RISCHI INDUSTRIALI
La conoscenza e la riduzione dei rischi per la popolazione e p'ambiente legati alle attività industriali concore agli Obiettivi dell'Agenda 2030 per Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU in particolare all'Obiettivo 9:
Costruire un'infrastruttura resiliente e promuovere l'innovazione e una industrializzazione equa, responsabile e sostenibile.
Il rischio industriale e la normativa Seveso
Nell’ambito del rischio industriale si collocano i rischi di incidenti rilevanti ovvero eventi, "quali un’emissione, un incendio o un’esplosione di grande entità, dovuti a sviluppi incontrollati che si verificano durante l’attività di uno stabilimento e che danno luogo ad un pericolo grave, immediato o differito, per la salute umana o per l’ambiente, all’interno o all’esterno dello stabilimento e in cui intervengano una o più sostanze pericolose”. Il processo di regolamentazione degli aspetti legati alla prevenzione dei rischi di incidenti rilevanti è iniziato a seguito del gravissimo incidente avvenuto a Seveso nel 1976 ed attualmente ha come riferimento il Decreto Legislativo n. 105 del 26/06/2015, che recepisce la Direttiva 2012/18/UE(Seveso III).
Lo scopo della normativa “Seveso” è quello di esaminare i sistemi tecnici, organizzativi e di gestione adottati dagli stabilimenti, al fine di individuare le situazioni sulle quali è opportuno intervenire per prevenire il rischio di incidente rilevante, migliorando le condizioni di sicurezza interne ed esterne allo stabilimento quali la sicurezza della popolazione, la protezione ambientale, la sicurezza dei lavoratori e la sicurezza dei processi, nonché di definire le procedure di intervento in caso di incidente e fornire una risposta efficace ed efficiente da parte degli enti preposti alla protezione della popolazione e dell’ambiente.
Gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante
Gli stabilimenti a rischio di incidente rilevante (RIR) sono classificati di “soglia inferiore” o di “soglia superiore” in relazione ai massimi quantitativi potenzialmente presenti di sostanze e miscele pericolose, secondo quanto previsto dall’Allegato 1 al D.Lgs. 105/2015. Gli stabilimenti RIR sono censiti nell’inventario nazionale predisposto dal Ministero dell’Ambiente, ora Ministero della Transizione Ecologica, sulla base delle informazioni contenute nella Notifica trasmessa dai gestori e sottoscritta nelle forme dell'autocertificazione, ai sensi dell'art.13 del decreto.
L’ultimo aggiornamento dell’inventario nazionale disponibile sul sito del Ministero della Transizione Ecologica, (aprile 2022) censisce 79 stabilimenti RIR in Piemonte, di cui 42 di soglia superiore e 37 di soglia inferiore. Per approfondimenti è possibile consultare la pagina Rischio di incidente rilevante sul sito di Arpa Piemonte.
Il D.lgs.105/2015 tiene conto dei criteri di classificazione, imballaggio ed etichettatura delle sostanze pericolose definiti dal Regolamento CE n.1272/2008 (Regolamento CLP). Con la sua entrata in vigore, avvenuta nel 2016, il numero di stabilimenti presenti nel territorio regionale si è ridotto, sostanzialmente a seguito della modifica di classificazione dei bagni galvanici. Successivamente, tale numero si è mantenuto pressoché costante e, nell’ultimo anno, risultano due nuovi stabilimenti di soglia superiore e uno di soglia inferiore.
Figura 1
Stabilimenti a Rischio di Incidente rilevante (RIR) - anni 2016-2022
Nel panorama nazionale, il Piemonte si conferma una tra le regioni con maggior presenza di stabilimenti RIR, dopo Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna. I territori con il maggior numero di stabilimenti risultano essere la provincia di Alessandria, con la presenza di 21 stabilimenti RIR, seguiti dalla Città Metropolitana di Torino e dalla Provincia di Novara (20 stabilimenti RIR), dove è presente l’area industriale di San Martino di Trecate che è quella con la più elevata concentrazione di stabilimenti RIR in Piemonte.
Figura 2
Distribuzione provinciale degli stabilimenti RIR
Gli stabilimenti RIR possono appartenere a comparti produttivi e merceologici piuttosto diversificati. Come illustrato in Figura 3, le attività maggiormente presenti sul territorio regionale sono i depositi di stoccaggio/movimentazione del GPL e i depositi di sostanze tossiche/ecotossiche (comprese le logistiche), seguono produzione/utilizzazione di resine sintetiche o vernici e le attività di deposito e/o trattamento di prodotti petroliferi.
Figura 3
Ripartizione percentuale dei comparti produttivi degli stabilimenti RIR
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Consulta la serie storica degli indicatori in relazione alle industrie a Rischio di Incidente Rilevante.