L'evoluzione dell'ambiente glaciale nelle Alpi piemontesi

Sulla base dell’ultimo censimento eseguito a scala nazionale (“Nuovo Catasto”, Smiraglia e Diolaiuti, 2015), in Piemonte sono presenti 107 ghiacciai che ricoprono un’area di 28,55 km2, pari all’8% del totale nazionale.

I ghiacciai sono distribuiti in otto gruppi montuosi. Da Sud verso Nord: Alpi Marittime, Monviso, Moncenisio, Alpi Graie Meridionali, Gran Paradiso, Monte Rosa (gruppo che presenta la maggiore estensione glaciale (12,85 km2), Mischabel e Monte Leone-Gottardo. 

Quattro settori montuosi (Alpi Marittime, Monviso, Moncenisio e Mischabel) sono caratterizzati da un glacialismo di dimensioni molto ridotte: la superficie glacializzata complessiva è di 1,02 km2 per un totale di 17 apparati, in gran parte glacionevati (masse di ghiaccio in cui è assente un flusso verso valle), con superficie media di 6 ettari.

Nell’ambito delle attività previste dal Tavolo Tecnico nazionale "Rischio connesso ai fenomeni di dissesto in ambienti glaciali e periglaciali", presso il Dipartimento della  Protezione Civile, l’Agenzia ha avviato nel 2022 un programma di osservazione e analisi dei ghiacciai sulla base dei pericoli glaciali, periglaciali e degli elementi antropici presenti per la classificazione in categorie di diversa priorità di approfondimento.

Nel corso dell’estate 2023 ARPA Piemonte, d’intesa con il Comitato Glaciologico Italiano, ha svolto una intensa campagna glaciologica sul terreno al fine di documentare le trasformazioni dell’alta montagna, accelerate dal cambiamento climatico in atto

Seracchi dell’alto ghiacciaio del Monte Rosa - Fonte Arpa Piemonte

Tra agosto e inizio ottobre sono stati visitati 43 ghiacciai, sui principali massicci montuosi piemontes, dalle Marittime all’Ossola, con lo scopo di valutare lo stato complessivo dei ghiacciai. Si è prestata particolare attenzione alla presenza di aree collassate, di dissesti che coinvolgono direttamente i corpi glaciali ed i versanti circostanti, di laghi di neoformazione e di altre situazioni di evidente pericolo.

I rilievi nelle aree glacializzate sono stati effettuati tramite sopralluoghi diretti e sorvoli in elicottero (con il supporto logistico del Settore Protezione Civile della Regione Piemonte e del Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico) e con drone. Le informazioni raccolte sono state elaborate ed integrate con immagini e dati satellitari.

A conclusione della campagna glaciologica è stato possibile tracciare un quadro dello stato dei ghiacciai, accomunati da una generale regressione, conseguenza di inverni poco nevosi ed estati molto calde. Tranne limitate eccezioni, risulta praticamente scomparsa la neve residua dell’inverno passato sotto i 3500 m di quota, questa persiste solo negli alti bacini glaciali del Monte Rosa. Al di sotto, senza più protezione, il ghiaccio si presenta esposto, grigio e solcato da rigole di acqua di fusione. In tale contesto, risulta fortemente compromessa la stabilità delle pareti rocciose circostanti i ghiacciai, per cui i crolli contribuiscono ad aumentare la copertura detritica dei ghiacciai.

Ghiacciaio della Bessanese (Val d’Ala di Lanzo), mappa delle perdite di spessore tra il 2010 e il 2023, l’abbassamento medio della superficie glaciale è stato calcolato in 13 ± 1.5 m (12 ± 1.4 m di acqua equivalente); il volume di ghiaccio perso nello stesso periodo è pari a 4.8 milioni di m3 (±700.000 m3) - Fonte Arpa Piemonte

I rilievi di terreno hanno consentito di osservare lembi residuali di ghiacciai ritenuti estinti da lungo tempo in quanto sepolti al di sotto di estese coperture detritiche. Già a partire dal 2022, a causa dello scarso innevamento invernale e della prolungata fusione estiva, si sono evidenziate aree nelle Alpi Marittime, intorno al Monviso e in Alta Val Susa, in cui è stato possibile osservare direttamente, al di sotto dei detriti, ciò che resta degli antichi ghiacciai. 

Grotte di ghiaccio nella parte sepolta del ghiacciaio di Peirabroc, Alpi Marittime, CN - Fonte Arpa Piemonte

L’osservazione ha interessato inoltre alcuni laghi glaciali, presenti sopra o ai margini dei ghiacciai, ad esempio quello della Croce Rossa, svuotatosi nel corso dell’autunno 2022 e non più ricostituito, e quello al Passo del Collerin, presente dal 2022, entrambi nelle Valli di Lanzo.

Lago epiglaciale al margine del ghiacciaio del Collerin d’Arnas, presso il passo del Collerin (Val d’Ala, TO, al confine con la Francia); con le frecce rosse è indicata la direttrice di drenaggio dell’emissario. - Fonte Arpa Piemonte

Nel Parco Nazionale del Gran Paradiso, in collaborazione con la Società Meteorologica Italiana, il Comitato Glaciologico Italiano e il Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari è stato effettuato il rilievo 3D del ghiacciaio del Ciardoney (Valle Soana, TO).

Variazioni di spessore e perdite di volume del ghiacciaio del Ciardoney tra il 2019 e il 2023 - Fonte Arpa Piemonte

Anche nell’ambiente periglaciale, a causa dell’esposizione a temperature via via più elevate, si sta osservando un aumento delle dinamiche di dissesto

I rilievi condotti hanno permesso di riconoscere e documentare importanti fenomeni di instabilità di versante avvenute nell’estate 2023 come il crollo della base dello spigolo Murari sul sottostante ghiacciaio della Bessanese (Val d’Ala, TO), il crollo dalle pareti rocciose soprastanti il ghiacciaio di Bors (Val Sesia, VC), la colata detritica del T. Castelfranco che ha raggiunto e coinvolto il ghiacciaio del Belvedere (Valle Anzasca, VB).

Crollo di fine agosto 2023 sul ghiacciaio della Bessanese (sorvolo del 26/09/2023) - Fonte Arpa Piemonte

Dalle osservazioni svolte non è possibile escludere situazioni di potenziali distacchi di masse glaciali sospese la cui stabilità dipende strettamente dall’evoluzione del permafrost

La degradazione del permafrost, registrata a livello regionale dalla rete di monitoraggio di Arpa Piemonte, in accordo con le tendenze osservate a livello globale, condiziona anche la stabilità degli ammassi rocciosi nelle aree circostanti i ghiacciai.

Particolarmente insidiosi sono i fenomeni di rilascio improvviso di acqua di fusione accumulata all’interno dei corpi glaciali (noti in letteratura come GLOF – Glacial Lake Outburst Flood, processi legati a rottura di setti di ghiaccio o di seracchi con svuotamento parziale o totale di laghi endoglaciali) che, molto spesso, non presentano nelle fasi predisponenti evidenze in superficie e per questo rappresentano elementi di pericolosità potenziale molto elevata, sia per la scarsa prevedibilità, sia per gli effetti che producono.

Informazioni e risorse aggiuntive

Per documentare l'attività svolta sul campo nel corso della campagna glaciologica e per illustrare sinteticamente i risultati ottenuti, è stato realizzato un breve video.   https://youtu.be/sbyWalH0Kws

Il settore del Rifugio Gastaldi e della Bessanese è sito di studio e di valorizzazione: https://geoclimalp.irpi.cnr.it/bacino-della-bessanese/.

Relazione campagna glaciologica preliminare 2022 https://www.arpa.piemonte.it/pubblicazione/relazione-preliminare-dellanalisi-dei-principali-ghiacciai-delle-alpi-piemontesi 

Relazione campagna glaciologica 2023 https://www.arpa.piemonte.it/pubblicazione/relazione-glaciologica-2023

Ghiacciai https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/ghiacciai

Smiraglia, C., & Diolaiuti, G. (2015). Il nuovo catasto dei ghiacciai italiani. Ev-K2-CNR Ed., Bergamo, 400. Reperibile in: https://sites.unimi.it/glaciol/index.php/it/catasto-dei-ghiacciai-italiani/

Dipartimento della Protezione Civile: https://www.protezionecivile.it/it/

Corpo Nazionale Soccorso Alpino e Speleologico: https://www.cnsas.it/

Comitato Glaciologico Italiano: http://www.glaciologia.it/

Società Meteorologica Italiana: http://www.nimbus.it

Gruppo di ricerca GeoClimAlp (Geomorphological impacts of Climate change in the Alps):  https://geoclimalp.irpi.cnr.it

Bilancio 2023 al Ghiacciaio Ciardoney : http://www.nimbus.it/ghiacciai/2023/230922_CiardoneyBilancio.htm