Gestione dei crediti di Carbonio - Linee guida e mercato volontario

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Da alcuni anni in Piemonte, grazie a progetti specifici legati a iniziative del territorio, sono commercializzati crediti di carbonio in lotti boschivi di alcune realtà locali montane.

A livello normativo, l'art. 70 della L 221/15 Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell'uso eccessivo di risorse naturali ha delegato il governo ad adottare specifici decreti legislativi in materia di servizi ecosistemici ed ambientali, tra i quali viene citata la fissazione del carbonio nelle foreste.

La maggior parte dei boschi piemontesi sono a netta prevalenza di latifoglie, spesso di origine cedua, nei quali, salvo rari casi, non vi sono strumenti di pianificazione a livello di dettaglio (Piani Forestali Aziendali).
Pertanto, al fine di costituire un riferimento consolidato per la descrizione del bosco e delle reali possibilità di prelievo con gli interventi selvicolturali, sono state redatte le Linee Guida per la gestione dei crediti di carbonio. Queste definiscono il quadro generale delle pratiche selvicolturali da assumere come ordinarie in termini di indici di prelievo, ovvero la baseline, od opzione BAU (business as usual); su tale base si può quantificare in termini oggettivi e trasparenti l’impegno volontario di ulteriore conservazione di biomassa in bosco.

A partire dai dati reali di prelievo, nelle Linee Guida sono contenute valutazioni circa le pratiche selvicolturali sostenibili caratterizzate da maggiori rilasci di massa legnosa, per ciascuna forma di governo e trattamento. Un aspetto particolare di questa valutazione consiste nel fatto che non è sufficiente il rilascio in bosco di una maggiore quantità di massa legnosa rispetto all’ordinario: questo deve essere conforme ad un sistema selvicolturale tecnicamente corretto, riconoscibile e perpetuabile nel tempo, quindi compatibile con le caratteristiche stazionali e di composizione del bosco e degli assortimenti legnosi ottenibili.

Tutti i parametri di impegni aggiuntivi devono essere selvicolturalmente motivati e coerenti, tenendo conto anche di perdite di carbonio che si possono determinare ad es. a livello del suolo e della lettiera in casi di scoperture significative.

Le Linee Guida, inoltre, ipotizzano i parametri per gli impegni aggiuntivi in alcuni casi riferendosi ad un cambio di sistema selvicolturale, in senso più conservativo, definito nell’ambito del regolamento (es. dal ceduo al governo misto, alla fustaia) o facendo riferimento ad esperienze gestionali maturate sul territorio piemontese (es. intensità di prelievo nei tagli di avviamento e nei tagli a scelta colturali).

Regione Piemonte e IPLA dopo aver attivato un tavolo tecnico di lavoro, con esperti di varie provenienze (UNITO, IPLA, Regione, professionisti, imprese, consorzi, ecc), hanno sviluppato una serie di documenti che ha portato alle seguenti delibere riguardanti Crediti di carbonio e mercato volontario:

  • D.G.R. 24-4638 del 06/02/17 propedeutica allo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio in ambito forestale, contenente in allegato Linee guida per la gestione dei crediti di carbonio;
  • D.G.R. 18 Febbraio 2022, n. 24-4672 che concretizza le disposizioni, per lo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio e la valorizzazione dei servizi ecosistemici in ambito non forestale della Regione Piemonte (verde urbano);
  • D.D. 892/A1614A del 30/12/2022, che riguarda l'approvazione della procedura per la determinazione, contabilizzazione, validazione e commercializzazione, in un mercato volontario, dei crediti di carbonio generati da selvicoltura in Piemonte.

Poichè il D.L. 24 febbraio 2023, n. 13, convertito con legge del 21 aprile 2023, n. 41, ha istituito, presso il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria (CREA), il “Registro pubblico dei crediti di carbonio” sono attualmente allo studio le opportune integrazioni alla sopraindicata DD che saranno apportate una volta pubblicato il Decreto Attuativo ministeriale.

Un elemento importante giunge da Brussels dove stanno approntando un regolamento per gli assorbimenti di carbonio che include anche altri SE come la biodiversità.

È un'occasione di riferimento uguale per tutti, obbligato, che però propone subito un problema in quanto non sembra prevedere le vendite e certificazioni ex-ante, anche se per ora è esplicitato solo per i carbon stock agricoli cioè i suoli, ma nel testo si menziona la selvicoltura, che comunque apparirà negli atti deliberativi del regolamento.

Le vendite ex-post, le sole che per la commissione sono una garanzia di serietà, penalizzerebbero le già poche potenzialità del mercato, in quanto i costi anticipati di progetto e di gestione sono investimenti che vanno a diminuire la convenienza, se il reddito giunge dopo 5-10 anni. 

Allo stato attuale lo stato del mercato dei crediti di carbonio forestali in Piemonte può essere riassunto nella seguente tabella 1:

Informazioni e risorse aggiuntive


L.r. 4/2009 e L. 221/2015 - Disposizioni per lo sviluppo del mercato volontario dei crediti di carbonio da selvicoltura nella Regione Piemonte:
https://www.regione.piemonte.it/governo/bollettino/abbonati/2017/06/attach/dgr_04638_370_06022017.pdf


 

 

Anno
2024

Geoportale della regione Piemonte

Anno
2024

Gli Enti della Pubblica Amministrazione piemontese producono in maniera strutturata una considerevole quantità di dati territoriali/geografici che descrivono il territorio in termini generali (ad esempio mappe topografiche) oppure rappresentano anche quantitativamente specificità tematiche (ad esempio dal punto di vista ambientale, di pianificazione, ecc.). Tale informazione costituisce una imprescindibile base di conoscenza su cui basare, a tutti i livelli, azioni di programmazione e monitoraggio del territorio.

In coerenza con quanto previsto dalla Direttiva Europea che istituisce la “Infrastruttura per l’informazione territoriale nella Comunità Europea - INSPIRE (INfrastructure for SPatial InfoRmation in Europe)” e dal suo recepimento nazionale (D.Lgs. n. 32/2010), con riferimento anche al Repertorio Nazionale Dati Territoriali (RNDT), istituito dal Codice dell’Amministrazione Digitale, Regione Piemonte ha scelto di intervenire per razionalizzare gli investimenti ed evitare di raccogliere più volte le stesse informazioni, promuovendo l’armonizzazione, la diffusione e un uso più ampio dei dati a valenza geografica, attraverso la realizzazione del GeoPortale Piemonte, evoluzione del precedente catalogo dati SITAD e del Catalogo delle Informazioni Ambientali.

Il GeoPortale Piemonte è quindi il catalogo primario di accesso alle informazioni geografiche, raccolte e sistematizzate nel corso degli anni, permettendo di utilizzare servizi di ricerca dei dati disponibili attraverso i relativi metadati, offrendo la possibilità di consultarli in conformità a standard internazionali (cosiddetti geoservizi) e di eventualmente scaricarli con specifiche licenze d’uso.

Secondo il principio INSPIRE per cui i dati devono essere raccolti e conservati dove sono prodotti (once only principle), il GeoPortale è in grado di federare altri cataloghi metadati ed essere a sua volta federato, in una logica di geoportale “diffuso”, in cui ogni soggetto è pienamente responsabile dei propri dati/servizi e metadati.
Tale federazione permette quindi di interrogare da ogni geoportale non solo il catalogo dei metadati dell’ente titolare del geoportale, ma anche quelli degli altri enti che hanno sottoscritto accordi di condivisione dei propri cataloghi.

La partecipazione al GeoPortale è aperta a tutti i soggetti interessati all’interoperabilità dell’informazione geografica in relazione alle attività istituzionali svolte e ai compiti a essi attribuiti; interoperabilità che si declina in primo luogo proprio nell’individuazione e nella condivisione delle basi dati geografiche di interesse comune.

La home page del GeoPortale Piemonte  è stata strutturata in maniera molto semplice per facilitare l’individuazione immediata della funzione desiderata. In particolare, sono immediatamente riconoscibili le tre funzioni principali che tutti i geoportali hanno, o dovrebbero, avere: 
1) servizi di ricerca CSW (discovery service);
2) servizi di consultazione/visualizzazione WMS (view service);
3) servizi di scaricamento zipfile, WFS, WCS (download service).
 

Home Page del GeoPortale Piemonte.

Al 15 aprile 2024 , sono consultabili nel GeoPortale Piemonte 906 metadati prodotti da Regione Piemonte (erano 656 al 15 maggio 2019 e 626 al 15 maggio 2018 ), dei quali 353 si riferiscono a dataset scaricabili direttamente, mentre sono presenti 378 geoservizi basati su standard internazionali pubblicati da Open Geospatial Consortium-OGC (11 servizi WCS, 75 servizi WFS, 249 servizi WMS, 42 servizi WMTS, 1 servizio Vector Tile).

Il servizio di ricerca, come detto, permette di interrogare il Catalogo di Metadati che descrivono, secondo modalità codificate dalle specifiche nazionali del Repertorio Nazionale dei Dati Territoriali RNDT, il contenuto del dataset o del servizio che si sta ricercando.
Il metadato sta ad un dataset/servizio come il foglietto illustrativo o bugiardino sta ad un farmaco; infatti così come il foglietto contiene informazioni essenziali per l’uso corretto e sicuro del farmaco (composizione, forma farmaceutica, indicazioni terapeutiche, controindicazioni, posologia e modalità di somministrazionee, effetti indesiderati, produttore, data di scadenza), il metadato riporta tutte le caratteristiche di un dataset o servizio.
Tipicamente i contenuti di un metadato riguardano le categorie riportate nella figura sottostante; la compilazione di queste informazioni (scala di produzione del dato, data di aggiornamento, riferimenti al titolare del dato, sistema di riferimento, vincoli d’uso legati alla licenza di distribuzione, eccetera) costituiscono un dato fondamentale per poter usare il dato in maniera proficua e senza errori.
 

Struttura dei metadati

Una volta impostate le chiavi di ricerca e i filtri che permettono di meglio circoscrivere la richiesta (parole chiave, catalogo dell’Ente su cui effettuare la ricerca, estensione areale, eccetera), il catalogo restituirà l’elenco dei metadati corrispondenti alla richiesta

Esempio di ricerca di metadati relativi a fasce fluviali: il Catalogo restituisce 14 risultati

Individuato il dataset/servizio di proprio interesse ed dopo avere letto i contenuti del metadato, è poi possibile, a seconda della disponibilità all’accesso accordata dal titolare del dato, consultare e visualizzare il dato o scaricarlo

Consultazione di un metadato
Visualizzazione ed interrogazione del dataset Fasce fluviali e aree inondabili vigenti nel visualizzatore del GeoPortale Piemonte

Il geoservizio WMS visualizzato può essere anche consultato entro un software GIS, poiché le specifiche di realizzazione del servizio WMS garantiscono l’interoperabilità e quindi la possibilità di accedere al servizio stesso attraverso tutte le modalità di accesso che supportino il protocollo WMS.

Visualizzazione del geoservizio WMS del dataset consumo di suolo attraverso il software libero QGIS

Infine, qualora il titolare del dataset lo consenta, è possibile scaricare direttamente il dataset, attraverso l’apposito link presente nel metadato.

Scarico del dataset da link diretto dal metadato

Tutte le informazioni geografiche prodotte da Regione Piemonte e pubblicate sul GeoPortale come dataset in scarico oppure geoservizio sono esposte come Open Data, così come previsto dalla Legge Regionale 24/2011 sugli open data.

In particolare, Regione Piemonte individua la licenza Creative Commons 4.0 BY come licenza standard regionale, superando così le limitazioni della precedente licenza Creative Commons 2.5 sulla tutela del diritto d’autore sulle banche dati (c.d. diritto sui generis), ora esplicitamente previsto dalla versione 4.0.

In pratica, questa licenza permette all’utente di condividere, riprodurre, distribuire il materiale con qualsiasi mezzo e formato; inoltre può modificare, trasformare il materiale e basarsi su di esso per le opere derivate, per qualsiasi fine, anche commerciale, purché sia citata la fonte originale.

 

La Base Cartografica Regionale (BDTRE)

Anno
2024

La lettura dell’ambiente attraverso strumenti di tipo cartografico costituisce uno degli elementi principali di supporto tecnico per il governo del territorio, le cui strategie si snodano attraverso articolate relazioni fra uomini e luoghi.
Solo la conoscenza fattuale ed il più possibile oggettiva del territorio in cui viviamo permette di attuare e monitorare le politiche di sviluppo (sociale, economico ecc…). Gli strumenti e le tecnologie di cui disponiamo consentono sofisticati approfondimenti e letture diversificate, grazie ai quali le diverse rappresentazioni del territorio sono in grado di evidenziarne le specificità nell’ambito di un quadro generale.

Regione Piemonte, fin dalla sua nascita, si è dotata di un proprio ufficio cartografico, evoluto nell'attuale Settore Sistema Informativo Territoriale ed Ambientale che ha tra le proprie competenze anche il compito di produrre ed aggiornare la base cartografica di riferimento.
Costruire una base cartografica rappresenta il compimento di un percorso complesso che, a partire da una somma di conoscenze geografiche, attraverso un sistema strutturato di dati posti in relazione tra di loro (informazioni), opportunamente combinati in un allestimento cartografico, porta alla realizzazione di una mappa vera e propria.
Una mappa è quindi una rappresentazione il più oggettiva possibile della realtà finalizzata all'incremento delle conoscenze su un dato territorio.
 

Il Fiume Tanaro tra Quattordio e Solero, in provincia di Alessandria da Carta degli Stati Sardi di Terraferma di S.S.R.M. Carlo Alberto Re di Sardegna, 1831 (Istituto Geografico Militare)

Nel tempo, questo percorso non è concettualmente cambiato, ma, dal punto di vista tecnico, trattare dati geografici è oggi sinonimo di GIS (Geographic Information System), strumenti informatici in grado di gestire dati geografici.
I GIS permettono di creare informazione geografica, di conservarla, di riutilizzarla, di modificarla, aggiornarla e renderla disponibile in molte forme e formati, automatizzando tutte quelle fasi ripetitive che rendevano la produzione di una cartografia (generale o tematica) un’attività di enorme impegno.

La prima produzione cartografica ufficiale di Regione Piemonte è la Carta Tecnica Regionale in scala 1:10’000, pubblicata nel 1991, che attraverso vari aggiornamenti negli anni ha costituito la base cartografica ufficiale regionale sino al 2014.

Ortofoto Regione Piemonte 2010 (RIPRESA AEREA ICE 2009-2011)

La Base Dati Territoriale di Riferimento degli Enti (BDTRE)

A seguito dell’obsolescenza della Carta Tecnica Regionale 1:10’000 in termini di contenuti e di modalità tecnologica di gestione e mantenimento, Regione Piemonte ha promosso la realizzazione della Base Dati Territoriale di Riferimento degli Enti (BDTRE), base dati geografica del territorio piemontese, con i contenuti propri di una cartografia tecnica e strutturata secondo specifiche nazionali (cosiddetto National Core), adattate alla realtà piemontese.

L’allestimento cartografico, derivato dai contenuti della BDTRE, costituisce “la base cartografica di riferimento per la Regione e per tutti i soggetti pubblici e privati che con essa interagiscono”, ai sensi dell’articolo 5 comma 4 della Legge regionale 1 dicembre 2017, n. 21 (Infrastruttura regionale per l’informazione geografica), sostituendo quindi la Carta Tecnica Regionale.

Per consentirne la piena fruizione ai molteplici soggetti interessati, dagli Enti della P.A. piemontese, ai professionisti, agli enti universitari e di ricerca e ai cittadini, la Base Cartografica di Riferimento è resa disponibile in modalità open data, attraverso il GeoPortale Piemonte. 
Tutti i dati e i servizi pubblicati sono disponibili con licenza Creative Commons 2.5 BY, in progressiva sostituzione con la versione 4.0) attraverso il GeoPortale Piemonte.
 

Modalità di messa a disposizione e fruizione di BDTRE

La BDTRE, aggiornata attraverso nuove produzioni e attraverso i sistemi informativi settoriali e tematici regionali, viene rilasciata annualmente sotto forma di servizi, dataset vettoriali e raster.

Il rilascio di BDTRE in modalità RASTER comporta una rappresentazione dell’informazione geografica contenuta in BDTRE cristallizzata ad una data e ad una scala specifica, attraverso un allestimento cartografico.
Ad ogni nuova edizione i contenuti potranno essere diversi in funzione degli aggiornamenti intervenuti. Ogni edizione è accompagnata dall’indicazione dell’anno di rilascio, ad esempio BDTRE RASTER 2024.

Il rilascio di BDTRE in modalità SERVIZIO avviene attraverso l’esposizione di geoservizi standard (servizi WMS e WMTS), i cui riferimenti sono pubblicati sul GeoPortale regionale. 
La cartografia BDTRE così esposta corrisponde all’edizione corrente così come definita per la modalità Raster. Anche in questo caso sarà chiaro all’utente l’edizione di riferimento.

Per quanto riguarda il rilascio di BDTRE in modalità VETTORIALE, è disponibile anch’essa attraverso il GeoPortale Piemonte, ed è la versione in formato  shapefile e geopackage dell’edizione corrente di BDTRE. Pertanto il contenuto informativo (geometria ed attributi) è il medesimo che si ritrova nelle versioni raster e servizio. 
È disponibile anche un servizio di esposizione vettoriale (servizio WFS) che può essere utilizzato sia per la visualizzazione delle informazioni sia per lo scarico diretto.

Infine a richiesta è disponibile anche l’intero database geotopografico, nel formato Postgres/PostGIS.

Base Cartografica di Riferimento di Regione Piemonte in scala 1:25.000, edizione 2024

Contenuti di BDTRE e aggiornamenti

Da alcuni anni sono in corso attività continue per il miglioramento e l’aggiornamento dei contenuti di BDTRE che provengono da diverse fonti che vengono inserite ed armonizzate geometricamente e semanticamente, seguendo le specifiche di contenuto citate.
Ad esempio, per quanto riguarda il tema Edificato, la principale forma di aggiornamento deriva dal progetto Mosaicatura catastale di riferimento regionale dal quale vengono derivate gli elementi geometrici relativi ai fabbricati, alle strade urbane e altre tipologie di informazioni.
Ciò consente un aggiornamento programmabile con la frequenza necessaria e coerente con l’evoluzione del territorio; nell’edizione 2024 pubblicata nei primi mesi dell’anno gli aggiornamenti della base dati hanno riguardato:
   • l’ntegrazione completa delle classi della BDTRE edifici, manufatti, viabilità e coperture vegetali con le informazioni sulla zona ovest della Città Metropolitana di Torino;
   • il riposizionamento, sulla base del DTM regionale, dei punti quotati relativi alle vette e ai valichi e aggiornamento dei relativi toponimi trasferendo le informazioni dalla classe Località Significative a quella dei Punti Quotati;
   • il recepimento della variazione di toponimo da Montemagno a Montemagno Monferrato;
   • aggiornamenti e correzioni puntuali su segnalazione degli utenti.

Il riconoscimento da parte di tutti i fruitori pubblici e privati di BDTRE come Base Cartografica di Riferimento garantisce che l’elemento geometrico sia unico ed univoco, e che ad esso si possano riferire tutti i sistemi informativi tematici e settoriali.
In questa maniera è possibile derivare da procedimenti amministrativi, quali revisione di strumenti urbanistici, autorizzazioni/concessioni, informazioni sia di tipo spaziale sia descrittive, riferibili ad oggetti cartografati o non ancora  cartografati entro BDTRE.

Contratti di Fiume a livello nazionale

Anno
2024

Con l’introduzione, nel 2015, nel D.Lgs. 152/2006 dell’articolo 68 bis, che attribuisce ai Contratti di Fiume un ruolo importante per all'attuazione della pianificazione sulle acque regionale e distrettuale, questo strumento è stato riconosciuto e potenziato a livello nazionale.

A seguito di questo riconoscimento normativo, per espandere ulteriormente l’esperienza dei Contratti, si è creato Osservatorio nazionale sui Contratti di Fiume, finanziato con il progetto CREIAMO PA nell’ambito del PON Governance 2014-2020, per rendere omogeneo l’approccio partecipativo alle politiche fluviali a livello italiano e formare di tecnici della PA capaci di condurre processi negoziali sul territorio nazionale. Il coordinamento è svolto, dal 2020, dal Ministero Ambiente (attualmente Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica - MASE). La Regione Piemonte è una delle due regioni attivamente coinvolte nel Comitato di Indirizzo del Progetto. 

Il lavoro dell'Osservatorio ha permesso di predisporre la Piattaforma Nazionale dei Contratti di Fiume che, attraverso la raccolta di dati, il monitoraggio e la messa a sistema delle azioni realizzate sui territori nell’ambito dei Contratti di Fiume, permette di avere un quadro coerente della diffusione e dello stato di avanzamento dei processi di CdF sul territorio italiano. 

Nell’autunno 2023 si è concluso questo primo progetto, la Piattaforma informatica è stata presa in carico dal MASE per garantirne la continuità e l'implementazione. Attualmente tutte le Regioni stanno sottoscrivendo un protocollo che consentirà la fruizione e inserimento dei propri dati sullo stato di avanzamento dei singoli Contratti.

Sono stati prodotti tre video animati per la divulgazione del significato e del valore dei “Contratti”, a scopo informativo e didattico:

Informazioni e risorse aggiuntive


I contratti di Fiume sul sito del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica:
https://contrattidifiume.mase.gov.it/

 

FESR 21-27 - Resilienza dei territori fluviali

Per la prima volta, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) della Regione Piemonte sostiene economicamente la riqualificazione degli ambienti fluviali e lacustri, a sottolineare l’importanza che questi temi hanno per aumentare la resilienza del territorio regionale ai rischi naturali derivanti dagli effetti negativi causati dal cambiamento climatico.

Nel 2023 e il 2024 sono stati aperti 4 bandi, di cui 2 chiuderanno a novembre 2024, nella modalità a sportello. I beneficiari sono Città Metropolitana di Torino, le Province, i Comuni in forma semplice o associata, gli Enti Parco regionali, i gestori delle aree della Rete Natura 2000 e gli Enti Parco nazionali del territorio piemontese:

  • la Misura A, in particolare, prevede una prima dotazione di 5.423.000 euro, destinata ad aree in cui sia attivo un Contatto di Fiume, Lago o Zona Umida;
  • la Misura B, con una prima dotazione di 6.475.000 euro, è destinata ai territori ove questi processi partecipativi non siano presenti.

Gli interventi consentiranno di migliorare la capacità degli ecosistemi acquatici presenti in fiumi, torrenti, laghi ed aree umide per superare le criticità climatiche dovute ai cambiamenti in atto, favorendo le infrastrutture verdi e le misure naturali di ritenzione idrica. Sono finanziabili interventi quali: la rinaturazione delle sponde fluviali, finalizzate a trattenere le acque per favorire gli habitat e ricaricare le falde, la riqualificazione della vegetazione delle sponde e delle aree prossime ai corsi d’acqua e ai laghi, realizzazione di fasce tampone, creazione di corridoi ecologici, riattivazione di risorgive, ricostruzione di ambienti naturali idonei alla riproduzione delle specie acquatiche autoctone, miglioramento delle caratteristiche morfologiche dei corsi d'acqua.
 

Informazioni e risorse aggiuntive


Bando 2023 resilienza dei territori fluviali - Misura A:
https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/interventi-aumentare-resilienza-dei-territori-fluviali-al-cambiamento-climatico-misura-territori-dei

Bando 2023 resilienza dei territori fluviali - Misura B:
https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/interventi-aumentare-resilienza-dei-territori-fluviali-al-cambiamento-climatico-misura-b-territori

Bando 2024 - Misura A:
https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/interventi-aumentare-resilienza-dei-territori-fluviali-al-cambiamento-climatico-misura-sportello

Bando 2024 - Misura B:
https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/interventi-aumentare-resilienza-dei-territori-fluviali-al-cambiamento-climatico-misura-b-sportello

Tutte le misure attuative del PR FESR 21-27:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/fondi-progetti-europei/fondo-europeo-sviluppo-regionale-fesr/programma-regionale-fesr-2021-2027/misure-attuative-pr-fesr-2021-2027

 

Anno
2024
Paragrafi

Per la prima volta, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR) della Regione Piemonte sostiene economicamente la riqualificazione degli ambienti fluviali e lacustri, a sottolineare l’importanza che questi temi hanno per aumentare la resilienza del territorio regionale ai rischi naturali derivanti dagli effetti negativi causati dal cambiamento climatico.

Nel 2023 e il 2024 sono stati aperti 4 bandi, di cui 2 chiuderanno a novembre 2024, nella modalità a sportello. I beneficiari sono Città Metropolitana di Torino, le Province, i Comuni in forma semplice o associata, gli Enti Parco regionali, i gestori delle aree della Rete Natura 2000 e gli Enti Parco nazionali del territorio piemontese:

  • la Misura A, in particolare, prevede una prima dotazione di 5.423.000 euro, destinata ad aree in cui sia attivo un Contatto di Fiume, Lago o Zona Umida;
  • la Misura B, con una prima dotazione di 6.475.000 euro, è destinata ai territori ove questi processi partecipativi non siano presenti.

Gli interventi consentiranno di migliorare la capacità degli ecosistemi acquatici presenti in fiumi, torrenti, laghi ed aree umide per superare le criticità climatiche dovute ai cambiamenti in atto, favorendo le infrastrutture verdi e le misure naturali di ritenzione idrica. Sono finanziabili interventi quali: la rinaturazione delle sponde fluviali, finalizzate a trattenere le acque per favorire gli habitat e ricaricare le falde, la riqualificazione della vegetazione delle sponde e delle aree prossime ai corsi d’acqua e ai laghi, realizzazione di fasce tampone, creazione di corridoi ecologici, riattivazione di risorgive, ricostruzione di ambienti naturali idonei alla riproduzione delle specie acquatiche autoctone, miglioramento delle caratteristiche morfologiche dei corsi d'acqua.
 

Informazioni e risorse aggiuntive


Bando 2023 resilienza dei territori fluviali - Misura A:
https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/interventi-aumentare-resilienza-dei-territori-fluviali-al-cambiamento-climatico-misura-territori-dei

Bando 2023 resilienza dei territori fluviali - Misura B:
https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/interventi-aumentare-resilienza-dei-territori-fluviali-al-cambiamento-climatico-misura-b-territori

Bando 2024 - Misura A:
https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/interventi-aumentare-resilienza-dei-territori-fluviali-al-cambiamento-climatico-misura-sportello

Bando 2024 - Misura B:
https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/interventi-aumentare-resilienza-dei-territori-fluviali-al-cambiamento-climatico-misura-b-sportello

Tutte le misure attuative del PR FESR 21-27:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/fondi-progetti-europei/fondo-europeo-sviluppo-regionale-fesr/programma-regionale-fesr-2021-2027/misure-attuative-pr-fesr-2021-2027

 

Anno
2024

Contratti di Fiume e di Lago - Le politiche di livello locale

Anno
2024

La finalità primaria del Contratto di Fiume e di Lago si delinea nel riconoscere il ruolo centrale del sistema acqua nelle politiche e nelle programmazioni inerenti il governo del territorio”.

Con queste parole hanno inizio le Linee Guida dei Contratti di Fiume del Piemonte, da qui emerge la necessità e la volontà di creare occasioni di collaborazione e di integrazione tra le istituzioni pubbliche, tra queste e gli attori privati presenti localmente, nelle scelte di pianificazione e programmazione dei diversi comparti produttivi, dell’ambiente e del territorio.

Il Piemonte storicamente ha sempre avuto una notevole disponibilità idrica naturale ma recentemente, a fronte dei cambiamenti climatici in atto con diversa distribuzione delle piogge e un aumento delle temperatura, questa risorsa ha visto un notevole calo delle disponibilità in tutta la Regione. Così, a causa degli eventi siccitosi, la pressione esercitata sul sistema delle acque superficiali e sotterranee da parte dei prelievi idrici e dei fenomeni di inquinamento puntuale e diffuso, sta creando un maggiore impatto sulla qualità del sistema idrico, sia in aree montane che di pianura.

Per dare soluzione alle problematiche del territorio il Piano di gestione del distretto idrografico del fiume Po e il Piano Regionale di Tutela delle Acque, affrontano in modo integrato le criticità tenendo conto sia degli aspetti quantitativi, sia di quelli qualitativi e propongono misure per una concreta gestione della risorsa e dei suoi usi. Si coordinano, inoltre, con le scelte effettuate dalle altre pianificazioni - territorio, industria, energia, agricoltura, pesca. 

I Contratti (CdF) costituiscono uno strumento “intelligente” e operativo per trasferire a livello locale queste misure pianificatorie di area vasta e per questo sono stati inseriti come Misure Chiave, KTM26-P5-a108, nel Piano di Gestione distrettuale (PdG Po).

Rappresentano anche il mezzo attraverso cui ottimizzare e orientare le risorse economiche. In questo momento di particolare crisi climatica ed economica nel quale è sempre più difficile sostenere politiche di tutela, i territori che riusciranno a lavorare in modo coeso, in un quadro di collaborazione tra soggetti pubblici e privati, avranno maggiori possibilità di invertire la tendenza al degrado e perseguire obiettivi di riqualificazione ambientale e sviluppo sociale ed economico sostenibili. 

In Piemonte il Contratto di Fiume rappresenta soprattutto una metodologia di lavoro che coinvolge le politiche e le attività di soggetti pubblici e privati, per la condivisione di decisioni sul territorio. Lo strumento usato è il processo di programmazione negoziata e partecipata tra le parti allo scopo di superare le difficoltà locali .

Non costituiscono un livello aggiuntivo di pianificazione, ma uno strumento di gestione, attraverso cui integrare e coordinare gli strumenti di pianificazione e programmazione e gli interessi, anche contrapposti, presenti sul territorio in relazione all’acqua.

Ha natura volontaria ed è un processo “democratico” che si affianca all’approccio degli obblighi e divieti legati a leggi e regolamenti. Il Contratto, attraverso impegni condivisi, mira ad ottenere comportamenti virtuosi di chi vive intorno al fiume, dalle istituzioni ai singoli cittadini: questo rappresenta il punto di forza di questo strumento. 

In Regione Piemonte sono attualmente presenti, a diverso livello di attività, 14 Contratti di Fiume, 3 Contratti di Lago e 1 Contratto di Zona Umida (Tabelle 1 e 2). 

Tabella 1 - Stato dell'arte dei Contratti di Fiume in Piemonte
CORSI D’ACQUA Stato di Attuazione Ente Responsabile n. Comuni
Torrente Sangone sottoscritto nel 2009 Città M.na di Torino 15
Torrente Belbo sottoscritto nel 2010 Provincia di Asti 57
Torrente Orba sottoscritto nel 2010 Provincia di Alessandria 18
Torrente Agogna sottoscritto nel 2015 Provincia di Novara 34
Torrente Pellice sottoscritto nel luglio 2020 Città M.na di Torino 16
Torrente Stura di Lanzo sottoscritto in aprile 2024 Città M.na di Torino 36
Alto Po protocollo di intesa nel 2013 Parco del Po Cuneese 33
Torrente Bormida protocollo di intesa nel 2013 Regione Piemonte 86
Torrente Scrivia protocollo di intesa nel 2013 Provincia di Alessandria 61
Fiume Dora Baltea protocollo di intesa nel 2018 (ALCOTRA “Eau Concert II”) BIM Dora Baltea 84
Torrente Chisola protocollo di intesa nel 2018, attualmente in fase di VAS Comune di Volvera 21
Torrente Tiglione protocollo di intesa nel 2020, attualmente in VAS Provincia di Asti 14
Zona Umida Pianura Risicola Vercellese protocollo di intesa nel 2019, attualmente in VAS Provincia Vercelli 28
Fiume Tanaro protocollo di intesa nel 2023 Provincia di Alessandria -
Tabella 1. Stato dell'arte dei Contratti di Fiume in Piemonte
Tabella 2. Stato dell'arte dei Contratti di Lago in Piemonte
LAGHI Stato di Attuazione Ente Responsabile n. Comuni
Laghi di Avigliana sottoscritto nel maggio 2017 Città metropolitana di Torino 3
Lago di Viverone sottoscritto nel febbraio 2016 Provincia di Biella 10
Lago Cusio sottoscritto nel novembre 2021 Ecomuseo Cusius 20
Tabella 2. Stato dell'arte dei Contratti di Lago in Piemonte
Figura 1. Contratti di Fiume in Piemonte
Figura 2. La contrattazione dei Contratti di Fiume
Informazioni e risorse aggiuntive


I contratti di Fiume e di Lago sul sito di Regione Piemonte:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/acqua/contratti-fiume-lago

 

Piano di Gestione del Distretto Idrografico del Po

Anno
2024

Il PdG Po 2021 è l'aggiornamento del precedente piano, così come richiesto dalla Direttiva Quadro Acque (DQA), che prevede la revisione del piano distrettuale con cadenza sessennale, per di adeguare il programma delle misure per la tutela delle risorse idriche in relazione all'evoluzione del quadro ambientale delle acque del bacino padano.


Nella  Tabella 1 (Quadro di sintesi delle Misure Individuali prioritarie in Piemonte) sono riportate le principali misure presenti nel PdG Po 2021 per il territorio piemontese, in esito al processo di revisione effettuato dalla Regione Piemonte, inserite e approfondite nel PTA.

Tabella 1 - Quadro di sintesi delle Misure Individuali prioritarie in Piemonte
N° KTM Misure chiave (Key Type Measures – KTM) Esempi di Misure individuali prioritarie
KTM 1 Costruire o ammodernare gli impianti di trattamento delle acque reflue Incremento efficienza di depurazione dei reflui urbani eliminando gli impianti a minore efficienza
KTMs 2 e 3 Ridurre l'inquinamento dei nutrienti di origine agricola / Ridurre l'inquinamento da pesticidi in agricoltura Realizzazione di fasce tampone o ecosistemi filtro lungo il reticolo naturale ed artificiale di pianura
KTM 4 Bonificare i siti contaminati (inquinamento storico compresi i sedimenti, acque sotterranee, suolo) Realizzazione di interventi di bonifica dei siti contaminati e di messa in sicurezza (per laghi e acque sotterranee)
KTMs 5 e 6 Migliorare la continuità longitudinale (ad es. attraverso i passaggi per pesci, demolizione delle vecchie dighe) / Migliorare le condizioni idromorfologiche dei corpi idrici, diverse dalla continuità longitudinale (ad es: restauro fluviale, miglioramento delle aree ripariali, rimozione di argini, riconnessione dei fiumi alle loro pianure alluvionali, ecc.) Mantenimento e ripristino della vegetazione nelle aree di pertinenza fluviale, per incrementare la resilienza dei sistemi naturali ai cambiamenti climatici / Realizzazione di interventi integrati di mitigazione del rischio idrogeologico, di tutela e riqualificazione degli ecosistemi e della biodiversità (integrazione dir. Acque, Alluvioni, Habitat, Uccelli)
KTM 7 Migliorare il regime di deflusso e/o definizione della portata ecologica Applicazione Direttiva Deflussi Ecologici (deliberazione CIP 4/2017)
KTM 8 Misure per aumentare l’efficienza idrica per l'irrigazione, l'industria, l'energia e l’uso domestico Azioni strutturali per assicurare il riequilibrio della disponibilità idrica a scala di area vasta / Mappatura dell'efficienza dell'uso irriguo e individuazione dei target di risparmio e/o incremento dell'efficienza
KTMs 9-11 Misure relative alla "politica dei prezzi" dell'acqua per l'attuazione del recupero dei costi dei servizi idrici (uso domestico, industriale e agricolo) Applicazione del "Regolamento recante i criteri per la definizione del costo ambientale e del costo della risorsa per i vari settori d'impiego dell'acqua" / Revisione e regolamentazione dei canoni per i diversi usi ai fini della incentivazione dell'efficienza e del recupero di costi ambientali e della risorsa
KTM 13 Misure di tutela dell'acqua potabile (ad esempio istituzione di zone di salvaguardia, fasce tampone, ecc) Ricondizionamento, chiusura o sostituzione dei pozzi che mettono in comunicazione il sistema acquifero superficiale con quello profondo / Disciplina per la definizione e gestione delle aree di salvaguardia delle acque destinate al consumo umano
KTM 14 Ricerca e miglioramento dello stato delle conoscenze al fine di ridurre l'incertezza Aumento delle conoscenze sulla contaminazione diffusa da solventi clorurati nelle acque sotterranee / Aumento delle conoscenze sui microinquinanti emergenti
KTM 15 Misure per la graduale eliminazione o riduzione delle emissioni, degli scarichi e perdite di sostanze pericolose prioritarie. Disciplina degli scarichi contenenti le sostanze prioritarie (dir. 2013/39/UE)
KTM 18 Misure per prevenire o per controllare gli impatti negativi delle specie esotiche invasive e malattie introdotte Interventi per il contenimento di specie animali e vegetali invasive
KTM 23 Misure per la ritenzione naturale delle acque Potenziare la capacità di espansione delle piene nelle aree di pertinenza fluviale
KTM 24 Adattamento ai cambiamenti climatici Predisposizione del Piano di Gestione delle Siccità a livello di Distretto
KTM 26 Governance Attivazione e attuazione dei contratti di fiume, lago, zona umida e delta / Potenziamento delle azioni di salvaguardia delle aree di valore naturale e ambientale
Tabella 1 - Quadro di sintesi delle Misure Individuali prioritarie in Piemonte

La revisione del programma di misure è avvenuta in relazione al quadro aggiornato dello stato ambientale delle acque, con riferimento al sessennio di monitoraggio 2014-2019, alla nuova analisi delle pressioni e degli impatti, sulla base dello stato di attuazione ed efficacia delle misure già avviate, nonché con riferimento alla contestuale revisione degli obiettivi ambientali da conseguire per i corpi idrici superficiali e sotterranei.

Le informazioni ambientali attuali mostrano una situazione sostanzialmente invariata rispetto al precedente sessennio di monitoraggio, con criticità tuttora presenti correlate principalmente alla necessità di completare ed implementare determinate linee di azioni già attivate. Si citano, ad esempio, le misure relative al cosiddetto comparto dei "servizi ecosistemici", misure di recupero della funzionalità ecologica dei corsi d’acqua, ritenute strategiche ma che necessitano di tempi lunghi per determinare miglioramenti rilevabili sullo stato delle acque; si citano, inoltre, le misure di salvaguardia quantitativa dei corpi idrici afferenti al comparto del "riequilibrio del bilancio idrico” (es. sviluppo e applicazione della regolamentazione sul rilascio del deflusso ecologico), che risentono di un ritardo di attuazione, poiché correlate a importanti e onerosi interventi di regolamentazione e di governance da sviluppare sia a livello istituzionale sia con i portatori di interesse.

Per i corpi idrici che non hanno ancora raggiunto lo stato di "buono", sono state rafforzate le misure di riduzione dell'inquinamento diffuso di origine agricola, con l'obiettivo di limitare o eliminare i prodotti fitosanitari causa del declassamento della qualità; sono state, inoltre, aggiornate le misure afferenti ai servizi idrici di depurazione delle acque, per tenere conto dell'evoluzione della situazione ambientale e delle necessità di intervento ancora presenti; sono state avviate, infine, misure di approfondimento della conoscenza sulle pressioni e gli impatti e di adeguamento dei monitoraggi e dei piani di controllo alle emissioni per le sostanze inquinanti prioritarie e per i microinquinanti emergenti, per esempio i PFAS (sostanze poli- e per-fluoroalchiliche) inquinanti persistenti in ambiente, in alcuni casi bioaccumulabili e tossici in varia misura.

Il PdG Po 2021 è disponibile sul sito dell'Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po.

 

Piano di Tutela delle Acque (PTA)

Anno
2024

Il PTA è il documento di pianificazione regionale di tutela dei corsi d’acqua, laghi e acque sotterranee, attuativo e integrativo della pianificazione distrettuale, che persegue la protezione e la valorizzazione del sistema idrico piemontese, in attuazione delle disposizioni della Direttiva quadro acque e con riferimento agli obiettivi strategici dell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite. Il Piano di Tutela delle Acque vigente è stato approvato nel 2021 da Consiglio Regionale del Piemonte (D.C.R. n. 179 - 18293 2 novembre 2021).

Ha il ruolo di integrare e specificare a scala regionale gli indirizzi ed i contenuti del Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po, che affronta i problemi di gestione delle acque a livello sovra regionale, cioè con riferimento all'intero bacino padano.

Nel PTA vengono declinate le azioni di tutela per ciascuno dei 634 corpi idrici superficiali (torrenti, fiumi, laghi) e dei 34 corpi idrici sotterranei (falde superficiali e falde profonde) presenti sul territorio piemontese per il raggiungimento dell’obiettivo di “buono stato” previsto dalla Direttiva Quadro Acque 2000/60/CE (DQA).

Questione prioritaria nella revisione del PTA, è stata una maggiore attenzione verso le problematiche ambientali legate alle alterazioni idrologiche e morfologiche significative degli ecosistemi, correlate all’impatto dei prelievi idrici, all’artificializzazione dei fiumi e dei laghi ed ai fenomeni sempre sempre più pressanti di criticità idrica e siccità. Nel piano sono state, pertanto, rafforzate le disposizioni normative e le azioni regolamentari e strutturali di riequilibrio del bilancio idrico, di risparmio della risorsa idrica e le azioni di riqualificazione e rinaturalizzazione degli ecosistemi. In tale ottica il Piano di tutela delle acque costituisce strumento fondamentale per rafforzare la resilienza degli ambienti acquatici e degli ecosistemi connessi e per affrontare gli effetti dei cambiamenti climatici in atto.

La documentazione completa del PTA 2021 è disponibile sul sito della Regione Piemonte.
 

Informazioni e risorse aggiuntive


Aggiornamento del Piano di Tutela delle Acque:
https://www.regione.piemonte.it/web/temi/ambiente-territorio/ambiente/acqua/piano-tutela-delle-acque-aggiornamento-2021

 

 

Autorità Ambientale Regionale per Fondi Europei

Priorità
Anno
2024

L'Unione Europea, per mezzo delle Regioni eroga, in un arco temporale di sette anni (Ciclo di programmazione), risorse finanziarie finalizzate al raggiungimento di specifici obiettivi comuni, declinati secondo le peculiarità territoriali delle aree interessate. Il documento che definisce gli obiettivi comuni è il Regolamento (UE) 2021/1060 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 24 giugno 2021 che promuove, fra altri “obiettivi di salvaguardia, tutela e miglioramento della qualità dell’ambiente, come stabilito all’articolo 11 e all’articolo 191, paragrafo 1, TFUE, tenendo conto del principio «chi inquina paga», degli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite e dell’accordo di Parigi adottato ai sensi della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici.”. Inoltre la disciplina dei fondi europei dell’attuale ciclo di programmazione è sottoposta al rispetto principio DNSH, ovvero il principio secondo cui qualunque finanziamento di derivazione UE non può arrecare danno significativo all’ambiente e le opere finanziate, che abbiano una durata superiore ai 5 anni, devono essere progettate in modo da garantirne la resistenza agli eventi climatici estremi.

Già nei precedenti cicli di programmazione era stato introdotto il ruolo di Autorità Ambientale con lo scopo di orientare e assicurare l’integrazione della componente ambientale in tutti i programmi regionali e di cooperazione, secondo quanto previsto dai singoli programmi operativi. Nell’attuale ciclo di programmazione, l’autorità ambientale, oltre a garantire in tutte le fasi della programmazione l’applicazione del principio generale dello sviluppo sostenibile, la coerenza con la Strategia Regionale di Sviluppo Sostenibile, collabora con l’Autorità di Gestione nella stesura degli strumenti attuativi dei programmi, affinché sia garantita anche la coerenza col principio DNSH e la resilienza agli effetti del clima, la così detta “immunizzazione climatica”.

In Regione Piemonte, l’Autorità Ambientale collabora costantemente con l’Autorità di gestione dei Programmi finanziati con i Fondi Europei per la politica di coesione 2021-2027 in modo tale da garantire che tutti i bandi, accordi di programma ed iniziative, includano i principi sopraenunciati e che tale inclusione sia monitorabile e misurabile. 

 

Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA)

Priorità
Anno
2024

L’AIA (autorizzazione integrata ambientale) è il provvedimento che autorizza l’esercizio di un impianto industriale a condizione che sia conforme ai requisiti stabiliti dalla norma. In particolare, con l’AIA la Pubblica Amministrazione impone alle produzioni industriali di avvalersi delle BAT (Best Available Technologies), così come previsto dalla direttiva 2010/75/UE, anche conosciuta come direttiva IED (Industrial Emission Directive; direttiva sull’emissioni industriali, che ha sostituito la direttiva IPPC, Integrated Pollution Prevention and Control, regolamentata in Italia dalla Parte II del D. Lgs. n. 152 del 3 aprile 2006 anche noto come testo unico ambientale). In sostanza, l’Unione Europea revisiona regolarmente i rapporti, i cosiddetti BRefs (BAT Reference documents), che restituiscono un quadro dettagliato dei processi industriali impiegati nei settori indicati dalle direttiva con l’elenco delle BAT disponibili per singolo processo industriale. 
Con la DGR 44-3272 del 9/05/16, Regione Piemonte prevede che il controllo sistematico del rischio ambientale sia garantito dal Piano d’Ispezione Ambientale che prevede attività ispettive ordinarie presso le installazioni soggette ad AIA, secondo un programma predisposto e aggiornato annualmente da Arpa, nel quale la frequenza delle visite in loco per ciascuna installazione è determinata sulla base di una valutazione sistematica dei rischi ambientali secondo i seguenti principi:
   • gli impatti potenziali e reali delle installazioni interessate sulla salute umana e sull'ambiente, tenendo conto dei livelli e dei tipi di emissioni, della sensibilità dell'ambiente locale e del rischio di incidenti;
   • il livello di osservanza delle condizioni di autorizzazione;
   • l’eventuale adesione volontaria, da parte del Gestore dell’installazione, al sistema comunitario di ecogestione e audit di cui al del regolamento (CE) n. 1221/2009 (EMAS).
A tal fine, il Piano ha fatto proprio il Sistema per il Supporto alla Programmazione dei Controlli (SSPC) adottato dal Sistema Nazionale per la Protezione dell’Ambiente basato sull’identificazione di parametri assegnati ad ogni stabilimento e raggruppati in insiemi logici che tengono conto del rischio aziendale intrinseco, potenziale e reale, della vulnerabilità del territorio, nonché delle performance ambientali rilevate in esito ai controlli medesimi.

Per ciascuna installazione soggetta ad AIA viene determinato un indice di rischio complessivo dell’azienda sulla base del quale è possibile effettuare una graduazione degli interventi di controllo sia in termini di frequenza, sia per quanto riguarda gli approfondimenti specifici da condurre nel corso delle verifiche.