Mappatura della presenza di amianto

La mappatura della presenza di amianto comporta l'individuazione e la delimitazione dei siti caratterizzati dalla presenza di amianto nell'ambiente naturale e costruito.

La Regione Piemonte, tramite la collaborazione di Arpa Piemonte, provvede alla mappatura dell’amianto nell’ambiente costruito e naturale, in coerenza con quanto disposto dal Decreto del Ministero dell'Ambiente 18 marzo 2003, n. 101Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto, ai sensi dell'articolo 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93

La mappatura dell’amianto di origine antropica riguarda l’individuazione delle coperture in cemento-amianto.

La mappatura della presenza di amianto di origine naturale si attua tramite una classificazione del territorio, ove minerali di amianto siano stati accertati o siano potenzialmente presenti.

In esito alle attività, si dispone di una classificazione del territorio regionale alla scala 1:100.000 delle rocce con presenza accertata o potenziale di minerali di amianto ed alla produzione di alcuni fogli alla scala 1:50.000 / 1:25.000.

E’ stata inoltre prodotta una classificazione delle aree sulla base delle probabilità di riscontro di amianto.

La mappatura dell’amianto di origine antropica e dell’amianto di origine naturale è consultabile e scaricabile nel geoportale Arpa Piemonte:

Il documento Amianto naturale in Piemonte. Cronistoria delle concessioni e dei permessi di ricerca mineraria nato in esito allo svolgimento delle attività di mappatura della presenza naturale di amianto, raccoglie le testimonianze della ricerca mineraria di amianto in Piemonte.

Anno
2024
Paragrafi

La mappatura della presenza di amianto comporta l'individuazione e la delimitazione dei siti caratterizzati dalla presenza di amianto nell'ambiente naturale e costruito.

La Regione Piemonte, tramite la collaborazione di Arpa Piemonte, provvede alla mappatura dell’amianto nell’ambiente costruito e naturale, in coerenza con quanto disposto dal Decreto del Ministero dell'Ambiente 18 marzo 2003, n. 101Regolamento per la realizzazione di una mappatura delle zone del territorio nazionale interessate dalla presenza di amianto, ai sensi dell'articolo 20 della legge 23 marzo 2001, n. 93

La mappatura dell’amianto di origine antropica riguarda l’individuazione delle coperture in cemento-amianto.

La mappatura della presenza di amianto di origine naturale si attua tramite una classificazione del territorio, ove minerali di amianto siano stati accertati o siano potenzialmente presenti.

In esito alle attività, si dispone di una classificazione del territorio regionale alla scala 1:100.000 delle rocce con presenza accertata o potenziale di minerali di amianto ed alla produzione di alcuni fogli alla scala 1:50.000 / 1:25.000.

E’ stata inoltre prodotta una classificazione delle aree sulla base delle probabilità di riscontro di amianto.

La mappatura dell’amianto di origine antropica e dell’amianto di origine naturale è consultabile e scaricabile nel geoportale Arpa Piemonte:

Il documento Amianto naturale in Piemonte. Cronistoria delle concessioni e dei permessi di ricerca mineraria nato in esito allo svolgimento delle attività di mappatura della presenza naturale di amianto, raccoglie le testimonianze della ricerca mineraria di amianto in Piemonte.

Capitolo
Amianto
Anno
2024

Piano Regionale Amianto

Capitolo
Anno
2024

In Piemonte è vigente il Piano Regionale Amianto 2016-2020 , approvato con Deliberazione del Consiglio Regionale n. 124-7279 del 1 marzo 2016, al cui interno sono riportate indicazioni ed obiettivi che l’Amministrazione intende raggiungere nel periodo di validità quinquennale.

Il Piano Regionale Amianto si pone come strumento che definisce gli obiettivi da perseguire per un concreto risanamento del territorio piemontese e per far sì che ove vi è presenza di amianto la gestione delle problematiche conseguenti sia effettuata nel rispetto di adeguati livelli di cautela e competenza. Più precisamente, tra gli obiettivi si cita:

  • la salvaguardia e la tutela della salute rispetto all'inquinamento da fibre di amianto nei luoghi di vita e di lavoro;
  • la rimozione dei fattori di rischio indotti dall'amianto mediante la bonifica di siti, impianti, edifici e manufatti in cui sia stata rilevata la presenza di amianto;
  • il sostegno alla ricerca e alla sperimentazione nel campo della prevenzione, della diagnosi e della terapia delle patologie amianto correlate;
  • il sostegno alle persone affette da malattie amianto correlate;
  • la ricerca e la sperimentazione di tecniche per la bonifica degli amianti e il recupero dei siti contaminati;
  • la promozione di iniziative di educazione e informazione finalizzate a ridurre il rischio amianto.

Il Piano tratta gli aspetti sanitari ed ambientali, spazia dalla ricognizione della presenza di amianto - tramite la mappatura - alla bonifica, allo smaltimento, alla formazione delle figure che operano in materia di amianto. 

È stato recentemente intrapreso il percorso di aggiornamento del Piano regionale amianto.

Piano Territoriale Regionale (PTR)

Anno
2024

Il Piano territoriale regionale (PTR) è lo strumento che individua le strategie e gli obiettivi per lo sviluppo del territorio regionale, indica le azioni da intraprendere per il loro perseguimento e ne affida l'attuazione, attraverso momenti di verifica e di confronto, agli enti che operano a scala provinciale e locale.

Fornisce quindi l'interpretazione e la lettura strutturale del territorio regionale, definendo gli indirizzi di pianificazione generale e settoriale ai fini del coordinamento di piani, programmi e progetti regionali di settore, nonché delle direttive e degli atti programmatici di rilevanza territoriale.

Il Piano vigente, approvato con DCR n. 122-29783 del 21 luglio 2011, è incentrato sul riconoscimento del sistema policentrico regionale e delle sue potenzialità e, basandosi sui principi di sussidiarietà e di co-pianificazione, ha rappresentato, nella sua dimensione strategica, lo strumento di connessione tra le indicazioni derivanti dal sistema della programmazione regionale e il riconoscimento delle vocazioni del territorio.

La sua natura di indirizzo, inquadramento e promozione delle politiche di carattere socio-economico e territoriale richiede, da un lato, un periodico aggiornamento del quadro della conoscenza del territorio piemontese e, dall’altro, la verifica dell’attuazione delle politiche e delle strategie definite al momento dell’approvazione. Per questo è stato avviato il processo di aggiornamento del Piano vigente, che ha portato nel giugno 2024 all’adozione da parte della Giunta regionale dei nuovi elaborati, comunque non soggetti a misure di salvaguardia.
 

Struttura e articolazione del Piano


Il Ptr si articola in tre componenti diverse che interagiscono tra loro:

  • un quadro di riferimento, componente conoscitivo-strutturale del piano, che ha per oggetto la lettura critica del territorio regionale (aspetti insediativi, socio-economici, morfologici, paesaggistico-ambientali ed ecologici), la trama delle reti e dei sistemi locali territoriali che struttura il Piemonte;
  • una parte strategica, componente di coordinamento delle politiche e dei progetti, sulla base della quale individuare gli interessi da tutelare a priori e i grandi assi strategici di sviluppo;
  • una parte statutaria, componente regolamentare del piano, volta a definire ruoli e funzioni dei diversi ambiti di governo del territorio sulla base dei principi di autonomia locale e sussidiarietà.

Le componenti del Piano si sviluppano su una matrice territoriale caratterizzata dalla suddivisione del territorio regionale in 33 unità territoriali, denominate Ambiti di integrazione territoriale (Ait); in ciascuno di essi sono rappresentate le connessioni positive e negative, attuali e potenziali, strutturali e dinamiche che devono essere oggetto di una pianificazione integrata.

Per altre informazioni, scarica la presentazione sintetica del Ptr.
 

Il rapporto fra il Piano Territoriale e il Piano Paesaggistico


Il Piano Territoriale Regionale e il Piano Paesaggistico Regionale (PPR) sono atti complementari di un unico processo di pianificazione volto al riconoscimento, gestione, salvaguardia, riqualificazione e valorizzazione dei territori della Regione. Già nella fase di predisposizione dei due strumenti, il coordinamento tra i due Piani è avvenuto attraverso la definizione di un sistema di cinque strategie e di obiettivi generali comuni:

Le cinque strategie

  • Riqualificazione territoriale, tutela e valorizzazione del paesaggio
  • Sostenibilità ambientale, efficienza energetica
  • Integrazione territoriale delle infrastrutture di mobilità, comunicazione, logistica
  • Ricerca, innovazione e transizione economico-produttiva
  • Valorizzazione delle risorse umane e delle capacità istituzionali

Per avere notizie sul processo di aggiornamento del Ptr, visita la scheda informativa sul sito di Regione Piemonte.

Priorità 3.E - Conservare la biodiversità

Anno
2024

La biodiversità è fondamentale, poiché insieme all’aria, acqua e suolo, costituisce parte integrante del nostro capitale naturale. Capitale naturale e biodiversità stabilizzano e garantiscono il corretto funzionamento degli ecosistemi e dei servizi che questi ci offrono. Essa è, quindi, valore universale e bene comune da tutelare per le attuali e per le future generazioni.

Questa priorità intende integrare le politiche di tutela della biodiversità, che già da anni impegnano le istituzioni regionali, nelle politiche di sviluppo del Piemonte per valorizzare il ruolo chiave della diversità del patrimonio naturale nel creare modelli di sviluppo “consapevoli” in grado di coniugare la crescita economica e sociale con la conservazione delle risorse naturali. Le politiche dovranno tendere all’estensione delle aree tutelate per raggiungere uno degli obiettivi cardine definiti dalla Strategia Europea per la Biodiversità e dal Goal 15 di Agenda 2030 che stabilisce che, al 2030, almeno il 30% del territorio sia costituito da aree naturali.
I dati sulla biodiversità in Piemonte evidenziano che il territorio piemontese è un hot-spot di biodiversità, grazie alla grande varietà di specie animali e vegetali censite: è stata verificata la presenza di circa 3.600 specie floristiche, mentre per la parte faunistica sono presenti 400 specie di uccelli, 80 specie di mammiferi, 40 di rettili e anfibi, e 60 di pesci.

L’estensione complessiva delle aree tutelate (Rete Natura 2000, Aree Protette, Zone Contigue e Zone di Salvaguardia) ammonta a quasi 460 mila ettari di territorio protetto, pari a più del 18% del territorio piemontese e rappresentando la base della Rete ecologica regionale. In particolare, il sistema dei Parchi regionali è costituito da 104 Aree protette, per una superficie complessiva di 200.540 ettari. Oltre alle Aree protette regionali, la regione Piemonte conta due Parchi Nazionali: il Gran Paradiso e la Val Grande.

Se i siti e le funzioni della rete Natura 2000 e delle Aree protette costituiscono la struttura portante della Rete ecologica regionale, non va dimenticato che il Piemonte ha un patrimonio di biodiversità anche al di fuori del sistema tutelato, patrimonio che richiede attenzione e misure per garantire che suoli e ambienti anche non sottoposti a tutela, siano preservati e possano assolvere alla loro funzione ecosistemica. Parte della biodiversità piemontese risiede nelle aree forestali: i boschi in Piemonte ricoprono, infatti, più di 1/3 del territorio regionale e con superficie tutt’ora in aumento spontaneo. Nei diversi habitat forestali presenti in Piemonte, il livello di biodiversità è però molto variabile, sia in relazione alle caratteristiche naturali, sia al tipo di utilizzo storico da parte dell’uomo che può portare cambiamenti alla composizione specifica, alla struttura o all’estensione dei boschi.

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Priorità 3.D - Tutelare le acque e i suoli

Anno
2024

Questa priorità intende integrare le politiche di tutela delle acque e dei suoli, che già da anni impegnano le istituzioni regionali, nelle politiche di sviluppo del Piemonte per valorizzare il ruolo chiave di queste risorse “finite” nel creare modelli di sviluppo consapevoli in grado di coniugare la crescita con il rispetto della loro capacità di rigenerazione.

La sostenibilità nella gestione delle acque non può prescindere dall’affrontarne le criticità con una visione complessiva, in cui qualità e quantità della risorsa e morfologia dei corpi idrici siano parte di un unico progetto di tutela atto a garantire disponibilità di acqua e servizi alle comunità (non solo acqua potabile e per la produzione ma anche sistemi di depurazione efficienti, sicurezza in caso di eventi estremi, godibilità degli ambienti acquatici).

L’acqua è uno dei comparti ambientali ed economici maggiormente impattati dal cambiamento climatico e questo determina effetti sia sulla sopravvivenza della biosfera, sia sulla disponibilità idrica per l’uso potabile e l’uso del sistema produttivo agricolo, energetico e industriale piemontese. Carenza idrica e siccità sono tra gli impatti più evidenti del cambiamento climatico a carico delle acque. Questi temi sono concretamente affrontati nell’ambito del sistema di pianificazione distrettuale e regionale, che orienta la sua azione a promuovere la diffusione di comportamenti virtuosi per una gestione quantitativa e qualitativa sostenibile della risorsa idrica, bene prezioso e ora più che mai da tutelare, in un’ottica di sostenibilità dell’azione umana sul territorio.

Nel bacino idrografico piemontese, complessivamente, non si rileva una variazione significativa del valore medio di portata annuale, bensì una diversa distribuzione delle portate durante l’anno con un’amplificazione dei fenomeni estremi: anticipo dello scioglimento nivale, maggiore siccità estiva e concentrazione dei giorni di pioggia.
L’alternarsi sempre più frequente di periodi di scarsità d’acqua a periodi di forti e improvvise precipitazioni genera, nell’immediato, danni al territorio e pericoli per la popolazione e, nel lungo periodo, richiede un’attenta gestione della risorsa che, diversamente rischia di diventare scarsa per tutti gli usi a cui è destinata.

In Piemonte, così come nel resto delle regioni europee, sono tanti gli elementi che incidono sul degrado del suolo e che concorrono a renderlo un elemento vulnerabile. Tra le cause di compromissione di questa risorsa, emergono principalmente l’espansione delle città, l’erosione, la deforestazione e l’inquinamento.

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Priorità 3.C - Valorizzare il patrimonio culturale e ambientale

Anno
2024

Questa priorità riguarda le azioni di valorizzazione del capitale naturale nonché del patrimonio storico e culturale del Piemonte al fine di rafforzare identità, attrattività e competitività territoriali.

Il Piemonte, per conformazione geografica e storia vissuta, ha in dotazione un ampissimo patrimonio naturale e culturale, che sapientemente tutelato e valorizzato può contribuire allo sviluppo del territorio regionale, creando ricchezzae migliorando le condizioni di benessere delle comunità locali. Il target 11.4 di Agenda 2030 esorta a rafforzare le azioni per la protezione e promozione del patrimonio culturale e naturale, indicandolo come elemento contributore alla creazione di città e territori inclusivi, sicuri, resilienti e sostenibili.

Il Piemonte, tracciando le linee di questa priorità, sceglie di “mettere a valore” il proprio patrimonio naturale e culturale anche attraverso nuove modalità di approccio alla tutela e alla gestione di tali elementi, che consentano, a scala territoriale adeguata, di riprendere la strada dello sviluppo, recuperando competitività e nel contempo, creando benessere per le comunità locali.

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Priorità 3.B - Ridurre le marginalità territoriali

Anno
2024

Questa priorità affronta il tema dei territori considerati di “margine” del Piemonte, non soltanto come un problema e una criticità ma come una risorsa, come uno spazio potenzialmente al positivo, per i valori socio culturali, economici e ambientali che rappresentano e con le loro possibilità di sviluppo.

In generale, il concetto di marginalità è espressione di una condizione rilevabile di disagio che connota un dato territorio, uno svantaggio per aspetti di tipo sociale, economico e territoriale: i concetti applicabili sono quelli di “marginalità socioeconomica e infrastrutturale”.

Le politiche in questo ambito si concentrano su due tipologie di aree marginali del Piemonte, quelle riferite a:

  • le aree interne delle montagne e il metro-montano;
  • le periferie delle città, la qualità urbana e il metro-rurale.

Si pone quindi l’accento sulle dimensioni più territoriali e di pianificazione che ne ridisegnano ruoli, potenzialità e sviluppi rispetto alla regione nel suo complesso.
In questo ambito, per i territori rurali e montani, rientrano le politiche di promozione di green communities come nuove forme organizzative e di sviluppo delle comunità locali, finalizzate a stabilire un nuovo rapporto sussidiario e di scambio con le comunità urbane e metropolitane in più campi: economico, energetico, ambientale, turistico, di costruzione e gestione sostenibile del patrimonio edilizio e delle infrastrutture, dei servizi, della mobilità e dei trasporti.

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