Al fine di poter disciplinare le azioni riguardanti la difesa idrogeologica del territorio, la Regione Piemonte deve poter disporre di una conoscenza aggiornata delle situazioni di dissesto.
Uno strumento utile al raggiungimento di tale scopo è rappresentato dagli strumenti urbanistici comunali, che contengono gli studi geologici relativi al quadro del dissesto redatti alla scala locale e che forniscono indicazioni circa la pericolosità geologica e la relativa idoneità all’utilizzo urbanistico del territorio.
Il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), approvato nel 2001, obbliga i comuni ad effettuare, attraverso la revisione dei propri strumenti urbanistici, la verifica delle effettive situazioni di dissesto e di rischio idraulico ed idrogeologico presenti sul territorio rispetto a quelle individuate dal Piano. A più di 23 anni dall’entrata in vigore del PAI, buona parte dei comuni piemontesi (949) ha adeguato il proprio strumento urbanistico al PAI: in tale computo sono stati inseriti i Comuni che hanno portato a termine la procedura urbanistica di adeguamento al PAI e quelli che sono stati esonerati, con Delibere di Giunta regionale nei primi anni 2000, da tale adempimento perché già dotati di uno studio idrogeologico ritenuto, all’epoca dell’esonero, soddisfacente i criteri della Circolare P.G.R. dell'8 maggio 1996 n. 7/lap. I restanti Comuni piemontesi possono ancora essere suddivisi tra quelli non hanno ancora mai proceduto alle necessarie verifiche (62) e quanti hanno tuttora le procedure di adeguamento in corso (169), specificando che in tale categoria sono ricompresi anche quei Comuni che hanno portato a termine un adeguamento parziale, rispetto alla propria estensione territoriale (12).
Considerato che non tutti i comuni hanno adeguato il proprio strumento urbanistico al PAI, per colmare la mancanza di informazioni derivanti da un quadro del dissesto non completo, la Regione Piemonte ha provveduto ad elaborare specifici criteri, approvati con la DGR n. 25-7286 del 30 luglio 2018 “Disposizioni regionali riguardanti l'attuazione del Piano di Gestione Rischio Alluvioni (PGRA) nel settore urbanistico, le attività per i comuni non ancora adeguati al PAI e l'aggiornamento del quadro del dissesto a seguito di eventi calamitosi”, in base ai quali gli uffici regionali possono predisporre le carte del dissesto dei comuni non ancora adeguati al PAI, propedeutiche alla redazione delle necessarie varianti agli strumenti urbanistici.
A partire dal 2020, sono state predisposte le cartografie del dissesto riguardanti 95 comuni che hanno portato ad aggiornare l’elaborato 2 del PAI con decreto dell'Autorità di Bacino Distrettuale del Fiume Po n. 62/2024 del 26 agosto 2024.
La DGR n. 25-7286 stabilisce che il quadro del dissesto individuato dagli uffici regionali debba avere una ricaduta sulle disposizioni urbanistico-edilizie dei comuni inadempienti attraverso l'aggiornamento dell'Elaborato 2 del PAI (quadro dei dissesti), così da rendere cogenti i vincoli derivanti dall'applicazione dell'art. 9 delle Norme di Attuazione (NA) dello stesso PAI.
Fino all'aggiornamento dell'Elaborato 2 del PAI o all’adozione della variante di adeguamento al PAI del Piano Regolatore Generale (PRG), alle stesse aree vengono applicati i provvedimenti cautelari previsti dall’art. 9 bis della legge urbanistica regionale n. 56/1977 (LUR), che prevedono limitazioni all’uso del territorio.
Per i comuni non ancora adeguati al PAI, per le aree in dissesto individuate dal Piano per l'Assetto Idrogeologico e per quelle individuate nelle mappe di pericolosità del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni, valgono comunque le disposizioni dell’art. 9 delle NA.
Contestualmente all’applicazione dei provvedimenti cautelari, si è avviato il percorso di aggiornamento dell’Elaborato 2 del PAI, secondo le procedure definite dal D.lgs n. 152/2006, al fine di aggiornare la cartografia sulla scorta delle perimetrazioni dei dissesti oggetto dei provvedimenti cautelari, integrate con le perimetrazioni dei processi e degli effetti degli ultimi eventi alluvionali.
Nel corso del 2024 le attività sono proseguite con la predisposizione del quadro del dissesto dei 19 comuni facenti parte dell'ex Comunità Montana Val Curone, Grue e Ossona ai fini dell'aggiornamento dell'elaborato 2 del PAI e, nelle more di tale aggiornamento, dell'applicazione dei provvedimenti cautelari previsti dall'art. 9 bis della LUR.
I 19 comuni interessati sono i seguenti: Avolasca, Berzano di Tortona, Brignano Frascata, Casasco, Castellania Coppi, Cerreto Grue, Costa Vescovato, Dernice, Fabbrica Curone, Garbagna, Gremiasco, Momperone, Monleale, Montacuto, Montegioco, Montemarzino, Pozzol Groppo, San Sebastiano Curone, Volpeglino.
Nella prima metà del 2024 è stato predisposto il quadro del dissesto dei singoli comuni e sono state predisposte le relazioni di accompagnamento e le norme da applicare ai dissesti durante la vigenza dei provvedimenti cautelari previsti dall’art. 9 bis della LUR.
A fine anno è stato avviato il procedimento per l'applicazione dei provvedimenti cautelari previsti dall’art. 9 bis della LUR che sono stati formalmente applicati nel mese di aprile 2025 con apposite deliberazioni della Giunta regionale.
Processo di acquisizione ed elaborazione dati, finalizzato alla digitalizzazione delle cartografie di sintesi dell’idoneità geologica all’utilizzo urbanistico dei piani regolatori comunali, anche a supporto del progetto "Scheda del territorio"
Durante il 2024 è proseguito il lavoro di raccolta dei dati derivanti dalle carte di sintesi della pericolosità geomorfologica presenti nei piani regolatori comunali e redatte in accordo con quanto previsto dalla circolare 7/LAP del 1996. Tale progetto, iniziato nel 2022, vede il settore Geologico lavorare in collaborazione con i tecnici del CSI Piemonte ed è finalizzato a rendere fruibili ai soggetti interessati questa tipologia di dati urbanistici. Il servizio è accessibile al pubblico attraverso il sito Geoportale Piemonte ed il servizio online Scheda del territorio. Al momento sono state caricate le carte di sintesi di 642 comuni, di cui 55 acquisite nell’arco dell’anno, concentrandosi sull’area della Città Metropolitana di Torino che attualmente vede trasposto il 78,5% dei suoi comuni. Altre 239 cartografie sono già state inviate a CSI nell’anno precedente e sono in attesa di essere digitalizzate. I Comuni che risultano non idonei alla trasposizione, non avendo iniziato o portato a termine la procedura di adeguamento al PAI, si sono ridotti da 228 a 224 nel 2024. Molti di questi sono stati oggetto di provvedimenti cautelari ai sensi dell’articolo 9 bis della LR 56/77 e s.m.i..