Percorsi educativi: un patentino per lo smartphone

Anno
2025

Come negli anni scolastici precedenti, all’interno del programma “Scuole che promuovono salute” del Piano Regionale della Prevenzione, è stato avviato da ottobre 2023 il progetto di formazione “Un patentino per lo smartphone” promosso dall'Assessorato alla Sanità della Regione Piemonte, nell’ambito della legge regionale n° 2/2018 per la prevenzione e il contrasto dei fenomeni del bullismo e Cyberbullismo. 

Il progetto regionale interistituzionale vede la partecipazione dell’Ufficio Scolastico Territoriale di competenza, le Scuole Polo per il Cyberbullismo, le ASL Piemontesi, la Polizia di Stato e Arpa Piemonte. Il progetto multidisciplinare è finalizzato a formare gli studenti delle classi prime delle scuole secondarie di I grado ad un percorso di sensibilizzazione all’uso consapevole dello smartphone, del web e dei social network e di prevenire i rischi di un comportamento inadeguato. L’obiettivo è stato quello di creare un percorso educativo multidisciplinare, rivolto agli insegnanti, per favorire l’integrazione di temi e prospettive differenti: normativa e rispetto delle regole, media education, funzionamento dei dispositivi, promozione della salute. Il progetto si è anche sviluppato in alcune scuole secondarie di II grado capofila di una rete che ha coinvolto Istituti superiori di alcune provincie del territorio piemontese. L'iniziativa rappresenta un nuovo passo della Strategia regionale di prevenzione e di educazione alla cittadinanza digitale.

L’edizione 2023/2024 ha visto la partecipazione al corso di 138 istituti comprensivi con la formazione complessiva di 12317 studenti. 

Il percorso si è concluso con una cerimonia pubblica di consegna del "Patentino", coinvolgendo i genitori e le Istituzioni pubbliche locali. 
Arpa Piemonte ha predisposto una sezione disponibile sul sito per la FAD dei docenti. I toolkit delle lezioni sono disponibili in una  mappa multimediale e riguardano i seguenti temi: 

I materiali sono messi a disposizione dei docenti interessati, affinché possano trasmettere i contenuti del corso ad altri insegnanti e/o studenti, stimolandoli a riflettere sul proprio rapporto con le 'nuove' tecnologie e i social network, sulle opportunità offerte e i rischi connessi, con l’obiettivo di renderli protagonisti consapevoli del proprio percorso di crescita e delle scelte che ne derivano.
I contenuti formativi sono stati elaborati dalle seguenti strutture di Arpa Piemonte:  Educazione Ambientale, Epidemiologia Ambientale, Radiazioni Non Ionizzanti e dal Gruppo Rumore del Dipartimento Territoriale Piemonte Nord Ovest
Arpa Piemonte ha predisposto. infine. un decalogo ironico sull'uso consapevole del cellulare

I numeri dell'edizione 2023-2024 del percorso "Un patentino per lo smartphone" - Fonte Regione Piemonte
Numero IC coinvolti Numero docenti formati Numero classi formate Numero studenti formati Numero patentini consegnati
138 391 890 12317 12317
I numeri dell'edizione 2023-2024 del percorso "Un patentino per lo smartphone" - Fonte Regione Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

Decalogo uso dello smartphone - Galleria Foto Arpa Piemonte https://galleriefotoarpapiemonte.weebly.com/decalogo-uso-dello-smartphone.html

Testo e musica del brano rap https://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/educazione-ambientale/musicadambiente/brani-e-basi/cellu-rap 

Video progetto "Un patentino per lo smartphone" https://youtube/rBOjViW3Rzs

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Educazione alla sostenibilità

Stato quantitativo delle acque sotterranee

Anno
2025

Il livello delle falde è determinato da più fattori che incidono sulla ricarica naturale ed eventualmente artificiale delle stesse come gli apporti diretti dalle precipitazioni, la alimentazione dalle aree di ricarica, la presenza di corsi d’acqua o canali, l’allagamento delle risaie e dei prelievi per i diversi usi.

In periodi di siccità, quando anche i corsi d’acqua superficiali sono in condizioni di magra o secca, i prelievi da falda tendono ad aumentare, amplificando gli effetti negativi sulla falda a causa di maggiori prelievi e concomitante minore ricarica.

Arpa Piemonte rileva, grazie alla rete di monitoraggio piezometrico, la soggiacenza, ovvero la distanza tra il piano campagna e il livello dell'acqua di falda; la misura in continuo di tale parametro fornisce un’informazione diretta dell’oscillazione del livello della falda.

La condizione della soggiacenza dell’acquifero superficiale viene valutata mettendo a confronto i valori di soggiacenza misurati dai nell’anno in corso con la condizione ‘naturale’ di riferimento, calcolata, per ciascun piezometro della rete di monitoraggio, come fluttuazione dei livelli nell’anno medio su lungo termine (2005-2023).

La fascia di fluttuazione che può essere considerata la naturale oscillazione annua media dell’acquifero in quel dato punto della rete è calcolata interpolando i valori del 25° e il 75° percentile dei dati mensili di soggiacenza della serie storica di ciascun piezometro.

Valutazione della soggiacenza dell’acquifero - Fonte Arpa Piemonte
Esempio di boxplot della media mensile 2023 in relazione alla serie storica 2005-2023. Le linee tratteggiate identificano la fascia di fluttuazione dell’acquifero, i valori della soggiacenza attuale al di sotto della fascia di naturale oscillazione stagionale della falda (75° percentile) definita dalla serie storica evidenziano per il corpo idrico sotterraneo una condizione di criticità dal punto di vista dello stato quantitativo

Ogni area idrogeologica è caratterizzata da peculiari condizioni idrogeologiche e da specifiche modalità di ricarica e tipologie di sfruttamento della risorsa.

L’aggregazione di dati di più piezometri, confrontabili per le loro caratteristiche, fornisce un’indicazione sull’andamento della soggiacenza del corpo idrico sotterraneo nel suo insieme. 

La rappresentazione delle variazioni stagionali della soggiacenza, aggregate per corpo idrico sotterraneo, mostra per il 2023 un generale aumento della soggiacenza in tutte le aree del Piemonte, con valori superiori al 75° percentile: la gradazione di colore mette in evidenza i corpi idrici sotterranei con livello della falda superficiale in abbassamento.

Grado di anomalia della soggiacenza 2023 rispetto alla fascia di fluttuazione della serie di riferimento 2005-2023 nelle diverse stagioni - Fonte Arpa Piemonte

La rappresentazione della differenza tra la soggiacenza media del 2023 e la soggiacenza media del periodo di riferimento 2005-2021 (è stato escluso il 2022 poiché fortemente anomalo) mostra come in molte aree del Piemonte la soggiacenza risulti superiore a quella della serie storica di riferimento, con differenze percentuali piuttosto elevate. Un aumento di soggiacenza corrisponde a un abbassamento del livello freatico.

Distribuzione della differenza in percentuale tra la soggiacenza media del 2023 e quella dell’anno medio storico ricavato dal periodo 2005-2021 normalizzata rispetto alla media storica in Piemonte - Fonte Arpa Piemonte

Il livello della falda superficiale, che nel periodo dal 2020 al 2022 ha manifestato una netta tendenza all’abbassamento quasi ubiquitario, nel 2023, in seguito alle piogge di maggio-giugno, rientra nell’intervallo dei valori storici solo in alcune aree ricadenti nelle pianure novarese, biellese e vercellese, torinese settentrionale.

Andamento del livello medio della falda superficiale nel 2023 rispetto al periodo 2005-2021 nei punti di monitoraggio della rete piezometrica del Piemonte - Fonte Arpa Piemonte
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Acqua

Cartografia delle Valanghe: Il Portale delle Valanghe in Piemonte

Anno
2025

Nel 2024 il Sistema Informativo Valanghe – SIVA  è stato integrato, rivisto nella veste grafica e inserito all’interno di un nuovo strumento web, sempre disponibile attraverso il Geoportale di Arpa Piemonte. La web app è consultabile non solo con utilizzo di personal computer desktop ma anche con smartphone e tablet.

Home page del Portale delle Valanghe in Piemonte

Online da oltre vent’anni, la cartografia tematica valanghe a media scala disponibile sul SIVA continua a rappresentare una fondamentale base informativa sul fenomeno valanghivo a scala regionale. Si tratta di uno strumento prezioso per i tecnici delle amministrazioni locali, un utile punto di partenza per studi specialistici e un valido supporto per i professionisti coinvolti, a vario titolo, nella progettazione in ambito montano.

La tematica delle valanghe continua a suscitare curiosità e interesse anche tra gli appassionati di montagna, rappresentando al contempo un rilevante ambito di studio e ricerca, soprattutto nel contesto del cambiamento climatico in atto. Le alterazioni del clima stanno modificando profondamente anche la dinamica valanghiva, strettamente legata all’innevamento e alle temperature. Si alternano infatti lunghi periodi siccitosi, con scarse o nulle precipitazioni nevose, durante i quali si tende a dimenticare il pericolo valanghe, alimentando la falsa percezione che si tratti di un rischio ormai superato. Tuttavia, a questi si contrappongono fasi di precipitazioni intense, burrascose e persistenti, che forniscono la "materia prima" per una marcata e diffusa attività valanghiva, dimostrando come il rischio valanghe sia tuttora ben presente e attuale.

Nasce così il Portale delle Valanghe, un ambiente digitale in cui gli strumenti di lavoro per i tecnici sono raccolti nelle sezioni SIVA e SIVA 3D, affiancati e arricchiti da contenuti a carattere più divulgativo. Tra questi, la pagina Racconti di Valanghe propone storie di valanghe, passate e recenti, che hanno lasciato un segno nella memoria collettiva; mentre  il Tour Fotografico, consente di esplorare in modo semplice e interattivo una selezione curata di immagini tratte dagli archivi di Arpa Piemonte, raccolte negli anni anche grazie alla dedizione dei collaboratori del servizio nivologico che operano sul territorio. 

La sezione Tour fotografico del Portale

A fare da ponte tra la parte tecnica e la sezione divulgativa è la pagina  Valanghe Segnalate, una sezione innovativa che per Arpa Piemonte rappresenta un primo passo verso una maggiore accessibilità e comprensione del catasto valanghe. Questa sezione raccoglie e descrive le valanghe stagionali più rilevanti e impattanti sul territorio.

Il 2024, in particolare durante i mesi primaverili come descritto più nel dettaglio nella sezione Attività valanghiva spontanea, ha richiesto un ulteriore impegno nell’aggiornamento del Portale e del sistema SIVA. Sono infatti state inserite le informazioni relative alla data dell’evento, ai danni associati, alle fotografie e alle descrizioni per ben 95 eventi valanghivi di dimensioni da grandi a molto grandi — probabilmente la stagione con il maggior numero di eventi dopo il tristemente noto inverno 2008-2009. Il Portale si completa con le sezioni Approfondimenti  e Tutorial: la prima dedicata a chi desidera approfondire le metodologie utilizzate per la redazione delle carte tematiche, i criteri di classificazione dei siti valanghivi e altri aspetti specifici; la seconda pensata per guidare l’utente nella navigazione tra i vari tab e favorire un uso completo e consapevole dei dati disponibili.

Tutti i layer sono consultabili tramite il visualizzatore 2d o, in alternativa, attraverso il servizio interoperabile WMS, utile per la visualizzazione dei dati all'interno di un software GIS. È inoltre disponibile il download diretto in formato shapefile di tutte le geometrie, sia a livello regionale che suddivise per provincia, comprensive di tematizzazioni e legenda completa, per facilitare la comprensione dei contenuti rappresentati.

La sezione Valanghe segnalate del Portale
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Geologia e nivologia

Incidenti da valanga

Anno
2025

La stagione invernale 2023-2024 si colloca al nono posto per il numero di incidenti registrati nel periodo 1983-2024 al pari dei due inverni 2007-2008, 2021-2022.

Distribuzione del numero di incidenti negli ultimi 41 anni. La linea tratteggiata (nera) e la linea intera (rossa) descrivono rispettivamente la media (6 incidenti/anno) e la tendenza polinomiale

In Piemonte, sono stati registrati 6 incidenti da valanga: il primo a inizio gennaio e i restanti 5 nel mese di marzo; in particolare, il 10 marzo sono avvenuti ben 3 incidenti. Gli incidenti in valanga si sono concentrati sui settori meridionali e settentrionali: un incidente sulle Alpi Lepontine nord, uno sulle Alpi Pennine di confine nord, uno in Valle Maira, due in Valle Stura e uno nelle Valli del Monregalese. Il totale delle persone travolte ammonta a 13 di cui 10 sono rimaste illese, 1 ferita e due decedute.

Distribuzione degli incidenti sui settori alpini piemontesi

Per quanto riguarda il grado di pericolo valanghe associato alla zona dell’incidente è interessante notare che quasi la totalità degli incidenti sono avvenuti con grado di pericolo 4-Forte (5 casi su 6), mentre un caso è avvenuto con grado di pericolo 3-Marcato. Questa considerazione ha ancora più peso se si considera l’inclinazione della zona di distacco, in tutti i casi superiore a 35°. La tipologia di valanga predominante è quella a lastroni di superficie. In continuità con le stagioni precedenti, anche durante l’inverno 2023-2024 la maggior parte degli incidenti si è verificata su versanti con esposizione compresa tra nord ed est (5 casi su 6). Ciò è riconducibile alla persistente e intensa ventilazione da ovest, nord-ovest registrata per numerosi giorni, che ha favorito la formazione di accumuli nevosi sui versanti sottovento.

Dei 6 incidenti, 2 sono stati determinati dal distacco di una valanga spontanea, mentre nei restanti 4 casi la valanga è stata provocata. Contrariamente agli anni precedenti, quando gli stranieri hanno rappresentato una notevole percentuale delle persone travolte, nella stagione invernale 2023-2024 la totalità delle persone coinvolte negli incidenti da valanga sono di nazionalità italiana. Le categorie delle persone coinvolte risultano piuttosto eterogenee: in due casi si è trattato di ciaspolatori, in altri due di scialpinisti durante la discesa, in un caso di sciatori fuori pista e in un altro di persone che si trovavano su una via di comunicazione. 

Tabella riassuntiva con le caratteristiche salienti degli incidenti da valanga avvenuti in Piemonte nella stagione 2023-24
Data 07/01/2024 10/03/2024 10/03/2024 10/03/2024 12/03/2024 27/03/2024
Valle Formazza Stura Maira Casotto Sesia Stura
Comune Formazza Vinadio Acceglio Garessio Alagna Valsesia Argentera
Provincia VB CN CN CN VC CN
Località Lago Toggia Strepeis Monte Midia Monte Mussiglione Canale Giachetti Strada Colle Maddalena
Quota distacco 2240 1450 2170 1900 2500 2400
Esposizione E SE N E NE SO
Pendenza 42 40 35 38 45 38
Tipo di valanga lastroni lastroni lastroni lastroni lastroni lastroni
Dimensione valanga piccola media n.d. n.d. media grande
Grado pericolo 3 4 4 4 4 4
Nazionalità IT IT IT IT IT IT
Categoria Escursionismo con ciaspole Escursionismo con ciaspole Scialpinismo con sci in discesa Scialpinismo con sci in discesa Fuoripista sci Persona su via di comunicazione
Travolti 2 5 2 1 1 2
Illesi 0 5 2 1 0 2
Feriti 0 0 0 0 1 0
Morti 2 0 0 0 0 0
Tabella riassuntiva con le caratteristiche salienti degli incidenti da valanga avvenuti in Piemonte nella stagione 2023-24

Si riporta di seguito la descrizione dettagliata e l’analisi del primo incidente della stagione che è risultato l’unico mortale. 

Nella mattina del 7 gennaio due escursionisti con le ciaspole (un uomo e una donna) con il loro cane stavano transitando lungo la sponda Ovest del Lago Toggia, indicata nell'immagine seguente.

Localizzazione dell’incidente

Poco dopo aver superato la casa dei guardiani della diga, hanno provocato una valanga a lastroni di superficie che li ha travolti. La zona del distacco è stata localizzata a 2240 m e presentava un fronte di circa 150 m. Lo spessore della neve coinvolto nel distacco è stato di circa 50 cm nella zona più a nord e circa 20 cm in quella più a sud. La valanga ha concluso il suo movimento nel Lago Toggia (2180 m) coprendo un dislivello di 60 m.

La linea verde indica una porzione della zona del distacco mentre in arancione l’accumulo nel lago; a destra un dettaglio della zona dell’accumulo nel Lago Toggia. Foto effettuate dai nostri rilevatori il giorno del rilievo

La valanga che travolge entrambi gli escursionisti viene osservata dai guardiani della diga che si precipitano per dare soccorso. Eseguono una prima ricerca con ARTVA senza esito, nel frattempo interviene il Soccorso Alpino con le unità cinofile. L’uomo viene ritrovato sotto 1 m di neve, completamente sepolto, deceduto probabilmente per traumi. La donna, anche lei deceduta, viene individuata nel lago dove è stata trascinata dalla valanga, per cui il recupero è stato condotto dal nucleo sommozzatori dei vigili del fuoco. 

Il giorno dell’incidente il grado di pericolo nel settore dove è avvenuto il distacco, era 3-Marcato oltre i 2200 m. Il problema valanghivo segnalato per la zona dell’evento riguardava la neve ventata, con i pendii più critici esposti da nord-ovest a sud, passando per est.

La settimana dell’incidente è stata caratterizzata da nevicate moderate: la stazione manuale del Lago Toggia, posta vicino alla zona dell’incidente, ha misurato 23 cm di nuova neve il 3 gennaio e ulteriori 24 cm tra il 5 e 6 gennaio. Sempre i rilevatori della diga del Toggia, nei due giorni precedenti, hanno segnalato vento forte in quota con la formazione di grandi accumuli. La ventilazione intensa da nord-ovest viene anche confermata dalla stazione automatica di Formazza (2453 m di quota). L’intensa azione eolica ha determinato la formazione di accumuli soprattutto sui pendii esposti a sud, sud-est come quello interessato dalla valanga. 

Nel Bollettino valanghe, in riferimento al settore dell’incidente, viene posta l’attenzione sulla neve ventata: “da ieri il vento è stato da moderato a forte. Nelle conche, nei canaloni e dietro ai cambi di pendenza, gli accumuli di neve ventata cresceranno ulteriormente. I nuovi accumuli di neve ventata possono subire un distacco in seguito al passaggio di un singolo appassionato di sport invernali. Sono previste valanghe asciutte di medie e di grandi dimensioni. La neve fresca degli ultimi due giorni così come gli accumuli di neve ventata che hanno raggiunto un certo spessore, devono essere valutati con attenzione al di sopra dei 2200 m circa.” Nella sezione manto nevoso viene riportato “In molte regioni da lunedì sono caduti diffusamente da 30 a 50 cm di neve. Soprattutto in quota l’innevamento è estremamente variabile a seconda dell’azione del vento. Sui pendii carichi di neve ventata, all’interno del manto nevoso si trovano isolati strati fragili.” 

Il giorno successivo all’incidente è stato effettuato un rilievo nivologico poco al di sopra dell’area di distacco. Il profilo stratigrafico (riportato in figura) evidenzia una porzione superficiale di circa 40 cm formata da particelle frammentate dal vento, con elevata resistenza meccanica, sovrapposte a croste molto dure. La parte centrale e inferiore del manto nevoso è composta da grandi policristalli. I test di stabilità effettuati hanno evidenziato la presenza di uno strato superficiale di circa 20 cm particolarmente reattivo: nel test ECT (Extended Column Test) il blocco si è fratturato nettamente già al primo colpo, con il gomito utilizzato come fulcro; risultati simili sono emersi anche dal test Rutschblock, in cui la frattura si è propagata al primo movimento dell’operatore, provocando un distacco parziale del blocco. Nel caso specifico dell’incidente, è verosimile che il lastrone da vento presente sul pendio ripido esposto a sud-est si sia staccato in seguito al sovraccarico localizzato prodotto dal passaggio dei due escursionisti con le ciaspole.

Rappresentazione grafica del profilo nivologico eseguito il giorno dopo l’incidente
Informazioni e risorse aggiuntive

Valanghe sul sito di Arpa Piemonte  https://www.arpa.piemonte.it/temi/neve-ghiacciai/valanghe?pid=19

Rendiconti Nivometrici - Per maggiori dettagli sui rendiconti nivometrici e approfondimenti relativi alla stagione 2023-2024 consultare la pubblicazione del Rendiconto stagionale sul sito di Arpa Piemonte https://www.arpa.piemonte.it/pubblicazione/rendiconto-nivometrico-stagione-invernale-20232024

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Geologia e nivologia

Attività valanghiva spontanea

Anno
2025

Nel corso della stagione invernale 2023-2024, l’attività valanghiva si è concentrata soprattutto nei mesi di marzo e aprile, caratterizzati dalle nevicate più significative. Non mancano, tuttavia, segnalazioni e osservazioni di eventi valanghivi di notevole entità anche negli altri mesi. Di seguito vengono riportati, in ordine cronologico, gli eventi valanghivi spontanei di maggior rilievo.

Nonostante lo scarso innevamento, il 14 dicembre 2023, è stato osservato il distacco della valanga di “Fontana Napoleone”, una valanga incanalata (rappresentata nell'immagine seguente) che dopo aver percorso un dislivello considerevole si è arrestata poco a monte della strada del Colle della Maddalena (Argentera, CN). Questo evento ha segnato l'inizio di una serie di distacchi che hanno continuato a coinvolgere il sito valanghivo per tutta la stagione invernale.

Nella foto in alto la zona di distacco e scorrimento, nella foto in basso la zona di accumulo in prossimità della strada per il Colle della Maddalena SS21. Foto CLV Valle Stura

Un secondo evento si è verificato il 18 gennaio 2024, al termine di un periodo segnato da condizioni meteorologiche particolarmente variabili, con vento forte, nevicate, marcate escursioni termiche e piogge spinte fino ad alta quota. La valanga, costituita da neve umida a debole coesione superficiale, si è staccata in concomitanza con un rialzo termico intorno ai 2200 metri di quota, per poi arrestarsi a circa 1930 metri, dopo un dislivello di 300 metri, fermandosi a brevissima distanza dalla strada statale SS21. Nel mese di marzo si è verificato un ulteriore distacco, che ha raggiunto la medesima sede stradale coinvolgendo due veicoli bloccati dalla nevicata in corso.

A sinistra dettaglio sulla zona di distacco della valanga che ha quasi raggiunto la sede stradale del Colle della Maddalena (indicata con la freccia rossa). In giallo la delimitazione di altri distacchi avvenuti poco più a monte. A destra la zona di accumulo della valanga. Foto CLV Valle Stura

L’attività valanghiva più intensa del mese di febbraio si è verificata nella parte finale del mese, in seguito a precipitazioni particolarmente abbondanti. Nell’ultima settimana di febbraio sono infatti state registrate cumulate giornaliere con valori medi compresi tra 60 e 90 cm su gran parte del territorio regionale, con punte superiori nelle Alpi Marittime, Liguri e Graie, dove si sono superati i 110-140 cm di neve fresca. Nonostante la visibilità ridotta, è stata osservata un’attività valanghiva significativa, con distacchi sia superficiali sia di fondo, principalmente di neve umida o bagnata, alcuni dei quali hanno raggiunto dimensioni considerevoli.

Distribuzione delle valanghe osservate dai rilevatori il 28 e 29 febbraio classificate in base al tipo e dimensione della valanga

Molte valanghe sono state registrate in Valle Orco, dove localmente sono state raggiunte zone antropizzate. Ulteriori distacchi sono stati registrati dalla Val Cenischia alla Val Chisone dove una valanga di neve umida, seppur di piccole dimensioni, ha raggiunto la SP 23 per il colle di Sestriere.

A sinistra le frecce arancioni indicano i numerosi distacchi nei pressi degli ombrelli ferma-neve sopra alla Borgata Capoluogo, zona cimitero - Valle Orco, comune di Ceresole Reale (Foto del 28/02 Parco Naturale Gran Paradiso). A destra il distacco ha lambito due chalet nella frazione di Borgiallo - Valle Orco, comune di Ceresole Reale. Foto del Parco Nazionale Gran Paradiso
Sulla sinistra la valanga a debole coesione di grandi dimensioni fotografata in Val Cenischia (Giaglione, TO) il 28 febbraio; Foto CLV Val Susa. Sulla destra la piccola valanga a debole coesione di fondo di neve bagnata che ha interessato la Strada Regionale 23 del Sestriere nel Comune di Usseaux (TO) il 28 febbraio. Foto del Parco Alpi Cozie

Ad inizio marzo, ed in particolare tra sabato 2 e la mattinata di lunedì 4 marzo, una perturbazione ha portato abbondanti nevicate su tutti i settori alpini piemontesi. L’attività valanghiva spontanea è stata intensa soprattutto in corso di nevicata, in particolare fra il pomeriggio e la notte del 3 marzo, e nella giornata del 4 marzo. 

In alta Val Susa e Val Chisone si sono verificati diversi distacchi di grandi dimensioni in corrispondenza della crosta con sabbia sahariana depositata in coda alla perturbazione del 28-29 febbraio 2024. Pressoché in tutte le valli dell’arco alpino piemontese sono state registrate valanghe di dimensioni significative, alcune delle quali hanno raggiunto i fondovalle, causando disagi alla viabilità. Tuttavia, le Commissioni Locali Valanghe (CLV)  riportano una magnitudo complessivamente contenuta dell’attività valanghiva rispetto all'entità delle precipitazioni: sono state registrate numerose valanghe spontanee a debole coesione e lastroni di medie dimensioni, con alcuni episodi di valanghe grandi e, in casi isolati, molto grandi. 

A partire dai settori settentrionali, si segnala l’attivazione della valanga della “Ciafera” a Rima San Giuseppe (VB) che, pur essendo di grandi dimensioni, non ha raggiunto la strada, arrestando la sua corsa circa 50-100 metri più a monte.

Valanga della Val Ciafera, Rima San Giuseppe (VC). Foto del 04/03/2024 della CLV Val Sesia

A Ceresole Reale, in Alta Valle Orco, il 3 marzo si sono verificate diverse valanghe di grandi dimensioni: alcune si sono staccate dai pendii della Corbassera, raggiungendo e superando il lungolago. Un’altra valanga ha interessato la Strada Provinciale 50 nei pressi della Borgata Borgiallo, non lontano dalla Frazione Villa di Ceresole Reale (vedi figura seguente). È attribuibile con buona probabilità allo stesso evento di inizio marzo anche una valanga molto estesa che, al Pian della Mussa, ha divelto il ponte di accesso al sentiero estivo per il Rifugio Gastaldi.

A sinistra le valanghe staccatesi dalle pendici della Corbassera (Ceresole Reale, TO) a circa 2300 m con zona di accumulo più a valle del lungo lago (Evidenziato dalla freccia rossa). A destra operazioni di pulizia della S.P.50 interessata da una valanga. Foto del Parco Nazionale Gran Paradiso

Nuovamente interessata da una piccola valanga la sede stradale della Strada Provinciale 23 del Sestriere appena più a valle della frazione di Soucheres Basses a Pragelato (TO).

Molte sono state anche le segnalazioni della città Metropolitana di Torino per interruzioni della circolazione in alcune strade di montagna, dovute alla necessità di rimuovere  tronchi e rami che ostruivano le carreggiate: si tratta della strada provinciale 197 a Mompellato di Rubiana, la strada regionale 23 del Sestriere a Mentoulles di Fenestrelle e nel tratto che da Cesana sale a Sestriere, come pure nelle Valli del Canavese e in quelle di Lanzo.

In Val Pellice, nello stesso giorno, vengono osservate dal Rifugio Jervis alcune valanghe di medie e grandi dimensioni dai pendii ripidi a monte della Conca del Prà a Bobbio Pellice (TO). Spostandosi nei settori alpini del cuneese vengono segnalate alcune valanghe molto grandi. In Valle Stura (CN) due valanghe oltrepassano la galleria paravalanghe denominata Messantoni tra l’abitato di Sambuco e la frazione Pianche per terminare la corsa nel letto del torrente Stura.

Vista della stessa valanga che ha oltrepassato la galleria Messantoni (codice 03 L CN del SIVA - Sistema Informativo VAlanghe). A sinistra lo scatto della CLV Valle Stura proprio durante la discesa della valanga avvenuto il 4 marzo. A destra la valanga vista dall’alto con una colorazione rossastra che deriva dalle deposizioni di origine sahariana presenti nel manto nevoso. Foto CLV Valle Stura

Sulla base delle previsioni meteorologiche e delle valutazioni degli effetti al suolo, il Centro Funzionale di Arpa Piemonte dalla giornata di sabato 2 marzo ha emesso per il pomeriggio un’allerta gialla per rischio valanghe nelle zone settentrionali di Verbano e Novarese (A e B), estendendola anche a tutta la fascia pedemontana occidentale (zone B, C, D, E) per la giornata di domenica. Nella successiva giornata di domenica 3 marzo, con l’intensificarsi dei fenomeni, il Centro Funzionale di Arpa Piemonte ha elevato il livello di allerta ad arancione (livello 3 su 4) per rischio valanghe sulle zone settentrionali e occidentali Novarese, Torinese, alta Val Susa e alto Cuneese (zone B, C e D).

A partire dal pomeriggio di venerdì 8 marzo fino a domenica 10 marzo il Piemonte è stato interessato da diffuso maltempo con nevicate nuovamente intense; l’ingente quantitativo di neve fresca cumulata in poche ore ha creato numerosi disagi.

Mappa della stima della precipitazione nevosa cumulata dall’8 all’11 marzo 2024

Alcuni comuni, tra cui Alto Sermenza (VC), Valprato (TO) e Ronco Canavese (TO), sono rimasti senza energia elettrica e copertura telefonica. Numerose strade sono state chiuse in via precauzionale, soprattutto nelle Valli dell’Ossola, Val Vigezzo, Valsesia e Valli Orco e Soana. Nel corso di domenica 10 marzo sono state segnalate numerose valanghe spontanee di dimensioni molto grandi che hanno interessato la viabilità di fondovalle, in particolare nei settori settentrionali e meridionali della regione maggiormente interessati dalle precipitazioni nevose. Numerosi distacchi si sono verificati nel comune di Carcoforo (VC), dove almeno 3 valanghe di dimensioni molto grandi hanno raggiunto le vie di comunicazione arrestandosi nei pressi di abitazioni: la “valanga del Pissone” con scorrimento e arresto sulla galleria paravalanghe che fortunatamente ha svolto al meglio la funzione protettiva; la “valanga delle Pesse” e infine la “valanga del Larice” che ha interessato la strada provinciale chiusa preventivamente con ordinanza del sindaco la mattina di domenica. Spostandosi in Valle Orco (TO), sempre domenica 10 marzo, una valanga molto grande (denominata valanga “Balma Fiorant”) ha interessato la strada tra Ceresole Reale e Noasca nel tratto protetto dalla galleria paravalanghe; il suo accumulo tuttavia è riuscito a invadere la sede stradale attraverso le aperture di valle.

Accumulo della valanga di “Balme Fiorant” (codice SIVA 31 E TO) vista da dentro (a sinistra) e da fuori (a destra) della galleria paravalanghe. Foto del Parco Nazionale Gran Paradiso

Anche in Val Soana, sempre lo stesso giorno, sono stati segnalati disagi alla viabilità: una valanga ha occupato la sede della Strada Provinciale 48 a monte dell’abitato di Pianetto (Valprato Soana, TO).

Accumulo della valanga sulla strada per Piamprato. Foto CLV Val Soana

Particolarmente interessate dalle nevicate sono state anche le Valli di Lanzo. Nel comune di Balme (TO) è stato ripreso il distacco di una valanga di grandi dimensioni che, lungo il tratto di scorrimento caratterizzato da salti di roccia, ha inglobato molta aria sviluppando una notevole componente nubiforme.

Spostandoci verso i settori meridionali, sono stati osservati numerosi distacchi di valanghe di dimensioni molto grandi in Valle Stura (CN). In particolare, il 10 marzo diverse valanghe hanno interessato la strada statale 21 sia nel tratto tra la Borgata Pianche e Sambuco sia nel tratto montano per il colle della Maddalena, preventivamente chiuso al traffico già la sera dell’8 marzo. L’11 marzo, sempre in Valle Stura, si è staccata una valanga di grandi dimensioni interessando il percorso classico di scialpinismo verso il Colle Incianao; la valanga si è staccata a circa 2350 m dai pendii ripidi esposti a nord ovest. Sull’itinerario, erroneamente ritenuto sempre sicuro in quanto ripercorre le piste di Argentera al momento chiuse, erano presenti numerosi scialpinisti, ma fortunatamente nessuno è stato coinvolto.

Sulla base delle previsioni meteorologiche e delle valutazioni degli effetti al suolo, tenuto conto della situazione pregressa, il Centro Funzionale di Arpa Piemonte ha emesso dal pomeriggio di sabato 9 marzo una allerta gialla per rischio valanghe su tutte le zone alpine A, B, C, D, E, F segnalando la possibilità di disagi alla viabilità, interruzioni di servizi e isolamento di borgate a causa dell’attività valanghiva spontanea nei fondovalle. Per la giornata di domenica 10 marzo, l’allerta è salita a livello arancione per rischio valanghe sulle zone nordoccidentali A, B, C (Verbano, Biellese, Novarese, Torinese), e sulle Alpi Marittime e Liguri (zone E ed F). Con il superamento della fase più acuta delle precipitazioni, nella giornata di lunedì 11 marzo, il livello di allerta per valanghe è sceso al giallo nelle le zone alpine meridionali mentre è rimasto arancione sulle Alpi Graie, Pennine e Lepontine; l’allerta si è poi conclusa, rientrando anche in queste zone, nel corso della prima parte della giornata di martedì 12.

Tra fine marzo e inizio aprile, una vasta e profonda saccatura atlantica centrata sulle isole britanniche ha determinato flussi umidi meridionali sulla nostra Regione, con un marcato peggioramento del tempo nel weekend pasquale. Nella mattina di domenica 31 marzo, dopo il primo intenso impulso della precipitazione, nonostante la visibilità ridotta a causa delle precipitazioni ancora in atto, sono stati registrati i primi distacchi di valanghe nei settori settentrionali maggiormente colpiti dalle nevicate. Nel comune di Alto Sermenza (VC) la valanga detta “della Ciafera”, che si era già staccata durante il fine settimana del 9-10 marzo, scende nuovamente nella notte, questa volta invadendo la strada che porta alla frazione di Rima San Giuseppe.

Valanga della Ciafera scesa nuovamente nel comune di Alto Sermenza (VC), questa volta interessando la strada che porta all’abitato di Rima chiusa al traffico. Foto della CLV Val Sesia

Anche nel comune di Formazza (VB) si sono staccate numerose valanghe di dimensioni molto grandi. Presumibilmente nella notte, tra sabato 30 e domenica 31 marzo, si è staccata la valanga che scende dai pendii nordest del Monte Reti, nei pressi della frazione di Valdo a Formazza (VB). La mattina di Pasqua, infatti, dalla webcam posta alla partenza dello skilift, era visibile l’accumulo scuro a causa della neve rossa caduta nelle ore precedenti. Sempre nella giornata di Pasqua, una valanga di grandi dimensioni caratterizzata da neve molto umida si è staccata dai pendii Nord di Pizzo Omo, nei pressi del Passo del Sempione (VB), con un deposito che si è arrestato nell’alveo del fiume raggiungendo l’altezza del guardrail.

Due fotogrammi del distacco della valanga ripresa durante la sua discesa nei pressi del Passo del Sempione (VB). Fotogrammi estrapolati da video riportato su social e testate giornalistiche.

Nel comune di Carcoforo (VC), già pesantemente interessato da un’intensa attività valanghiva spontanea nella prima metà di marzo, sono scese numerose valanghe anche durante il fine settimana pasquale. Nella notte tra domenica e lunedì si è staccata una valanga di dimensioni molto grandi dai versanti nord-nordest di Cima Lampone, con un accumulo che si è arrestato a circa 50 m dalla strada provinciale 124, preventivamente chiusa al transito. Durante la giornata di Pasquetta, diversi villeggianti, rimasti isolati a causa della chiusura al transito per l’abitato di Carcoforo (VC), hanno osservato il distacco della valanga del “Pissone”, già scesa nel fine settimana del 9-10 marzo. In questo secondo distacco la valanga si è arrestata alla base del canalone senza raggiungere la provinciale, protetta in quel tratto da una galleria paravalanghe.

Sempre nella mattinata di lunedì, a causa del rasserenamento e del successivo rialzo termico, si è staccata una valanga che ha interessato la strada di servizio IREN per la diga di Teleccio nel comune di Locana (TO), proprio all’altezza della sbarra che ne vieta il transito e che è stata sepolta dall’accumulo.

Accumulo della valanga scesa sulla strada per il Teleccio - Locana (TO); la sbarra di chiusura si trova proprio in corrispondenza dell’accumulo. Foto del Parco Nazionale Gran Paradiso

Nello stesso giorno sono scese le valanghe dai canali della Courbassera che hanno lambito il giro lago di Ceresole Reale (TO), sul versante orografico destro, chiuso al transito già dalle nevicate di inizio marzo. Durante i giorni successivi, in occasione dei rilievi nivologici, sono stati osservati altri distacchi di grandi valanghe sui settori settentrionali, tra i quali la valanga di grosse dimensioni scesa a poche decine di metri dalle abitazioni della frazione Ronco, nel comune di Alagna Valsesia (VC). 

Insolita valanga scesa nei pressi della frazione Ronco di Alagna Valsesia (VC) osservata il 4 aprile durante il rilevo nivologico. Foto di Andrea Tamilla

Numerose valanghe sono state osservate anche in Val Soana, lungo la strada che porta all’abitato di Piamprato (TO), e alcune anchen verso Alpe Prariond. I depositi di questi distacchi, riconoscibili a causa della “neve rossa”, sono più piccoli rispetto a quelli ancora visibili delle valanghe che si erano staccate durante le prime due settimane di marzo. Segnalazioni di valanghe, seppur generalmente di dimensioni più contenute, sono arrivate anche dai settori occidentali della regione, dove le precipitazioni maggiori si sono registrate durante il secondo impulso perturbato, tra la serata di Pasqua e la giornata di Pasquetta (31 marzo – 1° aprile). Sui settori meridionali, una diffusa attività valanghiva spontanea è stata segnalata a partire da lunedì mattina al termine delle precipitazioni che, come nei settori occidentali, sono state più intense durante il secondo impulso perturbato, a partire dal pomeriggio/sera di Pasqua. In Valle Gesso e Valle Stura sono scese numerose valanghe di dimensioni molto grandi, alcune delle quali hanno raggiunto tratti di fondovalle a bassa quota ormai privi di neve al suolo, in veste quasi primaverile.

In alto, valanghe molto grandi scese fino sul fondovalle nel tratto tra Vinadio (CN) e la frazione Pianche. Come si può notare dall’estratto cartografico riportato in basso, con evidenziate le zone di accumulo, le valanghe sono tutte scese dal versante orografico sinistro della Valle Stura. Foto della CLV Valle Stura

Sulla base delle previsioni meteorologiche e delle valutazioni degli effetti al suolo, il Centro Funzionale di Arpa Piemonte già dalla giornata di venerdì 29 marzo ha emesso per il pomeriggio un’allerta gialla per rischio valanghe nelle zone settentrionali di Verbano e Novarese (A e B), estendendola fino alle Alpi Graie (zone C) per la giornata di sabato. Con precipitazioni diffuse sulla regione e la localizzazione dei fenomeni più intensi pressoché inalterata nel corso delle successive 36-48 ore. Il Centro Funzionale di Arpa Piemonte ha emesso per il fine settimana l’allerta arancione per rischio valanghe sui settori alpini settentrionali della regione (zone A e B, Verbano e Valsesia) e l’allerta gialla sui restanti settori alpini (C, D, E, F ovvero dalle Alpi Graie alle Alpi Liguri) per il possibile interessamento dell’attività valanghiva spontanea sulla viabilità. La rete di monitoraggio di Arpa Piemonte ha registrato tra il pomeriggio di sabato e la mattina di Pasqua importanti quantitativi di precipitazione, in particolare nei settori settentrionali della regione e nel Canavese. I quantitativi di neve fresca registrati insieme alle previsioni degli ulteriori apporti previsti tra la domenica di Pasqua e Pasquetta, hanno determinato l’emissione di un grado di percolo valanghe 5-Molto Forte per le Alpi Pennine e Lepontine di confine. Il Centro Funzionale ha esteso per la giornata di Pasqua e Pasquetta l’allerta arancione per rischio valanghe sui settori alpini settentrionali della regione (zone A, B, C ovvero Verbano, Valsesia, Canavese) e sulle Alpi Marittime (zona E, cuneese) mantenendo, sui restanti settori alpini (D, F ovvero Alpi Cozie e Liguri), l’allerta gialla.

A fine aprile si registra una nuova perturbazione tipicamente primaverile che determina il distacco di numerose valanghe di neve umida o bagnata. 

Tra martedì 30 aprile e mercoledì 1° maggio si registrano diffuse nevicate generalmente al di sopra dei 2000 metri con locali e temporanee oscillazioni anche a quote notevolmente superiori (2300-2500 metri). Complessivamente, gli apporti di neve maggiori si sono infatti registrati alle quote prossime o superiori ai 2300 metri. La nuova neve, molto umida soprattutto al di sotto dei 2000-2200 metri, si è rapidamente destabilizzata già in corso di nevicata, soprattutto nella fase finale della precipitazione, determinando una significativa attività valanghiva in quota con distacchi di valanghe di neve umida che, in alcuni casi, hanno raggiunto le zone di fondovalle ormai senza neve, ben al di sotto del limite della nevicata.

Accumulo di valanga di dimensioni molto grandi, nel fondovalle del Vallone del Azaria, Alta Valle Soana (TO). A sinistra particolare nella zona del conoide. Si noti a destra la quota neve notevolmente più elevata del deposito valanghivo, 02.05.24. Foto del Parco Nazionale Gran Paradiso
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Geologia e nivologia

Il portale sui campi elettromagnetici in Piemonte

Anno
2025

Il Portale sui campi elettromagnetici in Piemonte costituisce, a partire dal settembre 2013, uno strumento per l’accesso a tutte le informazioni disponibili in Agenzia sul tema: sorgenti, misure, livelli di esposizione, calcolo delle emissioni, indicatori sullo stato dell’ambiente, analisi storiche e permette approfondimenti su temi quali le caratteristiche delle sorgenti, i metodi e gli strumenti di misura, gli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici.

Il portale è in continuo aggiornamento, al fine di garantire che tutte le informazioni circa le sorgenti di campo elettromagnetico, le loro emissioni ed i risultati delle misure siano accessibili alla popolazione e agli enti in tempo il più possibile reale.

Oltre ai servizi del portale dedicato, il Geoportale di Arpa Piemonte permette anche l'accesso, tramite la pagina del tema “campi elettromagnetici”, ai geodati consultabili o utilizzabili e scaricabili tramite protocolli WMS e WFS. 

Ad esempio, sono scaricabili ed utilizzabili tutte le informazioni relative alle sorgenti e alle misure.

Un’indicazione dell’efficacia comunicativa di questi servizi può essere ricavata dal numero di richieste di informazioni e del numero di esposti pervenuti al Dipartimento Rischi Fisici e Tecnologici di Arpa Piemonte.

Fonte Arpa Piemonte
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Educazione alla sostenibilità

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L’attività di Arpa Piemonte di educazione ambientale – e, secondo la più recente e ampia definizione, di educazione alla sostenibilità – si distingue per alcune qualità specifiche che la rendono, nel panorama complessivo dell’offerta, un’esperienza in certa misura unica sia a livello regionale sia nazionale. Questa peculiarità si manifesta all’interno del Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente (SNPA), in rete e in armonia con le altre agenzie ambientali che ne fanno parte.
La prima specificità di Arpa Piemonte nello svolgere attività di educazione alla sostenibilità è sicuramente l’accesso capillare a informazioni ambientali affidabili e dirette: Arpa è per legge l’organo tecnico-scientifico incaricato dalla Regione di monitorare e analizzare lo stato del territorio piemontese nel suo complesso. In secondo luogo, in Arpa l’attenzione è rivolta a una molteplicità di tematiche ambientali — dal suolo all’aria, dall’acqua al rumore, dai campi elettromagnetici alla meteorologia e oltre — che consentono di abbracciare un ampio spettro del sapere ambientale contemporaneo. Infine, viene dato costante impulso alla ricerca di modalità coinvolgenti per trasmettere queste conoscenze a bambine e bambini, ragazze e ragazzi, e adulti, in forme accessibili, comprensibili, stimolanti e, soprattutto, interiorizzabili e condivisibili.

Se l’autorevolezza tecnica è condizione necessaria per affrontare i temi dell’ambiente e della sostenibilità, è altrettanto evidente che il solo peso istituzionale non basta per fare educazione. Chi si dedica a questa missione — essenziale per costruire una società coesa e orientata al bene comune — sa bene quanto possa essere sterile “predicare ai convertiti” o alimentare camere d’eco in cui gli addetti ai lavori ripetono tra loro sempre le stesse cose. Al contrario, è fondamentale intercettare anime e menti apparentemente lontane, disinteressate, per stimolare quel processo che l’enciclica Laudato si’ definisce “conversione ecologica”.
Il riferimento al documento pontificio potrebbe sembrare insolito per un ente tecnico e istituzionale, ma non lo è affatto. L’enciclica, al pari dell’Agenda 2030, è un punto di riferimento costante anche nelle linee guida ministeriali sull’educazione alla sostenibilità, oggi parte integrante dell’insegnamento dell’educazione civica, obbligatoria in ogni ordine scolastico. Inoltre, la tanto invocata interdisciplinarità, l’incontro tra saperi diversi, passa proprio attraverso la capacità di aprirsi all’altro — e questo “altro” può essere anche una scienza o una conoscenza apparentemente lontana.

L’attività di educazione alla sostenibilità si sviluppa attraverso diverse linee di azione e progetti, illustrati di seguito e approfonditi nei contenuti dedicati. 

Una delle attività di Arpa consiste nell'attivazione di corsi di formazione per docenti di tutti i gradi scolastici.

Un’altra componente significativa dell’impegno di Arpa nel campo dell’educazione alla sostenibilità si concretizza nella realizzazione di veri e propri percorsi educativi rivolti a studenti e studentesse di ogni ordine e grado. La maggior parte dei progetti sono approfonditi nei contenuti dedicati.

Negli ultimi anni poi, sono stati attivati anche Percorsi per le Competenze Trasversali e per l'Orientamento (PCTO), precedentemente noti come Alternanza scuola-lavoro.

Nell’ambito dell’educazione alla sostenibilità, infine, Arpa si impegna a promuovere comportamenti e consumi sostenibili. In particolare, ogni anno le attività di sensibilizzazione sui temi del consumo e della produzione sostenibile, nonché sul fenomeno del greenwashing, prendono avvio a ottobre con l’organizzazione del Mese Ecolabel.  

Informazioni e risorse aggiuntive 

Arpa Piemonte Educazione alla sostenibilità https://www.arpa.piemonte.it/temi/sostenibilita/educazione-alla-sostenibilita?pid=17

Arpa Piemonte Musica d'Ambiente https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/musica-dambiente
 

Anno
2025
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Risultati delle attività di controllo e monitoraggio delle potenze degli impianti di telefonia 4G e 5G

Anno
2025

Di seguito vengono illustrate le attività svolte per quanto concerne in specifico il controllo delle potenze degli impianti 5G, ed i principali risultati relativi al 2023.

Il Decreto 2 dicembre 2014 prevede che gli operatori di telefonia mobile mettano a disposizione degli enti di controllo i dati di potenza, registrati con cadenza oraria, effettivamente utilizzata dagli impianti.

In particolare, per gli impianti 5G è stato messo a punto un sistema nazionale di controllo dei dati, nell’ambito di un tavolo tra Sistema Nazionale di Protezione Ambientale ed operatori di telefonia, che ha permesso di standardizzare il flusso dei dati e le verifiche, automatizzando e migliorando così i controlli.

Il sistema di analisi dei dati messo a punto da Arpa Piemonte permette di controllare ogni mese i parametri degli impianti effettivamente presenti sul territorio, con la finalità di verificare che tutti i parametri di installazione e funzionamento rispettino quanto fissato in fase di autorizzazione. In particolare, vengono effettuate verifiche sui valori medi su 24 ore delle potenze, direttamente correlati alla verifica del rispetto del valore di attenzione e dell’obiettivo di qualità fissati dalla normativa vigente di 6 V/m come media su 24 ore e sui valori medi su 6 minuti, correlati alla verifica del rispetto dei limiti.

Analizzando la distribuzione delle potenze medie su 24 ore confrontando quelle dichiarate in fase autorizzativa con quelle effettivamente esercite per circa un migliaio di antenne sul territorio regionale si constata come ad oggi gli impianti 5G impegnino una potenza di esercizio decisamente inferiore a quella autorizzata.

I valori di potenza media su 24 ore effettivamente esercita corrispondono al massimo di tale parametro raggiunto nell’arco del 2023.

Distribuzione delle potenze medie su 24 ore autorizzate ed esercite per circa 1000 antenne 5G - Fonte Arpa Piemonte

Questo fenomeno è dovuto sia alla diffusione ancora relativamente limitata dei terminali 5G, con conseguente scarsa richiesta di attivazione di fasci di radiazione per la fornitura di servizi, sia alle caratteristiche di ottimizzazione della trasmissione dei segnali tipiche del 5G. 

Infatti, da diversi test effettuati tramite misure in campo, è emerso che gli impianti 5G sono in grado di garantire i servizi mobili anche irradiando una potenza molto bassa rispetto a quella di targa dell’apparato.

Le potenze effettivamente esercite dal 5G risultano, per i motivi visti sopra, anche molto più basse di quelle esercite dai sistemi precedenti, ed in particolare il 4G, che è il sistema ad oggi più impattante sul territorio.

Infatti, circa l’80% delle sorgenti 4G esercisce potenze medie superiori a 6W – il 60% circa tra 6W e 20W – mentre il 60% delle antenne 5G utilizza potenze medie inferiori a 6W.

Informazioni e risorse aggiuntive

DECRETO MINISTERO DELL'AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE 2 dicembre 2014 Linee guida, relative alla definizione delle modalita' con cui gli operatori forniscono all'ISPRA e alle ARPA/APPA i dati di potenza degli impianti e alla definizione dei fattori di riduzione della potenza da applicare nelle stime previsionali per tener conto della variabilita' temporale dell'emissione degli impianti nell'arco delle 24 ore. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2014/12/22/14A09740/sg

SNPA – Sistema nazionale protezione ambiente – La rete delle agenzie ambientali (Arpa-Appa-Ispra) per l'ambiente https://www.snpambiente.it/

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Scarsità di acqua

Anno
2025

La scarsità di acqua, sempre più in evidenza anche nei corsi d’acqua del Piemonte, è dovuta sia a particolari condizioni locali che agli ingenti prelievi per gli usi antropici; oltre a creare difficoltà per gli approvvigionamenti, che, quando possibile, si orientano verso fonti alternative, come le acque sotterranee, rappresenta un problema per lo stato di salute dell’ecosistema fluviale e del suo equilibrio ecologico.

La riduzione delle portate modifica i processi di scambio tra falde e acque superficiali  mettendo a repentaglio la continuità longitudinale e laterale del corpo idrico, con possibili alterazioni del naturale assetto morfologico e con severi effetti negativi sulle componenti biologiche degli ecosistemi.

In Piemonte si persegue da tempo una strategia di azione con valenza interregionale per dotarsi di conoscenze utili a fronteggiare le problematiche connesse alle criticità idriche accentuate dai cambiamenti climatici.

A partire dal 2003 si è operato d’intesa con le altre regioni padane - nell’ambito della Cabina di regia dell’Autorità di Bacino del fiume Po, per monitorare l’evolversi dello stato quantitativo delle risorse idriche e nel 2005 è stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa finalizzato all’attività unitaria conoscitiva e di controllo del bilancio idrico, rivolta alla prevenzione degli eventi di magra eccezionale del bacino del fiume Po.

Dalla positiva esperienza della Cabina di regia è stato istituito un Osservatorio permanente sugli utilizzi idrici nel distretto padano che opera anche a supporto della quantificazione del bilancio idrico e relativi indicatori circa gli scenari di severità della carenza idrica.

Inoltre, allo scopo di disporre di un quadro conoscitivo sull’evoluzione dello stato idrologico dei corsi d’acqua, la situazione meteo-idrometrica e delle falde acquifere è oggetto di un monitoraggio automatico in continuo. Infine, in sede di approvazione della Relazione di attuazione del Piano di Tutela delle Acque, il Consiglio Regionale del Piemonte ha ulteriormente ribadito l’esigenza di integrare la politica regionale promuovendo le iniziative di risparmio in capo agli utilizzatori come contributo irrinunciabile al raggiungimento degli obiettivi ambientali.

Il 2024, sull’intero bacino del Po chiuso alla confluenza col Ticino, è risultato il primo più piovoso degli ultimi 70 anni.  Infatti con un totale di 1525 mm di pioggia annua cumulata ha superato per soli 6 mm il precedente primato, che risaliva a quasi 50 anni fa, ovvero al 1977. Se consideriamo l’intera annata caso, il surplus è compreso tra +40% e +60% in modo sostanzialmente ben uniforme su tutto il territorio alla testa del Po. Tuttavia gli ultimi due mesi, e in particolare il mese di dicembre, hanno mostrato tratti decisamente siccitosi, con deficit pronunciati ben al di sotto del decimo percentile, una situazione che si verifica con una frequenza inferiore ad una volta ogni 10-15 anni. 
La temperatura media annuale è risultata pari a 10.95°C, che rappresenta un’anomalia positiva di circa 1°C rispetto alla norma del periodo 1991-2020 e pone il 2024 al 4° posto tra i più caldi degli ultimi 70 anni, dopo i record del 2022 e del 2023.

La stagione 2023-2024 è stata caratterizzata da un surplus di neve fresca rispetto alla media trentennale (1991-2020), a differenza degli ultimi 5 anni nei quali gli apporti nevosi sono sempre stati carenti. Il surplus di neve fresca sull’arco alpino piemontese è indicativamente quantificabile tra il 20 e il 40% ed è maggiormente evidente alle quote superiori i 2000 metri. Si è osservata una singolare distribuzione delle nevicate, con notevoli differenze tra inverno e primavera: un periodo invernale con assenza di neve al suolo in numerose stazioni sotto i 2000 metri, seguito da abbondanti nevicate concentrate soprattutto a partire dal mese di marzo fino a maggio, con un ottimo innevamento su tutti i settori. Nonostante le temperature estive piuttosto elevate, si sono conservati diversi nevai costituiti dagli accumuli di ripetute valanghe di dimensioni grandi e molto grandi o talora estreme.

Nel complesso la stagione invernale 2023-2024 risulta sostanzialmente in media rispetto ai valori storici di riferimento (media 1991-2020), per cui la stagione è da considerarsi nella norma guardando ai valori complessivi di neve fresca.

Nel 2024 la portata media annua di quasi tutti i corpi idrici è risultata superiore ai valori storici di riferimento, a causa delle abbondanti precipitazioni registrate. I corsi d’acqua Pellice, Sangone e Orco, situati nell’area occidentale della regione, e lo Scrivia a sud, sono stati caratterizzati da portate medie annue uguali o superiori al doppio del valore medio storico. Sono risultati significativi anche gli scostamenti positivi, intorno all’80%, di Varaita, Chisone, Dora Riparia, Malone e Sesia. L’unico corso d’acqua che ha registrato uno scostamento negativo sulla portata media annua è il Belbo. Alla sezione di chiusura del bacino del Po piemontese a Isola S. Antonio (AL), la portata media annua è risultata più alta del 59% del valore medio storico.

Anomalia standardizzata (1971-2000) di temperatura e di precipitazione in Piemonte nell’anno solare 2023 a confronto con le annate passate a partire dal 1958 - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

In questo sito Precipitazioni e portate

Piano stralcio del Bilancio Idrico del Distretto idrografico del fiume Po https://pianobilancioidrico.adbpo.it/

Piano di Tutela delle Acque https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/acqua/piano-tutela-delle-acque-aggiornamento-2021

Rapporto sulla siccità in Piemonte2022 https://www.arpa.piemonte.it/notizia/rapporto-sulla-siccita-piemonte-nel-2022

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Acqua

Geodatabase della morfologia dei corsi d’acqua

Anno
2025

Il GEodatabase Morfologia corsi d’Acqua - GEmMA, dedicato alla morfologia fluviale, raccoglie informazioni di carattere morfologico e idrologico sui corsi d’acqua piemontesi.
Le informazioni di carattere geomorfologico sono derivate da rilievi diretti sul terreno, analisi di fotografie aeree multitemporali, cartografie storiche e immagini digitali tridimensionali e descrivono, ad esempio, l’evoluzione del corso d'acqua nel tempo e l’impatto dovuto all'artificializzazione, misurato con un indice di qualità morfologica.

GEmMA nasce come strumento di lavoro e come supporto al calcolo dell'indicatore di qualità morfologica IQM, indice che insieme all'indice di alterazione del regime idrologico IARI valuta lo stato idromorfologico di un corso d'acqua come richiesto dalla Direttiva Quadro Acque.

La comprensione dei processi idromorfologici in atto e delle tendenze future dell’alveo, sia alla scala di bacino idrografico che di tratto fluviale, è necessaria per la protezione e gestione consapevole dei corsi d’acqua, che siano piccoli torrenti o grandi fiumi.

I processi connessi con i flussi idrici e il trasporto dei sedimenti sono infatti fondamentali per la naturale evoluzione morfologica di un corso d'acqua e sono anche alla base del mantenimento degli ecosistemi ripariali dove la presenza di una vegetazione complessa e strutturata e di numerose specie animali acquatiche e terricole nelle acque, lungo le rive e nelle pianure alluvionali contribuisce al mantenimento di un buon livello di biodiversità.

L’attenta gestione dei corsi d’acqua è funzionale alla conservazione della biodiversità e al mantenimento dei servizi ecosistemici di valore economico, sanitario e per il benessere umano forniti dai corsi d’acqua.

Il geodatabase GEmMA si propone anche come strumento a supporto della valutazione di differenti scenari d’intervento o di pianificazione sui corsi d’acqua e all’identificazione delle misure maggiormente efficaci da attuare per mantenerne o migliorarne lo stato di qualità.

Il servizio, aggiornato con cadenza annuale e consultabile sul   Geoportale GEmMA, raccoglie i dati relativi all'analisi morfologica dei corsi d'acqua e si configura come supporto all’analisi per il calcolo degli indicatori idromorfologici tra cui:

  • il valore e la classe di qualità morfologica (IQM) come nella sintesi degli indicatori morfologici e l’indice di qualità morfologica;
  • i sub-indici verticali e orizzontali;
  • gli effetti dell'artificialità sulle componenti che costituiscono l'indice IQM, ovvero continuità, morfologia e vegetazione.
     
Valutazione degli indicatori della morfologia dei corsi d'acqua - Fonte Arpa Piemonte
Parametri elementari della morfologia dei corsi d'acqua - Fonte Arpa Piemonte
Sintesi degli indicatori della morfologia dei corsi d'acqua - Fonte Arpa Piemonte
Sub-indici verticali e orizzontali degli indicatori della morfologia dei corsi d'acquaa - Fonte Arpa Piemonte
Componenti di continuità, morfologia e vegetazione che costituiscono l'indice IQM - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

  Dataset GEmMA, GEodatabase Morfologia corsi d'Acqua https://geoportale.arpa.piemonte.it/app/public/?pg=mappa&ids=e460c47636d14c01a26eeba31435a456

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