INDUSTRIA
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Primi tre mesi 2022 - anno 2021
Primi tre mesi 2022
Il bilancio tra nuove iscrizioni e cessazioni si traduce in un tasso di crescita debolmente negativo pari al -0,20%, dato lievemente peggiore sia rispetto a quanto registrato a livello nazionale (-0,02%) nel trimestre in esame, sia nei confronti del risultato piemontese del I trimestre 2021 (-0,02%).
L’analisi per forma giuridica conferma il trend ormai consolidato di sviluppo delle società di capitale, che mostrano un tasso di crescita del +0,60% e raggiungono un peso pari al 20,2% del totale delle aziende con sede legale in Piemonte.
Nei primi tre mesi dell’anno nessun comparto ha evidenziato flessioni superiori al punto percentuale.
Anno 2021
A livello di forma giuridica si evidenzia, in linea con le dinamiche riscontrate a livello nazionale, una sostenuta espansione delle società di capitale (+3,65%), una crescita, in linea con la media complessiva, delle ditte individuali (+1,14%) e una sostanziale tenuta delle altre forme (+0,37%), categoria all’interno della quale troviamo le cooperative. Le uniche realtà in calo nel 2021 risultano in Piemonte le società di persone (-1,19%).
Valutando i tassi annuali di variazione percentuale dello stock delle imprese registrate per settori di attività economica, va evidenziata la forte espansione segnata dal comparto edile che mostra nel 2021, grazie anche agli incentivi che hanno caratterizzato il settore, un tasso di crescita di poco inferiore al 3%. In espansione anche gli altri servizi, che segnano un tasso del +2,01% e il commercio che cresce dello 0,46%. Il turismo, nonostante le forti difficoltà indotte dalla pandemia, tiene e registra una sostanziale stabilità (+0,13%). Debolmente negativo il risultato dell’industria in senso stretto (-0,17%), mentre una flessione più evidente caratterizza il comparto agricolo (-0,64%).
Il buon risultato evidenziato a livello medio regionale trova riscontro nelle performance positive di tutte le province.
Le imprese femminili
Nel corso del 2021, il Registro imprese delle Camere di commercio piemontesi ha segnato la nascita di 6.138 imprese femminili, a fronte delle 5.403 che hanno cessato la propria attività: il saldo tra i due flussi è risultato positivo per 735 unità, traducendosi in un tasso di crescita del +0,8%.
Un quarto delle 96.433 imprese guidate da donne svolge la propria attività nel commercio, seguito, da: attività dell’agricoltura (13,3%), altre attività dei servizi (12,0%), attività dei servizi di alloggio e ristorazione (9,8%) e immobiliari (7,8%).
L’analisi territoriale rivela come la componente femminile assuma una rilevanza maggiore nei sistemi imprenditoriali di Alessandria (23,2%) e di Novara, Verbania e Asti, realtà in cui le imprese femminili rappresentano il 23,0% delle imprese provinciali. A Vercelli l’incidenza delle imprese femminili si attesta al 22,9% e a Cuneo al 22,6%. Al di sotto della media regionale, infine, risulta la concentrazione di imprese femminili a Torino (22,3%) e a Biella (20,8%).
Le esportazioni
Il risultato positivo evidenziato dal Piemonte nel corso del 2021 è stato migliore rispetto a quello medio nazionale. Le esportazioni italiane hanno registrato, infatti, un incremento del 18,2% rispetto all’anno precedente.
Grazie alla crescita a doppia cifra delle vendite oltre confine, il Piemonte si conferma anche nel 2021 la quarta regione esportatrice, con una quota del 9,6% delle esportazioni complessive nazionali, dato superiore al 2020 (9,4%) e in diminuzione rispetto agli anni precedenti: 2019 (9,8%), 2018 (10,4%) e 2017 (10,7%).
I mezzi di trasporto sono tornati a essere il primo settore per l’export regionale, con una quota pari al 19,5%: registrano una crescita del 32,7% rispetto al 2020 e un incremento del 9,2% sul 2019. Il comparto meccanico occupa la seconda posizione con una variazione di +16,6% rispetto al 2020 e +1,3% sul 2019. L’alimentare, con oltre 7 miliardi di merci esportate nel 2021, si attesta in terza posizione.
Il comparto tessile è l’unico che, pur incrementando il proprio export del 5,0% sul 2020, non recupera ancora in termini di valore esportato quanto perso durante la pandemia, segnando ancora una contrazione del 2021 sul 2019 del 15%.
Analizzando le destinazioni delle vendite piemontesi all’estero, si osserva come il principale bacino di riferimento risulti – anche nel 2021 – l’Ue 27, verso cui è diretto il 55,9% dell’export regionale, contro il 45,1% destinato ai mercati extra-Ue 27.
Unità Locali Delle Imprese Attive
Nell’ambito di queste categorie, la maggior presenza di unità locali risulta a carico delle Costruzioni con 42.860 imprese seguita dalle Attività Manifatturiere (32.883 imprese).
Nella figura 1 si evidenzia l’andamento negli anni 2012-2019 delle cinque categorie considerate. Mediamente il numero di imprese è diminuito del 15,3% con le Costruzioni e le Estrazione di minerali i settori più colpiti (-18,8% e -15,9% rispettivamente). In controtendenza la fornitura di energia elettrica con + 31%.
Nella figura 2 viene riportato il trend degli ultimi 8 anni (2012-2019) a livello provinciale. Il calo delle imprese si è manifestato in tutte le province, anche se più accentuato nelle province di Biella (-22,3%) e Vercelli (-19,9%).
Figura 1
Principali Unità locali delle imprese attive per attività economica (Ateco 2007) - anni 2012-2019
Figura 2
Principali Unità locali delle imprese attive con suddivisione provinciale - anni 2012-2019
Addetti nell'industria
Per quanto riguarda la suddivisione provinciale (figura 4), la provincia di Torino è quella con il più elevato numero di addetti (232.584), seguita dalla provincia di Cuneo (79.390 addetti). Il calo più consistente degli addetti si è evidenziato nelle province del Verbano Cusio Ossola (-12,4%) e di Biella (-11,9%).
Figura 3
Addetti nelle principali Unità locali delle imprese attive per attività economica (Ateco 2007) - anni 2012-2019
Figura 4
Addetti nelle principali Unità locali delle imprese attive con suddivisione provinciale - anni 2012-2019
Emissioni dall' Industria
Le rappresentazioni grafiche delle pressioni emissive definite come industriali sono state realizzate utilizzando l’ultima versione disponibile dell’Inventario Regionale delle Emissioni (IREA), che fa riferimento all’anno 2015. La definizione di settore industriale deriva dalla classificazione delle attività economiche (Ateco 2007) predisposta dall’Istituto nazionale di statistica; pertanto le emissioni ad esso associate ricomprendono le attività di estrazione di minerali 1 (Macrosettore 05), le attività manifatturiere 2 (Macrosettori 03, 04 e 06), la produzione industriale di energia elettrica 3 (Macrosettore 01) e il trattamento industriale delle acque e dei rifiuti 4 (Macrosettore 09) catalogate nella classificazione SNAP97 (Selected Nomenclature for sources of Air Pollution che suddivide le fonti di emissioni inquinanti in undici macrosettori).,
La distribuzione delle emissioni industriali di particolato primario (PM10) e di ossidi di azoto risulta ovviamente connessa alla localizzazione sul territorio delle grandi attività produttive. In particolare, sul territorio piemontese, gli ossidi di azoto sono collegati alla presenza di centrali termoelettriche, di cementifici ealle lavorazioni dei prodotti petroliferi, del vetro e dei laterizi, mentre il particolato primario può essere rapportato alla presenza di industrie per la produzione e lavorazione del poliestere, di industrie cartarie, del ferro e dell’acciaio.
[1] SNAP: Macrosettore 05
Figura 5
Emissioni da attività produttive per inquinanti
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Consulta la serie storica dell'indicatore imprese attive.
Consulta la serie storica dell'indicatore consumi elettrici nell'industria