CLIMA

Impatti del clima sulle foreste

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I boschi e le foreste sono fortemente influenzati dal clima. Eccessi di temperature, siccità oppure all’opposto precipitazioni elevate possono indebolire i boschi e renderli più sensibili agli attacchi di parassiti, a volte vettori di patogeni. Ad esempio, gli insetti rispondono in modo immediato a cambiamenti climatici anche momentanei come il susseguirsi di annate calde e siccitose che hanno contribuito, qualche anno fa, al diffondersi di specie di lepidotteri più termofili che hanno dato luogo a defogliazioni di elevata intensità.

Altri insetti, come molte specie di coleotteri che in genere si comportano come parassiti secondari, in particolare gli scolitidi, attaccando alberi in condizioni di stress possono sviluppare popolazioni molto elevate, causandone la morte. Un rischio molto grave per boschi e foreste è rappresentato dalla “globalizzazione” dei parassiti delle piante. L’incremento degli scambi commerciali (in particolare di prodotti vegetali come derrate agricole, legnami, piante ornamentali e materiale vivaistico) sempre più intensi e veloci sta favorendo una crescita esponenziale della diffusione di organismi nocivi (insetti, acari, nematodi, funghi, batteri, fitoplasmi, virus ) tra i diversi continenti. Per limitarci solo agli insetti, sono alle porte dell’Europa alcune specie esotiche, originarie dell’Estremo Oriente o del Nord America, nocive a specie forestali molto diffuse (es. frassino, betulla), che stanno già causando danni ingentissimi in altre parti del mondo. L’effetto combinato del “global warming” (aumento delle temperature, lunghi periodi di siccità, etc.) e della “globalizzazione” dei parassiti può incidere molto negativamente sullo stato dei boschi. Negli Stati Uniti si ipotizza che in un futuro non molto lontano i paesaggi naturali caratterizzati da boschi e foreste potranno essere molto diversi da quelli finora contemplati, a causa degli stravolgimenti causati da innalzamento delle temperature, siccità, incendi, diffusione di nuovi parassiti e specie invasive. Purtroppo queste considerazioni valgono anche per il contesto europeo.

Anno
2024

Impatti del clima sull'agricoltura

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L'evento temporalesco del 6 luglio 2023, che ha coinvolto la Città Metropolitana di Torino e le provincie di Asti e Cuneo, ha compromesso le produzioni in campo, in particolare di vite e nocciolo, dove i danni a seconda dell’areale colpito possono arrivare anche all’80 – 90% in relazione alla produzione persa; in alcuni Comuni poi, si sono registrati danni ingenti anche a carico delle strutture aziendali (coperture di fabbricati rurali, serre e tunnel, pannelli fotovoltaici, scorte morte, macchinari e attrezzature, strade poderali, ecc.) ed alcune infrastrutture a servizio dell’agricoltura.

In merito ai danni alle produzioni agricole ed alle strutture inserite nel Piano di Gestione dei Rischi Anno 2023, con nota n. 31188 del 27/07/2023, la Regione Piemonte ha richiesto al Ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste il riconoscimento della deroga alle disposizioni di cui al comma 4, art. 5, del decreto legislativo 29 marzo 2004, n. 102, per gli eventi del mese di luglio 2023.

Pertanto, ai sensi del D.Lgs. n. 102/2004 e s.m.i., la Regione ha avviato la procedura di delimitazione dei territori danneggiati e di quantificazione dei danni alle produzioni, alle strutture aziendali, nonché delle infrastrutture a servizio dell’agricoltura, che ha comportato la seguente stima di danni:

  • Provincia di Asti - euro 953.207,80 per danni alle Produzioni vegetali ed euro 314.200 per danni alle strutture aziendali
  • Provincia di Cuneo - euro 29.181.460 per danni alle Produzioni vegetali ed euro 3.520.000 per danni alle strutture aziendali ed euro 50.000,00 per danni alle infrastrutture;
  • Città Metropolitana di Torino - euro 3.811.043 per danni alle Produzioni vegetali ed euro 760.000 per danni alle strutture aziendali.

L’importo totale stimato di danni totali a livello regionale è pari a € 38.589.910,80.

Tabella 1. Riepilogo dei danni 2023
Anno
2024

Azioni regionali per il clima

Tema
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Le azioni di contrasto e adattamento al Cambiamento climatico concorrno agli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare all'Obiettivo 13: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico.

Anno
2024

Azioni nazionali per il clima

Tema
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Le azioni nazionali su Clima e Cambiamento climatico concorrono al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare nell'Obiettivo 13: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico.

Anno
2024

Azioni internazionali per il clima

Tema
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Le azioni internazionali su Clima e Cambiamento climatico concorrono al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare nell'Obiettivo 13: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico.

Sono 193 i Paesi membri dell’ONU che hanno sottoscritto nel 2015 l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, riconoscendo tra gli Obiettivi anche la “Lotta contro il cambiamento climatico”. L’Obiettivo 13 mira, infatti, a promuovere le azioni a tutti i livelli per combattere il cambiamento climatico.

Anno
2024

Azioni europee per il clima

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Le azioni europee su Clima e Cambiamento climatico concorrono al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare nell'Obiettivo 13: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico.

Molteplici sono le azioni avanzate dall’Unione Europea in tema di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico: l’UE punta a fare dell’Europa il primo continente resiliente e a impatto zero sul clima entro il 2050, attraverso l’adozione di misure per adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici e per ridurre le emissioni di gas a effetto serra.

L’ultimo rapporto di sintesi pubblicato dall’IPCC sottolinea l'urgenza di intraprendere azioni più ambiziose per ridurre drasticamente le emissioni, almeno del 7% circa all'anno, per contenere l'aumento della temperatura globale entro 1,5°C - massimo 2°C. e dimostra che, se agiamo ora, possiamo ancora garantire un futuro sostenibile e vivibile per tutti.

A marzo 2023 risale, infatti, il Sesto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici (AR6) con il rapporto di Sintesi (Synthesis Report – SYR) che integra i risultati dei tre gruppi di lavoro – Le basi fisico-scientifiche (2021), Impatti, adattamento e vulnerabilità (2022), Mitigazione dei cambiamenti climatici (2022) – e dei tre rapporti speciali – Riscaldamento Globale di 1.5 (2018), Climate Change and Land (2019), Oceano e Criosfera in un clima che cambia (2019).

Per ulteriori informazioni visita la pagina dell'IPCC Focalpoint for Italy.

Anno
2024

Rischi naturali, impatti del Clima

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clima impatti
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La valutazione degli impatti del clima nel caso dei rischi naturali è possibile analizzando separatamente gli elementi che costituiscono il rischio: l'effetto atteso e la probabilità che un evento si verifichi.

Nel caso di rischi naturali, l'effetto atteso, ovvero la magnitudo dei danni dovuti ad un evento avverso, è proporzionale sia al maggiore o minore danno causato da un singolo evento, a sua volta dovuto ad un maggiore o minore pericolosità della situazione del territorio, sia dalla maggiore o minore frequenza di eventi avversi, che cumulativamente causano danno, una maggiore frequenza registrata porta a inferire un aumento della probabilità di ripetizione dell'evento.

La entità degli effetti al suolo, il numero degli eventi in un determinato arco temporale o la variazione della pericolosità di specifiche situazioni, costituiscono tutti indicatori utili alla valutazione dell'impatto del clima sui rischi naturali.

 

Informazioni e risorse aggiuntive

In questo sito I ghiacciai nelle Alpi piemontesi

 

Anno
2024

Informazione ambientale sul tema Clima

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I servizi informativi specifici per il tema clima sono relativamente recenti e pubblicano un numero molto elevato di dati e indicatori, in parte utilizzati in ambito di climatologia operativa da parte di Arpa Piemonte mente altri sono pensati per l'uso da parte di enti, studiosi e professionisti.

Sotto questa voce sono raccolti anche servizi che danno informazioni correlate con il clima o perché descrivono fenomeni che incidono sul clima o perché descrivono fenomeni che sono da considerare impatti del clima e dei suoi cambiamenti.

Anno
2024

Risorse idriche

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clima e risorse idriche
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La valutazione dell'impatto del clima sulla disponibilità di acqua è fatta separatamente attraverso l'analisi degli apporti delle precipitazioni, dei deflussi nei corpi idrici superficiali e della soggiacenza della falda per i corpi idrici sotterranei.

Le relazioni tra i diversi indicatori non sono dirette e lineari ma sono condizionate dala conformazione del territorio e dalla geologia.

Anno
2024

Criosfera e Clima

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clima montagne
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Un elemento caratteristico dell’area montana è rappresentato dalla criosfera, definita come la “porzione della Terra in cui l’acqua si trova allo stato solido”. In ambito alpino fanno parte della criosfera la neve stagionale e perenne, i ghiacciai, il permafrost, il terreno congelato e il ghiaccio che si forma su corsi d'acqua e laghi.

La criosfera, modificato da IPCC – AR4 WGI Chapter 4: Observations: Changes in Snow, Ice, and Frozen Ground - Fonte https://learnweather.com/
I ghiacciai

I ghiacciai sono la componente della criosfera più rappresentativa dell’alta montagna. Nascono dall’accumulo e dalla trasformazione della neve in ghiaccio che avviene a causa dell'azione del gelo e della compattazione progressiva degli strati nevosi. Se la massa di ghiaccio supera lo spessore di alcune decine di metri tende a deformarsi plasticamente e a scorrere verso il basso a causa della forza di gravità, formando delle lingue più o meno allungate all’interno delle valli.

L’evoluzione dei ghiacciai è direttamente collegata alle condizioni climatiche e, in particolare, al regime delle precipitazioni nevose e della temperatura dell’aria. Infatti, l’intensa riduzione areale dei ghiacciai in tutte le catene montuose a livello mondiale, che ha visto un’accelerazione negli ultimi decenni, è sicuramente uno dei segnali più chiari ed evidenti delle variazioni climatiche in atto. 

Oltre ad essere degli importanti indicatori climatici, i ghiacciai rappresentano un’importante risorsa idrica, energetica, paesaggistica e turistica. I ghiacciai rivestono infatti grande importanza per il regime idrico, in quanto immagazzinano le precipitazioni nel corso delle stagioni, degli anni o addirittura dei decenni e dei secoli. Soprattutto durante le fasi di siccità nei mesi estivi, i ghiacciai contribuiscono in maniera determinante al deflusso di molti corsi d’acqua alpini e di molti fiumi principali come il Po.

Lo studio ed il monitoraggio dei ghiacciai assumono quindi un ruolo sempre più importante, non solo dal punto di vista degli effetti dei cambiamenti climatici in quota, ma come basi di valutazione per una gestione razionale di una risorsa strategica e dei rischi naturali che caratterizzano le attuali aree alpine in profonda trasformazione. 

Il permafrost

Tra le componenti della criosfera, il permafrost è sicuramente l’elemento più difficile da osservare, benché sia quello più diffuso al mondo, e per questo motivo viene definito come “la componente nascosta della criosfera”. 

Il permafrost (contrazione dei termini inglesi “perennially frozen ground”) viene definito come terreno o roccia che presenta una temperatura minore o uguale a 0 °C per almeno due anni consecutivi, indipendentemente dalla presenza di ghiaccio.

La presenza del ghiaccio per la definizione del permafrost, quindi, non è un elemento fondante in quanto il materiale può essere secco o può contenere acqua allo stato liquido, anche se le temperature sono < 0 °C (ad es. a causa di sali disciolti o di falde in pressione che abbassano la temperatura di congelamento). Lo studio e il monitoraggio del permafrost sono relativamente recenti e negli ultimi anni hanno avuto un forte impulso grazie all’attenzione crescente posta dalla comunità scientifica e dall’opinione pubblica sia ai cambiamenti climatici, sia agli effetti del riscaldamento globale nelle aree alto alpine.

Infatti, il permafrost è direttamente collegato alle caratteristiche climatiche sia globali che locali ed il suo monitoraggio fornisce un importante contributo alla comprensione dei cambiamenti climatici in area montana, dei rischi naturali in alta quota e sul ciclo idrologico delle terre alte.

Informazioni e risorse aggiuntive

In questo sito Neve

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2024