Siti contaminati, fattore per le acque

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siti contaminati
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I siti contaminati rappresentano uno dei fattori antropici che possono influenzare lo stato delle acque sotterranee; la contaminazione presente nella matrice suolo può determinare un impatto sulla risorsa acque sotterranee, attraverso l’infiltrazione delle acque meteoriche, la presenza di vie preferenziali nel terreno o il dilavamento da parte della falda.

Sul totale siti contaminati censiti nella Anagrafe regionale dei siti contaminati (ASCO) in Piemonte a marzo 2024 di 2071, i siti con contaminazione che interessa le acque sotterranee sono 570, dei quali 335 "attivi" e 235 conclusi.

Anno
2024

Sito di Serravalle Scrivia

Anno
2024

ll Sito di Interesse Nazionale denominato ex-Ecolibarna si trova nel Comune di Serravalle Scrivia, nella parte orientale della provincia di Alessandria, a circa 8 km dall'abitato di Novi Ligure; la situazione di contaminazione è conseguenza delle attività degli impianti della ex Ecolibarna e della ex Gastaldi Oli Lubrificanti S.p.A.

L'area è delimitata a Ovest dalla S.S. n. 35 dei Giovi, a Nord e a Est da una strada comunale e a Sud–SudOvest dalla ferrovia Genova–Torino.

Fin dal 1940 il sito è stato sede di un complesso industriale che effettuava il deposito di oli minerali, combustibili e lubrificanti, il trattamento di oli minerali per la produzione di oli bianchi, nonché la rigenerazione di oli minerali lubrificanti esausti con acido solforico concentrato e precipitazione della parte idrocarburica catramosa (“melme acide”). 

A partire dal 1983 sul sito cominciò ad operare la società Ecolibarna S.r.l in possesso dell’autorizzazione per la raccolta e lo smaltimento di rifiuti speciali e tossico-nocivi sia liquidi che solidi. Nel periodo di attività di Ecolibarna sul sito transitarono rifiuti di ogni genere e, successivamente, rifiuti di diversa natura furono ritrovati interrati in alcune aree del sito.

Nel 1984 e 1985 la Regione Piemonte revocò l’autorizzazione allo smaltimento e impose la cessazione di tutte le lavorazioni effettuate nell’area.

Le operazioni di bonifica del SIN sono state incentrate sul risanamento del territorio dalla presenza di rifiuti tossico-nocivi, allo stato liquido e solido che hanno provocato la contaminazione del terreno e delle acque sotterranee sia nelle aree interne che nelle aree esterne allo stabilimento.

Il Ministero della Protezione Civile affidò alla ditta Castalia S.p.A. (poi Fisia Italimpianti) l’incarico di effettuare la bonifica del sito industriale e la messa in sicurezza dei materiali presenti nell’area, attività che proseguì fino al 1995 quando le evidenze di contaminazione riscontrate sul sito fecero emergere la necessità di un intervento più ampio di quello previsto.

La delimitazione effettuata con il Decreto 7 febbraio 2003 comprende l'area dell'insediamento industriale dismesso della ex Ecolibarna S.r.l. ed ex Gastaldi Oli Lubrificanti S.p.A. e si estende alle aree a valle fino alla sponda del Torrente Scrivia, per un totale di circa 70.000 m2.

Dopo l’operato di due commissari delegati per la bonifica, attualmente il soggetto competente all'attuazione del programma di bonifica è la Provincia di Alessandria (come da Accordo di Programma tra Ministero, Regione, Provincia e Comune di Serravalle Scrivia dell'aprile 2015).

I lavori sinora eseguiti hanno riguardato la caratterizzazione del sito dello stabilimento eseguita da Arpa Piemonte, caratterizzazioni in aree esterne, prove pilota, attività di monitoraggio, progettazione di lotti di intervento, realizzazione di opere di messa in sicurezza d’emergenza e bonifica. A seguito dei risultati analitici sulle acque sotterranee dello stabilimento sono stati progettati e approvati gli interventi di messa in sicurezza d’emergenza della falda.

Di significativa importanza è il diaframma plastico impermeabile immorsato ad una profondità variabile tra circa 8 m e 12 m dal piano campagna, realizzato a monte del sito, in particolare della cosiddetta area discariche, su una lunghezza di circa 250 m ad integrazione di interventi di impermeabilizzazione superficiale e di opere di captazione e gestione del percolato.

L’Accordo di Programma sopra citato, oltre a costituire un quadro organico di riferimento per la gestione dei finanziamenti disponibili e quelli successivamente reperibili, indica una serie di interventi da attuare grazie alle disponibilità finanziarie esistenti:

  • Completamento del diaframma plastico a bassa permeabilità;
  • Bonifica nell’ambito dell’Area Impianti (rimozione di manufatti, asportazione parziale del terreno contaminato e iniezione di reagenti per incentivare la degradazione di idrocarburi e VOC nelle acque di falda);
  • Emungimento di acqua contaminata dall’acquifero superficiale e smaltimento in impianto di trattamento, in funzione dal settembre 2016;
  • Monitoraggi e gestione delle discariche al fine di tenere sotto controllo l’evoluzione della contaminazione e di prevenire situazioni di criticità;
  • Interventi di bonifica sulle acque sotterranee in zona Fabbricone (Air Sparging e Soil Vapour Extraction).

Nel 2018 sono stati conclusi i lavori di bonifica della cosiddetta Area Impianti, consistenti nella rimozione dei manufatti esistenti, nell’asportazione del terreno contaminato e nell’iniezione di reagenti per incentivare la degradazione di idrocarburi e VOC nelle acque di falda; nella primavera del 2020 si sono conclusi i previsti monitoraggi ambientali per la valutazione dell'efficacia dell'intervento (8 campagne di campionamento della acque di falda) con risultati per ora in linea con quanto atteso.

Nel 2021 sono stati conclusi i lavori di completamento del diaframma plastico a bassa permeabilità, per la cinturazione completa della cosiddetta area discariche.
Al SIN risultavano assegnate risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), programmazione 2014-2020, per poco meno di 8 milioni di euro. Con Delibera CIPE 28 luglio 2020, n. 31, tali risorse sono state diversamente riprogrammate e si è quindi in attesa che al sito possano essere destinate quanto prima risorse del Piano Nazionale per le Bonifiche, per procedere con gli interventi più urgenti e che la nuova programmazione FSC per il periodo 2021-2027 riassegni al SIN Serravalle Scrivia risorse non inferiori a quanto definanziato.

Nel frattempo, la Regione si è attivata per reperire risorse alternative, da destinarsi ad un intervento, non compreso nell’Accordo, per la regimazione del Rio Negraro, corso d’acqua che attraversa l’area oggetto di bonifica e che, a causa degli eventi calamitosi degli ultimi anni, in particolare dell’autunno 2019, ha arrecato danni e dimostrato la necessità di un intervento urgente di sistemazione idraulica e di bonifica dell’alveo e delle sponde.

Informazioni e risorse aggiuntive

Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Accordi di programma quadro Siti di Interesse Nazionale https://www.mase.gov.it/bonifiche/accordi-sin/206

Sito di interesse nazionale di Serravalle Scrivia - Fonte Arpa Piemonte

Sito di Cengio

Anno
2024

Il Sito di Interesse Nazionale denominato Ex Acna di Cengio è ubicato fra Piemonte e Liguria.

Lo stabilimento industriale della Ex ACNA si trova nel comune di Cengio (SV), a valle dell’abitato, tra la linea ferroviaria Torino-Savona a Nord-Nord Ovest e il Fiume Bormida di Millesimo;  fa parte dello stabilimento anche la zona di Pian Rocchetta, lungo il Bormida e situata in parte nel Comune di Cengio e in parte nel Comune di Saliceto (CN) dove venivano stoccati i rifiuti prodotti. L’area esterna, a valle dello stabilimento stesso, si trova nel settore sud del Piemonte ed è costituita dalla fascia fluviale ai lati del Bormida di Millesimo che attraversa i territori dei Comuni che vanno da Saliceto (CN) a Bistagno (AL), alla confluenza fra il Bormida di Spigno e il Bormida di Millesimo.

Il primo insediamento industriale sorge nel 1882 con la produzione di polvere pirica, nitroglicerina e dinamite. Dal 1900 al 1920 l’attività prosegue incentrata sulla fabbricazione di esplosivi. Negli anni ‘20 viene avviata la produzione di coloranti e acidi: a partire da quel periodo sono registrati fenomeni di contaminazione delle acque del fiume Bormida tali da determinare la chiusura dell’acquedotto di Cortemilia (CN) su ordine del Pretore. Nel 1928 la ditta prende il nome di ACNA (Azienda Coloranti Nazionali e Affini) S.p.A. con sede a Milano.

Poco prima della Seconda guerra mondiale gli agricoltori della vallata citano lo stabilimento per danni in quanto le acque del Bormida sono inutilizzabili a fini irrigui. Seguono denunce e verifiche ma solo negli anni ‘80 cessa la produzione di coloranti e prosegue quella di pigmenti.

ACNA era controllata dagli anni ’30 dalla Montecatini e ne seguì il destino passando negli anni ’60 al gruppo Montedison, quindi alla Enimont nel 1988 e dal 1991 sotto il controllo di EniChem. 

L’attività termina definitivamente nel corso del 1998.

La legge 426/98 individua l’area a rischio ambientale e prevede un programma di bonifica e ripristino; nel 1999 viene dichiarata la situazione di emergenza socio-ambientale con nomina di un Commissario Straordinario ad opera della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Situazione della contaminazione

Arpa Piemonte ha collaborato con Arpa Liguria alle attività di caratterizzazione e di messa in sicurezza dello stabilimento ex Acna di Cengio fino all’anno 2006. Dopo il 2006 Regione Piemonte e Arpa Piemonte si sono occupate esclusivamente della procedura di bonifica relativamente alle aree esterne allo stabilimento ex Acna, mentre Arpa Liguria e gli Enti della Regione Liguria si sono occupati della bonifica e della messa insicurezza dell’ex stabilimento Acna sito nel comune di Cengio (SV).

Le attività di caratterizzazione delle aree esterne, finalizzate a determinare la contaminazione di suolo, acque sotterranee, acque superficiali e sedimenti, sono proseguite fino al 2011, con approfondimenti su numerose aree interessate.

I contaminanti caratteristici del sito sono stati rilevati nelle acque del fiume Bormida con concentrazioni progressivamente ridotte nel tempo. Fra le sostanze caratteristiche si segnalano cloro benzeni, aniline, antrachinoni e naftalensolfonici.

Stato avanzamento della bonifica

Al fine di bonificare e mettere in sicurezza il sito nel corso dei decenni sono state effettuate numerose attività, già a partire dal 1984 (prime opere di contenimento per impedire la filtrazione delle acque di falda dall’area dello stabilimento verso l’esterno); successivamente alla caratterizzazione delle aree interne, negli anni 2000-2001, è stato realizzato su tutto il perimetro dello stabilimento lato fiume un diaframma che si intesta sul substrato marnoso impermeabile. Arpa e Regione Piemonte hanno prescritto inoltre una serie di interventi finalizzati ad eliminare gli ingressi di acqua nel sottosuolo dell’area dello stabilimento. 

Nei primi anni 2000 è stata realizzata la bonifica dei lagunaggi nell’area A1 dello stabilimento.

Nel 2005-2008 è stato attuato il progetto di Bonifica Pian Rocchetta (intervento certificato nel 2012, con previsione di monitoraggi post-operam); nel 2009 è stata effettuata la bonifica dei terreni siti nel comune di Saliceto, Località Pian Sottano mediante asporto di terreno di riporto, rifiuti e terreno contaminato. 

Nelle aree interne allo stabilimento è stata realizzata la bonifica mediante asportazione dei terreni contaminati presenti nella zona insatura e, parzialmente, in zona satura, asportazione dei rifiuti presenti, demolizione degli edifici sede delle lavorazioni. Tutti i materiali sono stati abbancati nella zona A1, destinata a messa in sicurezza permanente anche dei terreni contaminati asportati per la bonifica delle aree golenali all’esterno del sito, del sito di Pian Rocchetta e della zona di Pian Sottano (Comune di Saliceto). 

Proseguono le attività di monitoraggio e di gestione del percolato nell'ex sito industriale ed è in corso l'istruttoria di un progetto di ENI inerente la realizzazione delle opere relative all'intercettazione di almeno il 70% delle acque meteoriche ricadenti sulla zona A2. Sono terminati gli approfondimenti tecnici di supporto al Ministero per la valutazione delle indagini e degli studi prodotti da ENI nell'ambito dei controlli attivati in occasione delle attività di certificazione delle aree golenali, il Ministero ha avviato il procedimento di approvazione dell'analisi di rischio per l'area golenale.

Nel 2016 sono stati rilevati in territorio ligure alcuni superamenti dei limiti di riferimento per diversi contaminanti organici nelle acque sotterranee della cosiddetta “Area Merlo”, esterna allo stabilimento ma rientrante nel perimetro del SIN. Sono state avviate le procedure di bonifica anche per quest’area (allo stato attuale, è in fase di realizzazione una sperimentazione pilota per l’attività di bonifica e l’istruttoria dell’analisi di rischio). 

Monitoraggio e controllo

Nelle aree interne ed esterne allo stabilimento è presente una capillare rete di monitoraggio delle acque sotterranee per tenere sotto controllo l’eventuale fuoriuscita di contaminanti dalle aree confinate; i campionamenti avvengono secondo un Protocollo di monitoraggio concordato con gli Enti competenti, attualmente con frequenza minima trimestrale. 

Nel 2017, a seguito di alcune criticità emerse dopo gli eventi alluvionali del 2016, è stato ritenuto opportuno armonizzare i monitoraggi effettuati da Eni Rewind, Arpa Liguria e Arpa Piemonte, inserendo uno strumento aggiuntivo costituito dal “Protocollo di monitoraggio sulla verifica della qualità delle acque del fiume Bormida” firmato il 29 novembre 2017 che vede impegnati Regione Liguria, Regione Piemonte, Arpa Liguria, Arpa Piemonte, i comuni di Cengio e Saliceto e Eni Rewind, nel controllo e nello scambio reciproco di dati di monitoraggio relativi alle acque superficiali in corrispondenza di alcuni punti strategici lungo il corso del Fiume Bormida e relativi alle acque sotterranee in corrispondenza dei piezometri maggiormente significativi. I controlli conseguenti al protocollo non hanno rilevato criticità significative nelle acque del fiume Bormida in territorio piemontese.

Sito di Pieve Vergonte

Capitolo
Siti contaminati
Anno
2024

Il sito industriale oggetto di bonifica è ubicato nel territorio del Comune di Pieve Vergonte, in provincia di Verbania, nella media Val d’Ossola, in destra orografica del fiume Toce. Confina a nord con la SP n.117, ad est con la SS n. 33 del Sempione, a nord-est con la ferrovia Novara/Domodossola e ad ovest con l’abitato di Pieve Vergonte. L’area dello stabilimento si estende su una superficie totale di circa 37 ettari, dei quali circa 20 sono occupati da attività produttive condotte attualmente dalla Società Altair Chemical.

Lo stabilimento industriale è sorto attorno al 1915 e le lavorazioni inizialmente erano volte alla produzione di cloro e gas ad uso bellico; successivamente venne sviluppata la produzione di clorurati organici, di arsenico e suoi derivati. Nel dopoguerra venne avviata la produzione di DDT. Nello stesso periodo erano attive le seguenti produzioni: linea cloro-soda con celle Krebbs, acido solforico con forni di arrostimento di pirite, oleum, acido clorosolfonico, ammoniaca sintetica da cracking di metano, solfuro di carbonio, cloralio, acido ossalico, acido formico, fertilizzanti a base di N-P-K, mono e diclorobenzeni, solfato ammonico e tetracloruro di carbonio. Il 30 giugno 1996 è stata fermata la produzione di DDT e il 30 giugno 1997 sono state fermate le produzioni di cloralio e acido clorosolfonico.

Dalle numerose campagne di indagini svolte negli anni (1995-2006) è stato possibile caratterizzare il sito per la contaminazione dei terreni (suolo superficiale e profondo) e le acque di falda. L’area risulta contaminata in massima parte da: Arsenico, Mercurio, altri metalli (Piombo, Rame, Zinco, Vanadio, Selenio, Nichel, Antimonio, Cadmio), DDT e suoi derivati, Esaclorobenzene, Esaclorocicloesani, Idrocarburi clorurati alifatici e aromatici, Benzene, Idrocarburi leggeri e pesanti, Idrocarburi policiclici aromatici, Policlorobifenili, Diossine e Furani.

L’approvazione del Progetto Operativo di Bonifica (POB) è avvenuta nell’ottobre 2013.

Il soggetto che ha in capo la bonifica del sito è la società Eni Rewind S.p.A.

Il progetto prevede interventi su terreni e acque sotterranee contaminate per un arco temporale complessivo di circa 12 anni.

Per quanto riguarda gli interventi sui terreni, è prevista l’escavazione dei terreni contaminati e il confinamento in sito in un impianto della capacità di circa 680.000 m3, oltre alla realizzazione di un impianto di soil washing.

Per quanto riguarda gli interventi sulle acque sotterranee, sono previsti interventi per contenere idraulicamente il flusso di acqua che scorre sotto il sito, ridurre la massa di contaminante presente anche nelle aree sorgenti e preservare la risorsa idrica incontaminata. I lavori sono stati avviati nel corso del 2016.

Nel corso dei lavori si è resa necessaria una variante al progetto principalmente per l’aumento della volumetria dei terreni risultati contaminati; Eni Rewind S.p.A. ha quindi trasmesso al MITE un documento di variante, ad oggi in fase di istruttoria da parte degli Enti coinvolti nel procedimento di bonifica. Sono in corso di ottenimento le autorizzazioni locali per i depositi, propedeutiche all’approvazione della variante al progetto di bonifica da parte del competente Ministero. Il nuovo cronoprogramma degli interventi prevede l’ultimazione dei lavori per l’anno 2028.

Per ciascuna delle componenti ambientali atmosfera, rumore, acque superficiali e sotterranee, vegetazione, fauna ed ecosistemi è previsto un monitoraggio progettato per fasi (ante operam, in corso d’opera, post operam) e cadenzato considerando l’avanzamento spaziale e temporale delle principali attività connesse agli interventi previsti nel progetto operativo di bonifica.

Nel corso del 2016 è terminato il monitoraggio ante operam ed è pertanto in corso il monitoraggio della realizzazione delle opere di bonifica, iniziate ufficialmente nell’aprile 2017. Arpa Piemonte provvede allo svolgimento delle proprie attività istituzionali operando sia nella supervisione delle attività di campo e validazione delle risultanze analitiche di Eni Rewind S.p.A., sia direttamente con il prelievo e l’analisi di campioni di diverse matrici.

Infine, benché l’amianto non sia uno degli inquinanti caratteristici del sito, dopo il recente rinvenimento di terreni con presenza di amianto di origine antropica in una porzione del sito, gestiti all’interno del cantiere di bonifica, l’amianto è stato inserito fra le sostanze contaminanti di interesse per il sito.

Sito di interesse nazionale di Pieve Vergonte, denominazione convenzionale delle aree - Fonte Eni Rewind

Effetti al suolo a seguito di eventi nel 2023

Anno
2024

Rilievo degli effetti al suolo dell'evento di maggio 2023 

Le precipitazioni di intensità moderata, ma persistenti, del periodo 19 - 21 maggio 2023 hanno determinato situazioni di dissesto localizzato e di limitate dimensioni, soprattutto nel settore prealpino e in misura minore nell’area collinare, delle Province di Torino, Biella e Cuneo (colline moreniche e di Torino e zona Langhe), come descritto nel rapporto d'evento

Quadro dei processi di dissesto puntuali rilevati del maggio 2023 - Fonte Arpa Piemonte

A titolo di esempio, si cita il fenomeno di crollo avvenuto nel cuneese, in val Maira, appena oltre l’abitato di Macra. Il distacco è avvenuto dalle pareti rocciose a circa 100 m di altezza a monte della SP 422. Il materiale lapideo crollato ha interessato il “sentiero degli antichi vigneti”, ha impattato contro il tetto di un’abitazione disabitata, posta sotto alla parete rocciosa, ha danneggiato la SP 422 e alcuni blocchi hanno raggiunto i prati sul fondovalle del Maira, al di là della SP 116 per Celle Macra. Si stima che il volume roccioso complessivo franato sia di circa 6 m cubi, mentre quello del blocco che ha raggiunto i prati del fondovalle è di circa 2 metri cubi.

Crollo sulla SP 422 (Macra, CN), traiettoria - Fonte Arpa Piemonte
Crollo sulla SP 422 (Macra, CN), danni - Fonte Arpa Piemonte

In provincia di Torino, si riporta a titolo di esempio il la frana di crollo sulla SP 233 in comune di Chiomonte in direzione della borgata Ramats, con distacco di blocchi di alcune decine di metri cubi che hanno invaso l'intera sede stradale. La frana è stata inserita nella banca dati SIFRAP di Arpa Piemonte (vedi Geoportale Arpa Piemonte).

Crollo sulla SP 233 (Chiomonte, TO) - Fonte Arpa Piemonte

Rilievo degli effetti al suolo degli eventi temporaleschi dell’agosto 2023 

Nella serata del 13 agosto 2023, una cella temporalesca collocata nelle zone di testa dei bacini del T. Frejus ha dato origine ad una colata detritica che ha interessato l’abitato di Bardonecchia (TO). Le acque raccolte dalla rete idrografica secondaria hanno determinato l’erosione e la mobilizzazione del materiale presente in alveo, trasportando a valle la massa di fango e detriti. Nella parte più alta del paese la miscela di acqua e detriti ha colmato completamente la sezione di deflusso, mantenendosi comunque all’interno dell’alveo e causando danni più contenuti; l’esondazione e l’accumulo della colata detritica sono avvenuti nelle parti distali del conoide su cui sorge l’abitato di Bardonecchia, coinvolgendo pesantemente la viabilità cittadina e gli edifici. 

Vista da valle dell’area interessata dall’accumulo di materiale grossolano; sulla sinistra la confluenza con il Rio di Melezet - Fonte Consorzio Forestale Alta Val Susa

Il rapporto di approfondimento pubblicato è disponibile sul sito istituzionale di Arpa al seguente indirizzo: https://www.arpa.piemonte.it/pubblicazione/colata-detritica-13-agosto-2023-nel-comune-bardonecchia

Il rapporto si articola in tre diverse sezioni, rispettivamente dedicate all’approfondimento di aspetti differenti, ma profondamente interconnessi:

  • caratterizzazione geologica e geomorfologica dei bacini della Val di Susa e analisi statistica a partire dalle informazioni storiche sui processi che in questi hanno luogo 
  • analisi e caratterizzazione dei processi torrentizi (attraverso metodologie integrate di classificazione del bacino e modelli di propagazione e deposizione del flusso detritico) che hanno interessato il Rio Frejus
  • approfondimento sugli effetti al suolo rilevati a seguito dell’evento dell’agosto 2023, raccolte a partire dall’analisi di foto aeree, sorvoli aerei e con drone dell’area e specifici rilievi effettuati con sopralluoghi su terreno, e descrizione sintetica delle opere di difesa idraulico-forestali di mitigazione

La frana è stata inserita nella banca dati SIFRAP di Arpa Piemonte (vedi Geoportale Arpa Piemonte). 

Nel tardo pomeriggio del 24 agosto 2023, a seguito di un intenso temporale accompagnato da grandine, si sono verificati fenomeni di colate detritiche lungo la quasi totalità delle aste torrentizie lungo il versante sinistro della Valle Argentera, e alcune aree limitrofe nel comune di Sauze di Cesana (TO). 

Incisione del rio della Pissa, versante sinistro della Valle Argentera: fuoriuscita dall’alveo e divagazione della colata sul conoide, a quota 1830 m circa, con ingente apporto detritico in corrispondenza dell’attraversamento stradale - Fonte Arpa piemonte

Come descritto nel rapporto d'evento  le precipitazioni hanno determinato l’attivazione dei numerosi corsi d’acqua tributari che scendono dalla dorsale Ciatagnera - Roc del Boucher - Cimabosco. Sul fondovalle, le colate detritiche hanno coinvolto la strada comunale della valle e la viabilità locale.

Quadro delle interferenze con la viabilità lungo il versante sinistro della Valle Argentera - Fonte Arpa Piemonte

Rilievo degli effetti al suolo evento ottobre 2023 

Le precipitazioni del periodo 19-21 ottobre 2023 hanno causato limitati effetti al suolo, circoscritti in gran parte al territorio della valle Gesso e sue principali diramazioni, in provincia di Cuneo, descritto nel rapporto d'evento. Per quanto riguarda la valle Gesso, i principali effetti al suolo rilevati ricalcano, per tipologia e localizzazione, quanto avvenuto in eventi precedenti (in particolare ottobre 2020 e giugno 2000), ma in numero decisamente minore e con intensità dei processi più contenuta. 

Quadro dei processi di dissesto puntuali rilevati nell’ottobre 2023 - Fonte Arpa Piemonte

Si riporta a titolo di esempio il fenomeno verificatosi in Località San Giacomo di Entracque. Immediatamente a valle della località, il torrente Gesso della Barra ha eroso parzialmente la spalla sinistra del ponte utilizzato per accedere al Vallone di Monte Colombo, causando l’interruzione del transito, così come era avvenuto, con danni più gravi, nell’ottobre 2020.

Entracque: erosione del ponte presso la località San Giacomo  - Fonte Arpa Piemonte

Pollini & Aria

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pollini
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Arpa Piemonte, attraverso la struttura semplice Epidemiologia Ambientale, svolge attività di coordinamento della rete di monitoraggio dei pollini allergenici e della pubblicazione settimanale del bollettino pollinico.

A livello nazionale Arpa Piemonte aderisce alla rete POLLnet che è la rete di monitoraggio aerobiologico istituzionale del Sistema delle Agenzie Ambientali, e fa parte del Sistema Informativo Nazionale Ambientale (SINAnet). Questa Rete è stata istituita nel 2010 ed è finalizzata:

  • in campo ambientale, ad integrare il monitoraggio della qualità dell'aria, alla stima della biodiversità delle specie vegetali e alla rilevazione di fenomeni legati ai cambiamenti climatici;
  • in campo sanitario, a produrre informazioni di estrema utilità nella diagnostica, nella clinica e nella terapia, contribuendo alla ricerca e alla prevenzione delle patologie allergiche respiratorie.

I pollini sono gli elementi maschili (gametofiti maschili) a cui è affidato il compito di fecondare gli ovuli delle piante superiori (Fanerogame o piante a fiore). 

Le dimensioni dei pollini variano a seconda delle specie di piante, da un minimo di 10 micron come quello delle Urticaceae ad un massimo di 200 micron come quello delle Pinaceae (200 micron equivalgono a 0,2 millimetri).  

Gli allergeni sono contenuti nell'intina, che lo strato più interno della parete del granulo pollinico, e nei granuli di amido.

I fattori che influenzano la presenza di polline in atmosfera sono:

  • le condizioni climatiche del periodo che precede la fioritura perché condizionano la data di inizio del fenomeno;
  • le condizioni meteorologiche (vento, turbolenza dell'aria, pioggia, umidità ed irraggiamento) perché influiscono sulla fluttuazione della concentrazione atmosferica del polline.

L'aerobiologia è un ramo della biologia che si occupa della dispersione, del trasporto e della deposizione di particelle anemofile in atmosfera (particelle viventi e non quali batteri, alghe, funghi, pollini, virus, spore di felci e di muschi, insetti ed altra microfauna, insieme a particelle e gas generati da attività naturali e umane) in modo complementare alle ricerche chimiche e fisiche. L'insieme di queste particelle in sospensione, di varia origine, forma e dimensione, costituiscono l'aerosol atmosferico.

Il contributo che l'aerobiologia può dare, tramite il monitoraggio dei pollini e delle particelle aerodisperse, non è limitato soltanto al campo della medicina ed in particolare dell'allergologia, ma si estende anche ad altri settori quali l'agricoltura, la fitopatologia, la conservazione dei beni culturali, nonché allo studio della biodiversità, del clima e dell'inquinamento atmosferico.

Tuttavia, il suo primo e ancora principale utilizzo è nel campo dell’allergologia al fine di:

  • conoscere la concentrazione di particelle aerodisperse a fini diagnostici e terapeutici;
  • redigere calendari pollinici;
  • sviluppare modelli previsionali di emissione e trasporto dei pollini.
     
Anno
2024

Radon: azioni di prevenzione e risanamento

Anno
2024
Normativa sul Radon

La protezione della popolazione dall’esposizione al radon è stabilita e regolata dalle seguenti norme:

Con l’emanazione del D.Lgs 101/2020, “Attuazione della Direttiva europea 2013/59/Euratom che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i rischi derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti”, è stato fissato un Livello di Riferimento di 300 Bq/m3 per i luoghi di lavoro e le abitazioni. Tale valore rappresenta in termini di media annuale un livello oltre il quale occorre procedere ad interventi di risanamento rivolti a limitare l’ingresso e l’accumulo del radon negli edifici. Il Valore di 300 Bq/m3 è definito come un Livello di Riferimento e non come un semplice limite di legge propriamente detto e al di sotto del quale si è giustificati a non intervenire in alcun modo. In termini di miglioramento della salubrità degli ambienti di vita è invece sempre auspicabile cercare di ridurre la concentrazione di radon a cui si è esposti anche a valori inferiori a 300 Bq/m3.

Alle regioni il medesimo D.Lgs 101/20 e smi attribuisce lo specifico compito di individuare le aree prioritarie cioè quei territori dove si prevede che la concentrazione media annua superi il livello di riferimento in un numero significativo di edifici. Fino all’adozione di un apposito Piano nazionale d’azione radon, previsto dall’art.10 del suddetto Decreto, per l’individuazione delle aree prioritarie si applica il criterio di cui all’art.11 comma 3, cioè si individuano a “rischio radon” le aree in cui almeno il 15% delle abitazioni al piano terra supera il Livello di Riferimento. In tali aree l’obbligo della misura nei Luoghi di Lavoro si estenderà anche ai piani seminterrati e ai piani terra. Nell’art.19 sono stabiliti, inoltre, gli interventi nelle aree prioritarie relativi al radon nelle abitazioni volti ad incentivare la misurazione del radon, con l’attuazione, dove necessario, degli opportuni interventi di risanamento.

La Legge regionale 5/2010 “Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti” prevede che la Regione si doti di strumenti idonei per l’individuazione, la prevenzione e la riduzione dei rischi connessi all’esposizione al gas radon e alla radioattività di origine naturale e che competono all’Arpa le attività di controllo ambientale della radioattività di origine naturale.

Deliberazione della Giunta Regionale 25 novembre 2022, n. 61-6054 “L.r. 5/2010. Individuazione, ai sensi dell’art.11, comma 3, del D.lgs. 101/2020, delle “aree prioritarie”, già "zone ad elevata probabilità di alte concentrazioni di attività di radon", ai sensi dell’art.10 sexies del D.lgs. 230/1995 e disposizioni attuative del Piano regionale di Prevenzione 2020-2025, di cui alla d.g.r. 16-4469 del 29.12.2021”.
 

Prevenire è meglio che curare

"Prevenire è meglio che curare" è un vecchio detto più che mai attuale per la problematica del radon negli edifici, specialmente oggi in cui i progetti di ristrutturazione edilizia indirizzati al risparmio energetico producono in generale un minor ricambio d’aria negli ambienti abitati. 

L’efficientamento energetico degli edifici, ad esempio tramite la messa in opera di serramenti a maggior tenuta, può infatti avere come rovescio della medaglia un significativo incremento della concentrazione di radon e di altri inquinanti indoor.

I metodi per prevenire l’accumulo del radon in un’abitazione sono sostanzialmente gli stessi di quelli attuati per risanare situazioni esistenti ma, se realizzati in fase di costruzione, risultano assai meno onerosi.

Di seguito illustriamo brevemente alcuni semplici principi a cui si dovrebbero uniformare i progetti e i regolamenti edilizi per limitare l’accumulo del radon. Tali accorgimenti, se attuati su vasta scala, sono utili a produrre un generale abbassamento dell’esposizione al radon, migliorando così la qualità e la salubrità degli ambienti interni. 

Rimedi passivi di risanamento del radon - Fonte Arpa Piemonte

Agendo sul ricambio d’aria e sui meccanismi di ingresso del radon nelle strutture è possibile ridurre, con relativa facilità, la presenza del radon. 

A seconda dei casi può essere sufficiente aumentare l’aerazione naturale, oppure introdurre una ventilazione forzata, che può essere attuata direttamente nel locale o in un vespaio e nelle intercapedini. In ogni caso è fondamentale predisporre l’aerazione del vespaio in modo che possa eventualmente essere forzatamente aumentato il ricambio d’aria in un secondo tempo.

 È utile inoltre sapere che, spesso, in un locale abitato, è meglio immettere aria priva di radon dall’esterno piuttosto che aspirare l’aria dall’interno. Nel primo caso, infatti, si crea una leggera sovrappressione che ostacola l’ulteriore ingresso di radon dal pavimento e dalle pareti. Nel secondo caso, invece, c’è il rischio di richiamare altro radon dal suolo. Fortunatamente oggi, al riguardo, la tecnica offre scambiatori d’aria a recupero energetico che moderano fortemente la dispersione del calore. 

Un’ulteriore fronte nella lotta al radon è, poi, la continua evoluzione dei materiali edilizi rivolti all’isolamento e separazione dell’edificio dal suolo. 

Rimedi attiivi di risanamento del radon - Fonte Arpa Piemonte

Essi, anche se principalmente orientati all’isolamento termico, possono giocare a favore di una riduzione del radon, creando una barriera al suo passaggio. Occorre, però, assicurarsi che dispongano delle adeguate certificazioni a riguardo e siano poi posati a regola d’arte. 

Nelle situazioni in cui non è facile intervenire internamente all’edificio possono invece essere realizzati all’esterno i così detti “pozzetti radon”: cavità in cui i gas del suolo vengono aspirati (depressurizzazione del suolo) e il radon viene trascinato in esterno prima che possa insinuarsi all’interno dell’abitazione.

Si ricorda infine che nella normativa è stata introdotta la figura professionale dell’esperto in risanamento radon come riferimento per la parte progettuale degli interventi inerenti al radon sulla struttura di un edificio.

Nel 2022 la Regione Piemonte, con la Delibera della Giunta Regionale del 25 novembre 2022 n.61-6054, ha individuato dette aree prioritarie ai sensi dell’art. 11 del D.Lgs. 101/2020.

In tali aree definite a “rischio radon” l’obbligo della misura si estende anche ai piani seminterrati e piani terra. 

Per prevenire l’esposizione al radon negli edifici, Arpa Piemonte è disponibile per verificare l’efficacia delle azioni intraprese negli edifici in cui si è riscontrata un’elevata concentrazione di radon.

Informazioni e risorse aggiuntive

Radon - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Radon

Regione Piemonte Radon https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/radon

DECRETO LEGISLATIVO 31 luglio 2020, n. 101 Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell'articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117 https://www.normattiva.it/eli/id/2020/08/12/20G00121/CONSOLIDATED

Deliberazione della Giunta Regionale 25 novembre 2022, n. 61-6054 L.r. 5/2010. Individuazione, ai sensi dell’art.11, comma 3, del D.lgs. 101/2020, delle “aree prioritarie”, gia' "zone ad elevata probabilita' di alte concentrazioni di attivita' di radon", ai sensi dell’art.10 sexies del D.lgs. 230/1995 e disposizioni attuative del Piano regionale di Prevenzione 2020-2025, di cui alla d.g.r. 16-4469 del 29.12.2021. http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2023/02/attach/dgr_06054_1050_25112022.pdf

Becquerel - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Becquerel

Sievert - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Sievert

Dosimetria - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Dosimetria

Centraline di allerta Geiger - Müller

Anno
2024

Lo scopo della rete di allerta Geiger-Müller è di ottenere in tempo reale un dato sui livelli di radioattività in atmosfera, con particolare riguardo ai possibili rilasci provenienti dagli impianti nucleari transfrontalieri. 

I 29 sensori costituenti la rete forniscono il dato di rateo di dose gamma in aria espresso in nSv/h (nanoSievert/ora). 

Poiché la dose gamma in aria dipende in buona parte dalla radioattività ambientale, la quale in condizioni normali è un fattore relativamente costante nell’ambiente, il monitoraggio in continuo di questa grandezza è un ottimo indicatore di eventi incidentali.

Per ogni centralina sono stati stato definiti un livello di attenzione e un livello di allarme, relativi alla situazione locale e costruiti sulla serie storica di dati disponibili.

Infatti, la finalità di questa rete è essenzialmente di osservare discontinuità in tempo reale riferibili al passaggio di una nube radioattiva ed è appunto la variazione rispetto alle condizioni usuali che permette di rilevare l’anomalia cercata.

Non vi è un limite assoluto di valutazione dei dati anche perchè la dose dovuta alla radioattività naturale non concorre alla valutazione del superamento della dose efficace stabilita dalla normativa, che si riferisce solo ai radionuclidi artificiali e alle radiazioni prodotte artificialmente e dunque alla verifica del rispetto delle ordinarie misure di corretta gestione delle sorgenti di radiazioni ionizzanti.

Se il rateo di dose gamma in aria misurato supera il livello di attenzione occorre monitorare l’evolversi della situazione, se supera il livello di allarme si può ragionevolmente supporre che sia accaduto un incidente radiologico o nucleare nelle vicinanze e si iniziano a effettuare gli approfondimenti e le valutazioni dosimetriche.

Dall’installazione ad oggi non si sono verificati aumenti anomali di dose gamma in aria.

La rete si interfaccia strettamente con i dati meteo idrografici: i sensori sono infatti installati in corrispondenza di alcune stazioni della rete meteo idrografica, ciò permette di interpretare i dati scontando l’effetto che le condizioni meteorologiche hanno sulla fluttuazione dei dati.

Le 29 centraline della rete di allerta Geiger-Mueller sul territorio della Regione Piemonte - Fonte Arpa Piemonte
Valore medio annuale di rateo di dose gamma in aria misurato dalle 29 centraline della rete di allerta Geiger
Stazione 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023
Alessandria 101.3 103.2 102.1 103.0 103.0 99.0 90.5 94.9
Asti 125.7 130.8 129.8 129.6 129.9 133 130.9 137.2
Bardonecchia 125.1 126.7 117.1 120.6 120.7 123.3 119.6 120.9
Bergalli 93.3 94.0 93.1 92.7 93.8 93.4 92.8 97.9
Biella 161.5 163.8 166.2 168.4 168.7 138.9 138.2 138.1
Borgofranco 109.1 107.6 106.6 105.8 106.6 105.4 104.9 109.9
Bruggi 129.8 130.5 120 126.9 121 122 133.3 134.1
Casal Cermelli 58.4 58.3 58.0 58.0 59.5 67.6 65.5 63.5
Colle Barant 128 120.5 122.3 123.9 128 127.3 118.8 127.1
Colle Bercia 95.5 94.7 95.1 96.0 95.3 97.2 93.1 93.6
Colle Dell’Agnello 150.7 155.1 148.2 124.5 167.8 162.6 144.3 153.3
Crea 77.2 79.4 80.8 83.8 82.7 83.7 82.6 83.3
Cuneo 139.5 141 140.6 140.3 140.2 140.6 139.3 129.3
Diga Chiotas 134.2 130.3 128.5 133.5 132.8 136.6 138.8 140
Domodossola 153.6 152.5 142.9 142.9 142.6 141.5 142.0 142.8
Fraconalto 67.4 64.3 65.0 65.0 64.1 63.9 62.8 63.5
Isola Sant’Antonio 85.4 86.7 84.7 84.8 89.6 89.9 88.9 90.9
Lago Agnel 150.3 150.3 140.4 143.2 152.0 161.0 153.4 138.3
Nebbiuno 140.3 142.4 141.9 139.7 138.0 139.2 143.3 141
Novara 112.2 116.2 113.3 113.9 112.4 114.3 113.4 116.9
Pallanza 114.4 115.6 116.1 115.5 115.4 112.5 110.8 110.4
Passo del Moro 172.6 191.1 172.0 171.0 136.7 217.2 174.3 196.3
Piani di Carrega 110.6 114.4 111.1 112.3 109.3 110.8 110.9 109.7
Torino 102.1 104.1 102.5 102.1 102.3 102.1 101.0 99.4
Tricerro 109.4 111.5 109.4 109.9 109.3 110.8 110.7 112.7
Upega 101.8 103.8 101.6 102.3 102.8 102.4 100.0 99.8
Vercelli 116.2 116.5 100.0 100.6 101.5 101.9 101.0 100.6
Verolengo 119.7 119.8 118.0 114.1 110.4 111.0 110.0 111.5
Vinadio 133.4 132.1 128.9 131.6 130.9 130.0 131.1 129.7
Valore medio annuale di rateo di dose gamma in aria misurato dalle 29 centraline della rete di allerta Geiger-Müller, dal 2016 al 2023 in nanoSv/h - Fonte Arpa Piemonte

Infatti, la dose gamma in aria misurata dalle centraline varia nel corso della giornata e dell’anno per fenomeni naturali. 

Si può osservare un aumento quando i radionuclidi naturali normalmente presenti nel pulviscolo atmosferico precipitano al suolo insieme al pulviscolo stesso durante un fenomeno di precipitazione (es. pioggia) determinando un temporaneo aumento dei livelli di dose. 

Questo aumento però rientra nel giro di poche ore dalla fine dell’evento piovoso.

In altri casi si può osservare l’effetto della schermatura del manto nevoso sul contributo della dose gamma proveniente dal suolo, cosicché, per le centraline situate oltre i 2000 m.s.l.m. per le quali si ha uno spessore di neve consistente, in inverno si ha una diminuzione della dose gamma in aria totale. 

Esempio di aumento della dose gamma in aria in seguito a precipitazioni - Fonte Arpa Piemonte
Variazioni della dose gamma in aria dovute alla copertura nevosa del suolo in inverno, stazione Passo del Moro - Fonte Arpa Piemonte
Variazioni della dose gamma in aria dovute alla copertura nevosa del suolo in inverno, stazione Colle dell’Agnello - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

Sievert - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Sievert

Dosimetria - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Dosimetria

Radiazioni ionizzanti, risposte per l'aria

Tema
Tipo
Paragrafi
Misura dei livelli di radioattività

La misura dei livelli di radioattività in aria è l’indicatore più rapido e la spia più efficace di incidenti nucleari, anche con origine molto lontana dal nostro Paese: per questo motivo questa attività riveste una particolare importanza ed è oggetto di grande attenzione da parte di Arpa Piemonte. I livelli di radioattività in aria sono tenuti sotto controllo nei seguenti modi:

  • controllo del particolato presente in atmosfera;
  • controllo delle ricadute (pioggia, neve, pulviscolo), il cosiddetto “fallout”;
  • controllo della dose gamma.

Particolato Atmosferico

Il particolato atmosferico viene campionato in continua. I filtri di raccolta delle polveri sospese vengono analizzati quotidianamente per la determinazione della concentrazione alfa e beta totale e per l'individuazione dei radionuclidi gamma emettitori. Queste misure sono un utile strumento per la rivelazione di eventi incidentali, radiologici o nucleari, avvenuti anche al di fuori del territorio italiano.

Fallout

Il controllo delle ricadute radioattive (fallout) si effettua raccogliendo tutte le ricadute atmosferiche (pioggia, neve, pulviscolo) in vasche di grandi dimensioni poste in luoghi aperti. I campioni sono misurati mensilmente per l'individuazione di radionuclidi gamma emettitori, come il cesio 137 e, semestralmente, per l'individuazione di altri radionuclidi di più difficile determinazione ma di elevato interesse ambientale e sanitario come lo stronzio 90 e gli isotopi del plutonio (Pu-238, Pu-239 e Pu-240), che sono ancora presenti in ambiente soprattutto come conseguenza dei test nucleari in atmosfera degli anni '60. Questo tipo di controllo permette di quantificare indirettamente la contaminazione superficiale dovuta a ricaduta radioattiva. È una misura estremamente sensibile in grado di rivelare concentrazioni di attività molto piccole.

Dose gamma in aria

Il controllo della dose gamma in aria viene effettuato in modo completamente automatico da rivelatori dislocati sul territorio che misurano e trasmettono con continuità i valori di radioattività totale presente in ambiente, senza distinguere tra radioattività naturale ed artificiale.

Azioni di prevenzione e risanamento

 

Mappatura delle criticità sul territorio
Informazioni e risorse aggiuntive

Rapporti sulla radioattività ambientale di Arpa Piemonte https://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/radioattivita/reti-monitoraggio/documentazione

Anno
2024

Controlli sugli impianti termici

Anno
2024

Il controllo della rispondenza degli impianti tecnici alle caratteristiche di efficienza energetica necessarie al contenimento delle emissioni e quindi al raggiungimento degli obiettivi di qualità dell’aria e di mitigazione dei cambiamenti climatici è parte integrante delle politiche ambientali.

Arpa Piemonte svolge attività di verifica ispettive e di controllo sugli impianti termici, verificandone le caratteristiche e lo stato di manutenzione e di efficienza energetica.
Le norme di riferimento sono il DPR 16/4/2013 n° 74  e la D.G.R. n. 10-3262 del 21 maggio 2021, che individua i principali criteri secondo i quali effettuare gli accertamenti documentali e le ispezioni sugli impianti. La competenza sulle attività ispettive è attribuita a Arpa Piemonte dalla legge regionale 15/2020, mentre sono attribuite alle Province e alla Città Metropolitana di Torino le competenze sulle attività di accertamento documentale.

Nel 2023 il numero degli impianti termici controllati è risultato in costante crescita con un aumento di circa il 13% rispetto all’anno precedente passando da un numero complessivo di 1604 impianti controllati nel 2022 a quello di 1806 nel 2023. 

In particolare, nel 2023 il numero di controlli, per potenza di impianto è stata così suddivisa:

  • 4 % su impianti con potenze inferiori a 100 kW;
  • 54 % su impianti con potenze tra 100 e 350 kW;
  • 42 % con potenze superiori a 350 kW.

Più dell’96 % dei controlli ha pertanto riguardato realtà complesse quali centrali termiche di condomini con numerose unità abitative.

Confrontando il numero di ispezioni effettuate negli anni 2019 - 2023 nelle diverse Province, si nota la tendenza crescente del numero di ispezioni sugli impianti termici effettuati, frutto di un importante sforzo organizzativo messo in atto dall’Agenzia e di specifiche risorse destinate dalla Regione Piemonte per rendere più efficaci i controlli su una componente che contribuisce in modo significativo all’inquinamento dell’aria.

Fonte Arpa Piemonte

La maggior parte delle sanzioni emesse a seguito dei controlli sono state motivate dal non rispetto del limite di rendimento e di concentrazione di NOx nelle emissioni.

In particolare, nel 2022 sono state comminate 478 sanzioni e nel 2023 sono state comminate 485sanzioni. 

Altre cause che hanno determinato le sanzioni sono state violazioni relative alle norme sull’efficienza energetica, quali mancata manutenzione dell’impianto o mancata installazione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione.

Informazioni e risorse aggiuntive


DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 16 aprile 2013, n. 74 Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192. https://www.normattiva.it/eli/id/2013/06/27/13G00114/CONSOLIDATED/20200610

D.G.R. 28 Settembre 2018, n. 32-7605 L.R. 3/2015, art. 39, c. 1, lettere c), g) e l). Approvazione delle nuove disposizioni in materia di catasto, accertamenti e ispezioni degli impianti termici e obblighi di comunicazione in capo ai distributori di combustibile per gli impianti termici. Revoca delle DD.G.R. del 6.10.2014 n. 13-381 e s.m.i., 25.05.2015, n. 17-1466 e 29.12.2015, n. 23-2724. http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2018/40/siste/00000003.htm