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SPORT E TEMPO LIBERO

Sport invernali

La pandemia da Covid-19, che ha investito l’intero pianeta a partire dal 2020 fino a tutt’oggi, ha evidenziato l’importanza dello sport per la nostra società, per la salute, per la prevenzione e per il benessere delle persone.
I periodi di lockdown e di restrizioni, in particolare, sono stati occasione per sperimentare e constatare l’impatto ambientale che hanno le conseguenze delle nostre azioni ed abitudini quotidiane.
Infatti, di fronte all’evolversi di un’emergenza ambientale e climatica dagli effetti sempre più evidenti e ad un accrescersi della sensibilità ambientale, tanto negli sportivi quanto nell’opinione pubblica, gli organizzatori degli eventi sportivi, siano essi locali che di rilievo nazionale ed internazionale, non possono più esimersi dal rivolgere una maggiore attenzione ai temi riguardanti la salvaguardia ambientale nella progettazione e realizzazione delle manifestazioni e degli eventi. E’ evidente a tutti come le modalità di organizzazione delle manifestazioni sportive sino ad oggi attuate abbiano molto spesso determinato una enorme produzione di rifiuti (dai pacchi gara, agli allestimenti delle partenze e dei percorsi), un uso esagerato di acqua ed un pesante impatto dei trasporti a supporto delle stesse sull’inquinamento dell’aria. Proprio per evitare queste ripercussioni sull’ambiente sono state messe a punto da diverse istituzioni, anche a livello universitario, nuove modalità di organizzazione degli eventi (ad esempio maratone ‘plastic free’), atte a ridurre l’impatto sulle risorse del territorio. La Regione Piemonte, consapevole che lo sport può veicolare un messaggio volto a ridurre l’impatto ecologico e diffondere la cultura legata alla tutela dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile, ha previsto che gli organizzatori di eventi sportivi, per la concessione del patrocinio regionale e per l’eventuale sostegno economico, devono attenersi alle  Linee guida relative all’organizzazione di manifestazioni sportive libere dalla plastica - Decalogo Piemonte Sport Plastic Free (D.G.R. 11 ottobre 2019, n. 12-372).

A causa della pandemia, a partire dal 2020 si è assistito a grandi cambiamenti del settore fitness; la chiusura temporanea delle palestre e dei club in quasi tutto il mondo ha costretto gli operatori a proporre nuove modalità di fruizione delle attività: la possibilità di allenarsi a casa o, comunque all’aperto, con la fruizione di lezioni trasmesse via web, in diretta o registrate, dunque fruibili 24 ore su 24, 7 giorni su 7, promuovendo e rilanciando di fatto la pratica di attività sportive “outdoor”: camminate, uscite in bicicletta, escursioni, sono diventante sempre più popolari; chi pratica sport si allena per lo più nei parchi cittadini, su piste ciclabili, in aree adatte al trekking.

Tutto il “Comparto neve” - che ha da sempre avuto per la Regione Piemonte un ruolo di particolare rilevanza nei processi di diversificazione e di rilancio dell’economia, coerentemente con gli indirizzi dell’Unione Europea, nell’ambito delle proprie politiche di sviluppo e sostegno - ha subito pesanti ripercussioni, causate sia dall’acutizzarsi degli effetti negativi legati alle variazioni climatiche, sia dagli esiti che la dinamica pandemica ha determinato sul comparto del turismo invernale.
Proprio grazie a questi sforzi, negli ultimi decenni la vita di montagna ha subito grandi trasformazioni, convertendosi da un sistema quasi esclusivamente agricolo ad un sistema prevalentemente sportivo, ricreativo e turistico; sempre di più, nel corso degli anni, è stato registrato un costante incremento del flusso turistico verso le aree montane, inizialmente nella stagione invernale per la grande varietà di comprensori sciistici, successivamente anche in quella estiva, legata alle bellezze ambientali della montagna e dalla capacità degli operatori di diversificare l’offerta sportiva anche nella stagione estiva.

In montagna, l’emergenza sanitaria legata alla pandemia e la grande difficoltà che la stessa ha causato negli spostamenti tra regioni e tra nazioni diverse, ha comportato un aumento significativo dell’offerta in attività sportive outdoor non strutturate, effettuabili indipendentemente dall’utilizzo degli impianti sciistici, come la pratica dello sci di fondo, l’uso delle ciaspole e, più semplicemente, le camminate sulla neve con i ramponi o con i soli scarponi. A causa della pandemia vi è stato un significativo aumento del turismo di montagna in stagioni diverse da quella invernale: ciò ha determinato l’avvicinamento di molte più persone alla pratica del trekking e del trail, sport che possano beneficiare delle stesse infrastrutture esistenti per l’inverno, come quelle funiviarie, ma con un impatto più limitato sul territorio. Questo concetto di destagionalizzazione delle proposte sportive e ricreative si inserisce in un’ottica di valorizzazione del patrimonio ambientale e di conservazione delle risorse naturalistiche.

La stagione sciistica 2020-2021 è stata sostanzialmente nulla, a causa delle restrizioni normative connesse all’emergenza sanitaria che non hanno permesso una normale fruizione degli impianti, limitata esclusivamente all’utilizzo da parte delle federazioni e degli sci club.
Gli impatti negativi sulla gestione degli impianti sciistici hanno ricadute importanti sull’intero sistema imprenditoriale piemontese e devono indurre riflessioni approfondite su quali iniziative possano essere messe in campo per limitarne gli effetti nel tempo; oltre all’emergenza coronavirus - che ha avuto effetti devastanti sul sistema neve ma che, si spera, sia una fase limitata nel tempo - non bisogna trascurare gli effetti legati ai cambiamenti climatici che, anche sul territorio montano piemontese, da alcuni anni si stanno manifestando in maniera tangibile.

Dal punto di vista delle precipitazioni, la stagione 2020/2021 è stata caratterizzata da un autunno nevoso e mesi invernali molto secchi, connotati da deboli nevicate ed episodi di vento soprattutto sulle creste di confine settentrionali e occidentali.
In generale, le temperature sono proiettate in aumento nel corso del secolo, anche considerando scenari emissivi di mitigazione. L’incremento osservato negli ultimi 20 anni è allineato con le previsioni dello scenario ad elevate emissioni (quando non superiore), che stima l’incremento della temperatura media tra 1.7 e 2°C nello scenario in montagna al 2070, con un incremento importante al 2040 (0.6- 0.7°C).
Il riscaldamento progressivo comporta una diminuzione della frazione nevosa della precipitazione, un incremento della fusione del manto nevoso al suolo, a causa soprattutto delle elevate temperature primaverili e una diminuzione del potenziale nevoso nel mese di dicembre.
L’analisi di questi fenomeni climatici porta a stimare un importante e in via di incremento ricorso all’innevamento artificiale, sia per assicurare l’apertura degli impianti nel mese di dicembre e non perdere il periodo iniziale della stagione, sia per assicurare il raggiungimento dei 100 giorni di innevamento funzionali allo sci alpino, anche alle quote più elevate.
Anche le condizioni ottimali per la produzione della neve artificiale tenderanno a diminuire, soprattutto a inizio stagione (novembre-dicembre), quando l’innevamento gioca un ruolo essenziale per la sostenibilità economica delle stazioni sciistiche; pertanto una gestione attenta, anche organizzativa, dell’innevamento diventa indispensabile per il migliore sfruttamento delle opportunità.

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Per approfondimenti consulta il video relativo al RENDICONTO NIVOMETRICO 2020-21 IN PIEMONTE E VALLE D'AOSTA