Rumore

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L'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha classificato il rumore ambientale come il secondo peggior fattore di stress ambientale in Europa, dietro al solo inquinamento atmosferico causato dal particolato fine (OMS – Linee Guida sul Rumore Ambientale per la Regione Europea (2018)).
Secondo le Linee guida sul rumore ambientale per la Regione Europea dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, si stima che, nell’Europa occidentale, il rumore ambientale sia responsabile di una perdita complessiva di anni di buona salute pari a 61.000 DALY’s (Disability-Adjusted Life Years) per patologie cardiache, 45.000 per la riduzione delle capacità cognitive nei bambini e ben 903.000 per disturbi del sonno.

L’impatto del rumore risulta ulteriormente aggravato quando si combina con altri fattori di stress ambientale, come l’inquinamento atmosferico o l’esposizione a sostanze chimiche, una situazione particolarmente ricorrente nelle aree urbane.

Il traffico stradale è la principale fonte di inquinamento acustico.
Secondo il rapporto Noise in Europe – 2020, pubblicato dalla Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA), si stima che 113 milioni di persone siano esposte a livelli di rumore da traffico, nell’arco delle 24 ore, di almeno 55 dB(A). Nella maggior parte dei paesi oltre il 50% degli abitanti nelle aree urbane è esposto a livelli di rumore stradale superiori a tale soglia.
In relazione agli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030, la protezione dal rumore concorre al raggiungimento del Goal 3 - “Salute e benessere”.
Il tema del rumore è inoltre correlato al Goal 9 - “Industria, innovazione e infrastrutture”, attraverso lo sviluppo di nuove tecnologie che, abbinato all’incremento dei servizi di trasmissione e gestione di grandi moli di dati, rende sempre più concreta la possibilità di realizzare reti diffuse di monitoraggio.
Il contenimento dell’inquinamento acustico è infine un tema connesso al Goal 11 - “Città e comunità sostenibili”, in quanto la progressiva espansione della popolazione negli agglomerati urbani determina un inevitabile incremento della domanda di mobilità ed un aumento delle attività sociali e di intrattenimento potenzialmente causa di disturbo.
 

Informazioni e risorse aggiuntive

Notizia dell'Agenzia Europea dell'Ambiente "Atteso un aumento del numero di persone esposte a inquinamento acustico nocivo in Europa" https://www.eea.europa.eu/it/highlights/atteso-un-aumento-del-numero 

OMS – Linee Guida sul Rumore Ambientale per la Regione Europea (2018) https://www.who.int/europe/publications/i/item/9789289053563

Agenzia Europea per l'Ambiente Noise in Europe – 2020 https://www.eea.europa.eu/highlights/number-of-europeans-exposed-to

Agenzia Europea per l'Ambiente Italy noise fact sheet 2021 https://tableau-public.discomap.eea.europa.eu/views/Clean_Noise_Tableau_2021_parameter/Introduction

Anno
2025
Stato del Documento
Gruppo di Redazione

Pianificazione comunale - aggiornamento del quadro del dissesto e applicazione dei provvedimenti cautelari

Al fine di poter disciplinare le azioni riguardanti la difesa idrogeologica del territorio, la Regione Piemonte deve poter disporre di una conoscenza aggiornata delle situazioni di dissesto.
Uno strumento utile al raggiungimento di tale scopo è rappresentato dagli strumenti urbanistici comunali, che contengono gli studi geologici relativi al quadro del dissesto redatti alla scala locale e che forniscono indicazioni circa la pericolosità geologica e la relativa idoneità all’utilizzo urbanistico del territorio.

Il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), approvato nel 2001, obbliga i comuni ad effettuare, attraverso la revisione dei propri strumenti urbanistici, la verifica delle effettive situazioni di dissesto e di rischio idraulico ed idrogeologico presenti sul territorio rispetto a quelle individuate dal Piano. A più di 23 anni dall’entrata in vigore del PAI, buona parte dei comuni piemontesi (949) ha adeguato il proprio strumento urbanistico al PAI: in tale computo sono stati inseriti i Comuni che hanno portato a termine la procedura urbanistica di adeguamento al PAI e quelli che sono stati esonerati, con Delibere di Giunta regionale nei primi anni 2000, da tale adempimento perché già dotati di uno studio idrogeologico ritenuto, all’epoca dell’esonero, soddisfacente i criteri della Circolare P.G.R. dell'8 maggio 1996 n. 7/lap. I restanti Comuni piemontesi possono ancora essere suddivisi tra quelli non hanno ancora mai proceduto alle necessarie verifiche (62) e quanti hanno tuttora le procedure di adeguamento in corso (169), specificando che in tale categoria sono ricompresi anche quei Comuni che hanno portato a termine un adeguamento parziale, rispetto alla propria estensione territoriale (12).

Figura 1. Stato di adeguamento al PAI nei Comuni piemontesi
Figura 2. Numero di comuni adeguati al PAI, suddivisi per provincia
Figura 3. Percentuale di comuni adeguati al PAI, suddivisi per provincia

Considerato che non tutti i comuni hanno adeguato il proprio strumento urbanistico al PAI, per colmare la mancanza di informazioni derivanti da un quadro del dissesto non completo, la Regione Piemonte ha provveduto ad elaborare specifici criteri, approvati con la DGR n. 25-7286 del 30 luglio 2018 “Disposizioni regionali riguardanti l'attuazione del Piano di Gestione Rischio Alluvioni (PGRA) nel settore urbanistico, le attività per i comuni non ancora adeguati al PAI e l'aggiornamento del quadro del dissesto a seguito di eventi calamitosi”, in base ai quali gli uffici regionali possono predisporre le carte del dissesto dei comuni non ancora adeguati al PAI, propedeutiche alla redazione delle necessarie varianti agli strumenti urbanistici.

A partire dal 2020, sono state predisposte le cartografie del dissesto riguardanti 95 comuni che hanno portato ad aggiornare l’elaborato 2 del PAI con decreto dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po n. 62/2024 del 26 agosto 2024. 

La DGR n. 25-7286 stabilisce che il quadro del dissesto individuato  dagli uffici regionali debba avere una ricaduta sulle disposizioni urbanistico-edilizie dei comuni inadempienti attraverso l'aggiornamento dell'Elaborato 2 del PAI (quadro dei dissesti), così da rendere cogenti i vincoli derivanti dall'applicazione dell'art. 9 delle Norme di Attuazione (NA) dello stesso PAI.
Fino all'aggiornamento dell'Elaborato 2 del PAI o all’adozione della variante di adeguamento al PAI del Piano Regolatore Generale (PRG), alle stesse aree vengono applicati i provvedimenti cautelari previsti dall’art. 9 bis della legge urbanistica regionale n. 56/1977 (LUR), che prevedono limitazioni all’uso del territorio.

Per i comuni non ancora adeguati al PAI, per le aree in dissesto individuate dal Piano per l'Assetto Idrogeologico e per quelle individuate nelle mappe di pericolosità del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni, valgono comunque le disposizioni dell’art. 9 delle NA.

Contestualmente all’applicazione dei provvedimenti cautelari, si è avviato il percorso di aggiornamento dell’Elaborato 2 del PAI, secondo le procedure definite dal D.lgs n. 152/2006, al fine di aggiornare la cartografia sulla scorta delle perimetrazioni dei dissesti oggetto dei provvedimenti cautelari, integrate con le perimetrazioni dei processi e degli effetti degli ultimi eventi alluvionali.

Nel corso del 2024 le attività sono proseguite con la predisposizione del quadro del dissesto dei 19 comuni facenti parte dell'ex Comunità Montana Val Curone, Grue e Ossona ai fini dell'aggiornamento dell'elaborato 2 del PAI e, nelle more di tale aggiornamento, dell'applicazione dei provvedimenti cautelari previsti dall'art. 9 bis della LUR.

I 19 comuni interessati sono i seguenti: Avolasca, Berzano di Tortona, Brignano Frascata, Casasco, Castellania Coppi, Cerreto Grue, Costa Vescovato, Dernice, Fabbrica Curone, Garbagna, Gremiasco, Momperone, Monleale, Montacuto, Montegioco, Montemarzino, Pozzol Groppo, San Sebastiano Curone, Volpeglino.

Nella prima metà del 2024 è stato predisposto il quadro del dissesto dei singoli comuni e sono state predisposte le relazioni di accompagnamento e le norme da applicare ai dissesti durante la vigenza dei provvedimenti cautelari previsti dall’art. 9 bis della LUR.

A fine anno è stato avviato il procedimento per l'applicazione dei provvedimenti cautelari previsti dall’art. 9 bis della LUR che sono stati formalmente applicati nel mese di aprile 2025 con apposite deliberazioni della Giunta regionale.

Processo di acquisizione ed elaborazione dati, finalizzato alla digitalizzazione delle cartografie di sintesi dell’idoneità geologica all’utilizzo urbanistico dei piani regolatori comunali, anche a supporto del progetto "Scheda del territorio"

Durante il 2024 è proseguito il lavoro di raccolta dei dati derivanti dalle carte di sintesi della pericolosità geomorfologica presenti nei piani regolatori comunali e redatte in accordo con quanto previsto dalla circolare 7/LAP del 1996. Tale progetto, iniziato nel 2022, vede il settore Geologico lavorare in collaborazione con i tecnici del CSI Piemonte ed è finalizzato a rendere fruibili ai soggetti interessati questa tipologia di dati urbanistici. Il servizio è accessibile al pubblico attraverso il sito Geoportale Piemonte ed il servizio online Scheda del territorio. Al momento sono state caricate le carte di sintesi di 642 comuni, di cui 55 acquisite nell’arco dell’anno, concentrandosi sull’area della Città Metropolitana di Torino che attualmente vede trasposto il 78,5% dei suoi comuni. Altre 239 cartografie sono già state inviate a CSI nell’anno precedente e sono in attesa di essere digitalizzate. I Comuni che risultano non idonei alla trasposizione, non avendo iniziato o portato a termine la procedura di adeguamento al PAI, si sono ridotti da 228 a 224 nel 2024. Molti di questi sono stati oggetto di provvedimenti cautelari ai sensi dell’articolo 9 bis della LR 56/77 e s.m.i..

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Al fine di poter disciplinare le azioni riguardanti la difesa idrogeologica del territorio, la Regione Piemonte deve poter disporre di una conoscenza aggiornata delle situazioni di dissesto.
Uno strumento utile al raggiungimento di tale scopo è rappresentato dagli strumenti urbanistici comunali, che contengono gli studi geologici relativi al quadro del dissesto redatti alla scala locale e che forniscono indicazioni circa la pericolosità geologica e la relativa idoneità all’utilizzo urbanistico del territorio.

Il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), approvato nel 2001, obbliga i comuni ad effettuare, attraverso la revisione dei propri strumenti urbanistici, la verifica delle effettive situazioni di dissesto e di rischio idraulico ed idrogeologico presenti sul territorio rispetto a quelle individuate dal Piano. A più di 23 anni dall’entrata in vigore del PAI, buona parte dei comuni piemontesi (949) ha adeguato il proprio strumento urbanistico al PAI: in tale computo sono stati inseriti i Comuni che hanno portato a termine la procedura urbanistica di adeguamento al PAI e quelli che sono stati esonerati, con Delibere di Giunta regionale nei primi anni 2000, da tale adempimento perché già dotati di uno studio idrogeologico ritenuto, all’epoca dell’esonero, soddisfacente i criteri della Circolare P.G.R. dell'8 maggio 1996 n. 7/lap. I restanti Comuni piemontesi possono ancora essere suddivisi tra quelli non hanno ancora mai proceduto alle necessarie verifiche (62) e quanti hanno tuttora le procedure di adeguamento in corso (169), specificando che in tale categoria sono ricompresi anche quei Comuni che hanno portato a termine un adeguamento parziale, rispetto alla propria estensione territoriale (12).

Figura 1. Stato di adeguamento al PAI nei Comuni piemontesi
Figura 2. Numero di comuni adeguati al PAI, suddivisi per provincia
Figura 3. Percentuale di comuni adeguati al PAI, suddivisi per provincia

Considerato che non tutti i comuni hanno adeguato il proprio strumento urbanistico al PAI, per colmare la mancanza di informazioni derivanti da un quadro del dissesto non completo, la Regione Piemonte ha provveduto ad elaborare specifici criteri, approvati con la DGR n. 25-7286 del 30 luglio 2018 “Disposizioni regionali riguardanti l'attuazione del Piano di Gestione Rischio Alluvioni (PGRA) nel settore urbanistico, le attività per i comuni non ancora adeguati al PAI e l'aggiornamento del quadro del dissesto a seguito di eventi calamitosi”, in base ai quali gli uffici regionali possono predisporre le carte del dissesto dei comuni non ancora adeguati al PAI, propedeutiche alla redazione delle necessarie varianti agli strumenti urbanistici.

A partire dal 2020, sono state predisposte le cartografie del dissesto riguardanti 95 comuni che hanno portato ad aggiornare l’elaborato 2 del PAI con decreto dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po n. 62/2024 del 26 agosto 2024. 

La DGR n. 25-7286 stabilisce che il quadro del dissesto individuato  dagli uffici regionali debba avere una ricaduta sulle disposizioni urbanistico-edilizie dei comuni inadempienti attraverso l'aggiornamento dell'Elaborato 2 del PAI (quadro dei dissesti), così da rendere cogenti i vincoli derivanti dall'applicazione dell'art. 9 delle Norme di Attuazione (NA) dello stesso PAI.
Fino all'aggiornamento dell'Elaborato 2 del PAI o all’adozione della variante di adeguamento al PAI del Piano Regolatore Generale (PRG), alle stesse aree vengono applicati i provvedimenti cautelari previsti dall’art. 9 bis della legge urbanistica regionale n. 56/1977 (LUR), che prevedono limitazioni all’uso del territorio.

Per i comuni non ancora adeguati al PAI, per le aree in dissesto individuate dal Piano per l'Assetto Idrogeologico e per quelle individuate nelle mappe di pericolosità del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni, valgono comunque le disposizioni dell’art. 9 delle NA.

Contestualmente all’applicazione dei provvedimenti cautelari, si è avviato il percorso di aggiornamento dell’Elaborato 2 del PAI, secondo le procedure definite dal D.lgs n. 152/2006, al fine di aggiornare la cartografia sulla scorta delle perimetrazioni dei dissesti oggetto dei provvedimenti cautelari, integrate con le perimetrazioni dei processi e degli effetti degli ultimi eventi alluvionali.

Nel corso del 2024 le attività sono proseguite con la predisposizione del quadro del dissesto dei 19 comuni facenti parte dell'ex Comunità Montana Val Curone, Grue e Ossona ai fini dell'aggiornamento dell'elaborato 2 del PAI e, nelle more di tale aggiornamento, dell'applicazione dei provvedimenti cautelari previsti dall'art. 9 bis della LUR.

I 19 comuni interessati sono i seguenti: Avolasca, Berzano di Tortona, Brignano Frascata, Casasco, Castellania Coppi, Cerreto Grue, Costa Vescovato, Dernice, Fabbrica Curone, Garbagna, Gremiasco, Momperone, Monleale, Montacuto, Montegioco, Montemarzino, Pozzol Groppo, San Sebastiano Curone, Volpeglino.

Nella prima metà del 2024 è stato predisposto il quadro del dissesto dei singoli comuni e sono state predisposte le relazioni di accompagnamento e le norme da applicare ai dissesti durante la vigenza dei provvedimenti cautelari previsti dall’art. 9 bis della LUR.

A fine anno è stato avviato il procedimento per l'applicazione dei provvedimenti cautelari previsti dall’art. 9 bis della LUR che sono stati formalmente applicati nel mese di aprile 2025 con apposite deliberazioni della Giunta regionale.

Processo di acquisizione ed elaborazione dati, finalizzato alla digitalizzazione delle cartografie di sintesi dell’idoneità geologica all’utilizzo urbanistico dei piani regolatori comunali, anche a supporto del progetto "Scheda del territorio"

Durante il 2024 è proseguito il lavoro di raccolta dei dati derivanti dalle carte di sintesi della pericolosità geomorfologica presenti nei piani regolatori comunali e redatte in accordo con quanto previsto dalla circolare 7/LAP del 1996. Tale progetto, iniziato nel 2022, vede il settore Geologico lavorare in collaborazione con i tecnici del CSI Piemonte ed è finalizzato a rendere fruibili ai soggetti interessati questa tipologia di dati urbanistici. Il servizio è accessibile al pubblico attraverso il sito Geoportale Piemonte ed il servizio online Scheda del territorio. Al momento sono state caricate le carte di sintesi di 642 comuni, di cui 55 acquisite nell’arco dell’anno, concentrandosi sull’area della Città Metropolitana di Torino che attualmente vede trasposto il 78,5% dei suoi comuni. Altre 239 cartografie sono già state inviate a CSI nell’anno precedente e sono in attesa di essere digitalizzate. I Comuni che risultano non idonei alla trasposizione, non avendo iniziato o portato a termine la procedura di adeguamento al PAI, si sono ridotti da 228 a 224 nel 2024. Molti di questi sono stati oggetto di provvedimenti cautelari ai sensi dell’articolo 9 bis della LR 56/77 e s.m.i..

Anno
2025

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Anno
2025

Il PNRR - in Italia - illustra gli investimenti e le riforme che il Paese intende mettere in campo con il sostegno del Dispositivo di Ripresa e Resilienza, strutturati in un pacchetto completo e coerente di misure che si sviluppa intorno a tre assi strategici - digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale - e si declina in sei Missioni:

  • Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
  • Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica;
  • Missione 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  • Missione 4 – Istruzione e ricerca;
  • Missione 5 – Coesione e inclusione;
  • Missione 6 – Salute.

Le sei Missioni condividono tre Priorità trasversali: il contrasto alle discriminazioni di genere, l’accrescimento delle competenze, delle capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani ed il riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Mezzogiorno. Ogni Missione si articola ulteriormente in Componenti, ciascuna delle quali aggrega riforme ed investimenti riconducibili al medesimo settore d’intervento, costituendo un pacchetto coerente di misure complementari.

L’Italia si colloca tra gli Stati membri che più beneficeranno del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, con un finanziamento di 191,5 miliardi di euro, tra sovvenzioni e prestiti.

Regione Piemonte esercita diretta competenza su centinaia di progetti come soggetto attuatore o con ruolo di coordinamento e verifica in sede di rendicontazione dei progetti.

Sul web è disponibile un    portale aggiornato dedicato allo stato di avanzamento del PNRR in Piemonte.

Stato del Documento
Gruppo di Redazione

PNRR - Tutela del territorio e della risorsa idrica

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha destinato, alla Componente 4 della Missione 2 – Tutela del territorio e della risorsa idrica, un ammontare complessivo di 15,06 miliardi di euro. In particolare, sono stati assegnati all’Investimento 2.1 – Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico un totale di 2,49 miliardi di euro con l’obiettivo di portare in sicurezza 1,5 milioni di persone a rischio. L’investimento 2.1 riguarda misure a favore delle aree colpite da calamità, a cui sono destinati 1,2 miliardi di euro per il ripristino delle infrastrutture danneggiate e per la riduzione del rischio residuo, con interventi selezionati sulla base di piani di investimento elaborati a livello locale e successivamente approvati dal Dipartimento della Protezione Civile entro la fine del 2021.

La Regione Piemonte ha proposto 22 “macro-interventi” attingendo dai quadri dei fabbisogni relativi agli eventi alluvionali nei quali i Settori tecnici territoriali hanno individuato la massima priorità. Gli interventi selezionati si riferiscono nello specifico ai seguenti eventi alluvionali:
   • eventi meteorologici del 19-22 ottobre 2019 – DCM del 14 novembre 2019 e eventi meteorologici del 21-25 novembre 2019 – DCM del 2 dicembre 2019;
   • eventi meteorologici del 2-3 ottobre 2020 – DCM del 22 ottobre 2020.

I macro-interventi relativi ad entrambi gli eventi alluvionali sono stati concepiti per comprendere:

  • a) interventi volti al ripristino della funzionalità delle infrastrutture e degli impianti delle condutture idriche e fognarie, delle comunicazioni, dei trasporti nell'ottica della riduzione del consumo di suolo e nel rispetto della sostenibilità ambientale;
  • b) interventi di contrasto dei cambiamenti climatici lungo le aste dei corsi d’acqua principali e loro affluenti, di mitigazione dei rischi di allagamento, di effetti della dinamica fluvio-torrentizia e dell'erosione dei suoli.

I macro-interventi della categoria a) riguardano le frane che hanno coinvolto la viabilità e le fognature e sono stati ripartiti su aree territoriali provinciali, mentre quelli della categoria b),  che riguardano invece le opere lungo i corsi d’acqua, sono stati ripartiti su bacini idrografici.

Il Dipartimento della Protezione Civile ha approvato l’elenco dettagliato dei nuovi progetti del Piemonte per un importo complessivo pari a € 59.308.773,06.

 

Nel corso del 2024 la Regione Piemonte ha curato:

l'attivazione di un servizio di assistenza in favore dei Soggetti Attuatori (Comuni, Province e AIPo) per la compilazione delle check-list e DSAN (v. Modulistica), atte a verificare per ogni fase di avanzamento del progetto diversi aspetti legati alla regolarità della spesa, all'assenza di doppi finanziamenti, all'assenza del conflitto di interessi, alla titolarità effettiva, alla parità di genere, ai target e milestone del progetto e al rispetto del principio del DNSH (Do No Significant Harm), ovvero del “non arrecare un danno significativo” all’ambiente;
 

l'approvazione delle modalità di rendicontazione e la redazione di indicazioni operative per il rispetto del principio del DNSH diffuso capillarmente a tutti i soggetti attuatori e ai professionisti incaricati per la redazione dei progetti.

In materia DNSH, i temi attenzionati sono: la valutazione del rischio alluvioni attraverso le pianificazioni territoriali esistenti; il rispetto del principio dell'economia circolare con l'applicazione delle 5 R "ridurre, riutilizzare, riciclare, recuperare, rigenerare" i materiali presenti in cantiere;  la protezione e il ripristino della biodiversità attraverso lo studio biologico e naturalistico dell'impatto delle opere sulle specie protette ove presenti. Per gli interventi che prevedono scavi, è stato affrontato il tema delle terre e rocce da scavo con la loro caratterizzazione e il possibile riutilizzo per il cantiere medesimo o per altri cantieri. Ai progettisti è stato richiesto di prestare particolare attenzione alla cantierizzazione dell'opera limitando l'utilizzo di acqua e pensando al suo riutilizzo nelle lavorazioni di cantiere e ai mezzi d'opera. Inoltre, i progetti di maggior impatto economico situati lungo i corsi d'acqua sono stati soggetti a verifica di assoggettabilità di VIA, al fine di indagare eventuali effetti negativi sull'ecosistema. È stato anche verificato che i progetti non ricadessero in aree di particolare pregio naturalistico/ambientale (Natura 2000, Parchi, Iba, aree Sic e ZSC).

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha destinato, alla Componente 4 della Missione 2 – Tutela del territorio e della risorsa idrica, un ammontare complessivo di 15,06 miliardi di euro. In particolare, sono stati assegnati all’Investimento 2.1 – Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico un totale di 2,49 miliardi di euro con l’obiettivo di portare in sicurezza 1,5 milioni di persone a rischio. L’investimento 2.1 riguarda misure a favore delle aree colpite da calamità, a cui sono destinati 1,2 miliardi di euro per il ripristino delle infrastrutture danneggiate e per la riduzione del rischio residuo, con interventi selezionati sulla base di piani di investimento elaborati a livello locale e successivamente approvati dal Dipartimento della Protezione Civile entro la fine del 2021.

La Regione Piemonte ha proposto 22 “macro-interventi” attingendo dai quadri dei fabbisogni relativi agli eventi alluvionali nei quali i Settori tecnici territoriali hanno individuato la massima priorità. Gli interventi selezionati si riferiscono nello specifico ai seguenti eventi alluvionali:
   • eventi meteorologici del 19-22 ottobre 2019 – DCM del 14 novembre 2019 e eventi meteorologici del 21-25 novembre 2019 – DCM del 2 dicembre 2019;
   • eventi meteorologici del 2-3 ottobre 2020 – DCM del 22 ottobre 2020.

I macro-interventi relativi ad entrambi gli eventi alluvionali sono stati concepiti per comprendere:

  • a) interventi volti al ripristino della funzionalità delle infrastrutture e degli impianti delle condutture idriche e fognarie, delle comunicazioni, dei trasporti nell'ottica della riduzione del consumo di suolo e nel rispetto della sostenibilità ambientale;
  • b) interventi di contrasto dei cambiamenti climatici lungo le aste dei corsi d’acqua principali e loro affluenti, di mitigazione dei rischi di allagamento, di effetti della dinamica fluvio-torrentizia e dell'erosione dei suoli.

I macro-interventi della categoria a) riguardano le frane che hanno coinvolto la viabilità e le fognature e sono stati ripartiti su aree territoriali provinciali, mentre quelli della categoria b),  che riguardano invece le opere lungo i corsi d’acqua, sono stati ripartiti su bacini idrografici.

Il Dipartimento della Protezione Civile ha approvato l’elenco dettagliato dei nuovi progetti del Piemonte per un importo complessivo pari a € 59.308.773,06.

 

Nel corso del 2024 la Regione Piemonte ha curato:

l'attivazione di un servizio di assistenza in favore dei Soggetti Attuatori (Comuni, Province e AIPo) per la compilazione delle check-list e DSAN (v. Modulistica), atte a verificare per ogni fase di avanzamento del progetto diversi aspetti legati alla regolarità della spesa, all'assenza di doppi finanziamenti, all'assenza del conflitto di interessi, alla titolarità effettiva, alla parità di genere, ai target e milestone del progetto e al rispetto del principio del DNSH (Do No Significant Harm), ovvero del “non arrecare un danno significativo” all’ambiente;
 

l'approvazione delle modalità di rendicontazione e la redazione di indicazioni operative per il rispetto del principio del DNSH diffuso capillarmente a tutti i soggetti attuatori e ai professionisti incaricati per la redazione dei progetti.

In materia DNSH, i temi attenzionati sono: la valutazione del rischio alluvioni attraverso le pianificazioni territoriali esistenti; il rispetto del principio dell'economia circolare con l'applicazione delle 5 R "ridurre, riutilizzare, riciclare, recuperare, rigenerare" i materiali presenti in cantiere;  la protezione e il ripristino della biodiversità attraverso lo studio biologico e naturalistico dell'impatto delle opere sulle specie protette ove presenti. Per gli interventi che prevedono scavi, è stato affrontato il tema delle terre e rocce da scavo con la loro caratterizzazione e il possibile riutilizzo per il cantiere medesimo o per altri cantieri. Ai progettisti è stato richiesto di prestare particolare attenzione alla cantierizzazione dell'opera limitando l'utilizzo di acqua e pensando al suo riutilizzo nelle lavorazioni di cantiere e ai mezzi d'opera. Inoltre, i progetti di maggior impatto economico situati lungo i corsi d'acqua sono stati soggetti a verifica di assoggettabilità di VIA, al fine di indagare eventuali effetti negativi sull'ecosistema. È stato anche verificato che i progetti non ricadessero in aree di particolare pregio naturalistico/ambientale (Natura 2000, Parchi, Iba, aree Sic e ZSC).

Anno
2025

Pronto intervento e fondi alluvionali

La Regione Piemonte, al verificarsi di un evento calamitoso, a seconda della gravità e dell'estensione del territorio coinvolto, può:

Per far fronte alle richieste di pronto intervento e ripristino formulate dagli Enti locali, i Settori Tecnici regionali si mobilitano accertando i danni tramite appositi sopralluoghi, verificandone la rispondenza con i disposti di legge, valutandone l'entità del rischio associato e quantificando l'impegno economico necessario per intervenire sul territorio.

I dati raccolti vengono caricati nel Sistema Informativo di Gestione Emergenze e Territorio (EMETER), un sistema WebGis che favorisce lo scambio di informazioni e migliora il coordinamento tra le istituzioni locali deputate alla salvaguardia e alla tutela del territorio. Questo strumento consente di raccogliere, aggiornare e gestire in modo integrato le informazioni relative alla componente alfanumerica e cartografica dei danni censiti. Il funzionario incaricato del censimento georiferisce il danno, lo associa all'evento calamitoso  (pioggia, grandine, movimento franoso, etc.), lo descrive (secondo le categorie di danno previste dalla nomenclatura "FloodCat"), indica la tipologia e la quantificazione economica dell’intervento ed individua il rischio associato (basso, medio e alto).

Per ogni danno è possibile associare più categorie di intervento: somma urgenza, urgente, definitivo.

Negli ultimi anni il censimento dei danni con EMETER è stato esteso anche alle Amministrazioni provinciali e ad AiPO (Agenzia interregionale per il fiume Po), con specifiche istruzioni per la compilazione dei campi.
Tutte le informazioni e i documenti contenuti in EMETER, compresi eventuali allegati fotografici e ordinanze di somma urgenza, possono essere scaricate attraverso la selezione dei dati con filtri di natura territoriale o temporale.
 

Disciplina e organizzazione degli interventi in dipendenza di calamità naturali (l.r. 38/1978)

Gli interventi finanziabili con la l.r. 38/1978 normalmente si riferiscono a danni puntuali.

Gli interventi vengono tipizzati secondo 3 categorie:

  • interventi di somma urgenza, realizzati entro poco tempo dall'accadimento dell'evento calamitoso;
  • interventi urgenti, di ripristino delle condizioni ex ante e di riduzione del rischio residuo;
  • interventi definitivi, di completamento degli interventi di ripristino.

Gli interventi sono inoltre classificati in base alla tipologia e seguono il seguente criterio di priorità:

  1. puntellamenti, demolizioni e sgomberi ed altri interventi a tutela della pubblica incolumità;
  2. ripristino delle strade comunali, provinciali e vicinali di uso pubblico, essenziali al collegamento degli abitanti ed al funzionamento di importanti attività produttive;
  3. ripristino di acquedotti pubblici, di fognature e di altre opere igieniche nonché interventi atti a prevenire incombenti situazioni di pericolo;
  4. lavori indispensabili ad assicurare la funzionalità delle opere idrauliche di competenza regionale, ove il mancato intervento pregiudichi la pubblica incolumità o la sicurezza di opere pubbliche;
  5. ripristino di edifici, opere ed impianti pubblici rientranti nella competenza regionale, ove ciò sia necessario per la salvaguardia della pubblica incolumità e per garantire la funzionalità dei servizi civili essenziali;
  6. costruzione, installazione e reperimento di ricoveri temporanei per le persone rimaste senza tetto a causa delle calamità;
  7. ripristino dell’agibilità essenziale dei porti lacuali;
  8. indagini, studi e progettazione preliminare inerenti agli interventi a tutela della pubblica incolumità.
     
Richiesta di Stato d'Emergenza - Decreto legislativo 1/2018

Al verificarsi di un evento alluvionale di particolare rilevanza e intensità, che coinvolga significativamente il territorio arrecando danno al patrimonio pubblico, privato, produttivo e agricolo, il Presidente della Regione può inoltrare al Presidente del Consiglio una richiesta per la dichiarazione dello stato di emergenza, supportata da un "rapporto di evento", redatto dai tecnici regionali con il supporto di Arpa Piemonte e di altri soggetti esterni (Province, AiPO, ANAS, CNR).

Il rapporto è destinato a documentare, in tempi rapidi, l’accaduto, delimitando il territorio coinvolto e fornendo una stima dell'entità dei danni e delle relative risorse finanziarie necessarie per i ripristini; non rappresenta sistematicamente tutte le situazioni di dissesto né riporta cartografie di dettaglio.

Sulla base dell’istruttoria e della relazione del Dipartimento della Protezione Civile che tiene conto delle risultanze dei sopralluoghi e del rapporto di evento, il Presidente del Consiglio può quindi dichiarare lo stato di emergenza, stabilendo un primo stanziamento delle risorse economiche e la durata.

Il Capo della Protezione Civile, previa intesa con la Regione, emana un’ordinanza con la quale nomina il Commissario delegato e fornisce le indicazioni operative per l’attuazione delle azioni e degli interventi necessari per il superamento dell’emergenza.

A fronte del censimento dei danni e della proposta degli interventi (tipologia e quantificazione economica) effettuati tramite EMETER, la Regione redige il quadro del fabbisogno, secondo i quattro ordini di urgenza:

  • spese per soccorso e assistenza alla popolazione;
  • interventi di somma urgenza: ripristino della funzionalità di servizi pubblici e infrastrutture di rete strategiche;
  • prime misure economiche di immediato sostegno ai privati e alle attività economiche e produttive;
  • interventi di riduzione del rischio residuo;
  • ripristino di strutture ed infrastrutture pubbliche e private.

Sulla base delle indicazioni del Dipartimento della Protezione Civile il piano degli interventi viene redatto anche per stralci e approvato con ordinanze commissariali.
 

 

Eventi alluvionali in Piemonte - 2024

Nel corso del 2024 si sono registrati i seguenti eventi:

  • Evento temporalesco del 29-30 giugno 2024
    Sono stati finanziati gli interventi ascrivibili alle lettere a) e b) del Decreto legislativo 1/2018 per far fronte all’autonoma sistemazione degli sfollati e l'assistenza alla popolazione e per il ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, attività di gestione dei rifiuti, delle macerie, del materiale vegetale o alluvionale o delle terre e rocce da scavo prodotti dagli eventi e misure volte a garantire la continuità amministrativa nei comuni e territori interessati, anche mediante interventi di natura temporanea. Con Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile (o.c.d.p.c. n. 1096 del 21/08/2024), sono state individuate le modalità di gestione dei materiali litoidi, vegetali e di risulta. Il materiale lapideo proveniente dai corsi d'acqua esondati nell'abitato di Macugnaga sono stati dapprima accatastati e poi recuperati previa caratterizzazione del materiale.
     
  • Evento temporalesco 4-5 settembre 2024
    Sono stati finanziati gli interventi ascrivibili alle lettere a) e b) del Decreto legislativo 1/2018 per far fronte al ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, attività di gestione dei rifiuti, delle macerie, del materiale vegetale o alluvionale o delle terre e rocce da scavo prodotti dagli eventi e misure volte a garantire la continuità amministrativa nei comuni e territori interessati, anche mediante interventi di natura temporanea. Con Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile (o.c.d.p.c. n. 1119 del 12/12/2024), sono state individuate le modalità di gestione dei materiali litoidi, vegetali e di risulta. Il materiale litoide è stato in parte riutilizzato per realizzare le opere di contenimento dei rio Gerardo in comune di Mattie e Bussoleno e in parte verrà riutilizzato nei comuni limitrofi per realizzare opere pubbliche.

Per entrambi gli eventi, la Regione ha contribuito al parziale ristoro dei danni alle vetture danneggiate o demolite.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

La Regione Piemonte, al verificarsi di un evento calamitoso, a seconda della gravità e dell'estensione del territorio coinvolto, può:

Per far fronte alle richieste di pronto intervento e ripristino formulate dagli Enti locali, i Settori Tecnici regionali si mobilitano accertando i danni tramite appositi sopralluoghi, verificandone la rispondenza con i disposti di legge, valutandone l'entità del rischio associato e quantificando l'impegno economico necessario per intervenire sul territorio.

I dati raccolti vengono caricati nel Sistema Informativo di Gestione Emergenze e Territorio (EMETER), un sistema WebGis che favorisce lo scambio di informazioni e migliora il coordinamento tra le istituzioni locali deputate alla salvaguardia e alla tutela del territorio. Questo strumento consente di raccogliere, aggiornare e gestire in modo integrato le informazioni relative alla componente alfanumerica e cartografica dei danni censiti. Il funzionario incaricato del censimento georiferisce il danno, lo associa all'evento calamitoso  (pioggia, grandine, movimento franoso, etc.), lo descrive (secondo le categorie di danno previste dalla nomenclatura "FloodCat"), indica la tipologia e la quantificazione economica dell’intervento ed individua il rischio associato (basso, medio e alto).

Per ogni danno è possibile associare più categorie di intervento: somma urgenza, urgente, definitivo.

Negli ultimi anni il censimento dei danni con EMETER è stato esteso anche alle Amministrazioni provinciali e ad AiPO (Agenzia interregionale per il fiume Po), con specifiche istruzioni per la compilazione dei campi.
Tutte le informazioni e i documenti contenuti in EMETER, compresi eventuali allegati fotografici e ordinanze di somma urgenza, possono essere scaricate attraverso la selezione dei dati con filtri di natura territoriale o temporale.
 

Disciplina e organizzazione degli interventi in dipendenza di calamità naturali (l.r. 38/1978)

Gli interventi finanziabili con la l.r. 38/1978 normalmente si riferiscono a danni puntuali.

Gli interventi vengono tipizzati secondo 3 categorie:

  • interventi di somma urgenza, realizzati entro poco tempo dall'accadimento dell'evento calamitoso;
  • interventi urgenti, di ripristino delle condizioni ex ante e di riduzione del rischio residuo;
  • interventi definitivi, di completamento degli interventi di ripristino.

Gli interventi sono inoltre classificati in base alla tipologia e seguono il seguente criterio di priorità:

  1. puntellamenti, demolizioni e sgomberi ed altri interventi a tutela della pubblica incolumità;
  2. ripristino delle strade comunali, provinciali e vicinali di uso pubblico, essenziali al collegamento degli abitanti ed al funzionamento di importanti attività produttive;
  3. ripristino di acquedotti pubblici, di fognature e di altre opere igieniche nonché interventi atti a prevenire incombenti situazioni di pericolo;
  4. lavori indispensabili ad assicurare la funzionalità delle opere idrauliche di competenza regionale, ove il mancato intervento pregiudichi la pubblica incolumità o la sicurezza di opere pubbliche;
  5. ripristino di edifici, opere ed impianti pubblici rientranti nella competenza regionale, ove ciò sia necessario per la salvaguardia della pubblica incolumità e per garantire la funzionalità dei servizi civili essenziali;
  6. costruzione, installazione e reperimento di ricoveri temporanei per le persone rimaste senza tetto a causa delle calamità;
  7. ripristino dell’agibilità essenziale dei porti lacuali;
  8. indagini, studi e progettazione preliminare inerenti agli interventi a tutela della pubblica incolumità.
     
Richiesta di Stato d'Emergenza - Decreto legislativo 1/2018

Al verificarsi di un evento alluvionale di particolare rilevanza e intensità, che coinvolga significativamente il territorio arrecando danno al patrimonio pubblico, privato, produttivo e agricolo, il Presidente della Regione può inoltrare al Presidente del Consiglio una richiesta per la dichiarazione dello stato di emergenza, supportata da un "rapporto di evento", redatto dai tecnici regionali con il supporto di Arpa Piemonte e di altri soggetti esterni (Province, AiPO, ANAS, CNR).

Il rapporto è destinato a documentare, in tempi rapidi, l’accaduto, delimitando il territorio coinvolto e fornendo una stima dell'entità dei danni e delle relative risorse finanziarie necessarie per i ripristini; non rappresenta sistematicamente tutte le situazioni di dissesto né riporta cartografie di dettaglio.

Sulla base dell’istruttoria e della relazione del Dipartimento della Protezione Civile che tiene conto delle risultanze dei sopralluoghi e del rapporto di evento, il Presidente del Consiglio può quindi dichiarare lo stato di emergenza, stabilendo un primo stanziamento delle risorse economiche e la durata.

Il Capo della Protezione Civile, previa intesa con la Regione, emana un’ordinanza con la quale nomina il Commissario delegato e fornisce le indicazioni operative per l’attuazione delle azioni e degli interventi necessari per il superamento dell’emergenza.

A fronte del censimento dei danni e della proposta degli interventi (tipologia e quantificazione economica) effettuati tramite EMETER, la Regione redige il quadro del fabbisogno, secondo i quattro ordini di urgenza:

  • spese per soccorso e assistenza alla popolazione;
  • interventi di somma urgenza: ripristino della funzionalità di servizi pubblici e infrastrutture di rete strategiche;
  • prime misure economiche di immediato sostegno ai privati e alle attività economiche e produttive;
  • interventi di riduzione del rischio residuo;
  • ripristino di strutture ed infrastrutture pubbliche e private.

Sulla base delle indicazioni del Dipartimento della Protezione Civile il piano degli interventi viene redatto anche per stralci e approvato con ordinanze commissariali.
 

 

Eventi alluvionali in Piemonte - 2024

Nel corso del 2024 si sono registrati i seguenti eventi:

  • Evento temporalesco del 29-30 giugno 2024
    Sono stati finanziati gli interventi ascrivibili alle lettere a) e b) del Decreto legislativo 1/2018 per far fronte all’autonoma sistemazione degli sfollati e l'assistenza alla popolazione e per il ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, attività di gestione dei rifiuti, delle macerie, del materiale vegetale o alluvionale o delle terre e rocce da scavo prodotti dagli eventi e misure volte a garantire la continuità amministrativa nei comuni e territori interessati, anche mediante interventi di natura temporanea. Con Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile (o.c.d.p.c. n. 1096 del 21/08/2024), sono state individuate le modalità di gestione dei materiali litoidi, vegetali e di risulta. Il materiale lapideo proveniente dai corsi d'acqua esondati nell'abitato di Macugnaga sono stati dapprima accatastati e poi recuperati previa caratterizzazione del materiale.
     
  • Evento temporalesco 4-5 settembre 2024
    Sono stati finanziati gli interventi ascrivibili alle lettere a) e b) del Decreto legislativo 1/2018 per far fronte al ripristino della funzionalità dei servizi pubblici e delle infrastrutture di reti strategiche, attività di gestione dei rifiuti, delle macerie, del materiale vegetale o alluvionale o delle terre e rocce da scavo prodotti dagli eventi e misure volte a garantire la continuità amministrativa nei comuni e territori interessati, anche mediante interventi di natura temporanea. Con Ordinanza del Capo del Dipartimento della Protezione Civile (o.c.d.p.c. n. 1119 del 12/12/2024), sono state individuate le modalità di gestione dei materiali litoidi, vegetali e di risulta. Il materiale litoide è stato in parte riutilizzato per realizzare le opere di contenimento dei rio Gerardo in comune di Mattie e Bussoleno e in parte verrà riutilizzato nei comuni limitrofi per realizzare opere pubbliche.

Per entrambi gli eventi, la Regione ha contribuito al parziale ristoro dei danni alle vetture danneggiate o demolite.

Anno
2025

Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (ReNDiS)

Il repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo (ReNDiS) è lo strumento tramite il quale le Regioni rendono disponibili al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), all’Autorità di Bacino competente per il territorio regionale e all’Ispra, le informazioni sui progetti di intervento di mitigazione che la Regione intende attuare con i fondi nazionali disponibili a tal fine.

Il DPCM 27 settembre 2021, introduce importanti novità come quella relativa all’attribuzione del punteggio dell’intervento che ora avviene a valle della valutazione a cura dell’Autorità di Distretto (con il precedente DPCM il punteggio veniva attribuito al momento della validazione regionale). Il Decreto fissa, inoltre, i termini per la valutazione da parte dell’Autorità di Distretto ed introduce la classificazione IFFI, o "FLOODCat", per gli interventi dovuti ad eventi calamitosi recenti; richiede una relazione di compatibilità con la pianificazione di bacino in cui siano illustrati gli effetti indotti dall’opera nel contesto fisico-ambientale di riferimento e come le opere previste nel progetto incidano sulla mitigazione o riduzione della pericolosità o del rischio idraulico e idrogeologico. Il DPCM ha introdotto infine la relazione circa l’interazione tra le opere proposte (o individuate) e i fenomeni di degrado degli ecosistemi fluviali e degli habitat riparali, al fine di impedire o minimizzare il deterioramento dei corpi idrici come riportato all’art. 4 della Direttiva Acque (DIR/2000/60/CE).

I principali criteri che sono alla base della formazione della graduatoria sono il numero delle persone esposte al rischio diretto, i beni esposti a rischio grave, la riduzione del numero di persone a rischio a seguito della realizzazione dell’intervento.

Programmazione attivata

Nel corso del 2023 è stata avviata dal MASE la procedura per la definizione della programmazione 2023 di interventi di carattere preventivo a valere sui fondi del Ministero; la Regione, secondo le linee programmatiche comunicate dal Ministero, ha proposto 7 nuovi interventi per complessivi 12,8 M€ così suddivisi:

  • 3,2 M€ per realizzare 2 interventi con caratteristiche "win-win";
  • 9,6 M€ per 5 interventi contro il dissesto idrogeologico. Di questi, 2 interventi sono finalizzati al contenimento delle piene e 3 sono volti alla riduzione del dissesto idrogeologico.

A completamento della programmazione Ministeriale sono state inoltre proposte 6 integrazioni a finanziamenti già accordati, per complessivi 2,6M€. 

La Regione Piemonte con propri fondi ha avviato n. 91 interventi di manutenzione idraulica dei corsi d’acqua del reticolo idrografico minore di competenza regionale per un importo complessivo di 3 M€ che si vanno ad aggiungere alla programmazione di analoga finalità avviata nel 2021. Gli interventi sono finalizzati al ripristino dell’officiosità idraulica dei corsi d’acqua in specifici punti.

Progetto win-win del torrente Pellice

Finanziato con fondi ministeriali nell’ambito della Piattaforma Rendis web, che ha il duplice obiettivo di rispondere alla Direttiva Alluvioni e alla Direttiva Acque, nell’anno 2023 il progetto Win-Win Pellice ha visto la conclusione dei 9 interventi previsti. Alcuni di questi ha subito dei lievi danni a fronte dell’evento del maggio 2023.

Inoltre, è stata avviata l’attività di coinvolgimento del territorio sulle tematiche della riqualificazione fluviale che prevede:

  • corso di formazione per insegnanti degli istituti attinenti la materia,
  • serate divulgative locali,
  • giornata di formazione per gli ordini professionali,
  • escursioni sul Pellice e sul Po finalizzate a illustrare il tipo di intervento.
     
Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Il repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo (ReNDiS) è lo strumento tramite il quale le Regioni rendono disponibili al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), all’Autorità di Bacino competente per il territorio regionale e all’Ispra, le informazioni sui progetti di intervento di mitigazione che la Regione intende attuare con i fondi nazionali disponibili a tal fine.

Il DPCM 27 settembre 2021, introduce importanti novità come quella relativa all’attribuzione del punteggio dell’intervento che ora avviene a valle della valutazione a cura dell’Autorità di Distretto (con il precedente DPCM il punteggio veniva attribuito al momento della validazione regionale). Il Decreto fissa, inoltre, i termini per la valutazione da parte dell’Autorità di Distretto ed introduce la classificazione IFFI, o "FLOODCat", per gli interventi dovuti ad eventi calamitosi recenti; richiede una relazione di compatibilità con la pianificazione di bacino in cui siano illustrati gli effetti indotti dall’opera nel contesto fisico-ambientale di riferimento e come le opere previste nel progetto incidano sulla mitigazione o riduzione della pericolosità o del rischio idraulico e idrogeologico. Il DPCM ha introdotto infine la relazione circa l’interazione tra le opere proposte (o individuate) e i fenomeni di degrado degli ecosistemi fluviali e degli habitat riparali, al fine di impedire o minimizzare il deterioramento dei corpi idrici come riportato all’art. 4 della Direttiva Acque (DIR/2000/60/CE).

I principali criteri che sono alla base della formazione della graduatoria sono il numero delle persone esposte al rischio diretto, i beni esposti a rischio grave, la riduzione del numero di persone a rischio a seguito della realizzazione dell’intervento.

Programmazione attivata

Nel corso del 2023 è stata avviata dal MASE la procedura per la definizione della programmazione 2023 di interventi di carattere preventivo a valere sui fondi del Ministero; la Regione, secondo le linee programmatiche comunicate dal Ministero, ha proposto 7 nuovi interventi per complessivi 12,8 M€ così suddivisi:

  • 3,2 M€ per realizzare 2 interventi con caratteristiche "win-win";
  • 9,6 M€ per 5 interventi contro il dissesto idrogeologico. Di questi, 2 interventi sono finalizzati al contenimento delle piene e 3 sono volti alla riduzione del dissesto idrogeologico.

A completamento della programmazione Ministeriale sono state inoltre proposte 6 integrazioni a finanziamenti già accordati, per complessivi 2,6M€. 

La Regione Piemonte con propri fondi ha avviato n. 91 interventi di manutenzione idraulica dei corsi d’acqua del reticolo idrografico minore di competenza regionale per un importo complessivo di 3 M€ che si vanno ad aggiungere alla programmazione di analoga finalità avviata nel 2021. Gli interventi sono finalizzati al ripristino dell’officiosità idraulica dei corsi d’acqua in specifici punti.

Progetto win-win del torrente Pellice

Finanziato con fondi ministeriali nell’ambito della Piattaforma Rendis web, che ha il duplice obiettivo di rispondere alla Direttiva Alluvioni e alla Direttiva Acque, nell’anno 2023 il progetto Win-Win Pellice ha visto la conclusione dei 9 interventi previsti. Alcuni di questi ha subito dei lievi danni a fronte dell’evento del maggio 2023.

Inoltre, è stata avviata l’attività di coinvolgimento del territorio sulle tematiche della riqualificazione fluviale che prevede:

  • corso di formazione per insegnanti degli istituti attinenti la materia,
  • serate divulgative locali,
  • giornata di formazione per gli ordini professionali,
  • escursioni sul Pellice e sul Po finalizzate a illustrare il tipo di intervento.
     
Anno
2025

Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA)

Anno
2025

La pianificazione di bacino costituisce il riferimento principale per quanto riguarda il tema del dissesto idrogeologico. I dati relativi al dissesto idrogeologico piemontese sono contenuti principalmente nei piani di bacino, livello di pianificazione previsto dalla legge quadro sulla Difesa del suolo (183/1989), oggi sostituita dal (e confluita nel) D.lgs. 152/2006, III parte. 

La legge 183 pose le basi per la costituzione delle "Autorità di bacino", dapprima di ambito territoriale nazionale o regionale, oggi sostituite dalle Autorità di Bacino Distrettuale.

Il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA), previsto dalla Direttiva europea 2007/60 CE "Alluvioni" e approvato con DPCM 27 ottobre 2016,  si sviluppa attraverso la redazione delle Mappe di pericolosità e di rischio. Le mappe di pericolosità individuano scenari con diversi gradi di pericolosità (L – P1, M – P2, H – P3), mentre le mappe del rischio evidenziano diversi gradi di rischio da R1 a R4 sulla base dei beni, delle persone  e delle infrastrutture esposte e vulnerabili. Inoltre il PGRA evidenzia aree a rischio potenziale significativo (APSFR) alle quali sono associate specifiche Misure previste per il raggiungimento dei 5 obiettivi posti dalla Direttiva Alluvioni. Tra le misure non strutturali ai fini della prevenzione delle situazioni di rischio, vi è quella di associare alle aree allagabili a differente pericolosità, una idonea normativa d'uso, coerente con quella già presente nelle Norme di Attuazione del Piano per l'Assetto idrogeologico del fiume Po (PAI); 

È ad oggi in corso il III Ciclo di pianificazione, che terminerà nel 2027.

L’individuazione della pericolosità, del rischio, dei dissesti e delle misure su citate hanno rilevanza per la programmazione degli interventi di sistemazione idrogeologica nell’ambito della piattaforma ministeriale Rendis – Repertorio nazionale degli interventi di difesa del suolo.

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Difesa del suolo

Strategia Regionale per i Cambiamenti Climatici (SRCC)

Anno
2025

La Strategia regionale sul Cambiamento climatico (SRCC), in attuazione della Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile (SRSvS), è costruita come uno strumento di orientamento delle diverse politiche regionali che, ciascuna con le proprie specificità, devono contribuire alla mitigazione e all’adattamento ai nuovi scenari che il nostro territorio affronta e affronterà per via del cambiamento climatico: dalla sanità alla pianificazione del territorio, dall’agricoltura ai trasporti, dalla qualità dell’aria alla gestione della risorsa acqua, etc.

La finalità della Strategia Regionale sul Cambiamento Climatico è quella di indirizzare l’azione amministrativa e politica regionale per contrastare il cambiamento climatico e far fronte alle sue conseguenze, minimizzando gli effetti negativi e, ove possibile, sfruttarne le opportunità.

La Regione persegue, infatti, l’obiettivo del contenimento del cambiamento climatico, sia attraverso la diminuzione delle emissioni di gas climalteranti, sia tramite il sequestro del carbonio (mitigazione) e dell’incremento della resilienza dall’altra, per aumentare la capacità adattativa, ridurre la vulnerabilità e diminuire l’esposizione delle persone, dei beni e del capitale naturale al rischio climatico (adattamento).

Il Documento di indirizzo - Verso la Strategia regionale sul Cambiamento Climatico ha fornito i primi indirizzi per la stesura della SRCC, definendo scopo, struttura, finalità e obiettivi del documento che sancirà in modo inequivocabile l’impegno del Piemonte nel contrasto al cambiamento climatico, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica al 2050 come indicato dalla Commissione Europea. 


 

Il primo stralcio della SRCC è denominato Strategia regionale sul Cambiamento Climatico - 1° STRALCIO ed è articolato secondo le seguenti componenti:

  • la conoscenza oggi e in futuro del cambiamento climatico in Piemonte
  • la metodologia per la definizione delle Misure Tematiche territorializzate
  • la salvaguardia del capitale naturale e le sue funzioni ecosistemiche
  • gli strumenti per la corretta gestione ambientale ed energetica di sistemi, organizzazioni e territori – Carbon Footprint.

L’elaborazione della metodologia per la definizione delle Misure Tematiche e la Salvaguardia del capitale naturale e le sue funzioni ecosistemiche costituiscono il risultato della Borsa di Ricerca per i giovani Talenti (Bando “Talenti della società civile 2019” sostenuto dalla Fondazione Giovanni Goria di Asti) “Conoscenze e ricadute ambientali del cambiamento climatico in Piemonte per la costruzione della Strategia regionale”.

Informazioni e risorse aggiuntive

Deliberazione della Giunta Regionale 3 luglio 2017, n. 24-5295 Disposizioni per la predisposizione e la realizzazione della Strategia Regionale sui Cambiamenti Climatici quale attuazione della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile di cui alla deliberazione CIPE n. 57/2002 e all'articolo 3, comma 2 della legge 221/2015. 

Deliberazione della Giunta Regionale 27 novembre 2020, n. 66-2411Schema di Deliberazione comunale per l’adesione al Patto dei Sindaci – Europa. PAES congiunto (impegno collettivo)

Deliberazione della Giunta Regionale 18 febbraio 2022, n. 23-4671 L. 221/2015. D.G.R. 24-5295 del 3 luglio 2017. Strategia regionale sul Cambiamento Climatico. Approvazione Primo stralcio e disposizioni sull'elaborazione delle politiche regionali. 

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/cambiamento-climatico

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Clima/Energia

Classificazione dei corpi idrici sotterranei nel sessennio 2014-2019

Anno
2025

Lo Stato Chimico (SC) del sessennio di monitoraggio viene definito sulla base della valutazione dei risultati annuali. Nel caso in cui nel periodo osservato si sia verificata un’oscillazione del giudizio di stato, viene considerato lo stato prevalente (4 su 6), secondo un metodo comune definito a livello di Autorità di Distretto del Po.  

Nel sessennio 2014-2019 la classificazione dei corpi idrici afferenti alla falda superficiale, ha presentato situazioni piuttosto eterogenee, alcuni corpi idrici sotterranei hanno mantenuto la stessa classe di stato chimico per i sei anni mentre altri hanno avuto una oscillazione della classe di stato chimico nel corso del sessennio.

In particolare, alcuni corpi idrici sotterranei sono stati caratterizzato da un primo triennio 2014-2016 in stato chimico Scarso, cui è seguito un secondo triennio 2017-2019 in stato chimico Buono.

Questo passaggio può essere dovuto a diverse cause, anche concomitanti, fra le quali occorre sottolineare la variazione nel metodo di determinazione dello Stato Chimico. 

Infatti, nel 2017 è stata adottata dal Ministero per l’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare una differente interpretazione della normativa vigente, in linea anche con quanto indicato dalle Guidances CIS Europee; i nuovi Valori Soglia e Valori di Fondo Naturali sono stati adottati da Regione Piemonte nel 2021 ma applicati in modo retroattivo ai dati dal 2017.

La variazione del metodo di determinazione dello stato chimico spiega perché alcuni corpi idrici sotterranei abbiano avuto una valutazione di stato chimico buono nel triennio 2017-2019 senza che vi siano state necessariamente variazioni sostanziali nello stato di qualità del corpo idrico.

Sebbene esaminando i risultati del monitoraggio sessennale 2014-2019, la situazione della falda superficiale appaia in parte compromessa, con il 41% dei corpi idrici sotterranei in stato Scarso, tuttavia, nel complesso la percentuale di corpi idrici in stato buono alla fine del sessennio considerato è in aumento rispetto a quella del sessennio precedente.

Stato Chimico GWB falda superficiale – sessennio 2014-2019 - Fonte Arpa Piemonte

Per quanto concerne le falde profonde la situazione è migliore rispetto alle falde superficiali, in quanto le prime sono più protette dagli impatti delle pressioni e dall’inquinamento in generale.

In particolare, nel sessennio 2014-2019 la percentuale di corpi idrici in stato chimico scarso è pari al 17%, mentre nel sessennio precedente i corpi idrici in stato chimico scarso erano stati percentualmente il doppio.

Stato Chimico GWB falde profonde – sessennio 2014-2019 - Fonte Arpa Piemonte

I sistemi di circolazione collinari e montani sono stati monitorati a partire dal 2015, quindi si è calcolato lo stato chimico a partire da quell’anno. 

Lo stato chimico 2014-2019 è comunque buono per tutti i corpi idrici sotterranei monitorati.  

Stato Chimico GWB sistemi collinari e montani – sessennio 2014-2019 - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

Definizione dei valori di fondo naturale per i metalli nelle acque sotterranee come previsto dalla direttiva 2006/118/CE e dal Decreto Legislativo N. 30 del 16/03/2009 https://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/acqua/acque-sotterranee/Web_Verificavaloridifondosotterranee.pdf

Verifica e aggiornamento dei Valori di Fondo Naturale definiti per Nichel e Cromo esavalente nelle acque sotterranee ai sensi della DQA https://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/acqua/acque-sotterranee/Web_Verificavaloridifondosotterranee.pdf

DD 750/a1604b/2021 del 24/11/2021 http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2021/51/siste/00000061.htm

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Gruppo di Redazione
Acqua

Fitosanitari

Anno
2025

Arpa Piemonte ha effettuato uno studio per valutare la vulnerazione ai prodotti fitosanitari dei corpi idrici sotterranei afferenti alla falda superficiale. 

Utilizzando i dati provenienti dal monitoraggio regionale delle acque sotterranee del sessennio 2014-2019, lo studio, terminato nel 2022, ha permesso di classificare i corpi idrici in base a una vulnerazione Alta, Media o Bassa ai prodotti fitosanitari

I corpi idrici maggiormente interessati dalla vulnerazione da Fitofarmaci sono risultati essere GWB-S1 e GWB-S4a con classe di vulnerazione alta, seguono poi GWB-S4b e GWB-S5a con classe di vulnerazione media. 

I restanti hanno classe vulnerazione bassa o non rilevante.

I risultati del lavoro sono stati utilizzati da Regione Piemonte per designare alcune Aree Specifiche per l’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari

Classi di vulnerazione ai prodotti fitosanitari dei corpi idrici sotterranei (GWB) regionali a falda libera (sessennio 2014-2019) - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

DCR 258 - 25537 Approvazione delle disposizioni di attuazione per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari ai fini della tutela dell’ambiente, della salute e della biodiversità ai sensi degli articoli 14 e 15 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 (Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi) e del Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po. http://serviziweb.csi.it/solverweb/IndexDocumentServlet?id=87970

Arpa Piemonte “Contributo tecnico-scientifico per la valutazione della vulnerazione da prodotti fitosanitari nelle acque sotterranee” http://serviziweb.csi.it/solverweb/IndexDocumentServlet?id=87972

  Geoportale Arpa Piemonte Aree Specifiche su cui applicare misure di tutela delle acque dall’inquinamento da prodotti fitosanitari https://www.geoportale.piemonte.it/geonetwork/srv/ita/catalog.search#/metadata/r_piemon:9c8e61b7-77d1-4f44-a560-a7298811a50f

Arpa Piemonte Stato di qualità dei Corpi Idrici Sotterranei in Piemonte ai sensi della DQA Triennio 2020-2022 https://www.arpa.piemonte.it/media/4640

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