Piano regionale per la gestione dei rifiuti urbani e di bonifica delle aree inquinate (PRUBAI)

Anno
2025

La Regione ha avviato un percorso di aggiornamento della propria pianificazione nel 2021, per ottemperare alle richieste della normativa sovraordinata, come le direttive del pacchetto economia circolare del 30 maggio 2018 (n. 849/2018/Ue, 850/2018/Ue, 851/2018/Ue e 852/2018/Ue) e la legge 117 del 4/10/2019. A questo documento ha fatto seguito la stesura del Piano di gestione dei rifiuti urbani e di bonifica delle aree inquinate (PRUBAI), approvato dal Consiglio regionale nel mese di maggio del 2023.

Costituito dal Titolo 1 “Gestione dei rifiuti urbani” e dal Titolo 2 “Bonifica delle aree inquinate”, il PRUBAI pone degli obiettivi al 2035, prevedendo traguardi intermedi per il 2025 e il 2030.
 

Gestione dei Rifiuti Urbani

Sono stati individuati 5 obiettivi generali ai quali sono collegati obiettivi specifici, azioni e relativi target.

Gli obiettivi generali sono:

  • Prevenire la produzione di rifiuti;
  • Incrementare la preparazione al riutilizzo e il riciclaggio, ossia il recupero di materia
  • Promuovere il recupero energetico per le frazioni di rifiuti per le quali non è tecnicamente ed economicamente possibile il recupero di materia al fine di ridurne il conferimento in discarica;
  • Minimizzare il ricorso alla discarica, in linea con la gerarchia dei rifiuti;
  • Favorire la realizzazione di un sistema impiantistico territoriale che consenta di ottemperare al principio di prossimità, garantendo la sostenibilità ambientale ed economica del ciclo dei rifiuti.

La figura seguente illustra gli obiettivi posti dal PRUBAI e la loro continuità con la pianificazione precedente.

Tabella di sintesi - Obiettivi della pianificazione regionale

Il Piano prevede una riduzione progressiva della produzione totale di rifiuti per raggiungere, al 2035, un valore non superiore a 2.000.000 t, ovvero 448 kg/pro capite.

Le azioni volte al raggiungimento di questo traguardo sono descritte soprattutto nel capitolo 11 “Programma di prevenzione della produzione dei rifiuti” e prevedono, quali azioni principali:

  • la riduzione dei rifiuti alimentari in tutti i comparti della filiera (produzione, trasformazione, distribuzione, ristorazione, consumo domestico), anche tramite la raccolta delle eccedenze alimentari, attività di formazione e campagne contro lo spreco alimentare;
  • l’incremento dell’utilizzo di sistemi in grado di correlare la produzione dei rifiuti alla singola utenza in linea con il principio “chi inquina paga” attraverso l’estensione della tariffa puntuale o sistemi di misurazione della frazione urbana indifferenziata per almeno il 35% delle popolazione residente in Piemonte.

Il recupero energetico è previsto per le frazioni di rifiuti per le quali non è tecnicamente ed economicamente possibile il recupero di materia.

Nella valutazione ambientale che ha accompagnato la pianificazione sono stati analizzati vari scenari e sotto-scenari relativi alla gestione dei rifiuti urbani indifferenziati e degli scarti di trattamento della frazioni raccolte differenziatamente, con l’individuazione dello scenario che presenta le migliori garanzie in termini di impatto ambientale, chiusura del ciclo di trattamento e minore consumo di suolo. Tale scenario prevede  il ricorso alla termovalorizzazione per i rifiuti provenienti da tutto il territorio regionale ad esclusione delle Provincia di Cuneo, nella quale viene invece mantenuta la filiera esistente costituita da impianti di produzione CSS e relativo impianto di coincenerimento.

Sul ricorso alla termovalorizzazione, stante il fatto che il progresso tecnologico potrebbe portare tra qualche anno alla possibilità di realizzare impianti più performanti rispetto a quelli utilizzati nella analisi LCA degli scenari, il Piano ritiene fondamentale non ipotecare il futuro su determinate tecnologie impiantistiche ma fornire alla pianificazione d’ambito gli elementi utili per la sua attività.
Ne consegue che lo scenario individuato è da considerarsi di riferimento per la futura pianificazione d’ambito di competenza della Conferenza d’ambito regionale, qualora non dovessero emergere nuove tecnologie più efficienti, meno impattanti, affidabili e valutabili con la stessa metodologia adottata nel presente Piano.
 

Bonifica delle Aree Inquinate


Gli obiettivi posti dal PRUBAI e relativi alla bonifica delle aree inquinate, da raggiungere nei prossimi anni, sono i seguenti:

  • Garantire il costante aggiornamento della conoscenza de siti in bonifica e sulle aree dismesse
  • Pianificare gli interventi di bonifica dei siti di competenza pubblica
  • Semplificare e coordinare i procedimenti amministrativi
  • Incentivare l’utilizzo di tecnologie a basso impatto ambientale
  • Prevedere strategie per l’inquinamento diffuso

In Regione Piemonte le competenze amministrative dei procedimenti di bonifica, sono state trasferite in capo ai comuni, che risultano pertanto gli Enti pubblici responsabili del procedimento.

Per approfondimenti sulla procedura di bonifica, consulta la pagina dedicata sul sito di Regione Piemonte.

 

Informazioni e risorse aggiuntive


Sul sito della Regione Piemonte è possibile trovare le informazioni inerenti la produzione e la gestione dei rifiuti urbani, le azioni regionali, il Sistema Informativo Rifiuti, i rifiuti speciali e la normativa del settore:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/rifiuti

 

Deliberazione n. 277–11379 del 9 maggio 2023 di approvazione del PRUBAI:
http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2023/21/suppo1/00000001.htm

 

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Tipo Strumento
Rifiuti/Bonifiche

Mappatura delle aree prioritarie per il radon

Anno
2025

La mappatura del radon consiste nel caratterizzare la distribuzione territoriale della concentrazione del radon negli edifici in genere su base comunale. 

In Piemonte sono stati utilizzati i dati sperimentali raccolti nel corso degli anni con misure di radon di durata annuale in abitazioni e scuole uniti alla conoscenza dei contenuti di minerali radioattivi nelle classi geo litologiche della regione, si è potuto così stimare la media comunale di concentrazione di radon nelle aree edificate di ogni singola unità amministrativa.

È bene sottolineare che la mappatura radon, per quanto dettagliata sia, non può sostituire la valutazione puntuale della concentrazione di radon in uno specifico edificio, dato che si ottiene soltanto con l’effettuazione di una misura sperimentale. 

L’importanza delle mappe radon prodotte è piuttosto nel loro uso per la prevenzione nelle aree più soggette al problema.

Sulla base dei valori delle medie comunali sono state identificate le aree prioritarie ai sensi del Decreto Legislativo n°101 del 2020

Tale norma in particolare prevede, infatti, che le regioni individuino le aree in cui si debba estendere l’obbligo della misura nei luoghi di lavoro non soltanto negli interrati, ma anche nei seminterrati e al piano terra e siano promosse azioni per divulgare la problematica e favorire la misura del radon nelle abitazioni private. 

L’11 gennaio 2024 con Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri è stato adottato il piano nazionale d’azione per il radon 2023-2032 che, tra l'altro, precisa la definizione delle aree prioritarie e fornisce strumenti alle Regioni che ancora non hanno provveduto a definire tali aree.  

Al momento, infatti, solo alcune Regioni italiane tra cui il Piemonte hanno già pubblicato l’elenco delle aree prioritarie individuate in base al criterio per cui la probabilità di misurare un valore di concentrazione di radon superiore al Livello di Riferimento di 300 Bq/m3 sia maggiore del 15%. 

La Regione Piemonte col supporto tecnico di Arpa Piemonte ha infatti provveduto ad individuare e pubblicare le Aree Prioritarie ossia l’elenco, attualmente di 37 comuni, su cui sarà rivolta la priorità delle azioni volte a prevenire e ridurre il rischio dovuto a questo pericoloso inquinante naturale. 

Accanto a tali aree sono state individuate le “aree di attenzione” ossia un elenco aggiuntivo, rispetto alle aree prioritarie, privo di qualsiasi effetto giuridico, ma che consente di indirizzare al meglio in futuro nuovi studi e approfondimenti. 

Sia le medie comunali che le aree prioritarie e le aree di attenzione sono pubblicate sul   geoportale di Arpa Piemonte. 

Come nel 2024 anche quest’anno proseguiranno una serie di incontri con la cittadinanza organizzati dalla Regione e da ARPA dal titolo “Il gas radon nelle abitazioni. Cos’è e come difenderci”. In tali incontri rivolti in particolare ad informare sul rischio radon e a promuovere la misura nelle aree prioritarie sono distribuiti gratuitamente dei dosimetri per la misura del radon nelle abitazioni private, adottando la citizen science come strategia per la riduzione dell’esposizione radon nelle abitazioni. 

Al momento sono incorso 230 misurazioni presso le abitazioni dei cittadini che hanno aderito alle iniziative finora organizzate nelle provincie di Biella e di Cuneo.

È inoltre già in corso dal 2023 nei Comuni classificati come Aree prioritarie la misura del radon nell’edilizia pubblica residenziale e negli edifici scolastici per un totale al momento di 595 misure.

Informazioni e risorse aggiuntive

DECRETO LEGISLATIVO 31 luglio 2020, n. 101 Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell'articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117 https://www.normattiva.it/eli/id/2020/08/12/20G00121/CONSOLIDATED

Adozione del piano nazionale d'azione per il radon 2023-2032 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2024/02/21/24A00877/SG

Comunicato della Regione Piemonte Individuazione delle aree nelle quali la stima della percentuale di edifici situati al piano terra che superano i 300 Bq/m³ in termini di concentrazione media annua di attivita' di radon, e' superiore al 15% (c.d. «aree prioritarie»). https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/04/20/23A02331/sg

  Geoportale di Arpa Piemonte Aree prioritarie e medie comunali di concentrazione di radon https://geoportale.arpa.piemonte.it/app/public/?pg=mappa&ids=2d2fb8900b6b4e9ba536c6bc4123d844

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Siti nucleari in Piemonte e dose efficace all’individuo rappresentativo

Anno
2025

Ogni anno viene effettuata la stima della dose efficace per l’individuo rappresentativo della popolazione per i tre siti nucleari presenti in Piemonte, come dati di base vengono utilizzati i risultati analitici del monitoraggio radiologico

La stima viene confrontata con il limite per la non rilevanza radiologica fissato in 10 µSv/anno (micro Sievert all'anno) che secondo i più recenti indirizzi nazionali ed internazionali è il limite da considerare per l’esposizione a sorgenti di radiazioni artificiali.

Alla dose efficace possono contribuire, attraverso differenti vie critiche di esposizione, sia matrici alimentari sia matrici ambientali. 

Le matrici da considerare rilevanti per la stima e i radionuclidi di riferimento sono stati individuati per ogni sito in funzione delle caratteristiche degli impianti, dei punti di campionamento, della radiotossicità e del comportamento chimico dei radionuclidi stessi.

Le attività di monitoraggio hanno consentito di verificare il rispetto nel tempo del limite di non rilevanza radiologica di 10 µSv/anno per l’individuo rappresentativo della popolazione per tutti e tre i siti nucleari piemontesi.

Fonte Arpa Piemonte
Fonte Arpa Piemonte
Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

  Il monitoraggio radiologico sul geoportale di Arpa Piemonte https://geoportale.arpa.piemonte.it/app/public/?pg=mappa&ids=9c6464a517b340caaf86a1c87b72e3bb

Arpa Piemonte Relazioni tecniche di dettaglio http://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/radioattivita/siti-nucleari/ ,https://www.arpa.piemonte.it/ricerca/pubblicazioni?field_tema_target_id=77

Sievert - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Sievert

Dosimetria - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Dosimetria

DECRETO LEGISLATIVO 31 luglio 2020, n. 101 Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell'articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117. https://www.normattiva.it/eli/id/2020/08/12/20G00121/CONSOLIDATED/20240530

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La mappatura dell'amianto di origine naturale

Anno
2025

La mappatura ha come finalità l'individuazione e la delimitazione dei siti con presenza di amianto, consentendo altresì di disporre di elementi di valutazione, in continuo aggiornamento, utili a definire le attività di pianificazione regionale.

La mappatura si svolge mediante più step di aggiornamento ed implementazione delle informazioni, con approfondimenti di dettaglio che vengono resi disponibili on-line; la consultazione dei dati rilevati può avere luogo tramite il   Geoportale di Arpa Piemonte.

Il progetto di mappatura dell’amianto naturale nasce a seguito del D.M. 18 marzo 2003, n. 101 “Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto, ai sensi dell’articolo 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93” che prevede, come specificato nell’allegato A - categoria 3 “Criteri per la mappatura della presenza di amianto nell’ambiente naturale”, la mappatura di ammassi rocciosi caratterizzati dalla presenza di amianto e delle attività estrattive (in esercizio o dismesse) relative a rocce e minerali con presenza di amianto o comunque ubicate in aree indiziate per la presenza di amianto.

La mappatura dell'amianto naturale deriva dall'analisi di diverse fonti informative relative alla presenza di rocce basiche e ultrabasiche che possono essere sede di locali concentrazioni di minerali asbestiformi ai sensi del D.M. 18 marzo 2003, n.101.

  • In particolare, le fonti utilizzate sono:
  • Carta Geologica d’Italia alla scala 1:100.000;
  • nuova Carta Geologica d’Italia (CARG) alla scala 1:50.000 e a scala 1:25.000 laddove disponibili;
  • i permessi di ricerca e le concessioni minerarie, derivate dall’archivio storico di Torino di documentazione tra la metà degli anni ’30 e la metà degli anni ’60;
  • documentazione derivata da attività istruttorie di Arpa Piemonte e campionamenti specifici di Arpa;
  • rilievi geologici e sopralluoghi;
  • fonti bibliografiche.

Le litologie selezionate sono state classificate e suddivise in livelli tematici e dataset e distinte in cinque gruppi in termini di Probabilità di Occorrenza di Minerali di Amianto:

  • Classe di probabilità alta
  • Classe di probabilità medio-alta
  • Classe di probabilità media
  • Classe di probabilità medio-bassa
  • Classe di probabilità bassa

La normativa italiana con il termine “amianto” indica 6 minerali fibrosi: l’actinolite d’amianto, la grunerite d’amianto (amosite), l’antofillite d’amianto, il crisotilo, la crocidolite e la tremolite d’amianto.

È importante evidenziare che i minerali di amianto non sono distribuiti in maniera ubiquitaria all’interno dei litotipi ad alta probabilità di occorrenza di minerali di amianto, ma sono spesso associati a delle zone intensamente fratturate.

Si sottolinea che la cartografia geologica prodotta riporta come informazione di base gli areali in cui, in relazione alle rocce riconosciute in affioramento o sub-affioramento, potrebbero rinvenirsi mineralizzazioni di amianto: essa, quindi, non indica se l’amianto è presente o meno in una determinata area. 

La determinazione dell’effettiva presenza o assenza dei minerali classificati come amianto può essere infatti effettuata solo attraverso un rilievo geologico di dettaglio in sito e dall’analisi petrografico-mineralogica dei campioni prelevati.

Informazioni e risorse aggiuntive

D.M. 18 marzo 2003, n. 101 “Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto, ai sensi dell’articolo 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93 https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2003/05/09/003G0126/sg

LEGGE 23 marzo 2001, n. 93 Disposizioni in campo ambientale. https://www.normattiva.it/eli/id/2001/04/04/001G0148/CONSOLIDATED/20240527

Legge regionale n. 30 del 14 ottobre 2008 "Norme per la tutela della salute, il risanamento dell'ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto" http://arianna.cr.piemonte.it/iterlegcoordweb/dettaglioLegge.do?urnLegge=urn:nir:regione.piemonte:legge:2008;30

D.G.R. n. 58-4532 del 29 dicembre 2016- “Definizione delle modalità di comunicazione della presenza di amianto ai sensi dell'art. 9 della L.R. 30/2008, in attuazione del Piano Regionale Amianto per gli anni 2016-2020 approvato con D.C.R. 1 marzo 2016, n. 124 – 7279” http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2017/04/attach/dgr_04532_930_29122016.pdf

  Portale Amianto di Arpa Piemonte https://webgis.arpa.piemonte.it/portale_amianto/home

 

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Linee guida per indagini geologiche in aree caratterizzate dalla presenza di amianto

Anno
2025

A seguito di un'intensa attività condotta in sinergia tra Arpa Piemonte e Regione Piemonte nel corso del 2019, con D.G.R. 14 febbraio 2020, n. 14-1010 è stato adottato un documento di linee guida che fornisce indicazioni ed indirizzi per la realizzazione di indagini geologiche nelle aree interessate dalla presenza naturale di amianto. 

Il documento si inserisce nel quadro della L.R. 30/2008 "Norme per la tutela della salute, il risanamento dell'ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto" e si pone come uno strumento di supporto a professionisti ed Amministrazioni che operano in contesti caratterizzati dalla presenza naturale di amianto. 

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Amianto, risposte per l'aria

Tema
Tipo
Paragrafi

Con l’emanazione della Legge n. 257/1992– che vieta l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto – se è cessata la immissione di nuovi manufatti contenenti amianto non per questo il problema della dispersione di fibre di amianto in aria era da considerarsi risolto.

Da quel momento ha quindi avuto inizio un’importante opera di bonifica tutt’ora in corso, sia con interventi puntali in importanti siti contaminati da amianto che con interventi diffusi per mettere in sicurezza o bonificare le migliaia di piccole e piccolissime possibili sorgenti di fibre, questi ultimi pianificati in Piemonte con un apposito Piano Regionale Amianto.

La rimozione di manufatti contenti amianto, gli scavi e la movimentazione di terreni con presenza di amianto di origine antropica o naturale se eseguite senza precauzioni possono determinare l’aerodispersione di fibre di amianto.

La conoscenza dei siti dove l’amianto è presente e degli eventi e delle attività che possono interferire con esso causandone la dispersione, nonché la corretta applicazione di procedure di sicurezza, sono fondamentali per minimizzare la presenza di fibre di amianto in aria.

Sebbene l’attività di monitoraggio non possa sostituirsi all’adozione delle misure di prevenzione, può però, in alcuni casi, mettere in evidenza situazioni di inquinamento sfuggite alla valutazione preventiva e permettere l’adozione delle necessarie correzioni.

L’attività di indagine su particolari siti e attività, nel territorio piemontese, per la verifica della presenza di fibre di amianto in aria, è particolarmente rilevante nel caso di grandi cantieri e dei siti in bonifica di Balangero e Casale Monferrato.

Campionatore per il monitoraggio delle fibre di amianto in aria - Fonte Arpa Piemonte
Microscopio a scansione elettronica - Fonte Arpa Piemonte
Fibra di Grunerite al microscopio a scansione elettronica - Fonte Arpa Piemonte
Risorse e informazioni aggiuntive

LEGGE 27 marzo 1992, n. 257 Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto https://www.normattiva.it/eli/stato/LEGGE/1992/03/27/257/CONSOLIDATED

Legge regionale n. 30 del 14 ottobre 2008  "Norme per la tutela della salute, il risanamento dell'ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto" http://arianna.cr.piemonte.it/iterlegcoordweb/dettaglioLegge.do?urnLegge=urn:nir:regione.piemonte:legge:2008;30

Portale Amianto di Arpa Piemonte https://webgis.arpa.piemonte.it/portale_amianto/home

Direttiva 2009/148/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, sulla protezione dei lavoratori contro i rischi connessi con un’esposizione all’amianto durante il lavoro http://data.europa.eu/eli/dir/2009/148/oj

Anno
2025
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Amianto, risposte sul territorio

Tema
Tipo
Paragrafi

Con l’emanazione della Legge n. 257/1992– che vieta l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto – se è cessata la immissione di nuovi manufatti contenenti amianto non per questo il problema della dispersione di fibre di amianto in aria era da considerarsi risolto.

Da quel momento ha quindi avuto inizio un’importante opera di bonifica tutt’ora in corso, sia con interventi puntali in importanti siti contaminati da amianto che con interventi diffusi per mettere in sicurezza o bonificare le migliaia di piccole e piccolissime possibili sorgenti di fibre, questi ultimi pianificati in Piemonte con un apposito Piano Regionale Amianto.

Risorse e informazioni aggiuntive

LEGGE 27 marzo 1992, n. 257 Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto https://www.normattiva.it/eli/stato/LEGGE/1992/03/27/257/CONSOLIDATED

Legge regionale n. 30 del 14 ottobre 2008  "Norme per la tutela della salute, il risanamento dell'ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto" http://arianna.cr.piemonte.it/iterlegcoordweb/dettaglioLegge.do?urnLegge=urn:nir:regione.piemonte:legge:2008;30

  Portale Amianto di Arpa Piemonte https://webgis.arpa.piemonte.it/portale_amianto/home

Anno
2025
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Contributi per la bonifica di edifici pubblici

Per dare continuità alle azioni di risanamento del territorio ed in coerenza con gli obiettivi del Piano Regionale Amianto, nel corso degli ultimi anni sono state destinate risorse finanziarie in favore di enti pubblici per consentire interventi di bonifica dell'amianto.

Nell’anno 2021 sono stati pubblicati dalla Regione Piemonte due bandi per l’assegnazione di contributi per la rimozione di amianto presso gli edifici ATC e per la realizzazione di interventi di rimozione amianto da parte dei Comuni su edifici privati a seguito di accertata inottemperanza alle ordinanze di bonifica.

Gli interventi sono stati assegnati con D.D. n. 818 del 14/12/2021 (bando comuni) e con D.D. n. 690 del 28/10/2021 (bando ATC), per un importo totale pari a circa 600.000 euro. I lavori sugli edifici ATC sono terminati, gli interventi su edifici privati sono in corso di completamento.

Nell’anno 2022 sono stati pubblicati dalla Regione Piemonte due ulteriori bandi per l’assegnazione di contributi per la rimozione di amianto da parte dei Comuni su edifici privati a seguito di accertata inottemperanza alle ordinanze di bonifica e per la rimozione di amianto su edifici pubblici. 

Gli interventi sono stati assegnati con D.D. n. 787 del 16/12/2022 (bando comuni in sostituzione) e con D.D. n. 830 del 22/12/2022 (bando edifici pubblici), per un importo totale pari a circa 2 milioni di euro.

Nell’anno 2023, con le risorse messe a disposizione dal bilancio regionale pari a circa 1,3 M€, sono stati effettuati ulteriori scorrimenti. Un primo scorrimento approvato con D.D. 447/A1603B del 22/06/2023 ha finanziato 11 interventi, un secondo scorrimento approvato con D.D. n. 860/A1603B del 15/11/2023 ha finanziato 10 interventi e un ultimo scorrimento approvato con D.D. 1050/A1603B del 21/12/2023 ha finanziato 4 interventi.

Nel corso dell’anno 2024 buona parte degli interventi finanziati sono stati conclusi, rendicontati e liquidati dalla Regione al soggetto attuatore.

Informazioni e risorse aggiuntive

Bando per l'attribuzione di contributi alle Amministrazioni comunali e provinciali per la realizzazione di interventi di bonifica, con rimozione, di manufatti contenenti amianto su edifici di proprietà. https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/rimozione-manufatti-contenenti-amianto-edifici-proprieta-amministrazioni-comunali-provinciali

Anno
2025
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Paragrafi

Per dare continuità alle azioni di risanamento del territorio ed in coerenza con gli obiettivi del Piano Regionale Amianto, nel corso degli ultimi anni sono state destinate risorse finanziarie in favore di enti pubblici per consentire interventi di bonifica dell'amianto.

Nell’anno 2021 sono stati pubblicati dalla Regione Piemonte due bandi per l’assegnazione di contributi per la rimozione di amianto presso gli edifici ATC e per la realizzazione di interventi di rimozione amianto da parte dei Comuni su edifici privati a seguito di accertata inottemperanza alle ordinanze di bonifica.

Gli interventi sono stati assegnati con D.D. n. 818 del 14/12/2021 (bando comuni) e con D.D. n. 690 del 28/10/2021 (bando ATC), per un importo totale pari a circa 600.000 euro. I lavori sugli edifici ATC sono terminati, gli interventi su edifici privati sono in corso di completamento.

Nell’anno 2022 sono stati pubblicati dalla Regione Piemonte due ulteriori bandi per l’assegnazione di contributi per la rimozione di amianto da parte dei Comuni su edifici privati a seguito di accertata inottemperanza alle ordinanze di bonifica e per la rimozione di amianto su edifici pubblici. 

Gli interventi sono stati assegnati con D.D. n. 787 del 16/12/2022 (bando comuni in sostituzione) e con D.D. n. 830 del 22/12/2022 (bando edifici pubblici), per un importo totale pari a circa 2 milioni di euro.

Nell’anno 2023, con le risorse messe a disposizione dal bilancio regionale pari a circa 1,3 M€, sono stati effettuati ulteriori scorrimenti. Un primo scorrimento approvato con D.D. 447/A1603B del 22/06/2023 ha finanziato 11 interventi, un secondo scorrimento approvato con D.D. n. 860/A1603B del 15/11/2023 ha finanziato 10 interventi e un ultimo scorrimento approvato con D.D. 1050/A1603B del 21/12/2023 ha finanziato 4 interventi.

Nel corso dell’anno 2024 buona parte degli interventi finanziati sono stati conclusi, rendicontati e liquidati dalla Regione al soggetto attuatore.

Informazioni e risorse aggiuntive

Bando per l'attribuzione di contributi alle Amministrazioni comunali e provinciali per la realizzazione di interventi di bonifica, con rimozione, di manufatti contenenti amianto su edifici di proprietà. https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/rimozione-manufatti-contenenti-amianto-edifici-proprieta-amministrazioni-comunali-provinciali

Capitolo
Amianto
Anno
2025

Concentrazioni polliniche e serie storica - Ambrosia artemisiifolia

Anno
2025

L'Ambrosia artemisiifolia  è una pianta erbacea della famiglia delle Compositae ed è maggiormente presente nel periodo tardo estivo, a partire dal mese di agosto fino a ottobre.

Si tratta una specie esotica di particolare interesse dal punto di vista sanitario, in quanto causa reazioni allergiche importanti.

L’ andamento storico di questa pianta viene illustrato nei grafici seguenti fino al 2024 e nelle due stazioni analizzate. Dai grafici si osserva la presenza di due picchi. Il primo massimo si osserva negli anni 2011-2012, quando si è raggiunto il valore massimo di integrale pollinico annuale, ovvero la somma maggiore delle concentrazioni polliniche medie giornaliere in un dato anno. Il secondo massimo si evidenzia nell’arco temporale tra il 2019 ed il 2021.

Inoltre, mentre dal 2008 al 2022 i dati mostrano un andamento decrescente delle concentrazioni annuali di ambrosia sia per la stazione di Novara sia per quella di Alessandria, nel biennio successivo - 2023 e 2024 - i dati confermano il trend decrescente nell’alessandrino ed evidenziano la presenza di un terzo picco relativo a Novara. Sarà necessario il monitoraggio nei prossimi anni per una valutazione esaustiva del fenomeno.
 

Fonte Arpa Piemonte

L’Ambrosia origina dal Sud-America ma ormai da circa 20 anni si è diffusa ovunque in Europa ed è di difficile eradicazione, ha un suo antagonista naturale nell'insetto Ophraella communa. Si tratta di un coleottero che si nutre quasi esclusivamente di foglie e fiori di composite con una spiccata predilezione per la specie Ambrosia artemisiifolia.

L’Ophraella communa svolge gran parte del suo ciclo di vita sulla parte aerea della pianta. Larve e adulti si alimentano principalmente delle foglie, sulle quali vengono anche deposte le uova, ma non trascurano i fiori. Su Ambrosia artemisiifolia ha localmente causato gravi defogliazioni e un generale intristimento delle piante colpite, che risultano aver subìto danni rilevanti nelle condizioni d’infestazione più severe. In alcuni casi l’effetto in pieno campo è paragonabile a un diserbo selettivo.

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Ambiente e salute

MAS 2 - Favorire la transizione energetica, l'adattamento e la mitigazione degli effetti del cambiamento climatico

Anno
2025

La transizione energetica contribuisce a ridurre le emissioni climalteranti e le emissioni inquinanti, ad assicurare energia a prezzi ragionevoli, a ridurre le povertà energetiche, a creare nuove opportunità di crescita e occupazione, a garantire una maggiore sicurezza dell’approvvigionamento energetico e a ridurre la dipendenza
dalle importazioni dai territori limitrofi.

Le priorità di intervento di questa Macro Area Strategica sono pertanto: la riduzione dei consumi, l’aumento dell’efficienza energetica, la sostituzione progressiva delle fonti fossili con fonti rinnovabili, la promozione e facilitazione della conversione dei trasporti e della mobilità in chiave più sostenibile e un cambio di paradigma nell’organizzazione della generazione elettrica e da un modello centralizzato ad un modello di generazione distribuita. Questi assi, unitamente alla ricerca che accompagna trasversalmente molte altre tematiche, sono i caposaldi della transizione energetica ai quali il Piemonte deve tendere.
 

Le "direttrici" della transizione per le politiche energetiche
 

Riduzione dei consumi con interventi prioritari di efficientamento nel settore civile e dei trasporti

Nel settore privato e residenziale, occorrerà valutare i target di efficientamento che verranno raggiunti grazie al “super bonus” e ai nuovi criteri costruttivi obbligatori che impongono l’obbligo di costruire edifici a energia quasi zero. Per il settore industriale/produttivo, che ha già dovuto subire una significativa riduzione dei propri consumi, il target al 2030 prevede il mantenimento del livello raggiunto, pur prevedendosi una ripresa dell’economia all’orizzonte temporale dato da qui al 2030.
 

Costruzione di un mix bilanciato di fonti rinnovabili 

Verrà privilegiata l’energia utile prodotta da fonti elettriche e termiche che non prevedono il ricorso a processi di combustione e che quindi non incidono sulla qualità dell’aria. Ne sono esempio: la fonte solare fotovoltaica e termica, l’idroelettrico, l’eolico e la geotermia, con le cautele derivanti dagli effetti del cambiamento climatico sulle precipitazioni e in relazione alle problematicità nel riempimento degli invasi a fini idroelettrici e di disponibilità della risorsa fisica. Per quanto riguarda l’uso di biomassa di cui il Piemonte dispone si intende intervenire con l’efficientamento dei sistemi di combustione, riducendo progressivamente le quantità totali di biomassa combusta e favorendo nel contempo un processo di qualificazione della risorsa forestale utilizzata, mediante l’organizzazione di una filiera corta.
 

Il passaggio dalla generazione elettrica centralizzata a quella distribuita

in relazione a fonti rinnovabili legate al territorio, fortemente geo-referenziate e in relazione al consumo locale, attraverso l’implementazione del concetto di prosumer, secondo cui, il nuovo cliente finale sarà in grado di autoprodurre l’energia che gli serve e di immagazzinare/stoccare le eccedenze (differendone temporalmente il consumo) per cederle ad altri consumatori attraverso l’adozione di sistemi intelligenti di programmazione locale di autoproduzione e consumo (auto-consumatori che agiscono collettivamente e comunità energetiche) costituirà un altro degli elementi qualificanti del processo di transizione. Si evidenzia come il Piemonte già dal 2018 disponga di una legge regionale (l.r. n. 12/2018) con cui vengono promosse, a titolo sperimentale e in attesa del recepimento della Direttiva RED II, le comunità energetiche.

 

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