I PFAS nelle acque superficiali e sotterranee in Piemonte

Anno
2024
Dove trovare le informazioni sui PFAS

Nella sezione "Monitoraggio dal 2021" del   Portale sui PFAS di Arpa Piemonte sono pubblicati i risultati delle analisi PFAS condotte da Arpa Piemonte a partire dal 2021.

Cosa sono i PFAS

Le sostanze Poli- e Per-fluoroalchiliche (PFAS) note sono oltre 10.000, non esistono in natura e sono prodotte unicamente per sintesi o per degradazione dei prodotti di sintesi.

I PFAS hanno una vasta gamma di proprietà fisiche e chimiche e possono essere gas, liquidi o polimeri solidi ad alto peso molecolare.

Le molecole più utilizzate e studiate di questa famiglia sono l’acido perfluoroottanoico (PFOA) e l’acido perfluoroottansolfonico (PFOS). 

I PFAS sono costituiti da catene di carbonio parzialmente o totalmente fluorurate, la  lunghezza della catena fluorurata e i diversi gruppi chimici funzionali che vengono a questa connessi  determinano le differenti caratteristiche chimico-fisiche di ogni sostanza e influenzano il loro comportamento nell’ambiente e negli organismi, nonché il loro bioaccumulo e la loro tossicità.

Molte delle sostanze perfluoroalchiliche (come ad es. il  PFOA  , il PFOS e le catene C9-C14 PFCAs) sono già identificate come sostanze persistenti, bioaccumulabili e tossiche (PBT) o molto persistenti e molto bioaccumulabili (vPvB); per altre sostanze sono ancora in corso le valutazioni.

Tali proprietà conferiscono la caratteristica di sostanze estremamente preoccupanti (SVHC - Substance of very high concern) per le quali il Parlamento Europeo presta particolare attenzione nella gestione del rischio.

Usi dei PFAS - Modificato da https://defence.gov.au
Dove sono presenti

A partire dagli anni Cinquanta i PFAS si sono diffusi in tutto il mondo, utilizzati per rendere resistenti ai grassi e all'acqua tessuti, carta, rivestimenti per contenitori di alimenti ma anche per la produzione di pellicole fotografiche, schiume antincendio, detergenti per la casa. Si trovano nei cosmetici, nei capi di abbigliamento impermeabili, nelle padelle antiaderenti, negli imballaggi in carta. Sono presenti in numerosissimi prodotti di uso comune e sono ancora oggi indispensabili in diversi processi industriali.

Come conseguenza dell’estensiva produzione e uso dei PFAS e delle loro caratteristiche chimiche, questi composti sono stati rilevati in concentrazioni significative nell’ambiente e negli organismi viventi. Ciò è riconducibile alla persistenza nell’ambiente dovuta all’elevata stabilità del legame carbonio-fluoro, alla mobilità nei suoli e nelle acque, all'elevata solubilità nelle acque e alla capacità di bioaccumulo nel Biota per l’assenza di biotrasformazioni.

Data la loro capacità di accumularsi negli organismi, la concentrazione di PFAS aumenta man mano che si sale lungo la catena alimentare, attraverso il meccanismo detto di bioamplificazione. Infatti, considerando che l’esposizione dell’uomo avviene principalmente per via alimentare, per inalazione e per ingestione di polveri, nel momento in cui queste sostanze contaminano l’acqua, entrano nella catena alimentare attraverso il suolo, la vegetazione, le coltivazioni, gli animali e quindi gli alimenti.

Vie di esposizione tipiche per i PFAS - Fonte https://www.eea.europa.eu/publications/emerging-chemical-risks-in-europe/emerging-chemical-risks-in-europe
Quali sono le norme che si applicano ai PFAS

Dal 2006 l’Unione Europea ha previsto restrizioni per produzione e utilizzo del PFOS, ad oggi incluso tra le sostanze vietate nell’Allegato XVII del  Regolamento 1907/2006 (REACh). 

Dal 2020 anche il PFOA non è più prodotto o commercializzato.  

Dal 2019, per le acque superficiali e sotterranee, in Italia sono definiti  Standard di Qualità Ambientale  (SQA) di alcuni PFAS, superati i quali i corpi idrici ricevono un giudizio inferiore di qualità e la pianificazione di bacino idrografico definisce interventi correttivi.

Il 21 marzo 2023 è entrato in vigore il decreto legislativo 18/2023 Attuazione della  Direttiva 2020/2184  del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano”. 

Esso prevede che, qualora vengano superati i valori di parametro fissati, è necessario prendere misure appropriate per ridurre o eliminare il rischio.

Cosa si sta facendo in Piemonte

Arpa Piemonte ha avviato l’attività analitica nel 2009 monitorando la diffusione dei PFAS nei corpi idrici regionali; l’attività si è sviluppata negli anni indagando altre matrici e ampliando il numero delle sostanze ricercate. 

Nell’ambito del monitoraggio dei corpi idrici è stata presto riscontrata la presenza di diverse sostanze PFAS ed è stata individuata una zona particolarmente contaminata a causa di un inquinamento puntuale storico e tuttora attivo, intorno al Polo Chimico di Spinetta Marengo ove vengono prodotte tali sostanze. 

Nel 2009 Arpa determinava nelle acque solo PFOA e PFOS, oggi le sostanze ricercate e quantificate dai laboratori sono più di 20 individuate tra le molecole rilevanti per aggiornamenti normativi o criticità sito-specifiche. L’evoluzione tecnologica della strumentazione in uso ha permesso negli anni di ottimizzare la sensibilità dei metodi adottati e di conseguenza è possibile confermare la diffusione di queste sostanze anche se in concentrazioni molto ridotte

Per individuare eventuali altre fonti di inquinamento da PFAS sul territorio regionale, Arpa Piemonte ha attivato una campagna di controlli di scarichi che potenzialmente potessero essere fonti di immissione di PFAS nell’ambiente: aziende nel cui ciclo produttivo possono essere presenti PFAS (trattamento di rifiuti, trattamenti galvanici, produzione e trattamento dei tessuti, cartiere) e depuratori civili e industriali che scaricano su corsi d’acqua.

A partire dal 2023 è in fase di sviluppo una attività sperimentale per la ricerca di PFAS in campioni di aeriformi, percolati di discarica, fanghi di depurazione, suoli e rifiuti per verificare la diffusione delle sostanze.

Nella sezione "Monitoraggio dal 2021" del   Portale sui PFAS di Arpa Piemonte sono pubblicati i risultati delle analisi PFAS condotte da Arpa Piemonte a partire dal 2021.

I rischi per la nostra salute

Per informazioni specialistiche e dettagliate si rimanda:

Regione Piemonte Inquinamento da PFAS e rischi per la salute https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sanita/prevenzione/inquinamento-pfas-rischi-per-salute

Regione Piemonte Inquinamento da PFAS nel polo chimico di Spinetta Marengo https://www.regione.piemonte.it/web/temi/sanita/prevenzione/inquinamento-pfas-attivita-monitoraggio-limitazione-rischio

Istituto Superiore di Sanità Sostanze per- e poli-fluorurate (PFAS) 

Agenzia Europe per l'Ambiente https://www.eea.europa.eu/it/segnali/segnali-2020/infografica/effetti-delle-pfas-sulla-salute-umana/view

Informazioni e risorse aggiuntive

  Portale sui PFAS di Arpa Piemonte https://webgis.arpa.piemonte.it/pfas_acque/home

Inchiesta di Le Monde 'Forever pollution': Explore the map of Europe's PFAS contamination https://www.lemonde.fr/en/les-decodeurs/article/2023/02/23/forever-pollution-explore-the-map-of-europe-s-pfas-contamination_6016905_8.html

Regolamento 1907/2006 (CE) n. del Parlamento europeo e del Consiglio del 18 dicembre 2006 concernente la registrazione, la valutazione, l'autorizzazione e la restrizione delle sostanze chimiche (REACH), che istituisce un'agenzia europea per le sostanze chimiche, che modifica la direttiva 1999/45/CE e che abroga il regolamento (CEE) n. 793/93 del Consiglio e il regolamento (CE) n. 1488/94 della Commissione, nonché la direttiva 76/769/CEE del Consiglio e le direttive della Commissione 91/155/CEE, 93/67/CEE, 93/105/CE e 2000/21/CE  (REACh). http://data.europa.eu/eli/reg/2006/1907/2009-06-27

Standard di qualità ambientale applicabili alle acque superficiali (SQA) di alcuni PFA https://eur-lex.europa.eu/IT/legal-content/summary/environmental-quality-standards-applicable-to-surface-water.htmlv

Decreto legislativo 18/2023 “Attuazione della Direttiva 2020/2184 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 16 dicembre 2020, concernente la qualità delle acque destinate al consumo umano”. https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2023/03/06/23G00025/sg

EUROPEAN HUMAN BIOMONITORING DASHBOARD https://hbm.vito.be/eu-hbm-dashboard

Documento programmatico Iniziativa europea di biomonitoraggio umano PFAS https://www.hbm4eu.eu/wp-content/uploads/2022/06/Policy-Brief-PFAs_IT.pdf

Organizzazione per la Cooperazione e la Sicurezza in Europa https://www.oecd.org/chemicalsafety/portal-perfluorinated-chemicals/

La determinazione delle fonti del particolato (Source Apportionment) a supporto della pianificazione regionale in Piemonte

Anno
2024

La normativa europea stabilisce che i Piani per la qualità dell’Aria contengano “informazioni sull’origine dell’inquinamento”, ovvero l’elenco delle principali fonti di emissione responsabili dell’inquinamento, la quantità totale di emissioni prodotte da tali fonti, nonché informazioni sull’inquinamento proveniente da altre regioni. 

Nell’ambito delle attività a supporto della pianificazione regionale, in particolare per il Piano Regionale di Qualità dell’Aria della Regione Piemonte, è stata applicata la metodologia del determinazione delle fonti del particolato (Source Apportionment), ovvero lo studio delle responsabilità dell’inquinamento a partire dall’analisi dei contributi alle concentrazioni degli inquinanti maggiormente critici (particolato PM10 e PM2,5 e biossido di azoto NO2) da parte di specifiche sorgenti emissive.

Tra i diversi approcci utilizzabili, il source apportionment modellistico consiste nell’applicazione di tecniche specialistiche ai modelli di chimica e trasporto degli inquinanti (CTM) che consentono di individuare il contributo alle concentrazioni degli inquinanti - sia primari che secondari - da parte delle diverse sorgenti, individuate sia sulla base dei comparti emissivi che su base geografica.

A tali tecniche modellistiche è possibile affiancare l’approccio analitico a “recettore” (source apportionment analitico), che consente di effettuare delle stime partendo dai dati di composizione chimica del particolato PM10, campionato in siti ritenuti significativi, e applicando a tali dati specifiche tecniche statistiche, tra le quali la più utilizzata è la Positive Matrix Factorization (PMF).

I due differenti approcci metodologici sono stati applicati nell’ambito del Sistema Integrato di Qualità dell’Aria della Regione Piemonte che, coerentemente con il quadro normativo, armonizza i tre principali strumenti informativi disponibili sulla qualità dell’aria: il Sistema Regionale di Rilevamento della Qualità dell’Aria (SRRQA), l’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA) e il Sistema Modellistico Regionale di Qualità dell’Aria (SMRQA).

Il source apportionement modellistico

Elemento fondamentale per il source apportionment modellistico sono le informazioni riguardanti le sorgenti emissive; va infatti sottolineato che i risultati di tale approccio metodologico dipendono fortemente dai dati presenti negli Inventari delle emissioni in ingresso al sistema; di conseguenza, ogni criticità (sottostima/sovrastima) presente nei dati emissivi si riflette nella distribuzione delle concentrazioni.

Il Source apportionment modellistico settoriale

Per identificare il contributo - da parte delle diverse sorgenti emissive – alle concentrazioni di inquinanti, sia primari che secondari, sul territorio regionale, si utilizza il source apportionment modellistico di tipo settoriale, ovvero la ricerca delle responsabilità dell’inquinamento per settore di attività.

Fondamentale risulta la scelta delle associazioni di sorgenti emissive ovvero la definizione dei “settori”: tale ripartizione deve infatti risultare funzionale da un lato all’interpretazione dei risultati modellistici (per identificare il reale contributo alle concentrazioni degli inquinanti da parte delle principali fonti emissive), dall’altro alla focalizzazione dei potenziali ambiti di intervento da parte della pianificazione regionale.

Una volta individuati i settori emissivi da indagare con la tecnica del source apportionment modellistico settoriale, i dati emissivi relativi allo scenario base vengono rielaborati in funzione dell’aggregazione di sorgenti corrispondente a ciascun settore, dopo di che vengono realizzate le simulazioni meteodispersive di sensitività, su base annuale con livello di dettaglio orario, in numero pari alle aggregazioni individuate (settori).

Il Source apportionment modellistico geografico

Per indagare il contributo alle concentrazioni di inquinanti, sia primari che secondari, su un determinato territorio (ad es. il territorio regionale oppure la città di Torino) da parte delle sorgenti esterne al territorio stesso (contributo esogeno), si applica la metodologia del source apportionment modellistico di tipo geografico, che prevede la ricerca delle responsabilità dell’inquinamento operando una separazione delle sorgenti emissive su base geografica.

Al fine di indagare il ruolo del trasporto esogeno, l’applicazione della metodologia del source apportionment geografico prevede di separare le differenti sorgenti emissive sulla base della regione/area di appartenenza: una volta individuate le ripartizioni territoriali da indagare con la tecnica del source apportionment modellistico geografico, i dati emissivi relativi allo scenario base vengono rielaborati in funzione dell’aggregazione di sorgenti corrispondente a ciascuna area; successivamente vengono realizzate le simulazioni meteodispersive di sensitività, su base annuale con livello di dettaglio orario, in numero pari alle aggregazioni individuate (aree).

Il risultato è la quantificazione sia del contributo endogeno, legato alle sorgenti localizzate all’interno del territorio di interesse, sia del contributo esogeno, dovuto alle sorgenti localizzate all’esterno di tale territorio.

Architettura e schema di funzionamento del Sistema Modellistico Regionale di Qualità dell’Aria (SMRQA) del Piemonte - Fonte Arpa Piemonte
Il source apportionement analitico

La metodologia del source apportionment analitico prevede innanzitutto – a valle di un campionamento rappresentativo sia dal punto di vista spaziale che temporale - l’analisi chimica dei campioni.

Sui risultati laboratoristici vengono poi effettuate una serie di pre-elaborazioni di tipo statistico – caratterizzazione dei suoli nei siti di monitoraggio, calcolo dei fattori di arricchimento, studio della correlazione tra parametri chimici, esplorazione con la cluster analysis, attribuzione dell’incertezza -fino all’utilizzo del modello statistico EPA PMF 5.0 (Positive Matrix Factorization). La PMF, appartenente alla categoria dei modelli a recettore, rappresenta un approccio matematico-statistico basato sul cosiddetto fingerprint o impronta digitale delle sorgenti e sulla loro variabilità spazio-temporale, attraverso l’applicazione di tecniche di analisi multivariata.

Una criticità intrinseca alla metodologia del source apportionment analitico è rappresentata dalla discrezionalità con cui, in assenza di traccianti chimici specifici, un profilo analitico viene associato ad una specifica sorgente (o gruppo di sorgenti); inoltre la componente secondaria del particolato viene trattata come una generica sorgente virtuale (secondario nitrati, secondario solfati) non attribuibile ad uno specifico comparto emissivo (trasporto, riscaldamento, ecc…).

Il source apportionment analitico al momento risulta quindi una tecnica parallela in grado di rafforzare le valutazioni sul contributo delle sorgenti – almeno nel caso della componente primaria - ottenute dalle simulazioni di source apportionment modellistico.

Informazioni e risorse aggiuntive

Direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio 2008, relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa http://data.europa.eu/eli/dir/2008/50/oj

2011/850/UE: Decisione di esecuzione della Commissione, del 12 dicembre 2011, recante disposizioni di attuazione delle direttive 2004/107/CE e 2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda lo scambio reciproco e la comunicazione di informazioni sulla qualità dell’aria ambiente http://data.europa.eu/eli/dec_impl/2011/850/oj

Piano Regionale di Qualità dell'Aria (PRQA) https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/aria/piano-regionale-qualita-dellaria-prqa

Positive Matrix Factorization Model for Environmental Data Analyses https://www.epa.gov/air-research/positive-matrix-factorization-model-environmental-data-analyses 

Il Sistema Regionale di rilevamento della Qualità dell'Aria (SRQA) https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/aria/sistema-regionale-rilevamento-della-qualita-dellaria-srqa

Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA) http://www.sistemapiemonte.it/cms/privati/ambiente-e-energia/servizi/474-irea-inventario-regionale-delle-emissioni-in-atmosfera

La valutazione del contributo delle sorgenti emissive

Anno
2024

La pianificazione regionale sulla qualità dell’aria ha il compito di individuare e attuare nuove strategie che consentano di ottenere continui miglioramenti nell’ambito del percorso di risanamento atmosferico. Tale obiettivo non può prescindere da un approccio di valutazione ambientale in grado di integrare i dati di monitoraggio della qualità dell’aria, le stime sulle sorgenti emissive dell’Inventario Regionale e le elaborazioni modellistiche meteodispersive.

Una volta identificati gli inquinanti più critici per ogni area del territorio sulla base delle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria, il passo successivo nel percorso di risanamento atmosferico è la determinazione del contributo - per ciascuno degli inquinanti e per ciascuna area - delle varie sorgenti emissive.

L’elaborazione su base comunale dei dati dell’inventario regionale (IREA), anche con una rappresentazione cartografica che consenta una immediata visualizzazione della distribuzione territoriale delle pressioni emissive, può essere utile per uno sguardo d’insieme sulla regione, ma non può essere utilizzata per le valutazioni a scala locale o per l’individuazione delle diverse responsabilità da parte delle sorgenti emissive presenti sul territorio.

Esistono modalità di elaborazione dei dati emissivi in grado di fornire maggiori informazioni sulle criticità legate alle diverse sorgenti:

  • la declinazione spaziale delle emissioni, ossia l’attribuzione delle emissioni alle porzioni territoriali che ne sono effettivamente responsabili, tenendo conto degli elementi cartografici disponibili (uso del suolo, layer tematici): ad esempio le emissioni da riscaldamento non sono attribuite all’intero territorio comunale, ma alle sole aree residenziali edificate; le emissioni da traffico sono assegnate ai layer di strade e autostrade; le emissioni legate alle pratiche agricole sono associate e spazializzate sulla base delle rispettive categorie di uso del suolo;
  • la declinazione temporale delle emissioni, cioè la distribuzione delle emissioni - stimate su base annuale nell’Inventario Regionale - nelle varie ore dell’anno, sulla base di profili di modulazione temporale (giornalieri, settimanali, annuali) specifici per ciascuna sorgente, in modo da evidenziarne il reale contributo nei periodi maggiormente critici dal punto di vista meteorologico.
Emissioni da riscaldamento - Fonte Regione Piemonte. Elaborazione Arpa Piemonte

Tali elaborazioni, normalmente realizzate per la predisposizione dell’input emissivo ai modelli di dispersione, si riferiscono ovviamente alla sola componente primaria degli inquinanti presenti nell’Inventario Regionale delle Emissioni: per poter correlare le pressioni emissive - presenti in un determinato territorio e in un determinato periodo - alle concentrazioni in atmosfera rilevate nello stesso periodo dalle stazioni di monitoraggio, si deve necessariamente ricorrere alla modellistica dispersiva, in grado di ricostruire la distribuzione spaziale delle componenti primarie e secondarie degli inquinanti simulando le reazioni fotochimiche che avvengono in atmosfera.

Gli scenari emissivi

Anno
2024

L’analisi di scenario è un metodo per stimare con sistemi modellistici gli effetti attesi sulla qualità dell’aria a seguito dell’applicazione di misure di riduzione delle emissioni, in funzione del raggiungimento degli obiettivi previsti dalla normativa. 

Per la realizzazione delle analisi di scenario devono essere predisposti degli scenari emissivi futuri - a partire da uno scenario base relativo ad un determinato anno, considerato come riferimento – che tengano conto delle evoluzioni tecnologiche e comportamentali, nonché dell’applicazione delle misure di riduzione delle emissioni decise ai vari livelli (comunitario, nazionale, regionale).

Il modello GAINS (Greenhouse Gas – Air Pollution Interactions and Synergies) è un modello sviluppato a livello europeo dalla IIASA (International Institute for Applied Systems Analysis) per poter elaborare scenari emissivi di gas serra (GHGs) e considerare così le interazioni tra inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici. 

La versione nazionale del modello (GAINS-Italia), adottata come strumento ministeriale nell’ambito del tavolo Ministero-Regioni, è il riferimento metodologico che - armonizzando informazioni di scala europea, nazionale e regionale - consente la messa a punto di scenari futuri regionali in un contesto coerente, assumendo una serie di ipotesi (economiche, di evoluzione delle normative e delle strategie di controllo progressivamente applicate), sulla base delle quali possono essere ricavati dei trend emissivi regionali per i principali indicatori ambientali: ammoniaca (NH3), anidride carbonica (CO2), metano (CH4), ossidi di azoto (NOX), protossido di azoto (N2O), particolato (TSP, PM10, PM2.5), biossido di zolfo (SO2) e composti organici volatili (VOC).

Lo scenario evolutivo GAINS integra al suo interno:

  • l’evoluzione attesa dei consumi energetici e delle attività produttive (modello MARKAL Italy, scenari di attività produttive ENEA/ISPRA, ecc…);
  • le misure di controllo previste dalla CLE (Current Legislation);
  • il complesso dei Piani della Qualità dell’Aria predisposti dalle Regioni italiane.

 Enea e Ispra realizzano scenari evolutivi aggiornati, tenendo conto degli scenari energetici e dei dati di attività produttiva non energetici più recenti.

I contenuti della Strategia Energetica Nazionale (nello specifico SEN 2014) hanno fornito i parametri necessari per proiettare le emissioni nazionali dell’anno base fino al 2030; tale scenario è stato successivamente regionalizzato secondo l’usuale procedura di scalatura top-down dal nazionale al regionale: l’analisi si cala nel contesto economico e tiene conto dei trend più recenti su popolazione e struttura della domanda energetica, nonché delle previsioni correnti.

È opportuno ricordare che uno scenario è sempre caratterizzato da un certo grado di incertezza, dipendente dai deficit di conoscenza dei fattori e dei processi determinanti le emissioni; alcune di tali lacune possono essere colmate con strumenti statistici o con maggiori ricerche volte ad incrementare la conoscenza scientifica di determinate sorgenti emissive; altre risultano invece intrinseche al processo di elaborazione degli scenari e quindi difficilmente eliminabili, in quanto legate all’incertezza delle proiezioni degli sviluppi economici futuri e alla reale efficacia delle politiche di riduzione delle emissioni operanti sui diversi settori, quali ad esempio la produzione di energia, i trasporti (come ha recentemente dimostrato il caso dell’Euro 5 per gli ossidi di azoto) o l’agricoltura.

Per quanto riguarda il particolato PM10, il bilancio tra aumenti e riduzioni porta globalmente ad una riduzione delle emissioni al 2030; in particolare si nota un aumento di emissioni legato al riscaldamento residenziale (previsione di aumento dei consumi di legna) e una riduzione di quelle dei trasporti stradali (evoluzione tecnologica dei veicoli e maggiori vendite di veicoli elettrici ed ibridi). Invece le emissioni di NOx risultano in forte calo al 2030, soprattutto grazie al miglioramento dal punto di vista emissivo del comparto trasporti. Anche per l’anidride carbonica (CO2), espressa in migliaia di tonnellate/anno a differenza degli altri inquinanti espressi in tonnellate/anno, si osserva una progressiva riduzione delle emissioni legata principalmente al riscaldamento residenziale e ai processi industriali.

Scenario emissivo 2030 Regione Piemonte - Fonte Regione Piemonte Elaborazione Arpa Piemonte
CO2 espressa in migliaia di tonnellate anno
Informazioni e risorse aggiuntive

Modello GAINS (Greenhouse Gas – Air Pollution Interactions and Synergies) https://gains.iiasa.ac.at/models/

IIASA International Institute for Applied Systems Analysis  https://iiasa.ac.at/

Strategia Energetica Nazionale 2017 Strategia Energetica Nazionale 2017

Quadro emissivo di riferimento

Anno
2024

L'Inventario Regionale delle Emissioni raccoglie su scala comunale le emissioni inquinanti prodotte da circa 200 attività antropiche e biogeniche presenti sul territorio regionale.

Per le emissioni di SO2 l'Industria contribuisce per il 20% con la combustione e per il 51% con i processi produttivi.

Per le emissioni di NOx il maggior contributo è dato dai Trasporti stradali (53%), a cui seguono la Combustione nell'industria (11%), i Trasporti off-road (13%) e il Riscaldamento (10%).

Le emissioni di NMVOC (Non-methane Volatile Organic Compounds) derivano principalmente dalle sorgenti biogeniche sia del comparto Natura (44%%) che del comparto Agricoltura e allevamento (22%), mentre per le emissioni di NH3 Agricoltura e allevamento incidono per il 92%%.

Per il PM10 il riscaldamento incide per il 50%, a cui seguono i Trasporti stradali (30%).

Per la CO2 invece il contributo è dato da tutte le combustioni, sia nel comparto industriale (63%) che nei comparti riscaldamento (24%) e traffico (37%).

Contributo dei diversi inquinanti per comparto emissivo in Piemonte - Fonte IREA 2019

Esiste una elevata variabilità stagionale delle emissioni inquinanti: infatti i superamenti dei valori limite si riscontrano per lo più nel periodo invernale, durante il quale da una parte sono attivi gli impianti di riscaldamento e dall’altra sono ridotte le capacità dispersive dell’atmosfera.

Per tale motivo le emissioni regionali annuali di NOx e di PM10 sono state ripartite mensilmente sulla base di profili di modulazione temporale specifici per ciascun comparto emissivo, nel periodo invernale le emissioni di PM10 sono rappresentate per circa il 67% dal riscaldamento civile; le emissioni di NOx risultano invece quasi uniformemente distribuite nel corso dell’anno, in particolare per quanto riguarda le loro fonti principali (traffico e combustione industriale) con una lieve diminuzione nel mese di agosto.

Contributo dei comparti emissivi (Macrosettori SNAP) nel corso dell’anno. Emissioni di ossidi di azoto in Piemonte - Fonte IREA 2019, elaborazione Arpa Piemonte
Contributo dei comparti emissivi (Macrosettori SNAP) nel corso dell’anno. Emissioni di PM10 in Piemonte - Fonte IREA 2019, elaborazione Arpa Piemonte

Poiché a scala locale la conoscenza delle pressioni emissive che gravano sul territorio risulta un supporto informativo indispensabile per sviluppare strategie di abbattimento dell’inquinamento e individuare priorità attraverso modelli integrati, nonché per verificare le conseguenze a diversi livelli delle politiche regionali e delle misure intraprese dagli Enti istituzionali per ridurre le emissioni, l’IREA deve essere uno strumento dinamico in costante evoluzione, sia in termini di affidabilità che di aggiornamento delle informazioni.

Inoltre, dal momento che l’IREA costituisce la base dati a partire dalla quale viene predisposto l’input emissivo ai modelli di dispersione utilizzati da Arpa Piemonte per le proprie attività a supporto della pianificazione regionale, gli aggiornamenti sulle pressioni emissive si estendono anche al recupero ed analisi delle informazioni di carattere territoriale e temporale necessarie per ottimizzare la modellizzazione delle emissioni (es: utilizzo mezzo mobile per campagne di rilevamento locali).

Emissioni in atmosfera

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L’Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA) è uno strumento conoscitivo di fondamentale importanza per la gestione della qualità dell'aria, in quanto fornisce, ad un livello di dettaglio comunale, la stima delle quantità di inquinanti introdotte in atmosfera da sorgenti naturali e/o attività antropiche; la sua realizzazione e il suo aggiornamento periodico comportano non solo il reperimento dei dati di base - parametri e fattori di emissione - da molteplici fonti, sia istituzionali che private, ma anche l’applicazione dii metodologie di calcolo in continua evoluzione.

La Regione Piemonte aggiorna periodicamente - sulla base della metodologia INEMAR - l'Inventario regionale, effettuando l'analisi dei requisiti e delle informazioni necessarie per la stima delle emissioni totali annuali di macro e microinquinanti, disaggregate per attività emissiva secondo la nomenclatura SNAP (Selected Nomenclature for Air Pollution).

La prima versione dell'Inventario Regionale risale all'anno 1997; sono disponibili gli aggiornamenti per gli anni 2001, 2005 e 2007, 2008, 2010, 2013, 2015 e 2019.

Per ciascuna delle sorgenti emissive - suddivise in sorgenti puntuali (singoli impianti industriali), sorgenti lineari (strade e autostrade) e sorgenti areali (fonti di emissione diffuse sul territorio) - vengono stimate le quantità di inquinanti emesse dalle diverse attività SNAP; gli inquinanti considerati sono monossido di carbonio (CO), ammoniaca (NH3), composti organici volatili non metanici (NMVOC), ossidi di azoto (NOx), anidride solforosa (SO2), polveri con diametro ≤10µ (PM10) e polveri con diametro ≤2.5µ (PM2.5), mentre metano (CH4), anidride carbonica (CO2), protossido di azoto (N2O) sono i gas serra maggiormente rilevanti presi in considerazione.

Informazioni e risorse aggiuntive

Inventario Regionale delle Emissioni in Atmosfera (IREA) http://www.sistemapiemonte.it/cms/privati/ambiente-e-energia/servizi/474-irea-inventario-regionale-delle-emissioni-in-atmosfera

Cruscotto delle conoscenze ambientali Emissioni in atmosfera Area download dati e indicatori https://www.servizi.piemonte.it/osservatori/cruscotto-conoscenze-ambientali/emissioni-download.shtml

Metodologia INEMAR https://www.inemar.eu/xwiki/bin/view/InemarDatiWeb/Metodologia+utilizzata

Anno
2024