Priorità 3.E - Conservare la biodiversità

Anno
2025

La biodiversità è fondamentale, poiché insieme all’aria, acqua e suolo, costituisce parte integrante del nostro capitale naturale. Capitale naturale e biodiversità stabilizzano e garantiscono il corretto funzionamento degli ecosistemi e dei servizi che questi ci offrono. Essa è, quindi, valore universale e bene comune da tutelare per le attuali e per le future generazioni.

Questa priorità intende integrare le politiche di tutela della biodiversità, che già da anni impegnano le istituzioni regionali, nelle politiche di sviluppo del Piemonte per valorizzare il ruolo chiave della diversità del patrimonio naturale nel creare modelli di sviluppo “consapevoli” in grado di coniugare la crescita economica e sociale con la conservazione delle risorse naturali. Le politiche dovranno tendere all’estensione delle aree tutelate per raggiungere uno degli obiettivi cardine definiti dalla Strategia Europea per la Biodiversità e dal Goal 15 di Agenda 2030 che stabilisce che, al 2030, almeno il 30% del territorio sia costituito da aree naturali.
I dati sulla biodiversità in Piemonte evidenziano che il territorio piemontese è un hot-spot di biodiversità, grazie alla grande varietà di specie animali e vegetali censite: è stata verificata la presenza di circa 3.600 specie floristiche, mentre per la parte faunistica sono presenti 400 specie di uccelli, 80 specie di mammiferi, 40 di rettili e anfibi, e 60 di pesci.

L’estensione complessiva delle aree tutelate (Rete Natura 2000, Aree Protette, Zone Contigue e Zone di Salvaguardia) ammonta a quasi 460 mila ettari di territorio protetto, pari a più del 18% del territorio piemontese e rappresentando la base della Rete ecologica regionale. In particolare, il sistema dei Parchi regionali è costituito da 104 Aree protette, per una superficie complessiva di 200.540 ettari. Oltre alle Aree protette regionali, la regione Piemonte conta due Parchi Nazionali: il Gran Paradiso e la Val Grande.

Se i siti e le funzioni della rete Natura 2000 e delle Aree protette costituiscono la struttura portante della Rete ecologica regionale, non va dimenticato che il Piemonte ha un patrimonio di biodiversità anche al di fuori del sistema tutelato, patrimonio che richiede attenzione e misure per garantire che suoli e ambienti anche non sottoposti a tutela, siano preservati e possano assolvere alla loro funzione ecosistemica. Parte della biodiversità piemontese risiede nelle aree forestali: i boschi in Piemonte ricoprono, infatti, più di 1/3 del territorio regionale e con superficie tutt’ora in aumento spontaneo. Nei diversi habitat forestali presenti in Piemonte, il livello di biodiversità è però molto variabile, sia in relazione alle caratteristiche naturali, sia al tipo di utilizzo storico da parte dell’uomo che può portare cambiamenti alla composizione specifica, alla struttura o all’estensione dei boschi.

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Priorità 3.D - Tutelare le acque e i suoli

Anno
2025

Questa priorità intende integrare le politiche di tutela delle acque e dei suoli, che già da anni impegnano le istituzioni regionali, nelle politiche di sviluppo del Piemonte per valorizzare il ruolo chiave di queste risorse “finite” nel creare modelli di sviluppo consapevoli in grado di coniugare la crescita con il rispetto della loro capacità di rigenerazione.

La sostenibilità nella gestione delle acque non può prescindere dall’affrontarne le criticità con una visione complessiva, in cui qualità e quantità della risorsa e morfologia dei corpi idrici siano parte di un unico progetto di tutela atto a garantire disponibilità di acqua e servizi alle comunità (non solo acqua potabile e per la produzione ma anche sistemi di depurazione efficienti, sicurezza in caso di eventi estremi, godibilità degli ambienti acquatici).

L’acqua è uno dei comparti ambientali ed economici maggiormente impattati dal cambiamento climatico e questo determina effetti sia sulla sopravvivenza della biosfera, sia sulla disponibilità idrica per l’uso potabile e l’uso del sistema produttivo agricolo, energetico e industriale piemontese. Carenza idrica e siccità sono tra gli impatti più evidenti del cambiamento climatico a carico delle acque. Questi temi sono concretamente affrontati nell’ambito del sistema di pianificazione distrettuale e regionale, che orienta la sua azione a promuovere la diffusione di comportamenti virtuosi per una gestione quantitativa e qualitativa sostenibile della risorsa idrica, bene prezioso e ora più che mai da tutelare, in un’ottica di sostenibilità dell’azione umana sul territorio.

Nel bacino idrografico piemontese, complessivamente, non si rileva una variazione significativa del valore medio di portata annuale, bensì una diversa distribuzione delle portate durante l’anno con un’amplificazione dei fenomeni estremi: anticipo dello scioglimento nivale, maggiore siccità estiva e concentrazione dei giorni di pioggia.
L’alternarsi sempre più frequente di periodi di scarsità d’acqua a periodi di forti e improvvise precipitazioni genera, nell’immediato, danni al territorio e pericoli per la popolazione e, nel lungo periodo, richiede un’attenta gestione della risorsa che, diversamente rischia di diventare scarsa per tutti gli usi a cui è destinata.

In Piemonte, così come nel resto delle regioni europee, sono tanti gli elementi che incidono sul degrado del suolo e che concorrono a renderlo un elemento vulnerabile. Tra le cause di compromissione di questa risorsa, emergono principalmente l’espansione delle città, l’erosione, la deforestazione e l’inquinamento.

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Priorità 3.C - Valorizzare il patrimonio culturale e ambientale

Anno
2025

Questa priorità riguarda le azioni di valorizzazione del capitale naturale nonché del patrimonio storico e culturale del Piemonte al fine di rafforzare identità, attrattività e competitività territoriali.

Il Piemonte, per conformazione geografica e storia vissuta, ha in dotazione un ampissimo patrimonio naturale e culturale, che sapientemente tutelato e valorizzato può contribuire allo sviluppo del territorio regionale, creando ricchezzae migliorando le condizioni di benessere delle comunità locali. Il target 11.4 di Agenda 2030 esorta a rafforzare le azioni per la protezione e promozione del patrimonio culturale e naturale, indicandolo come elemento contributore alla creazione di città e territori inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili.

Il Piemonte, tracciando le linee di questa priorità, sceglie di “mettere a valore” il proprio patrimonio naturale e culturale anche attraverso nuove modalità di approccio alla tutela e alla gestione di tali elementi, che consentano, a scala territoriale adeguata, di riprendere la strada dello sviluppo, recuperando competitività e nel contempo, creando benessere per le comunità locali.

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Priorità 3.B - Ridurre le marginalità territoriali

Anno
2025

Questa priorità affronta il tema dei territori considerati di “margine” del Piemonte, non soltanto come un problema e una criticità ma come una risorsa, come uno spazio potenzialmente al positivo, per i valori socio culturali, economici e ambientali che rappresentano e con le loro possibilità di sviluppo.

In generale, il concetto di marginalità è espressione di una condizione rilevabile di disagio che connota un dato territorio, uno svantaggio per aspetti di tipo sociale, economico e territoriale: i concetti applicabili sono quelli di “marginalità socioeconomica e infrastrutturale”.

Le politiche in questo ambito si concentrano su due tipologie di aree marginali del Piemonte, quelle riferite a:

  • le aree interne delle montagne e il metro-montano;
  • le periferie delle città, la qualità urbana e il metro-rurale.

Si pone quindi l’accento sulle dimensioni più territoriali e di pianificazione che ne ridisegnano ruoli, potenzialità e sviluppi rispetto alla regione nel suo complesso.
In questo ambito, per i territori rurali e montani, rientrano le politiche di promozione di green communities come nuove forme organizzative e di sviluppo delle comunità locali, finalizzate a stabilire un nuovo rapporto sussidiario e di scambio con le comunità urbane e metropolitane in più campi: economico, energetico, ambientale, turistico, di costruzione e gestione sostenibile del patrimonio edilizio e delle infrastrutture, dei servizi, della mobilità e dei trasporti.

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Priorità 3.A - Ridurre il dissesto e il degrado ambientale

Anno
2025

Questa priorità integra politiche che affrontano i problemi di dissesto idrogeologico e di riduzione del degrado ambientale in più ambiti di intervento. La riduzione del degrado riguarda, insieme agli interventi di tutela e bonifica, aspetti di conversione del sistema produttivo in chiave di economia circolare (cfr. MAS 1 e 2) con la riduzione della produzione di rifiuti e l’introduzione di cambiamenti nella gestione del territorio e nella pianificazione territoriale e la transizione energetica (cfr. MAS 2) in risposta alle problematiche della qualità dell’aria.

In generale, le politiche regionali che si attivano e/o si potenziano per incrementare la resilienza del territorio e ridurre il degrado ambientale si strutturano in più ambiti di intervento:

  • l’aumento della capacità adattativa, ossia dell’insieme delle risorse che possono essere utilizzate e opportunamente organizzate per far fronte alle conseguenze di un cambiamento, con un processo adattivo;
  • la riduzione della vulnerabilità, dell’ambiente naturale e del sistema socioeconomico;
  • la diminuzione dell’esposizione delle persone, dei beni e del capitale naturale al rischio ambientale e idrogeologico.


In particolare, il rischio idrogeologico è una criticità per il Piemonte, legata alla peculiare conformazione del territorio che ha alta incidenza di aree declivi. In Piemonte il 73% della superficie territoriale ricade in comuni classificati di collina e montagna, nei quali risiede il 38% della popolazione. Tale assetto, la cui criticità è accentuata dal mutare del regime pluviometrico associato al cambiamento climatico, richiede un rafforzamento dell’attività di prevenzione e di adeguamento infrastrutturale, oltre che di ripristino dei danni.

Il cambiamento climatico è in questo ambito un elemento di amplificazione delle criticità legate alla sicurezza del territorio: gli impatti del fenomeno sono già evidenti (anche in termini di costi) sull’ambiente naturale e sui sistemi socioeconomici piemontesi, tanto più gravosi quanto più aumenta l’entità del riscaldamento; gli scenari futuri - anche con le migliori politiche di mitigazione - delineano, inoltre, una situazione in deciso peggioramento, a causa delle emissioni cumulate registrate fino ad oggi.

Rappresenta quindi una priorità agire per contrastare il fenomeno, individuando efficienti misure di adattamento.

Sul fronte del degrado ambientale intervengono le politiche sulla riduzione del consumo, del deterioramento e della capacità produttiva dei suoli e le politiche di gestione dei rifiuti in stretta relazione con le politiche di economia circolare descritte nella MAS 1. Per quanto riguarda la qualità dell’aria i problemi e le politiche sono affrontate nella MAS 2 - La transizione energetica.

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Priorità 2.C - Promuovere e facilitare la conversione dei trasporti e della mobilità

Anno
2025

La mobilità sostenibile è una delle chiavi essenziali per garantire libertà e sicurezza di spostamento ai cittadini. Valorizzare la mobilità a supporto dello sviluppo, ridurre gli effetti negativi che impattano sul territorio e progettare un sistema di trasporti che risponda in modo adeguato alle nuove esigenze, richiede di agire in diversi settori.

A livello europeo la Strategia ASI (Avoid – Shift – Improve) è il riferimento per definire le politiche volte a favorire la transizione della mobilità verso un modello più sostenibile a livello energetico e ambientale, grazie a misure che, pur preservando l’accessibilità delle persone a beni e servizi, riducano la necessità di spostarsi con mezzi motorizzati (Avoid), privilegiando modalità di trasporto meno impattanti (Shift) dal punto di vista della salute, della preservazione ambientale ed economica del territorio.
Si agisce, inoltre, per migliorare l’efficienza del sistema attuale (Improve) e renderlo carbon neutral e per migliorare tecnologicamente i mezzi di trasporto, in modo che siano meno energivori ed inquinanti.

In quest'ottica, un sistema di mobilità e trasporti a servizio delle persone (socialmente corretto, che utilizza con efficienza le risorse pubbliche e consente un alto grado di sostenibilità ambientale) deve necessariamente dedicare un trattamento preferenziale ai trasporti non motorizzati (piedi e bici). Tuttavia, il passaggio evolutivo da uno stile di vita basato sul possesso dell’auto ad uno stile di vita nel quale la mobilità è uno dei servizi di cui usufruire (a seconda delle necessità) implica favorire, a partire dalle aree più urbanizzate, il trasporto pubblico locale quale elemento tra i più rilevanti per migliorare - anche in termini di sostenibilità - la qualità della vita dei cittadini.

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Priorità 1.D - Convertire le pratiche agricole

Anno
2025

(Convertire le pratiche agricole attraverso il miglioramento delle prestazioni economiche e ambientali delle aziende agricole ed agro-industriali, favorendo la competitività sostenibile.)

Questa priorità si concentra sull’agricoltura e sulle possibilità di sviluppo del patrimonio rurale e montano del Piemonte in chiave di maggiore sostenibilità.

Il raggiungimento di un’agricoltura più sostenibile in Piemonte potrà avvenire grazie alla graduale adozione, peraltro già avviata, di nuovi modelli agricoli in grado di produrre cibo sano e di buona qualità; di essere “in equilibrio” rispetto all’ambiente naturale (grazie anche ad adeguati profili di efficienza produttiva); di sostenere l’impatto dei cambiamenti climatici; di evolversi in armonia con i contesti sociali e territoriali contribuendo a sostenerne lo sviluppo.

Oggi, l’agricoltura non va più intesa soltanto nella sua funzione di attività primaria diretta alla produzione di generi alimentari ma in relazione con varie tematiche tra cui la sicurezza alimentare e la salute delle persone, la lotta al cambiamento climatico e agli sprechi, la bio-economia e la produzione di energia in ottica di economia circolare, il welfare, il turismo, la pianificazione del territorio, il paesaggio rurale, i servizi ecosistemici, ecc.
La disciplina del settore agroalimentare è una materia multidisciplinare e trasversale che rappresenta un veicolo di innovazione anche istituzionale. È ormai diffusa la tendenza a estendere ad altri settori le innovazioni anche normative originariamente introdotte per far fronte alle domande di nuova regolazione emerse proprio nell’ambito del settore agroalimentare.

Nel processo di conversione giocano un ruolo rilevante l’agricoltura di precisione e le nuove tecnologie (“Agricoltura 4.0”), che possono contribuire alla sostenibilità riducendo la quantità di prodotti chimici, applicandoli solo dove e quando essi necessitano, e producendo effetti sulla qualità delle acque e riduzione del loro consumo, sulla qualità del suolo e dell’aria, sulla mitigazione del clima e sulla questione energetica.

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Siti contaminati, fattore per le acque

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siti contaminati
Paragrafi

I siti contaminati rappresentano uno dei fattori antropici che possono influenzare lo stato delle acque sotterranee; la contaminazione presente nella matrice suolo può determinare un impatto sulla risorsa acque sotterranee, attraverso l’infiltrazione delle acque meteoriche, la presenza di vie preferenziali nel terreno o il dilavamento da parte della falda.

Sul totale siti contaminati censiti nella Anagrafe regionale dei siti contaminati (ASCO) in Piemonte a dicembre 2024 di 2109, i siti con contaminazione che interessa le acque sotterranee sono 617, dei quali 361 "attivi" e 256 conclusi.

Anno
2025
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Sito di Serravalle Scrivia

Anno
2025

ll Sito di Interesse Nazionale denominato ex-Ecolibarna si trova nel Comune di Serravalle Scrivia, nella parte orientale della provincia di Alessandria, a circa 8 km dall'abitato di Novi Ligure; la situazione di contaminazione è conseguenza delle attività degli impianti della ex Ecolibarna e della ex Gastaldi Oli Lubrificanti S.p.A.

L'area è delimitata a Ovest dalla S.S. n. 35 dei Giovi, a Nord e a Est da una strada comunale e a Sud–SudOvest dalla ferrovia Genova–Torino.

Fin dal 1940 il sito è stato sede di un complesso industriale che effettuava il deposito di oli minerali, combustibili e lubrificanti, il trattamento di oli minerali per la produzione di oli bianchi, nonché la rigenerazione di oli minerali lubrificanti esausti con acido solforico concentrato e precipitazione della parte idrocarburica catramosa (“melme acide”). 

A partire dal 1983 sul sito cominciò ad operare la società Ecolibarna S.r.l in possesso dell’autorizzazione per la raccolta e lo smaltimento di rifiuti speciali e tossico-nocivi sia liquidi che solidi. Nel periodo di attività di Ecolibarna sul sito transitarono rifiuti di ogni genere e, successivamente, rifiuti di diversa natura furono ritrovati interrati in alcune aree del sito.

Nel 1984 e 1985 la Regione Piemonte revocò l’autorizzazione allo smaltimento e impose la cessazione di tutte le lavorazioni effettuate nell’area.

Le operazioni di bonifica del SIN sono state incentrate sul risanamento del territorio dalla presenza di rifiuti tossico-nocivi, allo stato liquido e solido che hanno provocato la contaminazione del terreno e delle acque sotterranee sia nelle aree interne che nelle aree esterne allo stabilimento.

Il Ministero della Protezione Civile affidò alla ditta Castalia S.p.A. (poi Fisia Italimpianti) l’incarico di effettuare la bonifica del sito industriale e la messa in sicurezza dei materiali presenti nell’area, attività che proseguì fino al 1995 quando le evidenze di contaminazione riscontrate sul sito fecero emergere la necessità di un intervento più ampio di quello previsto.

La delimitazione effettuata con il Decreto 7 febbraio 2003 comprende l'area dell'insediamento industriale dismesso della ex Ecolibarna S.r.l. ed ex Gastaldi Oli Lubrificanti S.p.A. e si estende alle aree a valle fino alla sponda del Torrente Scrivia, per un totale di circa 745.000 m2.

Dopo l’operato di due commissari delegati per la bonifica, attualmente il soggetto competente all'attuazione del programma di bonifica è la Provincia di Alessandria (come da Accordo di Programma tra Ministero, Regione, Provincia e Comune di Serravalle Scrivia dell'aprile 2015).

I lavori sinora eseguiti hanno riguardato la caratterizzazione del sito dello stabilimento eseguita da Arpa Piemonte, caratterizzazioni in aree esterne, prove pilota, attività di monitoraggio, progettazione di lotti di intervento, realizzazione di opere di messa in sicurezza d’emergenza e bonifica. A seguito dei risultati analitici sulle acque sotterranee dello stabilimento sono stati progettati e approvati gli interventi di messa in sicurezza d’emergenza della falda.

Di significativa importanza è il diaframma plastico impermeabile immorsato ad una profondità variabile tra circa 8 m e 12 m dal piano campagna, realizzato a monte del sito, in particolare della cosiddetta area discariche, su una lunghezza di circa 250 m ad integrazione di interventi di impermeabilizzazione superficiale e di opere di captazione e gestione del percolato.

L’Accordo di Programma sopra citato, oltre a costituire un quadro organico di riferimento per la gestione dei finanziamenti disponibili e quelli successivamente reperibili, indica una serie di interventi da attuare grazie alle disponibilità finanziarie esistenti:

  • Completamento del diaframma plastico a bassa permeabilità;
  • Bonifica nell’ambito dell’Area Impianti (rimozione di manufatti, asportazione parziale del terreno contaminato e iniezione di reagenti per incentivare la degradazione di idrocarburi e VOC nelle acque di falda);
  • Emungimento di acqua contaminata dall’acquifero superficiale e smaltimento in impianto di trattamento, in funzione dal settembre 2016;
  • Monitoraggi e gestione delle discariche al fine di tenere sotto controllo l’evoluzione della contaminazione e di prevenire situazioni di criticità;
  • Interventi di bonifica sulle acque sotterranee in zona Fabbricone (Air Sparging e Soil Vapour Extraction).

Nel 2018 sono stati conclusi i lavori di bonifica della cosiddetta Area Impianti, consistenti nella rimozione dei manufatti esistenti, nell’asportazione del terreno contaminato e nell’iniezione di reagenti per incentivare la degradazione di idrocarburi e VOC nelle acque di falda; nella primavera del 2020 si sono conclusi i previsti monitoraggi ambientali per la valutazione dell'efficacia dell'intervento (8 campagne di campionamento della acque di falda) con risultati per ora in linea con quanto atteso.

Nel 2021 sono stati conclusi i lavori di completamento del diaframma plastico a bassa permeabilità, per la cinturazione completa della cosiddetta area discariche.
Al SIN risultavano assegnate risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), programmazione 2014-2020, per poco meno di 8 milioni di euro. Con Delibera CIPE 28 luglio 2020, n. 31, tali risorse sono state diversamente riprogrammate e si è quindi in attesa che al sito possano essere destinate quanto prima risorse del Piano Nazionale per le Bonifiche, per procedere con gli interventi più urgenti e che la nuova programmazione FSC per il periodo 2021-2027 riassegni al SIN Serravalle Scrivia risorse non inferiori a quanto definanziato.

Nel frattempo, la Regione si è attivata per reperire risorse alternative per un ammontare di 2.890.000 euro, da destinarsi anche ad interventi non compresi nell’Accordo, secondo le risultanze di una rivalutazione delle priorità di intervento in corso di esecuzione.

Sito di interesse nazionale di Serravalle Scrivia - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Accordi di programma quadro Siti di Interesse Nazionale https://www.mase.gov.it/bonifiche/accordi-sin/206

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Redazione RSA