Compatibilità con la pianificazione di bacino

Nell’ambito della redazione del Piano regionale delle attività estrattive (PRAE), si è reso necessario coadiuvare questa attività con una corretta verifica di compatibilità con la pianificazione di bacino e con una corretta redazione delle norme di attuazione del Piano.

Per la valutazione di compatibilità sono stati sovrapposti ai poli previsti dal PRAE le perimetrazioni dei dissesti PAI (Piano Assetto Idrogeologico), con particolare attenzione alle tipologie di dissesto citate dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po nell’ambito della Conferenza di copianificazione e procedura di VAS (fase di valutazione) del PRAE, che costituisce a tutt’oggi il principale riferimento.

Si è provveduto pertanto a sovrapporre i dissesti PAI ai poli previsti dal PRAE, calcolando la superficie del polo interferita e la relativa percentuale. Dai risultati visibili in tabella (Tab. 1), è possibile discriminare immediatamente alcuni singoli casi: solo quattro occorrenze hanno restituito percentuali del polo interferito superiori al 20%; sei con percentuali superiori al 10% e il resto con percentuali inferiori al 10%.

Tab. 1 -Sovrapposizione tra i dissesti PAI ed i poli previsti dal PRAE, con calcolo della superficie del polo interferita e la relativa percentuale.

Tale risultato ha reso possibile ragionare in merito alla possibilità di rendere compatibile il PRAE con i dissesti PAI.
Ad esempio, le interferenze che si verificano solamente nei pressi dei limiti del polo, hanno portato alla ri-delimitazione del polo stesso, eliminando di fatto l’interferenza. Nei casi in cui invece i dissesti ricadono in porzioni dell’areale del polo per le quali sarebbe impossibile il ritaglio, nella scheda dei poli sono state inserite indicazioni che rimandano a studi specifici da condursi in fase progettuale, al fine di caratterizzare il dissesto e di impostare il progetto prioritariamente come un progetto di bonifica del dissesto.
Infine, per quanto riguarda i dissesti "Ee" perimetrati, sono stati eseguiti tagli dei poli in modo da eliminare ogni possibile interferenza.

Anche per i Comuni interessati dall’applicazione dei provvedimenti cautelari di cui all’articolo 9 bis della l.r. 56/1977, si è verificata la presenza di interferenze tra i poli e le aree in dissesto; il confronto si è reso necessario in quanto i provvedimenti cautelari comporteranno, per questi comuni, una volta conclusa la procedura di variante dell’Elaborato 2 del PAI, un vincolo corrispondente a quello dei dissesti PAI già oggetto di controllo di interferenze con i poli. I Comuni che ricadono in questa casistica e che contengono poli del PRAE sono 15.
In merito alle interferenze con le aree a rischio molto elevato (RME) è emersa un’unica interferenza in comune di Druento, per la quale è stata decisa l’eliminazione del polo.
 

Le norme di attuazione devono accompagnare la progettazione, al fine di rendere pienamente compatibili gli interventi di attività estrattiva, prevedendo le corrette analisi da produrre per ottenere i dati necessari e permettere la coesistenza dei dissesti del PAI con l’attività estrattiva, oppure eliminare i dissesti stessi attraverso, ad esempio, opere di bonifica dei versanti.

A tale scopo le norme sono state strutturate cercando di fornire riferimenti tecnici su come effettuare le analisi, a seconda che si tratti di cave/miniere lungo i versanti o in pianura. Si è inoltre differenziato a seconda della tipologia di dissesto interferente, in modo da orientare efficacemente le analisi e i risultati da fornire per le diverse componenti: analisi idrologiche/idrauliche, analisi geologiche/geomorfologiche.

Figura 1. Esempio di due poli interessati da un dissesto che ne occupa circa l’80%

Sul reticolo principale si sono effettuate analisi geomorfologiche e di confronto con la pianificazione di bacino vigente (e relativo quadro conoscitivo), per la valutazione dei poli estrattivi individuati nel PRAE per tale ambito territoriale.

Le interferenze tra i poli identificati dal PRAE e le dinamiche legate ai corsi d’acqua sono state analizzate indagando le porzioni dei poli interessate dalle fasce A e B del PAI e dagli scenari di pericolosità ‘H’ (High) e ‘M’ (Medium) del Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA).
Si è poi proceduto ad un approfondimento per ogni corso d’acqua interferito, applicando i criteri di analisi indicati dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po.

Sono state riscontrate interferenze con alcuni corsi d’acqua dotati di Piani di Gestione dei Sedimenti (PGS) approvati (PO a valle della confluenza con la Dora Baltea e Pellice), alcuni corsi d’acqua  per i quali è stato predisposto e concluso lo studio propedeutico per il PGS (Orba e Bormida), altri per cui gli studi sono stati avviati ma non conclusi (Stura di Demonte, Tanaro e Varaita) e altri ancora per i quali non è ancora stato predisposto alcuno studio (Grana-Mellea, Po a monte della città di Torino, Rotaldo, Sangone e Scrivia).

Si è stabilito che il criterio generale di compatibilità dei poli delle attività estrattive lungo il reticolo idrografico principale è dato dalla loro localizzazione esterna rispetto alle fasce di mobilità massima compatibile dei corsi d’acqua, generalmente individuate nei PGS, al fine di eliminare le problematiche legate alle interferenze riscontrate, utilizzando i  criteri di seguito illustrati:

  • Per i corsi d’acqua dotati di PGS approvati, si è provveduto ad analizzare i poli singolarmente, confrontando eventuali intersezioni con la fascia di mobilità compatibile.
     
  • Per il Bormida e l’Orba sono state aggiornate le fasce di mobilità individuate negli elaborati del PGS, tenendo conto degli effetti degli eventi di piena più recenti.
     
  • È stata rinviata a successivi provvedimenti l’individuazione della fascia di divagazione massima compatibile del fiume Tanaro, nel tratto compreso tra la confluenza con la Stura di Demonte ed Asti, e del fiume Po a monte di Torino, tenendo conto dell’impegno assunto dall’Autorità di Bacino del fiume Po (AdBPo) ad individuare la fascia di divagazione compatibile del fiume Po nell’ambito degli studi idraulici e geomorfologici già programmati e finalizzati alla revisione delle fasce fluviali del PAI in tale tratto.
     
  • Per il fiume Tanaro, è stata definita la fascia di mobilità compatibile nel tratto compreso tra la confluenza con la Stura di Demonte in comune di Cherasco (CN) e il ponte della SP-39 in comune di Castello di Annone (AT), sulla base degli elementi di conoscenza disponibili, aggiornati mediante  analisi dello stato dei luoghi attuali. Il prodotto realizzato è stato trasmesso all’AdB per la condivisione.
     
  • Per i restanti corsi d’acqua interferiti (Grana-Mellea, Rotaldo, Sangone Scrivia, Stura di Demonte e Varaita), si è provveduto a verificare ogni singolo polo, mediante analisi geomorfologica.
Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Nell’ambito della redazione del Piano regionale delle attività estrattive (PRAE), si è reso necessario coadiuvare questa attività con una corretta verifica di compatibilità con la pianificazione di bacino e con una corretta redazione delle norme di attuazione del Piano.

Per la valutazione di compatibilità sono stati sovrapposti ai poli previsti dal PRAE le perimetrazioni dei dissesti PAI (Piano Assetto Idrogeologico), con particolare attenzione alle tipologie di dissesto citate dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po nell’ambito della Conferenza di copianificazione e procedura di VAS (fase di valutazione) del PRAE, che costituisce a tutt’oggi il principale riferimento.

Si è provveduto pertanto a sovrapporre i dissesti PAI ai poli previsti dal PRAE, calcolando la superficie del polo interferita e la relativa percentuale. Dai risultati visibili in tabella (Tab. 1), è possibile discriminare immediatamente alcuni singoli casi: solo quattro occorrenze hanno restituito percentuali del polo interferito superiori al 20%; sei con percentuali superiori al 10% e il resto con percentuali inferiori al 10%.

Tab. 1 -Sovrapposizione tra i dissesti PAI ed i poli previsti dal PRAE, con calcolo della superficie del polo interferita e la relativa percentuale.

Tale risultato ha reso possibile ragionare in merito alla possibilità di rendere compatibile il PRAE con i dissesti PAI.
Ad esempio, le interferenze che si verificano solamente nei pressi dei limiti del polo, hanno portato alla ri-delimitazione del polo stesso, eliminando di fatto l’interferenza. Nei casi in cui invece i dissesti ricadono in porzioni dell’areale del polo per le quali sarebbe impossibile il ritaglio, nella scheda dei poli sono state inserite indicazioni che rimandano a studi specifici da condursi in fase progettuale, al fine di caratterizzare il dissesto e di impostare il progetto prioritariamente come un progetto di bonifica del dissesto.
Infine, per quanto riguarda i dissesti "Ee" perimetrati, sono stati eseguiti tagli dei poli in modo da eliminare ogni possibile interferenza.

Anche per i Comuni interessati dall’applicazione dei provvedimenti cautelari di cui all’articolo 9 bis della l.r. 56/1977, si è verificata la presenza di interferenze tra i poli e le aree in dissesto; il confronto si è reso necessario in quanto i provvedimenti cautelari comporteranno, per questi comuni, una volta conclusa la procedura di variante dell’Elaborato 2 del PAI, un vincolo corrispondente a quello dei dissesti PAI già oggetto di controllo di interferenze con i poli. I Comuni che ricadono in questa casistica e che contengono poli del PRAE sono 15.
In merito alle interferenze con le aree a rischio molto elevato (RME) è emersa un’unica interferenza in comune di Druento, per la quale è stata decisa l’eliminazione del polo.
 

Le norme di attuazione devono accompagnare la progettazione, al fine di rendere pienamente compatibili gli interventi di attività estrattiva, prevedendo le corrette analisi da produrre per ottenere i dati necessari e permettere la coesistenza dei dissesti del PAI con l’attività estrattiva, oppure eliminare i dissesti stessi attraverso, ad esempio, opere di bonifica dei versanti.

A tale scopo le norme sono state strutturate cercando di fornire riferimenti tecnici su come effettuare le analisi, a seconda che si tratti di cave/miniere lungo i versanti o in pianura. Si è inoltre differenziato a seconda della tipologia di dissesto interferente, in modo da orientare efficacemente le analisi e i risultati da fornire per le diverse componenti: analisi idrologiche/idrauliche, analisi geologiche/geomorfologiche.

Figura 1. Esempio di due poli interessati da un dissesto che ne occupa circa l’80%

Sul reticolo principale si sono effettuate analisi geomorfologiche e di confronto con la pianificazione di bacino vigente (e relativo quadro conoscitivo), per la valutazione dei poli estrattivi individuati nel PRAE per tale ambito territoriale.

Le interferenze tra i poli identificati dal PRAE e le dinamiche legate ai corsi d’acqua sono state analizzate indagando le porzioni dei poli interessate dalle fasce A e B del PAI e dagli scenari di pericolosità ‘H’ (High) e ‘M’ (Medium) del Piano di Gestione del Rischio di Alluvioni (PGRA).
Si è poi proceduto ad un approfondimento per ogni corso d’acqua interferito, applicando i criteri di analisi indicati dall’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po.

Sono state riscontrate interferenze con alcuni corsi d’acqua dotati di Piani di Gestione dei Sedimenti (PGS) approvati (PO a valle della confluenza con la Dora Baltea e Pellice), alcuni corsi d’acqua  per i quali è stato predisposto e concluso lo studio propedeutico per il PGS (Orba e Bormida), altri per cui gli studi sono stati avviati ma non conclusi (Stura di Demonte, Tanaro e Varaita) e altri ancora per i quali non è ancora stato predisposto alcuno studio (Grana-Mellea, Po a monte della città di Torino, Rotaldo, Sangone e Scrivia).

Si è stabilito che il criterio generale di compatibilità dei poli delle attività estrattive lungo il reticolo idrografico principale è dato dalla loro localizzazione esterna rispetto alle fasce di mobilità massima compatibile dei corsi d’acqua, generalmente individuate nei PGS, al fine di eliminare le problematiche legate alle interferenze riscontrate, utilizzando i  criteri di seguito illustrati:

  • Per i corsi d’acqua dotati di PGS approvati, si è provveduto ad analizzare i poli singolarmente, confrontando eventuali intersezioni con la fascia di mobilità compatibile.
     
  • Per il Bormida e l’Orba sono state aggiornate le fasce di mobilità individuate negli elaborati del PGS, tenendo conto degli effetti degli eventi di piena più recenti.
     
  • È stata rinviata a successivi provvedimenti l’individuazione della fascia di divagazione massima compatibile del fiume Tanaro, nel tratto compreso tra la confluenza con la Stura di Demonte ed Asti, e del fiume Po a monte di Torino, tenendo conto dell’impegno assunto dall’Autorità di Bacino del fiume Po (AdBPo) ad individuare la fascia di divagazione compatibile del fiume Po nell’ambito degli studi idraulici e geomorfologici già programmati e finalizzati alla revisione delle fasce fluviali del PAI in tale tratto.
     
  • Per il fiume Tanaro, è stata definita la fascia di mobilità compatibile nel tratto compreso tra la confluenza con la Stura di Demonte in comune di Cherasco (CN) e il ponte della SP-39 in comune di Castello di Annone (AT), sulla base degli elementi di conoscenza disponibili, aggiornati mediante  analisi dello stato dei luoghi attuali. Il prodotto realizzato è stato trasmesso all’AdB per la condivisione.
     
  • Per i restanti corsi d’acqua interferiti (Grana-Mellea, Rotaldo, Sangone Scrivia, Stura di Demonte e Varaita), si è provveduto a verificare ogni singolo polo, mediante analisi geomorfologica.
Anno
2025

Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE)

Anno
2025

Il Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE) della Regione Piemonte costituisce il quadro di riferimento unitario delle attività estrattive di cava ai sensi della legge regionale n. 23 del 17 novembre 2016 ed è volto a perseguire il corretto equilibrio tra i valori territoriali, l'attività estrattiva e il mercato di riferimento. Ai sensi della legge regionale n. 23/2016, il PRAE persegue i seguenti dieci obiettivi (art. 4):

  1. definire le linee per un corretto equilibrio fra i valori territoriali, quali il territorio, l’ambiente e il paesaggio, l’attività estrattiva e il mercato di riferimento;
  2. tutelare e salvaguardare i giacimenti in corso di coltivazione, quelli riconosciuti e le relative risorse, considerando i giacimenti minerari e l’attività estrattiva come risorse primarie per lo sviluppo socio-economico del territorio;
  3. valorizzare i materiali coltivati attraverso il loro utilizzo integrale e adeguato alle loro specifiche caratteristiche;
  4. uniformare l’esercizio dell’attività estrattiva sull’intero territorio regionale;
  5. orientare le attività estrattive verso un migliore equilibrio nella produzione industriale e l’ottimizzazione degli interventi ai fini del recupero e della riqualificazione ambientale e della valorizzazione di siti degradati e dismessi;
  6. promuovere, tutelare e qualificare il lavoro e le imprese;
  7. favorire il recupero di aggregati inerti provenienti da attività di costruzione e demolizione, nonché l’utilizzo di materiali inerti da riciclo;
  8. assicurare il monitoraggio delle attività estrattive;
  9. favorire sinergie ambientali e economiche derivanti da interventi di sistemazione e manutenzione delle aste fluviali e dei bacini idroelettrici;
  10. fornire indicazioni per l’approvvigionamento dei materiali necessari alla realizzazione delle opere pubbliche.

Le fasi della redazione e dell’approvazione del PRAE sono normate dall’art. 5 della l.r.. 23/2016, e il PRAE è stato redatto in coerenza con gli indirizzi di programmazione e strategici del Documento Programmatico di Piano, inquadrando i seguenti tre comparti estrattivi:

  • Comparto I: aggregati per le costruzioni e le infrastrutture;
  • Comparto II: pietre ornamentali;
  • Comparto III: materiali industriali.

La prima adozione del PRAE in Giunta è avvenuta con la d.g.r. n. 81-6285 del 16/12/2022; successivamente, in riscontro alle numerose osservazioni di soggetti pubblici e privati in relazione ai Poli estrattivi del Comparto II (pietre ornamentali), che manifestavano la necessità di approfondimenti e valutazioni specifiche prima dell'adozione definitiva del PRAE, la l.r. 23/2016 è stata modificata al fine di procedere all’approvazione del PRAE per stralci successivi, pertanto il Comparto II è stato temporaneamente escluso dal piano e si è proceduto all’aggiornamento di tutti i documenti del PRAE, preparando un Piano stralcio riguardante il i Comparti estrattivi I e III. Per il Comparto II si procederà in seguito ad analisi più approfondite sulle condizioni di stabilità, vincoli paesaggistici, interazioni tra attività estrattive presenti, etc., che riguarderanno ciascuno dei poli identificati per tale comparto.

Nel mese di marzo 2024, i documenti predisposti per il PRAE – Stralcio per il primo e terzo comparto sono stati condivisi con l’Organo Tecnico Regionale e con l’Autorità di Bacino del Fiume Po per le valutazioni di competenza; in seguito alla ricezione di questi pareri, e del parere di VINCA del Settore Sviluppo sostenibile, biodiversità e aree naturali, sono state apportate le ultime modifiche ai documenti di piano, riassunte nella “Relazione di sintesi della revisione del progetto di piano”. Nel mese di ottobre 2024 è stata sottoposta alla Giunta la documentazione di piano per l’adozione definitiva, e il PRAE – Stralcio per il primo e terzo comparto è stato adottato con D.G.R. n. 20-525 del 16 dicembre 2024.

Il PRAE – Stralcio per il primo e terzo comparto è attualmente in iter di approvazione presso il Consiglio Regionale, e nel mese di aprile 2025 sono iniziati i lavori delle Commissioni consiliari in merito al piano. 
 

Gli obiettivi correlati al Comparto II – Pietre ornamentali sono demandati al futuro Piano stralcio, che gli sarà specificatamente dedicato.

Per una trattazione più approfondita degli aspetti sopra richiamati, si rimanda ai capitoli 3.4, 3.5 e 4.1. della Relazione generale di piano del PRAE


 

Informazioni e risorse aggiuntive


Piano Regionale delle Attività Estrattive:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sviluppo/attivita-estrattive/piano-regionale-delle-attivita-estrattive-prae-0

Relazione generale di piano del PRAE:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sviluppo/attivita-estrattive/piano-regionale-delle-attivita-estrattive-prae-adozione-2024

 

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Territorio

Piano Assetto Idrogeologico (PAI)

Anno
2025

La pianificazione di bacino costituisce il riferimento principale per quanto riguarda il tema del dissesto idrogeologico. I dati relativi al dissesto idrogeologico piemontese sono contenuti principalmente nei piani di bacino, livello di pianificazione previsto dalla legge quadro sulla Difesa del suolo (183/1989), oggi sostituita dal (e confluita nel) D.lgs. 152/2006, III parte.

La legge 183 pose le basi per la costituzione delle "Autorità di bacino", dapprima di ambito territoriale nazionale o regionale, oggi sostituite dalle Autorità di Bacino Distrettuale.

Il piano che ha avviato il processo di pianificazione e aggiornamento del quadro del dissesto è il Piano per l’assetto idrogeologico (PAI), il quale perimetra e norma dissesti di versante (frane, conoidi, valanghe) e dissesti idraulici (esondazioni lungo il reticolo idrografico minore) e che riprende e integra, attraverso successive varianti, le fasce fluviali (A, B, C) lungo il reticolo idrografico principale già tracciate dal Piano stralcio delle fasce fluviali (PSFF) del 1998.

Il PAI, approvato nel 2001 e tutt'ora in vigore, definisce un assetto di progetto del corso d’acqua prevedendo anche le “linee B di progetto”, che rappresentano la necessità di protezione di abitati o infrastrutture che diversamente sarebbero interessati dalla piena di riferimento, ovvero quella pari ad un tempo di ritorno di circa 200 anni.
Si configura come un piano–processo in continuo aggiornamento, in quanto impone ai comuni di adeguare il proprio quadro del dissesto attraverso gli strumenti urbanistici, dettagliando alla scala locale le condizioni di pericolosità e rischio.
Per quanto riguarda il rischio idraulico lungo il reticolo idrografico principale, il PAI si aggiorna attraverso successive varianti alle fasce fluviali (oggi definite, appunto,  “aggiornamenti”), condivise tra Regione, Autorità di Bacino e AIPO.

L’individuazione della pericolosità, del rischio, dei dissesti e delle misure di cui sopra hanno rilevanza per la programmazione degli interventi di sistemazione idrogeologica nell’ambito della piattaforma ministeriale Rendis – Repertorio nazionale degli interventi di difesa del suolo.

La Regione Piemonte, in considerazione di quanto sopra e della valenza che gli strumenti urbanistici comunali assumono anche in materia di difesa del suolo e di sicurezza del territorio, fornisce indicazioni e indirizzi specifici in tal senso a partire dal 2001, attraverso disposizioni ad oggi abrogate e sostituite dalla d.g.r. n. 64-7417 del 7/4/2014, attualmente vigente.

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Difesa del suolo

OpeNoise, una app per la misurazione del rumore con dispositivi mobili

Capitolo
Rumore, risposte
Anno
2025

L'app OpeNoise è stata sviluppata da Arpa Piemonte per la misurazione del rumore attraverso dispositivi mobili. Negli ultimi due anni sono state introdotte una serie di nuove funzionalità che ne hanno migliorato l'esperienza di utilizzo. 

Queste innovazioni rispondono alle esigenze degli utenti e contribuiscono a rendere OpeNoise Meter uno strumento più potente per lo studio e il monitoraggio dell'inquinamento acustico.

L’applicazione consente la misurazione del livello sonoro e la sua composizione in frequenza. 

Le funzioni attive sono le seguenti:

  • misurazione del livello sonoro istantaneo (1 sec), medio, minimo, massimo
  • acquisizione dello spettro di frequenza (terzi di ottava e FFT);
  • acquisizione dello spettrogramma;
  • memorizzazione dei dati di misura;
  • inserimento dei metadati della misura (novità rispetto alla versione precedente);
  • marcatura delle porzioni di misura (novità rispetto alla versione precedente);
  • visualizzazione delle misure su mappa (novità rispetto alla versione precedente);
  • condivisione delle misure con la comunità (novità rispetto alla versione precedente).

Un'altra delle nuove funzionalità di OpeNoise è la possibilità di inserire metadati direttamente nel file di misura, quali la posizione, l'ora, le sorgenti sonore predominanti e le condizioni meteorologiche. 

Sono state inserite anche alcune domande sulla percezione del paesaggio sonoro osservato durante la misura.

OpeNoise - Screenshot: pagina inserimento metadati - Fonte Arpa Piemonte

Un'altra innovazione introdotta è la possibilità di marcare specifiche porzioni di una misura. 

Grazie ad un apposito tasto, gli utenti possono evidenziare eventi o fenomeni di particolare interesse, come picchi di rumore, suoni specifici o altre osservazioni rilevanti. 

OpenNoise Screenshot: pagina di misura con marcature - Fonte Arpa Piemonte

OpeNoise ora offre anche la possibilità di visualizzare le misure acustiche su una mappa interattiva. 

Questa caratteristica consente agli utenti di contestualizzare geograficamente i dati raccolti, facilitando l'identificazione di aree critiche o di particolari pattern di inquinamento acustico. 

La visualizzazione su mappa rappresenta uno strumento utile per gli studi di mappatura del rumore e per la pianificazione di interventi mirati.

OpeNoise Screenshot: pagine di visualizzazione misure su mappa - Fonte Arpa Piemonte

Questa funzionalità consente di accedere a un database condiviso di dati, ampliando le informazioni disponibili e favorendo la collaborazione tra ricercatori, autorità locali e cittadini interessati al monitoraggio dell'inquinamento acustico. 

Per migliorare la qualità e l'utilità delle informazioni condivise dagli utenti, prima dell’invio dei dati è prevista un’autovalutazione del grado di competenza nel settore dell’acustica.

Oltre alla condivisione delle misure è prevista la possibilità di inviare il valore di calibrazione del dispositivo al fine di creare un database di riferimento sui guadagni dei differenti modelli di smartphone.

OpeNoise Screenshot: pagina elenco misure e invio dati - Fonte Arpa Piemonte

L’attendibilità di OpeNoise è stata verificata attraverso numerosi test in laboratorio e sul campo condotti su diversi dispositivi, confrontando i risultati con fonometri professionali. Pur con alcune differenze, tutti gli apparecchi analizzati hanno fornito una buona risposta nella gamma di livelli sonori tipica dei rumori ambientali (45 - 100 dBA) e nel range di frequenza 200-5000 Hz.

Si invita però a prestare attenzione prima di considerare attendibili i livelli sonori misurati con l’applicazione è indispensabile effettuare una calibrazione del dispositivo utilizzato, attraverso un confronto con livelli noti, in quanto ogni apparecchio ha una propria risposta al rumore.

Ad oggi sono stati raccolti oltre 300 rilievi effettuati in Piemonte e oltre 700 in tutto il mondo.
I dati così acquisiti verranno utilizzati, dopo una fase di analisi e validazione, per migliorare il quadro della conoscenza sul rumore ambientale e sulla sua percezione da parte degli utenti.

Esempio di rappresentazione su mappa dei rilievi acustici effettuati dalla comunità con l’applicazione OpeNoise
Informazioni e risorse aggiuntive

L'app OpeNoise è stata sviluppata da Arpa Piemonte e dall'Istituto Superiore Mario Boella https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/openoise-lapp-per-misurare-rumore

https://relazione.ambiente.piemonte.it/2024/sites/default/files/doc/MPX/OpeNoise_Extended_AIA-2024_CC-BY-1-8-2.pdf

OpeNoise scaricabile gratuitamente dal Canale di Arpa Piemonte di Google Play è sviluppata per piattaforma Android.

Il codice è open-source con licenza GNU v.2 o superiore, disponibile su GitHub: https://github.com/Arpapiemonte/openoise-meter

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Pubblicabile
Gruppo di Redazione
Rumore

Impatto acustico dell'aeroporto di Malpensa

Anno
2025

Arpa Piemonte gestisce una rete fissa di monitoraggio dell’impatto acustico connesso all’aeroporto di Malpensa sul territorio del Piemonte, costituita da quattro postazioni.
Oltre ai dati puntuali rilevati, nel 2024 Arpa ha completato la mappatura dell’impatto acustico prodotto dai sorvoli aerei sui territori della provincia di Novara interessati dalle rotte di decollo e atterraggio. 
Le risultanze dello studio, grazie alla restituzione di mappe riferite a diversi indicatori acustici, hanno permesso di identificare le aree di maggiore criticità, stimando un potenziale superamento dei limiti di rumore stabiliti dai Piani di Zonizzazione Acustica comunali su un totale di circa 720 ha in periodo diurno e 2700 ha in periodo notturno. 
I risultati hanno inoltre evidenziato che circa 600 abitanti sono esposti, nel periodo diurno, a livelli di rumore superiori ai limiti normativi, con superamenti compresi tra 1 e 5 dB(A). Nel periodo notturno, la popolazione esposta risulta significativamente più ampia, con circa 4.100 abitanti interessati: di questi, circa 3.500 presentano superamenti entro i 5 dB(A), mentre i restanti 600 registrano superamenti compresi tra 5 e 10 dB(A).
Le rappresentazioni delle mappe di rumore sono consultabili sulla pagina dedicata del geoportale di Arpa Piemonte 

Estratto mappatura acustica aeroporto Milano Malpensa - Fonte Arpa Piemonte
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Gruppo di Redazione
Rumore

Controlli e monitoraggi del rumore

Capitolo
Rumore, risposte
Anno
2025

L’attività istituzionale di Arpa viene svolta di norma su richiesta degli enti competenti (Province/Città Metropolitana, Comuni, Autorità Giudiziaria, ecc) e prevede il controllo/monitoraggio dell'inquinamento acustico e il rilascio di pareri tecnici previsionali.

Il controllo del rumore è finalizzato alla verifica della conformità normativa di sorgenti puntuali (attività produttive, professionali e commerciali) all’interno e all'esterno degli ambienti abitativi. 

Il monitoraggio viene realizzato in ambiente esterno ed è riferito generalmente alla valutazione del rumore prodotto dalle infrastrutture di trasporto o alla determinazione del clima acustico presente in un’area. 

I pareri tecnici preventivi sono rilasciati nell’ambito delle procedure autorizzative legate a nuovi insediamenti produttivi e/o infrastrutture di trasporto (Valutazione Previsionale di Impatto Acustico) e a nuovi ricettori sensibili al rumore, quali scuole, ospedali, case di cura o di riposo (Valutazione Previsionale di Clima Acustico).

Inoltre, Arpa esegue studi, analisi e attività di ricerca applicata finalizzati alla sperimentazione di nuove tecnologie di rilievo e caratterizzazione del rumore ambientale, di soluzioni tecnologiche di mitigazione acustica e di sviluppo di modelli di calcolo previsionale.

Controlli e monitoraggi 

Nel 2024, il numero complessivo di attività e infrastrutture sottoposte a monitoraggio e controllo da parte di ARPA Piemonte è stato pari a 187.
A fronte dei controlli effettuati sono state riscontrate 54 non conformità, che hanno determinato la contestazione di 33 illeciti amministrativi e una comunicazione di notizia di reato alla Autorità Giudiziaria.
Circa il 38% degli interventi riguarda il territorio della provincia di Torino, senza considerare i controlli sui locali pubblici e gli esercizi commerciali nel comune capoluogo, gestiti direttamente dalla Polizia Municipale a seguito di un protocollo di intesa Città di Torino – Arpa. 
Le principali cause di richiesta di intervento sono le attività commerciali e i locali pubblici, a seguire le attività produttive e in misura ancora minore le altre tipologie di sorgenti.

Numero di esposti e numero di attività o infrastrutture controllate per rumore da Arpa Piemonte nel 2024 - Fonte Arpa Piemonte
Valutazioni e pareri tecnici

Un’ulteriore forma di intervento che impegna quotidianamente ARPA Piemonte consiste nella valutazione preventiva del potenziale impatto acustico di nuovi insediamenti produttivi e/o infrastrutture di trasporto (Valutazione Previsionale di Impatto Acustico), nonché nella valutazione delle condizioni acustiche in presenza di nuovi ricettori sensibili al rumore, come scuole, ospedali, case di cura o di riposo (Valutazione Previsionale di Clima Acustico).
In entrambi i casi, l’Agenzia è chiamata a fornire pareri tecnici su richiesta delle autorità competenti, nell’ambito delle procedure per il rilascio di titoli autorizzativi edilizi e/o per o svolgimento delle relative attività.

Il numero di pareri rilasciati ha raggiunto il picco nel 2010, con 963 valutazioni, per poi subire una graduale e contenuta diminuzione fino a toccare quota 651 nel 2020. Negli anni successivi si è registrata una nuova crescita, con 900 pareri emessi nel 2023 e un assestamento a 750 nel 2024.

 

Numero di pareri relativi a rumore rilasciati da Arpa Piemonte nel periodo dal 2004 al 2024 - Fonte Arpa Piemonte

Analizzando la distribuzione territoriale, circa il 37% dei pareri riguarda l’area nord-orientale del Piemonte, che comprende le province di Biella, Novara, Verbano-Cusio-Ossola e Vercelli.

Numero di pareri per rumore rilasciati da Arpa Piemonte suddivisi per dipartimento territoriale, Anno 2024 - Fonte Arpa Piemonte

La maggior parte delle richieste (circa l’82%) riguarda la Valutazione Previsionale di Impatto Acustico, obbligatoria per la realizzazione, modifica o potenziamento di attività produttive, commerciali, artigianali, infrastrutture di trasporto, locali pubblici dotati di impianti elettroacustici, ecc. Seguono, con una quota pari a circa il 6%, i pareri relativi ad attività temporanee, quali cantieri o manifestazioni.
Le valutazioni di clima acustico per nuovi insediamenti sensibili (come residenze, scuole, case di cura) risultano invece estremamente limitate, rappresentando meno dell’1% del totale. 

Nel grafico sottostante si riporta un focus inerente i pareri rilasciati da Arpa Piemonte, dettagliati per tipologia, con l'esclusione delle valutazioni previsionali di impatto acustico. 

Numero di pareri relativi al rumore rilasciati da Arpa Piemonte per tipologia nel 2024 - Fonte Arpa Piemonte
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Rumore, risposte

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Politiche europee

La Direttiva 2002/49/CE sulla determinazione e la gestione del rumore ambientale, introduce un approccio comune europeo al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi, compreso il fastidio, dell’esposizione al rumore ambientale e fornisce una base per lo sviluppo di misure comunitarie di contenimento del rumore generato dalle principali sorgenti, in particolare traffico stradale, ferroviario, aeroportuale e industriale.

Ai sensi della Direttiva sono progressivamente attuate le seguenti azioni:

  • la determinazione dell'esposizione al rumore ambientale mediante la mappatura acustica realizzata sulla base di metodi di determinazione comuni;
  • l'informazione del pubblico in merito al rumore ambientale e ai relativi effetti;
  • l'adozione da parte degli Stati membri di piani d'azione, in base ai risultati della mappatura acustica, allo scopo di evitare e ridurre il rumore ambientale laddove necessario nonché di conservare la qualità acustica dell'ambiente quando questa è buona.

Nel 2021 la Commissione europea ha adottato un piano d'azione "Verso l'inquinamento zero per l'aria, l'acqua e il suolo" nell'ambito del Green Deal europeo.

Dato l'impatto negativo del rumore sulla salute umana e l'elevato numero di persone colpite, la riduzione del rumore ambientale è un obiettivo chiave nell'ambito del piano d'azione per l'inquinamento zero. In particolare, l'obiettivo è quello di ridurre entro il 2030 del 30% rispetto al 2017 il numero di persone cronicamente disturbate dal rumore dei trasporti. Per raggiungere questo obiettivo, la Commissione europea ha individuato la necessità di:

  • monitorare i progressi compiuti verso una riduzione del 30% del numero di persone cronicamente disturbate dal rumore entro il 2030;
  • migliorare il quadro normativo in materia di rumore per i pneumatici, i veicoli stradali, le ferrovie e gli aeromobili a livello dell'UE e anche a livello internazionale;
  • esaminare i progressi compiuti nel 2022 e valutare se sia necessario fissare obiettivi di riduzione del rumore a livello dell'UE nella direttiva sul rumore ambientale (END);
  • migliorare l'integrazione dei piani d'azione per il rumore nei piani di mobilità urbana sostenibile, beneficiando di un'estensione del trasporto pubblico pulito e della mobilità attiva.
Politiche nazionali

Gli obiettivi e i principi fissati a livello europeo si affiancano a quelli precedentemente stabiliti dal legislatore nazionale attraverso la Legge 447/95 (Legge quadro sull'inquinamento acustico), sintetizzabili nei seguenti punti:

  • regolare e disciplinare direttamente la materia dell’inquinamento acustico;
  • assegnare le competenze e le funzioni per la gestione dell’inquinamento acustico, secondo un processo di decentramento amministrativo;
  • affrontare il problema dell’inquinamento acustico in chiave preventiva;
  • inserire l’inquinamento acustico tra le cause di degrado ambientale;
  • porre in relazione il concetto di inquinamento acustico con il valore della salute;
  • fissare limiti massimi di esposizione nell’ambiente esterno e nell’ambiente abitativo per le diverse tipologie di sorgenti sonore;
  • introdurre un meccanismo sanzionatorio;
  • stabilire le procedure per il risanamento acustico.

Le disposizioni nazionali sono state oggetto di un processo di armonizzazione con quelle comunitarie, attraverso l’emanazione del Decreto Legislativo 42/2017.

Politiche regionali

L’attuazione di quanto previsto dalla Legge 447/95 è demandata ad una serie di regolamenti statali e disposizioni a livello regionale.

In Piemonte è stata approvata la Legge Regionale 52/00 (Disposizioni per la tutela dell'ambiente in materia di inquinamento acustico), corredata da una serie di delibere della Giunta Regionale, con l’obiettivo di:

  • stabilire nel dettaglio le competenze di regione, province/città metropolitana e comuni;
  • fissare i criteri tecnici per la predisposizione dei piani di classificazione acustica dei comuni e le relative procedure di approvazione;
  • definire i criteri tecnici per la predisposizione delle documentazioni previsionali di impatto e clima acustico, necessarie all’atto del rilascio/attestazione dei titoli autorizzativi per attività potenzialmente rumorose e per insediamenti sensibili;
  • stabilire i criteri per il rilascio delle autorizzazioni in deroga ai limiti da parte dei comuni.    
Informazioni e risorse aggiuntive

Direttiva 2002/49/CE sulla determinazione e la gestione del rumore ambientale http://data.europa.eu/eli/dir/2002/49/oj

Legge 447/95 - Legge quadro sull'inquinamento acustico http://www.normattiva.it/eli/id/1995/10/30/095G0477/CONSOLIDATED/20170404

 Decreto Legislativo 42/2017 http://www.normattiva.it/eli/id/2017/04/04/17G00055/CONSOLIDATED/20181231

Legge Regionale 52/00 - Disposizioni per la tutela dell'ambiente in materia di inquinamento acustico http://arianna.cr.piemonte.it/iterlegcoordweb/dettaglioLegge.do?urnLegge=urn:nir:regione.piemonte:legge:2000;52

Anno
2025
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Piattaforma FloodCat

La piattaforma informatica ad accesso riservato FloodCat (Flood Catalogue), nel più ampio contesto dell’implementazione della Direttiva Alluvioni 2007/60/CE (Floods Directive), è stata sviluppata con il supporto di ISPRA e del CIMA (Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale) e si pone come scopo quello di fornire una rappresentazione unitaria ed omogenea degli eventi alluvionali che si verificano sul territorio nazionale e delle conseguenze avverse ad essi associate.

Il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPCN) ha messo a disposizione delle Autorità competenti (Regioni, Province Autonome e Autorità di distretto) la piattaforma, che consente di inserire, validare, visualizzare e analizzare una serie di informazioni relative alla collocazione spaziale e temporale degli eventi alluvionali del passato, nonché alle conseguenze avverse ad essi associati ed è conforme con i “floods reporting schemes” previsti per la redazione della “Valutazione Preliminare del Rischio” ai sensi dell’art. 4 della Direttiva Alluvioni.

Al fine di garantire l’acquisizione di dati utili a valutare i principali meccanismi dell’esondazione e l’impatto sul territorio, determinanti per la ricostruzione delle aree allagate e per la validazione dei modelli idraulici, le Regioni devono avviare, compatibilmente con le attività di emergenza, il rilevamento degli effetti al suolo dell’evento alluvionale.

Sul FloodCat devono essere caricati tutti gli eventi che, ai fini dell’attività di protezione civile, sono classificati di tipo C (livello nazionale), di tipo B (livello provinciale e regionale), di tipo A (livello comunale), tutti gli altri eventi certificati e comunque tutti gli eventi che hanno comportato almeno una vittima.

FloodCat si basa su tre oggetti principali: Evento, Fenomeno e Danno (fig.1).

  • Evento: è caratterizzato dall’avere un’unica origine (ad es. fluviale, pluviale, marina) e dall’aver interessato una specifica Unità di Gestione, che per il Piemonte è ITN008. Ciascun Evento è descritto mediante uno o più Fenomeni.
     
  • Fenomeno: è contraddistinto da un’unica caratteristica (ad es. flash flood, colata detritica, piena da fusione nivale) e più meccanismi (ad es. superamento della capacità di contenimento in alveo, superamento della capacità di contenimento delle opere di difesa). A ciascun meccanismo si possono associare uno o più Danni.
     
  • Danno: rappresenta la descrizione dell’impatto sugli elementi esposti, classificati mediante una o più categorie (ad es. edifici civili, impianti industriali) e relative sottocategorie (case monofamiliari, impianti IPPC). Ad ogni Danno, georiferito, deve essere associata una descrizione, il valore in euro, la classe relativa all’impatto (da non significativo a molto alto), la categoria e la sottocategoria (ad es. per i danni alle abitazioni private, la categoria è “Edifici e beni privati” e la sottocategoria è “Edifici pubblici/privati ad uso abitativo (residenziale, ad es.centri abitati, condomini, case monofamiliari, edilizia popolare, garage, scantinati).
Figura 1. Gli oggetti di FloodCat: Evento, Fenomeno e Danno

Il reporting verso l’Unione Europea viene effettuato ogni 6 anni.
Al 31/12/2024 si è concluso il II ciclo di Gestione (iniziato il 1° gennaio 2019),
in piattaforma sono disponibili  i seguenti eventi:

  • colata detritica di Formazza del giugno 2019
  • colata detritica di Formazza dell’agosto 2019
  • alluvione di ottobre 2019 (sia pluviale che fluviale)
  • alluvione di novembre 2019 (sia pluviale che fluviale)
  • evento pluvio-torrentizio della collina torinese del giugno 2020
  • evento ottobre 2020 (sia pluviale che fluviale)
  • evento ottobre 2021
  • evento colata detritica Bardonecchia agosto 2023 
Figura 2. Eventi di FloodCat validati, relativi al 2° ciclo di Gestione

Le analisi dei dati relativi agli eventi del 29-30 giugno 2024 e del 4-5 settembre 2024 non sono ancora terminate per cui gli eventi, i fenomeni e i danni saranno disponibili in piattaforma nel corso del 2025.

Anno
2025
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Redazione RSA
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La piattaforma informatica ad accesso riservato FloodCat (Flood Catalogue), nel più ampio contesto dell’implementazione della Direttiva Alluvioni 2007/60/CE (Floods Directive), è stata sviluppata con il supporto di ISPRA e del CIMA (Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale) e si pone come scopo quello di fornire una rappresentazione unitaria ed omogenea degli eventi alluvionali che si verificano sul territorio nazionale e delle conseguenze avverse ad essi associate.

Il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPCN) ha messo a disposizione delle Autorità competenti (Regioni, Province Autonome e Autorità di distretto) la piattaforma, che consente di inserire, validare, visualizzare e analizzare una serie di informazioni relative alla collocazione spaziale e temporale degli eventi alluvionali del passato, nonché alle conseguenze avverse ad essi associati ed è conforme con i “floods reporting schemes” previsti per la redazione della “Valutazione Preliminare del Rischio” ai sensi dell’art. 4 della Direttiva Alluvioni.

Al fine di garantire l’acquisizione di dati utili a valutare i principali meccanismi dell’esondazione e l’impatto sul territorio, determinanti per la ricostruzione delle aree allagate e per la validazione dei modelli idraulici, le Regioni devono avviare, compatibilmente con le attività di emergenza, il rilevamento degli effetti al suolo dell’evento alluvionale.

Sul FloodCat devono essere caricati tutti gli eventi che, ai fini dell’attività di protezione civile, sono classificati di tipo C (livello nazionale), di tipo B (livello provinciale e regionale), di tipo A (livello comunale), tutti gli altri eventi certificati e comunque tutti gli eventi che hanno comportato almeno una vittima.

FloodCat si basa su tre oggetti principali: Evento, Fenomeno e Danno (fig.1).

  • Evento: è caratterizzato dall’avere un’unica origine (ad es. fluviale, pluviale, marina) e dall’aver interessato una specifica Unità di Gestione, che per il Piemonte è ITN008. Ciascun Evento è descritto mediante uno o più Fenomeni.
     
  • Fenomeno: è contraddistinto da un’unica caratteristica (ad es. flash flood, colata detritica, piena da fusione nivale) e più meccanismi (ad es. superamento della capacità di contenimento in alveo, superamento della capacità di contenimento delle opere di difesa). A ciascun meccanismo si possono associare uno o più Danni.
     
  • Danno: rappresenta la descrizione dell’impatto sugli elementi esposti, classificati mediante una o più categorie (ad es. edifici civili, impianti industriali) e relative sottocategorie (case monofamiliari, impianti IPPC). Ad ogni Danno, georiferito, deve essere associata una descrizione, il valore in euro, la classe relativa all’impatto (da non significativo a molto alto), la categoria e la sottocategoria (ad es. per i danni alle abitazioni private, la categoria è “Edifici e beni privati” e la sottocategoria è “Edifici pubblici/privati ad uso abitativo (residenziale, ad es.centri abitati, condomini, case monofamiliari, edilizia popolare, garage, scantinati).
Figura 1. Gli oggetti di FloodCat: Evento, Fenomeno e Danno

Il reporting verso l’Unione Europea viene effettuato ogni 6 anni.
Al 31/12/2024 si è concluso il II ciclo di Gestione (iniziato il 1° gennaio 2019),
in piattaforma sono disponibili  i seguenti eventi:

  • colata detritica di Formazza del giugno 2019
  • colata detritica di Formazza dell’agosto 2019
  • alluvione di ottobre 2019 (sia pluviale che fluviale)
  • alluvione di novembre 2019 (sia pluviale che fluviale)
  • evento pluvio-torrentizio della collina torinese del giugno 2020
  • evento ottobre 2020 (sia pluviale che fluviale)
  • evento ottobre 2021
  • evento colata detritica Bardonecchia agosto 2023 
Figura 2. Eventi di FloodCat validati, relativi al 2° ciclo di Gestione

Le analisi dei dati relativi agli eventi del 29-30 giugno 2024 e del 4-5 settembre 2024 non sono ancora terminate per cui gli eventi, i fenomeni e i danni saranno disponibili in piattaforma nel corso del 2025.

Anno
2025

Rilocalizzazione degli immobili in aree a rischio

Nel corso del 2023, sono stati concessi contributi a n. 4 Comuni per la somma di  203.757,19 € per la rilocalizzazione preventiva degli immobili ad uso abitativo ricadenti in aree a rischio idrogeologico.

È stato realizzato un database che identifica e georiferisce gli edifici residenziali oggetto di rilocalizzazione, con la collaborazione di alcune ricercatrici nell’ambito del Progetto “Planned relocatIon as adapTation in a cHAnging ClimAte" (ITHACA), appartenenti all’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) di Vienna e al Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC).

Il DB consente di:

  • georiferire gli edifici residenziali oggetto di rilocalizzazione preventiva ai sensi delle varie DGR;
  • permettere un rapido inquadramento dei dati di maggior interesse dell’istanza;
  • consentire una veloce consultazione dei principali atti connessi alla rilocalizzazione medesima.

Iniziato a maggio 2022, il progetto ITHACA è finanziato dalla Commissione Europea tramite il programma Horizon 2020 EXCELLENT SCIENCE - Marie Skłodowska-Curie Actions e si focalizza sull’analisi dell’attuazione delle disposizioni vigenti, sulla rilocalizzazione preventiva come misura di riduzione del rischio alluvionale in Europa e studia, inoltre, il modo in cui le relative politiche ed istituzioni possano essere innovate per sostenerne l’impiego strategico nell’ambito dell’adattamento ai cambiamenti climatici.
Il caso studio principale la Regione Piemonte: l'unica, all'interno del bacino del Po, ad aver maturato una significativa esperienza nella rilocalizzazione in via preventiva di immobili ad uso abitativo ed ubicati in aree a rischio idraulico e idrogeologico.

Il progetto si concluderà a ottobre 2024.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Nel corso del 2023, sono stati concessi contributi a n. 4 Comuni per la somma di  203.757,19 € per la rilocalizzazione preventiva degli immobili ad uso abitativo ricadenti in aree a rischio idrogeologico.

È stato realizzato un database che identifica e georiferisce gli edifici residenziali oggetto di rilocalizzazione, con la collaborazione di alcune ricercatrici nell’ambito del Progetto “Planned relocatIon as adapTation in a cHAnging ClimAte" (ITHACA), appartenenti all’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) di Vienna e al Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC).

Il DB consente di:

  • georiferire gli edifici residenziali oggetto di rilocalizzazione preventiva ai sensi delle varie DGR;
  • permettere un rapido inquadramento dei dati di maggior interesse dell’istanza;
  • consentire una veloce consultazione dei principali atti connessi alla rilocalizzazione medesima.

Iniziato a maggio 2022, il progetto ITHACA è finanziato dalla Commissione Europea tramite il programma Horizon 2020 EXCELLENT SCIENCE - Marie Skłodowska-Curie Actions e si focalizza sull’analisi dell’attuazione delle disposizioni vigenti, sulla rilocalizzazione preventiva come misura di riduzione del rischio alluvionale in Europa e studia, inoltre, il modo in cui le relative politiche ed istituzioni possano essere innovate per sostenerne l’impiego strategico nell’ambito dell’adattamento ai cambiamenti climatici.
Il caso studio principale la Regione Piemonte: l'unica, all'interno del bacino del Po, ad aver maturato una significativa esperienza nella rilocalizzazione in via preventiva di immobili ad uso abitativo ed ubicati in aree a rischio idraulico e idrogeologico.

Il progetto si concluderà a ottobre 2024.

Anno
2025

Varianti alle fasce fluviali nel 2023

Variante locale alle fasce fluviali nel comune di Carignano (To) sul fiume Po

Decreto di approvazione dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po n. 94 del 21/11/2023

La variante dà priorità ad un tratto del fiume Po nel Comune di Carignano (in prossimità del centro abitato di Carignano) nel quale è prevista la costruzione di un nuovo ponte, lungo la S.P. 12.

L’aggiornamento delle fasce fluviali e dell’assetto di progetto del PAI è stato ritenuto prioritario per consentire un’idonea progettazione degli interventi di adeguamento del ponte e della viabilità di accesso. In particolare, la realizzazione del nuovo ponte è prevista all’interno del Piano di messa in sicurezza e/o ricostruzione dei ponti sul Po presenti in Piemonte.
L’intervento è inserito nel programma finanziato dal D.M. M.I.T. n.1 del 03/01/2020 con uno stanziamento di € 16.800.000,00 e rappresenta un’importante opportunità per l’adeguamento della viabilità del territorio. In recepimento alle nuove conoscenze ad oggi disponibili, derivanti dagli approfondimenti modellistici condotti nell’ambito della progettazione del nuovo ponte e dai sopralluoghi effettuati dalla Regione Piemonte, questa variante aggiorna la delimitazione delle fasce fluviali del PAI Po e la perimetrazione delle aree allagabili del PGRA (limitatamente agli scenari P2 e P1) nel tratto di fiume Po nel comune di Carignano.

In funzione dei risultati conseguiti, è stato approfondito l’assetto di progetto con la precisazione di interventi integrativi e di adeguamento, al fine di conseguire un assetto morfologico ed idraulico del corso d’acqua coerente con l’obiettivo di mitigare le condizioni di pericolosità idraulica compatibilmente con l’uso del suolo presente.

Figura 1. Fasce fluviali Carignano - Le linee nere corrispondono alle fasce vigenti, quelle rosse alle fasce in variante
Variante delle fasce fluviali del torrente Lemina

Decreto di adozione dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po n. 66 dell’8/08/2023

La variante ha aggiornato la delimitazione delle fasce fluviali del PAI e le perimetrazioni delle aree allagabili del PGRA del torrente Lemina nel tratto compreso tra Pinerolo (ponte Via Francesco Raviolo) e la confluenza nel torrente Chisola, nel comune di La Loggia. La base conoscitiva di riferimento è riconducibile allo “Studio finalizzato al completamento e aggiornamento delle analisi idrauliche sulle modalità di propagazione delle piene lungo l’asta del Torrente Lemina e all’aggiornamento dell’assetto di progetto e delle fasce fluviali” redatto dall’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po nel 2021.

I risultati dello Studio, integrati anche dalle informazioni relative all’evento alluvionale del 2016, costituiscono il riferimento principale per la predisposizione della Variante che interessa il corso d’acqua, sia per quanto riguarda l’aggiornamento della delimitazione delle fasce fluviali, che per le aree soggette a diverse pericolosità per fenomeni di inondazione contenute nel PGRA.

I comuni interessati, ricadenti nella Provincia di Torino sono, da monte verso valle: Pinerolo, Buriasco, Macello, Cercenasco, Vigone, Virle Piemonte, Castagnole Piemonte, Osasio, Carignano, Piobesi Torinese, Vinovo e La Loggia.

Figura 2. Fasce fluviali Torrente Lemina - Le linee nere corrispondono alle fasce vigenti, quelle rosse alle fasce in variante
Anno
2025
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Redazione RSA
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Variante locale alle fasce fluviali nel comune di Carignano (To) sul fiume Po

Decreto di approvazione dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po n. 94 del 21/11/2023

La variante dà priorità ad un tratto del fiume Po nel Comune di Carignano (in prossimità del centro abitato di Carignano) nel quale è prevista la costruzione di un nuovo ponte, lungo la S.P. 12.

L’aggiornamento delle fasce fluviali e dell’assetto di progetto del PAI è stato ritenuto prioritario per consentire un’idonea progettazione degli interventi di adeguamento del ponte e della viabilità di accesso. In particolare, la realizzazione del nuovo ponte è prevista all’interno del Piano di messa in sicurezza e/o ricostruzione dei ponti sul Po presenti in Piemonte.
L’intervento è inserito nel programma finanziato dal D.M. M.I.T. n.1 del 03/01/2020 con uno stanziamento di € 16.800.000,00 e rappresenta un’importante opportunità per l’adeguamento della viabilità del territorio. In recepimento alle nuove conoscenze ad oggi disponibili, derivanti dagli approfondimenti modellistici condotti nell’ambito della progettazione del nuovo ponte e dai sopralluoghi effettuati dalla Regione Piemonte, questa variante aggiorna la delimitazione delle fasce fluviali del PAI Po e la perimetrazione delle aree allagabili del PGRA (limitatamente agli scenari P2 e P1) nel tratto di fiume Po nel comune di Carignano.

In funzione dei risultati conseguiti, è stato approfondito l’assetto di progetto con la precisazione di interventi integrativi e di adeguamento, al fine di conseguire un assetto morfologico ed idraulico del corso d’acqua coerente con l’obiettivo di mitigare le condizioni di pericolosità idraulica compatibilmente con l’uso del suolo presente.

Figura 1. Fasce fluviali Carignano - Le linee nere corrispondono alle fasce vigenti, quelle rosse alle fasce in variante
Variante delle fasce fluviali del torrente Lemina

Decreto di adozione dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po n. 66 dell’8/08/2023

La variante ha aggiornato la delimitazione delle fasce fluviali del PAI e le perimetrazioni delle aree allagabili del PGRA del torrente Lemina nel tratto compreso tra Pinerolo (ponte Via Francesco Raviolo) e la confluenza nel torrente Chisola, nel comune di La Loggia. La base conoscitiva di riferimento è riconducibile allo “Studio finalizzato al completamento e aggiornamento delle analisi idrauliche sulle modalità di propagazione delle piene lungo l’asta del Torrente Lemina e all’aggiornamento dell’assetto di progetto e delle fasce fluviali” redatto dall’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po nel 2021.

I risultati dello Studio, integrati anche dalle informazioni relative all’evento alluvionale del 2016, costituiscono il riferimento principale per la predisposizione della Variante che interessa il corso d’acqua, sia per quanto riguarda l’aggiornamento della delimitazione delle fasce fluviali, che per le aree soggette a diverse pericolosità per fenomeni di inondazione contenute nel PGRA.

I comuni interessati, ricadenti nella Provincia di Torino sono, da monte verso valle: Pinerolo, Buriasco, Macello, Cercenasco, Vigone, Virle Piemonte, Castagnole Piemonte, Osasio, Carignano, Piobesi Torinese, Vinovo e La Loggia.

Figura 2. Fasce fluviali Torrente Lemina - Le linee nere corrispondono alle fasce vigenti, quelle rosse alle fasce in variante
Anno
2025