Territori UNESCO di Langhe-Roero e Monferrato: adeguamento dei Piani Regolatori Generali alle linee guida regionali

L’attività di adeguamento dei PRGC, finalizzata a garantire un idoneo livello di tutela per i territori del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, avviata a seguito dell’approvazione delle pertinenti Linee Guida di cui alla D.G.R. 21 settembre 2015, n. 26-2131 (LLGG), è in via di prosecuzione anche nel corso dell’anno 2024 con l'obiettivo di agevolare l’attivazione delle conseguenti Varianti urbanistiche di adeguamento.

Si rammenta che le valutazioni di merito vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse LLGG – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale si sviluppano i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai Comuni, in forma singola o associata.

La pubblicazione delle Linee guida ha dato l’avvio alle procedure di adeguamento che, dal 2015, si sono così concretizzate sul territorio piemontese (dati riferiti a gennaio 2024):

18 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP (5 in Core Zone);

33 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP (12 in Core Zone);

6 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (1 in Core Zone);

18 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (7 in Core Zone);

5 comuni con procedura semplificata (DGR n. 2-1487/2020) devono ancora adottare o approvare varianti. NB: dalle analisi contenute in questa DGR i comuni interessati dalla procedura semplificata sono 12, ma 4 hanno già provveduto a concludere le indagini previste per l’adeguameno alle LLGG Unesco e 3 hanno inserito le analisi paesaggistiche effettuate dalla Regione Piemonte presenti nell’Allegato alla DGR nella variante (nessuno di questi comuni è in Core Zone);

20 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG (4 in Core Zone).

In provincia di Alessandria 30 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 30 comuni alessandrini:

4 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

2 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

10 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

11 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG;

3 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

In provincia di Asti 41 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 41 comuni astigiani:

14 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

17 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

3 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

5 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

2 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

In provincia di Cuneo 29 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 11 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 29 comuni cuneesi:

4 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

12 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

1 comune ha attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

3 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

9 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG. 

È opportuno rammentare che le Linee Guida erano state adottate in aderenza all’impostazione del Piano Paesaggistico Regionale, infatti le stesse Linee Guida Unesco sono state adottate circa due anni prima dell’approvazione del PPR avvenuta mediante DCR n. 233-35836 del 3 ottobre 2017, a seguito della quale il PPR era divenuto efficace dal 20.10.2017. Pertanto la presente procedura dei TLP prevista dalle LLGG Unesco ha rappresentato a tutti gli effetti una “anticipazione” ed una sperimentazione delle modalità di adeguamento degli strumenti urbanistici, che ha visto coinvolti, accanto al Comune, la Regione e le Province, senza implicazione del Ministero della Cultura: tre Enti anziché i quattro necessari per la procedura di adeguamento al PPR. E’ chiaro quindi che gli adeguamenti alle LLGG effettuati o in corso, non sostituiscono l’adeguamento vero e proprio al PPR, ma possono rappresentare una valida base per effettuare le successive necessarie implementazioni delle indagini paesaggistiche nell’ambito dei rispettivi territori comunali.

Si rammenta infine che l’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle LLGG Unesco e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di penalizzazione per i Comuni inadempienti.

Gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate continueranno ad operare, per quanto di competenza, al fine di promuovere il coinvolgimento degli Enti locali e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la valorizzazione delle peculiarità del Sito Unesco.


 

Anno
2024
Paragrafi

L’attività di adeguamento dei PRGC, finalizzata a garantire un idoneo livello di tutela per i territori del Sito Unesco di Langhe-Roero e Monferrato, avviata a seguito dell’approvazione delle pertinenti Linee Guida di cui alla D.G.R. 21 settembre 2015, n. 26-2131 (LLGG), è in via di prosecuzione anche nel corso dell’anno 2024 con l'obiettivo di agevolare l’attivazione delle conseguenti Varianti urbanistiche di adeguamento.

Si rammenta che le valutazioni di merito vengono condotte nell’ambito del Tavolo di Lavoro Preliminare (TLP) previsto dalle stesse LLGG – organismo congiunto, tra Regione, Province e Comuni, nell’ambito del quale si sviluppano i necessari confronti tecnici circa le specifiche indagini paesaggistiche redatte e proposte dai Comuni, in forma singola o associata.

La pubblicazione delle Linee guida ha dato l’avvio alle procedure di adeguamento che, dal 2015, si sono così concretizzate sul territorio piemontese (dati riferiti a gennaio 2024):

18 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP (5 in Core Zone);

33 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP (12 in Core Zone);

6 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (1 in Core Zone);

18 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco (7 in Core Zone);

5 comuni con procedura semplificata (DGR n. 2-1487/2020) devono ancora adottare o approvare varianti. NB: dalle analisi contenute in questa DGR i comuni interessati dalla procedura semplificata sono 12, ma 4 hanno già provveduto a concludere le indagini previste per l’adeguameno alle LLGG Unesco e 3 hanno inserito le analisi paesaggistiche effettuate dalla Regione Piemonte presenti nell’Allegato alla DGR nella variante (nessuno di questi comuni è in Core Zone);

20 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG (4 in Core Zone).

In provincia di Alessandria 30 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 30 comuni alessandrini:

4 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

2 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

10 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

11 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG;

3 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

In provincia di Asti 41 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 9 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 41 comuni astigiani:

14 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

17 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

3 comuni hanno attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

5 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

2 comuni per i quali è stata prevista la procedura semplificata secondo la DGR 2-1487/2020 non hanno avviato varianti.

In provincia di Cuneo 29 comuni sono compresi nei paesaggi vitivinicoli del Piemonte, 11 dei quali appartengono alla Core Zone. Dei 29 comuni cuneesi:

4 comuni hanno avviato le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

12 comuni hanno concluso le analisi paesaggistiche previste nel TLP;

1 comune ha attivato la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

3 comuni hanno concluso la variante di adeguamento alle LLGG Unesco;

9 comuni non hanno avviato alcuna fase dell’adeguamento alle LLGG. 

È opportuno rammentare che le Linee Guida erano state adottate in aderenza all’impostazione del Piano Paesaggistico Regionale, infatti le stesse Linee Guida Unesco sono state adottate circa due anni prima dell’approvazione del PPR avvenuta mediante DCR n. 233-35836 del 3 ottobre 2017, a seguito della quale il PPR era divenuto efficace dal 20.10.2017. Pertanto la presente procedura dei TLP prevista dalle LLGG Unesco ha rappresentato a tutti gli effetti una “anticipazione” ed una sperimentazione delle modalità di adeguamento degli strumenti urbanistici, che ha visto coinvolti, accanto al Comune, la Regione e le Province, senza implicazione del Ministero della Cultura: tre Enti anziché i quattro necessari per la procedura di adeguamento al PPR. E’ chiaro quindi che gli adeguamenti alle LLGG effettuati o in corso, non sostituiscono l’adeguamento vero e proprio al PPR, ma possono rappresentare una valida base per effettuare le successive necessarie implementazioni delle indagini paesaggistiche nell’ambito dei rispettivi territori comunali.

Si rammenta infine che l’attivazione dei TLP propedeutici all’adeguamento dei PRGC alle LLGG Unesco e la conseguente variante urbanistica, avviene su iniziativa comunale e le disposizioni vigenti non prevedono alcun tipo di penalizzazione per i Comuni inadempienti.

Gli uffici competenti della Regione e delle Province interessate continueranno ad operare, per quanto di competenza, al fine di promuovere il coinvolgimento degli Enti locali e dei professionisti nell’implementare e portare a conclusione il sopra descritto processo di pianificazione alla scala locale, indirizzato ad assicurare la valorizzazione delle peculiarità del Sito Unesco.


 

Anno
2024

Piano Straordinario Incendi

Anno
2024

Il 18 aprile 2017 la Giunta regionale ha approvato il Piano straordinario di interventi di ripristino del territorio in seguito agli incendi boschivi dell’autunno 2017 (D.G.R. n. 29-8813).

Il Piano sarà valido fino al 31 agosto 2029.

L' anno 2017 è stato caratterizzato da condizioni climatiche anomale: le elevate temperature e una persistente assenza di precipitazioni hanno costituito un elemento predisponente per gli incendi boschivi e ne hanno amplificato gli effetti. Durante l'autunno - in pochi giorni - il fuoco ha percorso oltre 9.700 ettari di superficie territoriale (di cui 7.200 ettari coperti da foreste). La media annuale degli ultimi 20 anni è di 2.280 ettari.

La Regione Piemonte ha dunque ritenuto necessario dotarsi di strumenti in grado di valutare i danni, orientare l’allocazione delle risorse finanziarie e degli sforzi laddove più utile, senza tralasciare le implicazioni normative. Infatti, la legge quadro nazionale in materia di incendi boschivi (L. 353/2000 art. 10) pone una serie di divieti che riguardano foreste e pascoli percorsi dal fuoco; tra questi il divieto, per 5 anni, di utilizzare risorse finanziarie pubbliche per eseguire “attività di rimboschimento e di ingegneria ambientale”.

Il Piano straordinario permette il ricorso a risorse finanziarie pubbliche per l’esecuzione degli interventi e assume le caratteristiche di un insieme di Piani Forestali Aziendali adattati alla particolare situazione per la quale sono stati redatti, ovvero per il ripristino post-incendio.

Per maggiori informazioni, consultare la pagina istituzionale dedicata.
 

PSR, PSP, CSR - Interventi in ambito forestale

Anno
2024

Il Programma di Sviluppo Rurale (PSR) 2014-2022 è stato il documento di programmazione redatto dalle Regioni per attuare gli obiettivi dello Sviluppo Rurale nel relativo periodo di riferimento, uno dei pilastri della Politica Agricola Comune europea (PAC).

È stato sviluppato in coerenza e contemporaneità all’ideazione del Piano Forestale Regionale (PFR) e ne rappresenta attuazione su alcuni temi fondamentali come lo sviluppo economico (formazione e investimenti) e l’ambiente, costituendo di fatto la principale fonte finanziaria per l’attuazione delle politiche forestali regionali.

Il PFR ha previsto un ammontare complessivo di circa 83 milioni di euro di risorse pubbliche, così ripartite sulle principali aree di intervento:

  • risorse umane: 8,150 milioni di euro (Misura 1)
     
  • sviluppo economico locale: 45,5 milioni di euro (Misure 4.3, 8.1, 8.6, 16), comprensivi di circa 8 milioni di euro di “trascinamenti”
     
  • ambiente: 29,5 milioni di euro (Misure 8.3, 8.4, 8.5, 12).

Attualmente sul PSR 14-22, che continuerà ad essere attivo fino al 2025, sono stati versati (attraverso bandi e iniziative a titolarità regionale) contributi per oltre 42,624 milioni di euro.

 

A fine 2022 è stato inoltre aperto il nuovo Piano Strategico della PAC 2023-2027 (PSP) nazionale che affianca e andrà a sostituire il PSR e trova attuazione a livello regionale nel Complemento di Sviluppo Rurale (CSR) della Regione Piemonte.

In ambito forestale il CSR prevede un ammontare di circa 47,5 milioni di euro ripartiti nelle aree:

  • risorse umane: 4 milioni di euro (Interventi SRH03, SRH04, SRH05);
  • sviluppo economico locale: 26,25 milioni di euro (Interventi: SRA28, SRD05, SRD07.6, SRD15, SRG07, SRG08 link a https://www.regione.piemonte.it/web/temi/fondi-progetti-europei/sviluppo-rurale-piemonte/complemento-regionale-per-sviluppo-rurale-2023-2027-csr/srg08-sostegno-ad-azioni-pilota-collaudo-dellinnovazione), comprensivi di 0,64 milioni di euro di “trascinamenti”
  • ambiente: 17,325 milioni di euro (Interventi SRA27, SRA31, SRC02, SRD12).

Nel 2023 è stato aperto un primo bando per il sostegno ad azioni pilota e di collaudo dell'innovazione (SRG08) per un totale di 6 milioni di euro.

 

Per approfondimenti

 

Il Programma di Sviluppo Rurale in ambito forestale:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/foreste/psr-2014-2020/programma-sviluppo-rurale-2014-2020-per-foreste

 

Il Protocollo di Intesa

L’azione regionale rispetto ai Distretti del Commercio è stata ulteriormente rafforzata da un Protocollo di Intesa volto a favorire la collaborazione tra la Regione, la Fondazione Compagnia di San Paolo e Unioncamere Piemonte, nell’ambito dei rispettivi scopi istituzionali, al fine di sostenere la fase di avvio della politica attiva dei Distretti quale strumento per rivitalizzare e valorizzare l’identità economica, culturale e sociale dei luoghi attraverso specifiche azioni di accompagnamento alla nascita e al consolidamento dei partenariati pubblico-privato previsti dalla normativa in materia e sottesi ai Distretti del Commercio, in un'ottica di loro rafforzamento e ampliamento, per la trasformazione in veri e propri distretti delle economie di prossimità, dell'innovazione e dello sviluppo locale anche secondo principi di inclusione, benessere e solidarietà.

Le parti si sono impegnate, altresì, a:

  • mettere a disposizione i saperi necessari all'attuazione delle strategie distrettuali sia all'interno della pubblica amministrazione, sia in seno alle associazioni di categoria, sia nel mondo della libera professione e fra i partner di progetto attraverso attività formative, sia per nuovi professionisti (Manager di Distretto) sia per l’aggiornamento del personale già chiamato ad operare in tale ambito, sui temi della pianificazione del Distretto, monitoraggio delle attività previste e realizzate, fund raising, processi di rigenerazione urbana, promozione di dinamiche di solidarietà, inclusione e benessere territoriale, secondo un preciso programma congiuntamente definito e grazie alla gestione delle attività formative da parte di un ente con esperienza su questi temi e nel campo della formazione di partenariati territoriali attivi nel campo dello sviluppo del territorio.

Il Protocollo di Intesa, firmato il 12 luglio 2022, ha durata sino al 31 dicembre 2023.

In data 5 febbraio 2024 il Protocollo di Intesa è stato rinnovato per un ulteriore triennio.

Tra le prime azioni previste e realizzate dai partner aderenti al Protocollo d'Intesa vi è stato il Festival dei Distretti del Commercio del Piemonte: una giornata di lavori volta ad approfondire le dinamiche e le potenzialità dei Distretti del Commercio piemontesi, quali sistemi territoriali per la cura delle economie di prossimità, ospitata presso il Museo di Scienze Naturali di Torino. L’evento, organizzato l’8 aprile 2024 da Regione Piemonte, dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e Unioncamere Piemonte, ha inteso contribuire a creare nuove sinergie tra i diversi soggetti che operano sul territorio in un’ottica di sviluppo locale e di inclusione sociale.

La giornata si è aperta alle ore 11:00 con un momento di networking, un’importante opportunità per entrare in contatto con i diversi Distretti del Commercio piemontesi e per dare vita a nuove connessioni e collaborazioni tra i diversi attori e le iniziative territoriali.

Nel pomeriggio, si sono svolti momenti di approfondimento volti ad indagare le politiche attive per la valorizzazione delle economie di prossimità e a inquadrare le sfide per le economie locali nel quadro nazionale e internazionale. Sono intervenuti professori universitari ed esperti in materia di rigenerazione urbana e territoriale e di economia urbana e si è tenuta una tavola rotonda per esaminare i risultati raggiunti fino ad oggi e valutare le prospettive future.

Per il biennio 2024-25 è previsto ed è già stato avviato un percorso formativo di Capacity Building focalizzato sul consolidamento del Distretto del Commercio come dispositivo di sviluppo territoriale.

  • 2024: fase di lavoro dedicato alla costruzione di strumenti comuni e all’accompagnamento al loro utilizzo

  • 2025: fase dedicata ad attività di analisi, monitoraggio e valutazione.

 

Anno
2024
Paragrafi

L’azione regionale rispetto ai Distretti del Commercio è stata ulteriormente rafforzata da un Protocollo di Intesa volto a favorire la collaborazione tra la Regione, la Fondazione Compagnia di San Paolo e Unioncamere Piemonte, nell’ambito dei rispettivi scopi istituzionali, al fine di sostenere la fase di avvio della politica attiva dei Distretti quale strumento per rivitalizzare e valorizzare l’identità economica, culturale e sociale dei luoghi attraverso specifiche azioni di accompagnamento alla nascita e al consolidamento dei partenariati pubblico-privato previsti dalla normativa in materia e sottesi ai Distretti del Commercio, in un'ottica di loro rafforzamento e ampliamento, per la trasformazione in veri e propri distretti delle economie di prossimità, dell'innovazione e dello sviluppo locale anche secondo principi di inclusione, benessere e solidarietà.

Le parti si sono impegnate, altresì, a:

  • mettere a disposizione i saperi necessari all'attuazione delle strategie distrettuali sia all'interno della pubblica amministrazione, sia in seno alle associazioni di categoria, sia nel mondo della libera professione e fra i partner di progetto attraverso attività formative, sia per nuovi professionisti (Manager di Distretto) sia per l’aggiornamento del personale già chiamato ad operare in tale ambito, sui temi della pianificazione del Distretto, monitoraggio delle attività previste e realizzate, fund raising, processi di rigenerazione urbana, promozione di dinamiche di solidarietà, inclusione e benessere territoriale, secondo un preciso programma congiuntamente definito e grazie alla gestione delle attività formative da parte di un ente con esperienza su questi temi e nel campo della formazione di partenariati territoriali attivi nel campo dello sviluppo del territorio.

Il Protocollo di Intesa, firmato il 12 luglio 2022, ha durata sino al 31 dicembre 2023.

In data 5 febbraio 2024 il Protocollo di Intesa è stato rinnovato per un ulteriore triennio.

Tra le prime azioni previste e realizzate dai partner aderenti al Protocollo d'Intesa vi è stato il Festival dei Distretti del Commercio del Piemonte: una giornata di lavori volta ad approfondire le dinamiche e le potenzialità dei Distretti del Commercio piemontesi, quali sistemi territoriali per la cura delle economie di prossimità, ospitata presso il Museo di Scienze Naturali di Torino. L’evento, organizzato l’8 aprile 2024 da Regione Piemonte, dalla Fondazione Compagnia di San Paolo e Unioncamere Piemonte, ha inteso contribuire a creare nuove sinergie tra i diversi soggetti che operano sul territorio in un’ottica di sviluppo locale e di inclusione sociale.

La giornata si è aperta alle ore 11:00 con un momento di networking, un’importante opportunità per entrare in contatto con i diversi Distretti del Commercio piemontesi e per dare vita a nuove connessioni e collaborazioni tra i diversi attori e le iniziative territoriali.

Nel pomeriggio, si sono svolti momenti di approfondimento volti ad indagare le politiche attive per la valorizzazione delle economie di prossimità e a inquadrare le sfide per le economie locali nel quadro nazionale e internazionale. Sono intervenuti professori universitari ed esperti in materia di rigenerazione urbana e territoriale e di economia urbana e si è tenuta una tavola rotonda per esaminare i risultati raggiunti fino ad oggi e valutare le prospettive future.

Per il biennio 2024-25 è previsto ed è già stato avviato un percorso formativo di Capacity Building focalizzato sul consolidamento del Distretto del Commercio come dispositivo di sviluppo territoriale.

  • 2024: fase di lavoro dedicato alla costruzione di strumenti comuni e all’accompagnamento al loro utilizzo

  • 2025: fase dedicata ad attività di analisi, monitoraggio e valutazione.

 

Anno
2024

Contributi ai Distretti

Nel corso dell’anno 2022 è stato avviato il sostegno per i progetti strategici presentati dai Distretti del commercio del Piemonte. Si tratta di una programmazione triennale relativa agli anni 2022, 2023 e 2024.

Il bando, approvato con la determinazione n. 184 del 27/07/2022, è stato rivolto ai Distretti del Commercio inseriti nell'Elenco regionale del Piemonte per la realizzazione dei seguenti interventi:

  • ammodernamento e miglioramento dell’esteriorità delle attività commerciali (vetrine, insegne, facciate, tende, pergole, dehor, banchi mercati, illuminazione esterna, etc…), sostegno di nuove attività o apertura di nuove unità locali (acquisto di macchinari, attrezzature, apparecchi), servizi innovativi fra gli operatori dell’area e a vantaggio dei consumatori; fidelizzazione della clientela; implementazione digitale delle singole imprese (solo spese in conto capitale); progettualità innovative che possano contribuire alla crescita delle singole imprese del commercio, inclusa attività formativa, informativa e servizi di accompagnamento relativi all’attività del Distretto;

  • progetti di qualificazione urbana che riguardino il proprio ambito territoriale; progetti di design urbano e sugli spazi pubblici, con particolare attenzione alla gestione degli spazi pubblici, all’ampliamento di spazi esistenti per attività commerciali, alla riqualificazione del verde e dell’arredo urbano, all’accessibilità e alla sistemazione della viabilità, alla predisposizione di attrezzature per servizi comuni; progetti di sistemazione delle aree mercatali; iniziative di riqualificazione e rigenerazione urbana, con particolare attenzione ai locali commerciali e in coerenza con i principi di sostenibilità energetica e ambientale; politiche attive sul riuso degli spazi sfitti; recupero e valorizzazione dei locali commerciali storici; azioni di promozione finalizzate esclusivamente alla rivitalizzazione della rete distributiva e ad aumentarne l’attrattività; progetti di consegna delle merci a domicilio e creazione di un sistema organizzato e agile per la distribuzione delle merci specie a favore della popolazione anziana o fragile; progettualità innovative che possano contribuire alla crescita e allo sviluppo del commercio nell’ambito territoriale del Distretto; predisposizione di una rete di servizi commerciali a sostegno di fasce della popolazione colpite da eventi calamitosi o emergenze perduranti; formazione, informazione e servizi di accompagnamento degli imprenditori e degli addetti del settore della distribuzione; iniziative comuni per la ripresa delle attività economiche e per l’adozione di nuove modalità strutturali, organizzative e operative per l’adeguamento delle attività alle nuove esigenze di sicurezza e protezione e a modalità alternative di organizzazione delle vendite, in affiancamento al canale fisico tradizionale; iniziative in tema di welfare aziendale e coinvolgimento di imprese e utenza su tematiche di benessere sociale; misure di fiscalità di vantaggio per promuovere iniziative o progettualità compatibili con la tutela e promozione dell’ambiente urbano; significative semplificazioni amministrative per l’area di distretto; sperimentazioni in materia di orari.

Con la determinazione dirigenziale n. 340 del 13/12/2023 sono stati ammessi a contributo 32 progetti strategici su sessantasei candidati per un importo complessivo di euro 8.832.989,95.

A ciascun Distretto del Commercio ammesso sono stati assegnati:

  • contributi in conto capitale (fondo perduto) nell'entità dell'80% della spesa progettuale ammessa per un importo massimo di euro 250.000,00

  • contributi di parte corrente nell'entità dell'80% della spesa nel tetto massimo di euro 42.306,63

Una quota non inferiore al 30% della spesa progettuale dei progetti strategici deve essere riservata alle azioni a favore delle imprese del commercio e della somministrazione di alimenti e bevande per mezzo di bandi ad evidenza pubblica.

Nel corso dell’anno 2023 è proseguito il sostegno ai progetti strategici dei Distretti del Commercio che non sono stati ammessi a contributo nella precedente programmazione. Con la determinazione n. 210 del 19/07/2023 è stato approvato un nuovo bando per il triennio 2023-2025 avente le medesime caratteristiche di quello della precedente programmazione. La somma destinata alle progettualità distrettuali ammonta a euro 8.794.500,00.

Anno
2024
Paragrafi

Nel corso dell’anno 2022 è stato avviato il sostegno per i progetti strategici presentati dai Distretti del commercio del Piemonte. Si tratta di una programmazione triennale relativa agli anni 2022, 2023 e 2024.

Il bando, approvato con la determinazione n. 184 del 27/07/2022, è stato rivolto ai Distretti del Commercio inseriti nell'Elenco regionale del Piemonte per la realizzazione dei seguenti interventi:

  • ammodernamento e miglioramento dell’esteriorità delle attività commerciali (vetrine, insegne, facciate, tende, pergole, dehor, banchi mercati, illuminazione esterna, etc…), sostegno di nuove attività o apertura di nuove unità locali (acquisto di macchinari, attrezzature, apparecchi), servizi innovativi fra gli operatori dell’area e a vantaggio dei consumatori; fidelizzazione della clientela; implementazione digitale delle singole imprese (solo spese in conto capitale); progettualità innovative che possano contribuire alla crescita delle singole imprese del commercio, inclusa attività formativa, informativa e servizi di accompagnamento relativi all’attività del Distretto;

  • progetti di qualificazione urbana che riguardino il proprio ambito territoriale; progetti di design urbano e sugli spazi pubblici, con particolare attenzione alla gestione degli spazi pubblici, all’ampliamento di spazi esistenti per attività commerciali, alla riqualificazione del verde e dell’arredo urbano, all’accessibilità e alla sistemazione della viabilità, alla predisposizione di attrezzature per servizi comuni; progetti di sistemazione delle aree mercatali; iniziative di riqualificazione e rigenerazione urbana, con particolare attenzione ai locali commerciali e in coerenza con i principi di sostenibilità energetica e ambientale; politiche attive sul riuso degli spazi sfitti; recupero e valorizzazione dei locali commerciali storici; azioni di promozione finalizzate esclusivamente alla rivitalizzazione della rete distributiva e ad aumentarne l’attrattività; progetti di consegna delle merci a domicilio e creazione di un sistema organizzato e agile per la distribuzione delle merci specie a favore della popolazione anziana o fragile; progettualità innovative che possano contribuire alla crescita e allo sviluppo del commercio nell’ambito territoriale del Distretto; predisposizione di una rete di servizi commerciali a sostegno di fasce della popolazione colpite da eventi calamitosi o emergenze perduranti; formazione, informazione e servizi di accompagnamento degli imprenditori e degli addetti del settore della distribuzione; iniziative comuni per la ripresa delle attività economiche e per l’adozione di nuove modalità strutturali, organizzative e operative per l’adeguamento delle attività alle nuove esigenze di sicurezza e protezione e a modalità alternative di organizzazione delle vendite, in affiancamento al canale fisico tradizionale; iniziative in tema di welfare aziendale e coinvolgimento di imprese e utenza su tematiche di benessere sociale; misure di fiscalità di vantaggio per promuovere iniziative o progettualità compatibili con la tutela e promozione dell’ambiente urbano; significative semplificazioni amministrative per l’area di distretto; sperimentazioni in materia di orari.

Con la determinazione dirigenziale n. 340 del 13/12/2023 sono stati ammessi a contributo 32 progetti strategici su sessantasei candidati per un importo complessivo di euro 8.832.989,95.

A ciascun Distretto del Commercio ammesso sono stati assegnati:

  • contributi in conto capitale (fondo perduto) nell'entità dell'80% della spesa progettuale ammessa per un importo massimo di euro 250.000,00

  • contributi di parte corrente nell'entità dell'80% della spesa nel tetto massimo di euro 42.306,63

Una quota non inferiore al 30% della spesa progettuale dei progetti strategici deve essere riservata alle azioni a favore delle imprese del commercio e della somministrazione di alimenti e bevande per mezzo di bandi ad evidenza pubblica.

Nel corso dell’anno 2023 è proseguito il sostegno ai progetti strategici dei Distretti del Commercio che non sono stati ammessi a contributo nella precedente programmazione. Con la determinazione n. 210 del 19/07/2023 è stato approvato un nuovo bando per il triennio 2023-2025 avente le medesime caratteristiche di quello della precedente programmazione. La somma destinata alle progettualità distrettuali ammonta a euro 8.794.500,00.

Anno
2024

Distretti del Commercio

Anno
2024

La Regione promuove i Distretti del Commercio quali ambiti territoriali nei quali gli enti pubblici, i cittadini, le imprese e le formazioni sociali liberamente aggregati sono in grado di fare del commercio un fattore di innovazione, integrazione e valorizzazione di tutte le risorse di cui dispone il territorio. L’obiettivo è quello di accrescerne l’attrattività, rigenerare il tessuto urbano e sostenere la competitività delle imprese, anche attraverso interventi integrati per lo sviluppo dell’ambiente urbano di riferimento. I criteri e le modalità per l'individuazione, il funzionamento e la costituzione dei Distretti del Commercio e per l'accesso all'agevolazione regionale per l'istituzione degli stessi sono stati approvati con Deliberazione della Giunta regionale n. 23-2535 dell'11/12/2020.

La Regione Piemonte ha inoltre contribuito a sostenere le spese per gli adempimenti necessari all’individuazione e alla costituzione dei Distretti del Commercio, al loro avvio e alla predisposizione di un programma di interventi strategici e significativi per il Commercio.

Con determinazione n. 396 del 23/12/2020 è stato approvato ed emanato il bando per l'accesso all'agevolazione regionale relativa all'istituzione dei Distretti, e con determinazione n. 146 del 28/06/2021 è stata approvata la graduatoria dei progetti ammessi a contributo.

Destinatari del finanziamento regionale sono i Comuni piemontesi in forma singola o aggregata, comprese le Unioni e le Convenzioni di cui alla L.R. n. 11/2012. Il finanziamento ha interessato in prima istanza venticinque distretti su 67 domande pervenute. Con le determinazioni n. 232 del 04/10/2021 e n. 236 del 04/10/2021 sono stati predisposti gli scorrimenti della graduatoria per il finanziamento di ulteriori trentasette distretti. Con la determinazione n. 372 del 29/12/2021 sono stati ammessi a contributo ulteriori quindici istanze, esaurendo la graduatoria.

In ragione delle diverse tempistiche del sovvenzionamento e delle attività iniziali, l'Elenco regionale dei Distretti del Commercio del Piemonte, predisposto con D.D. n. 291/A2009B/2021 del 18/11/2021 e aggiornato con la D.D. n. 133 del 30/06/2023, conta attualmente settantasette Distretti ufficialmente istituiti.

Per i primi venticinque distretti, la determinazione n. 310 del 30/11/2021 ha stabilito e quantificato sul Bilancio finanziario gestionale 2021-2023 la copertura finanziaria delle attività e dei progetti di investimento contenuti nel Programma strategico elaborato in fase di istituzione; la successiva determinazione n. 328 del 13/12/2021 ha destinato a ciascuno di essi l'importo di Euro 50.596,00, attualmente in fase di rendicontazione.

Con successiva determinazione n. 350 del 14/12/2022 sono stati finanziati i rimanenti 52 progetti di investimento contenuti nel Programma strategico elaborato in fase di istituzione per un importo complessivo di euro 2.627.415,61.

I Distretti del Commercio costituiscono uno degli obiettivi strategici inseriti nel Piano della Competitività predisposto dalla Regione Piemonte. Se da un lato essi introducono modelli innovativi di sviluppo del settore commerciale che consentano di sostenere e rilanciare il settore con strategie sinergiche di sviluppo economico e di risposta a necessità in particolari momenti di emergenze economiche e sociali, dall’altro favoriscono la creazione di un sistema strutturato e organizzato territorialmente, capace di polarizzare le attività commerciali, unitamente ad altri soggetti portatori di interesse, quali il Comune, le organizzazioni imprenditoriali, le imprese, le proprietà immobiliari e i consumatori.

Nello specifico, l’istituzione dei Distretti:

  • favorisce e sostiene il commercio di vicinato, le micro e piccole imprese, nell’ottica di garantire al cittadino consumatore servizi di prossimità in un momento di forte presenza della grande distribuzione organizzata;

  • riduce il fenomeno della dismissione degli usi commerciali nei contesti urbani, a causa del quale si può avere una forte perdita identitaria;

  • valorizza i luoghi del commercio attraverso la riqualificazione di ambiti naturali del commercio urbano, sedi naturali di attività commerciali ed economiche in senso lato; il termine “naturale” rimanda al concetto di spontaneità, tradizione e storia dei luoghi del commercio;

  • sostiene e contribuisce al rilancio dell’identità dei luoghi e percorsi naturali del commercio;

  • favorire la creazione dei cosiddetti “centri commerciali naturali”, ritenendo che essi possano costituire una reale alternativa alla grande distribuzione organizzata;

  • sviluppa la competitività dei “centri commerciali naturali”, assicurando complementarietà e integrazione con le attività di vendita su area pubblica;

  • promuove l’aggregazione fra operatori per la realizzazione di politiche e di servizi comuni;

  • favorisce un sistema di governance, di competenze e di conoscenze per lo sviluppo del distretto.
     

I Distretti del Commercio si configurano, quindi, quali strumenti innovativi per il presidio commerciale del territorio, il mantenimento dell’occupazione e la gestione di attività comuni finalizzate alla valorizzazione del commercio. Tali effetti di trasformazione economica, culturale e spaziale saranno visibili sul territorio nel medio termine, anche in previsione di futuri finanziamenti più sostanziali e mirati a interventi di riqualificazione del contesto urbano.

Ecomusei in Piemonte

Anno
2024

Gli ecomusei sono strumenti culturali di interesse generale e di utilità sociale orientati a uno sviluppo locale sostenibile, volti a recuperare, conservare, valorizzare e trasmettere il patrimonio identitario, culturale, sociale, ambientale, materiale e immateriale di un territorio omogeneo, attraverso la partecipazione delle comunità locali in tutte le loro componenti.

Essi operano con approccio interdisciplinare nei campi della cultura, dell’ambiente, dell’educazione, della formazione, dell’inclusione sociale, dell’agricoltura, del turismo, della pianificazione territoriale e della cura del paesaggio, nella prospettiva di orientare lo sviluppo futuro del territorio verso una sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Tali principi generali sono fondati sulla responsabilità collettiva degli abitanti, della società civile e delle istituzioni, funzionale alla costruzione e alla rivitalizzazione di reti di attività e servizi.

Gli ecomusei adottano logiche di rete e processi partecipati, su ispirazione della Convenzione Europea del Paesaggio, firmata a Firenze il 20 ottobre 2000, e dei trattati internazionali dedicati alla salvaguardia dei patrimoni culturali materiali e immateriali della società, nel rispetto delle norme nazionali.
Essi operano favorendo la partecipazione e il coinvolgimento degli abitanti, della società civile e delle istituzioni, con particolare riguardo alle istituzioni culturali e scolastiche, promuovendo “laboratori di cittadinanza attiva” per la costruzione di mappe di comunità o di analoghi strumenti efficaci nell’integrare i diversi punti di vista in un percorso condiviso di riconoscimento, comprensione, cura e rigenerazione coerente e sostenibile dei patrimoni materiali e immateriali peculiari di ogni luogo.

Negli ultimi anni si è assistito ad un proliferare di processi ecomuseali sul territorio piemontese, che si sono resi interpreti di istanze di cambiamento, per uno sviluppo locale sostenibile, svolgendo un ruolo importante nelle politiche di sviluppo socio-economico regionale.

L’azione svolta dagli ecomusei, sui territori di riferimento, ha confermato il ruolo che essi possono assumere, in rapporto alla valorizzazione e alla cura del paesaggio, al riconoscimento della “bellezza”, attraverso la memoria delle comunità, all’equilibrio fra l’opera dell’uomo e l’opera della natura, rafforzando il legame tra paesaggio, patrimonio culturale e turismo come asse strategico su cui impostare percorsi di conoscenza e progetti di valorizzazione territoriale e turismo sostenibile.

Essi lavorano sulla diffusione di una offerta culturale che sappia agire sulla consapevolezza del valore dei paesaggi piemontesi, basata sui valori e l’elevata qualità della vita che offrono. Un lavoro veicolato anche dal nuovo Piano Paesaggistico del Piemonte, che ha cercato di attivare processi culturali dalla densa valenza politica, anche in attuazione di alcune schede progettuali all’interno della “Strategia Aree interne”, finalizzati ad attuare quel profondo cambiamento auspicato dalla Convenzione europea del paesaggio: “percepito dalle popolazioni che lo abitano”.

Le comunità non sono più quindi solo oggetto di ricerca, ma sono organismi “fruitori attivi del paesaggio” presente e futuro o destinatari dei paesaggi di montagna, pianura, acqua e mare da trasformare mediante un progetto comune, frutto di processi partecipati, che tendono ad accrescere la condivisione di benessere collettivo.
Il patrimonio culturale con cui gli ecomusei si misurano è costituto non solo da quello tutelato per legge, ma anche dal patrimonio “vivente”, materiale e immateriale, naturale e costruito, frutto delle tradizioni locali e delle trasformazioni del paesaggio, che costituisce l’eredità culturale delle popolazioni attive sul territorio.
La creazione di reti a diversa scala è stata una strategia vitale ed efficace per condividere pratiche, progetti ed alimentare entusiasmi promuovendo: contratti di fiume, contratti di lago, sentieristica partecipata, giornate del paesaggio, passeggiate patrimoniali.

Nel 2009 nasce l’Associazione Rete Ecomusei Piemonte (REP) a supporto e sostegno delle attività svolte dagli ecomusei che ne fanno parte. Essa rappresenta e tutela gli interessi dei suoi associati nei confronti di istituzioni o di altre realtà italiane ed internazionali; svolge attività di ricerca, studio, riflessione, confronto e progettazione su tematiche di interesse comune; lavora in rete per ottimizzare azioni e risorse. Tali obiettivi sono perseguiti con la messa in opera di alcune azioni strategiche tra le quali la collaborazione e il confronto con gli enti locali (Regione, Province, Comuni, ecc.), la partecipazione ai tavoli di lavoro per la definizione delle politiche e delle programmazioni di settore, la messa in campo di iniziative di scambio e collaborazione con altre realtà ecomuseali, la promozione e la sensibilizzazione rispetto ai temi tipici degli ecomusei, sia a livello nazionale sia internazionale.

La nuova legge regionale in materia di ecomusei (LR 13 del 03/08/18 “Riconoscimento degli ecomusei del Piemonte”) accoglie il punto più maturo delle esperienze ecomuseali che la Rete ha registrato dopo decenni di attività, nate anche dal confronto internazionale del Forum ICOM di Milano 2016 “Ecomuseums, Community museums and cultural landscapes”.

La recente legge regionale, all’articolo 7, promuove la partecipazione degli ecomusei riconosciuti alle politiche e alle azioni regionali di valorizzazione del paesaggio attuative del Piano Paesaggistico Regionale approvato con DCR 233-35836 del 3/10/17 e alle finalità della LR 14 del 16/06/08 (Norme per la valorizzazione del paesaggio).

Con la previgente legge regionale in materia di ecomusei, la Regione ha istituito 25 Ecomusei del Piemonte, che sono di seguito elencati:

Provincia Ecomusei piemontesi
AL Ecomuseo dei Feudi imperiali
AL Ecomuseo della Pietra da Cantoni
AL Ecomuseo della Pietra e della Calce di Visone
AL Ecomuseo di Cascina Moglioni
AT Ecomuseo del Basso Monferrato Astigiano
BI Ecomuseo del Biellese
CN Ecomuseo dei Certosini e della Valle Pesio
CN Ecomuseo dei Terrazzamenti e della Vite
CN Ecomuseo del Marmo di Frabosa Soprana
CN Ecomuseo dell'Alta Valle Maira
CN Ecomuseo della Pastorizia
CN Ecomuseo della Segale
CN Ecomuseo delle Rocche del Roero
CN Ecomuseo delle Terre del Castelmagno
NO Ecomuseo del Lago d’Orta e Mottarone
TO Ecomuseo Colombano Romean
TO Ecomuseo del Freidano
TO Ecomuseo dell'Alta Val Sangone
TO Ecomuseo dell’Argilla – Munlab
TO Ecomuseo della Val Germanasca
TO Ecomuseo delle Terre di confine
VB Ecomuseo del Granito di Montorfano
VB Ecomuseo della Pietra Ollare e degli Scalpellini
VC Ecomuseo della Valsesia
VC Ecomuseo delle Terre d'acqua

La maggior parte dei 25 Ecomusei regionali sono nati e operano in area montana, per il recupero e la riqualificazione dei borghi e dei centri storici e per lo sviluppo ecosostenibile delle produzioni forestali e dell’economia del legno. Essi pertanto sono stati coinvolti nella strategia prevista dalla Regione Piemonte con la LR 14 del 5/04/19 (Disposizioni in materia di tutela, valorizzazione e sviluppo della montagna), che all’Art. 21 (Valorizzazione della cultura della montagna piemontese) promuove il sostegno agli ecomusei e ai centri per la documentazione e altresì la tutela e la valorizzazione delle espressioni della cultura dell’area montana piemontese.
Quanto sopra premesso è in linea con la strategia di adattamento dell’UE, la quale si propone di contribuire a rendere l’Europa più resiliente ai cambiamenti climatici. Ciò richiede una migliore preparazione, consapevolezza e capacità di reazione agli impatti dei cambiamenti climatici a livello locale, regionale e nazionale.
Su tale obiettivo si inserisce l’impegno degli Ecomusei, in merito alla emergenza climatica ed ecologica, i quali affrontano la crisi attuale, curandone le cause e aumentando la resilienza delle comunità locali. Attraverso lo studio delle modificazioni del clima su scala locale e degli impatti sul territorio di riferimento, essi creano gruppi di lavoro dedicati alla mobilità dolce e ai green jobs e danno il massimo supporto per la realizzazione di ciclostazioni. Prediligono, inoltre, gli acquisti con emissioni a rifiuti zero e incoraggiano il ritorno alla terra. Per sensibilizzare le nuove generazioni, attivano attività didattica e laboratori, per tramandare suggerimenti pratici di risparmio idrico ed energetico. Infine gli ecomusei, attraverso bandi e progetti, ribadiscono la necessità alle amministrazioni locali di un intervento concreto sui territori di riferimento, per ridurre l’inquinamento e promuovere la cultura della tutela ambientale, creando un’opportunità per riflettere sul ruolo dei musei e degli ecomusei per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile, previsti dall’Agenda 2030 dell’ONU e in particolare sensibilizzando l’opinione pubblica sull’urgenza dell'azione climatica.

Nel 2020, in epoca di piena pandemia, si è assistito ad un potenziamento del confronto tra le Reti ecomuseali locali, regionali e internazionali, che cooperano tra loro al fine di elaborare progetti. Tale collaborazione ha dato origine ad un vero e proprio “network della conoscenza”, con la moltiplicazione dei contatti per il Laboratorio ecomusei e la Rete locale stessa, sfociata nella virtuosa preparazione di iniziative per l’Anno 2021.

Per aumentare con efficacia ed economicità la qualità della vita degli abitanti che vivono sul territorio di riferimento, considerando diversi profili: identità, paesaggio, prodotti locali, accoglienza turistica, sicurezza ambientale e sviluppo sostenibile, sono state avviate alcune iniziative con l’aiuto delle nuove tecnologie per valorizzare il nostro patrimonio territoriale in una prospettiva di benessere collettivo. 

  1. “Gli Ecomusei sono Paesaggio” dalla Rete degli EcoMusei Italiani (EMI).
    Una riflessione in diretta streaming sul ruolo che gli ecomusei rivestono nel creare una consapevolezza nei confronti del Paesaggio, basata sul principio di sana appartenenza e responsabilità dei luoghi quale unica vera garanzia per il raggiungimento di un equilibrio dinamico nello sviluppo dei territori e delle comunità che li vivono. Quanto accaduto con la pandemia ha costretto a rivedere radicalmente il modo di abitare il territorio. Le esperienze presentate descrivono l’universo di buone pratiche degli ecomusei italiani, dalle Alpi al Mediterraneo, secondo gli approcci che le diverse condizioni socio-economiche impongono ai rispettivi territori, nell’intento di favorire lo sviluppo di reti di cooperazione e scambio tra queste. In questo quadro di eccezionale crisi economica, sociale e sanitaria, la creazione di solide e ramificate reti locali, ricche di capitale relazionale e sociale, hanno assunto un’importanza decisiva nel determinare le capacità competitive di un territorio e dunque le sue probabilità di successo nella crescita della coesione sociale ancor prima che economica. Una iniziativa che, dovendo svolgersi a distanza, ha scontato necessariamente un limite alla partecipazione in tempo di pandemia, evidenziando come la tecnologia è certamente un alleato importante. Il programma è consultabile online.

    È stato organizzato in più sessioni, per dare continuità all’iniziativa e far sì che diventi un momento annuale di riflessione ampia ed inclusiva per tutto il movimento ecomuseale per la gestione partecipata del territorio. Una piattaforma di condivisione di obiettivi e di progetti per il futuro che guardino al paesaggio come luogo di “rinascita” civile e culturale post-pandemica delle comunità e di un rinnovato dialogo con le istituzioni ed il mondo del terzo settore.
     

  2. Ecomusei come attrattiva turistica ispirata ad un turismo sostenibile, che valorizza il territorio, prendendosi cura dell’ambiente, della cultura e delle tradizioni locali con il coinvolgimento degli abitanti del posto. In quest'ottica oggi molti enti locali (Regioni, Città metropolitane, Comuni) applicano l'Agenda 21 nella pianificazione territoriale locale. Diverse sono le varianti utilizzate per indicare il concetto di “turismo responsabile”: si va dal turismo sostenibile (con riferimento al concetto economico dello sviluppo sostenibile), al turismo solidale (con riferimento al commercio equo-solidale o alle iniziative di solidarietà verso il Terzo Mondo), al turismo consapevole (con riferimento al consumo).


La programmazione del 2022-2023 ha ampliato gli ambiti di interesse degli Ecomusei, proponendo un modello organizzativo innovativo, che ha rafforzato la struttura della Rete, potenziandone la consultazione, le azioni, la qualificazione delle competenze e le professionalità tipiche del comparto, nell’ottica di un incremento della produzione culturale. Tale modello, proposto dalla Regione e gestito dal Laboratorio ecomusei, che ha coordinato le riunioni propedeutiche e le modalità operative sui territori di riferimento, è stato realizzato attraverso il consolidamento di una Rete di collaborazione e di co-progettazione tra

  • Regione - Settore di competenza – Laboratorio ecomusei,
  • Associazione Rete Ecomusei Piemonte,
  • Fondazione Piemonte dal Vivo,
  • Associazione Abbonamento Musei,
     

da cui è nato il progetto condiviso “Ecomusei Palcoscenico Naturale” che ha previsto:

  • l’organizzazione, la co-produzione e la diffusione di un’offerta culturale amplificata allo scopo di creare un prodotto vario e originale;
  • attivazione di forme di accoglienza e fruizione turistica sui territori ecomuseali, attività di visita e pratica, a ridotto impatto ambientale, con il coinvolgimento attivo degli abitanti, degli operatori economici e delle istituzioni locali;
  • la definizione e attivazione di azioni di rilancio per la fruizione delle produzioni culturali, veicolando ed incrementando i flussi turistico-culturali nelle aree di prossimità, quale strumento di sostegno alla domanda di cultura;
  • la costruzione di progetti condivisi di spettacolo dal vivo, danza, musica, teatro sociale e alla loro realizzazione;
  • la mappatura dei “luoghi ecomuseali” al chiuso e all’aperto, che si presentano strutturati per ospitare eventi culturali. Ne è derivato un Format di facile consultazione implementato dalle variegate realtà territoriali;
  • sopralluoghi su territori di ciascun ecomuseo con la partecipazione dei referenti di Fondazione Piemonte dal Vivo e Abbonamento Musei;
  • l’aggiornamento dei reciproci Siti web mediante una pagina dedicata al progetto condiviso, video ed interviste, calendario di eventi e riferimenti per una comunicazione multicanale ed integrata.
     

Dopo la prima edizione del progetto nel 2022, Ecomusei Palcoscenico Naturale è stato realizzato anche nel 2023 con un ricco calendario di spettacoli ed eventi da luglio a ottobre per scoprire gli ecomusei piemontesi e il loro territorio.

Specie invasive

Tema
Tipo
Paragrafi

Una delle principali cause, riconosciute a livello internazionale (Convenzione sulla Biodiversità di Rio de Janeiro del 5 giugno 1992), della riduzione del livello di biodiversità, è rappresentato dalla presenza e dallo sviluppo di specie esotiche invasive.

Per specie esotiche si intendono le specie introdotte al di fuori del loro naturale areale distributivo attuale o passato, che se presentano caratteristiche di invasività determinano minacce alla biodiversità, danni alle attività dell’uomo (ad es. agricoltura) ed effetti sulla salute umana con serie conseguenze socio-economiche e sui servizi ecosistemici.

L’importanza di contrastare la presenza di specie esotiche invasive è stata sancita anche da un recente Regolamento Europeo n. 1143/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive, recepito in Italia con il D. Lgs. 230/2017. 

In particolare il Regolamento verte su un elenco di specie esotiche invasive di preoccupazione comunitaria (species of EU concern), che sono bandite dall'Unione Europea (divieto di importazione, possesso, trasporto e commercio oltre che a obblighi di controllo). Il suddetto elenco è stato approvato con Regolamento di esecuzione (UE) 2016/1141 della Commissione. I paesi potranno sviluppare liste nazionali, alle quali potranno essere applicate le stesse regolamentazioni previste a scala comunitaria e dovranno identificare i principali vettori di arrivo di specie invasive, sui quali saranno poi chiamati a produrre piani d’azione per prevenire ulteriori introduzioni. Infine si istituisce uno Scientific Forum per dare supporto al processo decisionale e si prevedono meccanismi di cooperazione tra Paesi che condividono una specie invasiva. 

Per le specie dell’elenco unionale e per altra documentazione in merito è possibile consultare il sito del MASE, oppure il sito del Progetto LIFE ASAP.

Anno
2024

I tartufi e l’ecosistema

Anno
2024

I tartufi, come gli altri funghi, giocano molteplici ruoli all’interno dell’ecosistema, anche agendo sulle piante di cui sono ospiti in un rapporto di simbiosi obbligata. I tartufi sono specie “pioniere”, ossia legate ad ambienti in rapida successione ecologica; i suoli favorevoli ai tartufi sono infatti quelli meno evoluti, meglio se soggetti a rimescolamenti periodici per effetto di eventi naturali, ad esempio erosioni o deposizioni di versante o lungo i corsi d’acqua dei fondovalle, o artificiali dovuti a lavorazioni o scavi. Analogamente il soprassuolo non deve avere una elevata percentuale di copertura, meglio se in fase di attiva crescita o di colonizzazione di aree dissestate e di ex coltivi.

Per taluni contesti i tartufi, in particolare il bianco, possono essere considerati degli indicatori ambientali; si tratta infatti di specie spesso legate ad ambienti ecotonali, margine di boschi, siepi e filari, che notoriamente sono tra i più ricchi di biodiversità, nonché elementi strutturali del paesaggio. Il tartufo può essere quindi una sentinella dei cambiamenti dell’ambiente che, anche in quest’ottica, merita di essere tutelato e valorizzato.

La Regione Piemonte, con il supporto tecnico di IPLA, ha realizzato alcuni strumenti conoscitivi, tra i quali:

  • le Carte di Attitudine alle produzioni tartufigene, definite sulla base della valutazione congiunta delle esigenze eco-pedologiche per lo sviluppo della singola specie di tartufo, delle caratteristiche chimico-fisiche ed intrinseche dei suoli prevalenti per ciascuna Unità di Terre (identificati a livello di Sottogruppo della Soil Taxonomy) e in funzione delle caratteristiche morfologiche e stazionali medie, riferite alle medesime Unità. La propensione delle terre alla produzione è definita per le tre diverse specie di tartufo: Tartufo bianco (Tuber magnatum Picco), Tartufo nero pregiato (Tuber melanosporum Vittad.) e Tartufo nero estivo o scorzone (Tuber aestivum Vittad.). L'attitudine è attribuita per ciascuna specie secondo tre classi (Alta, Media, Bassa). La cartografia può costituire uno strumento conoscitivo utile per identificare le zone in cui la tartuficoltura è effettivamente sostenibile, indirizzare le azioni di salvaguardia e recupero del patrimonio tartufigeno regionale, tutelare le aree maggiormente vocate rispetto al consumo di suolo con riferimento alla pianificazione urbanistica. I dati geografici vettoriali relativi alle Carte di Attitudine alle produzioni tartufigene sono scaricabili dal Geoportale Piemonte;
  • la guida selvicolturale: “Tartufaie naturali e controllate. Gestire un patrimonio” rivolta principalmente ai proprietari e gestori di tartufaie per la pianificazione e la realizzazione di interventi a favore della produzione dei tartufi in ambiente naturale con gli obiettivi di ottimizzare la produzione di tartufi, salvaguardando le altre funzioni dei popolamenti forestali insieme alla biodiversità. La guida è disponibile sul sito web della Regione Piemonte.

Le azioni di valorizzazione del patrimonio tartufigeno regionale, costituenti il Piano annuale approvato con D.G.R. n. 2-7063 del 20 giugno 2023 e modificato con D.G.R. n. 1-7907 del 18/12/2023, sentita la Consulta, vengono attuate attraverso l’apertura di bandi dedicati afferenti a preordinati criteri di erogazione, approvati da specifici provvedimenti della Giunta regionale.

Per ulteriori informazioni consultare il sito istituzionale del settore Foreste

Il clima e lo stato di salute dei boschi

Anno
2024

I boschi e le foreste sono fortemente influenzati dal clima. Eccessi di temperature, siccità oppure all’opposto precipitazioni elevate possono indebolire i boschi e renderli più sensibili agli attacchi dei patogeni. A esempio gli insetti rispondono in modo immediato a cambiamenti climatici anche momentanei come il susseguirsi di annate calde e siccitose che hanno contribuito, qualche anno fa, al diffondersi di specie di lepidotteri più termofili che hanno dato luogo a defogliazioni di elevata intensità.

Altri insetti, come molte specie di coleotteri che in genere si comportano come parassiti secondari, in particolare gli scolitidi, attaccando alberi in condizioni di stress possono sviluppare popolazioni molto elevate, causandone la morte. Un rischio molto grave per boschi e foreste è rappresentato dalla “globalizzazione” dei parassiti delle piante. L’incremento degli scambi commerciali (in particolare di prodotti vegetali come derrate agricole, legnami, piante ornamentali e materiale vivaistico) sempre più intensi e veloci sta favorendo una crescita esponenziale della diffusione di organismi nocivi (insetti, acari, nematodi, funghi, batteri, fitoplasmi, virus ) tra i diversi continenti. Per limitarci solo agli insetti, sono alle porte dell’Europa alcune specie esotiche, originarie dell’Estremo Oriente o del Nord America, nocive a essenze forestali molto diffuse (es. frassino, betulla), che stanno già causando danni ingentissimi in altre parti del mondo. L’effetto combinato del global warming (aumento delle temperature, lunghi periodi di siccità, etc.) e della “globalizzazione” dei parassiti può incidere molto negativamente sullo stato dei boschi.

Per maggiori approfondimenti si rimanda alla sezione Impatti del clima sulle foreste