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Pressioni causate da Siti Contaminati e Discariche
Figura 1
Figura 2
I contaminanti presenti nelle acque sotterranee nei siti con procedimento di bonifica
Figura 3
Analizzando solo i siti con procedimento attivo le percentuali non cambiano di molto. Le maggiori variazioni riguardano la presenza di idrocarburi che passa dal 32% al 24% e i contaminati inorganici + solventi che aumentano dal 15% al 20%.
Uno sguardo più approfondito permette di rilevare come all'interno della famiglia degli idrocarburi, gli idrocarburi totali espressi come n-esano e i BTEX (Benzene, Toluene, Etilbenzene e Xileni) siano tra i più rilevati nelle acque sotterranee (figura 4); il benzene, in particolare, rappresenta una criticità per le sue caratteristiche di cancerogenicità.
Figura 4
Analogamente nelle figure 5 e 6 si riporta il dettaglio delle sostanze relative alle famiglie indicate come contaminanti inorganici e solventi.
Figura 5
Figura 6
Relativamente ai solventi clorurati che rappresentano la più rilevante forma di inquinamento diffuso di origine antropica presente nelle acque sotterranee del territorio piemontese, le sostanze maggiormente presenti sono il tetracloroetilene e il tricloroetilene, derivanti dalla medesima origine industriale. I pennacchi di contaminazione formati da tali sostanze possono subire processi di dealogenazione dando origine ad altre sostanze, talvolta ancora più pericolose per l’uomo (1,2 dicloroetilene, 1,1 Dicloroetilene, Cloruro di vinile).
Rilevante anche la presenza del triclorometano, meglio conosciuto come cloroformio, presente nelle acque sotterranee di un numero significativo di siti contaminati.
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SITI CONTAMINATI E DISCARICHE
Pressioni causate da Siti Contaminati e Discariche
La pressione Siti Contaminati e Discariche è un tipo di pressione puntuale che prende in considerazione i siti contaminati, potenzialmente contaminati, siti produttivi abbandonati (indicatore 1.5) e i siti per lo smaltimento dei rifiuti (indicatore 1.6).
Per quanto riguarda le acque superficiali i siti contaminati e le discariche sono da considerarsi pressione puntuale qualora siano fonte di contaminazione diretta per il Corpo Idrico e all’interno di un buffer ad una distanza minima dal CI.
Per quanto riguarda le acque superficiali i siti contaminati e le discariche sono da considerarsi pressione puntuale qualora siano fonte di contaminazione diretta per il Corpo Idrico e all’interno di un buffer ad una distanza minima dal CI.
Figura 1
Acque superficiali. Pressione Siti Contaminati e Discariche - anno 2015
Figura 2
Acque sotterranee. Pressione Siti Contaminati e Discariche - anno 2015
Per le acque superficiali, la pressione Siti contaminati e Discariche è una pressione significativa solo per il 6% dei CI (su un totale di 597 CI su cui è stata fatta l’analisi delle pressioni); per le acque sotterranee è invece significativa per il 64% dei GWB.
I contaminanti presenti nelle acque sotterranee nei siti con procedimento di bonifica
I siti contaminati rappresentano uno dei fattori antropici che possono influenzare lo stato delle acque sotterranee e superficiali. Sebbene la contaminazione possa risultare più evidente nella matrice suolo, il trasporto dei contaminanti - attraverso l’infiltrazione delle acque meteoriche, la presenza di vie preferenziali nel terreno o ancora il dilavamento da parte della falda - determina spesso un impatto sulla risorsa acque sotterranee. Su 1954 siti con procedimento di bonifica censiti (Data di riferimento 1° marzo 2022), secondo quanto riportato in Anagrafe 544 determinano o hanno determinato un impatto sulle acque sotterranee: di questi 321 sono attivi e 223 conclusi.
Meno frequente è invece l’impatto sulle acque superficiali, per le quali si contano 97 siti, di cui 17 ancora attivi e 80 conclusi. Per quanto riguarda le tipologie di inquinanti maggiormente rilevate nella matrice acque, la famiglia più rappresentata è quella degli idrocarburi (32% dei casi), seguita in egual misura dai contaminanti inorganici e dai contaminanti inorganici più solventi (Figura 3).
Meno frequente è invece l’impatto sulle acque superficiali, per le quali si contano 97 siti, di cui 17 ancora attivi e 80 conclusi. Per quanto riguarda le tipologie di inquinanti maggiormente rilevate nella matrice acque, la famiglia più rappresentata è quella degli idrocarburi (32% dei casi), seguita in egual misura dai contaminanti inorganici e dai contaminanti inorganici più solventi (Figura 3).
Figura 3
Siti con presenza di specifiche famiglie di contaminanti nelle acque sotterranee
Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte
Analizzando solo i siti con procedimento attivo le percentuali non cambiano di molto. Le maggiori variazioni riguardano la presenza di idrocarburi che passa dal 32% al 24% e i contaminati inorganici + solventi che aumentano dal 15% al 20%.
Uno sguardo più approfondito permette di rilevare come all'interno della famiglia degli idrocarburi, gli idrocarburi totali espressi come n-esano e i BTEX (Benzene, Toluene, Etilbenzene e Xileni) siano tra i più rilevati nelle acque sotterranee (figura 4); il benzene, in particolare, rappresenta una criticità per le sue caratteristiche di cancerogenicità.
Figura 4
Principali sostanze contaminanti presenti nelle acque sotterranee - Idrocarburi
Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte
Analogamente nelle figure 5 e 6 si riporta il dettaglio delle sostanze relative alle famiglie indicate come contaminanti inorganici e solventi.
Figura 5
Principali sostanze contaminanti presenti nelle acque sotterranee - Contaminanti inorganici
Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte
Figura 6
Principali sostanze contaminanti presenti nelle acque sotterranee - Solventi
Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte
Relativamente ai solventi clorurati che rappresentano la più rilevante forma di inquinamento diffuso di origine antropica presente nelle acque sotterranee del territorio piemontese, le sostanze maggiormente presenti sono il tetracloroetilene e il tricloroetilene, derivanti dalla medesima origine industriale. I pennacchi di contaminazione formati da tali sostanze possono subire processi di dealogenazione dando origine ad altre sostanze, talvolta ancora più pericolose per l’uomo (1,2 dicloroetilene, 1,1 Dicloroetilene, Cloruro di vinile).
Rilevante anche la presenza del triclorometano, meglio conosciuto come cloroformio, presente nelle acque sotterranee di un numero significativo di siti contaminati.
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