Utilizzo di sistemi aerei a pilotaggio remoto (SAPR-Droni)

Regione Piemonte è dotata di un sistema di riprese aeree mediante droni volto all’acquisizione di video e immagini fotografiche per lo svolgimento delle attività istituzionali. Il personale dedicato ha seguito uno specifico percorso formativo riconosciuto dall’ENAC - Ente Nazionale Aviazione Civile, ottenendo l’attestato di pilota di SAPR (Sistemi Aerei a Pilotaggio Remoto).

L’utilizzo dei droni è finalizzato ad effettuare il controllo del territorio in aree estese o puntuali, anche a seguito di calamità naturali, evitando così l’impiego di personale in sopralluoghi spesso connotati da un significativo grado di rischio. I velivoli radiocomandati risultano, inoltre, estremamente utili per l’osservazione dall’alto di aree non raggiungibili via terra, o per la verifica di strutture architettoniche colpite da terremoti.

Nello specifico, i droni vengono utilizzati per:

  • effettuare riprese aeree e studi di aree in dissesto, lungo i versanti e i corsi d’acqua;
  • attività ispettive in occasione di eventi calamitosi (frane, alluvioni, terremoti, ecc.);
  • riprendere dall’alto aree di difficile accesso;
  • realizzare la mappatura del territorio;
  • realizzare modelli tridimensionali del terreno dai quali evidenziare discontinuità strutturali, fratture e segnali di movimenti incipienti;
  • supportare le decisioni in merito al transito su vie di comunicazione potenzialmente soggette a dissesti di versante;
  • altre criticità ambientali riguardanti il territorio regionale.
Interventi effettuati

Nel corso del 2024 i droni sono stati utilizzati, su richiesta di Settori regionali o di Enti esterni (comuni, province, enti di ricerca, ecc.), in varie situazioni, principalmente a causa della difficoltà di accesso ai luoghi e/o per la necessità di disporre di un modello tridimensionale del terreno o di riprese video dall’alto. Di seguito vengono elencati alcuni dei rilievi eseguiti:

  • esecuzione di rilievo aereo su un dissesto a monte dell’invaso di Rochemolles (Comune di Bardonecchia) nell’ambito di un’esercitazione di Protezione Civile e successiva elaborazione fotogrammetrica;
  • esecuzione di rilievo lungo un tratto del torrente Curone nel Comune di Volpedo, su richiesta del CNR, finalizzato all’elaborazione del foglio “Tortona” della cartografia geologica nazionale alla scala 1:50.000;
  • rilievo aerofotogrammetrico di una porzione di conoide nel Comune di Balme (Rio Paschiet, in località Cornetti), selezionato come caso di studio per una tesi nell’ambito di un master in aerofotogrammetria;
  • esecuzione, su richiesta del Comune di Borgofranco d’Ivrea, di un rilievo congiunto con droni con il Comando regionale dei Vigili del Fuoco e con funzionari del Settore Tecnico regionale – Città Metropolitana di Torino su una frana in località Baio Dora che ha interessato la viabilità di accesso alla frazione.
Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Regione Piemonte è dotata di un sistema di riprese aeree mediante droni volto all’acquisizione di video e immagini fotografiche per lo svolgimento delle attività istituzionali. Il personale dedicato ha seguito uno specifico percorso formativo riconosciuto dall’ENAC - Ente Nazionale Aviazione Civile, ottenendo l’attestato di pilota di SAPR (Sistemi Aerei a Pilotaggio Remoto).

L’utilizzo dei droni è finalizzato ad effettuare il controllo del territorio in aree estese o puntuali, anche a seguito di calamità naturali, evitando così l’impiego di personale in sopralluoghi spesso connotati da un significativo grado di rischio. I velivoli radiocomandati risultano, inoltre, estremamente utili per l’osservazione dall’alto di aree non raggiungibili via terra, o per la verifica di strutture architettoniche colpite da terremoti.

Nello specifico, i droni vengono utilizzati per:

  • effettuare riprese aeree e studi di aree in dissesto, lungo i versanti e i corsi d’acqua;
  • attività ispettive in occasione di eventi calamitosi (frane, alluvioni, terremoti, ecc.);
  • riprendere dall’alto aree di difficile accesso;
  • realizzare la mappatura del territorio;
  • realizzare modelli tridimensionali del terreno dai quali evidenziare discontinuità strutturali, fratture e segnali di movimenti incipienti;
  • supportare le decisioni in merito al transito su vie di comunicazione potenzialmente soggette a dissesti di versante;
  • altre criticità ambientali riguardanti il territorio regionale.
Interventi effettuati

Nel corso del 2024 i droni sono stati utilizzati, su richiesta di Settori regionali o di Enti esterni (comuni, province, enti di ricerca, ecc.), in varie situazioni, principalmente a causa della difficoltà di accesso ai luoghi e/o per la necessità di disporre di un modello tridimensionale del terreno o di riprese video dall’alto. Di seguito vengono elencati alcuni dei rilievi eseguiti:

  • esecuzione di rilievo aereo su un dissesto a monte dell’invaso di Rochemolles (Comune di Bardonecchia) nell’ambito di un’esercitazione di Protezione Civile e successiva elaborazione fotogrammetrica;
  • esecuzione di rilievo lungo un tratto del torrente Curone nel Comune di Volpedo, su richiesta del CNR, finalizzato all’elaborazione del foglio “Tortona” della cartografia geologica nazionale alla scala 1:50.000;
  • rilievo aerofotogrammetrico di una porzione di conoide nel Comune di Balme (Rio Paschiet, in località Cornetti), selezionato come caso di studio per una tesi nell’ambito di un master in aerofotogrammetria;
  • esecuzione, su richiesta del Comune di Borgofranco d’Ivrea, di un rilievo congiunto con droni con il Comando regionale dei Vigili del Fuoco e con funzionari del Settore Tecnico regionale – Città Metropolitana di Torino su una frana in località Baio Dora che ha interessato la viabilità di accesso alla frazione.
Anno
2025

Analisi delle pressioni sulle acque

Anno
2025

L’analisi delle pressioni insistenti sulle acque superficiali e sotterranee consiste nell’individuazione, quantificazione e valutazione della significatività delle pressioni esercitate sui corpi idrici dalle attività antropiche (umane). 

Una pressione è ritenuta significativa nel caso in cui possa pregiudicare il mantenimento o il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale secondo le tempistiche previste dalla Direttiva Quadro sulle Acque. 

I risultati dell’analisi delle pressioni sono inclusi nei Piani di Gestione distrettuale e sono oggetto di reportistica alla Commissione Europea.

L’elenco delle pressioni da considerare è stato definito a livello europeo e prevede diversi livelli di dettaglio, mentre la metodologia per la valutazione degli indicatori di pressione è stata armonizzata a livello nazionale dall’SNPA. 

Elenco delle pressioni descritte nelle Linee Guida SNPA del 2018 - Fonte SNPA

Per ogni tipologia di pressione sono definiti indicatori singoli a medio-alta complessità (MAC) e medio-bassa complessità (MBC) da utilizzare, alternativamente, per valutare la significatività della pressione, a seconda della disponibilità e della qualità dei dati di origine. 

Per ciascun indicatore è stata individuata una soglia di significatività che, si assume, possa generare impatti sul corpo idrico tali da pregiudicare il raggiungimento/mantenimento degli obiettivi di qualità. 

Se il valore calcolato per l’indicatore è superiore a tale soglia la pressione è considerata significativa per il corpo idrico. Sono stati anche definiti indicatori MAC e MBC cumulativi, riferiti cioè a più tipologie di pressione all’interno della stessa categoria (es. indicatore cumulativo prelievi). 

L’ultima analisi delle pressioni sui corpi idrici superficiali (fiumi e laghi) e sotterranei piemontesi è stata condotta da Arpa Piemonte nel 2020, in occasione dell’aggiornamento del Piano di Gestione del bacino del Po 2021 e del Piano di Tutela delle Acque 2021, ai quali si rimanda. I metodi applicati per il calcolo degli indicatori MAC o MBC sono, in generale, gli stessi descritti nelle Linee Guida SNPA 2018, con qualche eccezione, come riportato nella Relazione tecnico-metodologica sul calcolo degli indicatori (2021). 

Gli esiti delle analisi delle pressioni condotte nel 2020 per il PdG Po 2021 e nel 2014 per il PdG Po 2015 sono disponibili sul   Geoportale di Arpa Piemonte.

Risvolti applicativi dell’analisi delle pressioni

L’analisi delle pressioni, effettuata per la predisposizione del Piano di Gestione distrettuale delle acque e oggetto di reporting ambientale alla Commissione Europea come prescritto dalla Direttiva Quadro Acque, costituisce un tassello importante per diverse attività e valutazioni tecniche svolte da Arpa Piemonte, tra le quali:

  • definizione dei programmi di monitoraggio delle acque, sulla base di criteri che tengano conto della presenza e significatività di specifiche fonti di pressione;
  • valutazione dei due Indici di Alterazione del Regime Idrologico (IARI) e di Qualità Morfologica (IQM) dei corsi d’acqua, che concorrono, insieme ad altri elementi di qualità, alla classificazione dello Stato Ecologico dei corpi idrici. Nella prima fase di valutazione dello IARI e dell’IQM è prevista l’analisi delle tipologie di pressioni che possono determinare sul corpo idrico alterazioni di tipo idrologico e morfologico;
  • predisposizione dei piani di controllo degli scarichi urbani e produttivi, basati su criteri di priorità che tengano conto della significatività dei singoli scarichi e della pressione totale esercitata sul corpo idrico;
  • continuo aggiornamento delle utenze idriche schematizzate nel sistema modellistico di bilancio idrico;
  • contributi tecnici per il rilascio di autorizzazioni allo scarico o di nuove concessioni di derivazione o per valutazioni di impatto ambientale (VIA) di opere, che tengono conto delle pressioni già insistenti sul corpo idrico e delle variazioni della significatività totale con l’introduzione della nuova pressione;
  • valutazione del rischio di non raggiungimento/mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici, che prevede un’analisi integrata dei risultati dell’analisi delle pressioni, degli impatti e del monitoraggio delle acque.
     
Informazioni e risorse aggiuntive

Common Implementation Strategy for the Water Framework Directive (2000/60/EC) Guidance document n°3 Analysis of Pressures and Impacts https://circabc.europa.eu/sd/a/7e01a7e0-9ccb-4f3d-8cec-aeef1335c2f7/Guidance No 3 - pressures and impacts - IMPRESS (WG 2.1).pdf

SNPA Linee Guida per l’Analisi delle Pressioni ai sensi della Direttiva 2000/60/CE https://www.isprambiente.gov.it/files2018/pubblicazioni/manuali-linee-guida/MLG_177_18.pdf

Arpa Piemonte Relazione tecnico-metodologica sul calcolo degli indicatori 

Autorità di bacino distrettuale del Po https://pianoacque.adbpo.it/piano-di-gestione-2021/

Regione Piemonte Piano di Tutela delle Acque 2021 https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/acqua/piano-tutela-delle-acque-aggiornamento-2021

  Portale acque di Arpa Piemonte https://webgis.arpa.piemonte.it/monitoraggio_qualita_acque_mapseries/monitoraggio_qualita_acque_webapp/

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Pubblicabile
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Acqua

Rapporti di evento

La Regione, al verificarsi di un evento calamitoso di origine naturale (alluvioni, frane, valanghe, eventi sismici, deficit idrici e incendi boschivi) di particolare rilevanza e intensità, che coinvolga significativamente il territorio arrecando danno al patrimonio pubblico, privato, produttivo e agricolo, si attiva per produrre un rapporto di evento utile a preservare memoria storica dell'evento e necessario a supportare le procedure per la richiesta dello Stato di Emergenza al Dipartimento nazionale di Protezione Civile ai sensi dell’art.24 del d.lgs. 1/2018.

Nello specifico i rapporti di evento vengono prodotti al fine di:

  • fornire alla Giunta Regionale una descrizione di quanto accaduto ed un quadro delle risorse necessarie per i ripristini;
  • fornire ai cittadini un’informativa corretta di quanto accaduto;
  • raccogliere organicamente le informazioni relative all'evento;
  • fornire ai competenti soggetti statali (Governo, Dipartimento della Protezione Civile, Ministero dell'Ambiente) un quadro dell'accaduto anche ai fini dell'emanazione, da parte del Governo, dello Stato di Emergenza, una misura che permette di procedere con i primi necessari interventi.

In generale, i rapporti d'evento sono redatti sulla base dei sopralluoghi effettuati dai funzionari tecnici regionali (subito dopo l’evento) e sono integrati con informazioni provenienti da altri soggetti che operano sul territorio (uffici tecnici comunali, Province, AIPO, ARPA, etc).

Sul sito della Regione Piemonte sono disponibili tutti i rapporti di evento alluvionale redatti dalla Regione o da altri soggetti (Arpa, Province, CNR-Irpi, ecc.) dal 1978 al 2025 nonché altra documentazione descrittiva dei medesimi eventi.

Nel corso del 2024 sono stati redatti i seguenti rapporti:

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

La Regione, al verificarsi di un evento calamitoso di origine naturale (alluvioni, frane, valanghe, eventi sismici, deficit idrici e incendi boschivi) di particolare rilevanza e intensità, che coinvolga significativamente il territorio arrecando danno al patrimonio pubblico, privato, produttivo e agricolo, si attiva per produrre un rapporto di evento utile a preservare memoria storica dell'evento e necessario a supportare le procedure per la richiesta dello Stato di Emergenza al Dipartimento nazionale di Protezione Civile ai sensi dell’art.24 del d.lgs. 1/2018.

Nello specifico i rapporti di evento vengono prodotti al fine di:

  • fornire alla Giunta Regionale una descrizione di quanto accaduto ed un quadro delle risorse necessarie per i ripristini;
  • fornire ai cittadini un’informativa corretta di quanto accaduto;
  • raccogliere organicamente le informazioni relative all'evento;
  • fornire ai competenti soggetti statali (Governo, Dipartimento della Protezione Civile, Ministero dell'Ambiente) un quadro dell'accaduto anche ai fini dell'emanazione, da parte del Governo, dello Stato di Emergenza, una misura che permette di procedere con i primi necessari interventi.

In generale, i rapporti d'evento sono redatti sulla base dei sopralluoghi effettuati dai funzionari tecnici regionali (subito dopo l’evento) e sono integrati con informazioni provenienti da altri soggetti che operano sul territorio (uffici tecnici comunali, Province, AIPO, ARPA, etc).

Sul sito della Regione Piemonte sono disponibili tutti i rapporti di evento alluvionale redatti dalla Regione o da altri soggetti (Arpa, Province, CNR-Irpi, ecc.) dal 1978 al 2025 nonché altra documentazione descrittiva dei medesimi eventi.

Nel corso del 2024 sono stati redatti i seguenti rapporti:

Anno
2025

Il progetto CARG - Cartografia Geologica nazionale 1:50.000

Il progetto CARG prevede la realizzazione, su tutto il territorio nazionale, di fogli geologici e geotematici alla scala 1:50.000. Il progetto rinnoverà radicalmente le conoscenze derivanti dalle mappe alla scala 1:100.000 realizzate a partire dall’unificazione d’Italia, quando le conoscenze della geologia e le metodologie di indagine erano profondamente differenti rispetto ad oggi.
Avviato alla fine degli anni '80, il progetto ha avuto una fase iniziale di sviluppo tra gli anni '90 e i primi anni 2000 che ha consentito di realizzare una prima generazione di fogli geologici; a partire dal 2020 è stato ripreso attraverso una serie di successivi finanziamenti.

Nell’ambito della Regione Piemonte sono in lavorazione sia dei fogli realizzati direttamente nell’ambito delle convenzioni coinvolgenti la Regione Piemonte che altri realizzati attraverso il coordinamento delle regioni confinanti.

Fogli attualmente in lavorazione sul territorio regionale
Foglio (nome) Ente di ricerca Convenzione (data) Termine previsto (anno) Soggetto attuatore
Novi Ligure CNR-IGG Luglio 2021 2025 Regione Piemonte
Tortona CNR-IGG Luglio 2021 2025 Regione Piemonte
Pinerolo UNITO-DST Ottobre 2022 2026 Regione Piemonte
Casale Monferrato UNITO-DST Ottobre 2023 2027 Regione Piemonte
Carmagnola UNITO-DST Maggio 2024 2028 Regione Piemonte
Cuneo - Colle di Tenda UNITO-DST Novembre 2024 2029 Regione Piemonte
Monte Rosa Bicocca 2027 Regione Lombardia
Ormea UNIGE-UNIPV 2027 Regione Liguria
Spigno Monferrato UNIGE 2028 Regione Liguria
Varese Uninsubria 2029 Regione Lombardia
Ciriè CNR-IGG In lavorazione 2030 Regione Piemonte
Verbania UNIPV In lavorazione 2030 Regione Piemonte
Fogli attualmente in lavorazione sul territorio regionale

I fogli alla scala 1:50000 (output finale) prevedono una migliore accuratezza, in quanto sono impostati su rilievi alla scala 1:10000 e su carte di base alla scala 1:25000.
È innovativa anche la gestione dei dati, molto più numerosi e di dettaglio rispetto a quanto rappresentabile dalle sole mappe e per questo raccolti e custoditi in uno apposito database. Sono inoltre contemplati approfondimenti tematici, come la modellazione tridimensionale, soprattutto per le aree di pianura e per i fogli del sottosuolo.

L’obiettivo finale è portare a termine, con questa metodologia, il rilievo di tutto il territorio regionale. La disponibilità di un quadro conoscitivo omogeneo, definito sulla base di criteri condivisi a scala nazionale, costituisce un importante patrimonio tecnico e scientifico per cittadini, amministratori e professionisti che, opportunamente impiegato, favorisce la divulgazione della conoscenza orientando a scelte di gestione ed utilizzo consapevole del territorio.

Oggi la cosiddetta “geologia di base” non è difatti una semplice disciplina accademica, appannaggio di un ristretto gruppo di esperti, ma interessa molti aspetti della vita comune, funzionali anche allo sviluppo economico e sociale. Essa supporta ad esempio gli studi di microzonazione sismica e di pericolosità geologica e lo sviluppo di modelli di dissesto su scala regionale. È inoltre un indispensabile supporto per la caratterizzazione idrogeologica, sismica e dei movimenti franosi e per la ricerca e la tutela delle risorse naturali, tra cui le fonti di energia geotermica.

Figura 1. Fogli Geologici 1:50.000 del territorio piemontese

L’amministrazione regionale ha confermato la volontà di proseguire con il progetto attraverso l’adozione della D.G.R. 22 dicembre 2023 n. 9-7999, che definisce il programma dei prossimi fogli da realizzare e ne delinea il quadro amministrativo per la realizzazione.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Il progetto CARG prevede la realizzazione, su tutto il territorio nazionale, di fogli geologici e geotematici alla scala 1:50.000. Il progetto rinnoverà radicalmente le conoscenze derivanti dalle mappe alla scala 1:100.000 realizzate a partire dall’unificazione d’Italia, quando le conoscenze della geologia e le metodologie di indagine erano profondamente differenti rispetto ad oggi.
Avviato alla fine degli anni '80, il progetto ha avuto una fase iniziale di sviluppo tra gli anni '90 e i primi anni 2000 che ha consentito di realizzare una prima generazione di fogli geologici; a partire dal 2020 è stato ripreso attraverso una serie di successivi finanziamenti.

Nell’ambito della Regione Piemonte sono in lavorazione sia dei fogli realizzati direttamente nell’ambito delle convenzioni coinvolgenti la Regione Piemonte che altri realizzati attraverso il coordinamento delle regioni confinanti.

Fogli attualmente in lavorazione sul territorio regionale
Foglio (nome) Ente di ricerca Convenzione (data) Termine previsto (anno) Soggetto attuatore
Novi Ligure CNR-IGG Luglio 2021 2025 Regione Piemonte
Tortona CNR-IGG Luglio 2021 2025 Regione Piemonte
Pinerolo UNITO-DST Ottobre 2022 2026 Regione Piemonte
Casale Monferrato UNITO-DST Ottobre 2023 2027 Regione Piemonte
Carmagnola UNITO-DST Maggio 2024 2028 Regione Piemonte
Cuneo - Colle di Tenda UNITO-DST Novembre 2024 2029 Regione Piemonte
Monte Rosa Bicocca 2027 Regione Lombardia
Ormea UNIGE-UNIPV 2027 Regione Liguria
Spigno Monferrato UNIGE 2028 Regione Liguria
Varese Uninsubria 2029 Regione Lombardia
Ciriè CNR-IGG In lavorazione 2030 Regione Piemonte
Verbania UNIPV In lavorazione 2030 Regione Piemonte
Fogli attualmente in lavorazione sul territorio regionale

I fogli alla scala 1:50000 (output finale) prevedono una migliore accuratezza, in quanto sono impostati su rilievi alla scala 1:10000 e su carte di base alla scala 1:25000.
È innovativa anche la gestione dei dati, molto più numerosi e di dettaglio rispetto a quanto rappresentabile dalle sole mappe e per questo raccolti e custoditi in uno apposito database. Sono inoltre contemplati approfondimenti tematici, come la modellazione tridimensionale, soprattutto per le aree di pianura e per i fogli del sottosuolo.

L’obiettivo finale è portare a termine, con questa metodologia, il rilievo di tutto il territorio regionale. La disponibilità di un quadro conoscitivo omogeneo, definito sulla base di criteri condivisi a scala nazionale, costituisce un importante patrimonio tecnico e scientifico per cittadini, amministratori e professionisti che, opportunamente impiegato, favorisce la divulgazione della conoscenza orientando a scelte di gestione ed utilizzo consapevole del territorio.

Oggi la cosiddetta “geologia di base” non è difatti una semplice disciplina accademica, appannaggio di un ristretto gruppo di esperti, ma interessa molti aspetti della vita comune, funzionali anche allo sviluppo economico e sociale. Essa supporta ad esempio gli studi di microzonazione sismica e di pericolosità geologica e lo sviluppo di modelli di dissesto su scala regionale. È inoltre un indispensabile supporto per la caratterizzazione idrogeologica, sismica e dei movimenti franosi e per la ricerca e la tutela delle risorse naturali, tra cui le fonti di energia geotermica.

Figura 1. Fogli Geologici 1:50.000 del territorio piemontese

L’amministrazione regionale ha confermato la volontà di proseguire con il progetto attraverso l’adozione della D.G.R. 22 dicembre 2023 n. 9-7999, che definisce il programma dei prossimi fogli da realizzare e ne delinea il quadro amministrativo per la realizzazione.

Anno
2025

Sistema delle conoscenze per il contrasto al dissesto idrogeologico

Anno
2025

Le iniziative che vengono intraprese a livello regionale per contrastare le condizioni di dissesto idrogeologico, quali le attività di pianificazione, gli interventi di mitigazione, la gestione dell'emergenza, indipendentemente dalla scala a cui operano e dall'approccio che adottano, richiedono in primo luogo un'adeguata conoscenza del territorio.
Uno dei principali problemi nel governo del territorio è infatti l’attuazione di interventi efficaci o azioni compatibili con le condizioni di debolezza e di instabilità potenziale del territorio stesso, in continua evoluzione sia per gli aspetti naturali sia per gli stessi interventi antropici.

Il sistema delle conoscenze per il contrasto al dissesto idrogeologico di cui è dotata la Regione, in stretta collaborazione con Arpa Piemonte, opera quindi su più fronti ed azioni in linea di massima riconducibili all'acquisizione dei dati, allo sviluppo di data base per la loro raccolta e conservazione, alla realizzazione e gestione di servizi per l'analisi, l'elaborazione, la diffusione, la divulgazione e la formazione.
Attraverso i tavoli tematici ISPRA, attivati nell'ambito della Rete Italiana dei Servizi Geologici (RISG), il tema della conoscenza per il contrasto al dissesto idrogeologico viene condiviso anche a livello nazionale con le altre regioni.

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Difesa del suolo

Progettazione comunitaria

Per le attività correlate alla progettazione comunitaria con Valle d’Aosta, Politecnico di Torino, INRAE e Università Savoie Mont Blanc, nel primo trimestre del 2023 è stata presentata una proposta progettuale per un progetto singolo, di durata triennale, denominato BECCA (Bacini Ecologicamente sostenibili e sicuri, concepiti per l'adattamento ai Cambiamenti ClimAtici). Il progetto ha l’obiettivo generale di migliorare il concepimento, la realizzazione e la gestione dei bacini transfrontalieri sulla base della capitalizzazione dei risultati pregressi e delle esigenze emerse in conseguenza al cambiamento climatico, anche mediante approcci ecosistemici e definendo procedure di pianificazione partecipate, al fine di mitigare gli impatti del rischio derivante dal cedimento degli sbarramenti ed aumentare la resilienza della popolazione.
A seguito della selezione operata da parte del Comitato di Sorveglianza, riunitosi il 5 luglio 2023 a Courchevel nell'ambito del bando "Nuove sfide" e "Governance" del Programma Interreg ALCOTRA 2021-2027, il progetto BECCA è stato approvato nell’estate ed ha portato alla sottoscrizione ad agosto della Convenzione di cooperazione transfrontaliera tra i partner.

Nel 2023 si è avviato operativamente anche il progetto LIFE CLIMAX PO (CLIMate Adaptation for the PO river basin district), nato con l’intento di promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici attraverso una gestione “climaticamente intelligente” delle risorse idriche a scala di distretto idrografico, favorendo l’implementazione della SNAC.
Il progetto CLIMAX PO opererà in cooperazione al Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), in fase di approvazione, per supportare l'implementazione della SNAC a livello distrettuale, tenendo conto delle caratteristiche climatiche locali. 

Presentato a ROMA con il Kick off del 30/03/2023, il progetto ha visto un incontro di progetto svolgersi a Torino nelle date 30/11 e 01/12, coinvolgendo la Regione particolarmente nelle attività correlabili al tema progetti di gestione del materiale sedimentato negli invasi artificiali, di cui al Work Package 5 – Water Management.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
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Per le attività correlate alla progettazione comunitaria con Valle d’Aosta, Politecnico di Torino, INRAE e Università Savoie Mont Blanc, nel primo trimestre del 2023 è stata presentata una proposta progettuale per un progetto singolo, di durata triennale, denominato BECCA (Bacini Ecologicamente sostenibili e sicuri, concepiti per l'adattamento ai Cambiamenti ClimAtici). Il progetto ha l’obiettivo generale di migliorare il concepimento, la realizzazione e la gestione dei bacini transfrontalieri sulla base della capitalizzazione dei risultati pregressi e delle esigenze emerse in conseguenza al cambiamento climatico, anche mediante approcci ecosistemici e definendo procedure di pianificazione partecipate, al fine di mitigare gli impatti del rischio derivante dal cedimento degli sbarramenti ed aumentare la resilienza della popolazione.
A seguito della selezione operata da parte del Comitato di Sorveglianza, riunitosi il 5 luglio 2023 a Courchevel nell'ambito del bando "Nuove sfide" e "Governance" del Programma Interreg ALCOTRA 2021-2027, il progetto BECCA è stato approvato nell’estate ed ha portato alla sottoscrizione ad agosto della Convenzione di cooperazione transfrontaliera tra i partner.

Nel 2023 si è avviato operativamente anche il progetto LIFE CLIMAX PO (CLIMate Adaptation for the PO river basin district), nato con l’intento di promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici attraverso una gestione “climaticamente intelligente” delle risorse idriche a scala di distretto idrografico, favorendo l’implementazione della SNAC.
Il progetto CLIMAX PO opererà in cooperazione al Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), in fase di approvazione, per supportare l'implementazione della SNAC a livello distrettuale, tenendo conto delle caratteristiche climatiche locali. 

Presentato a ROMA con il Kick off del 30/03/2023, il progetto ha visto un incontro di progetto svolgersi a Torino nelle date 30/11 e 01/12, coinvolgendo la Regione particolarmente nelle attività correlabili al tema progetti di gestione del materiale sedimentato negli invasi artificiali, di cui al Work Package 5 – Water Management.

Anno
2025

Piano Operativo FSC infrastrutture 2014-2020 - Dighe

Il Cipe, con delibera n. 25 del 10 agosto 2016, ha approvato l’individuazione delle aree tematiche e dei relativi obiettivi strategici su cui impiegare la dotazione finanziaria del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), tra le quali è presente anche l’area “Infrastrutture”.

Le dighe sono infrastrutture che interagiscono con il territorio in modo molto rilevante, sia dal punto di vista idraulico che ambientale. Date le disastrose conseguenze di eventuali incidenti, le norme stabiliscono che le “grandi dighe” siano costantemente controllate, nonché soggette, da parte dei concessionari, a manutenzioni ordinarie o straordinarie e ad interventi di adeguamento/miglioramento nei confronti dei vari standard tecnici di sicurezza.

Nel 2022 è stata richiesta dai gestori, e approvata, una rimodulazione dei finanziamenti (Settore di intervento: 05.02 - “Risorse Idriche” (Ex Asse D) di competenza della Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche) per le dighe alessandrine che portano a ridurre quello assegnato alla diga di Lago Lungo (meno 9 milioni di euro) e ad aumentare quello per le dighe della Lavagnina inferiore e di lago Lavezze (ciascuna 2,5 milioni di euro), inserendo inoltre ex novo la diga Badana (4 milioni di euro).

Nel 2023, per questi stessi impianti sono state approfondite le modalità di intervento che dovranno anche garantire il mantenimento della disponibilità di acqua potabile per l’approvvigionamento della città di Genova e lavorato per l’approntamento dei cantieri e delle strade necessarie.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Il Cipe, con delibera n. 25 del 10 agosto 2016, ha approvato l’individuazione delle aree tematiche e dei relativi obiettivi strategici su cui impiegare la dotazione finanziaria del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), tra le quali è presente anche l’area “Infrastrutture”.

Le dighe sono infrastrutture che interagiscono con il territorio in modo molto rilevante, sia dal punto di vista idraulico che ambientale. Date le disastrose conseguenze di eventuali incidenti, le norme stabiliscono che le “grandi dighe” siano costantemente controllate, nonché soggette, da parte dei concessionari, a manutenzioni ordinarie o straordinarie e ad interventi di adeguamento/miglioramento nei confronti dei vari standard tecnici di sicurezza.

Nel 2022 è stata richiesta dai gestori, e approvata, una rimodulazione dei finanziamenti (Settore di intervento: 05.02 - “Risorse Idriche” (Ex Asse D) di competenza della Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche) per le dighe alessandrine che portano a ridurre quello assegnato alla diga di Lago Lungo (meno 9 milioni di euro) e ad aumentare quello per le dighe della Lavagnina inferiore e di lago Lavezze (ciascuna 2,5 milioni di euro), inserendo inoltre ex novo la diga Badana (4 milioni di euro).

Nel 2023, per questi stessi impianti sono state approfondite le modalità di intervento che dovranno anche garantire il mantenimento della disponibilità di acqua potabile per l’approvvigionamento della città di Genova e lavorato per l’approntamento dei cantieri e delle strade necessarie.

Anno
2025

Gruppo di Lavoro interdirezionale “Nuove capacità di invaso”

Il 2022 è stato l’anno idrologico con il peggior afflusso di precipitazioni oltre che l’anno più caldo degli ultimi 65 anni, rendendo drammaticamente evidente la situazione emergenziale relativa alla carenza idrica, che sta causando gravi effetti sulle riserve idropotabili, sull’agricoltura e non solo. I diversi modelli previsionali per il prossimo futuro presentano tutti una situazione in continuo peggioramento, sebbene con diversi indici di gravità.

Considerando la siccità registrata anche nel corso del 2023 sul territorio piemontese e che l’impatto sempre più rilevante del cambiamento climatico, si ripercuote sulla disponibilità idrica per i diversi usi ed inoltre che il Piano di Tutela delle Acque (PTA) prevede una serie coordinata di azioni volte a consentire un consumo idrico sostenibile, tra cui anche la realizzazione di nuove capacità di invaso, avendo rilevato la necessità di elaborare un documento programmatico che provveda alla ricognizione di nuove capacità di invaso e delle potenziali aree di localizzazione sul territorio piemontese, il 08/07/2022 è stato istituito il Gruppo di lavoro interdirezionale “Nuove Capacità di invaso”. Il Gruppo si è riunito circa una volta al mese fino a giugno 2023, occupandosi di avviare anche la collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti con cui si è approvato lo schema di protocollo di intesa per la definizione delle modalità di cooperazione finalizzate alla valutazione e all’identificazione degli interventi e programmi di investimenti necessari per l’ottimizzazione della gestione della risorsa idrica, in conformità con la normativa relativa al programma InvestEU.
A seguito della firma del protocollo ed entro la fine dell’anno sono state effettuate la valutazione di tutte le banche dati disponibili e la predisposizione di un dossier di Analisi “As Is” che restituisce una rappresentazione delle principali condizioni attuali del sistema idrico regionale.

I lavori proseguiranno nel 2024, fino alla stesura completa del documento programmatico citato.

Il coordinamento tra le strutture regionali e con l’Autorità di Distretto del fiume Po ha portato a:

  • fornire delle proposte regionali tra le quali l'Autorità di Bacino - in accordo con il MIT - ha scelto nel 2023 la “Realizzazione di azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della valle di Lanzo e della città Metropolitana di Torino, tra cui la realizzazione di un invaso a scopi plurimi in valle di Lanzo”. Sono state approvate le Disposizioni per la sottoscrizione di un Accordo con Autorità di Distretto del fiume Po, Ente di governo d'Ambito n. 3 ''Torinese'' e SMAT S.p.A., volto a definire la governance per lo sviluppo e la condivisione del Documento di fattibilità delle alternative progettuali (DOCFAP) e del Progetto di fattibilità tecnica ed economica dell'intervento (PFTE). L’accordo di collaborazione è stato poi definitivamente formalizzato con Decreto n.111 del 27/12/2023 dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po;
  • approvare “l’elenco degli interventi da proporre al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche per l’inserimento nel Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (PNIISSI)” propedeutico all’inserimento delle proposte nell’applicativo del ministero entro il 30 ottobre.
Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

Il 2022 è stato l’anno idrologico con il peggior afflusso di precipitazioni oltre che l’anno più caldo degli ultimi 65 anni, rendendo drammaticamente evidente la situazione emergenziale relativa alla carenza idrica, che sta causando gravi effetti sulle riserve idropotabili, sull’agricoltura e non solo. I diversi modelli previsionali per il prossimo futuro presentano tutti una situazione in continuo peggioramento, sebbene con diversi indici di gravità.

Considerando la siccità registrata anche nel corso del 2023 sul territorio piemontese e che l’impatto sempre più rilevante del cambiamento climatico, si ripercuote sulla disponibilità idrica per i diversi usi ed inoltre che il Piano di Tutela delle Acque (PTA) prevede una serie coordinata di azioni volte a consentire un consumo idrico sostenibile, tra cui anche la realizzazione di nuove capacità di invaso, avendo rilevato la necessità di elaborare un documento programmatico che provveda alla ricognizione di nuove capacità di invaso e delle potenziali aree di localizzazione sul territorio piemontese, il 08/07/2022 è stato istituito il Gruppo di lavoro interdirezionale “Nuove Capacità di invaso”. Il Gruppo si è riunito circa una volta al mese fino a giugno 2023, occupandosi di avviare anche la collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti con cui si è approvato lo schema di protocollo di intesa per la definizione delle modalità di cooperazione finalizzate alla valutazione e all’identificazione degli interventi e programmi di investimenti necessari per l’ottimizzazione della gestione della risorsa idrica, in conformità con la normativa relativa al programma InvestEU.
A seguito della firma del protocollo ed entro la fine dell’anno sono state effettuate la valutazione di tutte le banche dati disponibili e la predisposizione di un dossier di Analisi “As Is” che restituisce una rappresentazione delle principali condizioni attuali del sistema idrico regionale.

I lavori proseguiranno nel 2024, fino alla stesura completa del documento programmatico citato.

Il coordinamento tra le strutture regionali e con l’Autorità di Distretto del fiume Po ha portato a:

  • fornire delle proposte regionali tra le quali l'Autorità di Bacino - in accordo con il MIT - ha scelto nel 2023 la “Realizzazione di azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della valle di Lanzo e della città Metropolitana di Torino, tra cui la realizzazione di un invaso a scopi plurimi in valle di Lanzo”. Sono state approvate le Disposizioni per la sottoscrizione di un Accordo con Autorità di Distretto del fiume Po, Ente di governo d'Ambito n. 3 ''Torinese'' e SMAT S.p.A., volto a definire la governance per lo sviluppo e la condivisione del Documento di fattibilità delle alternative progettuali (DOCFAP) e del Progetto di fattibilità tecnica ed economica dell'intervento (PFTE). L’accordo di collaborazione è stato poi definitivamente formalizzato con Decreto n.111 del 27/12/2023 dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po;
  • approvare “l’elenco degli interventi da proporre al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche per l’inserimento nel Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (PNIISSI)” propedeutico all’inserimento delle proposte nell’applicativo del ministero entro il 30 ottobre.
Anno
2025

Attività di verifica per la corretta gestione degli sbarramenti e degli invasi artificiali

In aggiunta/aggiornamento a quanto già riferito nella Relazione Stato Ambiente 2022, si specifica quanto segue.

Sbarramenti autorizzati alla prosecuzione all'esercizio

Le attività della Regione Piemonte sono rivolte alla vigilanza sulla costruzione e controllo della gestione per gli sbarramenti artificiali per l'accumulo idrico con altezze inferiori ai 15 m e invasi inferiori al milione di metri cubi.
All’interno del Catasto sbarramenti di competenza regionale, risultano censiti in esercizio circa 822 prevalentemente di uso agricolo (590) e poi idroelettrico (110), di dimensioni prevalenti ricadenti nella classe di volumetria tra i 10.000 ed i 30.000 m3 ed altezze dello sbarramento tra 5 e 10 m, di tipologia con sbarramento in terra omogenea (85% del totale) posizionato fuori da un alveo fluviale.

Nel 2023, sono state autorizzate 4 nuove costruzioni e 5 prosecuzioni all’esercizio per sbarramenti per i quali erano stati in precedenza  autorizzati lavori per manutenzioni straordinarie.
 

​Invasi artificiali di nuova realizzazione

Nel corso del 2023 sono stati registrati diversi procedimenti per la creazione di nuovi impianti, gestiti soprattutto a livello provinciale e rivolti all'utilizzo idroelettrico ed al potenziamento dell’innevamento artificiale. Per quanto riguarda i procedimenti di autorizzazione per la costruzione di nuovi invasi e acquisizione dei titoli abilitativi necessari alla realizzazione e all'esercizio degli stessi (art. 8 del D.P.G.R. 12/R del 2004 e L. 241/1990), nel corso del 2023 sono state autorizzate 4 nuove costruzioni.
 

​Invasi artificiali con progetto di gestione del materiale sedimentato approvato

La situazione del 2023 relativa all'approvazione dei progetti di gestione del materiale sedimentato negli invasi artificiali è la seguente.

Sono stati rinnovati 4 progetti di gestione relativi a: 

  • 3 dighe nazionali;
  • 1 progetto di asta.

Durante l’anno sono state effettuate una manutenzione annuale ripetitiva, come per il caso di Ceppo Morelli sul torrente Anza, in cui si effettua un'asportazione meccanica e degli svasi conseguenti a collaudi, o manutenzioni straordinarie degli organi di manovra delle paratoie degli scarichi di fondo. Per le dighe di Quarazza (VB) e di Rochemolles (TO) per il blocco delle paratoie dovuti a problemi meccanici o a intasamento degli scarichi si sono verificate fuoriuscite incontrollate del materiale sedimentato che hanno interessato i tratti dei corsi d’acqua di valle e anche  gli impianti di accumulo esistenti.

Il nuovo Regolamento recante criteri per la redazione del progetto di gestione degli invasi ha portato la Regione Piemonte, nel corso del 2023, a condurre le valutazioni necessarie ad aggiornare il proprio regolamento regionale in materia.
 

Predisposizione dei piani di emergenza delle grandi dighe

Il Piano di Emergenza Diga (PED) è il documento che, a partire dagli studi idraulici sulla propagazione delle piene artificiali per manovre volontarie degli organi di scarico e per ipotetico collasso dello sbarramento, definisce:

  • gli scenari riguardanti le aree potenzialmente interessate dall'onda di piena; 
  • le strategie operative per fronteggiare una situazione di emergenza, mediante l'allertamento, l'allarme, le misure di salvaguardia anche preventive, l'assistenza ed il soccorso della popolazione;
  • il modello di intervento, che definisce il sistema di coordinamento con l'individuazione dei soggetti interessati per il raggiungimento di tale obiettivo e l'organizzazione dei Centri Operativi.

Prioritario alla redazione dei piani di emergenza è l'aggiornamento dei Documenti di Protezione civile delle Dighe nazionali sulla scorta anche di quanto definito con la D.G.R. n.25-6549 del 2 marzo 2018 che ha fornito indicazioni utili e chiarimenti per le modalità funzionali ed organizzative per il supporto tecnico alle componenti istituzionali ed operative del sistema di protezione civile in materia di rischio idraulico ed idrogeologico.
Sono proseguite infatti le attività propedeutiche all’approvazione, da parte delle Prefetture, dei documenti di protezione civile (DPC) che nello scorso anno hanno terminato l’iter per quanto riguarda le attività proprie del gruppo regionale. Risultano finora approvati dalle competenti Prefetture, 17 DPC-priorità 1 su 18 dighe, 16 DPC-priorità 2 su 18, 16 DPC-priorità 3 su 21.

Anche per le dighe regionali, nel corso dell'anno trascorso, nell'ambito del rinnovo delle autorizzazioni alla prosecuzione dell'esercizio è proseguita la consegna ai proprietari di sbarramenti per l'accumulo idrico del nuovo documento di protezione civile basandosi sulle indicazioni della Direttiva PCM del 08/07/2014.

Anno
2025
Gruppo di Redazione
Redazione RSA
Paragrafi

In aggiunta/aggiornamento a quanto già riferito nella Relazione Stato Ambiente 2022, si specifica quanto segue.

Sbarramenti autorizzati alla prosecuzione all'esercizio

Le attività della Regione Piemonte sono rivolte alla vigilanza sulla costruzione e controllo della gestione per gli sbarramenti artificiali per l'accumulo idrico con altezze inferiori ai 15 m e invasi inferiori al milione di metri cubi.
All’interno del Catasto sbarramenti di competenza regionale, risultano censiti in esercizio circa 822 prevalentemente di uso agricolo (590) e poi idroelettrico (110), di dimensioni prevalenti ricadenti nella classe di volumetria tra i 10.000 ed i 30.000 m3 ed altezze dello sbarramento tra 5 e 10 m, di tipologia con sbarramento in terra omogenea (85% del totale) posizionato fuori da un alveo fluviale.

Nel 2023, sono state autorizzate 4 nuove costruzioni e 5 prosecuzioni all’esercizio per sbarramenti per i quali erano stati in precedenza  autorizzati lavori per manutenzioni straordinarie.
 

​Invasi artificiali di nuova realizzazione

Nel corso del 2023 sono stati registrati diversi procedimenti per la creazione di nuovi impianti, gestiti soprattutto a livello provinciale e rivolti all'utilizzo idroelettrico ed al potenziamento dell’innevamento artificiale. Per quanto riguarda i procedimenti di autorizzazione per la costruzione di nuovi invasi e acquisizione dei titoli abilitativi necessari alla realizzazione e all'esercizio degli stessi (art. 8 del D.P.G.R. 12/R del 2004 e L. 241/1990), nel corso del 2023 sono state autorizzate 4 nuove costruzioni.
 

​Invasi artificiali con progetto di gestione del materiale sedimentato approvato

La situazione del 2023 relativa all'approvazione dei progetti di gestione del materiale sedimentato negli invasi artificiali è la seguente.

Sono stati rinnovati 4 progetti di gestione relativi a: 

  • 3 dighe nazionali;
  • 1 progetto di asta.

Durante l’anno sono state effettuate una manutenzione annuale ripetitiva, come per il caso di Ceppo Morelli sul torrente Anza, in cui si effettua un'asportazione meccanica e degli svasi conseguenti a collaudi, o manutenzioni straordinarie degli organi di manovra delle paratoie degli scarichi di fondo. Per le dighe di Quarazza (VB) e di Rochemolles (TO) per il blocco delle paratoie dovuti a problemi meccanici o a intasamento degli scarichi si sono verificate fuoriuscite incontrollate del materiale sedimentato che hanno interessato i tratti dei corsi d’acqua di valle e anche  gli impianti di accumulo esistenti.

Il nuovo Regolamento recante criteri per la redazione del progetto di gestione degli invasi ha portato la Regione Piemonte, nel corso del 2023, a condurre le valutazioni necessarie ad aggiornare il proprio regolamento regionale in materia.
 

Predisposizione dei piani di emergenza delle grandi dighe

Il Piano di Emergenza Diga (PED) è il documento che, a partire dagli studi idraulici sulla propagazione delle piene artificiali per manovre volontarie degli organi di scarico e per ipotetico collasso dello sbarramento, definisce:

  • gli scenari riguardanti le aree potenzialmente interessate dall'onda di piena; 
  • le strategie operative per fronteggiare una situazione di emergenza, mediante l'allertamento, l'allarme, le misure di salvaguardia anche preventive, l'assistenza ed il soccorso della popolazione;
  • il modello di intervento, che definisce il sistema di coordinamento con l'individuazione dei soggetti interessati per il raggiungimento di tale obiettivo e l'organizzazione dei Centri Operativi.

Prioritario alla redazione dei piani di emergenza è l'aggiornamento dei Documenti di Protezione civile delle Dighe nazionali sulla scorta anche di quanto definito con la D.G.R. n.25-6549 del 2 marzo 2018 che ha fornito indicazioni utili e chiarimenti per le modalità funzionali ed organizzative per il supporto tecnico alle componenti istituzionali ed operative del sistema di protezione civile in materia di rischio idraulico ed idrogeologico.
Sono proseguite infatti le attività propedeutiche all’approvazione, da parte delle Prefetture, dei documenti di protezione civile (DPC) che nello scorso anno hanno terminato l’iter per quanto riguarda le attività proprie del gruppo regionale. Risultano finora approvati dalle competenti Prefetture, 17 DPC-priorità 1 su 18 dighe, 16 DPC-priorità 2 su 18, 16 DPC-priorità 3 su 21.

Anche per le dighe regionali, nel corso dell'anno trascorso, nell'ambito del rinnovo delle autorizzazioni alla prosecuzione dell'esercizio è proseguita la consegna ai proprietari di sbarramenti per l'accumulo idrico del nuovo documento di protezione civile basandosi sulle indicazioni della Direttiva PCM del 08/07/2014.

Anno
2025

Gestione di sbarramenti e invasi artificiali

Anno
2025

La Regione Piemonte è l'autorità tutoria per la vigilanza sulla corretta gestione, per la sicurezza dei territori di valle, degli sbarramenti artificiali per l'accumulo idrico di propria competenza, ovvero quelli con volume inferiore a 1 milione di metri cubi e altezze inferiori a 15 metri.
La Regione inoltre è competente per la predisposizione o approvazione di diversi documenti riferiti alla gestione ordinaria o in emergenza e alla pianificazione di protezione civile per sbarramenti artificiali anche di competenza nazionale cioè con volumi ed altezze superiori.

Nuovo regolamento regionale

Dal 2022 il D.P.G.R. 9 marzo 2022 n.2/R ha abrogato e sostituito il precedente regolamento, il quale dettava le regole per la costruzione, la conduzione, la vigilanza e il monitoraggio degli sbarramenti idrici regionali.

Il nuovo regolamento definisce tre classi di rischio potenziale – basso, medio e alto – consentendo così una notevole semplificazione degli adempimenti da parte dei proprietari delle opere a rischio basso e permettendo di focalizzare l’azione di vigilanza, ora suddivisa fra il settore regionale Difesa del suolo e le cinque strutture tecniche regionali, sugli sbarramenti a rischio maggiore.
L’assegnazione dei circa 840 sbarramenti censiti alle suddette classi di rischio è avvenuta con un lavoro di analisi e valutazione puntuale su ciascuna opera, ed è stata formalizzata dalla determinazione direttoriale n. 3716 del 1/12/2022.

Gli invasi a rischio basso sono risultati essere circa 400, quelli a rischio medio circa 240 e quelli a rischio alto circa 200.
Nel corso del 2023, in collaborazione con i settori tecnici decentrati, le verifiche sopralluogo sono state finalizzate anche alla verifica delle assegnazioni alle classi di rischio medio e alto fatte nel 2022.

Stato del Documento
Gruppo di Redazione
Tipo Strumento
Acqua