Rete fissa di monitoraggio acustico

Anno
2024

Arpa Piemonte gestisce una rete fissa di monitoraggio acustico, così composta:

  •  5 centraline per la valutazione della rumorosità nella città di Torino, di cui 2 per il traffico stradale, 2 per la movida e 1 per la caratterizzazione del fondo ambientale nel centro urbano;
  • 4 centraline per la valutazione della rumorosità dell'aeroporto di Milano Malpensa sul territorio piemontese.

Da una analisi dei valori rilevati nelle due stazioni di traffico stradale si è osservato un leggero decremento dei livelli sonori. Non considerando gli anni 2020 e 2021, caratterizzati da condizioni anomale conseguenti alla pandemia da COVID-19, nel 2023 si sono rilevate riduzioni dei livelli medi mensili dell'ordine di 1- 2 dBA rispetto ai precedenti periodi monitorati.

Tale variazione, seppur minima, può costituire un segnale da tenere sotto controllo nei prossimi anni, sebbene il numero limitato di punti di rilievo, riferiti alla sola città di Torino, non consente ad oggi di formulare considerazioni di carattere generale.

Andamento del livello di rumore medio mensile nel periodo notturno (22-06) registrato negli anni 2018-2023 in corrispondenza di una strada urbana ad elevata percorrenza a Torino - Fonte Arpa Piemonte
Andamento del livello di rumore medio mensile nel periodo notturno (22 - 06) registrato negli anni 2018-2023 in corrispondenza di una strada urbana a media percorrenza a Torino - Fonte Arpa Piemonte

I dati sul rumore da movida evidenziano il permanere di una evidente criticità nei centri urbani, in particolar modo nelle aree caratterizzate da un’elevata densità di locali pubblici e di spazi all’aperto attrezzati.

In tali aree il vociare delle persone assembrate nei dehors e sul suolo pubblico può determinare livelli di immissione sonora medi nel periodo notturno (ore 22-06) che superano i 70 dB(A) nella maggior parte dei mesi dell’anno.

Andamento del livello di rumore medio mensile nel periodo notturno (22 - 06) registrato negli anni 2020-2023 in corrispondenza di un’area di movida a Torino (nel 2020 e 2021 si può osservare la riduzione dei livelli dovuta alle restrizioni da COVID-19) - Fonte Arpa Piemonte

Controlli e monitoraggi del rumore

Capitolo
Rumore, risposte
Anno
2024
Attività di Arpa Piemonte

L’attività istituzionale di Arpa viene svolta di norma su richiesta degli enti competenti (Province/Città Metropolitana, Comuni, Autorità Giudiziaria, ecc) e prevede il controllo/monitoraggio dell'inquinamento acustico e il rilascio di pareri tecnici previsionali.

Il controllo del rumore è finalizzato alla verifica della conformità normativa di sorgenti puntuali (attività produttive, professionali e commerciali) all’interno e all'esterno degli ambienti abitativi. 

Il monitoraggio viene realizzato in ambiente esterno ed è riferito generalmente alla valutazione del rumore prodotto dalle infrastrutture di trasporto o alla determinazione del clima acustico presente in un’area. 

I pareri tecnici preventivi sono rilasciati nell’ambito delle procedure autorizzative legate a nuovi insediamenti produttivi e/o infrastrutture di trasporto (Valutazione Previsionale di Impatto Acustico) e a nuovi ricettori sensibili al rumore, quali scuole, ospedali, case di cura o di riposo (Valutazione Previsionale di Clima Acustico).

Inoltre, Arpa esegue studi, analisi e attività di ricerca applicata finalizzati alla sperimentazione di nuove tecnologie di rilievo e caratterizzazione del rumore ambientale, di soluzioni tecnologiche di mitigazione acustica e di sviluppo di modelli di calcolo previsionale.

Controlli e monitoraggi 

Il numero complessivo degli interventi di monitoraggi e controlli effettuati da ARPA Piemonte nel 2023 è risultato pari a 227, in diminuzione rispetto all’anno precedente (276) ma in linea con il 2021 (225). 

A fronte dei controlli effettuati sono state riscontrate 40 non conformità, che hanno determinato la contestazione di 30 illeciti amministrativi e di 1 comunicazione di notizia di reato alla Autorità Giudiziaria.

Circa il 38% degli interventi riguarda il territorio della provincia di Torino, senza considerare i controlli sui locali pubblici e gli esercizi commerciali nel comune capoluogo, gestiti direttamente dalla Polizia Municipale a seguito di un protocollo di intesa Città di Torino – Arpa Piemonte. 

Le principali cause di richiesta di intervento sono le attività commerciali e i locali pubblici, a seguire gli impianti tecnologici e gli insediamenti industriali e in misura ancora minore le altre tipologie di sorgenti.

Numero di esposti e numero di attività o infrastrutture controllate per rumore da Arpa Piemonte nel 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Valutazioni e pareri tecnici

La valutazione preventiva del potenziale impatto di nuovi insediamenti produttivi e/o infrastrutture di trasporto (Valutazione Previsionale di Impatto Acustico) e attività o di nuovi ricettori sensibili al rumore, quali scuole, ospedali, case di cura o di riposo (Valutazione Previsionale di Clima Acustico) è un’altra forma di risposta che vede ARPA Piemonte impegnata ad esprimere quotidianamente pareri tecnici su richiesta delle autorità competenti nell’ambito di procedure di rilascio di titoli autorizzativi edilizi e/o per lo svolgimento delle relative attività.

Il numero dei pareri rilasciati ha raggiunto un massimo nel 2010 (963), subendo successivamente una progressiva leggera riduzione fino al valore di 651, nel 2020, per poi risalire a 900 nel 2023.

Numero di pareri relativi a rumore rilasciati da Arpa Piemonte nel periodo dal 2004 al 2023 - Fonte Arpa Piemonte

Nella distribuzione per dipartimento territoriale, si può osservare che il 40% circa dei pareri è relativo all’ambito territoriale del nord-est (province di Biella, Novara, Verbania, Vercelli). 

Numero di pareri per rumore rilasciati da Arpa Piemonte suddivisi per dipartimento territoriale, Anno 2023 - Fonte Arpa Piemonte

La grande maggioranza delle richieste (87% circa) è relativa alla valutazione previsionale di impatto acustico, obbligatoria per la realizzazione/modifica/potenziamento di attività produttive, commerciali, artigianali, infrastrutture di trasporto, locali pubblici con impianti elettroacustici, ecc., seguita dai pareri sulle attività temporanee (cantieri, manifestazioni), pari a circa il 6% del totale. 

Si registra un numero limitato di valutazioni di clima acustico per nuovi insediamenti sensibili (residenze, scuole, ecc…), pari al 2% circa delle richieste pervenute.

Numero di pareri relativi al rumore rilasciati da Arpa Piemonte per tipologia nel 2023 - Fonte Arpa Piemonte

Rumore, risposte

Tema
Tipo
Paragrafi
Politiche europee

La Direttiva 2002/49/CE introduce un approccio comune europeo al fine di evitare, prevenire o ridurre gli effetti nocivi, compreso il fastidio, dell’esposizione al rumore ambientale e fornisce una base per lo sviluppo di misure comunitarie di contenimento del rumore generato dalle principali sorgenti, in particolare traffico stradale, ferroviario, aeroportuale e industriale.

Ai sensi della Direttiva sono progressivamente attuate le seguenti azioni:

  • la determinazione dell'esposizione al rumore ambientale mediante la mappatura acustica realizzata sulla base di metodi di determinazione comuni;
  • l'informazione del pubblico in merito al rumore ambientale e ai relativi effetti;
  • l'adozione da parte degli Stati membri di piani d'azione, in base ai risultati della mappatura acustica, allo scopo di evitare e ridurre il rumore ambientale laddove necessario nonché di conservare la qualità acustica dell'ambiente quando questa è buona.

Nel 2021 la Commissione europea ha adottato un piano d'azione "Verso l'inquinamento zero per l'aria, l'acqua e il suolo" nell'ambito del Green Deal europeo.

Dato l'impatto negativo del rumore sulla salute umana e l'elevato numero di persone colpite, la riduzione del rumore ambientale è un obiettivo chiave nell'ambito del piano d'azione per l'inquinamento zero. In particolare, l'obiettivo è quello di ridurre entro il 2030 del 30% rispetto al 2017 il numero di persone cronicamente disturbate dal rumore dei trasporti. Per raggiungere questo obiettivo, la Commissione europea ha individuato la necessità di:

  • monitorare i progressi compiuti verso una riduzione del 30% del numero di persone cronicamente disturbate dal rumore entro il 2030;
  • migliorare il quadro normativo in materia di rumore per i pneumatici, i veicoli stradali, le ferrovie e gli aeromobili a livello dell'UE e anche a livello internazionale;
  • esaminare i progressi compiuti nel 2022 e valutare se sia necessario fissare obiettivi di riduzione del rumore a livello dell'UE nella direttiva sul rumore ambientale (END);
  • migliorare l'integrazione dei piani d'azione per il rumore nei piani di mobilità urbana sostenibile, beneficiando di un'estensione del trasporto pubblico pulito e della mobilità attiva.
Politiche nazionali

Gli obiettivi e i principi fissati a livello europeo si affiancano a quelli precedentemente stabiliti dal legislatore nazionale attraverso la Legge 447/95, sintetizzabili nei seguenti punti:

  • regolare e disciplinare direttamente la materia dell’inquinamento acustico;
  • assegnare le competenze e le funzioni per la gestione dell’inquinamento acustico, secondo un processo di decentramento amministrativo;
  • affrontare il problema dell’inquinamento acustico in chiave preventiva;
  • inserire l’inquinamento acustico tra le cause di degrado ambientale;
  • porre in relazione il concetto di inquinamento acustico con il valore della salute;
  • fissare limiti massimi di esposizione nell’ambiente esterno e nell’ambiente abitativo per le diverse tipologie di sorgenti sonore;
  • introdurre un meccanismo sanzionatorio;
  • stabilire le procedure per il risanamento acustico.

Le disposizioni nazionali sono state oggetto di un processo di armonizzazione con quelle comunitarie, attraverso l’emanazione del D.lgs. 42/2017.

Politiche regionali

L’attuazione di quanto previsto dalla Legge 447/95 è demandata ad una serie di regolamenti statali e disposizioni a livello regionale.

In Piemonte è stata approvata la Legge Regionale 52/00, corredata da una serie di delibere della Giunta Regionale, con l’obiettivo di:

  • stabilire nel dettaglio le competenze di regione, province/città metropolitana e comuni;
  • fissare i criteri tecnici per la predisposizione dei piani di classificazione acustica dei comuni e le relative procedure di approvazione;
  • definire i criteri tecnici per la predisposizione delle documentazioni previsionali di impatto e clima acustico, necessarie all’atto del rilascio/attestazione dei titoli autorizzativi per attività potenzialmente rumorose e per insediamenti sensibili;
  • stabilire i criteri per il rilascio delle autorizzazioni in deroga ai limiti da parte dei comuni.    
Anno
2024

Piattaforma FloodCat

La piattaforma informatica ad accesso riservato FloodCat (Flood Catalogue), nel più ampio contesto dell’implementazione della Direttiva Alluvioni 2007/60/CE (Floods Directive), è stata sviluppata con il supporto di ISPRA e del CIMA (Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale) e si pone come scopo quello di fornire una rappresentazione unitaria ed omogenea degli eventi alluvionali che si verificano sul territorio nazionale e delle conseguenze avverse ad essi associate.

Il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPCN) ha messo a disposizione delle Autorità competenti (Regioni, Province Autonome e Autorità di distretto) la piattaforma, che consente di inserire, validare, visualizzare e analizzare una serie di informazioni relative alla collocazione spaziale e temporale degli eventi alluvionali del passato, nonché alle conseguenze avverse ad essi associati ed è conforme con i “floods reporting schemes” previsti per la redazione della “Valutazione Preliminare del Rischio” ai sensi dell’art. 4 della Direttiva Alluvioni.

Al fine di garantire l’acquisizione di dati utili a valutare i principali meccanismi dell’esondazione e l’impatto sul territorio, determinanti per la ricostruzione delle aree allagate e per la validazione dei modelli idraulici, le Regioni devono avviare, compatibilmente con le attività di emergenza, il rilevamento degli effetti al suolo dell’evento alluvionale.

Sul FloodCat devono essere caricati tutti gli eventi che, ai fini dell’attività di protezione civile, sono classificati di tipo C (livello nazionale), di tipo B (livello provinciale e regionale), di tipo A (livello comunale), tutti gli altri eventi certificati e comunque tutti gli eventi che hanno comportato almeno una vittima.

FloodCat si basa su tre oggetti principali: Evento, Fenomeno e Danno (fig.1).

  • Evento: è caratterizzato dall’avere un’unica origine (ad es. fluviale, pluviale, marina) e dall’aver interessato una specifica Unità di Gestione, che per il Piemonte è ITN008. Ciascun Evento è descritto mediante uno o più Fenomeni.
     
  • Fenomeno: è contraddistinto da un’unica caratteristica (ad es. flash flood, colata detritica, piena da fusione nivale) e più meccanismi (ad es. superamento della capacità di contenimento in alveo, superamento della capacità di contenimento delle opere di difesa). A ciascun meccanismo si possono associare uno o più Danni.
     
  • Danno: rappresenta la descrizione dell’impatto sugli elementi esposti, classificati mediante una o più categorie (ad es. edifici civili, impianti industriali) e relative sottocategorie (case monofamiliari, impianti IPPC). Ad ogni Danno, georiferito, deve essere associata una descrizione, il valore in euro, la classe relativa all’impatto (da non significativo a molto alto), la categoria e la sottocategoria (ad es. per i danni alle abitazioni private, la categoria è “Edifici e beni privati” e la sottocategoria è “Edifici pubblici/privati ad uso abitativo (residenziale, ad es.centri abitati, condomini, case monofamiliari, edilizia popolare, garage, scantinati).
Figura 1. Gli oggetti di FloodCat: Evento, Fenomeno e Danno

Il reporting verso l’Unione Europea viene effettuato ogni 6 anni.
Allo stato attuale, si sta procedendo all’elaborazione dei dati relativi al II ciclo di Gestione che va dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2024 e sono disponibili i dati relativi a:

  • colata detritica di Formazza del giugno 2019
  • colata detritica di Formazza dell’agosto 2019
  • alluvione di ottobre 2019 
  • alluvione di novembre 2019
  • evento pluvio-torrentizio della collina torinese del giugno 2020
  • alluvione di ottobre 2021.
Figura 2. Eventi di FloodCat validati, relativi al 2° ciclo di Gestione
Anno
2024
Paragrafi

La piattaforma informatica ad accesso riservato FloodCat (Flood Catalogue), nel più ampio contesto dell’implementazione della Direttiva Alluvioni 2007/60/CE (Floods Directive), è stata sviluppata con il supporto di ISPRA e del CIMA (Centro Internazionale in Monitoraggio Ambientale) e si pone come scopo quello di fornire una rappresentazione unitaria ed omogenea degli eventi alluvionali che si verificano sul territorio nazionale e delle conseguenze avverse ad essi associate.

Il Dipartimento della Protezione Civile Nazionale (DPCN) ha messo a disposizione delle Autorità competenti (Regioni, Province Autonome e Autorità di distretto) la piattaforma, che consente di inserire, validare, visualizzare e analizzare una serie di informazioni relative alla collocazione spaziale e temporale degli eventi alluvionali del passato, nonché alle conseguenze avverse ad essi associati ed è conforme con i “floods reporting schemes” previsti per la redazione della “Valutazione Preliminare del Rischio” ai sensi dell’art. 4 della Direttiva Alluvioni.

Al fine di garantire l’acquisizione di dati utili a valutare i principali meccanismi dell’esondazione e l’impatto sul territorio, determinanti per la ricostruzione delle aree allagate e per la validazione dei modelli idraulici, le Regioni devono avviare, compatibilmente con le attività di emergenza, il rilevamento degli effetti al suolo dell’evento alluvionale.

Sul FloodCat devono essere caricati tutti gli eventi che, ai fini dell’attività di protezione civile, sono classificati di tipo C (livello nazionale), di tipo B (livello provinciale e regionale), di tipo A (livello comunale), tutti gli altri eventi certificati e comunque tutti gli eventi che hanno comportato almeno una vittima.

FloodCat si basa su tre oggetti principali: Evento, Fenomeno e Danno (fig.1).

  • Evento: è caratterizzato dall’avere un’unica origine (ad es. fluviale, pluviale, marina) e dall’aver interessato una specifica Unità di Gestione, che per il Piemonte è ITN008. Ciascun Evento è descritto mediante uno o più Fenomeni.
     
  • Fenomeno: è contraddistinto da un’unica caratteristica (ad es. flash flood, colata detritica, piena da fusione nivale) e più meccanismi (ad es. superamento della capacità di contenimento in alveo, superamento della capacità di contenimento delle opere di difesa). A ciascun meccanismo si possono associare uno o più Danni.
     
  • Danno: rappresenta la descrizione dell’impatto sugli elementi esposti, classificati mediante una o più categorie (ad es. edifici civili, impianti industriali) e relative sottocategorie (case monofamiliari, impianti IPPC). Ad ogni Danno, georiferito, deve essere associata una descrizione, il valore in euro, la classe relativa all’impatto (da non significativo a molto alto), la categoria e la sottocategoria (ad es. per i danni alle abitazioni private, la categoria è “Edifici e beni privati” e la sottocategoria è “Edifici pubblici/privati ad uso abitativo (residenziale, ad es.centri abitati, condomini, case monofamiliari, edilizia popolare, garage, scantinati).
Figura 1. Gli oggetti di FloodCat: Evento, Fenomeno e Danno

Il reporting verso l’Unione Europea viene effettuato ogni 6 anni.
Allo stato attuale, si sta procedendo all’elaborazione dei dati relativi al II ciclo di Gestione che va dal 1° gennaio 2019 al 31 dicembre 2024 e sono disponibili i dati relativi a:

  • colata detritica di Formazza del giugno 2019
  • colata detritica di Formazza dell’agosto 2019
  • alluvione di ottobre 2019 
  • alluvione di novembre 2019
  • evento pluvio-torrentizio della collina torinese del giugno 2020
  • alluvione di ottobre 2021.
Figura 2. Eventi di FloodCat validati, relativi al 2° ciclo di Gestione
Anno
2024

Rilocalizzazione degli immobili in aree a rischio

Nel corso del 2023, sono stati concessi contributi a n. 4 Comuni per la somma di  203.757,19 € per la rilocalizzazione preventiva degli immobili ad uso abitativo ricadenti in aree a rischio idrogeologico.

È stato realizzato un database che identifica e georiferisce gli edifici residenziali oggetto di rilocalizzazione, con la collaborazione di alcune ricercatrici nell’ambito del Progetto “Planned relocatIon as adapTation in a cHAnging ClimAte" (ITHACA), appartenenti all’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) di Vienna e al Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC).

Il DB consente di:

  • georiferire gli edifici residenziali oggetto di rilocalizzazione preventiva ai sensi delle varie DGR;
  • permettere un rapido inquadramento dei dati di maggior interesse dell’istanza;
  • consentire una veloce consultazione dei principali atti connessi alla rilocalizzazione medesima.

Iniziato a maggio 2022, il progetto ITHACA è finanziato dalla Commissione Europea tramite il programma Horizon 2020 EXCELLENT SCIENCE - Marie Skłodowska-Curie Actions e si focalizza sull’analisi dell’attuazione delle disposizioni vigenti, sulla rilocalizzazione preventiva come misura di riduzione del rischio alluvionale in Europa e studia, inoltre, il modo in cui le relative politiche ed istituzioni possano essere innovate per sostenerne l’impiego strategico nell’ambito dell’adattamento ai cambiamenti climatici.
Il caso studio principale la Regione Piemonte: l'unica, all'interno del bacino del Po, ad aver maturato una significativa esperienza nella rilocalizzazione in via preventiva di immobili ad uso abitativo ed ubicati in aree a rischio idraulico e idrogeologico.

Il progetto si concluderà a ottobre 2024.

Anno
2024
Paragrafi

Nel corso del 2023, sono stati concessi contributi a n. 4 Comuni per la somma di  203.757,19 € per la rilocalizzazione preventiva degli immobili ad uso abitativo ricadenti in aree a rischio idrogeologico.

È stato realizzato un database che identifica e georiferisce gli edifici residenziali oggetto di rilocalizzazione, con la collaborazione di alcune ricercatrici nell’ambito del Progetto “Planned relocatIon as adapTation in a cHAnging ClimAte" (ITHACA), appartenenti all’International Institute for Applied Systems Analysis (IIASA) di Vienna e al Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC).

Il DB consente di:

  • georiferire gli edifici residenziali oggetto di rilocalizzazione preventiva ai sensi delle varie DGR;
  • permettere un rapido inquadramento dei dati di maggior interesse dell’istanza;
  • consentire una veloce consultazione dei principali atti connessi alla rilocalizzazione medesima.

Iniziato a maggio 2022, il progetto ITHACA è finanziato dalla Commissione Europea tramite il programma Horizon 2020 EXCELLENT SCIENCE - Marie Skłodowska-Curie Actions e si focalizza sull’analisi dell’attuazione delle disposizioni vigenti, sulla rilocalizzazione preventiva come misura di riduzione del rischio alluvionale in Europa e studia, inoltre, il modo in cui le relative politiche ed istituzioni possano essere innovate per sostenerne l’impiego strategico nell’ambito dell’adattamento ai cambiamenti climatici.
Il caso studio principale la Regione Piemonte: l'unica, all'interno del bacino del Po, ad aver maturato una significativa esperienza nella rilocalizzazione in via preventiva di immobili ad uso abitativo ed ubicati in aree a rischio idraulico e idrogeologico.

Il progetto si concluderà a ottobre 2024.

Anno
2024

Varianti alle fasce fluviali nel 2023

Variante locale alle fasce fluviali nel comune di Carignano (To) sul fiume Po

Decreto di approvazione dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po n. 94 del 21/11/2023

La variante dà priorità ad un tratto del fiume Po nel Comune di Carignano (in prossimità del centro abitato di Carignano) nel quale è prevista la costruzione di un nuovo ponte, lungo la S.P. 12.

L’aggiornamento delle fasce fluviali e dell’assetto di progetto del PAI è stato ritenuto prioritario per consentire un’idonea progettazione degli interventi di adeguamento del ponte e della viabilità di accesso. In particolare, la realizzazione del nuovo ponte è prevista all’interno del Piano di messa in sicurezza e/o ricostruzione dei ponti sul Po presenti in Piemonte.
L’intervento è inserito nel programma finanziato dal D.M. M.I.T. n.1 del 03/01/2020 con uno stanziamento di € 16.800.000,00 e rappresenta un’importante opportunità per l’adeguamento della viabilità del territorio. In recepimento alle nuove conoscenze ad oggi disponibili, derivanti dagli approfondimenti modellistici condotti nell’ambito della progettazione del nuovo ponte e dai sopralluoghi effettuati dalla Regione Piemonte, questa variante aggiorna la delimitazione delle fasce fluviali del PAI Po e la perimetrazione delle aree allagabili del PGRA (limitatamente agli scenari P2 e P1) nel tratto di fiume Po nel comune di Carignano.

In funzione dei risultati conseguiti, è stato approfondito l’assetto di progetto con la precisazione di interventi integrativi e di adeguamento, al fine di conseguire un assetto morfologico ed idraulico del corso d’acqua coerente con l’obiettivo di mitigare le condizioni di pericolosità idraulica compatibilmente con l’uso del suolo presente.

Figura 1. Fasce fluviali Carignano - Le linee nere corrispondono alle fasce vigenti, quelle rosse alle fasce in variante
Variante delle fasce fluviali del torrente Lemina

Decreto di adozione dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po n. 66 dell’8/08/2023

La variante ha aggiornato la delimitazione delle fasce fluviali del PAI e le perimetrazioni delle aree allagabili del PGRA del torrente Lemina nel tratto compreso tra Pinerolo (ponte Via Francesco Raviolo) e la confluenza nel torrente Chisola, nel comune di La Loggia. La base conoscitiva di riferimento è riconducibile allo “Studio finalizzato al completamento e aggiornamento delle analisi idrauliche sulle modalità di propagazione delle piene lungo l’asta del Torrente Lemina e all’aggiornamento dell’assetto di progetto e delle fasce fluviali” redatto dall’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po nel 2021.

I risultati dello Studio, integrati anche dalle informazioni relative all’evento alluvionale del 2016, costituiscono il riferimento principale per la predisposizione della Variante che interessa il corso d’acqua, sia per quanto riguarda l’aggiornamento della delimitazione delle fasce fluviali, che per le aree soggette a diverse pericolosità per fenomeni di inondazione contenute nel PGRA.

I comuni interessati, ricadenti nella Provincia di Torino sono, da monte verso valle: Pinerolo, Buriasco, Macello, Cercenasco, Vigone, Virle Piemonte, Castagnole Piemonte, Osasio, Carignano, Piobesi Torinese, Vinovo e La Loggia.

Figura 2. Fasce fluviali Torrente Lemina - Le linee nere corrispondono alle fasce vigenti, quelle rosse alle fasce in variante
Anno
2024
Paragrafi
Variante locale alle fasce fluviali nel comune di Carignano (To) sul fiume Po

Decreto di approvazione dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po n. 94 del 21/11/2023

La variante dà priorità ad un tratto del fiume Po nel Comune di Carignano (in prossimità del centro abitato di Carignano) nel quale è prevista la costruzione di un nuovo ponte, lungo la S.P. 12.

L’aggiornamento delle fasce fluviali e dell’assetto di progetto del PAI è stato ritenuto prioritario per consentire un’idonea progettazione degli interventi di adeguamento del ponte e della viabilità di accesso. In particolare, la realizzazione del nuovo ponte è prevista all’interno del Piano di messa in sicurezza e/o ricostruzione dei ponti sul Po presenti in Piemonte.
L’intervento è inserito nel programma finanziato dal D.M. M.I.T. n.1 del 03/01/2020 con uno stanziamento di € 16.800.000,00 e rappresenta un’importante opportunità per l’adeguamento della viabilità del territorio. In recepimento alle nuove conoscenze ad oggi disponibili, derivanti dagli approfondimenti modellistici condotti nell’ambito della progettazione del nuovo ponte e dai sopralluoghi effettuati dalla Regione Piemonte, questa variante aggiorna la delimitazione delle fasce fluviali del PAI Po e la perimetrazione delle aree allagabili del PGRA (limitatamente agli scenari P2 e P1) nel tratto di fiume Po nel comune di Carignano.

In funzione dei risultati conseguiti, è stato approfondito l’assetto di progetto con la precisazione di interventi integrativi e di adeguamento, al fine di conseguire un assetto morfologico ed idraulico del corso d’acqua coerente con l’obiettivo di mitigare le condizioni di pericolosità idraulica compatibilmente con l’uso del suolo presente.

Figura 1. Fasce fluviali Carignano - Le linee nere corrispondono alle fasce vigenti, quelle rosse alle fasce in variante
Variante delle fasce fluviali del torrente Lemina

Decreto di adozione dell’Autorità di bacino distrettuale del fiume Po n. 66 dell’8/08/2023

La variante ha aggiornato la delimitazione delle fasce fluviali del PAI e le perimetrazioni delle aree allagabili del PGRA del torrente Lemina nel tratto compreso tra Pinerolo (ponte Via Francesco Raviolo) e la confluenza nel torrente Chisola, nel comune di La Loggia. La base conoscitiva di riferimento è riconducibile allo “Studio finalizzato al completamento e aggiornamento delle analisi idrauliche sulle modalità di propagazione delle piene lungo l’asta del Torrente Lemina e all’aggiornamento dell’assetto di progetto e delle fasce fluviali” redatto dall’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po nel 2021.

I risultati dello Studio, integrati anche dalle informazioni relative all’evento alluvionale del 2016, costituiscono il riferimento principale per la predisposizione della Variante che interessa il corso d’acqua, sia per quanto riguarda l’aggiornamento della delimitazione delle fasce fluviali, che per le aree soggette a diverse pericolosità per fenomeni di inondazione contenute nel PGRA.

I comuni interessati, ricadenti nella Provincia di Torino sono, da monte verso valle: Pinerolo, Buriasco, Macello, Cercenasco, Vigone, Virle Piemonte, Castagnole Piemonte, Osasio, Carignano, Piobesi Torinese, Vinovo e La Loggia.

Figura 2. Fasce fluviali Torrente Lemina - Le linee nere corrispondono alle fasce vigenti, quelle rosse alle fasce in variante
Anno
2024

Rumore

Tema
Tipo
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Paragrafi

Testo tratto da Agenzia Europea dell'Ambiente

Il traffico veicolare è la principale fonte di inquinamento acustico in Europa, secondo quanto indicato dal nuovo rapporto dell’AEA «Il rumore in Europa - 2020».

Le proiezioni per il prossimo decennio prevedono una crescita dei livelli di rumore sia nelle zone urbane che in quelle rurali a causa dello sviluppo urbano e dell’aumento della domanda di mobilità. Il traffico ferroviario e aereo e le attività industriali completano l’elenco delle altre principali fonti di inquinamento acustico ambientale.

Il rapporto fornisce un aggiornamento sulle tendenze in materia di inquinamento acustico per il periodo 2012-2017, così come una panoramica delle proiezioni future del rumore e degli effetti sulla salute in Europa, sulla base dei nuovi orientamenti dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) sugli effetti sulla salute derivanti dall’esposizione al rumore. 

Sulla base della precedente valutazione dell’AEA sul rumore in Europa del 2014, il rapporto esamina anche le azioni intraprese per gestire e ridurre l’esposizione al rumore ed esamina i progressi compiuti nel perseguimento degli obiettivi dell’UE in materia di inquinamento acustico stabiliti dalla legislazione dell’UE, tra cui la Direttiva sul rumore ambientale e il 7º Programma di azione ambientale (PAA) dell’UE.

Si stima che 113 milioni di persone siano esposte a livelli di rumore da traffico a lungo termine diurno, serale e notturno di almeno 55 decibel [dB(A)] che si protraggono nel lungo termine. Nella maggior parte dei paesi europei, oltre il 50 % degli abitanti delle aree urbane è esposto a livelli di rumore stradale pari o superiori a 55 dB nelle ore diurne, serali e notturne. 

L’Organizzazione mondiale della sanità ritiene probabile che tale livello di rumore produca effetti sulla salute.

L’UE classifica come elevata l’esposizione a lungo termine a livelli di rumore superiori a 55 decibel.

Informazioni e risorse aggiuntive

Notizia dell'Agenzia Europea dell'Ambiente "Atteso un aumento del numero di persone esposte a inquinamento acustico nocivo in Europa" https://www.eea.europa.eu/it/highlights/atteso-un-aumento-del-numero 

OMS – Linee Guida sul Rumore Ambientale per la Regione Europea (2018) https://www.who.int/europe/publications/i/item/9789289053563

Agenzia Europea per l'Ambiente Noise in Europe – 2020 https://www.eea.europa.eu/highlights/number-of-europeans-exposed-to

Agenzia Europea per l'Ambiente Italy noise fact sheet 2021 https://tableau-public.discomap.eea.europa.eu/views/Clean_Noise_Tableau_2021_parameter/Introduction

Anno
2024

Esposti relativi a rumore

Capitolo
Rumore, impatti
Anno
2024

Una informazione che possa dare conto dell’impatto percepito dalla popolazione per il rumore ambientale, quale che ne sia la fonte, sono gli esposti e le segnalazioni ricevute dagli enti preposti al controllo. 

Il numero complessivo di esposti pervenuti ad Arpa Piemonte nel 2023 è stato pari a 369, valore coerente con quelli relativi ai due anni precedenti (2021-2022).

Circa metà delle segnalazioni pervenute (194) riguarda il territorio della provincia di Torino, senza considerare gli esposti relativi ai locali pubblici e agli esercizi commerciali nel comune capoluogo, gestiti direttamente dalla Polizia Municipale a seguito di un protocollo di intesa Città di Torino – Arpa. 

Le principali cause di richiesta di intervento sono le attività commerciali, inclusi i locali pubblici, e quelle produttive.

Numero di esposti relativi a rumore pervenuti a tutti i dipartimenti di Arpa Piemonte dal 2004 al 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Numero di esposti relativi a rumore pervenuti ai dipartimenti territoriali di Arpa Piemonte, anno 2023 - Fonte Arpa Piemonte
Numero di esposti relativi a rumore pervenuti ad Arpa Piemonte suddivisi per fonte, anno 2023 - Fonte Arpa Piemonte

Pianificazione comunale - aggiornamento del quadro del dissesto e applicazione dei provvedimenti cautelari

Al fine di poter disciplinare le azioni riguardanti la difesa idrogeologica del territorio, la Regione Piemonte deve poter disporre di una conoscenza aggiornata delle situazioni di dissesto.
Uno strumento utile al raggiungimento di tale scopo è rappresentato dagli strumenti urbanistici comunali, che contengono gli studi geologici relativi al quadro del dissesto redatti alla scala locale e che forniscono indicazioni circa la pericolosità geologica e la relativa idoneità all’utilizzo urbanistico del territorio.

Il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), approvato nel 2001, obbliga i comuni ad effettuare, attraverso la revisione dei propri strumenti urbanistici, la verifica delle effettive situazioni di dissesto e di rischio idraulico ed idrogeologico presenti sul territorio rispetto a quelle individuate dal Piano. A più di 20 anni dall’entrata in vigore del PAI, buona parte dei comuni piemontesi (943) ha adeguato il proprio strumento urbanistico al PAI, alcuni di essi hanno le procedure di adeguamento in corso (175), mentre altri (62) non hanno ancora proceduto alle necessarie verifiche.

Figura 1. Stato di adeguamento al PAI nei Comuni piemontesi
Figura 2. Numero di comuni adeguati al PAI, suddivisi per provincia
Figura 2. Numero di comuni adeguati al PAI, suddivisi per provincia

Per colmare la mancanza di informazioni derivanti da un quadro del dissesto non completo, la Regione Piemonte ha provveduto ad elaborare specifici criteri, approvati con la DGR n. 25-7286 del 30 luglio 2018 “Disposizioni regionali riguardanti l'attuazione del Piano di Gestione Rischio Alluvioni (PGRA) nel settore urbanistico, le attività per i comuni non ancora adeguati al PAI e l'aggiornamento del quadro del dissesto a seguito di eventi calamitosi”,  sulla base dei quali avviare la predisposizione delle carte del dissesto dei comuni che non si sono ancora adeguati al PAI, propedeutiche alla redazione delle necessarie varianti agli strumenti urbanistici.

A partire dal 2020, sono state predisposte le cartografie del dissesto riguardanti:

  • 54 comuni totalmente inadempienti rispetto alle disposizioni stabilite per l’adeguamento dei rispettivi strumenti urbanistici al PAI;
  • 41 comuni che risultano disporre di studi geologici e idraulici condivisi da un apposito tavolo tecnico regionale, idonei a predisporre le necessarie Varianti, ma che non hanno ancora avviato le procedure per la loro adozione.

È in corso di predisposizione la cartografia dei restanti comuni che non risultano ancora adeguati al PAI.

La DGR n. 25-7286 stabilisce che la definizione del quadro del dissesto individuato debba avere una ricaduta sulle disposizioni urbanistico-edilizie dei comuni inadempienti attraverso l'aggiornamento dell'Elaborato 2 del PAI (quadro dei dissesti), così da rendere inderogabili i vincoli derivanti dall'applicazione dell'art. 9 delle Norme di Attuazione (NA) dello stesso PAI.
Fino all'aggiornamento dell'Elaborato 2 del PAI o all’adozione della variante di adeguamento al PAI del Piano Regolatore Generale (PRG), alle stesse aree vengono applicati determinati provvedimenti cautelari, che prevedono limitazioni all’uso del territorio (art. 9 bis della legge urbanistica regionale n. 56/1977).

Per i comuni non ancora adeguatisi, per le aree in dissesto individuate dal Piano per l'Assetto Idrogeologico e per quelle individuate nelle mappe di pericolosità del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni, valgono comunque le disposizioni dell’art. 9 delle NA.

Contestualmente all’applicazione dei provvedimenti cautelari, si è avviato il percorso di aggiornamento dell’Elaborato 2 del PAI, secondo le procedure definite dal D.lgs n. 152/2006, al fine di aggiornare la cartografia sulla scorta delle perimetrazioni dei dissesti oggetto dei provvedimenti cautelari, integrate con le perimetrazioni dei processi e degli effetti degli ultimi eventi alluvionali.

L’Autorità di Bacino distrettuale del Fiume Po ha adottato il "Progetto di aggiornamento dell'elaborato n. 2 del PAI-Po e delle mappe del PGRA del Distretto idrografico del Fiume Po" e provveduto alla sua pubblicazione per le osservazioni.

Successivamente alla sua approvazione, il quadro del dissesto aggiornato entrerà definitivamente in vigore fino ad eventuali successivi adeguamenti.

Processo di acquisizione ed elaborazione dati, finalizzato alla digitalizzazione delle cartografie di sintesi dell’idoneità geologica all’utilizzo urbanistico dei piani regolatori comunali, anche a supporto del progetto "Scheda del territorio"

Durante il 2023 è proseguito il lavoro iniziato nel 2022, che prevede la raccolta dei dati (reperimento della cartografia tematica vigente e redazione della specifica scheda di trasposizione) e successiva vettorializzazione del dato con accodamento su server accessibile dai soggetti interessati, attraverso il sito Geoportale Piemonte ed il servizio online Scheda del territorio.

Al momento si ha la disponibilità di 586 carte di sintesi di cui 209 sono quelle che sono state realizzate ‘ex novo’ durante l’anno. Attualmente 72 carte sono in attesa di verifica, 294 sono state inviate sono in attesa di essere digitalizzate. I Comuni che risultano non idonei alla trasposizione, non avendo iniziato o portato a termine la procedura di adeguamento al PAI, si sono ridotti da 241 a 228. Si prevede che dei 1180 Comuni della Regione 952 potranno essere inseriti nel database vettoriale pubblicato.

Anno
2024
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Al fine di poter disciplinare le azioni riguardanti la difesa idrogeologica del territorio, la Regione Piemonte deve poter disporre di una conoscenza aggiornata delle situazioni di dissesto.
Uno strumento utile al raggiungimento di tale scopo è rappresentato dagli strumenti urbanistici comunali, che contengono gli studi geologici relativi al quadro del dissesto redatti alla scala locale e che forniscono indicazioni circa la pericolosità geologica e la relativa idoneità all’utilizzo urbanistico del territorio.

Il Piano stralcio per l’Assetto Idrogeologico (PAI), approvato nel 2001, obbliga i comuni ad effettuare, attraverso la revisione dei propri strumenti urbanistici, la verifica delle effettive situazioni di dissesto e di rischio idraulico ed idrogeologico presenti sul territorio rispetto a quelle individuate dal Piano. A più di 20 anni dall’entrata in vigore del PAI, buona parte dei comuni piemontesi (943) ha adeguato il proprio strumento urbanistico al PAI, alcuni di essi hanno le procedure di adeguamento in corso (175), mentre altri (62) non hanno ancora proceduto alle necessarie verifiche.

Figura 1. Stato di adeguamento al PAI nei Comuni piemontesi
Figura 2. Numero di comuni adeguati al PAI, suddivisi per provincia
Figura 2. Numero di comuni adeguati al PAI, suddivisi per provincia

Per colmare la mancanza di informazioni derivanti da un quadro del dissesto non completo, la Regione Piemonte ha provveduto ad elaborare specifici criteri, approvati con la DGR n. 25-7286 del 30 luglio 2018 “Disposizioni regionali riguardanti l'attuazione del Piano di Gestione Rischio Alluvioni (PGRA) nel settore urbanistico, le attività per i comuni non ancora adeguati al PAI e l'aggiornamento del quadro del dissesto a seguito di eventi calamitosi”,  sulla base dei quali avviare la predisposizione delle carte del dissesto dei comuni che non si sono ancora adeguati al PAI, propedeutiche alla redazione delle necessarie varianti agli strumenti urbanistici.

A partire dal 2020, sono state predisposte le cartografie del dissesto riguardanti:

  • 54 comuni totalmente inadempienti rispetto alle disposizioni stabilite per l’adeguamento dei rispettivi strumenti urbanistici al PAI;
  • 41 comuni che risultano disporre di studi geologici e idraulici condivisi da un apposito tavolo tecnico regionale, idonei a predisporre le necessarie Varianti, ma che non hanno ancora avviato le procedure per la loro adozione.

È in corso di predisposizione la cartografia dei restanti comuni che non risultano ancora adeguati al PAI.

La DGR n. 25-7286 stabilisce che la definizione del quadro del dissesto individuato debba avere una ricaduta sulle disposizioni urbanistico-edilizie dei comuni inadempienti attraverso l'aggiornamento dell'Elaborato 2 del PAI (quadro dei dissesti), così da rendere inderogabili i vincoli derivanti dall'applicazione dell'art. 9 delle Norme di Attuazione (NA) dello stesso PAI.
Fino all'aggiornamento dell'Elaborato 2 del PAI o all’adozione della variante di adeguamento al PAI del Piano Regolatore Generale (PRG), alle stesse aree vengono applicati determinati provvedimenti cautelari, che prevedono limitazioni all’uso del territorio (art. 9 bis della legge urbanistica regionale n. 56/1977).

Per i comuni non ancora adeguatisi, per le aree in dissesto individuate dal Piano per l'Assetto Idrogeologico e per quelle individuate nelle mappe di pericolosità del Piano di Gestione del Rischio Alluvioni, valgono comunque le disposizioni dell’art. 9 delle NA.

Contestualmente all’applicazione dei provvedimenti cautelari, si è avviato il percorso di aggiornamento dell’Elaborato 2 del PAI, secondo le procedure definite dal D.lgs n. 152/2006, al fine di aggiornare la cartografia sulla scorta delle perimetrazioni dei dissesti oggetto dei provvedimenti cautelari, integrate con le perimetrazioni dei processi e degli effetti degli ultimi eventi alluvionali.

L’Autorità di Bacino distrettuale del Fiume Po ha adottato il "Progetto di aggiornamento dell'elaborato n. 2 del PAI-Po e delle mappe del PGRA del Distretto idrografico del Fiume Po" e provveduto alla sua pubblicazione per le osservazioni.

Successivamente alla sua approvazione, il quadro del dissesto aggiornato entrerà definitivamente in vigore fino ad eventuali successivi adeguamenti.

Processo di acquisizione ed elaborazione dati, finalizzato alla digitalizzazione delle cartografie di sintesi dell’idoneità geologica all’utilizzo urbanistico dei piani regolatori comunali, anche a supporto del progetto "Scheda del territorio"

Durante il 2023 è proseguito il lavoro iniziato nel 2022, che prevede la raccolta dei dati (reperimento della cartografia tematica vigente e redazione della specifica scheda di trasposizione) e successiva vettorializzazione del dato con accodamento su server accessibile dai soggetti interessati, attraverso il sito Geoportale Piemonte ed il servizio online Scheda del territorio.

Al momento si ha la disponibilità di 586 carte di sintesi di cui 209 sono quelle che sono state realizzate ‘ex novo’ durante l’anno. Attualmente 72 carte sono in attesa di verifica, 294 sono state inviate sono in attesa di essere digitalizzate. I Comuni che risultano non idonei alla trasposizione, non avendo iniziato o portato a termine la procedura di adeguamento al PAI, si sono ridotti da 241 a 228. Si prevede che dei 1180 Comuni della Regione 952 potranno essere inseriti nel database vettoriale pubblicato.

Anno
2024

Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR)

Anno
2024

Il PNRR - in Italia - illustra gli investimenti e le riforme che il Paese intende mettere in campo con il sostegno del Dispositivo di Ripresa e Resilienza, strutturati in un pacchetto completo e coerente di misure che si sviluppa intorno a tre assi strategici - digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica e inclusione sociale - e si declina in sei Missioni:

  • Missione 1 – Digitalizzazione, innovazione, competitività, cultura e turismo;
  • Missione 2 – Rivoluzione verde e transizione ecologica;
  • Missione 3 – Infrastrutture per una mobilità sostenibile;
  • Missione 4 – Istruzione e ricerca;
  • Missione 5 – Coesione e inclusione;
  • Missione 6 – Salute.

Le sei Missioni condividono tre Priorità trasversali: il contrasto alle discriminazioni di genere, l’accrescimento delle competenze, delle capacità e delle prospettive occupazionali dei giovani ed il riequilibrio territoriale e lo sviluppo del Mezzogiorno. Ogni Missione si articola ulteriormente in Componenti, ciascuna delle quali aggrega riforme ed investimenti riconducibili al medesimo settore d’intervento, costituendo un pacchetto coerente di misure complementari.

L’Italia si colloca tra gli Stati membri che più beneficeranno del Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza, con un finanziamento di 191,5 miliardi di euro, tra sovvenzioni e prestiti.

Regione Piemonte esercita diretta competenza su centinaia di progetti come soggetto attuatore o con ruolo di coordinamento e verifica in sede di rendicontazione dei progetti.

Sul web è disponibile un    portale aggiornato dedicato allo stato di avanzamento del PNRR in Piemonte.