Impatti del clima sulle foreste
I boschi e le foreste sono fortemente influenzati dal clima. Eccessi di temperature, siccità oppure all’opposto precipitazioni elevate possono indebolire i boschi e renderli più sensibili agli attacchi di parassiti, a volte vettori di patogeni. Ad esempio, gli insetti rispondono in modo immediato a cambiamenti climatici anche momentanei come il susseguirsi di annate calde e siccitose che hanno contribuito, qualche anno fa, al diffondersi di specie di lepidotteri più termofili che hanno dato luogo a defogliazioni di elevata intensità.
Altri insetti, come molte specie di coleotteri che in genere si comportano come parassiti secondari, in particolare gli scolitidi, attaccando alberi in condizioni di stress possono sviluppare popolazioni molto elevate, causandone la morte. Un rischio molto grave per boschi e foreste è rappresentato dalla “globalizzazione” dei parassiti delle piante. L’incremento degli scambi commerciali (in particolare di prodotti vegetali come derrate agricole, legnami, piante ornamentali e materiale vivaistico) sempre più intensi e veloci sta favorendo una crescita esponenziale della diffusione di organismi nocivi (insetti, acari, nematodi, funghi, batteri, fitoplasmi, virus ) tra i diversi continenti. Per limitarci solo agli insetti, sono alle porte dell’Europa alcune specie esotiche, originarie dell’Estremo Oriente o del Nord America, nocive a specie forestali molto diffuse (es. frassino, betulla), che stanno già causando danni ingentissimi in altre parti del mondo. L’effetto combinato del “global warming” (aumento delle temperature, lunghi periodi di siccità, etc.) e della “globalizzazione” dei parassiti può incidere molto negativamente sullo stato dei boschi. Negli Stati Uniti si ipotizza che in un futuro non molto lontano i paesaggi naturali caratterizzati da boschi e foreste potranno essere molto diversi da quelli finora contemplati, a causa degli stravolgimenti causati da innalzamento delle temperature, siccità, incendi, diffusione di nuovi parassiti e specie invasive. Purtroppo queste considerazioni valgono anche per il contesto europeo.