stato
Torna su

CONSUMO DI SUOLO

Conservare il suolo e la sua qualità concorre agli Obiettivi dell'Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare all'Obiettivo 15:

Rendere le città e gli insediamenti umani inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili


Il consumo di suolo comporta la perdita di una risorsa ambientale fondamentale, limitata e non rinnovabile, dovuta all’occupazione della superficie originariamente agricola, naturale o seminaturale con una copertura artificiale. E' un fenomeno legato alle dinamiche insediative e infrastrutturali ed è prevalentemente dovuto alla costruzione di nuovi edifici, fabbricati e insediamenti, all’espansione delle città, alla densificazione o alla conversione di terreno entro un’area urbana, all’infrastrutturazione del territorio.

Il consumo di suolo è, quindi, definito come la variazione da una copertura non artificiale (suolo non consumato) a una copertura artificiale del suolo (suolo consumato).
L’Europa e le Nazioni Unite hanno posto la tutela del suolo, del patrimonio ambientale, del paesaggio e il riconoscimento del valore del capitale naturale costituito dal suolo tra gli obiettivi di sostenibilità.

L’obiettivo dell’azzeramento del consumo di suolo era stato proposto a livello europeo già con la Strategia tematica per la protezione del suolo del 2006 - Comunicazione della Commissione: COM(2006)231 - mai diventata cogente, e più di recente rafforzato dal Parlamento europeo con l'approvazione del PAA – Programma generale di azione dell’Unione in materia di ambiente fino al 2020 - Vivere bene entro i limiti del nostro pianeta.

In sintesi, gli obiettivi da raggiungere sono: azzeramento del consumo di suolo netto entro il 2050 (Parlamento europeo e Consiglio, 2013); protezione adeguata del suolo anche con l’adozione di obiettivi relativi al suolo in quanto risorsa essenziale del capitale naturale entro il 2020 (Parlamento europeo e Consiglio, 2013); allineamento del consumo alla crescita demografica reale entro il 2030 (UN, 2015); bilancio non negativo del degrado del territorio entro il 2030 (UN, 2015).

L’impermeabilizzazione del suolo, ovvero la copertura permanente di parte del terreno con materiali artificiali (quali asfalto o calcestruzzo) per la costruzione, ad esempio, di edifici e strade, costituisce la forma più evidente e diffusa di copertura artificiale.

Da notare che esistono altre forme di consumo di suolo che vanno dalla perdita totale della “risorsa suolo” attraverso la rimozione per escavazione (comprese le attività estrattive a cielo aperto), al degrado ed alla perdita parziale della funzionalità della risorsa a causa di fenomeni quali ad esempio, la compattazione che non sono contabilizzate nel rapporto.

  • un rischio accresciuto di inondazioni,
  • contribuisce ai cambiamenti climatici,
  • minaccia la biodiversità,
  • provoca la perdita di terreni agricoli fertili e aree naturali e seminaturali
  • contribuisce alla progressiva e sistematica distruzione del paesaggio
  • contribuisce alla perdita delle capacità di regolazione dei cicli naturali e di mitigazione degli effetti termici locali

Il consumo di suolo in Italia continua a trasformare il territorio nazionale con velocità elevate. Nell’ultimo anno, le nuove coperture artificiali hanno riguardato altri 57,5 kmq, ovvero, in media, circa 16 ettari al giorno, un incremento che, purtroppo, non mostra segnali di rallentamento e che, in linea con quelli rilevati nel recente passato, fa perdere al nostro Paese quasi due metri quadrati di suolo ogni secondo.

Il consumo di suolo è più intenso nelle aree già molto compromesse. Nelle città a più alta urbanizzazione, solo nell’ultimo anno, si sono persi 29 metri quadrati per ogni ettaro di aree a verde (erano 24 lo scorso anno). Come effetto secondario, ma non meno rilevante, tale incremento contribuisce a far diventare sempre più calde le nostre città, con il fenomeno delle isole di calore dove la differenza di temperatura estiva tra aree a copertura artificiale densa o diffusa rispetto a quelle rurali raggiunge spesso valori superiori a 2°C nelle città più grandi.

 

IL MONITORAGGIO DEL CONSUMO DI SUOLO


Le attività di monitoraggio del territorio in termini di uso, copertura e consumo di suolo nel nostro Paese, sono assicurate dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA) come previsto dalla L.132/2016, , è infatti compito del Sistema, ai sensi della legge 132/2016, seguire le trasformazioni del territorio e la perdita di suolo naturale, agricolo e seminaturale, inteso come risorsa ambientale essenziale e non rinnovabile, vitale per il nostro ambiente, il nostro benessere e la nostra stessa economia.

In particolare il servizio di Monitoraggio del Consumo di Suolo è realizzato attraverso il lavoro congiunto di ISPRA e delle le Agenzie per la Protezione Ambientale Regionali e Provinciali (ARPA/APPA), attraverso la rete nazionale dei Referenti per il Monitoraggio del territorio e del consumo di suolo.

Questo ruolo di monitoraggio è fondamentale soprattutto in attesa di una normativa nazionale sul consumo di suolo, oggetto negli ultimi 10 anni di numerosi disegni di legge ancora non approdati alla fase conclusiva, in proposito si veda in fondo la sezione contenuti correlati.

L’attività di monitoraggio realizzata dal SNPA permette di avere un quadro aggiornato con frequenza annuale a scala nazionale, regionale e comunale dell’evoluzione dei fenomeni di consumo di suolo, delle dinamiche di trasformazione del territorio e della crescita urbana, in particolare, attraverso la produzione di cartografia tematica e l’elaborazione di indicatori specifici.

Il servizio prevede l’analisi e la redazione annuale della cartografia tematica attraverso l'utilizzo di reti di monitoraggio puntali e di tecniche di earth observation per l’analisi del territorio, avvalendosi delle migliori informazioni che le nuove tecnologie sono in grado di offrire e dei dati derivanti da satelliti di osservazione della terra, tra cui quelle del programma Copernicus.









L’edizione 2021 del Rapporto su consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici (riferita al monitoraggio del 2020) è giunta alla ottava edizione e fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione del nostro territorio e di perdita della risorsa suol e delle sue funzioni e servizi ecosistemici.

Il Rapporto, insieme alla cartografia e alle banche dati di indicatori allegati, fornisce il quadro aggiornato dei processi di trasformazione della copertura del suolo e permette di valutare l’impatto del consumo di suolo sul paesaggio e sui servizi ecosistemici. In particolare il Rapporto analizza l’evoluzione del territorio e del consumo di suolo all’interno di un più ampio quadro di analisi delle dinamiche delle aree urbane, agricole e naturali ai diversi livelli, attraverso indicatori utili a valutare le caratteristiche e le tendenze del consumo, della crescita urbana e delle trasformazioni del paesaggio, fornendo valutazioni sull’impatto della crescita della copertura artificiale del suolo, con particolare attenzione alle funzioni naturali perdute o minacciate.

Il Rapporto “Consumo di suolo, dinamiche territoriali e servizi ecosistemici” è un prodotto del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), che assicura le attività di monitoraggio del territorio e del consumo di suolo. Il Rapporto,Il Rapporto è divenuto negli anni base conoscitiva essenziale a supporto delle diverse politiche e attività sul territorio e costituisce un fondamentale contributo offerto dal SNPA per lo sviluppo del quadro normativo in materia di monitoraggio e di valutazione delle trasformazioni del territorio e dell’ambiente, nonchè per supportare le decisioni a livello locale per limitare, mitigare o compensare l'impermeabilizzazione del suolo e per la pianificazione urbanistica e territoriale.

Il consumo di Suolo in Piemonte

il Rapporto del 2020 (riferito allo stato del consumo al 2019) stima per la regione Piemonte un consumo di suolo complessivo di circa 170.700 ettari pari quindi al 6,72% della superficie totale regionale (circa 2.540.000 ettari). Il valore percentuale risulta inferiore al dato nazionale, che si colloca al 7,10% e tra i più bassi del nord-Italia ed in particolare rispetto alle regioni confinanti di Lombardia (12%) e Liguria (7,2%);

  • l’incremento netto di suolo consumato nel 2019 in Piemonte è stato di 222 ettari, costante rispetto al 2018 (223 ettari) e in flessione rispetto agli anni precedenti: 2017 (552 ettari) che al 2016 (392 ettari);
  • se rapportato alla popolazione il consumo annuale netto pro-capite per il Piemonte rimane attestato a circa + 0,5 m2/ abitante, valore tra i più bassi a livello nazionale ma comunque positivo nonostante il trend demografico recessivo che ha interessato la nostra regione anche nel 2019. Questa contraddizione risulta particolarmente evidente se si prende in considerazione l’indicatore del consumo di suolo marginale, ovvero il rapporto tra il nuovo consumo di suolo e i nuovi residenti tra un anno e il successivo. Tale indicatore evidenzia quei casi in cui, in un periodo storico di decrescita della popolazione, regioni con valori alti di consumo di suolo e decrescita demografica restituiscono i valori (negativi) relativi alla minore sostenibilità: per il Piemonte questo valore si è attestato nel 2019 a –114 m2/ab (2018: -134 m2/ab) , contro +264 m2/ab di Lombardia, -82 m2/ab della Liguria, -49 m2/ab della Valle d’Aosta e -3.917 m2/ab del Friuli Venezia Giulia, valore più basso a livello nazionale;
  • il processo di consumo di suolo segue l’espansione delle aree urbanizzate con caratteri distintivi nelle varie aree della regione, dalle aree dense della conurbazione di Torino e dei molti comuni di prima e seconda cintura, alle altre realtà urbane dei capoluoghi di provincia e dell’eporediese, alle aree a moderata urbanizzazione in molti settori di pianura, nei margini collinari, lungo gli assi vallivi e delle principali vie di collegamento e di comunicazione fino alle realtà del consumo frammentario, polverizzato ma diffuso di molte aree pedemontane e collinari come Langhe e Monferrato;
  • i vari modelli di espansione urbana congiuntamente allo sviluppo di una rete di trasporti e di infrastrutture molto capillare concorrono al disegno di un sistema di consumo del suolo distribuito e diffuso che incide sensibilmente sulla disponibilità dei suoli ad elevata potenzialità agricola in area di pianura e interessa in modo pressoché uniforme anche i territori collinari e montani lungo i fondovalle di tutti i bacini alpini. Rimangono sostanzialmente inalterati i settori dei rilievi alpini e pedemontani, corona e principale serbatoio forestale, di naturalità e di copertura dei suoli; a livello provinciale,
  • i maggiori incrementi in Piemonte si sono riscontrati nel territorio della Città Metropolitana di Torino, con un valore di 84 ettari (72 ettari nel 2018) e nelle province di Alessandria (46 ettari) e Cuneo (32 ettari). La città metropolitana di Torino si posiziona al secondo posto in Italia in termini di consumi assoluti in ettari dopo quella di Roma, con un valore di circa 59.000 ha di suolo consumato corrispondente all’8,58% del suo territorio. La provincia di Novara rimane al primo posto in termini di suolo consumato percentuale con l’11,06%.
La provincia di Biella è invece l’unico caso in cui non si registra nel 2019 un incremento di suolo ma un lieve recupero (-9 ettari.); a livello comunale, i tre comuni piemontesi con i maggiori incrementi in termini assoluti nel 2019 si annotano Piossasco (28 ettari), Tortona (19 ettari), Caluso (15 ettari). Torino, tra le grandi città quella con il grado di artificializzazione più alto (suolo consumato percentuale 65%), incrementa nel 2019 il consumo di suolo netto (+ 5 ettari) dopo la flessione registrata nel 2018.
 

Suolo consumato a livello regionale e di ripartizione geografica (% 2020)


Fonte : elaborazioni ISPRA su cartografia SNPA
I vari modelli di espansione urbana congiuntamente allo sviluppo di una rete di trasporti e di infrastrutture molto capillare concorrono al disegno di un sistema di consumo del suolo distribuito e diffuso che incide sensibilmente sulla disponibilità dei suoli ad elevata potenzialità agricola in area di pianura e interessa in modo pressoché uniforme anche i territori collinari e montani lungo i fondovalle di tutti i bacini alpini. Rimangono sostanzialmente inalterati i settori dei rilievi alpini e pedemontani, corona e principale serbatoio forestale, di naturalità e di copertura dei suoli.

IL PORTALE PER L'ACCESSO AI DATI DEL CONSUMO DI SUOLO IN ITALIA

Come negli anni passati, i dati completi del consumo del suolo, dello stato di artificializzazione del territorio e delle diverse forme insediative, degli impatti prodotti sui servizi ecosistemici e sullo stato di degrado del suolo, sono rilasciati in formato aperto e liberamente accessibili sul sito dell’ISPRA e del SNPA e rappresentano uno strumento che il Sistema mette a disposizione dell’intera comunità istituzionale e scientifica nazionale.
Per il terzo anno consecutivo la presentazione del Rapporto SNPA si avvale del Portale del consumo di suolo, realizzato dal Sistema informativo geografico ambientale di Arpa Piemonte in collaborazione con Ispra che mette a disposizione dati, cartografie, indicatori a scala nazionale, regionale e per singolo comune riferiti al periodo di osservazione 2012-2020.

Figura 2
Portale per l'accesso ai dati del consumo di suolo in italia

Nel portale sono presentati in forma semplificata e divulgativa i principali aspetti ambientali connessi al suolo, ai fenomeni di trasformazione e consumo, ai servizi ecosistemici ad esso correlati.

Il portale guida l'utente nella scoperta e comprensione della materia attraverso un percorso organizzato in sezioni che integrano testi, immagini, video, mappe e animazioni.

Attraverso l'applicazione è possibile:

  • consultare lo stato e le tendenze del consumo di suolo attraverso una sezione di sintesi del rapporto 2020 ed una apposita dashboard dinamica che attraverso cartogrammi, grafici e tabelle permette di leggere e confrontare i principali indicatori del fenomeno a scala nazionale, regionale e comunale;
  • accedere alla cartografia del consumo di suolo e consultare l'evoluzione del fenomeno con le mappe nazionali;
  • visualizzare attraverso l'Atlante fotografico una serie di casi reali significativi di trasformazioni del territorio emersi e analizzati nell'ambito delle attività di monitoraggio da parte di Snpa;
  • scoprire come viene realizzato il monitoraggio annuale attraverso una sezione divulgativa che illustra i principi e le tecniche di analisi utilizzare dal Sistema nazionale e basate sul telerilevamento satellitare e aereo, con particolare riferimento alle immagini messe a disposizione dal programma europeo Copernicus;
  • approfondire i principali concetti inerenti il suolo come risorsa naturale non rinnovabile, i processi e le caratteristiche dei diversi fenomeni di consumo di suolo, il significato e il valore dei servizi ecosistemici garantiti dal suolo.

Valutazione del consumo di suolo da parte di Regione Piemonte

La Regione Piemonte si è dotata negli anni passati di un sistema di monitoraggio del consumo di suolo specificamente indirizzato al supporto delle politiche regionali in materia di tutela del suolo, del Piano Territoriale Regionale e del Piano Paesaggistico Regionale.

Nel corso del 2022 saranno pubblicati i dati relativi alla revisione quinquennale del monitoraggio effettuato dalla Regione in collaborazione con il CSI, con l’obiettivo di aggiornare il dato del consumo in funzione della verifica dell’efficacia della normativa e delle politiche regionali in materia di contenimento del consumo di suolo e riuso e riqualificazione dell’edificato utilizzando il modello di rilevamento consolidato negli ultimi anni ed integrando i dati generati dall’attività di ISPRA basati sui rilevamenti operati da Arpa Piemonte.

L’ISPRA ha il compito, infatti, di monitorare il consumo di suolo sulla base di criteri condivisi, di supportare la produzione normativa nazionale e favorire la collaborazione e il confronto tecnico sulla materia, anche a livello regionale.

In particolare l’attività di collaborazione e confronto promossa da ISPRA si esplica attraverso gli Osservatori/Tavoli tecnici, a supporto delle attività di monitoraggio del consumo di suolo e della pianificazione sostenibile del territorio; il compito principale di tali Osservatori è l’attivazione di tavoli tecnici, in tutte le Regioni, di confronto tra le varie conoscenze e competenze regionali a supporto delle attività di monitoraggio del consumo di suolo e di pianificazione sostenibile del territorio.

In Piemonte l’Osservatorio regionale, avviato nel 2019, è costituito dalle Direzioni regionali Ambiente, Energia e Territorio, Opere pubbliche, difesa del suolo, protezione civile, trasporti e logistica, Agricoltura e dall’Istituto per le piante da legno e l’ambiente (IPLA).

In tale contesto è importante, anche per la Regione Piemonte, promuovere l’attivazione di un sistema integrato a livello nazionale e regionale di monitoraggio della qualità dei suoli, del loro uso e consumo e dei processi di degrado che li affliggono, che produca dati aggiornati, armonizzati e accessibili.

Tali dati, condivisi e armonizzati, costituiscono il riferimento conoscitivo utile per tutti gli strumenti (di pianificazione e programmazione territoriale) e di riferimento per le varie politiche settoriali alle diverse scale di intervento.

Un elemento aggiuntivo ai dati SNPA e di diretto interesse per le competenze di pianificazione territoriale ed urbanistica della Regione è l’individuazione della superficie urbanizzata e urbanizzabile prevista ma non ancora attuata dai piani comunali indispensabile per armonizzare lo sviluppo territoriale secondo logiche di sostenibilità ambientale e di conservazione della risorsa suolo con lo sviluppo economico e sociale del territorio.

Le politiche urbanistiche si possono quindi avvalere di una lettura organica dei complessi fenomeni dell’urbanizzazione del territorio che considerino i diversi caratteri determinati dalle pianificazioni locali (concentrazione o dispersione insediativa, etc.) e le compromissioni ambientali che tale sviluppo determina.

Lo sviluppo del monitoraggio del consumo di suolo dovrà sicuramente integrare le attività condotte a livello nazionale con quelle condotte a livello regionale, ad esempio considerando le differenti tipologie di edificato per le differenti tipologie di suolo consumato, in modo da permettere una analisi più di dettaglio, e quindi più efficace, sia in funzione delle scelte politiche di tutela del suolo che nella valutazione dei costi ambientali a fronte dei benefici socioeconomici ricercati con la espansione di strutture produttive e di servizi o di infrastrutture a loro collegate.

Sarebbe altrettanto importante prendere in considerazione una analisi selettiva del dato del consumo riferita alla tipologia di edificato che si analizza, in particolare, mancando un dato conoscitivo rapportato alla destinazione d’uso delle diverse tipologie di consumo, il dato che relaziona consumo e andamento demografico appare parziale ai fini della valutazione urbanistica del fenomeno, sarebbe quindi auspicabile integrare la lettura del fenomeno con valutazioni di natura socioeconomica quali ad esempio la relazione tra consumo generato e realizzazione di impianti produttivi o logistici che generano un evidente impatto sulla risorsa ma, parallelamente, generano sviluppo e occupazione rispetto ad determinato un sistema territoriale.

L’esigenza è quindi quella di non mettere in competizione i dati nazionali e regionali ma utilizzarne i risultati in funzione degli utilizzi che si intende farne in relazione alle caratteristiche del dato, alla sua rappresentazione cartografica e alla scansione temporale del rilevamento; in tale ottica i dati nazionali si possono considerare il “termometro” del fenomeno, utile per determinare un dato numerico con una scansione temporale annuale mentre il rilevamento regionale ha una finalità strettamente connessa alla attuazione della pianificazione e programmazione territoriale.

Metodologie a confronto

Per quanto riguarda l’approccio metodologico SNPA, con un’apposita “rete di referenti” coordinata dall’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), a cui partecipano le 21 Agenzie per la protezione dell’ambiente delle Regioni e delle Province Autonome (ARPA/APPA), assicura il monitoraggio del territorio e del consumo di suolo attraverso la redazione di cartografia tematica e l'utilizzo di reti di monitoraggio puntali o di tecniche di earth observation per la classificazione della copertura del suolo. Il monitoraggio avviene attraverso la produzione di una cartografia nazionale del consumo di suolo su base raster (griglia regolare) di 10x10m, prodotto secondo un sistema di classificazione il cui primo livello suddivide l’intero territorio in suolo consumato e suolo non consumato. Le elaborazioni annuali seguono una metodologia omogenea e prevedono un processo basato sull’acquisizione dei dati di input (immagini Sentinel 1 e 2, altre immagini satellitari disponibili, dati ancillari), la loro classificazione e la fotointerpretazione multitemporale completa dell’intero territorio ed editing a scala di dettaglio (≥ 1:5.000). Le superfici artificiali, alla base del rilevamento del suolo consumato, vengono rilevate solo se di estensione tale da coprire più del 50% della cella di 10x10m. Sono, quindi, esclusi molti elementi lineari di spessore limitato, come le infrastrutture minori in contesto agricolo o naturale.

Le attività di monitoraggio sfruttano ampiamente le potenzialità del programma Europeo di osservazione della Terra Copernicus che raccoglie informazioni da molteplici fonti, ossia satelliti e sensori di terra, di mare ed aviotrasportati. Copernicus integra ed elabora tutte queste risorse fornendo agli utenti istituzionali, della ricerca e dell’industria, informazioni affidabili e aggiornate attraverso una serie di servizi che attengono all'ambiente, al territorio e alla sicurezza.

Il processo di monitoraggio condotto da Regione Piemonte, non del tutto dissimile a quello nazionale nell’identificazione degli oggetti territoriali di origine antropica, si è storicamente basato sulla fotointerpretazione di immagini aeree e/o satellitari per costruire la base cartografica degli elementi antropici che concorrono a definire il suolo consumato. Negli ultimi anni si è potuto ovviare all’acquisizione delle ortofoto e/o immagini grazie alla messa in opera della BDTRE, La Base Dati Territoriale di Riferimento degli Enti del territorio piemontese promossa dalla Regione Piemonte, con i contenuti propri di una cartografia tecnica, strutturata secondo le "Regole tecniche per la definizione delle specifiche di contenuto dei database geotopografici" nazionale e in primo luogo finalizzata a supportare le attività di pianificazione, governo e tutela del territorio. Isolato il livello dell’urbanizzato, la metodologia utilizzata prevede su di esso la realizzazione di un buffer di 50 m per identificare gli agglomerati urbani ed un successivo contro buffer per il loro “ritaglio”. Coerentemente con quanto definito da ISPRA, anche nel metodo regionale è prevista, grazie alla granularità dell’informazione registrata in BDTRE, la distinzione tra suolo consumato da urbanizzato (CSU), da infrastrutture (CSI) e reversibile (CSI).



Contenuti correlati

A fine 2020 la Commissione Europea ha lanciato la nuova strategia dell’UE per la protezione del suolo per ribadire come la salute del suolo sia essenziale per conseguire gli obiettivi in materia di clima e di biodiversità del Green Deal europeo. La consultazione pubblica sulla strategia si è chiusa il 27 aprile 2021 e la Commissione prevede la sua adozione nel mese di ottobre di quest’anno. L’iniziativa aggiornerà l’attuale strategia per affrontare il degrado del suolo con l’obiettivo di:
  • proteggere la fertilità del suolo;
  • ridurre l'erosione e l'impermeabilizzazione;
  • aumentare la sostanza organica;
  • individuare i siti contaminati;
  • ripristinare i suoli degradati;
  • definire il "buono stato ecologico" dei suoli.
La strategia terrà conto anche degli impegni internazionali, contribuendo a formare la posizione dell’UE per i prossimi negoziati a livello globale, ad esempio per la Convenzione delle Nazioni Unite sulla biodiversità.
Inoltre le istituzioni comunitarie promuovono, attraverso atti politici di indirizzo per gli Stati membri, quali la “Tabella di marcia verso un’Europa efficiente nell'impiego delle risorse”, il contenimento del consumo del suolo e dei suoi impatti attraverso politiche e azioni finalizzate al “limit land take” and “soil sealing” ovvero a “limitare il più possibile l'occupazione e l'impermeabilizzazione dei terreni”, con l’obiettivo di azzerare il consumo di suolo netto entro il 2050, di allinearlo alla crescita demografica e di non aumentare il degrado del territorio entro il 2030.

Altre informazioni nella sezione Soil and Land del sito della Commissione Europea
In Italia permane l’assenza di una legge quadro nonostante la presentazione di numerosi disegni di legge in materia di contenimento del consumo del suolo e riuso del suolo edificato, accomunati dal riconoscimento dell’importanza del suolo come bene comune e risorsa non rinnovabile, fondamentale per i servizi ecosistemici che produce, anche in funzione della prevenzione e della mitigazione degli eventi di dissesto idrogeologico e delle strategie di adattamento ai cambiamenti climatici.
in ogni caso la futura legge nazionale dovrà costituire da un lato dovrà contenere principi e obiettivi tenendo conto nel contempo delle normative e dei disposti applicativi contenuti nelle Leggi regionali già approvate, al fine di integrare le strategie e e le politiche nazionali con quelle regionale in un'ottica di collaborazione istituzionale e omogeneizzazione delle attività di monitoraggio e di attuazione delle politiche volte al perseguimento dell’obiettivo del raggiungimento del bilancio del consumo di suolo pari a zero al 2050 proposto dalla UE.

In tale quadro la gestione della componente di monitoraggio del consumo di suolo, al fine della realizzazione di un quadro conoscitivo affidabile e facilmente aggiornabile costituisce uno degli aspetti fondamentali per la costruzione di politiche condivise ed efficaci.