Esposti relativi a rumore

Capitolo
Rumore, impatti
Anno
2024

Una informazione che possa dare conto dell’impatto percepito dalla popolazione per il rumore ambientale, quale che ne sia la fonte, sono gli esposti e le segnalazioni ricevute dagli enti preposti al controllo. 

Il numero complessivo di esposti pervenuti ad Arpa Piemonte nel 2023 è stato pari a 369, valore coerente con quelli relativi ai due anni precedenti (2021-2022).

Circa metà delle segnalazioni pervenute (194) riguarda il territorio della provincia di Torino, senza considerare gli esposti relativi ai locali pubblici e agli esercizi commerciali nel comune capoluogo, gestiti direttamente dalla Polizia Municipale a seguito di un protocollo di intesa Città di Torino – Arpa. 

Le principali cause di richiesta di intervento sono le attività commerciali, inclusi i locali pubblici, e quelle produttive.

Numero di esposti relativi a rumore pervenuti a tutti i dipartimenti di Arpa Piemonte dal 2004 al 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Numero di esposti relativi a rumore pervenuti ai dipartimenti territoriali di Arpa Piemonte, anno 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Numero di esposti relativi a rumore pervenuti ad Arpa Piemonte suddivisi per fonte, anno 2023 - Fonte Arpa Piemonte

Pianificazione comunale - aggiornamento del quadro del dissesto e applicazione dei provvedimenti cautelari

Al fine di poter disciplinare le azioni riguardanti la difesa idrogeologica del territorio, la Regione Piemonte deve poter disporre di una conoscenza aggiornata delle situazioni di dissesto.
Uno strumento utile al raggiungimento di tale scopo è rappresentato dagli strumenti urbanistici comunali, che contengono gli studi geologici relativi al quadro del dissesto redatti alla scala locale e che forniscono indicazioni circa la pericolosità geologica e la relativa idoneità all’utilizzo urbanistico del territorio.

Il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), approvato nel 2001, obbliga i comuni ad effettuare, attraverso la revisione dei propri strumenti urbanistici, la verifica delle effettive situazioni di dissesto e di rischio idraulico ed idrogeologico presenti sul territorio rispetto a quelle individuate dal Piano. A più di 20 anni dall’entrata in vigore del PAI, buona parte dei comuni piemontesi (943) ha adeguato il proprio strumento urbanistico al PAI, alcuni di essi hanno le procedure di adeguamento in corso (175), mentre altri (62) non hanno ancora proceduto alle necessarie verifiche.

Figura 1. Stato di adeguamento al PAI nei Comuni piemontesi
Figura 2. Numero di comuni adeguati al PAI, suddivisi per provincia
Figura 2. Numero di comuni adeguati al PAI, suddivisi per provincia

Per colmare la mancanza di informazioni derivanti da un quadro del dissesto non completo, la Regione Piemonte ha provveduto ad elaborare specifici criteri, approvati con la DGR n. 25-7286 del 30 luglio 2018 “Disposizioni regionali riguardanti l'attuazione del Piano di Gestione Rischio Alluvioni (PGRA) nel settore urbanistico, le attività per i comuni non ancora adeguati al PAI e l'aggiornamento del quadro del dissesto a seguito di eventi calamitosi”,  sulla base dei quali avviare la predisposizione delle carte del dissesto dei comuni che non si sono ancora adeguati al PAI, propedeutiche alla redazione delle necessarie varianti agli strumenti urbanistici.

A partire dal 2020, sono state predisposte le cartografie del dissesto riguardanti:

  • 54 comuni totalmente inadempienti rispetto alle disposizioni stabilite per l’adeguamento dei rispettivi strumenti urbanistici al PAI;
  • 41 comuni che risultano disporre di studi geologici e idraulici condivisi da un apposito tavolo tecnico regionale, idonei a predisporre le necessarie Varianti, ma che non hanno ancora avviato le procedure per la loro adozione.

È in corso di predisposizione la cartografia dei restanti comuni che non risultano ancora adeguati al PAI.

La DGR n. 25-7286 stabilisce che la definizione del quadro del dissesto individuato debba avere una ricaduta sulle disposizioni urbanistico-edilizie dei comuni inadempienti attraverso l'aggiornamento dell'Elaborato 2 del PAI (quadro dei dissesti), così da rendere inderogabili i vincoli derivanti dall'applicazione dell'art. 9 delle Norme di Attuazione (NA) dello stesso PAI.
Fino all'aggiornamento dell'Elaborato 2 del PAI o all’adozione della variante di adeguamento al PAI del Piano Regolatore Generale (PRG), alle stesse aree vengono applicati determinati provvedimenti cautelari, che prevedono limitazioni all’uso del territorio (art. 9 bis della legge urbanistica regionale n. 56/1977).

Per i comuni non ancora adeguatisi, per le aree in dissesto individuate dal Piano per l'Assetto Idrogeologico e per quelle individuate nelle mappe di pericolosità del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni, valgono comunque le disposizioni dell’art. 9 delle NA.

Contestualmente all’applicazione dei provvedimenti cautelari, si è avviato il percorso di aggiornamento dell’Elaborato 2 del PAI, secondo le procedure definite dal D.lgs n. 152/2006, al fine di aggiornare la cartografia sulla scorta delle perimetrazioni dei dissesti oggetto dei provvedimenti cautelari, integrate con le perimetrazioni dei processi e degli effetti degli ultimi eventi alluvionali.

L’Autorità di Bacino distrettuale del Fiume Po ha adottato il "Progetto di aggiornamento dell'elaborato n. 2 del PAI-Po e delle mappe del PGRA del Distretto idrografico del Fiume Po" e provveduto alla sua pubblicazione per le osservazioni.

Successivamente alla sua approvazione, il quadro del dissesto aggiornato entrerà definitivamente in vigore fino ad eventuali successivi adeguamenti.

Processo di acquisizione ed elaborazione dati, finalizzato alla digitalizzazione delle cartografie di sintesi dell’idoneità geologica all’utilizzo urbanistico dei piani regolatori comunali, anche a supporto del progetto "Scheda del territorio"

Durante il 2023 è proseguito il lavoro iniziato nel 2022, che prevede la raccolta dei dati (reperimento della cartografia tematica vigente e redazione della specifica scheda di trasposizione) e successiva vettorializzazione del dato con accodamento su server accessibile dai soggetti interessati, attraverso il sito Geoportale Piemonte ed il servizio online Scheda del territorio.

Al momento si ha la disponibilità di 586 carte di sintesi di cui 209 sono quelle che sono state realizzate ‘ex novo’ durante l’anno. Attualmente 72 carte sono in attesa di verifica, 294 sono state inviate sono in attesa di essere digitalizzate. I Comuni che risultano non idonei alla trasposizione, non avendo iniziato o portato a termine la procedura di adeguamento al PAI, si sono ridotti da 241 a 228. Si prevede che dei 1180 Comuni della Regione 952 potranno essere inseriti nel database vettoriale pubblicato.

Anno
2024
Paragrafi

Al fine di poter disciplinare le azioni riguardanti la difesa idrogeologica del territorio, la Regione Piemonte deve poter disporre di una conoscenza aggiornata delle situazioni di dissesto.
Uno strumento utile al raggiungimento di tale scopo è rappresentato dagli strumenti urbanistici comunali, che contengono gli studi geologici relativi al quadro del dissesto redatti alla scala locale e che forniscono indicazioni circa la pericolosità geologica e la relativa idoneità all’utilizzo urbanistico del territorio.

Il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), approvato nel 2001, obbliga i comuni ad effettuare, attraverso la revisione dei propri strumenti urbanistici, la verifica delle effettive situazioni di dissesto e di rischio idraulico ed idrogeologico presenti sul territorio rispetto a quelle individuate dal Piano. A più di 20 anni dall’entrata in vigore del PAI, buona parte dei comuni piemontesi (943) ha adeguato il proprio strumento urbanistico al PAI, alcuni di essi hanno le procedure di adeguamento in corso (175), mentre altri (62) non hanno ancora proceduto alle necessarie verifiche.

Figura 1. Stato di adeguamento al PAI nei Comuni piemontesi
Figura 2. Numero di comuni adeguati al PAI, suddivisi per provincia
Figura 2. Numero di comuni adeguati al PAI, suddivisi per provincia

Per colmare la mancanza di informazioni derivanti da un quadro del dissesto non completo, la Regione Piemonte ha provveduto ad elaborare specifici criteri, approvati con la DGR n. 25-7286 del 30 luglio 2018 “Disposizioni regionali riguardanti l'attuazione del Piano di Gestione Rischio Alluvioni (PGRA) nel settore urbanistico, le attività per i comuni non ancora adeguati al PAI e l'aggiornamento del quadro del dissesto a seguito di eventi calamitosi”,  sulla base dei quali avviare la predisposizione delle carte del dissesto dei comuni che non si sono ancora adeguati al PAI, propedeutiche alla redazione delle necessarie varianti agli strumenti urbanistici.

A partire dal 2020, sono state predisposte le cartografie del dissesto riguardanti:

  • 54 comuni totalmente inadempienti rispetto alle disposizioni stabilite per l’adeguamento dei rispettivi strumenti urbanistici al PAI;
  • 41 comuni che risultano disporre di studi geologici e idraulici condivisi da un apposito tavolo tecnico regionale, idonei a predisporre le necessarie Varianti, ma che non hanno ancora avviato le procedure per la loro adozione.

È in corso di predisposizione la cartografia dei restanti comuni che non risultano ancora adeguati al PAI.

La DGR n. 25-7286 stabilisce che la definizione del quadro del dissesto individuato debba avere una ricaduta sulle disposizioni urbanistico-edilizie dei comuni inadempienti attraverso l'aggiornamento dell'Elaborato 2 del PAI (quadro dei dissesti), così da rendere inderogabili i vincoli derivanti dall'applicazione dell'art. 9 delle Norme di Attuazione (NA) dello stesso PAI.
Fino all'aggiornamento dell'Elaborato 2 del PAI o all’adozione della variante di adeguamento al PAI del Piano Regolatore Generale (PRG), alle stesse aree vengono applicati determinati provvedimenti cautelari, che prevedono limitazioni all’uso del territorio (art. 9 bis della legge urbanistica regionale n. 56/1977).

Per i comuni non ancora adeguatisi, per le aree in dissesto individuate dal Piano per l'Assetto Idrogeologico e per quelle individuate nelle mappe di pericolosità del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni, valgono comunque le disposizioni dell’art. 9 delle NA.

Contestualmente all’applicazione dei provvedimenti cautelari, si è avviato il percorso di aggiornamento dell’Elaborato 2 del PAI, secondo le procedure definite dal D.lgs n. 152/2006, al fine di aggiornare la cartografia sulla scorta delle perimetrazioni dei dissesti oggetto dei provvedimenti cautelari, integrate con le perimetrazioni dei processi e degli effetti degli ultimi eventi alluvionali.

L’Autorità di Bacino distrettuale del Fiume Po ha adottato il "Progetto di aggiornamento dell'elaborato n. 2 del PAI-Po e delle mappe del PGRA del Distretto idrografico del Fiume Po" e provveduto alla sua pubblicazione per le osservazioni.

Successivamente alla sua approvazione, il quadro del dissesto aggiornato entrerà definitivamente in vigore fino ad eventuali successivi adeguamenti.

Processo di acquisizione ed elaborazione dati, finalizzato alla digitalizzazione delle cartografie di sintesi dell’idoneità geologica all’utilizzo urbanistico dei piani regolatori comunali, anche a supporto del progetto "Scheda del territorio"

Durante il 2023 è proseguito il lavoro iniziato nel 2022, che prevede la raccolta dei dati (reperimento della cartografia tematica vigente e redazione della specifica scheda di trasposizione) e successiva vettorializzazione del dato con accodamento su server accessibile dai soggetti interessati, attraverso il sito Geoportale Piemonte ed il servizio online Scheda del territorio.

Al momento si ha la disponibilità di 586 carte di sintesi di cui 209 sono quelle che sono state realizzate ‘ex novo’ durante l’anno. Attualmente 72 carte sono in attesa di verifica, 294 sono state inviate sono in attesa di essere digitalizzate. I Comuni che risultano non idonei alla trasposizione, non avendo iniziato o portato a termine la procedura di adeguamento al PAI, si sono ridotti da 241 a 228. Si prevede che dei 1180 Comuni della Regione 952 potranno essere inseriti nel database vettoriale pubblicato.

Anno
2024

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Anno
2024

Il PNRR - in Italia - illustra gli investimenti e le riforme che il Paese intende mettere in campo con il sostegno del Dispositivo di Ripresa e Resilienza, strutturati in un pacchetto completo e coerente di misure che si sviluppa intorno a tre assi strategici - digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale - e si declina in sei Missioni:

  • Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
  • Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica;
  • Missione 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  • Missione 4 – Istruzione e ricerca;
  • Missione 5 – Coesione e inclusione;
  • Missione 6 – Salute.

Le sei Missioni condividono tre Priorità trasversali: il contrasto alle discriminazioni di genere, l’accrescimento delle competenze, delle capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani ed il riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Mezzogiorno. Ogni Missione si articola ulteriormente in Componenti, ciascuna delle quali aggrega riforme ed investimenti riconducibili al medesimo settore d’intervento, costituendo un pacchetto coerente di misure complementari.

L’Italia si colloca tra gli Stati membri che più beneficeranno del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, con un finanziamento di 191,5 miliardi di euro, tra sovvenzioni e prestiti.

Regione Piemonte esercita diretta competenza su centinaia di progetti come soggetto attuatore o con ruolo di coordinamento e verifica in sede di rendicontazione dei progetti.

Sul web è disponibile un    portale aggiornato dedicato allo stato di avanzamento del PNRR in Piemonte.

PNRR - Tutela del territorio e della risorsa idrica

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha destinato, alla Componente 4 della Missione 2 – Tutela del territorio e della risorsa idrica, un ammontare complessivo di 15,06 miliardi di euro. In particolare, sono stati assegnati all’Investimento 2.1 – Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico un totale di 2,49 miliardi di euro con l’obiettivo di portare in sicurezza 1,5 milioni di persone a rischio. L’investimento 2.1 riguarda misure a favore delle aree colpite da calamità, a cui sono destinati 1,2 miliardi di euro per il ripristino delle infrastrutture danneggiate e per la riduzione del rischio residuo, con interventi selezionati sulla base di piani di investimento elaborati a livello locale e successivamente approvati dal Dipartimento della Protezione Civile entro la fine del 2021.

La Regione Piemonte ha proposto 22 “macro-interventi” attingendo dai quadri dei fabbisogni relativi agli eventi alluvionali nei quali i Settori tecnici territoriali hanno individuato la massima priorità. Gli interventi selezionati si riferiscono nello specifico ai seguenti eventi alluvionali:
   • eventi meteorologici del 19-22 ottobre 2019 – DCM del 14 novembre 2019 e eventi meteorologici del 21-25 novembre 2019 – DCM del 2 dicembre 2019;
   • eventi meteorologici del 2-3 ottobre 2020 – DCM del 22 ottobre 2020.

I macro-interventi relativi ad entrambi gli eventi alluvionali sono stati concepiti per comprendere:

  • a) interventi volti al ripristino della funzionalità delle infrastrutture e degli impianti delle condutture idriche e fognarie, delle comunicazioni, dei trasporti nell'ottica della riduzione del consumo di suolo e nel rispetto della sostenibilità ambientale;
  • b) interventi di contrasto dei cambiamenti climatici lungo le aste dei corsi d’acqua principali e loro affluenti, di mitigazione dei rischi di allagamento, di effetti della dinamica fluvio-torrentizia e dell'erosione dei suoli.

I macro-interventi della categoria a) riguardano le frane che hanno coinvolto la viabilità e le fognature e sono stati ripartiti su aree territoriali provinciali, mentre quelli della categoria b),  che riguardano invece le opere lungo i corsi d’acqua, sono stati ripartiti su bacini idrografici.

Il Dipartimento della Protezione Civile ha approvato l’elenco dettagliato dei nuovi progetti del Piemonte per un importo complessivo pari a € 59.308.773,06.

 

Nel corso del 2023 la Regione Piemonte ha curato:

  1. l'attivazione di un servizio di assistenza in favore dei Soggetti Attuatori (Comuni, Province e AIPo) per la compilazione delle check-list (v. Modulistica) (c'è link), atte a verificare per ogni fase di avanzamento del progetto diversi aspetti legati alla regolarità della spesa, all'assenza di doppi finanziamenti o di conflitto di interessi, alla parità di genere, ai target e milestone del progetto e al rispetto del principio del DNSH (Do No Significant Harm), ovvero del “non arrecare un danno significativo” all’ambiente;
     
  2. l'approvazione delle modalità di rendicontazione e la redazione di indicazioni operative per il rispetto del principio del DNSH diffuso capillarmente a tutti i soggetti attuatori e ai professionisti incaricati per la redazione dei progetti.

    In materia DNSH, i temi attenzionati sono: la valutazione del rischio alluvioni attraverso le pianificazioni territoriali esistenti; il rispetto del principio dell'economia circolare con l'applicazione delle 5 R "ridurre, riutilizzare, riciclare, recuperare, rigenerare" i materiali presenti in cantiere;  la protezione e il ripristino della biodiversità attraverso lo studio biologico e naturalistico dell'impatto delle opere sulle specie protette ove presenti. Per gli interventi che prevedono scavi, è stato affrontato il tema delle terre e rocce da scavo con la loro caratterizzazione e il possibile riutilizzo per il cantiere medesimo o per altri cantieri. Ai progettisti è stato richiesto di prestare particolare attenzione alla cantierizzazione dell'opera limitando l'utilizzo di acqua e pensando al suo riutilizzo nelle lavorazioni di cantiere e ai mezzi d'opera. Inoltre, i progetti di maggior impatto economico situati lungo i corsi d'acqua sono stati soggetti a verifica di VIA, al fine di indagare eventuali effetti negativi sull'ecosistema.
Anno
2024
Paragrafi

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) ha destinato, alla Componente 4 della Missione 2 – Tutela del territorio e della risorsa idrica, un ammontare complessivo di 15,06 miliardi di euro. In particolare, sono stati assegnati all’Investimento 2.1 – Misure per la gestione del rischio di alluvione e per la riduzione del rischio idrogeologico un totale di 2,49 miliardi di euro con l’obiettivo di portare in sicurezza 1,5 milioni di persone a rischio. L’investimento 2.1 riguarda misure a favore delle aree colpite da calamità, a cui sono destinati 1,2 miliardi di euro per il ripristino delle infrastrutture danneggiate e per la riduzione del rischio residuo, con interventi selezionati sulla base di piani di investimento elaborati a livello locale e successivamente approvati dal Dipartimento della Protezione Civile entro la fine del 2021.

La Regione Piemonte ha proposto 22 “macro-interventi” attingendo dai quadri dei fabbisogni relativi agli eventi alluvionali nei quali i Settori tecnici territoriali hanno individuato la massima priorità. Gli interventi selezionati si riferiscono nello specifico ai seguenti eventi alluvionali:
   • eventi meteorologici del 19-22 ottobre 2019 – DCM del 14 novembre 2019 e eventi meteorologici del 21-25 novembre 2019 – DCM del 2 dicembre 2019;
   • eventi meteorologici del 2-3 ottobre 2020 – DCM del 22 ottobre 2020.

I macro-interventi relativi ad entrambi gli eventi alluvionali sono stati concepiti per comprendere:

  • a) interventi volti al ripristino della funzionalità delle infrastrutture e degli impianti delle condutture idriche e fognarie, delle comunicazioni, dei trasporti nell'ottica della riduzione del consumo di suolo e nel rispetto della sostenibilità ambientale;
  • b) interventi di contrasto dei cambiamenti climatici lungo le aste dei corsi d’acqua principali e loro affluenti, di mitigazione dei rischi di allagamento, di effetti della dinamica fluvio-torrentizia e dell'erosione dei suoli.

I macro-interventi della categoria a) riguardano le frane che hanno coinvolto la viabilità e le fognature e sono stati ripartiti su aree territoriali provinciali, mentre quelli della categoria b),  che riguardano invece le opere lungo i corsi d’acqua, sono stati ripartiti su bacini idrografici.

Il Dipartimento della Protezione Civile ha approvato l’elenco dettagliato dei nuovi progetti del Piemonte per un importo complessivo pari a € 59.308.773,06.

 

Nel corso del 2023 la Regione Piemonte ha curato:

  1. l'attivazione di un servizio di assistenza in favore dei Soggetti Attuatori (Comuni, Province e AIPo) per la compilazione delle check-list (v. Modulistica) (c'è link), atte a verificare per ogni fase di avanzamento del progetto diversi aspetti legati alla regolarità della spesa, all'assenza di doppi finanziamenti o di conflitto di interessi, alla parità di genere, ai target e milestone del progetto e al rispetto del principio del DNSH (Do No Significant Harm), ovvero del “non arrecare un danno significativo” all’ambiente;
     
  2. l'approvazione delle modalità di rendicontazione e la redazione di indicazioni operative per il rispetto del principio del DNSH diffuso capillarmente a tutti i soggetti attuatori e ai professionisti incaricati per la redazione dei progetti.

    In materia DNSH, i temi attenzionati sono: la valutazione del rischio alluvioni attraverso le pianificazioni territoriali esistenti; il rispetto del principio dell'economia circolare con l'applicazione delle 5 R "ridurre, riutilizzare, riciclare, recuperare, rigenerare" i materiali presenti in cantiere;  la protezione e il ripristino della biodiversità attraverso lo studio biologico e naturalistico dell'impatto delle opere sulle specie protette ove presenti. Per gli interventi che prevedono scavi, è stato affrontato il tema delle terre e rocce da scavo con la loro caratterizzazione e il possibile riutilizzo per il cantiere medesimo o per altri cantieri. Ai progettisti è stato richiesto di prestare particolare attenzione alla cantierizzazione dell'opera limitando l'utilizzo di acqua e pensando al suo riutilizzo nelle lavorazioni di cantiere e ai mezzi d'opera. Inoltre, i progetti di maggior impatto economico situati lungo i corsi d'acqua sono stati soggetti a verifica di VIA, al fine di indagare eventuali effetti negativi sull'ecosistema.
Anno
2024

Pronto intervento e fondi alluvionali

La Regione Piemonte, al verificarsi di un evento calamitoso, a seconda della gravità e dell'estensione del territorio coinvolto, può:

Per far fronte alle richieste di pronto intervento e ripristino formulate dagli Enti locali, i Settori Tecnici regionali si mobilitano accertando i danni tramite appositi sopralluoghi, verificandone la rispondenza con i disposti di legge, valutandone l'entità del rischio associato e quantificando l'impegno economico necessario per intervenire sul territorio.

I dati raccolti vengono caricati nel Sistema Informativo di Gestione Emergenze e Territorio (EMETER), un sistema WebGis che favorisce lo scambio di informazioni e migliora il coordinamento tra le istituzioni locali deputate alla salvaguardia e alla tutela del territorio. Questo strumento consente di raccogliere, aggiornare e gestire in modo integrato le informazioni relative alla componente alfanumerica e cartografica dei danni censiti. Il funzionario incaricato del censimento georiferisce il danno, lo associa all'evento calamitoso  (pioggia, grandine, movimento franoso, etc.), lo descrive (secondo le categorie di danno previste dalla nomenclatura "FloodCat"), indica la tipologia e la quantificazione economica dell’intervento ed individua il rischio associato (basso, medio e alto).

Per ogni danno è possibile associare più categorie di intervento: somma urgenza, urgente, definitivo.

Negli ultimi anni il censimento dei danni con EMETER è stato esteso anche alle Amministrazioni provinciali e ad AiPO (Agenzia interregionale per il fiume Po), con specifiche istruzioni per la compilazione dei campi.
Tutte le informazioni e i documenti contenuti in EMETER, compresi eventuali allegati fotografici e ordinanze di somma urgenza, possono essere scaricate attraverso la selezione dei dati con filtri di natura territoriale o temporale.
 

La legge regionale n. 38/1978

Gli interventi finanziabili con la LR 38/78 normalmente si riferiscono a danni puntuali.

Gli interventi vengono tipizzati secondo 3 categorie:

  • interventi di somma urgenza, realizzati entro poco tempo dall'accadimento dell'evento calamitoso;
  • interventi urgenti, di ripristino delle condizioni ex ante e di riduzione del rischio residuo;
  • interventi definitivi, di completamento degli interventi di ripristino.

Gli interventi sono inoltre classificati in base alla tipologia e seguono il seguente criterio di priorità:

  1. puntellamenti, demolizioni e sgomberi ed altri interventi a tutela della pubblica incolumità;
  2. ripristino delle strade comunali, provinciali e vicinali di uso pubblico, essenziali al collegamento degli abitanti ed al funzionamento di importanti attività produttive;
  3. ripristino di acquedotti pubblici, di fognature e di altre opere igieniche nonché interventi atti a prevenire incombenti situazioni di pericolo;
  4. lavori indispensabili ad assicurare la funzionalità delle opere idrauliche di competenza regionale, ove il mancato intervento pregiudichi la pubblica incolumità o la sicurezza di opere pubbliche;
  5. ripristino di edifici, opere ed impianti pubblici rientranti nella competenza regionale, ove ciò sia necessario per la salvaguardia della pubblica incolumità e per garantire la funzionalità dei servizi civili essenziali;
  6. costruzione, installazione e reperimento di ricoveri temporanei per le persone rimaste senza tetto a causa delle calamità;
  7. ripristino dell’agibilità essenziale dei porti lacuali;
  8. indagini, studi e progettazione preliminare inerenti agli interventi a tutela della pubblica incolumità.
     
Richiesta di Stato d'Emergenza - D.Lgs 1/2018

Al verificarsi di un evento alluvionale di particolare rilevanza e intensità, che coinvolga significativamente il territorio arrecando danno al patrimonio pubblico, privato, produttivo e agricolo, il Presidente della Regione può inoltrare al Presidente del Consiglio una richiesta per la dichiarazione dello stato di emergenza, supportata da un "rapporto di evento", redatto dai tecnici regionali con il supporto di Arpa Piemonte e di altri soggetti esterni (Province, AiPO, ANAS, CNR).

Il rapporto è destinato a documentare, in tempi rapidi, l’accaduto, delimitando il territorio coinvolto e fornendo una stima dell'entità dei danni e delle relative risorse finanziarie necessarie per i ripristini; non rappresenta sistematicamente tutte le situazioni di dissesto né riporta cartografie di dettaglio.

Sulla base dell’istruttoria e della relazione del Dipartimento della Protezione Civile che tiene conto delle risultanze dei sopralluoghi e del rapporto di evento, il Presidente del Consiglio può quindi dichiarare lo stato di emergenza, stabilendo un primo stanziamento delle risorse economiche e la durata.

Il Capo della Protezione Civile, previa intesa con la Regione, emana un’ordinanza con la quale nomina il Commissario delegato e fornisce le indicazioni operative per l’attuazione delle azioni e degli interventi necessari per il superamento dell’emergenza.

A fronte del censimento dei danni e della proposta degli interventi (tipologia e quantificazione economica) effettuati tramite EMETER, la Regione redige il quadro del fabbisogno, secondo i quattro ordini di urgenza:

  • spese per soccorso e assistenza alla popolazione;
  • interventi di somma urgenza: ripristino della funzionalità di servizi pubblici e infrastrutture di rete strategiche;
  • prime misure economiche di immediato sostegno ai privati e alle attività economiche e produttive;
  • interventi di riduzione del rischio residuo;
  • ripristino di strutture ed infrastrutture pubbliche e private.

Sulla base delle indicazioni del Dipartimento della Protezione Civile il piano degli interventi viene redatto anche per stralci e approvato con ordinanze commissariali.
 

 

Eventi alluvionali in Piemonte - 2023

Nel corso del 2023 si sono registrati i seguenti eventi:

  • Evento grandinigeno del 6 luglio 2023
    Sono stati finanziati gli interventi di somma urgenza per far fronte ai danni provocati agli edifici pubblici e il conferimento in discarica di diverso materiale danneggiato, rimosso dalle coperture. Con OCDPC n. 1019 del 5/11/2023, sono state individuate le aree di stoccaggio per le tegole rotte e rimosse dalle coperture, per il conferimento in discarica in modo separato.
     
  • Colata detritica a Bardonecchia (TO) del 13 agosto 2023 
    Sono stati finanziati l’autonoma sistemazione degli sfollati e l'assistenza alla popolazione, gli interventi di rimozione e stoccaggio dei detriti prodotti dalla colata e i primi interventi di messa in sicurezza dell’asta del Rochemolles, del Frejus/Merdovine e della Dora di Melezet. Con  OCDPC n. 1038 del 9/11/2023, sono stati affrontati il tema del trattamento dei rifiuti e la programmazione di opere di mitigazione del rischio da colata detritica. Per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti, una parte del materiale è stato acquisito da ditte private per il riutilizzo, una parte è stato portato in discarica e una parte è stato collocato su aree di deposito individuate dall'Amministrazione comunale. I rifiuti ingombranti, quali i veicoli demoliti, i mobili, le attrezzature, gli elettrodomestici irrecuperabili delle cantine, sono stati dapprima depositati e poi trasportati in discarica come rifiuti speciali.

Per entrambi gli eventi, la Regione ha contribuito al parziale ristoro dei danni alle vetture danneggiate o demolite.

Anno
2024
Paragrafi

La Regione Piemonte, al verificarsi di un evento calamitoso, a seconda della gravità e dell'estensione del territorio coinvolto, può:

Per far fronte alle richieste di pronto intervento e ripristino formulate dagli Enti locali, i Settori Tecnici regionali si mobilitano accertando i danni tramite appositi sopralluoghi, verificandone la rispondenza con i disposti di legge, valutandone l'entità del rischio associato e quantificando l'impegno economico necessario per intervenire sul territorio.

I dati raccolti vengono caricati nel Sistema Informativo di Gestione Emergenze e Territorio (EMETER), un sistema WebGis che favorisce lo scambio di informazioni e migliora il coordinamento tra le istituzioni locali deputate alla salvaguardia e alla tutela del territorio. Questo strumento consente di raccogliere, aggiornare e gestire in modo integrato le informazioni relative alla componente alfanumerica e cartografica dei danni censiti. Il funzionario incaricato del censimento georiferisce il danno, lo associa all'evento calamitoso  (pioggia, grandine, movimento franoso, etc.), lo descrive (secondo le categorie di danno previste dalla nomenclatura "FloodCat"), indica la tipologia e la quantificazione economica dell’intervento ed individua il rischio associato (basso, medio e alto).

Per ogni danno è possibile associare più categorie di intervento: somma urgenza, urgente, definitivo.

Negli ultimi anni il censimento dei danni con EMETER è stato esteso anche alle Amministrazioni provinciali e ad AiPO (Agenzia interregionale per il fiume Po), con specifiche istruzioni per la compilazione dei campi.
Tutte le informazioni e i documenti contenuti in EMETER, compresi eventuali allegati fotografici e ordinanze di somma urgenza, possono essere scaricate attraverso la selezione dei dati con filtri di natura territoriale o temporale.
 

La legge regionale n. 38/1978

Gli interventi finanziabili con la LR 38/78 normalmente si riferiscono a danni puntuali.

Gli interventi vengono tipizzati secondo 3 categorie:

  • interventi di somma urgenza, realizzati entro poco tempo dall'accadimento dell'evento calamitoso;
  • interventi urgenti, di ripristino delle condizioni ex ante e di riduzione del rischio residuo;
  • interventi definitivi, di completamento degli interventi di ripristino.

Gli interventi sono inoltre classificati in base alla tipologia e seguono il seguente criterio di priorità:

  1. puntellamenti, demolizioni e sgomberi ed altri interventi a tutela della pubblica incolumità;
  2. ripristino delle strade comunali, provinciali e vicinali di uso pubblico, essenziali al collegamento degli abitanti ed al funzionamento di importanti attività produttive;
  3. ripristino di acquedotti pubblici, di fognature e di altre opere igieniche nonché interventi atti a prevenire incombenti situazioni di pericolo;
  4. lavori indispensabili ad assicurare la funzionalità delle opere idrauliche di competenza regionale, ove il mancato intervento pregiudichi la pubblica incolumità o la sicurezza di opere pubbliche;
  5. ripristino di edifici, opere ed impianti pubblici rientranti nella competenza regionale, ove ciò sia necessario per la salvaguardia della pubblica incolumità e per garantire la funzionalità dei servizi civili essenziali;
  6. costruzione, installazione e reperimento di ricoveri temporanei per le persone rimaste senza tetto a causa delle calamità;
  7. ripristino dell’agibilità essenziale dei porti lacuali;
  8. indagini, studi e progettazione preliminare inerenti agli interventi a tutela della pubblica incolumità.
     
Richiesta di Stato d'Emergenza - D.Lgs 1/2018

Al verificarsi di un evento alluvionale di particolare rilevanza e intensità, che coinvolga significativamente il territorio arrecando danno al patrimonio pubblico, privato, produttivo e agricolo, il Presidente della Regione può inoltrare al Presidente del Consiglio una richiesta per la dichiarazione dello stato di emergenza, supportata da un "rapporto di evento", redatto dai tecnici regionali con il supporto di Arpa Piemonte e di altri soggetti esterni (Province, AiPO, ANAS, CNR).

Il rapporto è destinato a documentare, in tempi rapidi, l’accaduto, delimitando il territorio coinvolto e fornendo una stima dell'entità dei danni e delle relative risorse finanziarie necessarie per i ripristini; non rappresenta sistematicamente tutte le situazioni di dissesto né riporta cartografie di dettaglio.

Sulla base dell’istruttoria e della relazione del Dipartimento della Protezione Civile che tiene conto delle risultanze dei sopralluoghi e del rapporto di evento, il Presidente del Consiglio può quindi dichiarare lo stato di emergenza, stabilendo un primo stanziamento delle risorse economiche e la durata.

Il Capo della Protezione Civile, previa intesa con la Regione, emana un’ordinanza con la quale nomina il Commissario delegato e fornisce le indicazioni operative per l’attuazione delle azioni e degli interventi necessari per il superamento dell’emergenza.

A fronte del censimento dei danni e della proposta degli interventi (tipologia e quantificazione economica) effettuati tramite EMETER, la Regione redige il quadro del fabbisogno, secondo i quattro ordini di urgenza:

  • spese per soccorso e assistenza alla popolazione;
  • interventi di somma urgenza: ripristino della funzionalità di servizi pubblici e infrastrutture di rete strategiche;
  • prime misure economiche di immediato sostegno ai privati e alle attività economiche e produttive;
  • interventi di riduzione del rischio residuo;
  • ripristino di strutture ed infrastrutture pubbliche e private.

Sulla base delle indicazioni del Dipartimento della Protezione Civile il piano degli interventi viene redatto anche per stralci e approvato con ordinanze commissariali.
 

 

Eventi alluvionali in Piemonte - 2023

Nel corso del 2023 si sono registrati i seguenti eventi:

  • Evento grandinigeno del 6 luglio 2023
    Sono stati finanziati gli interventi di somma urgenza per far fronte ai danni provocati agli edifici pubblici e il conferimento in discarica di diverso materiale danneggiato, rimosso dalle coperture. Con OCDPC n. 1019 del 5/11/2023, sono state individuate le aree di stoccaggio per le tegole rotte e rimosse dalle coperture, per il conferimento in discarica in modo separato.
     
  • Colata detritica a Bardonecchia (TO) del 13 agosto 2023 
    Sono stati finanziati l’autonoma sistemazione degli sfollati e l'assistenza alla popolazione, gli interventi di rimozione e stoccaggio dei detriti prodotti dalla colata e i primi interventi di messa in sicurezza dell’asta del Rochemolles, del Frejus/Merdovine e della Dora di Melezet. Con  OCDPC n. 1038 del 9/11/2023, sono stati affrontati il tema del trattamento dei rifiuti e la programmazione di opere di mitigazione del rischio da colata detritica. Per quanto riguarda il trattamento dei rifiuti, una parte del materiale è stato acquisito da ditte private per il riutilizzo, una parte è stato portato in discarica e una parte è stato collocato su aree di deposito individuate dall'Amministrazione comunale. I rifiuti ingombranti, quali i veicoli demoliti, i mobili, le attrezzature, gli elettrodomestici irrecuperabili delle cantine, sono stati dapprima depositati e poi trasportati in discarica come rifiuti speciali.

Per entrambi gli eventi, la Regione ha contribuito al parziale ristoro dei danni alle vetture danneggiate o demolite.

Anno
2024

Repertorio Nazionale degli interventi per la Difesa del Suolo (ReNDiS)

Il repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo (ReNDiS) è lo strumento tramite il quale le Regioni rendono disponibili al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), all’Autorità di Bacino competente per il territorio regionale e all’Ispra, le informazioni sui progetti di intervento di mitigazione che la Regione intende attuare con i fondi nazionali disponibili a tal fine.

Il DPCM 27 settembre 2021, introduce importanti novità come quella relativa all’attribuzione del punteggio dell’intervento che ora avviene a valle della valutazione a cura dell’Autorità di Distretto (con il precedente DPCM il punteggio veniva attribuito al momento della validazione regionale). Il Decreto fissa, inoltre, i termini per la valutazione da parte dell’Autorità di Distretto ed introduce la classificazione IFFI, o "FLOODCat", per gli interventi dovuti ad eventi calamitosi recenti; richiede una relazione di compatibilità con la pianificazione di bacino in cui siano illustrati gli effetti indotti dall’opera nel contesto fisico-ambientale di riferimento e come le opere previste nel progetto incidano sulla mitigazione o riduzione della pericolosità o del rischio idraulico e idrogeologico. Il DPCM ha introdotto infine la relazione circa l’interazione tra le opere proposte (o individuate) e i fenomeni di degrado degli ecosistemi fluviali e degli habitat riparali, al fine di impedire o minimizzare il deterioramento dei corpi idrici come riportato all’art. 4 della Direttiva Acque (DIR/2000/60/CE).

I principali criteri che sono alla base della formazione della graduatoria sono il numero delle persone esposte al rischio diretto, i beni esposti a rischio grave, la riduzione del numero di persone a rischio a seguito della realizzazione dell’intervento.

Programmazione attivata

Nel corso del 2023 è stata avviata dal MASE la procedura per la definizione della programmazione 2023 di interventi di carattere preventivo a valere sui fondi del Ministero; la Regione, secondo le linee programmatiche comunicate dal Ministero, ha proposto 7 nuovi interventi per complessivi 12,8 M€ così suddivisi:

  • 3,2 M€ per realizzare 2 interventi con caratteristiche "win-win";
  • 9,6 M€ per 5 interventi contro il dissesto idrogeologico. Di questi, 2 interventi sono finalizzati al contenimento delle piene e 3 sono volti alla riduzione del dissesto idrogeologico.

A completamento della programmazione Ministeriale sono state inoltre proposte 6 integrazioni a finanziamenti già accordati, per complessivi 2,6M€. 

La Regione Piemonte con propri fondi ha avviato n. 91 interventi di manutenzione idraulica dei corsi d’acqua del reticolo idrografico minore di competenza regionale per un importo complessivo di 3 M€ che si vanno ad aggiungere alla programmazione di analoga finalità avviata nel 2021. Gli interventi sono finalizzati al ripristino dell’officiosità idraulica dei corsi d’acqua in specifici punti.

Progetto win-win del torrente Pellice

Finanziato con fondi ministeriali nell’ambito della Piattaforma Rendis web, che ha il duplice obiettivo di rispondere alla Direttiva Alluvioni e alla Direttiva Acque, nell’anno 2023 il progetto Win-Win Pellice ha visto la conclusione dei 9 interventi previsti. Alcuni di questi ha subito dei lievi danni a fronte dell’evento del maggio 2023.

Inoltre, è stata avviata l’attività di coinvolgimento del territorio sulle tematiche della riqualificazione fluviale che prevede:

  • corso di formazione per insegnanti degli istituti attinenti la materia,
  • serate divulgative locali,
  • giornata di formazione per gli ordini professionali,
  • escursioni sul Pellice e sul Po finalizzate a illustrare il tipo di intervento.
     
Anno
2024
Paragrafi

Il repertorio nazionale degli interventi per la difesa del suolo (ReNDiS) è lo strumento tramite il quale le Regioni rendono disponibili al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica (MASE), all’Autorità di Bacino competente per il territorio regionale e all’Ispra, le informazioni sui progetti di intervento di mitigazione che la Regione intende attuare con i fondi nazionali disponibili a tal fine.

Il DPCM 27 settembre 2021, introduce importanti novità come quella relativa all’attribuzione del punteggio dell’intervento che ora avviene a valle della valutazione a cura dell’Autorità di Distretto (con il precedente DPCM il punteggio veniva attribuito al momento della validazione regionale). Il Decreto fissa, inoltre, i termini per la valutazione da parte dell’Autorità di Distretto ed introduce la classificazione IFFI, o "FLOODCat", per gli interventi dovuti ad eventi calamitosi recenti; richiede una relazione di compatibilità con la pianificazione di bacino in cui siano illustrati gli effetti indotti dall’opera nel contesto fisico-ambientale di riferimento e come le opere previste nel progetto incidano sulla mitigazione o riduzione della pericolosità o del rischio idraulico e idrogeologico. Il DPCM ha introdotto infine la relazione circa l’interazione tra le opere proposte (o individuate) e i fenomeni di degrado degli ecosistemi fluviali e degli habitat riparali, al fine di impedire o minimizzare il deterioramento dei corpi idrici come riportato all’art. 4 della Direttiva Acque (DIR/2000/60/CE).

I principali criteri che sono alla base della formazione della graduatoria sono il numero delle persone esposte al rischio diretto, i beni esposti a rischio grave, la riduzione del numero di persone a rischio a seguito della realizzazione dell’intervento.

Programmazione attivata

Nel corso del 2023 è stata avviata dal MASE la procedura per la definizione della programmazione 2023 di interventi di carattere preventivo a valere sui fondi del Ministero; la Regione, secondo le linee programmatiche comunicate dal Ministero, ha proposto 7 nuovi interventi per complessivi 12,8 M€ così suddivisi:

  • 3,2 M€ per realizzare 2 interventi con caratteristiche "win-win";
  • 9,6 M€ per 5 interventi contro il dissesto idrogeologico. Di questi, 2 interventi sono finalizzati al contenimento delle piene e 3 sono volti alla riduzione del dissesto idrogeologico.

A completamento della programmazione Ministeriale sono state inoltre proposte 6 integrazioni a finanziamenti già accordati, per complessivi 2,6M€. 

La Regione Piemonte con propri fondi ha avviato n. 91 interventi di manutenzione idraulica dei corsi d’acqua del reticolo idrografico minore di competenza regionale per un importo complessivo di 3 M€ che si vanno ad aggiungere alla programmazione di analoga finalità avviata nel 2021. Gli interventi sono finalizzati al ripristino dell’officiosità idraulica dei corsi d’acqua in specifici punti.

Progetto win-win del torrente Pellice

Finanziato con fondi ministeriali nell’ambito della Piattaforma Rendis web, che ha il duplice obiettivo di rispondere alla Direttiva Alluvioni e alla Direttiva Acque, nell’anno 2023 il progetto Win-Win Pellice ha visto la conclusione dei 9 interventi previsti. Alcuni di questi ha subito dei lievi danni a fronte dell’evento del maggio 2023.

Inoltre, è stata avviata l’attività di coinvolgimento del territorio sulle tematiche della riqualificazione fluviale che prevede:

  • corso di formazione per insegnanti degli istituti attinenti la materia,
  • serate divulgative locali,
  • giornata di formazione per gli ordini professionali,
  • escursioni sul Pellice e sul Po finalizzate a illustrare il tipo di intervento.
     
Anno
2024

Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA)

Anno
2024

La pianificazione di bacino costituisce il riferimento principale per quanto riguarda il tema del dissesto idrogeologico. I dati relativi al dissesto idrogeologico piemontese sono contenuti principalmente nei piani di bacino, livello di pianificazione previsto dalla legge quadro sulla Difesa del suolo (183/1989), oggi sostituita dal (e confluita nel) D.lgs. 152/2006, III parte. 

La legge 183 pose le basi per la costituzione delle "Autorità di bacino", dapprima di ambito territoriale nazionale o regionale, oggi sostituite dalle Autorità di Bacino Distrettuale.

Il Piano di Gestione del Rischio Alluvioni (PGRA), previsto dalla Direttiva europea 2007/60 CE "Alluvioni" e approvato con DPCM 27 ottobre 2016,  si sviluppa attraverso la redazione delle Mappe di pericolosità e di rischio. Le mappe di pericolosità individuano scenari con diversi gradi di pericolosità (L – P1, M – P2, H – P3), mentre le mappe del rischio evidenziano diversi gradi di rischio da R1 a R4 sulla base dei beni, delle persone  e delle infrastrutture esposte e vulnerabili. Inoltre il PGRA evidenzia aree a rischio potenziale significativo (APSFR) alle quali sono associate specifiche Misure previste per il raggiungimento dei 5 obiettivi posti dalla Direttiva Alluvioni. Tra le misure non strutturali ai fini della prevenzione delle situazioni di rischio, vi è quella di associare alle aree allagabili a differente pericolosità, una idonea normativa d'uso, coerente con quella già presente nelle Norme di Attuazione del Piano per l'Assetto idrogeologico del fiume Po (PAI); 

È ad oggi in corso il III Ciclo di pianificazione, che terminerà nel 2027.

L’individuazione della pericolosità, del rischio, dei dissesti e delle misure su citate hanno rilevanza per la programmazione degli interventi di sistemazione idrogeologica nell’ambito della piattaforma ministeriale Rendis – Repertorio nazionale degli interventi di difesa del suolo.

Strategia Regionale per i Cambiamenti Climatici (SRCC)

Anno
2024

La Strategia regionale sul Cambiamento climatico (SRCC), in attuazione della Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile (SRSvS), è costruita come uno strumento di orientamento delle diverse politiche regionali che, ciascuna con le proprie specificità, devono contribuire alla mitigazione e all’adattamento ai nuovi scenari che il nostro territorio affronta e affronterà per via del cambiamento climatico: dalla sanità alla pianificazione del territorio, dall’agricoltura ai trasporti, dalla qualità dell’aria alla gestione della risorsa acqua, etc.

La finalità della Strategia Regionale sul Cambiamento Climatico è quella di indirizzare l’azione amministrativa e politica regionale per contrastare il cambiamento climatico e far fronte alle sue conseguenze, minimizzando gli effetti negativi e, ove possibile, sfruttarne le opportunità.

La Regione persegue, infatti, l’obiettivo del contenimento del cambiamento climatico, sia attraverso la diminuzione delle emissioni di gas climalteranti, sia tramite il sequestro del carbonio (mitigazione) e dell’incremento della resilienza dall’altra, per aumentare la capacità adattativa, ridurre la vulnerabilità e diminuire l’esposizione delle persone, dei beni e del capitale naturale al rischio climatico (adattamento).

Il Documento di indirizzo - Verso la Strategia regionale sul Cambiamento Climatico ha fornito i primi indirizzi per la stesura della SRCC, definendo scopo, struttura, finalità e obiettivi del documento che sancirà in modo inequivocabile l’impegno del Piemonte nel contrasto al cambiamento climatico, con l’obiettivo di raggiungere la neutralità climatica al 2050 come indicato dalla Commissione Europea. 


 

Il primo stralcio della SRCC è denominato Strategia regionale sul Cambiamento Climatico - 1° STRALCIO ed è articolato secondo le seguenti componenti:

  • la conoscenza oggi e in futuro del cambiamento climatico in Piemonte
  • la metodologia per la definizione delle Misure Tematiche territorializzate
  • la salvaguardia del capitale naturale e le sue funzioni ecosistemiche
  • gli strumenti per la corretta gestione ambientale ed energetica di sistemi, organizzazioni e territori – Carbon Footprint.

L’elaborazione della metodologia per la definizione delle Misure Tematiche e la Salvaguardia del capitale naturale e le sue funzioni ecosistemiche costituiscono il risultato della Borsa di Ricerca per i giovani Talenti (Bando “Talenti della società civile 2019” sostenuto dalla Fondazione Giovanni Goria di Asti) “Conoscenze e ricadute ambientali del cambiamento climatico in Piemonte per la costruzione della Strategia regionale”.

Informazioni e risorse aggiuntive

Deliberazione della Giunta Regionale 3 luglio 2017, n. 24-5295 Disposizioni per la predisposizione e la realizzazione della Strategia Regionale sui Cambiamenti Climatici quale attuazione della Strategia Nazionale di Sviluppo Sostenibile di cui alla deliberazione CIPE n. 57/2002 e all'articolo 3, comma 2 della legge 221/2015. 

Deliberazione della Giunta Regionale 27 novembre 2020, n. 66-2411Schema di Deliberazione comunale per l’adesione al Patto dei Sindaci – Europa. PAES congiunto (impegno collettivo)

Deliberazione della Giunta Regionale 18 febbraio 2022, n. 23-4671 L. 221/2015. D.G.R. 24-5295 del 3 luglio 2017. Strategia regionale sul Cambiamento Climatico. Approvazione Primo stralcio e disposizioni sull'elaborazione delle politiche regionali. 

https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/cambiamento-climatico

Classificazione dei corpi idrici sotterranei nel sessennio 2014-2019

Anno
2024

Lo Stato Chimico (SC) del sessennio di monitoraggio viene definito sulla base della valutazione dei risultati annuali. Nel caso in cui nel periodo osservato si sia verificata un’oscillazione del giudizio di stato, viene considerato lo stato prevalente (4 su 6), secondo un metodo comune definito a livello di Autorità di Distretto del Po.  

Nel sessennio 2014-2019 la classificazione dei corpi idrici afferenti alla falda superficiale, ha presentato situazioni piuttosto eterogenee, alcuni corpi idrici sotterranei hanno mantenuto la stessa classe di stato chimico per i sei anni mentre altri hanno avuto una oscillazione della classe di stato chimico nel corso del sessennio.

In particolare, alcuni corpi idrici sotterranei sono stati caratterizzato da un primo triennio 2014-2016 in stato chimico Scarso cui è seguito un secondo triennio 2017-2019 in stato chimico Buono.

Questo passaggio può essere dovuto a diverse cause, anche concomitanti, fra le quali occorre sottolineare la variazione nel metodo di determinazione dello Stato Chimico. 

Infatti, nel 2017 è stata adottata dal Ministero per l’Ambiente e la Tutela del Territorio e del Mare una differente interpretazione della normativa vigente, in linea anche con quanto indicato dalle Guidances CIS Europee; i nuovi Valori Soglia e Valori di Fondo Naturali sono stati adottati da Regione Piemonte nel 2021 ma applicati in modo retroattivo ai dati dal 2017.

La variazione del metodo di determinazione dello stato chimico spiega perché alcuni corpi idrici sotterranei abbiano avuto una valutazione di stato chimico buono nel triennio 2017-2019 senza che vi siano state necessariamente variazioni sostanziali nello stato di qualità del corpo idrico.

Sebbene esaminando i risultati del monitoraggio sessennale 2014-2019, la situazione della falda superficiale appaia in parte compromessa, con il 41% dei corpi idrici sotterranei in stato Scarso, tuttavia, nel complesso la percentuale di corpi idrici in stato buono alla fine del sessennio considerato è in aumento rispetto a quella del sessennio precedente.

Stato Chimico GWB falda superficiale – sessennio 2014-2019 - Fonte Arpa Piemonte

Per quanto concerne le falde profonde la situazione è migliore rispetto alle falde superficiali, in quanto le prime sono più protette dagli impatti delle pressioni e dall’inquinamento in generale.

In particolare, nel sessennio 2014-2019 la percentuale di corpi idrici in stato chimico scarso è pari al 17%, mentre nel sessennio precedente i corpi idrici in stato chimico scarso erano stati percentualmente il doppio.

Figura 9 
Stato Chimico GWB falde profonde – sessennio 2014-2019  

Fonte: Arpa Piemonte

 

Stato Chimico GWB sistemi collinari e montani – sessennio 2014-2019 - Fonte Arpa Piemonte

I sistemi di circolazione collinari e montani sono stati monitorati a partire dal 2015, quindi si è calcolato lo stato chimico a partire da quell’anno. 

Lo stato chimico 2014-2019 è comunque buono per tutti i corpi idrici sotterranei monitorati.  

Stato Chimico GWB sistemi collinari e montani – sessennio 2014-2019 - Fonte Arpa Piemonte
Informazioni e risorse aggiuntive

Definizione dei valori di fondo naturale per i metalli nelle acque sotterranee come previsto dalla direttiva 2006/118/CE e dal Decreto Legislativo N. 30 del 16/03/2009 https://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/acqua/acque-sotterranee/Web_Verificavaloridifondosotterranee.pdf

Verifica e aggiornamento dei Valori di Fondo Naturale definiti per Nichel e Cromo esavalente nelle acque sotterranee ai sensi della DQA https://www.arpa.piemonte.it/approfondimenti/temi-ambientali/acqua/acque-sotterranee/Web_Verificavaloridifondosotterranee.pdf

DD 750/a1604b/2021 del 24/11/2021 http://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2021/51/siste/00000061.htm

Fitosanitari

Anno
2024

Arpa Piemonte ha effettuato uno studio per valutare la vulnerazione ai prodotti fitosanitari dei corpi idrici sotterranei afferenti alla falda superficiale. 

Utilizzando i dati provenienti dal monitoraggio regionale delle acque sotterranee del sessennio 2014-2019, lo  studio, terminato nel 2022, ha permesso diclassificare i corpi idrici in base a una divulnerazione Alta, Media o Bassaai prodotti fitosanitari. .

I corpi idrici maggiormente interessati dalla vulnerazione da Fitofarmaci sono risultati essere GWB-S1 e GWB-S4a con classe di vulnerazione alta, seguono poi GWB-S4b e GWB-S5a con classe di vulnerazione media. 

I restanti hanno classe vulnerazione bassa o non rilevante.

I risultati del lavoro sono stati utilizzati da Regione Piemonte per designare alcune Aree Specifiche per l’utilizzo sostenibile dei prodotti fitosanitari.  

Informazioni e risorse aggiuntive

DCR 258 - 25537 Approvazione delle disposizioni di attuazione per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari ai fini della tutela dell’ambiente, della salute e della biodiversità ai sensi degli articoli 14 e 15 del decreto legislativo 14 agosto 2012, n. 150 (Attuazione della direttiva 2009/128/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria ai fini dell’utilizzo sostenibile dei pesticidi) e del Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po. http://serviziweb.csi.it/solverweb/IndexDocumentServlet?id=87970

Arpa Piemonte “Contributo tecnico-scientifico per la valutazione della vulnerazione da prodotti fitosanitari nelle acque sotterranee” http://serviziweb.csi.it/solverweb/IndexDocumentServlet?id=87972

  Aree Specifiche su cui applicare misure di tutela delle acque dall’inquinamento da prodotti fitosanitari https://www.geoportale.piemonte.it/geonetwork/srv/ita/catalog.search#/metadata/r_piemon:9c8e61b7-77d1-4f44-a560-a7298811a50f

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