Il Servizio Europeo di Ground Motion - EGMS

Finanziato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) e parte del COPERNICUS Land Monitoring Service (CLMS), il Servizio Europeo di Ground Motion (EGMS) fornisce dal 2022 informazioni relative ai movimenti del terreno a scala europea.

Il servizio si basa sull'analisi interferometrica multitemporale delle immagini radar acquisite dal satellite Sentinel-1 a partire dal 2015. La tecnica consente di identificare punti di misura affidabili (che possono coincidere con edifici, strutture artificiali, affioramenti in roccia e aree non vegetate in genere), per i quali vengono resi disponibili i valori di velocità di movimento (nell'ordine del mm/anno) e le serie temporali di deformazione. I dati possono essere impiegati anche per lo studio e il monitoraggio dei fenomeni franosi.

Il servizio EGMS, aperto a tutti, copre buona parte del territorio europeo e comprende interamente il territorio italiano (fig. 1); allo stato attuale fornisce dati relativi al periodo 2015-2022, ma sono previsti progressivi aggiornamenti che renderanno disponibili dati più recenti.

Figura 1. Interfaccia del portale EGMS

Di default il servizio permette di visualizzare i dati ORTHO/Verticali (nelle componenti "ortho/vertical" e "ortho/east/west"), ma è possibile visualizzare anche i dati CALIBRATED (ascendenti e discendenti), attivando, per il Piemonte, le strisciate A20-161 e A21-088 (ascendenti) e D20-139 e D21-066 (discendenti).

Lo strumento “geographic archive search” consente infine di selezionare e scaricare i dati di interesse.

Nel corso del 2023 Arpa Piemonte ha curato l’Analisi dei dati derivanti dal Servizio “Ground Motion” europeo (EGMS) per l’aggiornamento della banca dati geologica regionale, che ha riguardato non solo lo studio dei prodotti e dei servizi offerti dal portale europeo ma anche l’integrazione di questi all’interno della struttura informativa regionale.

Allo scopo le attività sono state organizzate in quattro punti:

  1. Conoscenza del prodotto EGMS: raccolta delle informazioni sul dato EGMS e definizione di un flusso di gestione dei dati comprensivo di scarico, inserimento nei database PostgreSQL e utilizzo in GIS. L’archiviazione e la gestione dei prodotti EGMS nel database ha rappresentato una fase di lavoro particolarmente critica, in quanto il grande volume di dati (3 dataset con oltre 100 milioni di punti) ha imposto l'adozione di tecniche e soluzioni progettate specificatamente allo scopo di assicurare la miglior efficienza e fruibilità dei dati possibili.
     
  2. Elaborazioni del dato EGMS: elaborazioni per un più diretto utilizzo nel riconoscimento e nell’interpretazione dei dissesti e dei movimenti del suolo. Una prima elaborazione ha previsto il calcolo della percentuale di movimento del suolo rilevabile dalle diverse geometrie satellitari, elaborando allo scopo mappe di “sensibilità” (parametro C-index) del metodo. La fase successiva ha previsto il ricalcolo delle aree in deformazione per i dataset EGMS, differenziati nei vari aggiornamenti (2020, 2021 e 2022), utilizzando la procedura già sviluppata da Arpa.
     
  3. Utilizzo in SIFRAP (Sistema Informativo Frane Piemonte): supporto per il riconoscimento di nuovi fenomeni franosi, la definizione dello stato di attività e l’aggiornamento delle schede descrittive di II livello. La prima fase di lavoro ha previsto l’associazione ad ogni scheda delle principali informazioni statistiche derivate dai prodotti interferometrici. Per l’aggiornamento della rappresentazione grafica dei dati interferometrici nelle schede di II livello SIFRAP, sono state esplorate differenti opzioni di visualizzazione vettoriale e raster, alla ricerca della migliore rappresentazione della distribuzione e della persistenza nel tempo dei riflettori radar anche tra diversi dataset.
     
  4. Confronto con misure strumentali RERCOMF (Rete Regionale di Controllo dei Movimenti Franosi): verifica della sovrapponibilità delle serie storiche PS rispetto alle serie strumentali, per l’utilizzo del dato interferometrico ad integrazione/validazione delle misure manuali e per giustificare l’eventuale dismissione di alcune reti di misura o modificare la frequenza di rilievo in sito. Sfruttando il caso della frana di Grange Orgiera, in Comune di Sampeyre (CN), sono state sovrapposte le serie storiche PS con quelle GNSS manuali e ne sono stati valutati i limiti e le prestazioni.
     
Anno
2024
Paragrafi

Finanziato dall’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) e parte del COPERNICUS Land Monitoring Service (CLMS), il Servizio Europeo di Ground Motion (EGMS) fornisce dal 2022 informazioni relative ai movimenti del terreno a scala europea.

Il servizio si basa sull'analisi interferometrica multitemporale delle immagini radar acquisite dal satellite Sentinel-1 a partire dal 2015. La tecnica consente di identificare punti di misura affidabili (che possono coincidere con edifici, strutture artificiali, affioramenti in roccia e aree non vegetate in genere), per i quali vengono resi disponibili i valori di velocità di movimento (nell'ordine del mm/anno) e le serie temporali di deformazione. I dati possono essere impiegati anche per lo studio e il monitoraggio dei fenomeni franosi.

Il servizio EGMS, aperto a tutti, copre buona parte del territorio europeo e comprende interamente il territorio italiano (fig. 1); allo stato attuale fornisce dati relativi al periodo 2015-2022, ma sono previsti progressivi aggiornamenti che renderanno disponibili dati più recenti.

Figura 1. Interfaccia del portale EGMS

Di default il servizio permette di visualizzare i dati ORTHO/Verticali (nelle componenti "ortho/vertical" e "ortho/east/west"), ma è possibile visualizzare anche i dati CALIBRATED (ascendenti e discendenti), attivando, per il Piemonte, le strisciate A20-161 e A21-088 (ascendenti) e D20-139 e D21-066 (discendenti).

Lo strumento “geographic archive search” consente infine di selezionare e scaricare i dati di interesse.

Nel corso del 2023 Arpa Piemonte ha curato l’Analisi dei dati derivanti dal Servizio “Ground Motion” europeo (EGMS) per l’aggiornamento della banca dati geologica regionale, che ha riguardato non solo lo studio dei prodotti e dei servizi offerti dal portale europeo ma anche l’integrazione di questi all’interno della struttura informativa regionale.

Allo scopo le attività sono state organizzate in quattro punti:

  1. Conoscenza del prodotto EGMS: raccolta delle informazioni sul dato EGMS e definizione di un flusso di gestione dei dati comprensivo di scarico, inserimento nei database PostgreSQL e utilizzo in GIS. L’archiviazione e la gestione dei prodotti EGMS nel database ha rappresentato una fase di lavoro particolarmente critica, in quanto il grande volume di dati (3 dataset con oltre 100 milioni di punti) ha imposto l'adozione di tecniche e soluzioni progettate specificatamente allo scopo di assicurare la miglior efficienza e fruibilità dei dati possibili.
     
  2. Elaborazioni del dato EGMS: elaborazioni per un più diretto utilizzo nel riconoscimento e nell’interpretazione dei dissesti e dei movimenti del suolo. Una prima elaborazione ha previsto il calcolo della percentuale di movimento del suolo rilevabile dalle diverse geometrie satellitari, elaborando allo scopo mappe di “sensibilità” (parametro C-index) del metodo. La fase successiva ha previsto il ricalcolo delle aree in deformazione per i dataset EGMS, differenziati nei vari aggiornamenti (2020, 2021 e 2022), utilizzando la procedura già sviluppata da Arpa.
     
  3. Utilizzo in SIFRAP (Sistema Informativo Frane Piemonte): supporto per il riconoscimento di nuovi fenomeni franosi, la definizione dello stato di attività e l’aggiornamento delle schede descrittive di II livello. La prima fase di lavoro ha previsto l’associazione ad ogni scheda delle principali informazioni statistiche derivate dai prodotti interferometrici. Per l’aggiornamento della rappresentazione grafica dei dati interferometrici nelle schede di II livello SIFRAP, sono state esplorate differenti opzioni di visualizzazione vettoriale e raster, alla ricerca della migliore rappresentazione della distribuzione e della persistenza nel tempo dei riflettori radar anche tra diversi dataset.
     
  4. Confronto con misure strumentali RERCOMF (Rete Regionale di Controllo dei Movimenti Franosi): verifica della sovrapponibilità delle serie storiche PS rispetto alle serie strumentali, per l’utilizzo del dato interferometrico ad integrazione/validazione delle misure manuali e per giustificare l’eventuale dismissione di alcune reti di misura o modificare la frequenza di rilievo in sito. Sfruttando il caso della frana di Grange Orgiera, in Comune di Sampeyre (CN), sono state sovrapposte le serie storiche PS con quelle GNSS manuali e ne sono stati valutati i limiti e le prestazioni.
     
Anno
2024

Rete regionale di controllo dei fenomeni franosi

La Rete Regionale di Controllo dei Movimenti Franosi (ReRCoMF) è costituita da circa 222 sistemi di controllo strumentale. Le informazioni riguardanti le caratteristiche degli strumenti che compongono la ReRCoMF, nonché tutte le risultanze delle misure effettuate nel corso del monitoraggio, vengono aggiornate e implementate nel Sistema Informativo Geologico.

L’attività di monitoraggio, che coinvolge principalmente Regione, Arpa Piemonte e gli Enti proprietari dei punti di misura, è regolamentata dal Disciplinare per lo sviluppo, la gestione e la diffusione dati di sistemi di monitoraggio su fenomeni franosi del territorio regionale, che fornisce indicazioni circa la progettazione, il finanziamento, la gestione dei sistemi di monitoraggio frane e l'impiego dei dati raccolti in Piemonte.
 

Diffusione delle risultanze della Rete di Monitoraggio


Sulla base della tipologia di fenomeno franoso, di una analisi del rischio e della rappresentatività degli strumenti, i sistemi di monitoraggio della Regione sono stati classificati in quattro classi (A, B, C e D), ciascuna delle quali prevede specifiche modalità di gestione e comunicazione dei dati.

L’evoluzione nel tempo del fenomeno franoso viene descritta attraverso un indice chiamato GDE (Grado Di Evoluzione), differenziato per Strumenti a Lettura Manuale (SLM) e Strumenti a Lettura Remota (SLR) e acquisizione continua.
Gli indici GDE vengono determinati considerando orizzonti temporali ampi (biennali per le misure manuali, settimanali per le misure in continuo), in modo da minimizzare le incertezze di misura.

L’impiego degli indici GDE ha l’obiettivo di comunicare, ai diversi soggetti istituzionali coinvolti nella gestione del territorio, le risultanze strumentali in forma sintetica e rappresentativa dello stato di attività dei fenomeni franosi oggetto di monitoraggio, senza finalità di allertamento.

Sul sito istituzionale di Arpa è possibile consultare le informazioni ad accesso pubblico.
 

Informazioni ad accesso pubblico


1) Bollettino frane monitorate

Sulla pagina web si possono consultare tre prodotti:

  • Strumenti automatizzati (SLR) - Quadro di sintesi dei GDE-SLR: quadro d’insieme, complessivo ed aggiornato a scala regionale, della situazione dei fenomeni monitorati con strumentazione a lettura automatizzata (siti "classe A”) e relativo indice GDE, pubblicato settimanalmente;
     
  • Strumenti manuali - Quadro di sintesi dei GDE - SLM: quadro d’insieme, complessivo ed aggiornato a scala regionale, della situazione dei fenomeni monitorati con strumentazione a lettura manuale (siti "classe B”) e relativo indice GDE; aggiornamento in base alla frequenza di esecuzione delle letture manuali;
     
  • Siti monitorati: un elenco dei siti monitorati attivi.
     

2) Servizio WebGIS della ReRCoMF

Il servizio contiene i dati anagrafici della strumentazione della rete di monitoraggio e le relative ubicazioni.

Sono inoltre disponibili sul sito internet e sul geoportale le informazioni del Sistema Informativo Frane in Piemonte (SIFraP), che comprende le perimetrazioni georiferite dei fenomeni franosi e le schede descrittive associate.

Informazioni ad accesso riservato


La comunicazione dei dettagli delle risultanze strumentali agli enti interessati avviene attraverso canali web ad accesso riservato.
Nello specifico, il portale rende disponibili le seguenti informazioni:

  • anagrafica di dettaglio dei siti monitorati;
  • risultanze delle letture in forma tabellare e grafica;
  • documentazione storico/tecnica allegata;
  • per i siti di classe A, settimanalmente vengono pubblicati gli indici GDE-SLR relativi alle misure acquisite dagli strumenti automatizzati;
  • per i siti di classe B, dopo la validazione delle misure degli strumenti a lettura manuale presenti, viene pubblicato un report tecnico a commento delle risultanze;
  • per i siti di classe C, in caso di movimenti significativi o necessità di manutenzione, viene pubblicato un report sintetico a commento delle risultanze strumentali.
Figura 1. Esempio di corografia e dati tabellari a disposizione sulla piattaforma ad accesso riservato
Approfondimento conoscitivo


Il Disciplinare prevede che i comuni svolgano una periodica attività di approfondimento conoscitivo, attraverso lo svolgimento di sopralluoghi e la raccolta di informazioni: ogni territorio soggetto a fenomeni franosi è infatti un caso a sé e presenta un comportamento unico.

Uno dei principali problemi nel governo del territorio è l’attuazione di interventi efficaci o azioni compatibili con le condizioni di debolezza e di instabilità potenziale del territorio, in continua evoluzione sia per gli aspetti naturali sia per gli stessi interventi antropici. Tutti i soggetti che vi operano, in primis le amministrazioni comunali, devono quindi avere contezza di questi aspetti e della loro variabilità nel tempo.

Le attività di approfondimento conoscitivo previste sono:

  • verifica dello stato manutentivo degli strumenti di monitoraggio;
  • verifica tramite sopralluogo di eventuali evidenze superficiali di movimento su terreno e/o su manufatti, sul corpo di frana e/o nel suo intorno (fratture o rigonfiamenti, crolli, interferenze con l’idrografia o con i manufatti);
  • raccolta di informazioni provenienti dai residenti e/o dai gestori di infrastrutture/servizi/impianti.

Nel 2023 i tecnici di Arpa e Regione hanno proseguito la programmazione di incontri informativo-formativi con i Comuni che fanno parte della rete regionale di monitoraggio, con l'obiettivo di:

  • migliorare la conoscenza della piattaforma on line ad accesso riservato, dove sono periodicamente pubblicati i dati strumentali, i report tecnici, gli indici GDE e la documentazione generale inerente i siti di monitoraggio;
  • individuare la cadenza e le attività di approfondimento conoscitivo a carico dei comuni.

 

La piattaforma nazionale IDROGEO


Grazie all'attività congiunta di Arpa Piemonte, Regione Piemonte ed ISPRA nell'ambito della Rete Italiana dei Servizi Geologici (RISG), dal 2022 le informazioni di base relative alla rete ReRCoMF sono consultabili anche dalla piattaforma nazionale IDROGEO, attivata da ISPRA nel 2021.

In particolare le informazioni sono raggiungibili dalla sezione Inventario frane IFFI (Inventario Fenomeni Franosi in Italia) della piattaforma.

Informazioni e risorse aggiuntive

Arpa Piemonte Rete regionale di controllo sui movimenti franosi https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/rete-regionale-controllo-sui-movimenti-franosi-rercomf

Anno
2024
Paragrafi

La Rete Regionale di Controllo dei Movimenti Franosi (ReRCoMF) è costituita da circa 222 sistemi di controllo strumentale. Le informazioni riguardanti le caratteristiche degli strumenti che compongono la ReRCoMF, nonché tutte le risultanze delle misure effettuate nel corso del monitoraggio, vengono aggiornate e implementate nel Sistema Informativo Geologico.

L’attività di monitoraggio, che coinvolge principalmente Regione, Arpa Piemonte e gli Enti proprietari dei punti di misura, è regolamentata dal Disciplinare per lo sviluppo, la gestione e la diffusione dati di sistemi di monitoraggio su fenomeni franosi del territorio regionale, che fornisce indicazioni circa la progettazione, il finanziamento, la gestione dei sistemi di monitoraggio frane e l'impiego dei dati raccolti in Piemonte.
 

Diffusione delle risultanze della Rete di Monitoraggio


Sulla base della tipologia di fenomeno franoso, di una analisi del rischio e della rappresentatività degli strumenti, i sistemi di monitoraggio della Regione sono stati classificati in quattro classi (A, B, C e D), ciascuna delle quali prevede specifiche modalità di gestione e comunicazione dei dati.

L’evoluzione nel tempo del fenomeno franoso viene descritta attraverso un indice chiamato GDE (Grado Di Evoluzione), differenziato per Strumenti a Lettura Manuale (SLM) e Strumenti a Lettura Remota (SLR) e acquisizione continua.
Gli indici GDE vengono determinati considerando orizzonti temporali ampi (biennali per le misure manuali, settimanali per le misure in continuo), in modo da minimizzare le incertezze di misura.

L’impiego degli indici GDE ha l’obiettivo di comunicare, ai diversi soggetti istituzionali coinvolti nella gestione del territorio, le risultanze strumentali in forma sintetica e rappresentativa dello stato di attività dei fenomeni franosi oggetto di monitoraggio, senza finalità di allertamento.

Sul sito istituzionale di Arpa è possibile consultare le informazioni ad accesso pubblico.
 

Informazioni ad accesso pubblico


1) Bollettino frane monitorate

Sulla pagina web si possono consultare tre prodotti:

  • Strumenti automatizzati (SLR) - Quadro di sintesi dei GDE-SLR: quadro d’insieme, complessivo ed aggiornato a scala regionale, della situazione dei fenomeni monitorati con strumentazione a lettura automatizzata (siti "classe A”) e relativo indice GDE, pubblicato settimanalmente;
     
  • Strumenti manuali - Quadro di sintesi dei GDE - SLM: quadro d’insieme, complessivo ed aggiornato a scala regionale, della situazione dei fenomeni monitorati con strumentazione a lettura manuale (siti "classe B”) e relativo indice GDE; aggiornamento in base alla frequenza di esecuzione delle letture manuali;
     
  • Siti monitorati: un elenco dei siti monitorati attivi.
     

2) Servizio WebGIS della ReRCoMF

Il servizio contiene i dati anagrafici della strumentazione della rete di monitoraggio e le relative ubicazioni.

Sono inoltre disponibili sul sito internet e sul geoportale le informazioni del Sistema Informativo Frane in Piemonte (SIFraP), che comprende le perimetrazioni georiferite dei fenomeni franosi e le schede descrittive associate.

Informazioni ad accesso riservato


La comunicazione dei dettagli delle risultanze strumentali agli enti interessati avviene attraverso canali web ad accesso riservato.
Nello specifico, il portale rende disponibili le seguenti informazioni:

  • anagrafica di dettaglio dei siti monitorati;
  • risultanze delle letture in forma tabellare e grafica;
  • documentazione storico/tecnica allegata;
  • per i siti di classe A, settimanalmente vengono pubblicati gli indici GDE-SLR relativi alle misure acquisite dagli strumenti automatizzati;
  • per i siti di classe B, dopo la validazione delle misure degli strumenti a lettura manuale presenti, viene pubblicato un report tecnico a commento delle risultanze;
  • per i siti di classe C, in caso di movimenti significativi o necessità di manutenzione, viene pubblicato un report sintetico a commento delle risultanze strumentali.
Figura 1. Esempio di corografia e dati tabellari a disposizione sulla piattaforma ad accesso riservato
Approfondimento conoscitivo


Il Disciplinare prevede che i comuni svolgano una periodica attività di approfondimento conoscitivo, attraverso lo svolgimento di sopralluoghi e la raccolta di informazioni: ogni territorio soggetto a fenomeni franosi è infatti un caso a sé e presenta un comportamento unico.

Uno dei principali problemi nel governo del territorio è l’attuazione di interventi efficaci o azioni compatibili con le condizioni di debolezza e di instabilità potenziale del territorio, in continua evoluzione sia per gli aspetti naturali sia per gli stessi interventi antropici. Tutti i soggetti che vi operano, in primis le amministrazioni comunali, devono quindi avere contezza di questi aspetti e della loro variabilità nel tempo.

Le attività di approfondimento conoscitivo previste sono:

  • verifica dello stato manutentivo degli strumenti di monitoraggio;
  • verifica tramite sopralluogo di eventuali evidenze superficiali di movimento su terreno e/o su manufatti, sul corpo di frana e/o nel suo intorno (fratture o rigonfiamenti, crolli, interferenze con l’idrografia o con i manufatti);
  • raccolta di informazioni provenienti dai residenti e/o dai gestori di infrastrutture/servizi/impianti.

Nel 2023 i tecnici di Arpa e Regione hanno proseguito la programmazione di incontri informativo-formativi con i Comuni che fanno parte della rete regionale di monitoraggio, con l'obiettivo di:

  • migliorare la conoscenza della piattaforma on line ad accesso riservato, dove sono periodicamente pubblicati i dati strumentali, i report tecnici, gli indici GDE e la documentazione generale inerente i siti di monitoraggio;
  • individuare la cadenza e le attività di approfondimento conoscitivo a carico dei comuni.

 

La piattaforma nazionale IDROGEO


Grazie all'attività congiunta di Arpa Piemonte, Regione Piemonte ed ISPRA nell'ambito della Rete Italiana dei Servizi Geologici (RISG), dal 2022 le informazioni di base relative alla rete ReRCoMF sono consultabili anche dalla piattaforma nazionale IDROGEO, attivata da ISPRA nel 2021.

In particolare le informazioni sono raggiungibili dalla sezione Inventario frane IFFI (Inventario Fenomeni Franosi in Italia) della piattaforma.

Informazioni e risorse aggiuntive

Arpa Piemonte Rete regionale di controllo sui movimenti franosi https://www.arpa.piemonte.it/scheda-informativa/rete-regionale-controllo-sui-movimenti-franosi-rercomf

Anno
2024

Utilizzo di sistemi aerei a pilotaggio remoto (SAPR)

Regione Piemonte è dotata di un sistema di riprese aeree volto all’acquisizione di video e immagini fotografiche per lo svolgimento delle attività istituzionali. Il personale dedicato ha seguito uno specifico percorso formativo riconosciuto dall’ENAC - Ente Nazionale Aviazione Civile, ottenendo l’attestato di pilota di SAPR (Sistemi Aerei a Pilotaggio Remoto).

L’utilizzo dei droni è finalizzato ad effettuare il controllo del territorio in aree estese o puntuali, anche a seguito di calamità naturali, evitando così l’impiego di personale in sopralluoghi spesso connotati da un significativo grado di rischio. I velivoli radiocomandati risultano, inoltre, estremamente utili per l’osservazione dall’alto di aree non raggiungibili via terra, o per la verifica di strutture architettoniche colpite da terremoti.

Nello specifico, i droni vengono utilizzati per:

  • effettuare riprese aeree e studi di aree in dissesto, lungo i versanti e i corsi d’acqua;
  • attività ispettive in occasione di eventi calamitosi (frane, alluvioni, terremoti, ecc.);
  • riprendere dall’alto aree di difficile accesso;
  • realizzare la mappatura del territorio;
  • realizzare modelli tridimensionali del terreno dai quali evidenziare discontinuità strutturali, fratture e segnali di movimenti incipienti;
  • supportare le decisioni in merito al transito su vie di comunicazione potenzialmente soggette a dissesti di versante;
  • altre criticità ambientali riguardanti il territorio regionale.

Inoltre, appositi visori ("goggles") permettono di superare le problematiche connesse all’ispezione di aree di medie e grandi dimensioni con illuminazione variabile, quali ad esempio versanti boscati. In tal caso, l’ispezione viene condotta da due piloti: il primo si occupa esclusivamente delle manovre di volo ed il secondo si dedica alle operazioni di ispezione visiva e videoripresa utilizzando il visore per un miglior inquadramento dell’area sorvolata.

Interventi effettuati

Nel corso del 2023 i droni sono stati utilizzati per il sorvolo di aree interessate da eventi calamitosi come, ad esempio, lungo l’asta del rio Fosse nel Comune di Bardonecchia (TO), al fine di verificarne lo stato di danneggiamento e/o intasamento dovuti al fenomeno di trasporto solido verificatosi tra il 24 e il 25 agosto, in seguito a precipitazioni rilevanti dovute a un temporale.

Anno
2024
Paragrafi

Regione Piemonte è dotata di un sistema di riprese aeree volto all’acquisizione di video e immagini fotografiche per lo svolgimento delle attività istituzionali. Il personale dedicato ha seguito uno specifico percorso formativo riconosciuto dall’ENAC - Ente Nazionale Aviazione Civile, ottenendo l’attestato di pilota di SAPR (Sistemi Aerei a Pilotaggio Remoto).

L’utilizzo dei droni è finalizzato ad effettuare il controllo del territorio in aree estese o puntuali, anche a seguito di calamità naturali, evitando così l’impiego di personale in sopralluoghi spesso connotati da un significativo grado di rischio. I velivoli radiocomandati risultano, inoltre, estremamente utili per l’osservazione dall’alto di aree non raggiungibili via terra, o per la verifica di strutture architettoniche colpite da terremoti.

Nello specifico, i droni vengono utilizzati per:

  • effettuare riprese aeree e studi di aree in dissesto, lungo i versanti e i corsi d’acqua;
  • attività ispettive in occasione di eventi calamitosi (frane, alluvioni, terremoti, ecc.);
  • riprendere dall’alto aree di difficile accesso;
  • realizzare la mappatura del territorio;
  • realizzare modelli tridimensionali del terreno dai quali evidenziare discontinuità strutturali, fratture e segnali di movimenti incipienti;
  • supportare le decisioni in merito al transito su vie di comunicazione potenzialmente soggette a dissesti di versante;
  • altre criticità ambientali riguardanti il territorio regionale.

Inoltre, appositi visori ("goggles") permettono di superare le problematiche connesse all’ispezione di aree di medie e grandi dimensioni con illuminazione variabile, quali ad esempio versanti boscati. In tal caso, l’ispezione viene condotta da due piloti: il primo si occupa esclusivamente delle manovre di volo ed il secondo si dedica alle operazioni di ispezione visiva e videoripresa utilizzando il visore per un miglior inquadramento dell’area sorvolata.

Interventi effettuati

Nel corso del 2023 i droni sono stati utilizzati per il sorvolo di aree interessate da eventi calamitosi come, ad esempio, lungo l’asta del rio Fosse nel Comune di Bardonecchia (TO), al fine di verificarne lo stato di danneggiamento e/o intasamento dovuti al fenomeno di trasporto solido verificatosi tra il 24 e il 25 agosto, in seguito a precipitazioni rilevanti dovute a un temporale.

Anno
2024

L'analisi delle pressioni sulle acque

Anno
2024

L’analisi delle pressioni insistenti sulle acque superficiali e sotterranee consiste nell’individuazione, quantificazione e valutazione della significatività delle pressioni esercitate sui corpi idrici dalle attività antropiche (umane). 

Una pressione è ritenuta significativa nel caso in cui possa pregiudicare il mantenimento o il raggiungimento degli obiettivi di qualità ambientale secondo le tempistiche previste dalla Direttiva Quadro sulle Acque. 

I risultati dell’analisi delle pressioni sono inclusi nei Piani di Gestione distrettuale e sono oggetto di reportistica alla Commissione Europea.

L’elenco delle pressioni da considerare è stato definito a livello europeo e prevede diversi livelli di dettaglio, mentre la metodologia per la valutazione degli indicatori di pressione è stata armonizzata a livello nazionale dall’SNPA. 

Elenco delle pressioni descritte nelle Linee Guida SNPA del 2018 - Fonte SNPA

Per ogni tipologia di pressione sono definiti indicatori singoli a medio-alta complessità (MAC) e medio-bassa complessità (MBC) da utilizzare, alternativamente, per valutare la significatività della pressione, a seconda della disponibilità e della qualità dei dati di origine. 

Per ciascun indicatore è stata individuata una soglia di significatività che, si assume, possa generare impatti sul corpo idrico tali da pregiudicare il raggiungimento/mantenimento degli obiettivi di qualità. 

Se il valore calcolato per l’indicatore è superiore a tale soglia la pressione è considerata significativa per il corpo idrico. Sono stati anche definiti indicatori MAC e MBC cumulativi, riferiti cioè a più tipologie di pressione all’interno della stessa categoria (es. indicatore cumulativo prelievi). 

L’ultima analisi delle pressioni sui corpi idrici superficiali (fiumi e laghi) e sotterranei piemontesi è stata condotta da Arpa Piemonte nel 2020, in occasione dell’aggiornamento del Piano di Gestione del bacino del Po 2021 e del Piano di Tutela delle Acque 2021, ai quali si rimanda. I metodi applicati per il calcolo degli indicatori MAC o MBC sono, in generale, gli stessi descritti nelle Linee Guida SNPA 2018, con qualche eccezione, come riportato nella Relazione tecnico-metodologica sul calcolo degli indicatori (2021). 

Gli esiti delle analisi delle pressioni condotte nel 2020 per il PdG Po 2021 e nel 2014 per il PdG Po 2015 sono disponibili sul   Geoportale di Arpa Piemonte.

Risvolti applicativi dell’analisi delle pressioni

L’analisi delle pressioni, effettuata per la predisposizione del Piano di Gestione distrettuale delle acque e oggetto di reporting ambientale alla Commissione Europea come prescritto dalla Direttiva Quadro Acque, costituisce un tassello importante per diverse attività e valutazioni tecniche svolte da Arpa Piemonte, tra le quali:

  • definizione dei programmi di monitoraggio delle acque, sulla base di criteri che tengano conto della presenza e significatività di specifiche fonti di pressione;
  • valutazione dei due Indici di Alterazione del Regime Idrologico (IARI) e di Qualità Morfologica (IQM) dei corsi d’acqua, che concorrono, insieme ad altri elementi di qualità, alla classificazione dello Stato Ecologico dei corpi idrici. Nella prima fase di valutazione dello IARI e dell’IQM è prevista l’analisi delle tipologie di pressioni che possono determinare sul corpo idrico alterazioni di tipo idrologico e morfologico;
  • predisposizione dei piani di controllo degli scarichi urbani e produttivi, basati su criteri di priorità che tengano conto della significatività dei singoli scarichi e della pressione totale esercitata sul corpo idrico;
  • continuo aggiornamento delle utenze idriche schematizzate nel sistema modellistico di bilancio idrico;
  • contributi tecnici per il rilascio di autorizzazioni allo scarico o di nuove concessioni di derivazione o per valutazioni di impatto ambientale (VIA) di opere, che tengono conto delle pressioni già insistenti sul corpo idrico e delle variazioni della significatività totale con l’introduzione della nuova pressione;
  • valutazione del rischio di non raggiungimento/mantenimento degli obiettivi di qualità ambientale dei corpi idrici, che prevede un’analisi integrata dei risultati dell’analisi delle pressioni, degli impatti e del monitoraggio delle acque.
     
Informazioni e risorse aggiuntive

Common Implementation Strategy for the Water Framework Directive (2000/60/EC) Guidance document n°3 Analysis of Pressures and Impacts https://circabc.europa.eu/sd/a/7e01a7e0-9ccb-4f3d-8cec-aeef1335c2f7/Guidance No 3 - pressures and impacts - IMPRESS (WG 2.1).pdf

SNPA Linee Guida per l’Analisi delle Pressioni ai sensi della Direttiva 2000/60/CE https://www.isprambiente.gov.it/files2018/pubblicazioni/manuali-linee-guida/MLG_177_18.pdf

Arpa Piemonte Relazione tecnico-metodologica sul calcolo degli indicatori 

Autorità di bacino distrettuale del Po https://pianoacque.adbpo.it/piano-di-gestione-2021/

Regione Piemonte Piano di Tutela delle Acque 2021 https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/acqua/piano-tutela-delle-acque-aggiornamento-2021

  Portale acque di Arpa Piemonte https://webgis.arpa.piemonte.it/monitoraggio_qualita_acque_mapseries/monitoraggio_qualita_acque_webapp/

Modellistica di bilancio idrico

Rapporti di evento

La Regione, al verificarsi di un evento calamitoso di origine naturale (alluvioni, frane, valanghe, eventi sismici, deficit idrici e incendi boschivi) di particolare rilevanza e intensità, che coinvolga significativamente il territorio arrecando danno al patrimonio pubblico, privato, produttivo e agricolo, si attiva per produrre un rapporto di evento utile a preservare memoria storica dell'evento e necessario a supportare le procedure per la richiesta dello Stato di Emergenza al Dipartimento nazionale di Protezione Civile ai sensi dell’art.24 del D.Lgs 1/2018.

Nello specifico i rapporti di evento vengono prodotti al fine di:

  • fornire alla Giunta Regionale una descrizione di quanto accaduto ed un quadro delle risorse necessarie per i ripristini;
  • fornire ai cittadini un’informativa corretta di quanto accaduto;
  • raccogliere organicamente le informazioni relative all'evento;
  • fornire ai competenti soggetti statali (Governo, Dipartimento della Protezione Civile, Ministero dell'Ambiente) un quadro dell'accaduto anche ai fini dell'emanazione, da parte del Governo, dello Stato di Emergenza, una misura che permette di procedere con i primi necessari interventi.

In generale, i rapporti d'evento sono redatti sulla base dei sopralluoghi effettuati dai funzionari tecnici regionali (subito dopo l’evento) e sono integrati con informazioni provenienti da altri soggetti che operano sul territorio (uffici tecnici comunali, Province, AIPO, ARPA, etc).

Sul sito della Regione Piemonte sono disponibili tutti i rapporti di evento alluvionale redatti dalla Regione o da altri soggetti (Arpa, Province, CNR-Irpi, ecc.) dal 1978 al 2023 nonché altra documentazione descrittiva dei medesimi eventi.

Nel corso del 2023 sono stati redatti i seguenti rapporti:

  1. Rapporto sull'evento grandinigeno 6 luglio 2023
  2. Rapporto sulla colata detritica a Bardonecchia (TO) del 13 agosto 2023
Anno
2024
Paragrafi

La Regione, al verificarsi di un evento calamitoso di origine naturale (alluvioni, frane, valanghe, eventi sismici, deficit idrici e incendi boschivi) di particolare rilevanza e intensità, che coinvolga significativamente il territorio arrecando danno al patrimonio pubblico, privato, produttivo e agricolo, si attiva per produrre un rapporto di evento utile a preservare memoria storica dell'evento e necessario a supportare le procedure per la richiesta dello Stato di Emergenza al Dipartimento nazionale di Protezione Civile ai sensi dell’art.24 del D.Lgs 1/2018.

Nello specifico i rapporti di evento vengono prodotti al fine di:

  • fornire alla Giunta Regionale una descrizione di quanto accaduto ed un quadro delle risorse necessarie per i ripristini;
  • fornire ai cittadini un’informativa corretta di quanto accaduto;
  • raccogliere organicamente le informazioni relative all'evento;
  • fornire ai competenti soggetti statali (Governo, Dipartimento della Protezione Civile, Ministero dell'Ambiente) un quadro dell'accaduto anche ai fini dell'emanazione, da parte del Governo, dello Stato di Emergenza, una misura che permette di procedere con i primi necessari interventi.

In generale, i rapporti d'evento sono redatti sulla base dei sopralluoghi effettuati dai funzionari tecnici regionali (subito dopo l’evento) e sono integrati con informazioni provenienti da altri soggetti che operano sul territorio (uffici tecnici comunali, Province, AIPO, ARPA, etc).

Sul sito della Regione Piemonte sono disponibili tutti i rapporti di evento alluvionale redatti dalla Regione o da altri soggetti (Arpa, Province, CNR-Irpi, ecc.) dal 1978 al 2023 nonché altra documentazione descrittiva dei medesimi eventi.

Nel corso del 2023 sono stati redatti i seguenti rapporti:

  1. Rapporto sull'evento grandinigeno 6 luglio 2023
  2. Rapporto sulla colata detritica a Bardonecchia (TO) del 13 agosto 2023
Anno
2024

Il progetto CARG - Cartografia Geologica nazionale 1:50.000

Il progetto CARG prevede la realizzazione, su tutto il territorio nazionale, di fogli geologici e geotematici alla scala 1:50.000. Il progetto rinnoverà radicalmente le conoscenze derivanti dalle mappe alla scala 1:100.000 realizzate a partire dall’unificazione d’Italia, quando le conoscenze della geologia e le metodologie di indagine erano profondamente differenti rispetto ad oggi.
Avviato alla fine degli anni '80, il progetto ha avuto una fase iniziale di sviluppo tra gli anni '90 e i primi anni 2000 che ha consentito di realizzare una prima generazione di fogli geologici; a partire dal 2020 è stato ripreso attraverso una serie di successivi finanziamenti.

 

Fogli attualmente in lavorazione sul territorio regionale
Foglio (nome) Proposta (anno) Ente di ricerca Convenzione (data) Termine previsto (anno)
Novi Ligure 2020 CNR-IGG Luglio 2021 2025
Tortona 2020 CNR-IGG Luglio 2021 2025
Pinerolo 2021 UNITO-DST Ottobre 2022 2026
Casale Monferrato 2022 UNITO-DST Ottobre 2023 2027
Carmagnola 2023 UNITO-DST In lavorazione 2028
Cuneo - Colle di Tenda 2023 UNITO-DST In lavorazione 2028
Fogli attualmente in lavorazione sul territorio regionale

I fogli alla scala 1:50000 (output finale) prevedono una migliore accuratezza, in quanto sono impostati su rilievi alla scala 1:10000 e su carte di base alla scala 1:25000.
È innovativa anche la gestione dei dati, molto più numerosi e di dettaglio rispetto a quanto rappresentabile dalle sole mappe e per questo raccolti e custoditi in uno apposito database. Sono inoltre contemplati approfondimenti tematici, come la modellazione tridimensionale, soprattutto per le aree di pianura e per i fogli del sottosuolo.

L’obiettivo finale è portare a termine, con questa metodologia, il rilievo di tutto il territorio regionale. La disponibilità di un quadro conoscitivo omogeneo, definito sulla base di criteri condivisi a scala nazionale, costituisce un importante patrimonio tecnico e scientifico per cittadini, amministratori e professionisti che, opportunamente impiegato, favorisce la divulgazione della conoscenza orientando a scelte di gestione ed utilizzo consapevole del territorio.

Oggi la cosiddetta “geologia di base” non è difatti una semplice disciplina accademica, appannaggio di un ristretto gruppo di esperti, ma interessa molti aspetti della vita comune, funzionali anche allo sviluppo economico e sociale. Essa supporta ad esempio gli studi di microzonazione sismica e di pericolosità geologica e lo sviluppo di modelli di dissesto su scala regionale. È inoltre un indispensabile supporto per la caratterizzazione idrogeologica, sismica e dei movimenti franosi e per la ricerca e la tutela delle risorse naturali, tra cui le fonti di energia geotermica.

Figura 1. Fogli Geologici 1:50.000 del territorio piemontese

L’amministrazione regionale ha confermato la volontà di proseguire con il progetto attraverso l’adozione della D.G.R. 22 dicembre 2023 n. 9-7999, che definisce il programma dei prossimi fogli da realizzare e ne delinea il quadro amministrativo per la realizzazione.

Anno
2024
Paragrafi

Il progetto CARG prevede la realizzazione, su tutto il territorio nazionale, di fogli geologici e geotematici alla scala 1:50.000. Il progetto rinnoverà radicalmente le conoscenze derivanti dalle mappe alla scala 1:100.000 realizzate a partire dall’unificazione d’Italia, quando le conoscenze della geologia e le metodologie di indagine erano profondamente differenti rispetto ad oggi.
Avviato alla fine degli anni '80, il progetto ha avuto una fase iniziale di sviluppo tra gli anni '90 e i primi anni 2000 che ha consentito di realizzare una prima generazione di fogli geologici; a partire dal 2020 è stato ripreso attraverso una serie di successivi finanziamenti.

 

Fogli attualmente in lavorazione sul territorio regionale
Foglio (nome) Proposta (anno) Ente di ricerca Convenzione (data) Termine previsto (anno)
Novi Ligure 2020 CNR-IGG Luglio 2021 2025
Tortona 2020 CNR-IGG Luglio 2021 2025
Pinerolo 2021 UNITO-DST Ottobre 2022 2026
Casale Monferrato 2022 UNITO-DST Ottobre 2023 2027
Carmagnola 2023 UNITO-DST In lavorazione 2028
Cuneo - Colle di Tenda 2023 UNITO-DST In lavorazione 2028
Fogli attualmente in lavorazione sul territorio regionale

I fogli alla scala 1:50000 (output finale) prevedono una migliore accuratezza, in quanto sono impostati su rilievi alla scala 1:10000 e su carte di base alla scala 1:25000.
È innovativa anche la gestione dei dati, molto più numerosi e di dettaglio rispetto a quanto rappresentabile dalle sole mappe e per questo raccolti e custoditi in uno apposito database. Sono inoltre contemplati approfondimenti tematici, come la modellazione tridimensionale, soprattutto per le aree di pianura e per i fogli del sottosuolo.

L’obiettivo finale è portare a termine, con questa metodologia, il rilievo di tutto il territorio regionale. La disponibilità di un quadro conoscitivo omogeneo, definito sulla base di criteri condivisi a scala nazionale, costituisce un importante patrimonio tecnico e scientifico per cittadini, amministratori e professionisti che, opportunamente impiegato, favorisce la divulgazione della conoscenza orientando a scelte di gestione ed utilizzo consapevole del territorio.

Oggi la cosiddetta “geologia di base” non è difatti una semplice disciplina accademica, appannaggio di un ristretto gruppo di esperti, ma interessa molti aspetti della vita comune, funzionali anche allo sviluppo economico e sociale. Essa supporta ad esempio gli studi di microzonazione sismica e di pericolosità geologica e lo sviluppo di modelli di dissesto su scala regionale. È inoltre un indispensabile supporto per la caratterizzazione idrogeologica, sismica e dei movimenti franosi e per la ricerca e la tutela delle risorse naturali, tra cui le fonti di energia geotermica.

Figura 1. Fogli Geologici 1:50.000 del territorio piemontese

L’amministrazione regionale ha confermato la volontà di proseguire con il progetto attraverso l’adozione della D.G.R. 22 dicembre 2023 n. 9-7999, che definisce il programma dei prossimi fogli da realizzare e ne delinea il quadro amministrativo per la realizzazione.

Anno
2024

Sistema delle conoscenze per il contrasto al dissesto idrogeologico

Anno
2024

Le iniziative che vengono intraprese a livello regionale per contrastare le condizioni di dissesto idrogeologico, quali le attività di pianificazione, gli interventi di mitigazione, la gestione dell'emergenza, indipendentemente dalla scala a cui operano e dall'approccio che adottano, richiedono in primo luogo un'adeguata conoscenza del territorio.
Uno dei principali problemi nel governo del territorio è infatti l’attuazione di interventi efficaci o azioni compatibili con le condizioni di debolezza e di instabilità potenziale del territorio stesso, in continua evoluzione sia per gli aspetti naturali sia per gli stessi interventi antropici.

Il sistema delle conoscenze per il contrasto al dissesto idrogeologico di cui è dotata la Regione, in stretta collaborazione con Arpa Piemonte, opera quindi su più fronti ed azioni in linea di massima riconducibili all'acquisizione dei dati, allo sviluppo di data base per la loro raccolta e conservazione, alla realizzazione e gestione di servizi per l'analisi, l'elaborazione, la diffusione, la divulgazione e la formazione.
Attraverso i tavoli tematici ISPRA, attivati nell'ambito della Rete Italiana dei Servizi Geologici (RISG), il tema della conoscenza per il contrasto al dissesto idrogeologico viene condiviso anche a livello nazionale con le altre regioni.

Progettazione comunitaria

Per le attività correlate alla progettazione comunitaria con Valle d’Aosta, Politecnico di Torino, INRAE e Università Savoie Mont Blanc, nel primo trimestre del 2023 è stata presentata una proposta progettuale per un progetto singolo, di durata triennale, denominato BECCA (Bacini Ecologicamente sostenibili e sicuri, concepiti per l'adattamento ai Cambiamenti ClimAtici). Il progetto ha l’obiettivo generale di migliorare il concepimento, la realizzazione e la gestione dei bacini transfrontalieri sulla base della capitalizzazione dei risultati pregressi e delle esigenze emerse in conseguenza al cambiamento climatico, anche mediante approcci ecosistemici e definendo procedure di pianificazione partecipate, al fine di mitigare gli impatti del rischio derivante dal cedimento degli sbarramenti ed aumentare la resilienza della popolazione.
A seguito della selezione operata da parte del Comitato di Sorveglianza, riunitosi il 5 luglio 2023 a Courchevel nell'ambito del bando "Nuove sfide" e "Governance" del Programma Interreg ALCOTRA 2021-2027, il progetto BECCA è stato approvato nell’estate ed ha portato alla sottoscrizione ad agosto della Convenzione di cooperazione transfrontaliera tra i partner.

Nel 2023 si è avviato operativamente anche il progetto LIFE CLIMAX PO (CLIMate Adaptation for the PO river basin district), nato con l’intento di promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici attraverso una gestione “climaticamente intelligente” delle risorse idriche a scala di distretto idrografico, favorendo l’implementazione della SNAC.
Il progetto CLIMAX PO opererà in cooperazione al Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), in fase di approvazione, per supportare l'implementazione della SNAC a livello distrettuale, tenendo conto delle caratteristiche climatiche locali. 

Presentato a ROMA con il Kick off del 30/03/2023, il progetto ha visto un incontro di progetto svolgersi a Torino nelle date 30/11 e 01/12, coinvolgendo la Regione particolarmente nelle attività correlabili al tema progetti di gestione del materiale sedimentato negli invasi artificiali, di cui al Work Package 5 – Water Management.

Anno
2024
Paragrafi

Per le attività correlate alla progettazione comunitaria con Valle d’Aosta, Politecnico di Torino, INRAE e Università Savoie Mont Blanc, nel primo trimestre del 2023 è stata presentata una proposta progettuale per un progetto singolo, di durata triennale, denominato BECCA (Bacini Ecologicamente sostenibili e sicuri, concepiti per l'adattamento ai Cambiamenti ClimAtici). Il progetto ha l’obiettivo generale di migliorare il concepimento, la realizzazione e la gestione dei bacini transfrontalieri sulla base della capitalizzazione dei risultati pregressi e delle esigenze emerse in conseguenza al cambiamento climatico, anche mediante approcci ecosistemici e definendo procedure di pianificazione partecipate, al fine di mitigare gli impatti del rischio derivante dal cedimento degli sbarramenti ed aumentare la resilienza della popolazione.
A seguito della selezione operata da parte del Comitato di Sorveglianza, riunitosi il 5 luglio 2023 a Courchevel nell'ambito del bando "Nuove sfide" e "Governance" del Programma Interreg ALCOTRA 2021-2027, il progetto BECCA è stato approvato nell’estate ed ha portato alla sottoscrizione ad agosto della Convenzione di cooperazione transfrontaliera tra i partner.

Nel 2023 si è avviato operativamente anche il progetto LIFE CLIMAX PO (CLIMate Adaptation for the PO river basin district), nato con l’intento di promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici attraverso una gestione “climaticamente intelligente” delle risorse idriche a scala di distretto idrografico, favorendo l’implementazione della SNAC.
Il progetto CLIMAX PO opererà in cooperazione al Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC), in fase di approvazione, per supportare l'implementazione della SNAC a livello distrettuale, tenendo conto delle caratteristiche climatiche locali. 

Presentato a ROMA con il Kick off del 30/03/2023, il progetto ha visto un incontro di progetto svolgersi a Torino nelle date 30/11 e 01/12, coinvolgendo la Regione particolarmente nelle attività correlabili al tema progetti di gestione del materiale sedimentato negli invasi artificiali, di cui al Work Package 5 – Water Management.

Anno
2024

Piano Operativo FSC infrastrutture 2014-2020 - Dighe

Il Cipe, con delibera n. 25 del 10 agosto 2016, ha approvato l’individuazione delle aree tematiche e dei relativi obiettivi strategici su cui impiegare la dotazione finanziaria del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), tra le quali è presente anche l’area “Infrastrutture”.

Le dighe sono infrastrutture che interagiscono con il territorio in modo molto rilevante, sia dal punto di vista idraulico che ambientale. Date le disastrose conseguenze di eventuali incidenti, le norme stabiliscono che le “grandi dighe” siano costantemente controllate, nonché soggette, da parte dei concessionari, a manutenzioni ordinarie o straordinarie e ad interventi di adeguamento/miglioramento nei confronti dei vari standard tecnici di sicurezza.

Nel 2022 è stata richiesta dai gestori, e approvata, una rimodulazione dei finanziamenti (Settore di intervento: 05.02 - “Risorse Idriche” (Ex Asse D) di competenza della Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche) per le dighe alessandrine che portano a ridurre quello assegnato alla diga di Lago Lungo (meno 9 milioni di euro) e ad aumentare quello per le dighe della Lavagnina inferiore e di lago Lavezze (ciascuna 2,5 milioni di euro), inserendo inoltre ex novo la diga Badana (4 milioni di euro).

Nel 2023, per questi stessi impianti sono state approfondite le modalità di intervento che dovranno anche garantire il mantenimento della disponibilità di acqua potabile per l’approvvigionamento della città di Genova e lavorato per l’approntamento dei cantieri e delle strade necessarie.

Anno
2024
Paragrafi

Il Cipe, con delibera n. 25 del 10 agosto 2016, ha approvato l’individuazione delle aree tematiche e dei relativi obiettivi strategici su cui impiegare la dotazione finanziaria del Fondo Sviluppo e Coesione (FSC), tra le quali è presente anche l’area “Infrastrutture”.

Le dighe sono infrastrutture che interagiscono con il territorio in modo molto rilevante, sia dal punto di vista idraulico che ambientale. Date le disastrose conseguenze di eventuali incidenti, le norme stabiliscono che le “grandi dighe” siano costantemente controllate, nonché soggette, da parte dei concessionari, a manutenzioni ordinarie o straordinarie e ad interventi di adeguamento/miglioramento nei confronti dei vari standard tecnici di sicurezza.

Nel 2022 è stata richiesta dai gestori, e approvata, una rimodulazione dei finanziamenti (Settore di intervento: 05.02 - “Risorse Idriche” (Ex Asse D) di competenza della Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche) per le dighe alessandrine che portano a ridurre quello assegnato alla diga di Lago Lungo (meno 9 milioni di euro) e ad aumentare quello per le dighe della Lavagnina inferiore e di lago Lavezze (ciascuna 2,5 milioni di euro), inserendo inoltre ex novo la diga Badana (4 milioni di euro).

Nel 2023, per questi stessi impianti sono state approfondite le modalità di intervento che dovranno anche garantire il mantenimento della disponibilità di acqua potabile per l’approvvigionamento della città di Genova e lavorato per l’approntamento dei cantieri e delle strade necessarie.

Anno
2024

Gruppo di Lavoro interdirezionale “Nuove capacità di invaso”

Il 2022 è stato l’anno idrologico con il peggior afflusso di precipitazioni oltre che l’anno più caldo degli ultimi 65 anni, rendendo drammaticamente evidente la situazione emergenziale relativa alla carenza idrica, che sta causando gravi effetti sulle riserve idropotabili, sull’agricoltura e non solo. I diversi modelli previsionali per il prossimo futuro presentano tutti una situazione in continuo peggioramento, sebbene con diversi indici di gravità.

Considerando la siccità registrata anche nel corso del 2023 sul territorio piemontese e che l’impatto sempre più rilevante del cambiamento climatico, si ripercuote sulla disponibilità idrica per i diversi usi ed inoltre che il Piano di Tutela delle Acque (PTA) prevede una serie coordinata di azioni volte a consentire un consumo idrico sostenibile, tra cui anche la realizzazione di nuove capacità di invaso, avendo rilevato la necessità di elaborare un documento programmatico che provveda alla ricognizione di nuove capacità di invaso e delle potenziali aree di localizzazione sul territorio piemontese, il 08/07/2022 è stato istituito il Gruppo di lavoro interdirezionale “Nuove Capacità di invaso”. Il Gruppo si è riunito circa una volta al mese fino a giugno 2023, occupandosi di avviare anche la collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti con cui si è approvato lo schema di protocollo di intesa per la definizione delle modalità di cooperazione finalizzate alla valutazione e all’identificazione degli interventi e programmi di investimenti necessari per l’ottimizzazione della gestione della risorsa idrica, in conformità con la normativa relativa al programma InvestEU.
A seguito della firma del protocollo ed entro la fine dell’anno sono state effettuate la valutazione di tutte le banche dati disponibili e la predisposizione di un dossier di Analisi “As Is” che restituisce una rappresentazione delle principali condizioni attuali del sistema idrico regionale.

I lavori proseguiranno nel 2024, fino alla stesura completa del documento programmatico citato.

Il coordinamento tra le strutture regionali e con l’Autorità di Distretto del fiume Po ha portato a:

  • fornire delle proposte regionali tra le quali l'Autorità di Bacino - in accordo con il MIT - ha scelto nel 2023 la “Realizzazione di azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della valle di Lanzo e della città Metropolitana di Torino, tra cui la realizzazione di un invaso a scopi plurimi in valle di Lanzo”. Sono state approvate le Disposizioni per la sottoscrizione di un Accordo con Autorità di Distretto del fiume Po, Ente di governo d'Ambito n. 3 ''Torinese'' e SMAT S.p.A., volto a definire la governance per lo sviluppo e la condivisione del Documento di fattibilità delle alternative progettuali (DOCFAP) e del Progetto di fattibilità tecnica ed economica dell'intervento (PFTE). L’accordo di collaborazione è stato poi definitivamente formalizzato con Decreto n.111 del 27/12/2023 dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po;
  • approvare “l’elenco degli interventi da proporre al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche per l’inserimento nel Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (PNIISSI)” propedeutico all’inserimento delle proposte nell’applicativo del ministero entro il 30 ottobre.
Anno
2024
Paragrafi

Il 2022 è stato l’anno idrologico con il peggior afflusso di precipitazioni oltre che l’anno più caldo degli ultimi 65 anni, rendendo drammaticamente evidente la situazione emergenziale relativa alla carenza idrica, che sta causando gravi effetti sulle riserve idropotabili, sull’agricoltura e non solo. I diversi modelli previsionali per il prossimo futuro presentano tutti una situazione in continuo peggioramento, sebbene con diversi indici di gravità.

Considerando la siccità registrata anche nel corso del 2023 sul territorio piemontese e che l’impatto sempre più rilevante del cambiamento climatico, si ripercuote sulla disponibilità idrica per i diversi usi ed inoltre che il Piano di Tutela delle Acque (PTA) prevede una serie coordinata di azioni volte a consentire un consumo idrico sostenibile, tra cui anche la realizzazione di nuove capacità di invaso, avendo rilevato la necessità di elaborare un documento programmatico che provveda alla ricognizione di nuove capacità di invaso e delle potenziali aree di localizzazione sul territorio piemontese, il 08/07/2022 è stato istituito il Gruppo di lavoro interdirezionale “Nuove Capacità di invaso”. Il Gruppo si è riunito circa una volta al mese fino a giugno 2023, occupandosi di avviare anche la collaborazione con Cassa Depositi e Prestiti con cui si è approvato lo schema di protocollo di intesa per la definizione delle modalità di cooperazione finalizzate alla valutazione e all’identificazione degli interventi e programmi di investimenti necessari per l’ottimizzazione della gestione della risorsa idrica, in conformità con la normativa relativa al programma InvestEU.
A seguito della firma del protocollo ed entro la fine dell’anno sono state effettuate la valutazione di tutte le banche dati disponibili e la predisposizione di un dossier di Analisi “As Is” che restituisce una rappresentazione delle principali condizioni attuali del sistema idrico regionale.

I lavori proseguiranno nel 2024, fino alla stesura completa del documento programmatico citato.

Il coordinamento tra le strutture regionali e con l’Autorità di Distretto del fiume Po ha portato a:

  • fornire delle proposte regionali tra le quali l'Autorità di Bacino - in accordo con il MIT - ha scelto nel 2023 la “Realizzazione di azioni sinergiche per il soddisfacimento dei fabbisogni idrici della valle di Lanzo e della città Metropolitana di Torino, tra cui la realizzazione di un invaso a scopi plurimi in valle di Lanzo”. Sono state approvate le Disposizioni per la sottoscrizione di un Accordo con Autorità di Distretto del fiume Po, Ente di governo d'Ambito n. 3 ''Torinese'' e SMAT S.p.A., volto a definire la governance per lo sviluppo e la condivisione del Documento di fattibilità delle alternative progettuali (DOCFAP) e del Progetto di fattibilità tecnica ed economica dell'intervento (PFTE). L’accordo di collaborazione è stato poi definitivamente formalizzato con Decreto n.111 del 27/12/2023 dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po;
  • approvare “l’elenco degli interventi da proporre al Ministero delle infrastrutture e dei trasporti – Direzione generale per le dighe e le infrastrutture idriche per l’inserimento nel Piano nazionale di interventi infrastrutturali e per la sicurezza nel settore idrico (PNIISSI)” propedeutico all’inserimento delle proposte nell’applicativo del ministero entro il 30 ottobre.
Anno
2024