TERRITORIO

Specie invasive

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Una delle principali cause, riconosciute a livello internazionale (Convenzione sulla Biodiversità di Rio de Janeiro del 5 giugno 1992), della riduzione del livello di biodiversità, è rappresentato dalla presenza e dallo sviluppo di specie esotiche invasive.

Per specie esotiche si intendono le specie introdotte al di fuori del loro naturale areale distributivo attuale o passato, che se presentano caratteristiche di invasività determinano minacce alla biodiversità, danni alle attività dell’uomo (ad es. agricoltura) ed effetti sulla salute umana con serie conseguenze socio-economiche e sui servizi ecosistemici.

L’importanza di contrastare la presenza di specie esotiche invasive è stata sancita anche da un recente Regolamento Europeo n. 1143/2014 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 22 ottobre 2014 recante disposizioni volte a prevenire e gestire l’introduzione e la diffusione delle specie esotiche invasive, recepito in Italia con il D. Lgs. 230/2017. 

In particolare il Regolamento verte su un elenco di specie esotiche invasive di preoccupazione comunitaria (species of EU concern), che sono bandite dall'Unione Europea (divieto di importazione, possesso, trasporto e commercio oltre che a obblighi di controllo). Il suddetto elenco è stato approvato con Regolamento di esecuzione (UE) 2016/1141 della Commissione. I paesi potranno sviluppare liste nazionali, alle quali potranno essere applicate le stesse regolamentazioni previste a scala comunitaria e dovranno identificare i principali vettori di arrivo di specie invasive, sui quali saranno poi chiamati a produrre piani d’azione per prevenire ulteriori introduzioni. Infine si istituisce uno Scientific Forum per dare supporto al processo decisionale e si prevedono meccanismi di cooperazione tra Paesi che condividono una specie invasiva. 

Per le specie dell’elenco unionale e per altra documentazione in merito è possibile consultare il sito del MASE, oppure il sito del Progetto LIFE ASAP.

Anno
2024

Foreste, fattori sul territorio

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La gestione sostenibile delle Foreste concorre all' obiettivo 15 dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile sottoscritta nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU: Proteggere, ripristinare, favorire un uso sostenibile dell'ecosistema terrestre, gestire sostenibilmente le foreste, contrastare la desertificazione, arrestare e far retrocedere il degrado del terreno e fermare la perdita di diversità biologica.

I boschi in Piemonte sono una importante realtà, ricoprendo più di 1/3 del territorio regionale e con superficie tutt’ora in aumento spontaneo. Le foreste sono una risorsa di primaria rilevanza che svolge molteplici funzioni, oggi definite globalmente come servizi ecosistemici.

Per ribadire l'importanza delle foreste, il 21 marzo di ogni anno si celebra la Giornata mondiale delle foreste.

I boschi sono entità ambientali modellate da fattori naturali (clima, geomorfologia, suoli, ecologia delle specie, etc) e da fattori antropici (gestione selvicolturale, abbandono, imboschimento spontaneo o guidato, disboscamento, inquinamento ecc.). La millenaria azione dell’uomo ha profondamente modificato la composizione delle cenosi boschive naturali: basti ricordare che in assenza dell’uomo in Piemonte tutte le terre al disotto dei 2.500 m di quota media sarebbero boscate.

Anche i boschi oggi presenti sono assai diversi da quelli naturali, alcuni esempi: i lariceti in purezza che caratterizzano le Alpi derivano dalla sistematica eliminazione del pino cembro e degli abeti per favorire il pascolo; le faggete pure sono state plasmate dall’utilizzo per carbone a spese di abeti e altre latifoglie; i castagneti derivano da antico impianto di una specie sporadica per ottenere frutti e legno, soppiantando querceti e faggete; i robinieti derivano da una specie esotica introdotta per necessità di legna da ardere. Negli ultimi decenni a seguito dell’abbandono delle aree montane e collinari meno favorevoli all’agricoltura si osserva una ricolonizzazione spontanea del bosco (acero-frassineti, boscaglie, arbusteti, robinieti), con un raddoppio della superficie dal secondo dopoguerra, fenomeno senza precedenti negli ultimi secoli.

Si stima che la raccolta di legno sia meno di metà del prelievo sostenibile, attestandosi su circa 1/4 di quanto cresce annualmente. A seguito della rarefazione degli interventi di taglio anche la composizione e la struttura dei boschi variano, sia arricchendosi di specie e rinaturalizzandosi (es. il gran ritorno del pino cembro nei lariceti, la spontanea conversione a fustaia dei cedui di faggio), sia collassando dove instabili (es. cedui di castagno abbandonati, rimboschimenti di conifere). L’aumento della superficie boscata ove non gestito non ha solo aspetti positivi, in quanto modifica il paesaggio rurale tradizionale e riduce gli habitat per alcune specie animali e vegetali.

I cambiamenti sono influenzati anche da fattori climatici, fitopatologici, e dall’introduzione di specie esotiche invasive vegetali o animali, spesso strettamente correlati tra loro: i già rari boschi di pianura e fluviali subiscono la colonizzazione di specie esotiche invasive (ailanto, quercia rossa, ciliegio tardivo e acero americani, reinutria del Giappone, buddleia ecc.), favorite anche dal deperimento delle querce per stress idrici; le sequenze di inverni miti innescano vari parassiti, come la processionaria del pino.

Al contrario i boschi cedui di facile accesso sono ancora sottoposti ad un utilizzo costante soprattutto per fornire legna da ardere, il cui consumo regionale da parte delle famiglie è stimato in almeno 2 milioni di tonnellate/anno. Per assicurare la conservazione e la funzionalità di questa risorsa ambientale per l’uomo e le sue attività, tutti questi fattori devono essere conosciuti, orientati e governati con decisioni politiche e strumenti tecnici.

Anno
2024

Rumore, risposte

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Politiche europee

La Direttiva 2002/49/CE introduce un approccio comune europeo al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi, compreso il fastidio, dell’esposizione al rumore ambientale e fornisce una base per lo sviluppo di misure comunitarie di contenimento del rumore generato dalle principali sorgenti, in particolare traffico stradale, ferroviario, aeroportuale e industriale.

Ai sensi della Direttiva sono progressivamente attuate le seguenti azioni:

  • la determinazione dell'esposizione al rumore ambientale mediante la mappatura acustica realizzata sulla base di metodi di determinazione comuni;
  • l'informazione del pubblico in merito al rumore ambientale e ai relativi effetti;
  • l'adozione da parte degli Stati membri di piani d'azione, in base ai risultati della mappatura acustica, allo scopo di evitare e ridurre il rumore ambientale laddove necessario nonché di conservare la qualità acustica dell'ambiente quando questa è buona.

Nel 2021 la Commissione europea ha adottato un piano d'azione "Verso l'inquinamento zero per l'aria, l'acqua e il suolo" nell'ambito del Green Deal europeo.

Dato l'impatto negativo del rumore sulla salute umana e l'elevato numero di persone colpite, la riduzione del rumore ambientale è un obiettivo chiave nell'ambito del piano d'azione per l'inquinamento zero. In particolare, l'obiettivo è quello di ridurre entro il 2030 del 30% rispetto al 2017 il numero di persone cronicamente disturbate dal rumore dei trasporti. Per raggiungere questo obiettivo, la Commissione europea ha individuato la necessità di:

  • monitorare i progressi compiuti verso una riduzione del 30% del numero di persone cronicamente disturbate dal rumore entro il 2030;
  • migliorare il quadro normativo in materia di rumore per i pneumatici, i veicoli stradali, le ferrovie e gli aeromobili a livello dell'UE e anche a livello internazionale;
  • esaminare i progressi compiuti nel 2022 e valutare se sia necessario fissare obiettivi di riduzione del rumore a livello dell'UE nella direttiva sul rumore ambientale (END);
  • migliorare l'integrazione dei piani d'azione per il rumore nei piani di mobilità urbana sostenibile, beneficiando di un'estensione del trasporto pubblico pulito e della mobilità attiva.
Politiche nazionali

Gli obiettivi e i principi fissati a livello europeo si affiancano a quelli precedentemente stabiliti dal legislatore nazionale attraverso la Legge 447/95, sintetizzabili nei seguenti punti:

  • regolare e disciplinare direttamente la materia dell’inquinamento acustico;
  • assegnare le competenze e le funzioni per la gestione dell’inquinamento acustico, secondo un processo di decentramento amministrativo;
  • affrontare il problema dell’inquinamento acustico in chiave preventiva;
  • inserire l’inquinamento acustico tra le cause di degrado ambientale;
  • porre in relazione il concetto di inquinamento acustico con il valore della salute;
  • fissare limiti massimi di esposizione nell’ambiente esterno e nell’ambiente abitativo per le diverse tipologie di sorgenti sonore;
  • introdurre un meccanismo sanzionatorio;
  • stabilire le procedure per il risanamento acustico.

Le disposizioni nazionali sono state oggetto di un processo di armonizzazione con quelle comunitarie, attraverso l’emanazione del D.lgs. 42/2017.

Politiche regionali

L’attuazione di quanto previsto dalla Legge 447/95 è demandata ad una serie di regolamenti statali e disposizioni a livello regionale.

In Piemonte è stata approvata la Legge Regionale 52/00, corredata da una serie di delibere della Giunta Regionale, con l’obiettivo di:

  • stabilire nel dettaglio le competenze di regione, province/città metropolitana e comuni;
  • fissare i criteri tecnici per la predisposizione dei piani di classificazione acustica dei comuni e le relative procedure di approvazione;
  • definire i criteri tecnici per la predisposizione delle documentazioni previsionali di impatto e clima acustico, necessarie all’atto del rilascio/attestazione dei titoli autorizzativi per attività potenzialmente rumorose e per insediamenti sensibili;
  • stabilire i criteri per il rilascio delle autorizzazioni in deroga ai limiti da parte dei comuni.    
Anno
2024

Rumore

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Testo tratto da Agenzia Europea dell'Ambiente

Il traffico veicolare è la principale fonte di inquinamento acustico in Europa, secondo quanto indicato dal nuovo rapporto dell’AEA «Il rumore in Europa - 2020».

Le proiezioni per il prossimo decennio prevedono una crescita dei livelli di rumore sia nelle zone urbane che in quelle rurali a causa dello sviluppo urbano e dell’aumento della domanda di mobilità. Il traffico ferroviario e aereo e le attività industriali completano l’elenco delle altre principali fonti di inquinamento acustico ambientale.

Il rapporto fornisce un aggiornamento sulle tendenze in materia di inquinamento acustico per il periodo 2012-2017, così come una panoramica delle proiezioni future del rumore e degli effetti sulla salute in Europa, sulla base dei nuovi orientamenti dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sugli effetti sulla salute derivanti dall’esposizione al rumore. 

Sulla base della precedente valutazione dell’AEA sul rumore in Europa del 2014, il rapporto esamina anche le azioni intraprese per gestire e ridurre l’esposizione al rumore ed esamina i progressi compiuti nel perseguimento degli obiettivi dell’UE in materia di inquinamento acustico stabiliti dalla legislazione dell’UE, tra cui la Direttiva sul rumore ambientale e il 7º Programma di azione ambientale (PAA) dell’UE.

Si stima che 113 milioni di persone siano esposte a livelli di rumore da traffico a lungo termine diurno, serale e notturno di almeno 55 decibel [dB(A)] che si protraggono nel lungo termine. Nella maggior parte dei paesi europei, oltre il 50 % degli abitanti delle aree urbane è esposto a livelli di rumore stradale pari o superiori a 55 dB nelle ore diurne, serali e notturne. 

L’Organizzazione mondiale della sanità ritiene probabile che tale livello di rumore produca effetti sulla salute.

L’UE classifica come elevata l’esposizione a lungo termine a livelli di rumore superiori a 55 decibel.

Informazioni e risorse aggiuntive

Notizia dell'Agenzia Europea dell'Ambiente "Atteso un aumento del numero di persone esposte a inquinamento acustico nocivo in Europa" https://www.eea.europa.eu/it/highlights/atteso-un-aumento-del-numero 

OMS – Linee Guida sul Rumore Ambientale per la Regione Europea (2018) https://www.who.int/europe/publications/i/item/9789289053563

Agenzia Europea per l'Ambiente Noise in Europe – 2020 https://www.eea.europa.eu/highlights/number-of-europeans-exposed-to

Agenzia Europea per l'Ambiente Italy noise fact sheet 2021 https://tableau-public.discomap.eea.europa.eu/views/Clean_Noise_Tableau_2021_parameter/Introduction

Anno
2024

Trasporti

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Il settore dei trasporti costituisce un fattore di pressione ambientale rilevante sul territorio e su matrici ambientali specifiche.

Alcune delle caratteristiche pressioni ambientali della fase di costruzione delle maggiori infrastrutture di trasporto in corso durante il 2023 i n Piemonte sono oggetto di una particolare attività di monitoraggio.

Informazioni e risorse aggiuntive

Tunnel Euroalpin Lyon Turin  https://www.telt-sas.com/it/telt-torino-lione/

Commissario Terzo Valico https://terzovalico.mit.gov.it/

Anno
2024

Amianto, risposte sul territorio

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Con l’emanazione della Legge n. 257/1992– che vieta l’estrazione, l’importazione, l’esportazione, la commercializzazione e la produzione di amianto – se è cessata la immissione di nuovi manufatti contenenti amianto non per questo il problema della dispersione di fibre di amianto in aria era da considerarsi risolto.

Da quel momento ha quindi avuto inizio un’importante opera di bonifica tutt’ora in corso, sia con interventi puntali in importanti siti contaminati da amianto che con interventi diffusi per mettere in sicurezza o bonificare le migliaia di piccole e piccolissime possibili sorgenti di fibre, questi ultimi pianificati in Piemonte con un apposito Piano Regionale Amianto.

Risorse e informazioni aggiuntive

LEGGE 27 marzo 1992, n. 257 Norme relative alla cessazione dell'impiego dell'amianto https://www.normattiva.it/eli/stato/LEGGE/1992/03/27/257/CONSOLIDATED

Legge regionale n. 30 del 14 ottobre 2008  "Norme per la tutela della salute, il risanamento dell'ambiente, la bonifica e lo smaltimento dell'amianto" http://arianna.cr.piemonte.it/iterlegcoordweb/dettaglioLegge.do?urnLegge=urn:nir:regione.piemonte:legge:2008;30

  Portale Amianto di Arpa Piemonte https://webgis.arpa.piemonte.it/portale_amianto/home

Anno
2024

Educazione alla sostenibilità

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Tra febbraio e maggio 2023 è stata organizzata la 16ª edizione di Porte aperte scuole con 43 percorsi visita presso 11 sedi regionali. Ai vari incontri hanno preso parte oltre 50 tecnici Arpa, 70 docenti e circa 820 studenti. Sono stati realizzati 23 video pillole di presentazione dei percorsi, raccolti in un’unica playlist.

Nel mese di giugno si è tenuta presso la sede Arpa di Torino, in occasione della giornata mondiale dell’ambiente si è tenuta una manifestazione per la cittadinanza dedicata a riflettere sulle nostre abitudini e sui nostri consumi per diventare sempre più consapevoli e raccogliere una buona pratica da sperimentare a casa, in ufficio o a scuola e trasformarla in una buona abitudine.

Nell’anno scolastico 2022/23 il progetto di educazione ambientale dedicato all'inquinamento atmosferico Noi e l'Aria ha coinvolto 32 classi distribuite sull’intero territorio regionale. Arpa Piemonte, con i vari istituti, ha organizzato e realizzato:

  • incontri di formazione in presenza e a distanza degli insegnanti, nel corso dei quali è stato illustrato lo strumento pedagogico nei suoi contenuti tecnici e metodologici ed è stato fornito il materiale di supporto;
  • incontri con le classi presso le scuole;
  • visite guidate alle stazioni di monitoraggio della qualità dell’aria;
  • messa a dimora di tre farnie provenienti dal vivaio dei Carabinieri Forestali, geo-localizzate e inserite sul portale nazionale.

In occasione dell’edizione annuale della Settimana del Pianeta Terra, Arpa Piemonte ha pubblicato dal 1 al 8 ottobre 2023 alcuni geo-itinerari sul geoportale istituzionale, arricchendo la propria collezione dei due percorsi a tema geologico, Il Rifugio Gastaldi e il bacino glaciale della Bessanese e gli orridi di Foresto e Chianocco (TO).

Inoltre, sono state organizzate due uscite didattiche con le scuole sulle tracce dell’antico ghiacciaio della valle di Susa e con la cittadinanza il geoitinerario della calce di Superga e del calcare di Gassino.

È stato organizzato il corso “Quando cambia il clima cosa succede alla biodiversità” che si è svolto nell’a.s. 2022/23 su tutte le province piemontesi con 103 docenti iscritti delle scuole secondarie di secondo grado. Il corso si inscrive nella logica e negli obiettivi del Piano “RiGenerazione Scuola per la transizione ecologica e culturale” promosso dal MIUR, così come nella Strategia regionale per la sviluppo sostenibile e del Protocollo regionale per la Green Education a cui Arpa aderisce.

Nell’ambito delle finalità previste dal Protocollo per la Green Education la Direzione regionale Istruzione, Formazione e Lavoro ha promosso un percorso di formazione/ricerca sulle scuole eco-attive per gli anni scolastici 21/22 e 22/23, in collaborazione con la Direzione regionale Ambiente, Energia e Territorio e con USR Piemonte, Arpa Piemonte, Forum della Scuola, Cinemambiente, CESEDI/Città Metropolitana, IRES Piemonte, WEEC Italia/Istituto Scholè.

L’esperienza consiste in un approccio a 360°: non solo costruire una scuola fisicamente green, ma attenzione ai curricoli ed ai percorsi educativi così come alle condizioni organizzative e ai climi relazionali, Non solo dirigenti, insegnanti, tecnici, ma studenti e coinvolgimento del territorio e famiglie.

Un processo che non può essere sostenuto solo da singoli insegnanti, ma dall’intera organizzazione/scuola. Un processo che non può essere solo interno alle scuole [cui spetta sicuramente un ruolo speciale e specifico di elaborazione culturale ed educativa] ma che deve coinvolgere un’intera comunità educante sia a livello regionale e di area vasta, che a livello “locale”, per essere sistema e per assicurare un flusso culturale in quantoè nei territori, nelle aziende, nel mondo della ricerca che si pensa e si tenta sostenibilità.

Sono state utilizzate due modalità di innesco del processo: da un lato, un percorso di formazione/ricerca e, dall’altro, un Bando regionale che assegna contributi a sostegno delle scuole che vogliono impegnarsi ad essere scuole eco-attive.

Il Bando ha sostenuto con contributi pari a 5.000 euro 29 scuole che hanno presentato un progetto per qualificarsi come scuole eco-attive.

Sul tema dell'uso consapevole dello smartphone Arpa ha nuovamente partecipato al progetto educativo multidiscipliare regionale “Il patentino per lo smartphone”, in collaborazione con Regione Piemonte, ASL, Ufficio scolastico reginale e Polizia, per la formazione di docenti delle scuole secondarie di primo grado. Arpa Piemonte anche attraverso l'ausilio di strumenti multimediali tratta i seguenti temi: cosa sono i campi elettromagnetici, quali sono gli impatti sulla salute derivanti dall'uso dello smartphone, il consumo sostenibile (ciclo di vita del prodotto e impatti ambientali). 

Arpa ha aderito al progetto di terza missione dell’Università di Torino organizzato dal Dipartimento di Studi Umanistici, che propone una serie di iniziative rivolte alle scuole e alla cittadinanza: laboratori, incontri e conferenze, mostre, visite guidate e interventi di riqualificazione del territorio.

Nell’ambito del progetto Arpa ha organizzato, in collaborazione con l'istituto San Francesco di Biella l’evento formativo destinato ai docenti “Il pianeta intonato”, una performance di taglio musical-teatrale, durante la quale si alterneranno canzoni eseguite dal vivo a narrazioni e suggestioni incentrate su aspetti pedagogici e di cura per la Terra.

Arpa ha partecipato a Roma all’Earth Day 2023, dove i mappamondi realizzati dal liceo artistico Alciati, contenenti i pensieri delle bambine e dei bambini vercellesi, sono stati al centro di laboratori tenuti da Arpa Piemonte in favore delle scuole presenti.

Nell'ambito della campagna Street for kids Arpa Piemonte ha collaborato con l'Istituto comprensivo Baricco, presso la scuola Maritano, alla giornata dedicata alle strade scolastiche in Europa, coinvolgendo gli oltre 300 ragazzi e ragazze della scuola secondaria di primo grado.  Tante le iniziative promosse: il flash mob musicale, insegne stradali reinterpretate, dissuasori per il traffico, una marcia che ha raggiunto la scuola d'infanzia giochi di strada e altro ancora.

Arpa ha partecipato alla notte dei ricercatori 2023, in collaborazione con il Museo Egizio, sul tema: Il tempio di Ellesija a Torino: una storia di roccia e di acqua.

Nell’ambito dell’accordo con i Musei Reali, l’Agenzia ha avviato il progetto “Il mio giardino è un museo” coinvolgendo due scuole dell’infanzia di Torino, promuovendo la conoscenza e l’interesse per gli alberi in ambito urbano.

Inoltre, in apertura dell’AS 2023/2024 sono stati avviati i seguenti percorsi educativi rivolti alle classi primarie fino alle secondarie di secondo grado:

  • Alla scoperta dei segreti della neve
  • Musica d'ambiente 
  • Consumi sostenibili e greenwashing
  • Dai suoni all'inquinamento acustico 
  • Plastica: usiamola di meno e conosciamola di più
  • Primo incontro con la geologia
  • Panoramica sulla geologia e sui rischi naturali
  • Antartide, permafrost e cambiamenti climatici
     
Anno
2024

Rifiuti, risposte sul territorio

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Le risposte concrete alla soluzione dei problemi posti dalla produzione dei rifiuti sono descritte dalla Direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti.

L'obiettivo della direttiva è stabilire un quadro giuridico per il trattamento dei rifiuti nell’Unione europea, concepito in modo da proteggere l’ambiente e la salute umana, sottolineando l’importanza di adeguate tecniche di gestione, riutilizzo e riciclaggio dei rifiuti, volte a ridurre le pressioni sulle risorse e a migliorarne l’uso.

La direttiva stabilisce una gerarchia dei rifiuti:

  • prevenzione;
  • preparazione per il riutilizzo;
  • riciclaggio;
  • altro recupero (per esempio recupero di energia);
  • smaltimento.

Conferma il «principio chi inquina paga», in base al quale i costi della gestione dei rifiuti sono sostenuti dal produttore iniziale, introduce il concetto di «responsabilità estesa del produttore» e distingue tra rifiuti e sottoprodotti.

Prevede inoltre che la gestione dei rifiuti deve essere effettuata senza creare alcun pericolo per l’acqua, l’aria, il suolo, la flora o la fauna, senza comportare inconvenienti da rumori o odori, e senza danneggiare il paesaggio o i siti di particolare interesse e che i produttori o detentori di rifiuti devono trattarli in proprio o consegnarli a un operatore ufficialmente riconosciuto. In entrambi i casi devono essere autorizzati e sono sottoposti a ispezioni periodiche.

Le autorità nazionali competenti sono tenute a istituire piani di gestione dei rifiuti e programmi di prevenzione dei rifiuti.

Condizioni particolari si applicano a rifiuti pericolosi, oli usati e rifiuti organici.

Introduce obiettivi di riciclaggio e di recupero da raggiungere entro il 2020 per i rifiuti domestici (50 %) e i rifiuti da costruzione e demolizione (70 %).

La normativa non riguarda taluni tipi di rifiuti, quali elementi radioattivi, materiali esplosivi in disuso, feci, acque reflue e carcasse di animali già regolamentati in norme apposite o in norme relative a settori specifici.

Nell’ambito di un pacchetto di misure sull’economia circolare, la Direttiva (UE) 2018/851 modifica la direttiva 2008/98/CE.

Stabilisce i requisiti operativi minimi per i regimi di responsabilità estesa del produttore, i quali possono includere anche la responsabilità organizzativa e la responsabilità di contribuire alla prevenzione dei rifiuti e alla possibilità di riutilizzare e riciclare i prodotti e rafforza le norme relative alla prevenzione dei rifiuti.

Infatti, gli Stati membri dell’Unione devono adottare misure per:

  • sostenere modelli di produzione e consumo sostenibili;
  • incoraggiare la progettazione, la produzione e l’uso di prodotti che siano efficienti nell’utilizzo delle risorse, durevoli, riparabili, riutilizzabili e che possano essere aggiornati;
  • concentrarsi sui prodotti contenenti materie prime essenziali per evitare che tali materiali diventino rifiuti;
  • incoraggiare la disponibilità di parti di ricambio, manuali di istruzioni, informazioni tecniche o altri mezzi che consentano la riparazione e il riutilizzo dei prodotti senza comprometterne la qualità e la sicurezza;
  • ridurre la produzione di rifiuti alimentari come contributo all’obiettivo di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite di ridurre del 50 % lo spreco alimentare globale pro capite a livello della vendita al dettaglio e dei consumatori e di ridurre le perdite alimentari lungo le filiere di produzione e di approvvigionamento entro il 2030;
  • promuovere la riduzione del contenuto di sostanze pericolose nei materiali e nei prodotti;
  • fermare la produzione di rifiuti marini.

Stabilisce altresì nuovi obiettivi per il riciclaggio dei rifiuti urbani: entro il 2025 dovrà essere riciclato almeno il 55 % dei rifiuti urbani in peso.

Tale obiettivo salirà al 60 % entro il 2030 e al 65 % entro il 2035.

Gli Stati membri devono anche istituire, entro il 1° gennaio 2025, la raccolta differenziata dei materiali tessili e dei rifiuti pericolosi prodotti dalle famiglie e garantire che, entro il 31 dicembre 2023, i rifiuti organici siano raccolti separatamente o riciclati alla fonte (ad esempio, mediante compostaggio).

La direttiva evidenzia anche esempi di incentivi per applicare la gerarchia dei rifiuti, quali ad esempio gli oneri per il conferimento in discarica e l’incenerimento e i sistemi di pagamento in base al consumo.

Informazioni e risorse aggiuntive

Direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 19 novembre 2008, relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive http://data.europa.eu/eli/dir/2008/98/oj

Direttiva (UE) 2018/851 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 maggio 2018, che modifica la direttiva 2008/98/CE relativa ai rifiuti https://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/AUTO/?uri=celex:32018L0851

Unione Europea Il principio «chi inquina paga» e la responsabilità ambientale http://eur-lex.europa.eu/legal-content/IT/TXT/?uri=legissum:l28120

Unione Europea Economia circolare https://eur-lex.europa.eu/IT/legal-content/glossary/circular-economy.html

Unione Europea Materie prime essenziali https://single-market-economy.ec.europa.eu/sectors/raw-materials/areas-specific-interest/critical-raw-materials_en?prefLang=it

Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Responsabilità estesa del produttore https://www.mase.gov.it/pagina/responsabilita-estesa-del-produttore

Anno
2024

Radiazioni ionizzanti, risposte sul territorio

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Le norme fondamentali di sicurezza in materia di radiazioni ionizzanti ricalcano le raccomandazioni della Commissione internazionale per la protezione radiologica (ICRP), in particolare quelle contenute nella pubblicazione n. 103 “Raccomandazioni 2007 della Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica” che stabilisce lo schema di protezione radiologica. La radioprotezione si basa sull’assunto che l’impiego delle radiazioni ionizzanti comporta costi e benefici per le attività e la salute umana e gli equilibri ambientali; perciò, qualsiasi attività che comporti esposizione a radiazioni ionizzanti deve garantire che il beneficio derivante sia superiore al detrimento sanitario che essa potrebbe causare tramite i principi di giustificazione, ottimizzazione e limitazione della dose e del rischio.

Risulta pertanto fondamentale mantenere alto il livello delle competenze e delle capacità operative di sicurezza nucleare e di radioprotezione e svolgere in maniera continua le attività di:

  • controllo e monitoraggio delle attività connesse alla disattivazione delle installazioni nucleari;
  • controllo e monitoraggio della radioattività nell’ambiente e negli alimenti;
  • controllo sull’impiego di radionuclidi artificiali per scopi medici e/o industriali;

Il livello di radioattività nelle matrici ambientali (aria, acqua e suolo) e il controllo della gestione delle fonti di radiazioni ionizzanti dalla produzione, al trasporto, all’impiego e infine allo smaltimento è demandato a diversi soggetti in ragione delle loro competenze tecniche ed amministrative.

L'autorità di regolamentazione competente in materia di sicurezza nucleare e di radioprotezione in Italia è l'Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (ISIN), costituito in ottemperanza dell’art. 6 del Decreto Legislativo n. 45/2014 in attuazione della Direttiva 2011/70/EURATOM che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi. 

L'ISIN svolge le funzioni e i compiti di autorità nazionale indipendente, come richiesto dalla Direttiva,  per la regolamentazione tecnica, espletando le istruttorie connesse ai processi autorizzativi, le valutazioni tecniche, il controllo e la vigilanza delle installazioni nucleari non più in esercizio e in disattivazione, dei reattori di ricerca, degli impianti e delle attività connesse alla gestione dei rifiuti radioattivi e del combustibile nucleare esaurito, delle materie nucleari, della protezione fisica passiva delle materie e delle installazioni nucleari, delle attività d'impiego delle sorgenti di radiazioni ionizzanti e di trasporto delle materie radioattive, emanando altresì le certificazioni previste dalla normativa vigente in tema di trasporto di materie radioattive stesse. Emana guide tecniche e fornisce supporto ai ministeri competenti nell'elaborazione di atti di rango legislativo nelle materie di competenza.

Il controllo sulla radioattività ambientale è articolato in reti di sorveglianza regionali e rete di sorveglianza nazionale. All’ISIN sono affidate le funzioni di coordinamento tecnico della rete nazionale, al fine di assicurare l’omogeneità dei criteri di rilevamento e delle modalità dei prelievi e delle misure, nonché la diffusione dei dati rilevati e la loro trasmissione alla Commissione europea.

Ad oggi nel nostro Paese il controllo sulle attività nucleari, nonché sulla radioattività ambientale, che possono comportare un’esposizione della popolazione alle radiazioni ionizzanti, è regolamentato dal Decreto Legislativo del 31 luglio 2020 n. 101 che stabilisce le norme di sicurezza al fine di proteggere le persone dai pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti.

La legislazione nazionale vigente assegna compiti e obblighi agli esercenti delle attività che rientrano nel suo campo di applicazione, ma anche alle amministrazioni locali (Prefetture, Regioni e Province autonome) e nazionali (Enti e Ministeri).

Informazioni e risorse aggiuntive

Commissione internazionale per la protezione radiologica ICRP https://www.icrp.org/

Ispettorato nazionale per la sicurezza nucleare e la radioprotezione ISIN  https://www.isinucleare.it/it

Raccomandazioni 2007 della Commissione Internazionale per la Protezione Radiologica https://www.icrp.org/publication.asp?id=ICRP%20Publication%20103%20(Users%20Edition)

ICRPædia Guide to the System of Radiological Protection http://icrpaedia.org/ICRP%C3%A6dia_Guide_to_the_System_of_Radiological_Protection

DECRETO LEGISLATIVO 31 luglio 2020, n. 101 Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell'articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117 https://www.normattiva.it/eli/id/2020/08/12/20G00121/CONSOLIDATED

DECRETO LEGISLATIVO 4 marzo 2014, n. 45 Attuazione della direttiva 2011/70/EURATOM, che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi https://www.normattiva.it/eli/id/2014/03/26/14G00057/CONSOLIDATED

Direttiva 2011/70/Euratom del Consiglio, del 19 luglio 2011, che istituisce un quadro comunitario per la gestione responsabile e sicura del combustibile nucleare esaurito e dei rifiuti radioattivi http://data.europa.eu/eli/dir/2011/70/oj

Anno
2024