Nel gennaio 2021, l’Italia ha pubblicato la Strategia italiana di lungo termine sulla riduzione delle emissioni dei gas a effetto serra, che individua i possibili percorsi per raggiungere al 2050 la neutralità climatica, nella quale le residue emissioni di gas a effetto serra sono compensate dagli assorbimenti di CO2 e dall’eventuale ricorso a forme di stoccaggio geologico e riutilizzo della CO2.
Al fine di quantificare e qualificare lo sforzo che l’Italia deve compiere è stato tracciato uno Scenario di riferimento che centra gli obiettivi previsti dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC), adottando dinamiche esogene di PIL e popolazione e integrando gli effetti dei cambiamenti climatici, in termini di variazioni potenziali dei gradi giorno, di resa delle colture e di frequenza degli incendi.
Partendo dal gap emissivo emerso dallo Scenario di riferimento è stato elaborato uno Scenario di decarbonizzazione per raggiungere al 2050 la neutralità climatica. Tre sono le principali categorie:
- riduzione della domanda di energia, connessa in particolare ad un calo dei consumi per la mobilità privata e dei consumi del settore civile;
- cambio radicale nel mix energetico a favore delle rinnovabili, coniugato ad una profonda elettrificazione degli usi finali e alla produzione di idrogeno;
- aumento degli assorbimenti garantiti dalle superfici forestali ottenuti attraverso la gestione sostenibile, il ripristino delle superfici degradate e interventi di rimboschimento, accompagnato, eventualmente, dal ricorso a forme di stoccaggio geologico e riutilizzo della CO2.
Gli scenari delineati non tengono ancora conto dell’impatto dell’emergenza sanitaria legata al virus SARS-CoV-2, che verrà valutata in un prossimo aggiornamento della Strategia.
La strategia, nell’individuare i percorsi di decarbonizzazione, evidenzia anche alcune criticità (tecniche, operative, economiche, sociali) che devono essere affrontate per arrivare alla neutralità climatica. In particolare, la disponibilità e diffusione di diverse tecnologie, che dipendono da orientamenti e scelte di investimento, la conciliazione delle esigenze di forte sviluppo delle fonti rinnovabili con altri obiettivi di natura ambientale e paesaggistica, la disponibilità alla modifica di comportamenti e abitudini individuali, nonché all’accettazione di interventi di natura anche invasiva sul patrimonio infrastrutturale.
In questo contesto, l’implementazione dell’adattamento avrà un ruolo importante nel consentire il raggiungimento degli obiettivi di neutralità climatica al 2050. L’adattamento, infatti, insieme allo sviluppo sostenibile e all’economia circolare, crea le condizioni esogene per modificare in modo sostanziale i consumi energetici (per quantità e qualità), sia in termini di riduzione della domanda, sia di efficientamento, ma anche di ri-orientamento della produzione e di sviluppo di nuove tecnologie, e porre le premesse per un efficace processo di decarbonizzazione.