Sito di Pieve Vergonte

Capitolo
Siti contaminati
Anno
2024

Il sito industriale oggetto di bonifica è ubicato nel territorio del Comune di Pieve Vergonte, in provincia di Verbania, nella media Val d’Ossola, in destra orografica del fiume Toce. Confina a nord con la SP n.117, ad est con la SS n. 33 del Sempione, a nord-est con la ferrovia Novara/Domodossola e ad ovest con l’abitato di Pieve Vergonte. L’area dello stabilimento si estende su una superficie totale di circa 37 ettari, dei quali circa 20 sono occupati da attività produttive condotte attualmente dalla Società Altair Chemical.

Lo stabilimento industriale è sorto attorno al 1915 e le lavorazioni inizialmente erano volte alla produzione di cloro e gas ad uso bellico; successivamente venne sviluppata la produzione di clorurati organici, di arsenico e suoi derivati. Nel dopoguerra venne avviata la produzione di DDT. Nello stesso periodo erano attive le seguenti produzioni: linea cloro-soda con celle Krebbs, acido solforico con forni di arrostimento di pirite, oleum, acido clorosolfonico, ammoniaca sintetica da cracking di metano, solfuro di carbonio, cloralio, acido ossalico, acido formico, fertilizzanti a base di N-P-K, mono e diclorobenzeni, solfato ammonico e tetracloruro di carbonio. Il 30 giugno 1996 è stata fermata la produzione di DDT e il 30 giugno 1997 sono state fermate le produzioni di cloralio e acido clorosolfonico.

Dalle numerose campagne di indagini svolte negli anni (1995-2006) è stato possibile caratterizzare il sito per la contaminazione dei terreni (suolo superficiale e profondo) e le acque di falda. L’area risulta contaminata in massima parte da: Arsenico, Mercurio, altri metalli (Piombo, Rame, Zinco, Vanadio, Selenio, Nichel, Antimonio, Cadmio), DDT e suoi derivati, Esaclorobenzene, Esaclorocicloesani, Idrocarburi clorurati alifatici e aromatici, Benzene, Idrocarburi leggeri e pesanti, Idrocarburi policiclici aromatici, Policlorobifenili, Diossine e Furani.

L’approvazione del Progetto Operativo di Bonifica (POB) è avvenuta nell’ottobre 2013.

Il soggetto che ha in capo la bonifica del sito è la società Eni Rewind S.p.A.

Il progetto prevede interventi su terreni e acque sotterranee contaminate per un arco temporale complessivo di circa 12 anni.

Per quanto riguarda gli interventi sui terreni, è prevista l’escavazione dei terreni contaminati e il confinamento in sito in un impianto della capacità di circa 680.000 m3, oltre alla realizzazione di un impianto di soil washing.

Per quanto riguarda gli interventi sulle acque sotterranee, sono previsti interventi per contenere idraulicamente il flusso di acqua che scorre sotto il sito, ridurre la massa di contaminante presente anche nelle aree sorgenti e preservare la risorsa idrica incontaminata. I lavori sono stati avviati nel corso del 2016.

Nel corso dei lavori si è resa necessaria una variante al progetto principalmente per l’aumento della volumetria dei terreni risultati contaminati; Eni Rewind S.p.A. ha quindi trasmesso al MITE un documento di variante, ad oggi in fase di istruttoria da parte degli Enti coinvolti nel procedimento di bonifica. Sono in corso di ottenimento le autorizzazioni locali per i depositi, propedeutiche all’approvazione della variante al progetto di bonifica da parte del competente Ministero. Il nuovo cronoprogramma degli interventi prevede l’ultimazione dei lavori per l’anno 2028.

Per ciascuna delle componenti ambientali atmosfera, rumore, acque superficiali e sotterranee, vegetazione, fauna ed ecosistemi è previsto un monitoraggio progettato per fasi (ante operam, in corso d’opera, post operam) e cadenzato considerando l’avanzamento spaziale e temporale delle principali attività connesse agli interventi previsti nel progetto operativo di bonifica.

Nel corso del 2016 è terminato il monitoraggio ante operam ed è pertanto in corso il monitoraggio della realizzazione delle opere di bonifica, iniziate ufficialmente nell’aprile 2017. Arpa Piemonte provvede allo svolgimento delle proprie attività istituzionali operando sia nella supervisione delle attività di campo e validazione delle risultanze analitiche di Eni Rewind S.p.A., sia direttamente con il prelievo e l’analisi di campioni di diverse matrici.

Infine, benché l’amianto non sia uno degli inquinanti caratteristici del sito, dopo il recente rinvenimento di terreni con presenza di amianto di origine antropica in una porzione del sito, gestiti all’interno del cantiere di bonifica, l’amianto è stato inserito fra le sostanze contaminanti di interesse per il sito.

Sito di interesse nazionale di Pieve Vergonte, denominazione convenzionale delle aree - Fonte Eni Rewind

Effetti al suolo a seguito di eventi nel 2023

Anno
2024

Rilievo degli effetti al suolo dell'evento di maggio 2023 

Le precipitazioni di intensità moderata, ma persistenti, del periodo 19 - 21 maggio 2023 hanno determinato situazioni di dissesto localizzato e di limitate dimensioni, soprattutto nel settore prealpino e in misura minore nell’area collinare, delle Province di Torino, Biella e Cuneo (colline moreniche e di Torino e zona Langhe), come descritto nel rapporto d'evento

Quadro dei processi di dissesto puntuali rilevati del maggio 2023 - Fonte Arpa Piemonte

A titolo di esempio, si cita il fenomeno di crollo avvenuto nel cuneese, in val Maira, appena oltre l’abitato di Macra. Il distacco è avvenuto dalle pareti rocciose a circa 100 m di altezza a monte della SP 422. Il materiale lapideo crollato ha interessato il “sentiero degli antichi vigneti”, ha impattato contro il tetto di un’abitazione disabitata, posta sotto alla parete rocciosa, ha danneggiato la SP 422 e alcuni blocchi hanno raggiunto i prati sul fondovalle del Maira, al di là della SP 116 per Celle Macra. Si stima che il volume roccioso complessivo franato sia di circa 6 m cubi, mentre quello del blocco che ha raggiunto i prati del fondovalle è di circa 2 metri cubi.

Crollo sulla SP 422 (Macra, CN), traiettoria - Fonte Arpa Piemonte
Crollo sulla SP 422 (Macra, CN), danni - Fonte Arpa Piemonte

In provincia di Torino, si riporta a titolo di esempio il la frana di crollo sulla SP 233 in comune di Chiomonte in direzione della borgata Ramats, con distacco di blocchi di alcune decine di metri cubi che hanno invaso l'intera sede stradale. La frana è stata inserita nella banca dati SIFRAP di Arpa Piemonte (vedi Geoportale Arpa Piemonte).

Crollo sulla SP 233 (Chiomonte, TO) - Fonte Arpa Piemonte

Rilievo degli effetti al suolo degli eventi temporaleschi dell’agosto 2023 

Nella serata del 13 agosto 2023, una cella temporalesca collocata nelle zone di testa dei bacini del T. Frejus ha dato origine ad una colata detritica che ha interessato l’abitato di Bardonecchia (TO). Le acque raccolte dalla rete idrografica secondaria hanno determinato l’erosione e la mobilizzazione del materiale presente in alveo, trasportando a valle la massa di fango e detriti. Nella parte più alta del paese la miscela di acqua e detriti ha colmato completamente la sezione di deflusso, mantenendosi comunque all’interno dell’alveo e causando danni più contenuti; l’esondazione e l’accumulo della colata detritica sono avvenuti nelle parti distali del conoide su cui sorge l’abitato di Bardonecchia, coinvolgendo pesantemente la viabilità cittadina e gli edifici. 

Vista da valle dell’area interessata dall’accumulo di materiale grossolano; sulla sinistra la confluenza con il Rio di Melezet - Fonte Consorzio Forestale Alta Val Susa

Il rapporto di approfondimento pubblicato è disponibile sul sito istituzionale di Arpa al seguente indirizzo: https://www.arpa.piemonte.it/pubblicazione/colata-detritica-13-agosto-2023-nel-comune-bardonecchia

Il rapporto si articola in tre diverse sezioni, rispettivamente dedicate all’approfondimento di aspetti differenti, ma profondamente interconnessi:

  • caratterizzazione geologica e geomorfologica dei bacini della Val di Susa e analisi statistica a partire dalle informazioni storiche sui processi che in questi hanno luogo 
  • analisi e caratterizzazione dei processi torrentizi (attraverso metodologie integrate di classificazione del bacino e modelli di propagazione e deposizione del flusso detritico) che hanno interessato il Rio Frejus
  • approfondimento sugli effetti al suolo rilevati a seguito dell’evento dell’agosto 2023, raccolte a partire dall’analisi di foto aeree, sorvoli aerei e con drone dell’area e specifici rilievi effettuati con sopralluoghi su terreno, e descrizione sintetica delle opere di difesa idraulico-forestali di mitigazione

La frana è stata inserita nella banca dati SIFRAP di Arpa Piemonte (vedi Geoportale Arpa Piemonte). 

Nel tardo pomeriggio del 24 agosto 2023, a seguito di un intenso temporale accompagnato da grandine, si sono verificati fenomeni di colate detritiche lungo la quasi totalità delle aste torrentizie lungo il versante sinistro della Valle Argentera, e alcune aree limitrofe nel comune di Sauze di Cesana (TO). 

Incisione del rio della Pissa, versante sinistro della Valle Argentera: fuoriuscita dall’alveo e divagazione della colata sul conoide, a quota 1830 m circa, con ingente apporto detritico in corrispondenza dell’attraversamento stradale - Fonte Arpa piemonte

Come descritto nel rapporto d'evento  le precipitazioni hanno determinato l’attivazione dei numerosi corsi d’acqua tributari che scendono dalla dorsale Ciatagnera - Roc del Boucher - Cimabosco. Sul fondovalle, le colate detritiche hanno coinvolto la strada comunale della valle e la viabilità locale.

Quadro delle interferenze con la viabilità lungo il versante sinistro della Valle Argentera - Fonte Arpa Piemonte

Rilievo degli effetti al suolo evento ottobre 2023 

Le precipitazioni del periodo 19-21 ottobre 2023 hanno causato limitati effetti al suolo, circoscritti in gran parte al territorio della valle Gesso e sue principali diramazioni, in provincia di Cuneo, descritto nel rapporto d'evento. Per quanto riguarda la valle Gesso, i principali effetti al suolo rilevati ricalcano, per tipologia e localizzazione, quanto avvenuto in eventi precedenti (in particolare ottobre 2020 e giugno 2000), ma in numero decisamente minore e con intensità dei processi più contenuta. 

Quadro dei processi di dissesto puntuali rilevati nell’ottobre 2023 - Fonte Arpa Piemonte

Si riporta a titolo di esempio il fenomeno verificatosi in Località San Giacomo di Entracque. Immediatamente a valle della località, il torrente Gesso della Barra ha eroso parzialmente la spalla sinistra del ponte utilizzato per accedere al Vallone di Monte Colombo, causando l’interruzione del transito, così come era avvenuto, con danni più gravi, nell’ottobre 2020.

Entracque: erosione del ponte presso la località San Giacomo  - Fonte Arpa Piemonte

Pollini & Aria

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Arpa Piemonte, attraverso la struttura semplice Epidemiologia Ambientale, svolge attività di coordinamento della rete di monitoraggio dei pollini allergenici e della pubblicazione settimanale del bollettino pollinico.

A livello nazionale Arpa Piemonte aderisce alla rete POLLnet che è la rete di monitoraggio aerobiologico istituzionale del Sistema delle Agenzie Ambientali, e fa parte del Sistema Informativo Nazionale Ambientale (SINAnet). Questa Rete è stata istituita nel 2010 ed è finalizzata:

  • in campo ambientale, ad integrare il monitoraggio della qualità dell'aria, alla stima della biodiversità delle specie vegetali e alla rilevazione di fenomeni legati ai cambiamenti climatici;
  • in campo sanitario, a produrre informazioni di estrema utilità nella diagnostica, nella clinica e nella terapia, contribuendo alla ricerca e alla prevenzione delle patologie allergiche respiratorie.

I pollini sono gli elementi maschili (gametofiti maschili) a cui è affidato il compito di fecondare gli ovuli delle piante superiori (Fanerogame o piante a fiore). 

Le dimensioni dei pollini variano a seconda delle specie di piante, da un minimo di 10 micron come quello delle Urticaceae ad un massimo di 200 micron come quello delle Pinaceae (200 micron equivalgono a 0,2 millimetri).  

Gli allergeni sono contenuti nell'intina, che lo strato più interno della parete del granulo pollinico, e nei granuli di amido.

I fattori che influenzano la presenza di polline in atmosfera sono:

  • le condizioni climatiche del periodo che precede la fioritura perché condizionano la data di inizio del fenomeno;
  • le condizioni meteorologiche (vento, turbolenza dell'aria, pioggia, umidità ed irraggiamento) perché influiscono sulla fluttuazione della concentrazione atmosferica del polline.

L'aerobiologia è un ramo della biologia che si occupa della dispersione, del trasporto e della deposizione di particelle anemofile in atmosfera (particelle viventi e non quali batteri, alghe, funghi, pollini, virus, spore di felci e di muschi, insetti ed altra microfauna, insieme a particelle e gas generati da attività naturali e umane) in modo complementare alle ricerche chimiche e fisiche. L'insieme di queste particelle in sospensione, di varia origine, forma e dimensione, costituiscono l'aerosol atmosferico.

Il contributo che l'aerobiologia può dare, tramite il monitoraggio dei pollini e delle particelle aerodisperse, non è limitato soltanto al campo della medicina ed in particolare dell'allergologia, ma si estende anche ad altri settori quali l'agricoltura, la fitopatologia, la conservazione dei beni culturali, nonché allo studio della biodiversità, del clima e dell'inquinamento atmosferico.

Tuttavia, il suo primo e ancora principale utilizzo è nel campo dell’allergologia al fine di:

  • conoscere la concentrazione di particelle aerodisperse a fini diagnostici e terapeutici;
  • redigere calendari pollinici;
  • sviluppare modelli previsionali di emissione e trasporto dei pollini.
     
Anno
2024

Radon: azioni di prevenzione e risanamento

Anno
2024
Normativa sul Radon

La protezione della popolazione dall’esposizione al radon è stabilita e regolata dalle seguenti norme:

Con l’emanazione del D.Lgs 101/2020, “Attuazione della Direttiva europea 2013/59/Euratom che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i rischi derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti”, è stato fissato un Livello di Riferimento di 300 Bq/m3 per i luoghi di lavoro e le abitazioni. Tale valore rappresenta in termini di media annuale un livello oltre il quale occorre procedere ad interventi di risanamento rivolti a limitare l’ingresso e l’accumulo del radon negli edifici. Il Valore di 300 Bq/m3 è definito come un Livello di Riferimento e non come un semplice limite di legge propriamente detto e al di sotto del quale si è giustificati a non intervenire in alcun modo. In termini di miglioramento della salubrità degli ambienti di vita è invece sempre auspicabile cercare di ridurre la concentrazione di radon a cui si è esposti anche a valori inferiori a 300 Bq/m3.

Alle regioni il medesimo D.Lgs 101/20 e smi attribuisce lo specifico compito di individuare le aree prioritarie cioè quei territori dove si prevede che la concentrazione media annua superi il livello di riferimento in un numero significativo di edifici. Fino all’adozione di un apposito Piano nazionale d’azione radon, previsto dall’art.10 del suddetto Decreto, per l’individuazione delle aree prioritarie si applica il criterio di cui all’art.11 comma 3, cioè si individuano a “rischio radon” le aree in cui almeno il 15% delle abitazioni al piano terra supera il Livello di Riferimento. In tali aree l’obbligo della misura nei Luoghi di Lavoro si estenderà anche ai piani seminterrati e ai piani terra. Nell’art.19 sono stabiliti, inoltre, gli interventi nelle aree prioritarie relativi al radon nelle abitazioni volti ad incentivare la misurazione del radon, con l’attuazione, dove necessario, degli opportuni interventi di risanamento.

La Legge regionale 5/2010 “Norme sulla protezione dai rischi da esposizione a radiazioni ionizzanti” prevede che la Regione si doti di strumenti idonei per l’individuazione, la prevenzione e la riduzione dei rischi connessi all’esposizione al gas radon e alla radioattività di origine naturale e che competono all’Arpa le attività di controllo ambientale della radioattività di origine naturale.

Deliberazione della Giunta Regionale 25 novembre 2022, n. 61-6054 “L.r. 5/2010. Individuazione, ai sensi dell’art.11, comma 3, del D.lgs. 101/2020, delle “aree prioritarie”, già "zone ad elevata probabilità di alte concentrazioni di attività di radon", ai sensi dell’art.10 sexies del D.lgs. 230/1995 e disposizioni attuative del Piano regionale di Prevenzione 2020-2025, di cui alla d.g.r. 16-4469 del 29.12.2021”.
 

Prevenire è meglio che curare

"Prevenire è meglio che curare" è un vecchio detto più che mai attuale per la problematica del radon negli edifici, specialmente oggi in cui i progetti di ristrutturazione edilizia indirizzati al risparmio energetico producono in generale un minor ricambio d’aria negli ambienti abitati. 

L’efficientamento energetico degli edifici, ad esempio tramite la messa in opera di serramenti a maggior tenuta, può infatti avere come rovescio della medaglia un significativo incremento della concentrazione di radon e di altri inquinanti indoor.

I metodi per prevenire l’accumulo del radon in un’abitazione sono sostanzialmente gli stessi di quelli attuati per risanare situazioni esistenti ma, se realizzati in fase di costruzione, risultano assai meno onerosi.

Di seguito illustriamo brevemente alcuni semplici principi a cui si dovrebbero uniformare i progetti e i regolamenti edilizi per limitare l’accumulo del radon. Tali accorgimenti, se attuati su vasta scala, sono utili a produrre un generale abbassamento dell’esposizione al radon, migliorando così la qualità e la salubrità degli ambienti interni. 

Rimedi passivi di risanamento del radon - Fonte Arpa Piemonte

Agendo sul ricambio d’aria e sui meccanismi di ingresso del radon nelle strutture è possibile ridurre, con relativa facilità, la presenza del radon. 

A seconda dei casi può essere sufficiente aumentare l’aerazione naturale, oppure introdurre una ventilazione forzata, che può essere attuata direttamente nel locale o in un vespaio e nelle intercapedini. In ogni caso è fondamentale predisporre l’aerazione del vespaio in modo che possa eventualmente essere forzatamente aumentato il ricambio d’aria in un secondo tempo.

 È utile inoltre sapere che, spesso, in un locale abitato, è meglio immettere aria priva di radon dall’esterno piuttosto che aspirare l’aria dall’interno. Nel primo caso, infatti, si crea una leggera sovrappressione che ostacola l’ulteriore ingresso di radon dal pavimento e dalle pareti. Nel secondo caso, invece, c’è il rischio di richiamare altro radon dal suolo. Fortunatamente oggi, al riguardo, la tecnica offre scambiatori d’aria a recupero energetico che moderano fortemente la dispersione del calore. 

Un’ulteriore fronte nella lotta al radon è, poi, la continua evoluzione dei materiali edilizi rivolti all’isolamento e separazione dell’edificio dal suolo. 

Rimedi attiivi di risanamento del radon - Fonte Arpa Piemonte

Essi, anche se principalmente orientati all’isolamento termico, possono giocare a favore di una riduzione del radon, creando una barriera al suo passaggio. Occorre, però, assicurarsi che dispongano delle adeguate certificazioni a riguardo e siano poi posati a regola d’arte. 

Nelle situazioni in cui non è facile intervenire internamente all’edificio possono invece essere realizzati all’esterno i così detti “pozzetti radon”: cavità in cui i gas del suolo vengono aspirati (depressurizzazione del suolo) e il radon viene trascinato in esterno prima che possa insinuarsi all’interno dell’abitazione.

Si ricorda infine che nella normativa è stata introdotta la figura professionale dell’esperto in risanamento radon come riferimento per la parte progettuale degli interventi inerenti al radon sulla struttura di un edificio.

Nel 2022 la Regione Piemonte, con la Delibera della Giunta Regionale del 25 novembre 2022 n.61-6054, ha individuato dette aree prioritarie ai sensi dell’art. 11 del D.Lgs. 101/2020.

In tali aree definite a “rischio radon” l’obbligo della misura si estende anche ai piani seminterrati e piani terra. 

Per prevenire l’esposizione al radon negli edifici, Arpa Piemonte è disponibile per verificare l’efficacia delle azioni intraprese negli edifici in cui si è riscontrata un’elevata concentrazione di radon.

Informazioni e risorse aggiuntive

Radon - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Radon

Regione Piemonte Radon https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/radon

DECRETO LEGISLATIVO 31 luglio 2020, n. 101 Attuazione della direttiva 2013/59/Euratom, che stabilisce norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione contro i pericoli derivanti dall'esposizione alle radiazioni ionizzanti, e che abroga le direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom, 97/43/Euratom e 2003/122/Euratom e riordino della normativa di settore in attuazione dell'articolo 20, comma 1, lettera a), della legge 4 ottobre 2019, n. 117 https://www.normattiva.it/eli/id/2020/08/12/20G00121/CONSOLIDATED

Deliberazione della Giunta Regionale 25 novembre 2022, n. 61-6054 L.r. 5/2010. Individuazione, ai sensi dell’art.11, comma 3, del D.lgs. 101/2020, delle “aree prioritarie”, gia' "zone ad elevata probabilita' di alte concentrazioni di attivita' di radon", ai sensi dell’art.10 sexies del D.lgs. 230/1995 e disposizioni attuative del Piano regionale di Prevenzione 2020-2025, di cui alla d.g.r. 16-4469 del 29.12.2021. http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2023/02/attach/dgr_06054_1050_25112022.pdf

Becquerel - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Becquerel

Sievert - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Sievert

Dosimetria - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Dosimetria

Centraline di allerta Geiger - Müller

Anno
2024

Lo scopo della rete di allerta Geiger-Müller è di ottenere in tempo reale un dato sui livelli di radioattività in atmosfera, con particolare riguardo ai possibili rilasci provenienti dagli impianti nucleari transfrontalieri. 

I 29 sensori costituenti la rete forniscono il dato di rateo di dose gamma in aria espresso in nSv/h (nanoSievert/ora). 

Poiché la dose gamma in aria dipende in buona parte dalla radioattività ambientale, la quale in condizioni normali è un fattore relativamente costante nell’ambiente, il monitoraggio in continuo di questa grandezza è un ottimo indicatore di eventi incidentali.

Per ogni centralina sono stati stato definiti un livello di attenzione e un livello di allarme, relativi alla situazione locale e costruiti sulla serie storica di dati disponibili.

Infatti, la finalità di questa rete è essenzialmente di osservare discontinuità in tempo reale riferibili al passaggio di una nube radioattiva ed è appunto la variazione rispetto alle condizioni usuali che permette di rilevare l’anomalia cercata.

Non vi è un limite assoluto di valutazione dei dati anche perchè la dose dovuta alla radioattività naturale non concorre alla valutazione del superamento della dose efficace stabilita dalla normativa, che si riferisce solo ai radionuclidi artificiali e alle radiazioni prodotte artificialmente e dunque alla verifica del rispetto delle ordinarie misure di corretta gestione delle sorgenti di radiazioni ionizzanti.

Se il rateo di dose gamma in aria misurato supera il livello di attenzione occorre monitorare l’evolversi della situazione, se supera il livello di allarme si può ragionevolmente supporre che sia accaduto un incidente radiologico o nucleare nelle vicinanze e si iniziano a effettuare gli approfondimenti e le valutazioni dosimetriche.

Dall’installazione ad oggi non si sono verificati aumenti anomali di dose gamma in aria.

La rete si interfaccia strettamente con i dati meteo idrografici: i sensori sono infatti installati in corrispondenza di alcune stazioni della rete meteo idrografica, ciò permette di interpretare i dati scontando l’effetto che le condizioni meteorologiche hanno sulla fluttuazione dei dati.

Le 29 centraline della rete di allerta Geiger-Mueller sul territorio della Regione Piemonte - Fonte Arpa Piemonte
Valore medio annuale di rateo di dose gamma in aria misurato dalle 29 centraline della rete di allerta Geiger
Stazione 2016 2017 2018 2019 2020 2021 2022 2023
Alessandria 101.3 103.2 102.1 103.0 103.0 99.0 90.5 94.9
Asti 125.7 130.8 129.8 129.6 129.9 133 130.9 137.2
Bardonecchia 125.1 126.7 117.1 120.6 120.7 123.3 119.6 120.9
Bergalli 93.3 94.0 93.1 92.7 93.8 93.4 92.8 97.9
Biella 161.5 163.8 166.2 168.4 168.7 138.9 138.2 138.1
Borgofranco 109.1 107.6 106.6 105.8 106.6 105.4 104.9 109.9
Bruggi 129.8 130.5 120 126.9 121 122 133.3 134.1
Casal Cermelli 58.4 58.3 58.0 58.0 59.5 67.6 65.5 63.5
Colle Barant 128 120.5 122.3 123.9 128 127.3 118.8 127.1
Colle Bercia 95.5 94.7 95.1 96.0 95.3 97.2 93.1 93.6
Colle Dell’Agnello 150.7 155.1 148.2 124.5 167.8 162.6 144.3 153.3
Crea 77.2 79.4 80.8 83.8 82.7 83.7 82.6 83.3
Cuneo 139.5 141 140.6 140.3 140.2 140.6 139.3 129.3
Diga Chiotas 134.2 130.3 128.5 133.5 132.8 136.6 138.8 140
Domodossola 153.6 152.5 142.9 142.9 142.6 141.5 142.0 142.8
Fraconalto 67.4 64.3 65.0 65.0 64.1 63.9 62.8 63.5
Isola Sant’Antonio 85.4 86.7 84.7 84.8 89.6 89.9 88.9 90.9
Lago Agnel 150.3 150.3 140.4 143.2 152.0 161.0 153.4 138.3
Nebbiuno 140.3 142.4 141.9 139.7 138.0 139.2 143.3 141
Novara 112.2 116.2 113.3 113.9 112.4 114.3 113.4 116.9
Pallanza 114.4 115.6 116.1 115.5 115.4 112.5 110.8 110.4
Passo del Moro 172.6 191.1 172.0 171.0 136.7 217.2 174.3 196.3
Piani di Carrega 110.6 114.4 111.1 112.3 109.3 110.8 110.9 109.7
Torino 102.1 104.1 102.5 102.1 102.3 102.1 101.0 99.4
Tricerro 109.4 111.5 109.4 109.9 109.3 110.8 110.7 112.7
Upega 101.8 103.8 101.6 102.3 102.8 102.4 100.0 99.8
Vercelli 116.2 116.5 100.0 100.6 101.5 101.9 101.0 100.6
Verolengo 119.7 119.8 118.0 114.1 110.4 111.0 110.0 111.5
Vinadio 133.4 132.1 128.9 131.6 130.9 130.0 131.1 129.7
Valore medio annuale di rateo di dose gamma in aria misurato dalle 29 centraline della rete di allerta Geiger-Müller, dal 2016 al 2023 in nanoSv/h - Fonte Arpa Piemonte

Infatti, la dose gamma in aria misurata dalle centraline varia nel corso della giornata e dell’anno per fenomeni naturali. 

Si può osservare un aumento quando i radionuclidi naturali normalmente presenti nel pulviscolo atmosferico precipitano al suolo insieme al pulviscolo stesso durante un fenomeno di precipitazione (es. pioggia) determinando un temporaneo aumento dei livelli di dose. 

Questo aumento però rientra nel giro di poche ore dalla fine dell’evento piovoso.

In altri casi si può osservare l’effetto della schermatura del manto nevoso sul contributo della dose gamma proveniente dal suolo, cosicché, per le centraline situate oltre i 2000 m.s.l.m. per le quali si ha uno spessore di neve consistente, in inverno si ha una diminuzione della dose gamma in aria totale. 

Esempio di aumento della dose gamma in aria in seguito a precipitazioni - Fonte Arpa Piemonte
Variazioni della dose gamma in aria dovute alla copertura nevosa del suolo in inverno, stazione Passo del Moro - Fonte Arpa Piemonte
Variazioni della dose gamma in aria dovute alla copertura nevosa del suolo in inverno, stazione Colle dell’Agnello - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

Sievert - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Sievert

Dosimetria - Wikipedia https://it.wikipedia.org/wiki/Dosimetria

Radiazioni ionizzanti, risposte per l'aria

Tema
Tipo
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Misura dei livelli di radioattività

La misura dei livelli di radioattività in aria è l’indicatore più rapido e la spia più efficace di incidenti nucleari, anche con origine molto lontana dal nostro Paese: per questo motivo questa attività riveste una particolare importanza ed è oggetto di grande attenzione da parte di Arpa Piemonte. I livelli di radioattività in aria sono tenuti sotto controllo nei seguenti modi:

  • controllo del particolato presente in atmosfera;
  • controllo delle ricadute (pioggia, neve, pulviscolo), il cosiddetto “fallout”;
  • controllo della dose gamma.

Particolato Atmosferico

Il particolato atmosferico viene campionato in continua. I filtri di raccolta delle polveri sospese vengono analizzati quotidianamente per la determinazione della concentrazione alfa e beta totale e per l'individuazione dei radionuclidi gamma emettitori. Queste misure sono un utile strumento per la rivelazione di eventi incidentali, radiologici o nucleari, avvenuti anche al di fuori del territorio italiano.

Fallout

Il controllo delle ricadute radioattive (fallout) si effettua raccogliendo tutte le ricadute atmosferiche (pioggia, neve, pulviscolo) in vasche di grandi dimensioni poste in luoghi aperti. I campioni sono misurati mensilmente per l'individuazione di radionuclidi gamma emettitori, come il cesio 137 e, semestralmente, per l'individuazione di altri radionuclidi di più difficile determinazione ma di elevato interesse ambientale e sanitario come lo stronzio 90 e gli isotopi del plutonio (Pu-238, Pu-239 e Pu-240), che sono ancora presenti in ambiente soprattutto come conseguenza dei test nucleari in atmosfera degli anni '60. Questo tipo di controllo permette di quantificare indirettamente la contaminazione superficiale dovuta a ricaduta radioattiva. È una misura estremamente sensibile in grado di rivelare concentrazioni di attività molto piccole.

Dose gamma in aria

Il controllo della dose gamma in aria viene effettuato in modo completamente automatico da rivelatori dislocati sul territorio che misurano e trasmettono con continuità i valori di radioattività totale presente in ambiente, senza distinguere tra radioattività naturale ed artificiale.

Azioni di prevenzione e risanamento

 

Mappatura delle criticità sul territorio
Informazioni e risorse aggiuntive

Rapporti sulla radioattività ambientale di Arpa Piemonte https://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/radioattivita/reti-monitoraggio/documentazione

Anno
2024

Controlli sugli impianti termici

Anno
2024

Il controllo della rispondenza degli impianti tecnici alle caratteristiche di efficienza energetica necessarie al contenimento delle emissioni e quindi al raggiungimento degli obiettivi di qualità dell’aria e di mitigazione dei cambiamenti climatici è parte integrante delle politiche ambientali.

Arpa Piemonte svolge attività di verifica ispettive e di controllo sugli impianti termici, verificandone le caratteristiche e lo stato di manutenzione e di efficienza energetica.
Le norme di riferimento sono il DPR 16/4/2013 n° 74  e la D.G.R. n. 10-3262 del 21 maggio 2021, che individua i principali criteri secondo i quali effettuare gli accertamenti documentali e le ispezioni sugli impianti. La competenza sulle attività ispettive è attribuita a Arpa Piemonte dalla legge regionale 15/2020, mentre sono attribuite alle Province e alla Città Metropolitana di Torino le competenze sulle attività di accertamento documentale.

Nel 2023 il numero degli impianti termici controllati è risultato in costante crescita con un aumento di circa il 13% rispetto all’anno precedente passando da un numero complessivo di 1604 impianti controllati nel 2022 a quello di 1806 nel 2023. 

In particolare, nel 2023 il numero di controlli, per potenza di impianto è stata così suddivisa:

  • 4 % su impianti con potenze inferiori a 100 kW;
  • 54 % su impianti con potenze tra 100 e 350 kW;
  • 42 % con potenze superiori a 350 kW.

Più dell’96 % dei controlli ha pertanto riguardato realtà complesse quali centrali termiche di condomini con numerose unità abitative.

Confrontando il numero di ispezioni effettuate negli anni 2019 - 2023 nelle diverse Province, si nota la tendenza crescente del numero di ispezioni sugli impianti termici effettuati, frutto di un importante sforzo organizzativo messo in atto dall’Agenzia e di specifiche risorse destinate dalla Regione Piemonte per rendere più efficaci i controlli su una componente che contribuisce in modo significativo all’inquinamento dell’aria.

Fonte Arpa Piemonte

La maggior parte delle sanzioni emesse a seguito dei controlli sono state motivate dal non rispetto del limite di rendimento e di concentrazione di NOx nelle emissioni.

In particolare, nel 2022 sono state comminate 478 sanzioni e nel 2023 sono state comminate 485sanzioni. 

Altre cause che hanno determinato le sanzioni sono state violazioni relative alle norme sull’efficienza energetica, quali mancata manutenzione dell’impianto o mancata installazione di sistemi di termoregolazione e contabilizzazione.

Informazioni e risorse aggiuntive


DECRETO DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA 16 aprile 2013, n. 74 Regolamento recante definizione dei criteri generali in materia di esercizio, conduzione, controllo, manutenzione e ispezione degli impianti termici per la climatizzazione invernale ed estiva degli edifici e per la preparazione dell'acqua calda per usi igienici sanitari, a norma dell'articolo 4, comma 1, lettere a) e c), del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192. https://www.normattiva.it/eli/id/2013/06/27/13G00114/CONSOLIDATED/20200610

D.G.R. 28 Settembre 2018, n. 32-7605 L.R. 3/2015, art. 39, c. 1, lettere c), g) e l). Approvazione delle nuove disposizioni in materia di catasto, accertamenti e ispezioni degli impianti termici e obblighi di comunicazione in capo ai distributori di combustibile per gli impianti termici. Revoca delle DD.G.R. del 6.10.2014 n. 13-381 e s.m.i., 25.05.2015, n. 17-1466 e 29.12.2015, n. 23-2724. http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2018/40/siste/00000003.htm

Energia, risposte per l'Aria

Tema
Tipo
Paragrafi

Le linee di intervento affidate ad Arpa Piemonte, per mitigare le pressioni ambientali dovute all'uso dell'energia sono essenzialmente di due tipo: una verifica diretta dello stato di manutenzione e dell'efficenza dei generatori di calore e un controllo sulla qualità delle attestazioni di prestazione energetica degli edifici, dunque un controllo di tipo indiretto, volto a migliorare la qualità delle prestazioni professionali. 

Anno
2024

Cambiamenti climatici e pollini: un caso studio sul Corylus avellana

Anno
2024
Monitoraggio aerobiologico in Piemonte tra dicembre 2023 e gennaio 2024: ripresa vegetativa anticipata delle Corylaceae, la conferma di un trend più che decennale

Il ciclo vitale di ogni vegetale si suddivide in fasi fenologiche successive quali il germogliamento, la fioritura, la maturazione dei frutti. La successione di queste fasi è determinata geneticamente, mentre la velocità con cui le fasi si succedono è regolata da fattori ambientali, in particolare meteorologici, come la temperatura, la piovosità, l’umidità dell’aria e la radiazione solare, oltre che da fattori edafici, che riguardano le caratteristiche del suolo.

L’anticipo di pollinazione, chiaro indicatore del cambiamento climatico, è un fenomeno caratteristico di interazione fra il ciclo biologico, in questo caso di una pianta, e le variazioni ambientali, meteorologiche in particolare. 

Le componenti che influenzano l’inizio della pollinazione sono molteplici, fra questi si possono individuare il fotoperiodo, la disponibilità idrica e la temperatura accumulata.

Variazioni quindi di determinanti ambientali dovute a cambiamenti climatici possono essere evidenziate indirettamente anche attraverso l’andamento anticipato delle concentrazioni polliniche di alcune famiglie/generi botanici.

In questo inverno, i dati raccolti dalla rete di monitoraggio pollinico piemontese hanno rilevato nel dicembre 2023 la ripresa vegetativa di alcune famiglie/generi botanici. 

In particolare, nelle stazioni di Cuneo, Novara e Omegna si è manifestata la ripresa vegetativa del Corylus avellana L. (nocciolo), il cui andamento si è poi intensificato nel gennaio 2024, come si può evidenziare dai primi due bollettini dell’anno.

Contemporaneamente, i dati delle stazioni meteorologiche di Arpa Piemonte hanno registrato eccezionali eventi di caldo il 23 dicembre 2023 (in precedenza anche l’8 ottobre), che risulta il più caldo della serie storica dal 1958. 

Le raffiche di foehn, verificatesi nei giorni antecedenti il Natale e culminate nel giorno del 23 dicembre, hanno fatto registrare un episodio di caldo anomalo; tra il 22 e il 24 dicembre 2023 le stazioni termometriche della rete Arpa Piemonte, hanno registrato il primato di temperatura massima per dicembre dal giorno della loro installazione.

Negli alberi e negli arbusti a foglie caduche, come il nocciolo, il momento di emissione del polline e di fogliazione alla fine dell'inverno e all'inizio della primavera, sono in funzione dell’accumulo di freddo per le gemme, e del loro fabbisogno di calore durante la fase di post-riposo. Il periodo di freddo è necessario per impedire l’inizio dello sviluppo in una fase precoce dell’inverno, quando è probabile che i fiori o le foglie siano danneggiate dal gelo “tardivo”.

La “dormienza” è un meccanismo di stabilità che è necessario ai semi (ed alle piante) per superare condizioni climatiche atipiche o non adatte alla normale condizione vegetativa. È evidente che una condizione di tepore o di umidità può verificarsi anche in autunno, ma molti semi e molte piante non vegetano e non germinano in tale stagione.

Fabbisogno termico della pianta per superare la dormienza - Fonte Arpa Piemonte

Il Corylus avellana, si adatta alle temperature fredde, purché non siano eccessivamente rigide, e per soddisfare il fabbisogno di freddo delle gemme a legno, necessita di circa 500 ore annue di temperature inferiori a +7°C per le infiorescenze maschili, affinché la dormienza da freddo sia disattivata. Le temperature da dicembre (dell’anno solare precedente) ad aprile, quindi, sono importanti per la fioritura e per la fogliazione del nocciolo in Piemonte.

La fioritura precoce registrata a partire da dicembre 2023, probabilmente, è stata indotta da condizioni meteorologiche estreme rispetto alle medie climatiche della latitudine regionale. 

Al fine di valutare possibili effetti dei cambiamenti climatici, Arpa Piemonte ha realizzato questo studio sul ciclo del polline delle Corylaceae, di cui il nocciolo fa parte, analizzando alcune variabili meteorologiche strettamente correlate alla fenologia della pianta. 

L’andamento pollinico del nocciolo è stato analizzato per il periodo dal 2008 al 2022 per la stazione aerobiologica di Novara e dal 2013 al 2022 per le stazioni di Cuneo ed Omegna in relazione al freddo accumulato, alla somma termica e alle temperature medie mensili da inizio novembre a fine febbraio. 

Queste tre variabili meteorologiche sono state elaborate dai dati estratti dalle 3 stazioni meteorologiche di Omegna Lago d’Orta (VCO), Cameri (NO) e Cascina Vecchia (CN) rappresentative delle rispettive stazioni di monitoraggio aerobiologico.

Cuneo: inizio della stagione pollinica - Fonte Arpa Piemonte
Numero di ore con temperatura inferiore a 7°C (Metodo Weinberger) accumulate nel periodo 1° novembre – 28 febbraio Stazione di Cascina Vecchia (CN) (serie dal 2012-2013 / 2022–2023) - Fonte Arpa Piemonte
Somma termica giornaliera cumulata, con soglia 0°C dal 1dicembre all’inizio della stagione pollinica del Corylus per le 3 stazioni di monitoraggio - Fonte Arpa Piemonte

Per ogni stazione sono state scelte due date rispettivamente di pollinazione precoce e tardiva, da mettere in relazione con le variabili meteorologiche.

Dall’esame dei risultati delle serie storiche (di concentrazioni polliniche e di temperature) nei tre punti rilevati, si osserva che le temperature medie mensili elevate tra dicembre e febbraio, corrispondenti quindi ad un inverno mite, influenzano la pollinazione, favorendone un anticipo. 

Gli stessi risultati mostrano che gli inverni più freddi, con un accumulo maggiore di ore di freddo e temperature medie mensili più basse, inducono una pollinazione tardiva. Lo studio risulta in accordo con i dati della letteratura che descrivono un anticipo di inizio della stagione pollinica di circa 5-10 giorni/decennio per molti taxa allergenici, collegandolo a inverni più caldi e primavere anticipate.

Freddo cumulato e somma termica al momento della pollinazione – Cuneo
Freddo cumulato dal primo Novembre Somma termica dal primo Dicembre Inizio stagione pollinica Anno
1620 31-gen 2023
864 149 01-gen 2022
1596 134 29-gen 2021
972 180 04-gen 2020
1068 193 13-gen 2019
1140 110 16-gen 2018
1536 156 06-feb 2017
1236 232 29-gen 2016
972 210 12-gen 2015
1224 194 20-gen 2014
1452 177 04-feb 2013
Freddo cumulato e somma termica al momento della pollinazione – Cuneo - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

Cambiamenti climatici e pollini: un caso studio sul Corylus avellana https://www.arpa.piemonte.it/arpa-comunica/file-notizie/2024/cambiamenticlimaticiepollinediCorylus.pdf

Rete di monitoraggio dei pollini

Anno
2024

Dal 2002 Arpa Piemonte ha attivato una Rete di Monitoraggio dei pollini allergenici e delle spore fungine a livello regionale, in collaborazione con l’Università di Torino, con 5 stazioni, di cui 4 collocate in aeree urbane densamente popolate, dove l’incidenza delle allergie è in costante aumento, e una (Omegna-Lago Maggiore) situata in un’area di particolare interesse per le caratteristiche climatiche e vegetative. 

Nel corso del 2022 è stato installato un nuovo campionatore per l’area di Torino.

Segnaposto mappa rete pollini

Per valutare la quantità e la qualità dei pollini aerodispersi il monitoraggio è effettuato in continuo durante tutto l’anno solare, attraverso strumenti di campionamento specifici e produce un bollettino settimanale dei pollini allergenici, che viene pubblicato e messo a disposizione degli allergologi e dei pazienti allergici, consultabile sul sito istituzionale e diffuso attraverso molteplici canali mediatici. 

Il monitoraggio aerobiologico permette di evidenziare le variazioni stagionali del contenuto atmosferico dei pollini e di elaborare calendari per la zona oggetto del campionamento. Dal 2013 sono anche disponibili i calendari pollinici, che illustrano l’andamento annuale “stimato” delle concentrazioni per le diverse famiglie polliniche. 

I bollettini e i calendari forniscono i livelli di concentrazione pollinica, dando indicazioni sui tempi di permanenza in atmosfera dei pollini. I bollettini settimanali sintetizzano le concentrazioni giornaliere di famiglie e specie allergizzanti e danno un’indicazione della tendenza del numero di pollini nella settimana successiva in relazione anche alle previsioni meteorologiche. 

I calendari pollinici consentono di evidenziare le variazioni stagionali del tipo e della quantità dei pollini presenti in atmosfera, mettono in evidenza i periodi di fioritura delle piante allergeniche che variano a seconda della famiglia pollinica presa in esame e in parte anche dalle condizioni climatiche. 

Il dato sulla durata della pollinazione di ogni pianta e sulla quantità di pollini presenti in atmosfera assume quindi una valenza, oltre che sanitaria, ambientale.