Il radon

Anno
2025

La protezione della salute umana nel lungo termine da livelli di rischio di esposizione a radiazioni ionizzanti che non possono essere trascurati dal punto di vista della radioprotezione in relazione all'ambiente è uno degli obiettivi delle norme della Unione Europea. In particolare, è rilevante la protezione dall'esposizione dei lavoratori o di individui della popolazione al radon in ambienti chiusi. 

Il radon è un gas radioattivo naturale che ha origine principalmente nel suolo dal decadimento del radio presente nelle rocce e nel terreno. Per la sua natura e le sue proprietà chimico-fisiche entra facilmente negli ambienti confinati come abitazioni, luoghi di lavoro e scuole. Costituisce un pericolo per la salute perché può causare il tumore polmonare. 

Ad oggi Arpa Piemonte raccoglie misure di concentrazione annuale in scuole e abitazioni distribuite sui comuni piemontesi. La mole di dati in continuo aumento permette una sempre migliore caratterizzazione della presenza di radon sul territorio regionale. 

Per ogni Comune della Regione viene infatti stimata la distribuzione del radon tramite un approccio che unisce le conoscenze radio-geolitologiche del territorio alle misure sperimentali.

L’attuale valore medio piemontese complessivo stimato a livello residenziale è pari a 71,4 Bq/m3. Tale valore va però continuamente aggiornato e ricalcolato per il progressivo miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici, perseguito ed attuato un po’ ovunque in questi anni, che riduce il ricambio d’aria nelle abitazioni e quindi favorisce l’accumulo di radon negli ambienti confinati.

Catena di decadimento dell'Uranio 238 - Fonte Istituto Superiore di Sanità

Per conoscere il valore medio di radon nei comuni piemontesi e visionare la nuova mappa interattiva aggiornata della concentrazione radon in aria al piano terra nelle abitazioni del territorio piemontese, è possibile consultare il geoportale di Arpa Piemonte, digitare "radon" nell'apposito campo di ricerca: è possibile quindi selezionare o la mappa delle medie al piano terra o la mappa delle aree prioritarie o la classificazione Urban Ealth.

La conoscenza della distribuzione del radon è particolarmente importante per gli aspetti legati alla pianificazione urbanistica del territorio regionale e per tutto ciò che attiene alla progettazione e costruzione di nuovi edifici o alla ristrutturazione di edifici esistenti. 

Una prevenzione mirata a limitare l’ingresso del radon nelle abitazioni e a garantire un determinato ricambio d’aria rappresenta, infatti, un valido strumento per ridurre l’esposizione media della popolazione a questo pericoloso inquinante. 

Per questo l’attuale normativa prevede anche l’individuazione di aree prioritarie cioè di quelle zone abitate in cui è necessario concentrare e intensificare le misure e le politiche rivolte alla riduzione del radon.

Nel 2022 la Regione Piemonte, con la Delibera della Giunta Regionale, ha individuato dette aree prioritarie.

In tali aree definite a “rischio radon” l’obbligo della misura di prevenzione si estende anche ai piani seminterrati e piani terra.

Informazioni e risorse aggiuntive

  Radon sul Geoportale di Arpa Piemonte  https://geoportale.arpa.piemonte.it/app/public/?pg=mappa&ids=2d2fb8900b6b4e9ba536c6bc4123d844

In questo sito Dose efficace indicativa dovuta al consumo di acqua

Radon Istituto Superiore di Sanità https://radon.iss.it/2019/09/03/faq/

Deliberazione della Giunta Regionale 25 novembre 2022, n. 61-6054 L.r. 5/2010. Individuazione, ai sensi dell’art.11, comma 3, del D.lgs. 101/2020, delle “aree prioritarie”, gia' "zone ad elevata probabilita' di alte concentrazioni di attivita' di radon", ai sensi dell’art.10 sexies del D.lgs. 230/1995 e disposizioni attuative del Piano regionale di Prevenzione 2020-2025, di cui alla d.g.r. 16-4469 del 29.12.2021. http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2023/02/attach/dgr_06054_1050_25112022.pdf
 

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Dose gamma in aria

Anno
2025

La dose gamma in aria è una grandezza che descrive la quantità di energia rilasciata dai raggi gamma nell’unità di massa d'aria.

La radioattività naturale contenuta nella crosta terrestre determina, unitamente ai raggi cosmici, un irraggiamento gamma a cui tutti gli esseri viventi sono continuamente sottoposti.

Normalmente la dose gamma in aria viene misurata in termini di rateo di dose gamma, cioè la dose riferita all’unità di tempo espressa in μSv/h (microSievert all’ora). 

La dose gamma in aria non presenta cambiamenti sostanziali da un anno all’altro, a meno di importanti eventi catastrofici del tipo di gravi incidenti nucleari o radiologici. 

Nel corso del 2024 non ci sono state quindi novità nei valori riscontrati rispetto agli anni precedenti.

È possibile calcolare la distribuzione sul territorio della dose gamma in aria sommando il contributo della radioattività naturale presente nel suolo, condizionata dal tipo di litologia presente nel sottosuolo, e il contributo dei raggi cosmici, condizionato dalla quota.

Dose gamma in aria dovuta all’irraggiamento dei radionuclidi naturali contenuti nel suolo e all’irraggiamento dei raggi cosmici - Fonte Arpa Piemonte

In caso di incidenti nucleari la radioattività dispersa in aria può però creare un aumento dei livelli naturali di dose gamma. 

Per questo motivo sono istituite delle reti di monitoraggio in continuo dei valori della dose gamma in aria. 

In Piemonte esiste una rete di questo tipo gestita da Arpa Piemonte

Le misure puntuali di dose gamma effettuate dalle centraline, confermano i dati ottenuti dal modello che fornisce un valore medio considerando la radioattività nel suolo e l’altitudine del punto calcolato in assenza di incidenti.

Informazioni e risorse aggiuntive

Sievert - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Sievert

Dosimetria - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Dosimetria

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Radiazioni ionizzanti, fattore per l'aria

Tema
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In atmosfera è riscontrabile attività radiogena causata dagli elementi naturalmente radioattivi presenti nel sottosuolo o da attività umane, principalmente incidenti che hanno portato al rilascio di radionuclidi in atmosfera.

Le emissioni del gas radioattivo radon dal sottosuolo costituiscono un fattore di pressione ambientale localmente rilevante.

Informazioni e risorse aggiuntive

Rapporti sulla radioattività ambientale di Arpa Piemonte https://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/radioattivita/reti-monitoraggio/documentazione

Anno
2025
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I PFAS nelle acque superficiali e sotterranee in Piemonte

Anno
2025
Dove trovare le informazioni sui PFAS

Nella sezione "Monitoraggio dal 2021" del   Portale sui PFAS di Arpa Piemonte sono pubblicati i risultati delle analisi PFAS condotte da Arpa Piemonte a partire dal 2021.

Cosa sono i PFAS

Le sostanze Poli- e Per-fluoroalchiliche (PFAS) note sono oltre 10.000, non esistono in natura e sono prodotte unicamente per sintesi o per degradazione dei prodotti di sintesi.

I PFAS hanno una vasta gamma di proprietà fisiche e chimiche e possono essere gas, liquidi o polimeri solidi ad alto peso molecolare.

Le molecole più utilizzate e studiate di questa famiglia sono l’acido perfluoroottanoico (PFOA) e l’acido perfluoroottansolfonico (PFOS). 

I PFAS sono costituiti da catene di carbonio parzialmente o totalmente fluorurate, la  lunghezza della catena fluorurata e i diversi gruppi chimici funzionali che vengono a questa connessi  determinano le differenti caratteristiche chimico-fisiche di ogni sostanza e influenzano il loro comportamento nell’ambiente e negli organismi, nonché il loro bioaccumulo e la loro tossicità.

Molte delle sostanze perfluoroalchiliche (come ad es. il  PFOA  , il PFOS e le catene C9-C14 PFCAs) sono già identificate come sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche (PBT) o molto persistenti e molto bioaccumulabili (vPvB); per altre sostanze sono ancora in corso le valutazioni.

Tali proprietà conferiscono la caratteristica di sostanze estremamente preoccupanti (SVHC - Substance of very high concern) per le quali il Parlamento Europeo presta particolare attenzione nella gestione del rischio.

Usi dei PFAS - Modificato da https://defence.gov.au
Dove sono presenti

A partire dagli anni Cinquanta i PFAS si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all'acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa. Si trovano nei cosmetici, nei capi di abbigliamento impermeabili, nelle padelle antiaderenti, negli imballaggi in carta. Sono presenti in numerosissimi prodotti di uso comune e sono ancora oggi indispensabili in diversi processi industriali.

Come conseguenza dell’estensiva produzione e uso dei PFAS e delle loro caratteristiche chimiche, questi composti sono stati rilevati in concentrazioni significative nell’ambiente e negli organismi viventi. Ciò è riconducibile alla persistenza nell’ambiente dovuta all’elevata stabilità del legame carbonio-fluoro, alla mobilità nei suoli e nelle acque, all'elevata solubilità nelle acque e alla capacità di bioaccumulo nel Biota per l’assenza di biotrasformazioni.

Data la loro capacità di accumularsi negli organismi, la concentrazione di PFAS aumenta man mano che si sale lungo la catena alimentare, attraverso il meccanismo detto di bioamplificazione. Infatti, considerando che l’esposizione dell’uomo avviene principalmente per via alimentare, per inalazione e per ingestione di polveri, nel momento in cui queste sostanze contaminano l’acqua, entrano nella catena alimentare attraverso il suolo, la vegetazione, le coltivazioni, gli animali e quindi gli alimenti.

Vie di esposizione tipiche per i PFAS - Fonte Agenzia Europea dell'Ambiente
Quali sono le norme che si applicano ai PFAS

Dal 2006 l’Unione Europea ha previsto restrizioni per produzione e utilizzo del PFOS, ad oggi incluso tra le sostanze vietate nell’Allegato XVII del  Regolamento 1907/2006 (REACh). 

Dal 2020 anche il PFOA non è più prodotto o commercializzato.  

Dal 2019, per le acque superficiali e sotterranee, in Italia sono definiti  Standard di Qualità Ambientale  (SQA) di alcuni PFAS, superati i quali i corpi idrici ricevono un giudizio inferiore di qualità e la pianificazione di bacino idrografico definisce interventi correttivi.

Il 21 marzo 2023 è entrato in vigore il decreto legislativo 18/2023 Attuazione della  Direttiva 2020/2184  del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano”. 

Esso prevede che, qualora vengano superati i valori di parametro fissati, è necessario prendere misure appropriate per ridurre o eliminare il rischio.

Cosa si sta facendo in Piemonte

Arpa Piemonte ha avviato l’attività analitica nel 2009 monitorando la diffusione dei PFAS nei corpi idrici regionali; l’attività si è sviluppata negli anni indagando altre matrici e ampliando il numero delle sostanze ricercate. 

Nell’ambito del monitoraggio dei corpi idrici è stata presto riscontrata la presenza di diverse sostanze PFAS ed è stata individuata una zona particolarmente contaminata a causa di un inquinamento puntuale storico e tuttora attivo, intorno al Polo Chimico di Spinetta Marengo ove vengono prodotte tali sostanze. 

Nel 2009 Arpa determinava nelle acque solo PFOA e PFOS, oggi le sostanze ricercate e quantificate dai laboratori sono più di 20 individuate tra le molecole rilevanti per aggiornamenti normativi o criticità sito-specifiche. L’evoluzione tecnologica della strumentazione in uso ha permesso negli anni di ottimizzare la sensibilità dei metodi adottati e di conseguenza è possibile confermare la diffusione di queste sostanze anche se in concentrazioni molto ridotte

Per individuare eventuali altre fonti di inquinamento da PFAS sul territorio regionale, Arpa Piemonte ha attivato una campagna di controlli di scarichi che potenzialmente potessero essere fonti di immissione di PFAS nell’ambiente: aziende nel cui ciclo produttivo possono essere presenti PFAS (trattamento di rifiuti, trattamenti galvanici, produzione e trattamento dei tessuti, cartiere) e depuratori civili e industriali che scaricano su corsi d’acqua.

A partire dal 2023 è in fase di sviluppo una attività sperimentale per la ricerca di PFAS in campioni di aeriformi, percolati di discarica, fanghi di depurazione, suoli e rifiuti per verificare la diffusione delle sostanze.

Nella sezione "Monitoraggio dal 2021" del   Portale sui PFAS di Arpa Piemonte sono pubblicati i risultati delle analisi PFAS condotte da Arpa Piemonte a partire dal 2021.

I rischi per la nostra salute

Per informazioni specialistiche e dettagliate si rimanda:

Regione Piemonte Inquinamento da PFAS e rischi per la salute https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sanita/prevenzione/inquinamento-pfas-rischi-per-salute

Regione Piemonte Inquinamento da PFAS nel polo chimico di Spinetta Marengo https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sanita/prevenzione/inquinamento-pfas-attivita-monitoraggio-limitazione-rischio

Istituto Superiore di Sanità Sostanze per- e poli-fluorurate (PFAS) 

Agenzia Europe per l'Ambiente https://www.eea.europa.eu/it/segnali/segnali-2020/infografica/effetti-delle-pfas-sulla-salute-umana/view

Informazioni e risorse aggiuntive

  Portale sui PFAS di Arpa Piemonte https://webgis.arpa.piemonte.it/pfas_acque/home

Inchiesta di Le Monde 'Forever pollution': Explore the map of Europe's PFAS contamination https://www.lemonde.fr/en/les-decodeurs/article/2023/02/23/forever-pollution-explore-the-map-of-europe-s-pfas-contamination_6016905_8.html

Regolamento 1907/2006 (CE) n. del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'agenzia europea per le sostanze chimiche, che modifica la direttiva 1999/45/CE e che abroga il regolamento (CEE) n. 793/93 del Consiglio e il regolamento (CE) n. 1488/94 della Commissione, nonché la direttiva 76/769/CEE del Consiglio e le direttive della Commissione 91/155/CEE, 93/67/CEE, 93/105/CE e 2000/21/CE  (REACh). http://data.europa.eu/eli/reg/2006/1907/2009-06-27

Standard di qualità ambientale applicabili alle acque superficiali (SQA) di alcuni PFA https://eur-lex.europa.eu/IT/legal-content/summary/environmental-quality-standards-applicable-to-surface-water.htmlv

Decreto legislativo 18/2023 “Attuazione della Direttiva 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano”. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/03/06/23G00025/sg

EUROPEAN HUMAN BIOMONITORING DASHBOARD https://hbm.vito.be/eu-hbm-dashboard

Documento programmatico Iniziativa europea di biomonitoraggio umano PFAS https://www.hbm4eu.eu/wp-content/uploads/2022/06/Policy-Brief-PFAs_IT.pdf

Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa https://www.oecd.org/chemicalsafety/portal-perfluorinated-chemicals/

Vie di esposizione tipiche per i PFAS - https://www.eea.europa.eu/publications/emerging-chemical-risks-in-europe/emerging-chemical-risks-in-europe

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Gli scenari emissivi

Anno
2025

L’analisi di scenario è un metodo per stimare con sistemi modellistici gli effetti attesi sulla qualità dell’aria a seguito dell’applicazione di misure di riduzione delle emissioni, in funzione del raggiungimento degli obiettivi previsti dalla normativa. 

Per la realizzazione delle analisi di scenario devono essere predisposti degli scenari emissivi futuri - a partire da uno scenario base relativo ad un determinato anno, considerato come riferimento – che tengano conto delle evoluzioni tecnologiche e comportamentali, nonché dell’applicazione delle misure di riduzione delle emissioni decise ai vari livelli (comunitario, nazionale, regionale).

Il modello GAINS (Greenhouse Gas – Air Pollution Interactions and Synergies) è un modello sviluppato a livello europeo dalla IIASA (International Institute for Applied Systems Analysis) per poter elaborare scenari emissivi di gas serra (GHGs) e considerare così le interazioni tra inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici. 

La versione nazionale del modello (GAINS-Italia), adottata come strumento ministeriale nell’ambito del tavolo Ministero-Regioni, è il riferimento metodologico che - armonizzando informazioni di scala europea, nazionale e regionale - consente la messa a punto di scenari futuri regionali in un contesto coerente, assumendo una serie di ipotesi (economiche, di evoluzione delle normative e delle strategie di controllo progressivamente applicate), sulla base delle quali possono essere ricavati dei trend emissivi regionali per i principali indicatori ambientali: ammoniaca (NH3), anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ossidi di azoto (NOX), protossido di azoto (N2O), particolato (TSP, PM10, PM2.5), biossido di zolfo (SO2) e composti organici volatili (VOC).

Lo scenario evolutivo GAINS integra al suo interno:

  • l’evoluzione attesa dei consumi energetici e delle attività produttive (modello MARKAL Italy, scenari di attività produttive ENEA/ISPRA, ecc.);
  • le misure di controllo previste dalla CLE (Current Legislation);
  • il complesso dei Piani della Qualità dell’Aria predisposti dalle Regioni italiane.

 Enea e Ispra realizzano scenari evolutivi aggiornati, tenendo conto degli scenari energetici e dei dati di attività produttiva non energetici più recenti.

Lo scenario nazionale “Baseline_WM_PNIEC_Sep2021”, ovvero scenario with measure che include le politiche e misure vigenti fino al 2015, ha fornito i parametri necessari per proiettare le emissioni italiane dell’anno base fino al 2025 e al 2030 per la revisione del Piano Regionale della Qualità dell’Aria; per il Piemonte, inoltre, tale scenario è stato regionalizzato, attraverso un focus sui macrosettori “Combustione non industriale” e “Trasporto su strada”: i trend di GAINS sono stati infatti ritenuti troppo ottimistici rispetto all’evoluzione reale del parco impianti e del parco veicoli circolante piemontesi. 

È opportuno ricordare che uno scenario è sempre caratterizzato da un certo grado di incertezza, dipendente dai deficit di conoscenza dei fattori e dei processi determinanti le emissioni; alcune di tali lacune possono essere colmate con strumenti statistici o con maggiori ricerche volte ad incrementare la conoscenza scientifica di determinate sorgenti emissive; altre risultano invece intrinseche al processo di elaborazione degli scenari e quindi difficilmente eliminabili, in quanto legate all’incertezza delle proiezioni degli sviluppi economici futuri e alla reale efficacia delle politiche di riduzione delle emissioni operanti sui diversi settori, quali ad esempio la produzione di energia, i trasporti (come ha recentemente dimostrato il caso dell’Euro 5 per gli ossidi di azoto) o l’agricoltura.

Per quanto riguarda il particolato PM10, si ha una globale riduzione delle emissioni al 2030; invece, per quanto riguarda le emissioni di NOx risulta un forte calo al 2030, soprattutto grazie al miglioramento dal punto di vista emissivo del comparto trasporti. 

Scenari emissivi al 2025 e al 2030 in Piemonte - Elaborazione Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

Modello GAINS (Greenhouse Gas – Air Pollution Interactions and Synergies) https://gains.iiasa.ac.at/models/

IIASA International Institute for Applied Systems Analysis  https://iiasa.ac.at/

Lo scenario nazionale “Baseline_WM_PNIEC_Sep2021 - IIR 2023: https://www.ceip.at/status-of-reporting-and-review-results/2023-submission/#I 
https://www.mdpi.com/2073-4433/12/2/196
 

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Emissioni in atmosfera

Tema
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L’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA) è uno strumento conoscitivo di fondamentale importanza per la gestione della qualità dell'aria, in quanto fornisce, ad un livello di dettaglio comunale, la stima delle quantità di inquinanti introdotte in atmosfera da sorgenti naturali e/o attività antropiche; la sua realizzazione e il suo aggiornamento periodico comportano non solo il reperimento dei dati di base - parametri e fattori di emissione - da molteplici fonti, sia istituzionali che private, ma anche l’applicazione dii metodologie di calcolo in continua evoluzione.

La Regione Piemonte aggiorna periodicamente - sulla base della metodologia INEMAR - l'Inventario regionale, effettuando l'analisi dei requisiti e delle informazioni necessarie per la stima delle emissioni totali annuali di macro e microinquinanti, disaggregate per attività emissiva secondo la nomenclatura SNAP (Selected Nomenclature for Air Pollution).

La prima versione dell'Inventario Regionale risale all'anno 1997; sono disponibili gli aggiornamenti per gli anni 2001, 2005 e 2007, 2008, 2010, 2013, 2015 e 2019.

Per ciascuna delle sorgenti emissive - suddivise in sorgenti puntuali (singoli impianti industriali), sorgenti lineari (strade e autostrade) e sorgenti areali (fonti di emissione diffuse sul territorio) - vengono stimate le quantità di inquinanti emesse dalle diverse attività SNAP; gli inquinanti considerati sono monossido di carbonio (CO), ammoniaca (NH3), composti organici volatili non metanici (NMVOC), ossidi di azoto (NOx), anidride solforosa (SO2), polveri con diametro ≤10µ (PM10) e polveri con diametro ≤2.5µ (PM2.5), mentre metano (CH4), anidride carbonica (CO2), protossido di azoto (N2O) sono i gas serra maggiormente rilevanti presi in considerazione.

Informazioni e risorse aggiuntive

Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA) http://www.sistemapiemonte.it/cms/privati/ambiente-e-energia/servizi/474-irea-inventario-regionale-delle-emissioni-in-atmosfera

Cruscotto delle conoscenze ambientali Emissioni in atmosfera Area download dati e indicatori https://www.servizi.piemonte.it/osservatori/cruscotto-conoscenze-ambientali/emissioni-download.shtml

Metodologia INEMAR https://www.inemar.eu/xwiki/bin/view/InemarDatiWeb/Metodologia+utilizzata

Anno
2025
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Benzo[a]pirene nel particolato PM10

Tema
Tipo
img-intro
nuvole e sole
Paragrafi

Il benzo[a]pirene (B[a]P) è un Idrocarburo Policiclico Aromatico (IPA) con struttura a cinque anelli aromatici condensati; è l’unico IPA per il quale la normativa ha stabilito un valore obiettivo. 
Gli IPA si formano durante le combustioni incomplete, in particolare dei combustibili fossili; le principali sorgenti sono individuabili quindi nel fumo di sigaretta, nei motori diesel e benzina, nelle centrali termiche alimentate con combustibili solidi e liquidi pesanti (nafta, cherosene, carbone, olio combustibile, biomassa legnosa). 

Nel 2024 il valore obiettivo per il benzo[a]pirene - pari a 1,0 ng/m3 come media annua, non è stato superato in alcuna stazione della rete regionale. Il valore più elevato (1 ng/m3) è stato misurato nella stazione di Domodossola - Curotti (fondo-suburbano).

Benzo[a]pirene: valore medio annuo nelle stazioni della rete misurato nel 2024 - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

Per una descrizione più approfondita dell'inquinante si rimanda alla pagina dedicata di Arpa Piemonte - Inquinanti atmosferici https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/inquinanti-atmosferici

Decreto Legislativo 155 del 13/08/2010 - Attuazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell'aria ambiente e per un'aria più pulita in Europa https://www.normattiva.it/uri-res/N2Ls?urn:nir:stato:decreto.legislativo:2010-08-13;155

Anno
2025
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Bollettino Ozono

Anno
2025

Il bollettino ozono fornisce informazioni sui livelli di ozono osservati il giorno che precede quello di emissione e sui livelli previsti per i due giorni successivi, su quattro aree omogenee - due relative alla zona alpina e due alla zona di pianura-collina - in cui è stato suddiviso il territorio regionale.

Viene emesso nel periodo tarda primavera-estate, generalmente da maggio a settembre, nei giorni feriali entro le ore 14.

Bollettino Ozono - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

Arpa Piemonte Bollettino Ozono https://www.arpa.piemonte.it/bollettino/bollettino-ozono

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Ozono - Valore obiettivo per la protezione della vegetazione

Capitolo
Ozono
Anno
2025

Per quanto riguarda l'obiettivo a lungo termina per la protezione della vegetazione ossia l’AOT40 (Accumulated Ozone exposure over a Threshold of 40 ppb) - che valuta l’inquinamento da ozono attraverso la somma delle differenze tra le concentrazioni orarie superiori a 80 µg/m3, la tendenza rivela un trend dei valori leggermente in diminuzione. Per avere una migliore rappresentazione dell’andamento temporale dell’indicatore, il valore di AOT40 è stato calcolato sui dati annuali, da maggio a luglio (obiettivo a lungo termine = 6000) - a differenza di quanto prescritto dalla normativa che prevede di considerare la media sugli ultimi 5 anni consecutivi. Nel 2024 si conferma il rientro, registrato nel 2023, da una situazione di marcata criticità rilevata nel 2022, con valori dell’indicatore più in linea con quelli della serie storica.

Ozono: andamento, dal 2001 al 2024, dell’obiettivo a lungo termine per la protezione della vegetazione (AOT40) – Aree rurali - Fonte Arpa Piemonte
Valore obiettivo per la protezione della vegetazione (media su 5 anni)

L’AOT40 è stato calcolato anche come media su 5 anni consecutivi, da maggio a luglio (valore obiettivo =18000). L’effetto della mediazione su un periodo pluriennale riduce le fluttuazioni annuali dovute alla variabilità meteorologica; si evidenzia tuttavia un costante, seppur lento decremento dell’indicatore.
 

Ozono: andamento, dal 2010 al 2024, del valore obiettivo per la protezione della vegetazione (AOT40 – media su 5 anni) – Aree rurali - Fonte Arpa Piemonte
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Ozono - obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana

Capitolo
Ozono
Anno
2025
Obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana nel 2024

Il numero di superamenti misurato presso le stazioni nel corso del 2024, seppur con valori inferiori all’anno scorso, mostra come l’obiettivo a lungo termine sia ancora superato su tutto il territorio regionale.
 

Ozono, numero di superamenti dell’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana per l’anno 2024: valori misurati presso le stazioni del SRRQA, posizionate in ordine decrescente per il numero di superamenti - Fonte Arpa Piemonte
Obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana – serie storiche

A differenza degli altri inquinanti considerati, l’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute relativo all’ozono non evidenzia un andamento chiaro nel corso degli anni.
Per evidenziare meglio le variazioni annuali dell’inquinante, riportiamo i superamenti annuali del valore obiettivo a lungo termine degli anni 2022, 2023 e 2024. Il 2022 è stato l’anno più critico del triennio, con un picco di 125 superamenti registrati nella stazione di fondo suburbano di Orbassano – Gozzano, mentre il 2024 risulta generalmente inferiore al 2023. 
 

Ozono, numero superamenti annuali del valore obiettivo a lungo termine per la salute umana (per provincia). Confronto anni 2022, 2023, 2024 - Fonte Arpa Piemonte

L’indicatore è stato anche calcolato, per gli anni a disposizione (2003-2024), sul periodo estivo - da maggio a settembre - e mediato per tipologia di zona. 

Il numero medio di giorni nei quali il valore obiettivo a lungo termine è stato superato denota una sostanziale stabilità in tutte le zone, con variazioni annuali legate alle caratteristiche meteorologiche. Nella serie risalta il comportamento opposto di due anni: il 2003, durante il quale la situazione meteorologica ha fortemente favorito la formazione di ozono a causa dell’estate anormalmente calda e il 2014, nel quale la meteorologia del periodo estivo, caratterizzata da un’elevata piovosità, ne ha invece sfavorito fortemente la formazione.
Nel grafico è inoltre possibile notare anche come il 2022 sia stato uno dei più critici degli ultimi anni: criticità strettamente collegata alla particolare situazione meteorologica - caratterizzata da temperature frequentemente al di sopra della norma climatica - che lo ha reso l’anno più caldo in Piemonte ed il secondo meno piovoso dell’intera serie storica dal 1958.
Il 2024 presenta, in ogni zona considerata, numeri di giorni di superamento inferiori all’anno 2023 e tra i più contenuti della intera serie storica rappresentata.

Ozono, trend del numero medio di superamenti dell’obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana per tipo di zona - Fonte Arpa Piemonte

Una valutazione di criticità diffusa emerge anche dall’analisi dei box plot relativi al numero di superamenti del valore obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana, misurati presso tutte le stazioni della rete regionale dal 2003 al 2024. 

Il 2003 e il 2014, come già accennato nel commento al precedente grafico, risultano gli anni rispettivamente con il numero più elevato e più basso di superamenti, mentre il 2022 è stato per l’inquinante uno dei più critici degli ultimi anni. Il 2024 - grazie anche alle piogge del periodo estivo - si colloca tra gli anni più bassi della serie storica considerata, superiore solo al 2014.

Ozono, box-plot dei superamenti annuali del valore obiettivo a lungo termine per le stazioni della rete di monitoraggio della qualità dell’aria dal 2003 al 2024
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Aria