Attività estrattive

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LA VALUTAZIONE SISTEMATICA DEL RISCHIO AMBIENTALE NELLE ATTIVITÀ PRODUTTIVE

La strategia, comune a tutta l’unione europea, per la verifica delle prestazioni ambientali derivanti dalle attività produttive (che comprendono le attività di produzione di beni, commerciali e artigianali nonché, in questo contesto, anche gli allevamenti) prevede l’intervento dell’Amministrazione, da un lato, nel momento del rilascio delle autorizzazioni ambientali e, dall’altro, nella fase del controllo.

Nel corso di entrambi i momenti, le autorità competenti hanno la possibilità di valutare, oltre al rispetto nominale delle norme ambientali di riferimento, le performance ambientali delle attività anche in relazione agli impatti potenziali attesi nei confronti dei sistemi ambientali ed antropici presso i quali le stesse attività insistono.

Una valutazione sistematica del rischio ambientale è tuttavia effettuabile unicamente per quanto riguarda le attività soggette all’autorizzazione integrata ambientale (AIA) nell’ambito dell’attuazione del Piano d’Ispezione Ambientale adottato dalla Regione Piemonte con la DGR 44-3272 del 9/05/16. Il Piano, in attuazione della direttiva 2010/75/UE (c.d. IED), prevede infatti che le attività ispettive ordinarie presso le installazioni soggette ad AIA siano definite secondo un programma predisposto e aggiornato annualmente da Arpa nel quale la frequenza delle visite in loco per ciascuna installazione è determinata sulla base di una valutazione sistematica dei rischi ambientali che considera:

  1. gli impatti potenziali e reali delle installazioni interessate sulla salute umana e sull'ambiente, tenendo conto dei livelli e dei tipi di emissioni, della sensibilità dell'ambiente locale e del rischio di incidenti;
  2. il livello di osservanza delle condizioni di autorizzazione;
  3. l’eventuale adesione volontaria, da parte del Gestore dell’installazione, al sistema comunitario di ecogestione e audit di cui al del regolamento (CE) n. 1221/2009 (EMAS).

A tal fine, il Piano ha fatto proprio il Sistema per il Supporto alla Programmazione dei Controlli (SSPC) adottato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente basato sull’identificazione di parametri assegnati ad ogni stabilimento e raggruppati in insiemi logici che tengono conto del rischio aziendale intrinseco, potenziale e reale, della vulnerabilità del territorio, nonché delle performance ambientali rilevate in esito ai controlli medesimi.

Per ciascuna installazione soggetta ad AIA viene determinato un indice di rischio complessivo dell’azienda sulla base del quale è possibile effettuare una graduazione degli interventi di controllo sia in termini di frequenza, sia per quanto riguarda gli approfondimenti specifici da condurre nel corso delle verifiche.

Le attività estrattive

Le attività estrattive sono classificate in due principali categorie ai sensi dell’art 2 del Regio Decreto n. 1443/192 “Norme di carattere legislativo per disciplinare la ricerca e la coltivazione delle miniere” che specifica l’appartenenza delle varie sostanze minerali alle categorie miniera (prima categoria) e cava (seconda categoria).

Nella Regione Piemonte nel 2022 erano attive 20 concessioni minerarie (materiali di prima categoria) rilasciate per la coltivazione di giacimenti di minerali auriferi, talco, olivina, caolino, argille refrattarie, argille per porcellana e terraglia forte, feldspati. I minerali estratti sono impiegati nell’industria cosmetica, nella plastica, nell’industria siderurgica e per la produzione di materiali ceramici e refrattari. Alcune concessioni minerarie per la produzione di feldspato riprendono vecchie discariche di ex cave di granito ottimizzando il recupero di materia prima e il riassetto ambientale di aree degradate e instabili.
 

Le attività di cava, relative ai materiali di seconda categoria, sono suddivise in tre comparti, in funzione del materiale estratto:

  • Comparto I - aggregati per le costruzioni e le infrastrutture;
  • Comparto II - pietre ornamentali;
  • Comparto III - materiali industriali.

Nella Regione Piemonte nel 2022 erano attive 135 cave di materiali del primo comparto, 118 cave di materiali del secondo comparto e 44 del terzo comparto.

Le cave del primo comparto sono più distribuite sul territorio piemontese, anche in virtù del valore dei materiali relativamente basso, sul quale non può incidere troppo il costo del trasporto. Fanno eccezione alcuni giacimenti caratterizzati da materiali particolarmente pregiati, che possono rifornire impianti o aree collocate a maggiore distanza.

Le cave del secondo comparto sono storicamente concentrate in aree ben delimitate della Provincia del VCO e dell’area tra Torinese e Cuneese, anche se non mancano piccoli giacimenti localizzati in altre aree. I materiali sono particolarmente pregiati e sono spesso destinati ai mercati esteri.

Il terzo comparto comprende cave di argilla, calcari, dolomie, gessi e materiali silicei. Tali materiali sono destinati ad una successiva lavorazione industriale e possono essere destinati al mercato regionale, regionale o all’esportazione.

La tabella seguente, divisa in due parti, riporta le volumetrie estratte nel 2022 ed il numero di cave suddivise per Provincia e per litotipo. Nella seconda parte di ogni tabella le volumetrie sono aggregate distinguendo i materiali di prima categoria da quelli di seconda categoria, a loro volta suddivisi per comparto.

Riepilogo attività estrattive 2022 (pt.1)
Riepilogo attività estrattive 2022 (pt.2)
Anno
2024

La rete di connessione paesaggistica

Il Piano paesaggistico regionale (Ppr) promuove la formazione della Rete di connessione paesaggistica (Art. 42 delle Norme di Attuazione), costituita dall’integrazione degli elementi delle reti ecologica, storico-culturale e fruitiva. Il Piano riconosce la rete ecologica regionale, come individuata dalla l.r. 19/2009, intesa come sistema integrato di risorse naturali interconnesse, volto ad assicurare in tutto il territorio regionale le condizioni di base, anche per la sostenibilità ambientale dei processi di trasformazione e, in primo luogo, per la conservazione attiva della biodiversità.

Il concetto di Rete promosso dal Ppr presenta analogie e differenze con il concetto di Inrastrutture verdi promosso dalla Strategia UE. Entrambi i concetti richiamano quello di rete ecologica polivalente o multifunzionale in cui la connettività dei sistemi naturali, seminaturali, agrari e urbani svolge funzioni multiple rispetto al tema della biodiversità, della riconoscibilità dei paesaggi identitari e dei valori storico-culturali, nonché della fruibilità degli spazi verdi urbani, periurbani e del benessere delle popolazioni, in definitiva della qualità della vita.

Il concetto di multifunzionalità della Rete però, con la Strategia EU, si arricchisce degli aspetti sociali, economici e del riconoscimento del valore dei benefici che gli ecosistemi erogano naturalmente. Emerge con forza il concetto di servizi ecosistemici, forniti principalmente dal capitale naturale ma anche dal capitale culturale.

Il Ppr incorpora pienamente il concetto di rete multifunzionale ante Strategia europea, essendo stato avviato il processo di pianificazione diversi anni prima, quando non era ancora entrato in maniera così dirompente il tema del riconoscimento del valore dei servizi ecosistemici nelle prassi di pianificazione del territorio. È con la Strategia per le Infrastrutture verdi che il tema dei servizi ecosistemici esce, infatti, dalla settorialità in cui era stato fino ad allora confinato. 

Il Ppr, nel corso della sua formazione ha riconosciuto l’emergere di questa nuova visione e ha individuato tra le iniziative di rilevanza regionale, l’implementazione delle infrastrutture verdi e dei servizi ecosistemici e lasciato ai progetti strategici e ai progetti europei l’approfondimento di queste tematiche nell’attuazione del piano. Esso, infatti, non è inteso in modo statico ma la sua visione strategica permette di implementare, attraverso piani e progetti locali e di area vasta, temi nuovi e strategici per lo sviluppo sostenibile, in linea con i cambiamenti in atto.

 

Anno
2024
Paragrafi

Il Piano paesaggistico regionale (Ppr) promuove la formazione della Rete di connessione paesaggistica (Art. 42 delle Norme di Attuazione), costituita dall’integrazione degli elementi delle reti ecologica, storico-culturale e fruitiva. Il Piano riconosce la rete ecologica regionale, come individuata dalla l.r. 19/2009, intesa come sistema integrato di risorse naturali interconnesse, volto ad assicurare in tutto il territorio regionale le condizioni di base, anche per la sostenibilità ambientale dei processi di trasformazione e, in primo luogo, per la conservazione attiva della biodiversità.

Il concetto di Rete promosso dal Ppr presenta analogie e differenze con il concetto di Inrastrutture verdi promosso dalla Strategia UE. Entrambi i concetti richiamano quello di rete ecologica polivalente o multifunzionale in cui la connettività dei sistemi naturali, seminaturali, agrari e urbani svolge funzioni multiple rispetto al tema della biodiversità, della riconoscibilità dei paesaggi identitari e dei valori storico-culturali, nonché della fruibilità degli spazi verdi urbani, periurbani e del benessere delle popolazioni, in definitiva della qualità della vita.

Il concetto di multifunzionalità della Rete però, con la Strategia EU, si arricchisce degli aspetti sociali, economici e del riconoscimento del valore dei benefici che gli ecosistemi erogano naturalmente. Emerge con forza il concetto di servizi ecosistemici, forniti principalmente dal capitale naturale ma anche dal capitale culturale.

Il Ppr incorpora pienamente il concetto di rete multifunzionale ante Strategia europea, essendo stato avviato il processo di pianificazione diversi anni prima, quando non era ancora entrato in maniera così dirompente il tema del riconoscimento del valore dei servizi ecosistemici nelle prassi di pianificazione del territorio. È con la Strategia per le Infrastrutture verdi che il tema dei servizi ecosistemici esce, infatti, dalla settorialità in cui era stato fino ad allora confinato. 

Il Ppr, nel corso della sua formazione ha riconosciuto l’emergere di questa nuova visione e ha individuato tra le iniziative di rilevanza regionale, l’implementazione delle infrastrutture verdi e dei servizi ecosistemici e lasciato ai progetti strategici e ai progetti europei l’approfondimento di queste tematiche nell’attuazione del piano. Esso, infatti, non è inteso in modo statico ma la sua visione strategica permette di implementare, attraverso piani e progetti locali e di area vasta, temi nuovi e strategici per lo sviluppo sostenibile, in linea con i cambiamenti in atto.

 

Anno
2024

La comunicazione del paesaggio e del Piano paesaggistico regionale

Il sito Paesaggiopiemonte, è volto alla divulgazione al vasto pubblico delle tematiche paesaggistiche.
Nel corso del 2023 sono stati redatti 13 articoli e 16 pubblicazioni di contributi di maggiore ampiezza ed è continuato l’invio periodico della newsletter collegata, che conta più di 1.800 iscritti.

Nell’ambito delle attività di divulgazione sono stati inoltre promossi incontri di divulgazione, al fine di incrementare la conoscenza e la sensibilità di tecnici, amministratori e cittadini; tra gli altri si segnala il corso di formazione, in collaborazione con l'Ordine degli Architetti P.P. e C. di Cuneo, “CONOSCERE E PRATICARE IL PAESAGGIO. Gestire, pianificare e valorizzare ” (Alba, giugno 2023).

In autunno, è stato  invece organizzato, in collaborazione con l'Ordine degli Architetti P.P. e C. di Torino, il Seminario "LA VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO. Esperienze a confronto" (in presenza e in streaming).

Anno
2024
Paragrafi

Il sito Paesaggiopiemonte, è volto alla divulgazione al vasto pubblico delle tematiche paesaggistiche.
Nel corso del 2023 sono stati redatti 13 articoli e 16 pubblicazioni di contributi di maggiore ampiezza ed è continuato l’invio periodico della newsletter collegata, che conta più di 1.800 iscritti.

Nell’ambito delle attività di divulgazione sono stati inoltre promossi incontri di divulgazione, al fine di incrementare la conoscenza e la sensibilità di tecnici, amministratori e cittadini; tra gli altri si segnala il corso di formazione, in collaborazione con l'Ordine degli Architetti P.P. e C. di Cuneo, “CONOSCERE E PRATICARE IL PAESAGGIO. Gestire, pianificare e valorizzare ” (Alba, giugno 2023).

In autunno, è stato  invece organizzato, in collaborazione con l'Ordine degli Architetti P.P. e C. di Torino, il Seminario "LA VALORIZZAZIONE DEL PAESAGGIO. Esperienze a confronto" (in presenza e in streaming).

Anno
2024

Adeguamento dei Piani Regolatori Comunali alle Linee Guida regionali nei territori UNESCO

Anno
2024

L’attività di adeguamento dei PRGC, finalizzata a garantire un idoneo livello di tutela per i territori del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, avviata a seguito dell’approvazione delle pertinenti Linee Guida di cui alla D.G.R. 21 settembre 2015, n. 26-2131 (LLGG), è in via di prosecuzione anche nel corso dell’anno 2024 con l'obiettivo di agevolare l’attivazione delle conseguenti Varianti urbanistiche di adeguamento.

Le valutazioni di merito vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse LLGG – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale si sviluppano i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai Comuni, in forma singola o associata.
 

La pubblicazione delle Linee guida ha dato l’avvio alle procedure di adeguamento che, dal 2015, si sono così concretizzate sul territorio piemontese (dati riferiti a gennaio 2024):

  • 18 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP (5 in Core Zone);
  • 33 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP (12 in Core Zone);
  • 6 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (1 in Core Zone);
  • 18 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (7 in Core Zone);
  • 5 comuni con procedura semplificata (DGR n. 2-1487/2020) devono ancora adottare o approvare varianti - NB: dalle analisi contenute in questa DGR i comuni interessati dalla procedura semplificata sono 12, ma 4 hanno già provveduto a concludere le indagini previste per l’adeguameno alle LLGG Unesco e 3 hanno inserito le analisi paesaggistiche effettuate dalla Regione Piemonte presenti nell’Allegato alla DGR nella variante (nessuno di questi comuni è in Core Zone);
  • 20 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG (4 in Core Zone).


 

In provincia di Alessandria 30 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 30 comuni alessandrini:

  • 4 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 2 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 10 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 11 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG;
  • 3 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.
     

In provincia di Asti 41 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 41 comuni astigiani:

  • 14 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 17 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 3 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 5 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 2 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

 

In provincia di Cuneo 29 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 11 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 29 comuni cuneesi:

  • 4 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;
  • 12 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP; 
  • 1 comune ha attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 3 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;
  • 9 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG.

 

Le Linee Guida erano state adottate in aderenza all’impostazione del Piano Paesaggistico Regionale, infatti le stesse Linee Guida Unesco sono state adottate circa due anni prima dell’approvazione del PPR avvenuta mediante DCR n. 233-35836 del 3 ottobre 2017, a seguito della quale il PPR era divenuto efficace dal 20.10.2017.

Pertanto la presente procedura dei TLP prevista dalle LLGG Unesco ha rappresentato a tutti gli effetti una “anticipazione” ed una sperimentazione delle modalità di adeguamento degli strumenti urbanistici, che ha visto coinvolti, accanto al Comune, la Regione e le Province, senza implicazione del Ministero della Cultura: tre Enti anziché i quattro necessari per la procedura di adeguamento al PPR. E’ chiaro quindi che gli adeguamenti alle LLGG effettuati o in corso, non sostituiscono l’adeguamento vero e proprio al PPR, ma possono rappresentare una valida base per effettuare le successive necessarie implementazioni delle indagini paesaggistiche nell’ambito dei rispettivi territori comunali.

 

L’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle LLGG Unesco e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di penalizzazione per i Comuni inadempienti.

Gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate continueranno ad operare, per quanto di competenza, al fine di promuovere il coinvolgimento degli Enti locali e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la valorizzazione delle peculiarità del Sito Unesco.

Lo stato dell’arte dei Piani d’area dei Parchi naturali

I Parchi naturali a gestione regionale privi (o parzialmente privi) di piano d’area sono attualmente nove; mentre quelli dotati di piano di area sono attualmente tredici, di cui nove con piano d’area approvato antecedentemente all’entrata in vigore della legge regionale 19/2009.

Recentemente, con DGR 4-8365 del 29 marzo 2024, è stata approvata la variante al Piano d'Area del Parco naturale Monte Fenera che modifica il vigente piano d’area approvato con DCR n. 487-16130, dell'1 Dicembre 1992.

Con Deliberazione del Consiglio dell'Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali n.8 del 22/03/2024 è stata adottata la variante del Parco regionale La Mandria.

Nel corso del 2023 è stato adottato, con deliberazione del Consiglio n. 124 del 18 dicembre 2023 dell’ente di gestione delle aree protette del Po piemontese, il Documento Programmatico corredato dal Rapporto Preliminare di VAS per l'avvio della Variante del Piano d’area del Parco naturale del Po piemontese.

Nel corso dell’anno 2022 è stato approvato il nuovo Piano d'area del Parco naturale del Ticino (DCR n. 6-5460 del 3 agosto 2022) che sostituisce il precedente Piano.

 

Linee guida per la redazione dei Piani d’area dei Parchi naturali

La Regione Piemonte ha ritenuto opportuno promuovere, a livello regionale, una pianificazione che garantisca una maggiore omogeneità tra i piani rispetto ai contenuti tecnici e agli obiettivi generali di tutela e che tenga conto anche delle più recenti indicazioni fornite dalle Strategie europee in tema di sviluppo sostenibile, cambiamenti climatici, infrastrutture verdi e servizi ecosistemici. Molti Parchi piemontesi sono privi di Piano d’area e, in molti casi, i Piani d’area vigenti sono riferiti a una disciplina pianificatoria risalente agli anni ‘90, quindi antecedente alla riforma della l.r. 19/2009.

I Piani d’area attualmente vigenti presentano notevoli differenze di impostazione e risultano in gran parte obsoleti o comunque non adeguati a rispondere alle nuove sfide poste dai cambiamenti climatici e ai nuovi obiettivi per lo sviluppo sostenibile proposti dall’Agenda 2030. A tal fine, la Regione Piemonte ha predisposto le Linee guida per la redazione dei piani d’area dei Parchi naturali con l’obiettivo di supportare i soggetti gestori nella stesura, revisione o adeguamento dei Piani d’area, fornendo indicazioni sulle procedure di approvazione e sulla modalità di predisposizione, esplicitando contenuti, tematiche da trattare ed elaborati da predisporre, consentendo di realizzare efficaci strumenti di pianificazione capaci di incidere significativamente sulle trasformazioni antropiche, nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Le Linee guida rappresentano, dunque, un riferimento per le istituzioni locali e regionali, per i tecnici professionisti pubblici e privati e per le parti coinvolte nella realizzazione di piani, programmi e progetti che favoriscono l’implementazione di politiche e strategie volte alla salvaguardia del capitale naturale e allo sviluppo sostenibile e durevole dei sistemi socio-ecologici e territoriali piemontesi.

Con DGR n. 3-8364 del 29 marzo 2024 sono state approvate le “Linee guida per la redazione dei piani d’area dei Parchi naturali”.

Anno
2024
Paragrafi

I Parchi naturali a gestione regionale privi (o parzialmente privi) di piano d’area sono attualmente nove; mentre quelli dotati di piano di area sono attualmente tredici, di cui nove con piano d’area approvato antecedentemente all’entrata in vigore della legge regionale 19/2009.

Recentemente, con DGR 4-8365 del 29 marzo 2024, è stata approvata la variante al Piano d'Area del Parco naturale Monte Fenera che modifica il vigente piano d’area approvato con DCR n. 487-16130, dell'1 Dicembre 1992.

Con Deliberazione del Consiglio dell'Ente di gestione delle aree protette dei Parchi Reali n.8 del 22/03/2024 è stata adottata la variante del Parco regionale La Mandria.

Nel corso del 2023 è stato adottato, con deliberazione del Consiglio n. 124 del 18 dicembre 2023 dell’ente di gestione delle aree protette del Po piemontese, il Documento Programmatico corredato dal Rapporto Preliminare di VAS per l'avvio della Variante del Piano d’area del Parco naturale del Po piemontese.

Nel corso dell’anno 2022 è stato approvato il nuovo Piano d'area del Parco naturale del Ticino (DCR n. 6-5460 del 3 agosto 2022) che sostituisce il precedente Piano.

 

Linee guida per la redazione dei Piani d’area dei Parchi naturali

La Regione Piemonte ha ritenuto opportuno promuovere, a livello regionale, una pianificazione che garantisca una maggiore omogeneità tra i piani rispetto ai contenuti tecnici e agli obiettivi generali di tutela e che tenga conto anche delle più recenti indicazioni fornite dalle Strategie europee in tema di sviluppo sostenibile, cambiamenti climatici, infrastrutture verdi e servizi ecosistemici. Molti Parchi piemontesi sono privi di Piano d’area e, in molti casi, i Piani d’area vigenti sono riferiti a una disciplina pianificatoria risalente agli anni ‘90, quindi antecedente alla riforma della l.r. 19/2009.

I Piani d’area attualmente vigenti presentano notevoli differenze di impostazione e risultano in gran parte obsoleti o comunque non adeguati a rispondere alle nuove sfide poste dai cambiamenti climatici e ai nuovi obiettivi per lo sviluppo sostenibile proposti dall’Agenda 2030. A tal fine, la Regione Piemonte ha predisposto le Linee guida per la redazione dei piani d’area dei Parchi naturali con l’obiettivo di supportare i soggetti gestori nella stesura, revisione o adeguamento dei Piani d’area, fornendo indicazioni sulle procedure di approvazione e sulla modalità di predisposizione, esplicitando contenuti, tematiche da trattare ed elaborati da predisporre, consentendo di realizzare efficaci strumenti di pianificazione capaci di incidere significativamente sulle trasformazioni antropiche, nel rispetto dei principi di sostenibilità ambientale, economica e sociale. Le Linee guida rappresentano, dunque, un riferimento per le istituzioni locali e regionali, per i tecnici professionisti pubblici e privati e per le parti coinvolte nella realizzazione di piani, programmi e progetti che favoriscono l’implementazione di politiche e strategie volte alla salvaguardia del capitale naturale e allo sviluppo sostenibile e durevole dei sistemi socio-ecologici e territoriali piemontesi.

Con DGR n. 3-8364 del 29 marzo 2024 sono state approvate le “Linee guida per la redazione dei piani d’area dei Parchi naturali”.

Anno
2024

La pianificazione dei parchi

Anno
2024

I parchi naturali sono governati da più strumenti di pianificazione/gestione specificamente riferiti al territorio protetto, ciascuno incentrato su specifici aspetti, e più o meno collegato alla pianificazione ordinaria del rispettivo contesto territoriale. Il capo VIII del Titolo II della l.r. 19/2009 è dedicato alla disciplina specifica della pianificazione e prevede i seguenti strumenti:

  • il Piano d'area (art. 26);
  • il Piano naturalistico delle aree naturali protette (art. 27);
  • il Piano pluriennale economico-sociale (art. 25).

Relativamente alle aree protette nazionali, si fa riferimento al piano di cui alla Legge quadro sulle aree protette (Legge 6 dicembre 1991, n. 394).

 

Il Piano d’area dei parchi naturali regionali


Il Piano d'Area dei parchi naturali regionali ha valore di piano territoriale regionale e sostituisce le norme difformi dei piani territoriali o urbanistici di qualsiasi livello, fatta eccezione per il Piano paesaggistico regionale, di cui all' articolo 135 del decreto legislativo del 22 gennaio 2004 n. 42 (Codice dei beni culturali e del paesaggio); dalla pubblicazione sul BUR entra in vigore e ha efficacia a tempo indeterminato nei confronti di tutti i soggetti pubblici e privati, nei limiti previsti dalla legislazione.

Il Piano d'area è predisposto tenendo conto delle finalità di cui all’art. 7 della l.r. 19/2009 e delle relazioni ecosistemiche, socioeconomiche, paesaggistiche, culturali e turistiche che legano l’area al contesto territoriale.

Il Piano d'area nello specifico contiene:

  • l’analisi del contesto territoriale, con la descrizione della posizione geografica del parco, la sua estensione, i suoi confini e le caratteristiche dei territori circostanti;
  • l’analisi dei caratteri fisici distintivi del parco stesso, come ad esempio i sentieri, i punti di accesso, le aree di sosta, le strutture ricettive, le aree pic-nic, le attrezzature per le attività sportive e ricreative, ecc.; 
  • la mappatura dei Servizi ecosistemici dell’ambito, indicando quelli prioritari per la pianificazione;
  • l’analisi degli usi del suolo, con l’individuazione dello stato attuale all’interno del parco, ma anche nella sua zona di influenza, nonché i cambiamenti intercorsi nel tempo;
  • l’individuazione degli obiettivi per la conservazione dell’ecosistema del parco e per la gestione delle attività umane al suo interno.

 

Criteri di finanziamento dei Piani d'area

Nel 2023 è stata approvata la modifica al Testo unico sulla tutela delle aree naturali e della biodiversità (l’art. 64, commi 2bis e 2ter, della L.r. 19/2009) – che prevede di assegnare agli Enti Parco regionali un contributo per la redazione, revisione o adeguamento dei Piani d’area dei Parchi naturali a gestione regionale.

A seguito di tale modifica normativa, la Regione Piemonte ha stabilito i criteri e le modalità per l'erogazione dei contributi. La dotazione finanziaria per il 2024 e il 2025 è pari a 300.000,00 € per ciascuna annualità.

Con DGR n. 2-8390 dell’8 aprile 2024 sono stati approvati i “Criteri di finanziamento dei Piani d'area dei parchi naturali”, pubblicati sul BUR n. 15 del 11/4/2024, con l’obiettivo di incentivare e sostenere la formazione di piani d’area redatti secondo le “Linee guida per la redazione dei Piani d’area dei Parchi naturali”. 

 
 
Informazioni e risorse aggiuntive


Pianificazione Aree Protette sul sito regionale:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/biodiversita-aree-naturali/parchi/pianificazione-aree-protette



 

Adeguamento degli strumenti di pianificazione al Ppr

Secondo quanto previsto dall'articolo 46 delle Norme di attuazione del Piano Paesaggistico Regionale, entro due anni dalla sua approvazione, le Province, la Città metropolitana, i Comuni e gli Enti gestori delle aree protette devono conformare i propri strumenti alle disposizioni del Piano regionale, predisponendo a tal fine apposita variante generale.

Tale adeguamento comporta la condivisione, da parte dei Piani territoriali e urbanistici alle diverse scale, degli obiettivi di tutela del Ppr, l'orientamento delle azioni di pianificazione in modo che siano coerenti con gli indirizzi dettati dal Ppr stesso, l'osservanza delle direttive, nonché il rispetto delle prescrizioni e delle specifiche prescrizioni d'uso.

I processi di adeguamento degli strumenti di pianificazione sono gestiti congiuntamente da Regione Piemonte e Ministero della Cultura; le modalità istruttorie e gli elaborati che le amministrazioni comunali devono predisporre per consentire la verifica della conformità delle varianti di adeguamento sono dettagliati nell'allegato A del Regolamento n. 4/R "Attuazione del piano paesaggistico regionale del Piemonte (Ppr)", approvato con DPGR del 22 marzo 2019.

Ai Comuni è richiesto di tradurre e specificare alla scala locale gli elementi conoscitivi individuati dal Ppr, con particolare riferimento alle Tavole P2 "Beni paesaggistici", P4 "Componenti paesaggistiche" e P5 "Rete di connessione paesaggistica", dando contestualmente attuazione alla relativa normativa di tutela.

Con puntuale riferimento all’attuazione del Ppr, è proseguita l’attività di verifica dell’adeguamento al Ppr stesso delle varianti allo strumento urbanistico. Nel complesso, nel corso del 2023 sono stati circa 70 i tavoli tecnici, gli incontri e le conferenze di copianificazione ex art. 15bis della l.r. 56/77, effettuati dalla Regione con il Ministero della Cultura e/o con le amministrazioni comunali.

Le procedure di adeguamento che si sono concretizzate sul territorio piemontese al 2023 sono le seguenti:

  • 8 Comuni e un’Unione di Comuni hanno avviato, e in 5 casi concluso, le analisi paesaggistiche propedeutiche all’avvio della procedura di variante urbanistica ai sensi della l.r. 56/77;
  • 11 Comuni hanno concluso la prima fase della procedura urbanistica (prima Conferenza di Copianificazione e valutazione);
  • 7 Comuni hanno concluso la seconda fase della procedura urbanistica ai sensi della l.r. 56/77 (seconda Conferenza di Copianificazione e valutazione).

 

Anno
2024
Paragrafi

Secondo quanto previsto dall'articolo 46 delle Norme di attuazione del Piano Paesaggistico Regionale, entro due anni dalla sua approvazione, le Province, la Città metropolitana, i Comuni e gli Enti gestori delle aree protette devono conformare i propri strumenti alle disposizioni del Piano regionale, predisponendo a tal fine apposita variante generale.

Tale adeguamento comporta la condivisione, da parte dei Piani territoriali e urbanistici alle diverse scale, degli obiettivi di tutela del Ppr, l'orientamento delle azioni di pianificazione in modo che siano coerenti con gli indirizzi dettati dal Ppr stesso, l'osservanza delle direttive, nonché il rispetto delle prescrizioni e delle specifiche prescrizioni d'uso.

I processi di adeguamento degli strumenti di pianificazione sono gestiti congiuntamente da Regione Piemonte e Ministero della Cultura; le modalità istruttorie e gli elaborati che le amministrazioni comunali devono predisporre per consentire la verifica della conformità delle varianti di adeguamento sono dettagliati nell'allegato A del Regolamento n. 4/R "Attuazione del piano paesaggistico regionale del Piemonte (Ppr)", approvato con DPGR del 22 marzo 2019.

Ai Comuni è richiesto di tradurre e specificare alla scala locale gli elementi conoscitivi individuati dal Ppr, con particolare riferimento alle Tavole P2 "Beni paesaggistici", P4 "Componenti paesaggistiche" e P5 "Rete di connessione paesaggistica", dando contestualmente attuazione alla relativa normativa di tutela.

Con puntuale riferimento all’attuazione del Ppr, è proseguita l’attività di verifica dell’adeguamento al Ppr stesso delle varianti allo strumento urbanistico. Nel complesso, nel corso del 2023 sono stati circa 70 i tavoli tecnici, gli incontri e le conferenze di copianificazione ex art. 15bis della l.r. 56/77, effettuati dalla Regione con il Ministero della Cultura e/o con le amministrazioni comunali.

Le procedure di adeguamento che si sono concretizzate sul territorio piemontese al 2023 sono le seguenti:

  • 8 Comuni e un’Unione di Comuni hanno avviato, e in 5 casi concluso, le analisi paesaggistiche propedeutiche all’avvio della procedura di variante urbanistica ai sensi della l.r. 56/77;
  • 11 Comuni hanno concluso la prima fase della procedura urbanistica (prima Conferenza di Copianificazione e valutazione);
  • 7 Comuni hanno concluso la seconda fase della procedura urbanistica ai sensi della l.r. 56/77 (seconda Conferenza di Copianificazione e valutazione).

 

Anno
2024

Consumo di suolo in Piemonte

Il Monitoraggio del consumo di suolo avviato nel 2008 dalla Regione avvalendosi del CSI, è lo strumento conoscitivo di riferimento per le politiche regionali di carattere territoriale e settoriale e per l’attuazione della normativa urbanistica regionale, degli obiettivi e delle strategie del Piano territoriale regionale e del Piano paesaggistico regionale, in materia di contenimento del consumo di suolo.

In continuità con i precedenti rilevamenti, la nuova edizione del rapporto “Il monitoraggio del consumo di suolo in Piemonte 2022” presenta l’aggiornamento dei dati sul consumo di suolo 2022 così come rilevati nel corso del 2021. Contestualmente alla sua approvazione, la Giunta ha approvato le disposizioni applicative per l’attuazione del comma 10, dell’articolo 31 “Contenimento del consumo di suolo” delle Norme di attuazione del Piano territoriale regionale, che riguardano i criteri di calcolo della soglia di incremento, la disciplina dei casi di superamento della soglia di incremento e gli adempimenti per i comuni. Il servizio dei dati di monitoraggio del consumo di suolo, con le serie storiche di dati e indici, è disponibile sul GeoPortale Piemonte.
 

I dati storici e le tendenze Il metodo di rilevazione del consumo di suolo, adottato dalla Regione Piemonte, è stato progressivamente approfondito e affinato in relazione all’informazione e alle tecnologie disponibili (cfr. paragrafo 2.2). I dati riconducibili alla prima fase del progetto (1991, 1998, 2001 e 2005), a differenza di quelli relativi alle successive soglie temporali (2008 e 2013), non registravano, infatti, la quota di consumo determinata dalla rete delle infrastrutture viarie. Pertanto, per garantire un confronto attendibile, le serie storiche di seguito illustrate, riferite all’intero arco temporale 1991-2021, prendono in considerazione esclusivamente i dati sul consumo di suolo da superficie urbanizzata (CSU) e quelli sul consumo reversibile (CSR).

Per gli aggiornamenti relativi alla edizione 2022 del Monitoraggio del Consumo di Suolo, si è fatto riferimento ai dati della Base Dati Territoriale di Riferimento degli Enti aggregata (BDTRE) nella sua ultima edizione pubblicata nel 2021, scaricabile dal Geoportale della Regione Piemonte.

Il Rapporto regionale stima un consumo di suolo a livello regionale e per tipologia, così articolato

  • CSI - Consumo di suolo da superficie infrastrutturata: 34.965 ha, pari al 1,38%

  • CSU - Consumo di suolo da superficie urbanizzata: 148.849 ha pari al 5,86%

  • CSR - Consumo di suolo reversibile: 7.082 ha pari al 0,28%

  • CSCI (CSI+CSU) - Consumo di suolo irreversibile: pari a 183.814 ha pari al 7,24%

  • CSC (CSCI+CSR) - Consumo di suolo complessivo: 190.897 ha pari al 7,52%

Il peso delle province e della CM di Torino sul consumo di suolo irreversibile, regionale è così suddiviso: Alessandria 25.013 ha, Asti 12.790 ha , Biella 8.978 ha , Cuneo 37.433 ha , Novara 16.578 ha , Città Metropolitana di Torino 63.588 ha , VCO 8.960 ha , Vercelli 10.985 ha.

I vari modelli di espansione urbana, congiuntamente allo sviluppo di una rete di trasporti e di infrastrutture molto capillare, concorrono al disegno di un sistema di consumo del suolo distribuito e diffuso che incide sensibilmente sulla disponibilità dei suoli ad elevata potenzialità agricola in area di pianura e interessa in modo pressoché uniforme anche i territori collinari e montani lungo i fondovalle di tutti i bacini alpini. Rimangono sostanzialmente inalterati i settori dei rilievi alpini e pedemontani, corona e principale serbatoio forestale, di naturalità e di copertura dei suoli.

Anno
2024
Paragrafi

Il Monitoraggio del consumo di suolo avviato nel 2008 dalla Regione avvalendosi del CSI, è lo strumento conoscitivo di riferimento per le politiche regionali di carattere territoriale e settoriale e per l’attuazione della normativa urbanistica regionale, degli obiettivi e delle strategie del Piano territoriale regionale e del Piano paesaggistico regionale, in materia di contenimento del consumo di suolo.

In continuità con i precedenti rilevamenti, la nuova edizione del rapporto “Il monitoraggio del consumo di suolo in Piemonte 2022” presenta l’aggiornamento dei dati sul consumo di suolo 2022 così come rilevati nel corso del 2021. Contestualmente alla sua approvazione, la Giunta ha approvato le disposizioni applicative per l’attuazione del comma 10, dell’articolo 31 “Contenimento del consumo di suolo” delle Norme di attuazione del Piano territoriale regionale, che riguardano i criteri di calcolo della soglia di incremento, la disciplina dei casi di superamento della soglia di incremento e gli adempimenti per i comuni. Il servizio dei dati di monitoraggio del consumo di suolo, con le serie storiche di dati e indici, è disponibile sul GeoPortale Piemonte.
 

I dati storici e le tendenze Il metodo di rilevazione del consumo di suolo, adottato dalla Regione Piemonte, è stato progressivamente approfondito e affinato in relazione all’informazione e alle tecnologie disponibili (cfr. paragrafo 2.2). I dati riconducibili alla prima fase del progetto (1991, 1998, 2001 e 2005), a differenza di quelli relativi alle successive soglie temporali (2008 e 2013), non registravano, infatti, la quota di consumo determinata dalla rete delle infrastrutture viarie. Pertanto, per garantire un confronto attendibile, le serie storiche di seguito illustrate, riferite all’intero arco temporale 1991-2021, prendono in considerazione esclusivamente i dati sul consumo di suolo da superficie urbanizzata (CSU) e quelli sul consumo reversibile (CSR).

Per gli aggiornamenti relativi alla edizione 2022 del Monitoraggio del Consumo di Suolo, si è fatto riferimento ai dati della Base Dati Territoriale di Riferimento degli Enti aggregata (BDTRE) nella sua ultima edizione pubblicata nel 2021, scaricabile dal Geoportale della Regione Piemonte.

Il Rapporto regionale stima un consumo di suolo a livello regionale e per tipologia, così articolato

  • CSI - Consumo di suolo da superficie infrastrutturata: 34.965 ha, pari al 1,38%

  • CSU - Consumo di suolo da superficie urbanizzata: 148.849 ha pari al 5,86%

  • CSR - Consumo di suolo reversibile: 7.082 ha pari al 0,28%

  • CSCI (CSI+CSU) - Consumo di suolo irreversibile: pari a 183.814 ha pari al 7,24%

  • CSC (CSCI+CSR) - Consumo di suolo complessivo: 190.897 ha pari al 7,52%

Il peso delle province e della CM di Torino sul consumo di suolo irreversibile, regionale è così suddiviso: Alessandria 25.013 ha, Asti 12.790 ha , Biella 8.978 ha , Cuneo 37.433 ha , Novara 16.578 ha , Città Metropolitana di Torino 63.588 ha , VCO 8.960 ha , Vercelli 10.985 ha.

I vari modelli di espansione urbana, congiuntamente allo sviluppo di una rete di trasporti e di infrastrutture molto capillare, concorrono al disegno di un sistema di consumo del suolo distribuito e diffuso che incide sensibilmente sulla disponibilità dei suoli ad elevata potenzialità agricola in area di pianura e interessa in modo pressoché uniforme anche i territori collinari e montani lungo i fondovalle di tutti i bacini alpini. Rimangono sostanzialmente inalterati i settori dei rilievi alpini e pedemontani, corona e principale serbatoio forestale, di naturalità e di copertura dei suoli.

Capitolo
Consumo di suolo
Anno
2024

Territori UNESCO di Langhe-Roero e Monferrato: adeguamento dei Piani Regolatori Generali alle linee guida regionali

L’attività di adeguamento dei PRGC, finalizzata a garantire un idoneo livello di tutela per i territori del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, avviata a seguito dell’approvazione delle pertinenti Linee Guida di cui alla D.G.R. 21 settembre 2015, n. 26-2131 (LLGG), è in via di prosecuzione anche nel corso dell’anno 2024 con l'obiettivo di agevolare l’attivazione delle conseguenti Varianti urbanistiche di adeguamento.

Si rammenta che le valutazioni di merito vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse LLGG – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale si sviluppano i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai Comuni, in forma singola o associata.

La pubblicazione delle Linee guida ha dato l’avvio alle procedure di adeguamento che, dal 2015, si sono così concretizzate sul territorio piemontese (dati riferiti a gennaio 2024):

18 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP (5 in Core Zone);

33 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP (12 in Core Zone);

6 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (1 in Core Zone);

18 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (7 in Core Zone);

5 comuni con procedura semplificata (DGR n. 2-1487/2020) devono ancora adottare o approvare varianti. NB: dalle analisi contenute in questa DGR i comuni interessati dalla procedura semplificata sono 12, ma 4 hanno già provveduto a concludere le indagini previste per l’adeguameno alle LLGG Unesco e 3 hanno inserito le analisi paesaggistiche effettuate dalla Regione Piemonte presenti nell’Allegato alla DGR nella variante (nessuno di questi comuni è in Core Zone);

20 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG (4 in Core Zone).

In provincia di Alessandria 30 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 30 comuni alessandrini:

4 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

2 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

10 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

11 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG;

3 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

In provincia di Asti 41 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 41 comuni astigiani:

14 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

17 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

3 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

5 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

2 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

In provincia di Cuneo 29 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 11 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 29 comuni cuneesi:

4 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

12 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

1 comune ha attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

3 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

9 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG. 

È opportuno rammentare che le Linee Guida erano state adottate in aderenza all’impostazione del Piano Paesaggistico Regionale, infatti le stesse Linee Guida Unesco sono state adottate circa due anni prima dell’approvazione del PPR avvenuta mediante DCR n. 233-35836 del 3 ottobre 2017, a seguito della quale il PPR era divenuto efficace dal 20.10.2017. Pertanto la presente procedura dei TLP prevista dalle LLGG Unesco ha rappresentato a tutti gli effetti una “anticipazione” ed una sperimentazione delle modalità di adeguamento degli strumenti urbanistici, che ha visto coinvolti, accanto al Comune, la Regione e le Province, senza implicazione del Ministero della Cultura: tre Enti anziché i quattro necessari per la procedura di adeguamento al PPR. E’ chiaro quindi che gli adeguamenti alle LLGG effettuati o in corso, non sostituiscono l’adeguamento vero e proprio al PPR, ma possono rappresentare una valida base per effettuare le successive necessarie implementazioni delle indagini paesaggistiche nell’ambito dei rispettivi territori comunali.

Si rammenta infine che l’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle LLGG Unesco e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di penalizzazione per i Comuni inadempienti.

Gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate continueranno ad operare, per quanto di competenza, al fine di promuovere il coinvolgimento degli Enti locali e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la valorizzazione delle peculiarità del Sito Unesco.


 

Anno
2024
Paragrafi

L’attività di adeguamento dei PRGC, finalizzata a garantire un idoneo livello di tutela per i territori del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, avviata a seguito dell’approvazione delle pertinenti Linee Guida di cui alla D.G.R. 21 settembre 2015, n. 26-2131 (LLGG), è in via di prosecuzione anche nel corso dell’anno 2024 con l'obiettivo di agevolare l’attivazione delle conseguenti Varianti urbanistiche di adeguamento.

Si rammenta che le valutazioni di merito vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse LLGG – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale si sviluppano i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai Comuni, in forma singola o associata.

La pubblicazione delle Linee guida ha dato l’avvio alle procedure di adeguamento che, dal 2015, si sono così concretizzate sul territorio piemontese (dati riferiti a gennaio 2024):

18 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP (5 in Core Zone);

33 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP (12 in Core Zone);

6 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (1 in Core Zone);

18 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (7 in Core Zone);

5 comuni con procedura semplificata (DGR n. 2-1487/2020) devono ancora adottare o approvare varianti. NB: dalle analisi contenute in questa DGR i comuni interessati dalla procedura semplificata sono 12, ma 4 hanno già provveduto a concludere le indagini previste per l’adeguameno alle LLGG Unesco e 3 hanno inserito le analisi paesaggistiche effettuate dalla Regione Piemonte presenti nell’Allegato alla DGR nella variante (nessuno di questi comuni è in Core Zone);

20 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG (4 in Core Zone).

In provincia di Alessandria 30 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 30 comuni alessandrini:

4 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

2 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

10 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

11 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG;

3 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

In provincia di Asti 41 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 41 comuni astigiani:

14 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

17 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

3 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

5 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

2 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

In provincia di Cuneo 29 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 11 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 29 comuni cuneesi:

4 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

12 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

1 comune ha attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

3 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

9 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG. 

È opportuno rammentare che le Linee Guida erano state adottate in aderenza all’impostazione del Piano Paesaggistico Regionale, infatti le stesse Linee Guida Unesco sono state adottate circa due anni prima dell’approvazione del PPR avvenuta mediante DCR n. 233-35836 del 3 ottobre 2017, a seguito della quale il PPR era divenuto efficace dal 20.10.2017. Pertanto la presente procedura dei TLP prevista dalle LLGG Unesco ha rappresentato a tutti gli effetti una “anticipazione” ed una sperimentazione delle modalità di adeguamento degli strumenti urbanistici, che ha visto coinvolti, accanto al Comune, la Regione e le Province, senza implicazione del Ministero della Cultura: tre Enti anziché i quattro necessari per la procedura di adeguamento al PPR. E’ chiaro quindi che gli adeguamenti alle LLGG effettuati o in corso, non sostituiscono l’adeguamento vero e proprio al PPR, ma possono rappresentare una valida base per effettuare le successive necessarie implementazioni delle indagini paesaggistiche nell’ambito dei rispettivi territori comunali.

Si rammenta infine che l’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle LLGG Unesco e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di penalizzazione per i Comuni inadempienti.

Gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate continueranno ad operare, per quanto di competenza, al fine di promuovere il coinvolgimento degli Enti locali e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la valorizzazione delle peculiarità del Sito Unesco.


 

Anno
2024