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Testi pronti per la revisione del Reporting

Produzione di contributi tecnici per il superamento di criticità ambientali

Anno
2025
Attività tecnico scientifica di Arpa Piemonte

Nel corso del 2024 è stato definito un format generico di Piano di Monitoraggio e Controllo da allegare al parere di competenza nei procedimenti di riesame/rilascio/rinnovo AIA.

L’obiettivo era quello dell’uniforme applicazione dei controlli di parte privata e di parte pubblica su tutto il territorio regionale e la restituzione dei dati dei report annuali da parte dei gestori per allinearsi alle Linee Guida SNPA 48/23 sul PMC e 49/23 sui BAT-AEL.

Il 2024 ha visto anche un impegno notevole dal punto di vista istruttorio su base regionale sui procedimenti di riesame AIA riferiti alle BATc già pubblicate e/o in scadenza nel 2024, tra le quali quelle relative ai sistemi di trattamento emissioni della chimica e dei macelli, nonché il contributo al raccordo dei controlli degli allevamenti AIA nell’ambito del PSA (Piano Stralcio Agricoltura del 27/06/2023) con pubblicazione della Linea Guida Controlli del giugno 2024.

Inoltre, Arpa Piemonte ha partecipato attivamente al processo di scrittura in fase ascendente dei BREF LVIC con validazione dei questionari di due impianti AIA del territorio di Serravalle Scrivia (AL) e di Trecate (NO)

Arpa Piemonte nel contesto di tavoli del Sistema Nazionale di Protezione Ambientale ha continuato a collaborare alla formazione del personale delle Agenzie e divulgazione in merito ai seguenti documenti:

  • “Linea Guida per lo sviluppo del PIANO DI MONITORAGGIO E CONTROLLO ai fini dell’aggiornamento rispetto alla direttiva IED 2010/75/UE recepita con D.Lgs. 46/2014 del documento "Il contenuto minimo del piano di monitoraggio e controllo" elaborato dal Gruppo di consultazione APAT/ARPA/APPA su IPPC nel 2007 (LG 48/23).
  • “Linea di indirizzo per l’applicazione dei BAT-AEL” che evidenzia le differenze tra le modalità di campionamento e analisi definite dai BAT-AEL e la vigente normativa di settore (D.Lgs. 152/06, Parte Terza e Parte Quinta), e suggerisce criteri di campionamento e analisi utili ad evitare la duplicazione dei campionamenti per le installazioni nelle quali è previsto il monitoraggio di parametri soggetti al rispetto dei BAT-AEL e di Valori Limite alle Emissioni definiti dalla norma settoriale di cui al D.Lgs. 152/2006 e l’applicazione uniforme sul territorio nazionale dei BAT-AEL in modo tale da consentire una omogenea raccolta di dati utile per elaborare e confrontare l’impatto delle installazioni ricadenti nella medesima categoria anche al fine di orientare politiche nazionali e/o regionali di settore (LG 49/23)
  • “Procedura di coinvolgimento del SNPA nel processo ascendente del Bref”: la Direttiva 2010/75/UE sulle emissioni industriali (IED), prevede che per definire le BAT e limitare le disparità a livello dell’Unione relativamente al livello di emissioni delle attività industriali, è opportuno elaborare “documenti di riferimento sulle BAT”, da riesaminare e, ove necessario, aggiornare periodicamente attraverso uno scambio di informazioni tra le parti interessate. La procedura riporta le modalità di espressione dei contributi di SNPA eventualmente richiesti dalle AA.CC. (LG 47/23) 

Linee guida per l’applicazione dei livelli di emissione associati alle migliori tecniche disponibili (BAT-AEL) https://www.snpambiente.it/pubblicazioni/linee-guida-snpa/linee-guida-per-lo-sviluppo-del-piano-di-monitoraggio-e-controllo-revisione-2022/

Linee guida per lo sviluppo del piano di monitoraggio e controllo D.lgs. n.152 del 03/04/2006 e s.m.i. art. 29-sexies, comma 6. Aggiornamento alla prima edizione APAT 2007 con recepimento della direttiva 2010/75/EU. SO VI/04-02-SNPA. Revisione 2022 https://www.snpambiente.it/snpa/linee-guida-per-lapplicazione-dei-livelli-di-emissione-associati-alle-migliori-tecniche-disponibili-bat-ael/

Linee Guida SNPA https://www.snpambiente.it/category/pubblicazioni/linee-guida-snpa/

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Il portale sui campi elettromagnetici in Piemonte

Anno
2025

Il Portale sui campi elettromagnetici in Piemonte costituisce, a partire dal settembre 2013, uno strumento per l’accesso a tutte le informazioni disponibili in Agenzia sul tema: sorgenti, misure, livelli di esposizione, calcolo delle emissioni, indicatori sullo stato dell’ambiente, analisi storiche e permette approfondimenti su temi quali le caratteristiche delle sorgenti, i metodi e gli strumenti di misura, gli effetti sulla salute dei campi elettromagnetici.

Il portale è in continuo aggiornamento, al fine di garantire che tutte le informazioni circa le sorgenti di campo elettromagnetico, le loro emissioni ed i risultati delle misure siano accessibili alla popolazione e agli enti in tempo il più possibile reale.

Oltre ai servizi del portale dedicato, il Geoportale di Arpa Piemonte permette anche l'accesso, tramite la pagina del tema “campi elettromagnetici”, ai geodati consultabili o utilizzabili e scaricabili tramite protocolli WMS e WFS. 

Ad esempio, sono scaricabili ed utilizzabili tutte le informazioni relative alle sorgenti e alle misure.

Un’indicazione dell’efficacia comunicativa di questi servizi può essere ricavata dal numero di richieste di informazioni e del numero di esposti pervenuti al Dipartimento Rischi Fisici e Tecnologici di Arpa Piemonte.

Fonte Arpa Piemonte
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Bollettino PM10

Anno
2025
Report giornaliero sulla media e sul numero di superamenti del valore limite giornaliero di PM10

Il bollettino espone quotidianamente il numero di superamenti del valore limite giornaliero di PM10 occorsi su ogni stazione della rete di monitoraggio dall’inizio dell’anno fino al giorno precedente quello di visualizzazione. 

Il bollettino permette inoltre il confronto con quanto avvenuto negli ultimi dieci anni a livello di singola stazione.

Informazioni e risorse aggiuntive

Arpa Piemonte Report giornaliero PM10 sulla media e sul numero di superamenti del valore limite giornaliero di PM10 dal primo gennaio fino alla data di riferimento Stazioni del Sistema Regionale Rilevamento Qualità Aria con analizzatore automatico di PM10 http://www.arpa.piemonte.it/rischi_naturali/snippets_arpa/report_giornaliero_pm10/

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Controlli integrati delle attività produttive

Anno
2025

Specifici controlli vengono effettuati sulle aziende che operano con una Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), sono queste aziende soggette alla normativa IPPC e il controllo viene effettuato per verificare la congruità alle rispettive autorizzazioni ai requisiti tecnici previsti da BAT o Bref, ovvero le linee guida e/o analisi di comparto che permettono di valutare le performance ambientali dei Soggetti controllati con opportuni indicatori.

I documenti di riferimento sulle BAT sono formalizzati in Decisioni UE e contengono la descrizione delle tecniche, le informazioni per valutarne l’applicabilità, i livelli di emissione, il monitoraggio, etc., cioè tutti quegli elementi su cui dovranno essere definite le condizioni di autorizzazione di ogni singolo impianto.

Ad oggi decisioni pubblicate possono essere consultate su un sito della Commissione Europea.

La legislazione ambientale comunitaria ha da sempre evidenziato il valore strategico dei controlli come completamento del regime amministrativo al quale sono sottoposte le attività e gli impianti a elevato impatto ambientale. Il rilascio dell’autorizzazione ambientale comporta l’attivazione di una serie di controlli al fine di verificare il rispetto delle prescrizioni e delle condizioni imposte.

Le attività ispettive ordinarie e straordinarie presso le installazioni soggette all’autorizzazione integrata ambientale sono definite a livello regionale in un Piano d'ispezione ambientale, periodicamente aggiornato a cura della Regione.

La Regione Piemonte ha adottato il proprio Piano che definisce le procedure per l'elaborazione dei programmi - predisposti e aggiornati annualmente da Arpa - per le ispezioni ambientali ordinarie.  I programmi sono consultabili sul sito di ARPA Piemonte.

La frequenza delle visite in loco per ciascuna installazione è determinata sulla base di una valutazione sistematica dei rischi ambientali che consideri almeno:

  • gli impatti potenziali e reali delle installazioni interessate sulla salute umana e sull'ambiente, tenendo conto dei livelli e dei tipi di emissioni, della sensibilità dell'ambiente locale e del rischio di incidenti;
  • il livello di osservanza delle condizioni di autorizzazione;
  • l’eventuale adesione volontaria, da parte del Gestore dell’installazione, al sistema comunitario di ecogestione e audit di cui al regolamento (CE) n. 1221/2009 (EMAS).

Per le AIA regionali, autorizzate dalle rispettive provincie di competenza, il criterio di programmazione dei controlli è effettuato su base triennale con dettaglio annuale secondo il Piano di Ispezione Regionale. 

Possono essere definite anche delle priorità in funzione di eventuali necessità sollevate dall’Autorità Competente in fase di programmazione annuale, inoltre, nel caso di “gravi inosservanze” il periodo tra due visite in loco è massimo di sei mesi.
I controlli effettuati permettono di restituire alla Autorità competente un quadro di riferimento completo sul rispetto dell’AIA. 

Gli esiti dei controlli così effettuati garantiscono in generale all’Amministrazione competente le informazioni necessarie per l’adozione dei provvedimenti di competenza nei confronti dei soggetti controllati ovvero per il rinnovo degli atti in scadenza.

Per le AIA nazionali è attiva una convenzione con ISPRA, rinnovata nel 2015 e aggiornata nel 2022, per l’effettuazione dei controlli secondo la programmazione della stessa ISPRA in accordo con Arpa Piemonte che considera il “rischio” associato a ciascuna azienda valutato applicando il sistema SSPC.

Fonte Arpa Piemonte

Nell’anno 2024 sono stati effettuati 245 controlli integrati ordinari su un numero programmato di 254 installazioni, lo scostamento è dovuto a cessata attività o mancato avvio di alcune attività o mancato accesso ad alcuni allevamenti per restrizioni a causa della peste suina africana.

Criticità ambientali rilevate

Sul territorio regionale vi sono situazioni molto diverse fra loro dovute sia alla produzione delle diverse tipologie di impianti che al contesto territoriale.

Le ispezioni “ordinarie” eseguite hanno portato ad effettuare 22 comunicazioni di notizie di reato alle Procure, 33 sanzioni amministrative, l’attivazione di 22 procedure di estinzione di reato mediante la predisposizione di prescrizioni che ha comportato l’ammissione al pagamento in sede amministrativo ai Gestore mediante l’emissione di 14 verbali di accertamento ed ammissione al pagamento della sanzione.

Sono stati effettuati 651 sopralluoghi su 245 ragioni sociali controllate in via ordinaria.

Inoltre, sono state effettuate ulteriori attività di controllo “straordinarie”: ispezioni a seguito di gravi inosservanze, conseguenti al controllo ordinario, e ispezioni straordinarie, effettuate considerando altri vincoli previsti dalla normativa di settore - es. controlli impianti di depurazione per Piano Gestione scarichi, campionamento PFAS - o per criticità locali.

In provincia di Alessandria sono state condotte numerose ispezioni, "ordinarie" e "straordinarie" con particolare riferimento ad impianti chimici e di gestione rifiuti. 

In particolare, si evidenzia l'impegno profuso, analogamente agli anni precedenti, nel controllo delle installazioni IPPC del polo chimico di Spinetta Marengo. 

Per specifici aspetti, alcune verifiche a carattere straordinario, non programmate, hanno comportato il coinvolgimento del gruppo specialistico sui rischi di incidente rilevante.

Diverse ispezioni non programmate sul territorio provinciale sono state attivate in risposta a esposti e segnalazioni pervenute o a seguito di evidenze riscontrate durante le attività ordinarie.

In provincia di Asti nel 2024 non sono state rilevate criticità ambientali significative.

Nel 2024 in provincia di Vercelli sono emerse criticità su una fonderia di seconda fusione di alluminio per gestione non corretta di rifiuti e non conformità degli scarichi acque reflue industriali e su un impianto chimico e di recupero rifiuti liquidi per problematiche legate alla gestione di acque meteoriche e rifiuti liquidi.

In provincia di Novara sono emerse criticità odorigene legate a un impianto di recupero rifiuti pericolosi, un allevamento di suini e uno stabilimento chimico.

In provincia di Biella sono emerse criticità in particolare per un impianto di recupero rifiuti pericolosi e non pericolosi, con mancata ottemperanza delle prescrizioni autorizzative, in particolare con aree di stoccaggio difformi rispetto alle planimetrie autorizzate, verifica di bacini di contenimento dei rifiuti liquidi e gestione non corretta dei rifiuti proveniente da utenze domestiche. 

Nel VCO sono state riscontrate irregolarità in materia di gestione rifiuti e carenze nelle comunicazioni degli esiti degli autocontrolli previsti.

Le criticità nel 2024 in provincia di Cuneo sono state riconducibili di massima a  problematiche odorigene legate in particolare al settore del compostaggio e allevamenti intensivi avicoli e suinicoli, alla cattiva gestione del percolato presso una discarica con annesso impianto di gestione di rifiuti non pericolosi e una serie di violazioni che hanno comportato una reazione chimico-fisica incontrollata presso un gestore di rifiuti pericolosi, cosa che ha portato ad una revisione delle procedure di pre-accettazione e tracciabilità dei rifiuti in ingresso.

Nel corso del 2024 sono stati controllati tutti gli 81 impianti previsti in provincia di Torino, con almeno un sopralluogo, di questi 2 risultavano in dismissione e due con attività non ancora avviata. Sono stati effettuati inoltre 3 controlli straordinari per dismissione di impianti, alcune verifiche di ottemperanza di prescrizioni e il campionamento in alcuni impianti di trattamento rifiuti dei PFAS nelle acque sotterranee e negli scarichi in acque superficiali.

Le criticità si sono concentrate soprattutto sugli impianti di gestione dei rifiuti, sono stati riscontrati superamenti relativamente ai PFAS allo scarico nelle acque superficiali.

Informazioni e risorse aggiuntive

European Bureau for Research on Industrial Transformation and Emissions, BAT reference documents https://eippcb.jrc.ec.europa.eu/reference/

Regione Piemonte D.G.R. 9 Maggio 2016, n. 44-3272 Decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 - Titolo III-bis - Piano di ispezione ambientale presso le installazioni soggette ad Autorizzazione Integrata Ambientale, ai sensi dell'art. 29-decies, commi 11-bis e 11-ter. DGR 44-3272 del 9/05/16

SNPA Sistema di Supporto alla Programmazione dei Controlli approvato dal Consiglio federale con DOC N. 63/CF del 15/03/2016 https://www.snpambiente.it/wp-content/uploads/2018/11/Delibera-63_CF-approvazione-SSPC-con-allegati.pdf .

Arpa Piemonte AIA - Programma triennale di ispezione ambientale https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/aia-programma-triennale-ispezione-ambientale

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Esposizione della popolazione alla radiazione ultravioletta

Anno
2025
Radiazione ultravioletta naturale

A partire dal 2010 Arpa Piemonte ha intrapreso un’attività di monitoraggio sistematico della radiazione solare UV per valutare l’esposizione della popolazione. 

Nel corso degli anni sono state installate 3 stazioni di misura sul territorio regionale, una a Verbania-Pallanza, una a Sestriere e, a fine 2023, una sul tetto della sede del Dipartimento Rischi Fisici e Tecnologici di Ivrea.

Nel grafico sottostante si riportano le distribuzioni dei livelli giornalieri di Indice UV misurati nel 2024 a mezzogiorno nelle 3 stazioni. 

Si evidenzia che i dati misurati a Pallanza a gennaio e febbraio 2024 non sono disponibili a causa di un guasto tecnico, e neanche quelli misurati a Ivrea da aprile ad agosto per operazioni di taratura sul radiometro.  

Si nota che per oltre metà dell’anno a Pallanza e a Sestriere si sono registrati valori di indice UV maggiori o uguali a 3, valori per i quali l’Organizzazione Mondiale della Sanità raccomanda di adottare specifiche protezioni.

Inoltre, sia a Sestriere sia a Pallanza, per un terzo dell’anno questo indicatore è risultato compreso tra 6 e 11, livelli che l’Organizzazione Mondiale della Sanità definisce “alti” e “molto alti” e per i quali raccomanda di intensificare le protezioni e di non esporsi nelle ore più calde della giornata. 

Non si possono fare considerazioni analoghe per il radiometro di Ivrea, in quanto non sono stati raccolti dati nel periodo estivo.

Fonte Arpa Piemonte

L’ubicazione delle stazioni è stata scelta in modo da essere rappresentativa dell’esposizione della popolazione in ambienti differenti, ambiente lacustre, montano e urbano.

Inoltre, Sestriere e Verbania sono state scelte in quanto località ad elevato impatto turistico. 

I valori misurati di Indice UV in ogni singola stazione non sono pertanto rappresentativi di quelli presenti nell’intero territorio regionale. 

Generalmente, in condizioni di cielo sereno o di analoga copertura nuvolosa, a Sestriere si registrano valori di Indice UV maggiori rispetto a zone di pianura o collina a causa della maggiore quota e, d’inverno, anche dell’albedo esercitato dalla neve. 

Analogamente a Pallanza, la riflessione della radiazione UV sul Lago Maggiore provoca un aumento dell’indice UV rispetto ad aree distanti da superfici d’acqua.

Generalizzando, sulla base dei modelli previsionali, si può dire che, in condizioni di cielo sereno e in periodo estivo, l’indice UV a Sestriere sia mediamente maggiore del 10% rispetto a città di pianura. 

Ci si rende subito conto che una diminuzione dei valori di Indice UV del 10% non è sufficiente per rendere sicura l’esposizione alla radiazione solare in pianura. 

Anche qui permane pertanto la raccomandazione di proteggersi e di evitare l’esposizione nelle ore più calde della giornata, soprattutto in estate.

Accanto all’attività di monitoraggio dell’indice UV, dal 1° luglio 2009 Arpa Piemonte pubblica le previsioni di UVI su scala regionale, in condizioni di cielo sereno e, per alcune località, anche di copertura nuvolosa prevista.

Le lampade abbronzanti: valutazione della conformità delle apparecchiature alla normativa vigente 

L’esposizione alle lampade per l’abbronzatura artificiale è causa di danni alla pelle, agli occhi e al sistema immunitario. 

L'esposizione alla radiazione UV in generale può provocare effetti immediati, quali l'eritema, ed effetti a lungo termine, come l'invecchiamento precoce della pelle, reazioni infiammatorie dell'occhio, cataratte e tumori della cute.

 La Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro ha infatti inserito le lampade abbronzati tra gli agenti sicuramente cancerogeni per l’uomo. 

Nonostante la classificazione IARC, attualmente sul nostro territorio queste apparecchiature vengono ancora diffusamente utilizzate.

Al fine di tutelare l’utilizzatore di questi dispositivi, la vigente normativa prevede che tutte le lampade per l’abbronzatura indoor siano conformi alla norma tecnica CEI relativa agli apparecchi per il trattamento della pelle con raggi ultravioletti ed infrarossi.

Arpa Piemonte ha effettuato una prima campagna di misura della radiazione UV emessa dagli apparecchi abbronzanti negli anni 2010 e 2011 e negli anni successivi ha continuato ad effettuare misurazioni su richiesta delle ASL. 

Nel corso del 2024 ha effettuato 13 controlli in 13 centri estetici distribuiti sul territorio regionale, misurando un totale di 43 apparecchi.

L’obiettivo di tali indagini è verificare la conformità delle apparecchiature alle prescrizioni riportate nella norma tecnica sopra citata, con particolare riferimento al limite di 0.3W/m2 sull’irradianza efficace eritemale emessa dalle lampade. 

L’irradianza eritemale è un parametro indicativo dell’efficacia della radiazione UV a causare l’eritema. Il valore limite fissato corrisponde ad un indice UV uguale a 12, valore riscontrabile ai tropici in piena estate, a mezzogiorno e in condizioni di cielo sereno.

Nel grafico sottostante vengono riportati i valori di irradianza eritemale misurati all’interno degli apparecchi indagati ad una distanza di trattamento dalle lampade coerente con l’ingombro umano.

I dati sono divisi tra dispositivi abbronzanti a bassa (20 apparecchi misurati) e ad alta pressione (23 apparecchi misurati). 

Dai dati emerge che il 53% degli apparecchi controllati rispetta il limite di irradianza eritemale pari a 0,3W/m2, con una percentuale maggiore di apparecchi ad alta pressione (61%) rispetto a quelli a bassa pressione (45%). 

Quindi poco meno della metà degli apparecchi controllati supera il limite sull’irradianza eritemale.

Rispetto ai risultati derivati dalla prima campagna di misura del 2010-2011, precedente all’entrata in vigore dell'attuale normativa, in cui il 78% degli apparecchi ad alta pressione e il 100% di quelli a bassa non rispettavano il limite sull’irradianza eritemale, la situazione è migliorata, ma rimangono numerosi casi di non conformità. 

Pertanto, in numerosi casi gli utilizzatori si espongono a livelli di radiazione ultravioletta maggiori rispetto a quelli massimi prescritti nelle norme con conseguente aumento del rischio sanitario derivante dalle sovraesposizioni.

Informazioni e risorse aggiuntive

Raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità per l’adozione di specifiche protezioni contro le radiazioni UV http://www.who.int/uv/publications/globalindex/en/index.html

Bollettini di previsione UVI di Arpa Piemonte https://www.arpa.piemonte.it/bollettino/bollettino-previsione-uvi

Approfondimenti sulla radiazione ottica sul sito di Arpa Piemonte http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/radiazione-ottica

Lista delle classificazioni IARC https://monographs.iarc.who.int/agents-classified-by-the-iarc/

Regolamentazione e commercializzazione delle sostanze cancerogene https://www.airc.it/cancro/informazioni-tumori/corretta-informazione/possibile-sostanze-inserite-nella-lista-1-dello-iarc-siano-cancerogene-non-siano-sempre-vietate

IARC Publications Website - Exposure to Artificial UV Radiation and Skin Cancer https://publications.iarc.fr/Book-And-Report-Series/Iarc-Working-Group-Reports/Exposure-To-Artificial-UV-Radiation-And-Skin-Cancer-2006

Decreto 12 maggio 2011, n. 110 Regolamento di attuazione dell'articolo 10, comma 1, della legge 4 gennaio 1990, n. 1, relativo agli apparecchi elettromeccanici utilizzati per l'attività di estetista. https://www.normattiva.it/eli/id/2011/07/15/011G0151/CONSOLIDATED/20240510

Norma tecnica CEI EN 60335-2-27 (2005) “Sicurezza degli apparecchi elettrici d'uso domestico e similare. Parte 2: Norme particolari per gli apparecchi per il trattamento della pelle con raggi ultravioletti ed infrarossi” https://mycatalogo.ceinorme.it/cei/item/000007753?sso=y

Facta S; Saudino S; Bonino A.; Anglesio L.; d’Amore G. UV Emissions from Artificial Tanning Devices and Their Compliance with the European Technical Standard - Health Physics. 04(4):385-393, April 2013 http://journals.lww.com/health-physics/Fulltext/2013/04000/UV_Emissions_from_Artificial_Tanning_Devices_and.5.aspx 

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I contaminanti presenti nelle acque sotterranee nei siti con procedimento di bonifica

Anno
2025

I siti contaminati rappresentano uno dei fattori antropici che possono influenzare lo stato delle acque sotterranee; la contaminazione presente nella matrice suolo può determinare un impatto sulla risorsa acque sotterranee, attraverso l’infiltrazione delle acque meteoriche, la presenza di vie preferenziali nel terreno o il dilavamento da parte della falda. 

Le tipologie di inquinanti maggiormente rilevati nella matrice acque sotterranee è rappresentata dagli idrocarburi, seguita in pari misura dai contaminanti inorganici e dai contaminanti inorganici più solventi.

Famiglie di contaminanti nelle acque sotterranee rilevati nei siti censiti dalla Anagrafe dei siti contaminati del Piemonte - Fonte Arpa Piemonte

All'interno della famiglia degli idrocarburi, i più rilevati nelle acque sotterranee sono gli idrocarburi totali (espressi come n-esano) e i BTEX (Benzene, Toluene, Etilbenzene e Xileni); il benzene, in particolare, rappresenta una criticità per le sue caratteristiche di cancerogenicità.

Idrocarburi nelle acque sotterranee rilevati nei siti censiti dalla Anagrafe dei siti contaminati del Piemonte - Fonte Arpa Piemonte

Analogamente nelle figure sottostanti si riporta il dettaglio delle sostanze relative alle famiglie indicate come contaminanti inorganici e solventi. 

Contaminati inorganici nelle acque sotterranee rilevati nei siti censiti dalla Anagrafe dei siti contaminati del Piemonte - Fonte Arpa Piemonte

I solventi clorurati rappresentano la più rilevante forma di inquinamento diffuso di origine antropica presente nelle acque sotterranee del territorio piemontese; tra le sostanze maggiormente presenti vi sono il tetracloroetilene e il tricloroetilene, derivanti dalla medesima origine industriale. I pennacchi di contaminazione formati da tali sostanze possono subire processi naturali di dealogenazione dando origine ad altre sostanze, talvolta più pericolose per l’uomo (come 1,2 dicloroetilene, 1,1 Dicloroetilene, Cloruro di vinile), che, sebbene con minore frequenza, sono presenti in un numero significativo di casi. Rilevante anche la presenza del triclorometano, meglio conosciuto come cloroformio.

Solventi nelle acque sotterranee rilevati nei siti censiti dalla Anagrafe dei siti contaminati del Piemonte - Fonte Arpa Piemonte
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I siti contaminati nella Anagrafe regionale del Piemonte

Capitolo
Siti contaminati
Anno
2025

I siti attualmente contaminati o che sono stati interessati da una contaminazione sono censiti nell’Anagrafe Regionale dei Siti Contaminati, che fornisce un quadro aggiornato relativo agli impatti sulle matrici ambientali e ai procedimenti di bonifica e ripristino ambientale conclusi e in corso di realizzazione. 

I siti censiti sul territorio regionale al 31/12/2024 sono 2109, di cui 857 con procedimento attivo e 1252 conclusi.  

Oltre il 44% dei siti presenti in banca dati sono localizzati nel territorio della Città Metropolitana di Torino; tale dato è da rapportare all’estensione, alla concentrazione e alla qualità delle attività insediate nell’area; seguono le province di Alessandria e Novara.

La Tabella sottostante riepiloga la situazione tecnico-amministrativa dei procedimenti di bonifica su base regionale. 

Situazione generale tecnico-amministrativa dei siti con procedimento di bonifica presenti in Piemonte - Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte

Si consolida nel tempo il superamento del numero dei procedimenti conclusi rispetto ai procedimenti attivi; per più della metà dei siti interessati da una potenziale contaminazione il procedimento si conclude senza la necessità di intervento, generalmente già in fase di messa in sicurezza d’emergenza.

Siti con procedimento di bonifica censiti nell’Anagrafe regionale dei siti contaminati, distribuzione per Provincia e totale - Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte
Evoluzione dei siti con procedimento di bonifica

Il numero totale di siti censiti nell’Anagrafe regionale cresce ogni anno in quanto rappresenta la traccia di tutti i procedimenti di bonifica che sono stati aperti nel corso del tempo.  

Per avere un quadro più rappresentativo della situazione è opportuno distinguere i siti con procedimento attivo da quelli con procedimento concluso

Siti con procedimento di bonifica censiti in Anagrafe per anno e per stato (2011-2024) - Fonte: Anagrafe regionale dei siti contaminati. Elaborazione Arpa Piemonte

I procedimenti conclusi risultano più numerosi dei procedimenti attivi, consolidando un andamento positivo registrato negli ultimi sette anni, con un tasso di crescita maggiore per i procedimenti conclusi.  

Rispetto ai dati dello scorso anno, risultano 38 nuovi procedimenti di bonifica e 27 procedimenti conclusi, mentre il numero di procedimenti attivi aumenta di 11 unità.  

La situazione è descritta con un dettaglio diverso nel grafico sottostante in cui viene mostrato il numero di nuovi siti inseriti in Anagrafe ogni anno in relazione al numero di siti conclusi nello stesso anno.  

Nuovi siti inseriti in Anagrafe, procedimenti conclusi e saldo su base annuale - anni 2011-2024 - Fonte Anagrafe regionale dei siti contaminati, Elaborazione Arpa Piemonte

La durata del procedimento di bonifica dipende da diversi fattori: la complessità del sito, la rilevanza economica dell’area interessata dalla contaminazione, la tecnica individuata per la bonifica. Esistono situazioni in cui il procedimento è aperto da molti anni; in questi casi è opportuno ricercare le cause della lentezza dell’azione di bonifica per porvi rimedio.

 Per i 368 siti potenzialmente contaminati, che si trovano nelle fasi precedenti all’approvazione dell’Analisi di Rischio, si individuano immediatamente le situazioni anomale rispetto alle tempistiche dettate dalla norma per l’avanzamento delle diverse fasi del procedimento risultanti dall’ASCO ; i siti per i quali il procedimento non risulta dai dati dell’ASCO proseguito oltre la fase di notifica sono il 46% circa; questo dato è in parte affetto dal mancato aggiornamento delle informazioni in Anagrafe.

Stato di avanzamento dell’iter procedurale per i siti potenzialmente contaminati, dati 2024 - Fonte Anagrafe regionale dei siti contaminati, Elaborazione Arpa Piemonte

Considerando i siti con procedimento attivo, dai dati in Anagrafe si rileva che la durata dei procedimenti è molto spesso superiore ai 6 anni. 

Per i siti potenzialmente contaminati, la numerosità diminuisce all’aumentare della classe di anzianità, mettendo in evidenza che per le fasi del procedimento relative alla caratterizzazione e all’analisi di rischio ci si mantiene per la maggior parte dei casi in tempi inferiori. Il crescere della numerosità dei siti nello stato di “contaminazione accertata” all’aumentare della classe di anzianità evidenzia come la fase della bonifica vera e propria spesso comporti tempi molto lunghi (sia nei casi che gli interventi richiedano molti anni per essere portati a termine, che nei casi in cui si riscontrano inerzie da parte dei soggetti obbligati agli interventi).

Siti contaminati in Piemonte, dettaglio per classe di anzianità, dati 2024 - Fonte Anagrafe regionale dei siti contaminati
Le cause di contaminazione

Le cause della contaminazione possono essere imputate principalmente alla cattiva gestione di impianti e strutture, alla scorretta gestione di rifiuti e ad eventi accidentali.

Siti contaminati in Piemonte, eventi causa di contaminazione, dati 2024 - Fonte Anagrafe regionale dei siti contaminati, Elaborazione Arpa Piemonte

Sui siti con procedimento di bonifica si svolgono o si sono svolte principalmente attività industriali, di distribuzione carburante o di gestione rifiuti ; considerando le attività commerciali prevalgono i siti in attività mentre per quanto riguarda le attività industriali il numero di siti in attività è di poco superiore a quello dei siti dismessi .

Attività svolta sui siti con procedimento di bonifica in Piemonte, dati 2024 - Fonte Anagrafe regionale dei siti contaminati, Elaborazione Arpa Piemonte

sotto la voce “altro” rientrano tipologie di siti con procedimento di bonifica per i quali la suddivisione tra “sito in attività” e “sito dismesso” non è particolarmente significativa (sversamenti dovuti a incidenti stradali, rottura di cabine elettriche di trasformazione, perdite da cisterne di combustibile per riscaldamento…).

Siti contaminati in Piemonte, ripartizione fra siti in attività e siti dismessi, dati 2024 - Fonte Anagrafe regionale dei siti contaminati, Elaborazione Arpa Piemonte
I contaminanti presenti nei terreni dei siti con procedimento di bonifica

La famiglia di contaminanti principalmente responsabile della contaminazione dei suoli è senza dubbio rappresentata dagli idrocarburi, che viene rilevata nel 61% circa dei siti, seguita dalla combinazione contaminanti inorganici più idrocarburi e dai soli contaminanti inorganici. La rilevanza di una contaminazione dipende fondamentalmente dalla concentrazione delle sostanze presenti nel terreno e dalla loro tossicità.

 

Siti contaminati in Piemonte con presenza di specifiche famiglie di contaminanti nel suolo e sottosuolo, dati 2024 - Fonte Anagrafe regionale dei siti contaminati, Elaborazione Arpa Piemonte

Così, all’interno della famiglia degli idrocarburi, le sostanze cancerogene come il benzene hanno una diversa rilevanza rispetto, ad esempio, ad altri idrocarburi leggeri e pesanti molto più diffusi nei siti contaminati.

Siti contaminati in Piemonte, principali idrocarburi presenti nel suolo e sottosuolo, dati 2024 - Fonte Anagrafe regionale dei siti contaminati, Elaborazione Arpa Piemonte
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territorio fattori siti contaminati
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Siti contaminati

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icona siti contaminati
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Un sito contaminato è un sito all’interno del quale le concentrazioni di contaminanti nelle diverse matrici ambientali (suolo, sottosuolo, acque sotterranee e superficiali) sono tali da determinare un rischio sanitario–ambientale non accettabile in funzione della destinazione d’uso e dello specifico utilizzo.  

Un sito contaminato richiede un intervento di bonifica finalizzato a restituire le aree agli usi residenziali, industriali o alla libera evoluzione naturale, con livelli di contaminazione compatibili con il rischio minimo; ciò comporta l’individuazione di obiettivi di concentrazioni di contaminanti a bonifica avvenuta (obiettivi di bonifica) validi per garantire un livello di rischio sanitario-ambientale accettabile. 

In attesa del raggiungimento degli obiettivi di bonifica sul sito devono essere poste limitazioni di utilizzo tali da garantire la salute dei fruitori e devono essere attivate misure di messa in sicurezza tali da impedire l’espansione della contaminazione al di fuori dei confini del sito. 

I siti contaminati rappresentano una delle fonti di pressione di origine antropica più rilevante per la qualità delle risorse ambientali presenti sul territorio e una delle principali criticità da affrontare nella riconversione delle aree industriali, spesso all’interno dei centri urbani. 

Informazioni e risorse aggiuntive

La legislazione nazionale in materia di bonifica dei siti contaminati è dettata dal D.Lgs. 152/06, Parte IV, Titolo V. http://www.normattiva.it/eli/id/2006/04/14/006G0171/CONSOLIDATED

Anno
2025
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Livelli misurati di campo magnetico ed elettrico

Anno
2025
Elettrodotti - Misure di campo magnetico

Dai risultati delle misure dal 2010 al 2024 emerge che oltre il 60% circa dei valori sono sostanzialmente non significativi per l'esposizione della popolazione essendo inferiori a 0.5µT, mentre circa il 90% delle misure ha rilevato valori di campo magnetico inferiori all’obiettivo di qualità fissato di 3 µT.

Resta un 10% circa di livelli di esposizione significativi, anche a causa del fatto che tutte le misure sono state effettuate in aree in estrema prossimità delle sorgenti. 

La percentuale di livelli significativi è particolarmente evidente nel periodo 2019-2023, dove sono stati presi in considerazione anche una serie di rilievi in estrema prossimità, entro 1m di distanza, di cabine di trasformazione. 

Tali sorgenti producono infatti livelli intensi di campo magnetico, che però decrescono molto rapidamente con la distanza, e tipicamente oltre i 2m scendono al di sotto dell’obiettivo di qualità di 3µT.

Nell’arco del 2024, non sono comunque stati riscontrati superamenti del valore di attenzione.

Distribuzione dei livelli di campo magnetico (µT) misurati fino al 2024 - Fonte Arpa Piemonte
Valori limite per campo magnetico generato da elettrodotti secondo la Normativa di riferimento: DPCM 08/07/2003
Valori limite per campo magnetico generato da elettrodotti
Limite campo magnetico 100 µT
Valore di attenzione campo magnetico (mediana 24h) 10 µT
Obiettivo di qualità campo magnetico (mediana 24h) 3 µT
Valori limite per campo magnetico generato da elettrodotti secondo la Normativa di riferimento: DPCM 08/07/2003
Punti di misura del campo magnetico a bassa frequenza generato da elettrodotti effettuati da Arpa Piemonte fino al 2023: tali misure sono state effettuate nelle aree maggiormente impattate dalla presenza della rete ad alta e altissima tensione. I punti con i livelli di campo più alti corrispondono alle principali dorsali energetiche, dove fluiscono i valori di corrente più elevati.
Elettrodotti – misure di campo elettrico

Per quanto riguarda i livelli di campo elettrico misurati, nel corso del 2024 non sono stati riscontrati superamenti del limite. 

La situazione resta perciò costante e analoga a quella rilevata lo scorso anno.

Limite campo elettrico
Valori limite per campo elettrico elettrodotti
Limite campo elettrico 5000 V/m
Valori limite per il campo elettrico generato da elettrodotti secondo la normativa di riferimento Normativa di riferimento: DPCM 08/07/2003
Impianti per telecomunicazioni – misure di campo elettrico

Nel 2024 sono state effettuate misure in prossimità di impianti per le telecomunicazioni a seguito di richieste specifiche dei cittadini o di attività di controllo sugli impianti su iniziativa di Arpa: i risultati devono essere considerati come rappresentativi delle situazioni di maggiore esposizione e non dell’esposizione media della popolazione.

Sulla base dei risultati delle misure effettuate nel 2024 si possono determinare le distribuzioni percentuali dei livelli di campo elettromagnetico presenti nelle diverse condizioni di esposizione, identificate come intervalli di livello di campo elettrico. 

Tali intervalli sono definiti come livelli di campo non significativi o livelli di fondo, inferiori a 0.5 V/m, livelli bassi, compresi tra 0.5 V/m e 3 V/m, valori medi, compresi tra 3 V/m e il valore di attenzione di 6 V/m (non più in vigore) e quelli più elevati. 

I livelli di campo rilevati in prossimità degli impianti per la telefonia o Stazioni Radio Base (SRB) sono mediamente inferiori a quelli rilevati in prossimità dei trasmettitori radiotelevisivi. 

In effetti nel 70% circa delle misure in prossimità di SRB il campo elettrico è risultato inferiore a 3 V/m, mentre per le antenne radiotelevisive i valori di campo elettrico inferiori a 3 V/m sono stati riscontrati nel 23% dei casi.

Per il 2024 non sono stati riscontrati superamenti, né del valore di attenzione, né del limite di esposizione fissati dalla norma.

Dall’analisi di questi dati si deduce comunque che i livelli di esposizione a campi elettromagnetici della popolazione residente in prossimità di sorgenti di campo a radiofrequenza sono, nella quasi totalità dei casi, di gran lunga inferiori ai valori limite.

Valori limite per il campo elettrico
Valori limite per il campo elettrico generato da impianti per telecomunicazioni
Limite campo elettrico 20 V/m o 40 V/m (per il 5G sopra i 3 GHz di frequenza)
Valore di attenzione campo elettrico 6 V/m
Obiettivo di qualità campo elettrico 6 V/m
Valori limite per il campo elettrico generato da impianti per telecomunicazioni secondo la normativa di riferimento DPCM 08/07/2003
Distribuzione dei livelli di campo elettrico misurati in prossimità di Stazioni Radio Base per telefonia cellulare - Fonte Arpa Piemonte
Distribuzione dei livelli di campo elettrico misurati in prossimità di antenne televisive - Fonte Arpa Piemonte
Distribuzione dei livelli di campo elettrico associati ai diversi sistemi di telefonia, misurati in prossimità di Stazioni Radio Base nella città di Torino - Fonte Arpa Piemonte
Distribuzione delle potenze installate per i vari sistemi in tutti gli impianti dell’area urbana di Torino - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

DECRETO DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI 8 luglio 2003 Fissazione dei limiti di esposizione, dei valori di attenzione e degli obiettivi di qualita' per la protezione della popolazione dalle esposizioni a campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2003/08/28/03A09711/sg

Tesla - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Tesla_(unit%C3%A0_di_misura)

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Lo sviluppo della rete 5G in Piemonte

Anno
2025

Con il nome di “tecnologia 5G” si intende un nuovo standard di telecomunicazioni, che è in corso di installazione con diverse possibili applicazioni: 

  • l’uso di antenne attive, le cosiddette “antenne intelligenti”, nella banda di frequenza 3.7GHz, che è sostanzialmente la stessa già in uso in precedenza per alcune connessioni dati nel 4G, per fornire servizi sui terminali mobili (smartphone);
  • l’uso di antenne passive (analoghe a quelle dei sistemi precedenti al 5G) nella banda di frequenza 700MHz, per fornire servizi mobili nelle aree a minore copertura;
  • l’uso di antenne attive nella banda di frequenza 27GHz (le cosiddette “onde millimetriche”), per fornire servizi dati quali ad esempio quelli per le auto a guida autonoma, i musei virtuali, la medicina a distanza, ed anche per le coperture dati nelle aree prive di connessioni in fibra;
  • l’implementazione di un sistema “ibrido” nel quale convivono 4G e 5G, con il riutilizzo delle attuali antenne passive per il 4G e delle sue stesse bande di frequenza. Quest’ultimo sistema viene indicato con l’acronimo DSS (Dynamic Spectrum Sharing – condivisione dinamica dello spettro), ed è anch’esso dedicato si servizi di telefonia mobile.

Le diverse applicazioni comportano caratteristiche molto differenti per quanto riguarda le sorgenti, le frequenze utilizzate e i possibili livelli di esposizione.

Nel corso del 2024 è proseguito il consolidamento della rete 5G, soprattutto per quanto riguarda i servizi di telefonia mobile, ad inizio 2025 gli impianti 5G autorizzati sul territorio piemontese sono:

  • 2915 con antenne attive nella banda di frequenza 3.7GHz (incremento dal 2023: +27%)
  • 1378 con antenne passive nella banda di frequenza 700 MHz (incremento dal 2023: +6%)
  • 122 con antenne attive nella banda delle onde millimetriche (rete ancora in fase embrionale – nessun incremento dall’anno precedente)
  • 2742 con sistema DSS (incremento dal 2023: +71%)

La presenza di impianti 5G sul territorio piemontese può essere verificata dai cittadini sul   Portale CEM - Campi elettromagnetici in Piemonte, a cura di Arpa Piemonte consultando “sorgenti” e selezionando “sorgenti TLC” per consultare la tipologia di impianti di interesse. 

E' possibile osservare che le sorgenti 5G sono diffuse su tutto il territorio regionale, ma con minore densità di impianti nelle zone extraurbane dove prevalgono i servizi 4G.

A livello di province, la percentuale di potenza dedicata al 5G rispetto alla potenza totale installata è simile nei diversi territori, variando tra un minimo del 21% circa nella provincia di Vercelli ed un massimo del 27% circa nella provincia di Cuneo.

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