Criosfera e Clima

clima montagne

Un elemento caratteristico dell’area montana è rappresentato dalla criosfera, definita come la “porzione della Terra in cui l’acqua si trova allo stato solido”. In ambito alpino fanno parte della criosfera la neve stagionale e perenne, i ghiacciai, il permafrost, il terreno congelato e il ghiaccio che si forma su corsi d'acqua e laghi.

La criosfera, modificato da IPCC – AR4 WGI Chapter 4: Observations: Changes in Snow, Ice, and Frozen Ground - Fonte https://learnweather.com/
I ghiacciai

I ghiacciai sono la componente della criosfera più rappresentativa dell’alta montagna. Nascono dall’accumulo e dalla trasformazione della neve in ghiaccio che avviene a causa dell'azione del gelo e della compattazione progressiva degli strati nevosi. Se la massa di ghiaccio supera lo spessore di alcune decine di metri tende a deformarsi plasticamente e a scorrere verso il basso a causa della forza di gravità, formando delle lingue più o meno allungate all’interno delle valli.

L’evoluzione dei ghiacciai è direttamente collegata alle condizioni climatiche e, in particolare, al regime delle precipitazioni nevose e della temperatura dell’aria. Infatti, l’intensa riduzione areale dei ghiacciai in tutte le catene montuose a livello mondiale, che ha visto un’accelerazione negli ultimi decenni, è sicuramente uno dei segnali più chiari ed evidenti delle variazioni climatiche in atto. 

Oltre ad essere degli importanti indicatori climatici, i ghiacciai rappresentano un’importante risorsa idrica, energetica, paesaggistica e turistica. I ghiacciai rivestono infatti grande importanza per il regime idrico, in quanto immagazzinano le precipitazioni nel corso delle stagioni, degli anni o addirittura dei decenni e dei secoli. Soprattutto durante le fasi di siccità nei mesi estivi, i ghiacciai contribuiscono in maniera determinante al deflusso di molti corsi d’acqua alpini e di molti fiumi principali come il Po.

Lo studio ed il monitoraggio dei ghiacciai assumono quindi un ruolo sempre più importante, non solo dal punto di vista degli effetti dei cambiamenti climatici in quota, ma come basi di valutazione per una gestione razionale di una risorsa strategica e dei rischi naturali che caratterizzano le attuali aree alpine in profonda trasformazione. 

Il permafrost

Tra le componenti della criosfera, il permafrost è sicuramente l’elemento più difficile da osservare, benché sia quello più diffuso al mondo, e per questo motivo viene definito come “la componente nascosta della criosfera”. 

Il permafrost (contrazione dei termini inglesi “perennially frozen ground”) viene definito come terreno o roccia che presenta una temperatura minore o uguale a 0 °C per almeno due anni consecutivi, indipendentemente dalla presenza di ghiaccio.

La presenza del ghiaccio per la definizione del permafrost, quindi, non è un elemento fondante in quanto il materiale può essere secco o può contenere acqua allo stato liquido, anche se le temperature sono < 0 °C (ad es. a causa di sali disciolti o di falde in pressione che abbassano la temperatura di congelamento). Lo studio e il monitoraggio del permafrost sono relativamente recenti e negli ultimi anni hanno avuto un forte impulso grazie all’attenzione crescente posta dalla comunità scientifica e dall’opinione pubblica sia ai cambiamenti climatici, sia agli effetti del riscaldamento globale nelle aree alto alpine.

Infatti, il permafrost è direttamente collegato alle caratteristiche climatiche sia globali che locali ed il suo monitoraggio fornisce un importante contributo alla comprensione dei cambiamenti climatici in area montana, dei rischi naturali in alta quota e sul ciclo idrologico delle terre alte.

Informazioni e risorse aggiuntive

In questo sito Neve