media calcolata sull’intero periodo di monitoraggio.
Figura 6
Mercurio nelle deposizioni TRM - BEINASCO.
Concentrazioni media annua 2013-2021 e confronto con dati di letteratura
Fonte: Arpa Piemonte
Poiché non esistono valori limiti di riferimento, per valutare l’entità dei valori di deposizione atmosferica dei microinquinanti (PCDD/DF e PCB dioxin like) si fa riferimento alle linee guida che alcuni stati hanno proposto a partire dai valori di “dose tollerabile per l’organismo umano” (TDI - Tolerable daily intake: quantità cumulativa di PCDD/DF e PCB “diossina-simili” che può essere giornalmente assunta, per la durata di vita media, senza che si abbiano effetti tossici apprezzabili) stabiliti dall’Unione Europea e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.
Nel 2001 il Comitato Scientifico dell’Alimentazione Umana (SCF — Scientific Committee on Food) dell’Unione Europea ha definito come obbiettivo la riduzione del livello di intake settimanale umano di “PCDD/DF+PCBdl” al di sotto di 14 WHO-TEQ/kg pc (picogrammi di equivalente tossico per chilogrammo di peso corporeo). A partire da questo obbiettivo alcuni stati hanno messo in relazione la dose giornaliera tollerabile (TDI) pari a 2 pg WHO-TEQ/kg di peso corporeo rispetto a valori di deposizione media mensile e/o annuale espressi in pg WHO-TEQ/m2d.
Tabella 5
Dose giornaliera tollerabile (TDI) rispetto a valori di deposizione media mensile e/o annuale
Assunzione giornaliera correlata (TDI) |
Deposizione media annua concessa PCDD/DF + PCBdl |
Deposizione media mensile concessa PCDD/DF + PCBdl |
pg WHO-TEQ kg pc |
pg WHO-TEQ m-2 d-1 |
pg WHO-TEQ m-2 d-1 |
2 |
8,2 |
21 |
Cornelis at all (2007) |
Per questo ultimo riferimento la documentazione attualmente disponibile non chiarisce se si tratti di sommatorie da riferirsi al calcolo lower o medium bound, pertanto assumiamo come valori di riferimento quelli correlati all’assunzione giornaliera indicati in tabella.
Il laboratorio microinquinanti esegue periodicamente la rivalutazione del limite di quantificazione relativo ai parametri determinati, a fine 2020 è stata applicata la modifica al limite di quantificazione di PCB. Il nuovo limite di quantificazione dei PCB è aumentato rispetto al valore utilizzato in precedenza. Nel caso di campioni con un elevato numero di congeneri non quantificati tale variazione incide maggiormente nel calcolo delle sommatorie, la variazione nei dati è particolarmente evidente nei campioni di deposizione atmosferica a partire dal mese di agosto 2020.
Figura 7
Andamento sommatoria PCDD/DF + PCB dioxin like nelle deposizioni mensili dal 2017
I valori di deposizione atmosferica relativi ai microinquinanti (PCDD/DF e PCB) nel 2021 sono mediamente superiori a quelli del 2020, in particolare in ragione dell’aumento del limite di quantificazione adottato per il parametro PCB, ma restano in linea con siti che presentano analoghe caratteristiche ubicati nel territorio provinciale/regionale o i cui dati sono disponibili nella letteratura scientifica.
Figura 8
Medie annuali della sommatoria PCDD/DF + PCB dioxin like nelle deposizioni
IL TERMOVALORIZZATORE DI TORINO: VALUTAZIONE DEGLI IMPATTI SULLA QUALITÀ DELL’ARIA
Nell’ambito del programma SPoTT (Sorveglianza sulla salute della Popolazione nei pressi del Termovalorizzatore di Torino) ed in particolare nella seconda fase (SPoTT-2, avviata a gennaio 2020) è stata inserita una linea di attività, condotta da Arpa, sulla modellizzazione di dispersione degli inquinanti in atmosfera finalizzata a valutare il contributo delle emissioni del termovalorizzatore di Torino alla qualità dell’aria nell’area circostante l’impianto.
Nel corso del 2021 è stato condotto il primo studio modellistico di dispersione degli inquinanti in atmosfera che ha valutato gli impatti prodotti dall’impianto nell’anno 2019. I risultati sono riportati nel Report 12 pubblicato sul nuovo sito del programma SPoTT.
Disturbo olfattivo
Che co'è l'odore?
Nell’ultimo decennio,le emissioni odorigene in atmosfera derivanti dalle attività produttive sono divenute un problema sempre più attuale, anche in relazione all’aumentata sensibilità della popolazione nei confronti degli odori ed alla progressiva estensione delle aree urbanizzate, che in molti casi hanno portato le zone residenziali a ridosso delle aree industriali, generando situazioni conflittuali sul territorio.
Talvolta l’odore può erroneamente essere associato ad una possibile tossicità dell’aria. Tuttavia, bisogna considerare che, se è vero che l’odore per la maggior parte dei casi non è causa di conseguenze sulla salute, è altrettanto documentato in letteratura come, a lungo andare nei soggetti più sensibili o esposti possa peggiorare la percezione del proprio stato di salute.
Per un approfondimento sugli effetti dell’odore sulla qualità della vita e sul benessere degli individui, si rimanda al Documento di sintesi SNPA “Metodologie per la valutazione delle emissioni odorigene” Delibera 38/2018.
Quante sono le segnalazioni dei cittadini?
A livello regionale, le problematiche di disturbo olfattivo sono dovute non solo alla presenza di impianti tipicamente coinvolti quali quelli di trattamento rifiuti, trattamento sottoprodotti di origine animale, allevamenti e depuratori di acque reflue urbane, ma anche ad impianti di produzione energia da biomasse, lavorazione bitumi, industrie chimiche e farmaceutiche, cartiere, produzione manufatti in gomma, ecc.
Figura 9
Contatti URP a livello regionale - anni 2012-2021
Come rispondere a questa problematica?
Per rispondere a questa problematica, il monitoraggio, il controllo e la valutazione dell’impatto olfattivo è oggetto di sempre maggiore attenzione per la pubblica amministrazione - gli enti preposti al rilascio delle autorizzazioni ambientali - e di conseguenza per gli enti di controllo quali le Agenzie ambientali.
Per affrontare in modo oggettivo questo tipo di disturbo, diventa importante “quantificare” questa sensazione, per renderla meno soggettiva possibile.
La vasta gamma di sostanze potenzialmente odorigene, la soggettività fisica e psichica della percezione di un odore, i fattori ambientali, uniti alla complessità del sistema olfattivo, rappresentano una serie di ostacoli che rendono la caratterizzazione degli odori e il controllo dell’inquinamento olfattivo particolarmente complessi. Ciononostante, anche l’odore può essere quantificato, attraverso l’applicazione di procedure standardizzate a livello europeo. In questo modo i risultati ottenuti dalle misurazioni sono confrontabili anche fra laboratori diversi.
Come Arpa Piemonte gestisce la problematica
In Piemonte dal 2012 Arpa ha allestito un laboratorio olfattometrico per la determinazione della concentrazione di odore ed ha introdotto nel laboratorio chimico uno strumento per la caratterizzazione chimica delle sostanze odorigene a basse concentrazioni. Tale esperienza ha consentito all’Agenzia di collaborare con le Autorità competenti per la migliore gestione delle problematiche legate alla percezione di odori molesti manifestate in questi anni.
Ad oggi la metodologia di elezione per la valutazione della molestia olfattiva è rappresentata dall’olfattometria dinamica, tecnica standardizzata e normata a livello europeo dalla norma tecnica EN 13725 (ultima edizione marzo 2022) “Air quality - Determination of odour concentration by dynamic olfactometry - CEN, Comitato europeo per la normalizzazione”, recepita a livello nazionale dalla norma UNI EN 13725.
Si tratta di una tecnica sensoriale per la misura oggettiva della concentrazione di odore di campioni gassosi basata sull’impiego del naso di un gruppo (panel) di valutatori selezionati mediante l’uso di una sostanza di riferimento (n-butanolo).
L’olfattometria dinamica permette di ottenere un dato di concentrazione di odore, espressa in unità odorimetriche al metro cubo (ou/m3) a 20 °C, che rappresentano il numero di diluizioni necessarie affinché l’odore sia percepibile dal 50% della popolazione.
Il panel di valutatori viene selezionato con la logica di scartare sia i nasi troppo sensibili sia quelli che lo sono troppo poco, in modo da rappresentare il livello medio di percezione dell’odore. I campioni d’aria vengono prelevati dal sito oggetto di indagine e raccolti in sacchetti e successivamente condotti in laboratorio, dove vengono analizzati per mezzo di uno strumento, l’olfattometro, e del panel di annusatori selezionati. Il principio dell’analisi consiste nel somministrare agli esaminatori il campione diluito con aria inodore, partendo da diluizioni molto grandi e diminuendo man mano la diluizione del campione. Gli esaminatori segnalano quando rilevano l’odore ed attraverso le loro risposte si risale alla concentrazione di odore del campione, espressa in ouE /m3 (unità olfattometriche europee al m3).
Attualmente le analisi di olfattometria dinamica di ARPA Piemonte sono sospese a causa del possibile rischio di esposizione al SARS COV2 a cui potrebbero andare incontro gli esaminatori del panel.
Nonostante l’olfattometria dinamicasia riconosciuta come la tecnica più idonea per il monitoraggio delle emissioni odorigene, la sua applicazione non è sufficiente a valutare completamente i casi di disturbo olfattivo. Infatti, tale tecnica non è applicabile per un monitoraggio in continuo, inoltre, necessita tempi ristretti tra campionamento e analisi (massimo 30 ore). Per tale ragione, l’olfattometria dinamica è spesso affiancata ad altre metodologie (caratterizzazione chimica, valutazione delle segnalazioni della popolazione e indagini in campo, uso di sensori e analizzatori in continuo monoparametrici e multiparametrici, IOMS), per un approccio integrato alla problematica della molestia olfattiva.
Nel 2016 l’Agenzia ha aggiunto alla sua dotazione strumentale un sistema automatico per il monitoraggio dell'odore, un Instrumental Odour Monitoring System (IOMS), anche detto impropriamente "naso elettronico", per implementare la capacità di indagine in campo olfattometrico, integrando le possibilità già presenti con l'utilizzo dell'olfattometro. Lo IOMS, una volta messe a punto le modalità di utilizzo, ha il grande vantaggio di poter offrire un monitoraggio in campo per un lungo periodo (a differenza dell’olfattometria, che fornisce un esito su campioni istantanei) e di non impiegare nasi umani. È però da considerarsi una tecnica a completamento dell’indagine olfattometrica e va impiegata per un monitoraggio di una situazione già ben definita. Inoltre, con l’emanazione della norma UNI 11761/2019 “Emissioni e qualità dell’aria – Determinazione degli odori tramite IOMS (Instrumental Odour Monitoring System)” è necessario verificare la conformità dello strumento rispetto ai requisiti definiti da tale norma tecnica, al momento in fase di revisione.
Queste attività sono integrate e completate con la modellistica meteodispersiva, utilizzata per la stima dell’impatto delle sostanze odorigene emesse da diverse tipologie di sorgenti, al fine di individuare le aree di interesse dei fenomeni di molestia olfattiva. Arpa utilizza, per gli studi di dettaglio ad elevata risoluzione su area limitata, un sistema basato su modelli tridimensionali in grado di descrivere i fenomeni di trasporto e dispersione in atmosfera di inquinanti prodotti da specifiche sorgenti in condizioni orograficamente e meteorologicamente complesse; nel caso delle molestie olfattive e, più in generale, nel caso di simulazione di inquinanti considerati come non reattivi, la dispersione in atmosfera è descritta attraverso un modello lagrangiano a particelle, che permette di valutare l’impatto di specifiche sorgenti anche su singoli episodi.
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A livello nazionale non è ancora presente un documento di riferimento per la gestione delle problematiche di disturbo olfattivo, ma nel 2021 il Coordinamento Emissioni del Ministero della Transizione Ecologica, ha avviato l’elaborazione di un documento di Indirizzi per l’applicazione dell’art. 272 bis del Testo Unico Ambientale in materia di emissioni odorigene di impianti e attività, attualmente non ancora pubblicato. Secondo l’art. 272 bis, la normativa regionale o le autorizzazioni possono prevedere misure per la prevenzione e la limitazione delle emissioni odorigene; lo stesso articolo prevede inoltre che Il Coordinamento Emissioni istituito dall’art. 20 del D.Lgs. 155/2010 “Qualità dell’aria ambiente – Attuazione Direttiva 2008/50/CE”possa elaborare indirizzi in applicazione a tali misure. Una volta pubblicato, il documento di indirizzi costituirà un valido strumento di riferimento nazionale per la disciplina delle emissioni odorigene.
Nel marzo 2021 è stata inoltre pubblicata la norma UNI 11806 “Qualità dell'aria - Emissioni odorigene e impatto olfattivo – Vocabolario”, divenuta il riferimento per definizioni e terminologia.
A livello regionale, la Giunta della Regione Piemonte ha approvato, con la Deliberazione n. 13-4554 del 9 gennaio 2017, le “Linee guida per la caratterizzazione e il contenimento delle emissioni in atmosfera provenienti dalle attività ad impatto odorigeno”.
Le linee guida piemontesi si applicano agli impianti soggetti ad Autorizzazione Integrata Ambientale che possano determinare emissioni olfattive e alle attività soggette a Valutazione di Impatto Ambientale o Verifica di assoggettabilità da cui derivino emissioni odorigene; vengono inoltre definite le modalità di gestione di problematiche olfattive dovute ad attività diverse dalle precedenti, a fronte del coinvolgimento di significative porzioni di territorio o di popolazione, dove approcci preliminari per la risoluzione del problema siano risultati inefficaci.
Le linee guida sono completate da documenti che definiscono:
- una metodologia di monitoraggio sistematico della percezione olfattiva avvertita dalla popolazione (parte II), che include la verifica e la validazione delle segnalazioni;
- le modalità di campionamenti olfattometrici in campo, per la determinazione dell’impatto odorigeno (parte III);
- la metodologia di caratterizzazione chimica delle sostanze odorigene (parte IV);
- i requisiti che devono essere soddisfatti nella redazione di uno studio di impatto olfattivo mediante simulazione modellistica meteodispersiva (parte V).