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POLLINI

Cambiamenti climatici e Variazioni delle concentrazioni di pollini allergizzanti

I dati di concentrazione pollinica possono dare conto della variazione nella coltivazione di alcune piante; ad esempio, nel 2018 l’olivo presentava in provincia di Cuneo un’area di coltivazione doppia rispetto a quella di quindici anni prima. Sempre nel 2018, la coltivazione di olivo era presente in tutte le province per una estensione complessiva di 4 volte rispetto a quella del 2003, dati in qualche modo registrati anche dal monitoraggio aerobiologico regionale

Gli alberi di olivo hanno trovato sinora diffusione in Piemonte soprattutto nelle zone del nord-est caratterizzate dall’essere punteggiate da numerosi laghi - Lago Maggiore, Lago d’Orta, Lago di Mergozzo - sulle cui sponde l’albero di origine mediterranea trova le condizioni ideali per svilupparsi.
I cambiamenti climatici con l’innalzamento delle temperature tendono a favorire uno spostamento dell’olivo nelle zone settentrionali dell’Italia anche perché la pianta, pur proveniente dalle aree calde mediorientali, non sopporta temperature troppo elevate durante la fioritura, che provocano un aumento degli aborti fiorali e difficoltà della successiva fase di allegagione e, pur resistendo al grande caldo, soffre la carenza d’acqua. Sull’onda di questa nuova potenzialità offerta dal clima agli agricoltori piemontesi, ha preso forma e struttura in questi ultimi anni l’olivicoltura piemontese. 

Si propongono qui i dati rilevati dalla stazione di Cuneo che possiede una lunga serie storica e consente così di valutare le variazioni su un lungo periodo di tempo.

Come pollini “indice” sono presi in considerazione i pollini di olivo e nocciolo, piante rilevanti dal punto di vista allergologico, oltre che agricolo ed economico e ne sono state valutate le variazioni nelle concentrazioni.
Il monitoraggio aerobiologico regionale ha registrato una produzione di pollini di Oleacee media annua, aumentato del 70% presso la stazione diCuneo nel giro degli ultimi 20 anni. In particolare, si evidenzia una tendenza in salita, dopo il triennio (2019-2021) in decrescita, dell’integrale pollinico.

Figura 1
Oleacee. Stazione di Cuneo. Tendenza della concentrazione polline - anni 2003-2021

Fonte: Arpa Piemonte
Un altro incremento importante si registra per i pollini di Corylus (nocciolo) la cui concentrazione media totale annua presso la stazione di Cuneo è più che triplicata nel giro di 20 anni, con un integrale pollinico massimo raggiunto nel 2022, seguito dal 2020 e dal 2018 (tre annualità con integrale pollinico annuo superiore a 4000 p/m3).

L’aumento della produzione di polline è dovuto ad una variazione della superficie coltivata a Nocciolo che è notevolmente aumentata, fino a più che raddoppiarsi nel giro di pochi anni, modificando il territorio e i cultivar tradizionali.
Questo si deve probabilmente all’aumentata richiesta da parte dell’industria soprattutto dolciaria che ha indotto gli agricoltori a sostituire le coltivazioni tradizionali con quella del nocciolo attualmente più remunerativa.

Figura 2
Corylacee. Stazione di Cuneo. Tendenza della concentrazione polline - anni 2003-2021

                                                                                              Fonte: Arpa Piemonte

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