Siti contaminati, fattore per le acque

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I siti contaminati rappresentano uno dei fattori antropici che possono influenzare lo stato delle acque sotterranee; la contaminazione presente nella matrice suolo può determinare un impatto sulla risorsa acque sotterranee, attraverso l’infiltrazione delle acque meteoriche, la presenza di vie preferenziali nel terreno o il dilavamento da parte della falda.

Sul totale siti contaminati censiti nella Anagrafe regionale dei siti contaminati (ASCO) in Piemonte a marzo 2024 di 2071, i siti con contaminazione che interessa le acque sotterranee sono 570, dei quali 335 "attivi" e 235 conclusi.

Anno
2024

Sito di Serravalle Scrivia

Anno
2024

ll Sito di Interesse Nazionale denominato ex-Ecolibarna si trova nel Comune di Serravalle Scrivia, nella parte orientale della provincia di Alessandria, a circa 8 km dall'abitato di Novi Ligure; la situazione di contaminazione è conseguenza delle attività degli impianti della ex Ecolibarna e della ex Gastaldi Oli Lubrificanti S.p.A.

L'area è delimitata a Ovest dalla S.S. n. 35 dei Giovi, a Nord e a Est da una strada comunale e a Sud–SudOvest dalla ferrovia Genova–Torino.

Fin dal 1940 il sito è stato sede di un complesso industriale che effettuava il deposito di oli minerali, combustibili e lubrificanti, il trattamento di oli minerali per la produzione di oli bianchi, nonché la rigenerazione di oli minerali lubrificanti esausti con acido solforico concentrato e precipitazione della parte idrocarburica catramosa (“melme acide”). 

A partire dal 1983 sul sito cominciò ad operare la società Ecolibarna S.r.l in possesso dell’autorizzazione per la raccolta e lo smaltimento di rifiuti speciali e tossico-nocivi sia liquidi che solidi. Nel periodo di attività di Ecolibarna sul sito transitarono rifiuti di ogni genere e, successivamente, rifiuti di diversa natura furono ritrovati interrati in alcune aree del sito.

Nel 1984 e 1985 la Regione Piemonte revocò l’autorizzazione allo smaltimento e impose la cessazione di tutte le lavorazioni effettuate nell’area.

Le operazioni di bonifica del SIN sono state incentrate sul risanamento del territorio dalla presenza di rifiuti tossico-nocivi, allo stato liquido e solido che hanno provocato la contaminazione del terreno e delle acque sotterranee sia nelle aree interne che nelle aree esterne allo stabilimento.

Il Ministero della Protezione Civile affidò alla ditta Castalia S.p.A. (poi Fisia Italimpianti) l’incarico di effettuare la bonifica del sito industriale e la messa in sicurezza dei materiali presenti nell’area, attività che proseguì fino al 1995 quando le evidenze di contaminazione riscontrate sul sito fecero emergere la necessità di un intervento più ampio di quello previsto.

La delimitazione effettuata con il Decreto 7 febbraio 2003 comprende l'area dell'insediamento industriale dismesso della ex Ecolibarna S.r.l. ed ex Gastaldi Oli Lubrificanti S.p.A. e si estende alle aree a valle fino alla sponda del Torrente Scrivia, per un totale di circa 70.000 m2.

Dopo l’operato di due commissari delegati per la bonifica, attualmente il soggetto competente all'attuazione del programma di bonifica è la Provincia di Alessandria (come da Accordo di Programma tra Ministero, Regione, Provincia e Comune di Serravalle Scrivia dell'aprile 2015).

I lavori sinora eseguiti hanno riguardato la caratterizzazione del sito dello stabilimento eseguita da Arpa Piemonte, caratterizzazioni in aree esterne, prove pilota, attività di monitoraggio, progettazione di lotti di intervento, realizzazione di opere di messa in sicurezza d’emergenza e bonifica. A seguito dei risultati analitici sulle acque sotterranee dello stabilimento sono stati progettati e approvati gli interventi di messa in sicurezza d’emergenza della falda.

Di significativa importanza è il diaframma plastico impermeabile immorsato ad una profondità variabile tra circa 8 m e 12 m dal piano campagna, realizzato a monte del sito, in particolare della cosiddetta area discariche, su una lunghezza di circa 250 m ad integrazione di interventi di impermeabilizzazione superficiale e di opere di captazione e gestione del percolato.

L’Accordo di Programma sopra citato, oltre a costituire un quadro organico di riferimento per la gestione dei finanziamenti disponibili e quelli successivamente reperibili, indica una serie di interventi da attuare grazie alle disponibilità finanziarie esistenti:

  • Completamento del diaframma plastico a bassa permeabilità;
  • Bonifica nell’ambito dell’Area Impianti (rimozione di manufatti, asportazione parziale del terreno contaminato e iniezione di reagenti per incentivare la degradazione di idrocarburi e VOC nelle acque di falda);
  • Emungimento di acqua contaminata dall’acquifero superficiale e smaltimento in impianto di trattamento, in funzione dal settembre 2016;
  • Monitoraggi e gestione delle discariche al fine di tenere sotto controllo l’evoluzione della contaminazione e di prevenire situazioni di criticità;
  • Interventi di bonifica sulle acque sotterranee in zona Fabbricone (Air Sparging e Soil Vapour Extraction).

Nel 2018 sono stati conclusi i lavori di bonifica della cosiddetta Area Impianti, consistenti nella rimozione dei manufatti esistenti, nell’asportazione del terreno contaminato e nell’iniezione di reagenti per incentivare la degradazione di idrocarburi e VOC nelle acque di falda; nella primavera del 2020 si sono conclusi i previsti monitoraggi ambientali per la valutazione dell'efficacia dell'intervento (8 campagne di campionamento della acque di falda) con risultati per ora in linea con quanto atteso.

Nel 2021 sono stati conclusi i lavori di completamento del diaframma plastico a bassa permeabilità, per la cinturazione completa della cosiddetta area discariche.
Al SIN risultavano assegnate risorse del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC), programmazione 2014-2020, per poco meno di 8 milioni di euro. Con Delibera CIPE 28 luglio 2020, n. 31, tali risorse sono state diversamente riprogrammate e si è quindi in attesa che al sito possano essere destinate quanto prima risorse del Piano Nazionale per le Bonifiche, per procedere con gli interventi più urgenti e che la nuova programmazione FSC per il periodo 2021-2027 riassegni al SIN Serravalle Scrivia risorse non inferiori a quanto definanziato.

Nel frattempo, la Regione si è attivata per reperire risorse alternative, da destinarsi ad un intervento, non compreso nell’Accordo, per la regimazione del Rio Negraro, corso d’acqua che attraversa l’area oggetto di bonifica e che, a causa degli eventi calamitosi degli ultimi anni, in particolare dell’autunno 2019, ha arrecato danni e dimostrato la necessità di un intervento urgente di sistemazione idraulica e di bonifica dell’alveo e delle sponde.

Informazioni e risorse aggiuntive

Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica Accordi di programma quadro Siti di Interesse Nazionale https://www.mase.gov.it/bonifiche/accordi-sin/206

Sito di interesse nazionale di Serravalle Scrivia - Fonte Arpa Piemonte

Sito di Cengio

Anno
2024

Il Sito di Interesse Nazionale denominato Ex Acna di Cengio è ubicato fra Piemonte e Liguria.

Lo stabilimento industriale della Ex ACNA si trova nel comune di Cengio (SV), a valle dell’abitato, tra la linea ferroviaria Torino-Savona a Nord-Nord Ovest e il Fiume Bormida di Millesimo;  fa parte dello stabilimento anche la zona di Pian Rocchetta, lungo il Bormida e situata in parte nel Comune di Cengio e in parte nel Comune di Saliceto (CN) dove venivano stoccati i rifiuti prodotti. L’area esterna, a valle dello stabilimento stesso, si trova nel settore sud del Piemonte ed è costituita dalla fascia fluviale ai lati del Bormida di Millesimo che attraversa i territori dei Comuni che vanno da Saliceto (CN) a Bistagno (AL), alla confluenza fra il Bormida di Spigno e il Bormida di Millesimo.

Il primo insediamento industriale sorge nel 1882 con la produzione di polvere pirica, nitroglicerina e dinamite. Dal 1900 al 1920 l’attività prosegue incentrata sulla fabbricazione di esplosivi. Negli anni ‘20 viene avviata la produzione di coloranti e acidi: a partire da quel periodo sono registrati fenomeni di contaminazione delle acque del fiume Bormida tali da determinare la chiusura dell’acquedotto di Cortemilia (CN) su ordine del Pretore. Nel 1928 la ditta prende il nome di ACNA (Azienda Coloranti Nazionali e Affini) S.p.A. con sede a Milano.

Poco prima della Seconda guerra mondiale gli agricoltori della vallata citano lo stabilimento per danni in quanto le acque del Bormida sono inutilizzabili a fini irrigui. Seguono denunce e verifiche ma solo negli anni ‘80 cessa la produzione di coloranti e prosegue quella di pigmenti.

ACNA era controllata dagli anni ’30 dalla Montecatini e ne seguì il destino passando negli anni ’60 al gruppo Montedison, quindi alla Enimont nel 1988 e dal 1991 sotto il controllo di EniChem. 

L’attività termina definitivamente nel corso del 1998.

La legge 426/98 individua l’area a rischio ambientale e prevede un programma di bonifica e ripristino; nel 1999 viene dichiarata la situazione di emergenza socio-ambientale con nomina di un Commissario Straordinario ad opera della Presidenza del Consiglio dei Ministri.

Situazione della contaminazione

Arpa Piemonte ha collaborato con Arpa Liguria alle attività di caratterizzazione e di messa in sicurezza dello stabilimento ex Acna di Cengio fino all’anno 2006. Dopo il 2006 Regione Piemonte e Arpa Piemonte si sono occupate esclusivamente della procedura di bonifica relativamente alle aree esterne allo stabilimento ex Acna, mentre Arpa Liguria e gli Enti della Regione Liguria si sono occupati della bonifica e della messa insicurezza dell’ex stabilimento Acna sito nel comune di Cengio (SV).

Le attività di caratterizzazione delle aree esterne, finalizzate a determinare la contaminazione di suolo, acque sotterranee, acque superficiali e sedimenti, sono proseguite fino al 2011, con approfondimenti su numerose aree interessate.

I contaminanti caratteristici del sito sono stati rilevati nelle acque del fiume Bormida con concentrazioni progressivamente ridotte nel tempo. Fra le sostanze caratteristiche si segnalano cloro benzeni, aniline, antrachinoni e naftalensolfonici.

Stato avanzamento della bonifica

Al fine di bonificare e mettere in sicurezza il sito nel corso dei decenni sono state effettuate numerose attività, già a partire dal 1984 (prime opere di contenimento per impedire la filtrazione delle acque di falda dall’area dello stabilimento verso l’esterno); successivamente alla caratterizzazione delle aree interne, negli anni 2000-2001, è stato realizzato su tutto il perimetro dello stabilimento lato fiume un diaframma che si intesta sul substrato marnoso impermeabile. Arpa e Regione Piemonte hanno prescritto inoltre una serie di interventi finalizzati ad eliminare gli ingressi di acqua nel sottosuolo dell’area dello stabilimento. 

Nei primi anni 2000 è stata realizzata la bonifica dei lagunaggi nell’area A1 dello stabilimento.

Nel 2005-2008 è stato attuato il progetto di Bonifica Pian Rocchetta (intervento certificato nel 2012, con previsione di monitoraggi post-operam); nel 2009 è stata effettuata la bonifica dei terreni siti nel comune di Saliceto, Località Pian Sottano mediante asporto di terreno di riporto, rifiuti e terreno contaminato. 

Nelle aree interne allo stabilimento è stata realizzata la bonifica mediante asportazione dei terreni contaminati presenti nella zona insatura e, parzialmente, in zona satura, asportazione dei rifiuti presenti, demolizione degli edifici sede delle lavorazioni. Tutti i materiali sono stati abbancati nella zona A1, destinata a messa in sicurezza permanente anche dei terreni contaminati asportati per la bonifica delle aree golenali all’esterno del sito, del sito di Pian Rocchetta e della zona di Pian Sottano (Comune di Saliceto). 

Proseguono le attività di monitoraggio e di gestione del percolato nell'ex sito industriale ed è in corso l'istruttoria di un progetto di ENI inerente la realizzazione delle opere relative all'intercettazione di almeno il 70% delle acque meteoriche ricadenti sulla zona A2. Sono terminati gli approfondimenti tecnici di supporto al Ministero per la valutazione delle indagini e degli studi prodotti da ENI nell'ambito dei controlli attivati in occasione delle attività di certificazione delle aree golenali, il Ministero ha avviato il procedimento di approvazione dell'analisi di rischio per l'area golenale.

Nel 2016 sono stati rilevati in territorio ligure alcuni superamenti dei limiti di riferimento per diversi contaminanti organici nelle acque sotterranee della cosiddetta “Area Merlo”, esterna allo stabilimento ma rientrante nel perimetro del SIN. Sono state avviate le procedure di bonifica anche per quest’area (allo stato attuale, è in fase di realizzazione una sperimentazione pilota per l’attività di bonifica e l’istruttoria dell’analisi di rischio). 

Monitoraggio e controllo

Nelle aree interne ed esterne allo stabilimento è presente una capillare rete di monitoraggio delle acque sotterranee per tenere sotto controllo l’eventuale fuoriuscita di contaminanti dalle aree confinate; i campionamenti avvengono secondo un Protocollo di monitoraggio concordato con gli Enti competenti, attualmente con frequenza minima trimestrale. 

Nel 2017, a seguito di alcune criticità emerse dopo gli eventi alluvionali del 2016, è stato ritenuto opportuno armonizzare i monitoraggi effettuati da Eni Rewind, Arpa Liguria e Arpa Piemonte, inserendo uno strumento aggiuntivo costituito dal “Protocollo di monitoraggio sulla verifica della qualità delle acque del fiume Bormida” firmato il 29 novembre 2017 che vede impegnati Regione Liguria, Regione Piemonte, Arpa Liguria, Arpa Piemonte, i comuni di Cengio e Saliceto e Eni Rewind, nel controllo e nello scambio reciproco di dati di monitoraggio relativi alle acque superficiali in corrispondenza di alcuni punti strategici lungo il corso del Fiume Bormida e relativi alle acque sotterranee in corrispondenza dei piezometri maggiormente significativi. I controlli conseguenti al protocollo non hanno rilevato criticità significative nelle acque del fiume Bormida in territorio piemontese.