La COP28 a Dubai

Anno
2024

La 28ª conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (COP 28) si è svolta dal 30 novembre al 13 dicembre 2023 a Dubai, negli Emirati arabi uniti. L'UE e i suoi 27 Stati membri hanno partecipato all'evento in qualità di parti della convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC).

I principali temi della COP 28 sono stati i seguenti:

  • bilancio globale
  • mitigazione
  • adattamento
  • finanziamenti per il clima, tra cui il fondo per le perdite e i danni
     

Il primo bilancio globale ha misurato i progressi compiuti verso il conseguimento degli obiettivi climatici stabiliti dall'accordo di Parigi e ha evidenziato la necessità di raggiungere il picco delle emissioni globali di gas a effetto serra entro il 2025 e di una loro riduzione del 43% entro il 2030 e del 60% entro il 2035 rispetto ai livelli del 2019, al fine di limitare il riscaldamento globale a 1,5 ºC. Ha inoltre rilevato il ritardo di alcuni paesi per quanto concerne il conseguimento degli obiettivi dell'accordo di Parigi.

Il bilancio che verrà aggiornato informando la revisione dei Contributi Nazionali al fine di renderli più ambiziosi e coerenti con gli obiettivi dell’Accordo stesso.

Le parti hanno convenuto di presentare entro la COP 30 i loro piani aggiornati per il clima per il 2035, che dovrebbero essere allineati al limite di 1,5 ºC sulla base delle migliori conoscenze scientifiche disponibili e dei risultati del bilancio globale 2023.

È stato concordato un quadro per un obiettivo globale di adattamento, unitamente ad accordi sulla necessità di garantire il finanziamento delle attività di adattamento.

È essenziale intensificare gli sforzi di mitigazione dei cambiamenti climatici. L'energia è uno dei settori in cui la riduzione delle emissioni può avere i maggiori effetti a breve termine.

In materia di energia L'UE e i suoi paesi hanno incoraggiato le parti a concordare i seguenti obiettivi globali:

  • realizzare la transizione verso l'abbandono dell'energia fossile: le parti hanno convenuto di abbandonare progressivamente i combustibili fossili nel settore dell'energia entro il 2050
  • energie rinnovabili ed efficienza energetica: le parti hanno convenuto di triplicare la capacità di energia rinnovabile a livello mondiale e di raddoppiare il tasso di miglioramento dell'efficienza energetica entro il 2030
     

L'UE e i suoi Stati membri mantengono il loro fermo impegno a realizzare l'obiettivo di 100 miliardi di dollari fissato dall'accordo di Parigi e a raddoppiare i finanziamenti per l'adattamento.

Nel 2022, in occasione della COP 27, l'UE ha svolto un ruolo centrale nel varo di un nuovo fondo globale per le perdite e i danni, volto ad aiutare i paesi vulnerabili a superare le distruzioni causate dai cambiamenti climatici.

In occasione della COP 28 l'UE e i suoi Stati membri si sono impegnati a stanziare più della metà dei finanziamenti iniziali per il fondo per le perdite e i danni (oltre 400 milioni di euro).

Nel complesso, l'UE e i suoi paesi sono il principale fornitore di finanziamenti per il clima a livello mondiale. Nel 2022 hanno fornito contributi pari a 28,5 miliardi di euro in finanziamenti per il clima da fonti pubbliche e hanno mobilitato altri 11,9 miliardi di euro di finanziamenti privati per aiutare i paesi in via di sviluppo a ridurre le emissioni di gas a effetto serra e ad adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici.

COP21 - Accordo globale sul clima

Anno
2024

L’Accordo di Parigi è stato adottato nel dicembre 2015 a Parigi nel corso dei lavori della Conferenza delle Parti dell’UNFCCC - Convenzione Quadro dell’ONU sui cambiamenti climatici - (COP21) con il consenso unanime dei 197 Paesi rappresentati presso le Nazioni Unite.

L’accordo ha posto le basi per un’azione globale di contenimento della crescita della temperatura media del pianeta entro limiti ritenuti accettabili e, al contempo, per limitare gli impatti negativi dei cambiamenti climatici attraverso l’adattamento.

L’Accordo di Parigi mira a rafforzare la risposta mondiale alle minacce del cambiamento climatico in un contesto di sviluppo sostenibile e di eradicazione della povertà, ponendo tre grandi obiettivi generali:

  • contenere la crescita della temperatura media globale della Terra ben al disotto dei 2 °C rispetto all’era preindustriale e fare ogni sforzo per limitare l’incremento entro 1,5 °C nella consapevolezza che ciò potrà significativamente ridurre rischi e impatti connessi con i cambiamenti climatici;
  • accrescere la capacità di adattamento agli impatti avversi dei cambiamenti climatici, incrementare la resilienza e favorire uno sviluppo sostenibile a basso livello di emissioni in una modalità tale da non minacciare la produzione di cibo;
  • costruire flussi finanziari coerenti con il percorso di uno sviluppo sostenibile dell’economia mondiale.
     

L’Accordo sottolinea, dunque, la volontà comune di agire contestualmente sia sul fronte della mitigazione sia su quello dell’adattamento, nella consapevolezza che, a prescindere dalle azioni virtuose che saranno intraprese per la riduzione delle emissioni in atmosfera di gas ad effetto serra, i cambiamenti climatici sono comunque in atto e produrranno rilevanti impatti sull’ambiente e sui settori socioeconomici.

Ogni Stato è chiamato, secondo le sue possibilità e condizioni di sviluppo, ad esplicitare le modalità con le quali si impegna a concorrere al raggiungimento degli obiettivi dell’Accordo di Parigi. Al contrario di quanto avvenuto per il Protocollo di Kyoto, i Paesi hanno presentato dei Contributi Nazionali Volontari (INDCs), che, in seguito alla ratifica dell’accordo, hanno assunto carattere prescrittivo, diventando Contributi Determinati su Base Nazionale (NDCs).

È entrato in vigore il 4 novembre 2016 quando il 55 dei Paesi che rappresentano almeno il 55% delle emissioni globali di gas a effetto serra ha sottoscritto l'Accordo. L'Italia lo ha ratificato il 27 ottobre 2016.

L’Accordo, nel prevedere strumenti e meccanismi per facilitarne l’implementazione (capacity building e cooperazione internazionale), richiede agli Stati di predisporre un inventario nazionale delle fonti e degli assorbimenti delle emissioni antropogeniche di gas ad effetto serra e di produrre rapporti biennali nei quali inserire anche notizie in merito agli impatti dei cambiamenti climatici e agli adattamenti.

Azioni internazionali per il clima

Tema
Tipo
Paragrafi

Le azioni internazionali su Clima e Cambiamento climatico concorrono al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare nell'Obiettivo 13: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico.

Sono 193 i Paesi membri dell’ONU che hanno sottoscritto nel 2015 l’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile, riconoscendo tra gli Obiettivi anche la “Lotta contro il cambiamento climatico”. L’Obiettivo 13 mira, infatti, a promuovere le azioni a tutti i livelli per combattere il cambiamento climatico.

Anno
2024

Climate Adapt - La piattaforma europea sul cambiamento climatico

Anno
2024

Climate-ADAPT è una piattaforma dedicata al tema dell’adattamento ai cambiamenti climatici, nata dal partenariato tra la Commissione europea e l’Agenzia europea dell’ambiente. Questa ha l’obiettivo di supportare l’Europa nell’adattamento, fornendo dati e informazioni attendibili e verificate agli utenti riguardo a molteplici tematiche.

Molteplici le tematiche affrontate: dalle politiche europee ai rapporti sullo stato di adattamento dei diversi stati, dalle conoscenze sul cambiamento climatico (impatti, rischi, vulnerabilità, opzioni di adattamento...) alle buone pratiche.

Per quanto riguarda le informazioni raccolte per l’Italia, sulla pagina della piattaforma dedicata sono riportati: il quadro politico e legale, i settori coinvolti, le azioni avanzate, le valutazioni, gli stakeholders coinvolti e i contatti di riferimento.

Strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici

Anno
2024

Il 24 febbraio 2021 è stata adottata la nuova Strategia europea di adattamento ai cambiamenti climatici da parte della Commissione Europea, che si basa sulla valutazione della precedente Strategia del 2013 e dei risultati della consultazione pubblica che si è svolta nel 2020.

La Strategia sottolinea la necessità di costruire un futuro più resiliente, aumentando l’ambizione in materia di resilienza climatica: se da un lato l’UE continua a promuovere la mitigazione dei cambiamenti climatici con azioni dirette alla riduzione delle emissioni, dall'altro sa bene di dover affrontare le conseguenze ormai ineluttabili del cambiamento in atto.

La Strategia di adattamento dell'UE mira a trasformare in realtà la visione per il 2050 di un'Unione resiliente ai cambiamenti climatici, rendendo l'adattamento:

  • più intelligente, migliorando le conoscenze e la gestione delle incertezze;
  • più sistemico, sviluppando politiche di sostegno a tutti i livelli e in tutti i settori;
  • più rapido, accelerando l'adattamento a livello trasversale.
     

Per accelerare le azioni di adattamento, l'attuazione necessita di risorse commisurate alla sfida. Nel suo bilancio a lungo termine per il periodo 2021-2027, l'UE ha aumentato l'obiettivo di spesa a favore dell'azione per il clima del 30%, con l'adattamento come componente chiave.

La nuova Strategia descrive anche l’intenzione dell’Unione Europea ad intensificare l’azione internazionale, promuovendo approcci subnazionali, nazionali e regionali all'adattamento, con particolare attenzione ai paesi dell'Africa, ai piccoli Stati insulari in via di sviluppo e ai paesi meno sviluppati.

Fit for 55 - Pronti per il 55%

Anno
2024

La Commissione europea ha adottato il 14 luglio 2021 il pacchetto legislativo Fit for 55 - Pronti per il 55 % per rivedere la legislazione in materia di clima, energia e trasporti e conseguire l'obiettivo dell'UE di ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030.

È stato aggiornato quando la Commissione ha proposto una maggiore ambizione su energie rinnovabili ed efficienza energetica nel piano REPowerEU per rispondere all'invasione russa dell'Ucraina e rafforzare la sicurezza energetica dell'Europa. Il pacchetto legislativo definitivo dovrebbe ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra dell'UE del 57% entro il 2030.

Nell’ambito del pacchetto Fit for 55% sono stati adottati:

  1. Riforma del sistema di scambio di quote di emissioni dell'UE (EU ETS) (adottata)
  2. Nuovo sistema EU ETS per l'edilizia e i carburanti per il trasporto su strada (adottato)
  3. Fondo sociale per il clima (adottato)
  4. Regolamento sulla condivisione degli sforzi (adottato)
  5. Regolamento sull'uso del suolo, la silvicoltura e l'agricoltura (LULUCF) (adottato)
  6. Norme sulle emissioni di CO2 per auto e furgoni (adottate)
  7. Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere (CBAM) (adottato)
  8. Direttiva sulle energie rinnovabili (adottata)
  9. Direttiva sull'efficienza energetica (adottata)
  10. Regolamento sull'infrastruttura per i combustibili alternativi (AFIR) (adottato)
  11. Regolamento ReFuelEU Aviation (adottato)
  12. Regolamento FuelEU Maritime (adottato)
  13. Direttiva sulla prestazione energetica nell'edilizia (accordo provvisorio raggiunto dai colegislatori)
  14. Regolamento UE sulla riduzione delle emissioni di metano nel settore dell'energia (accordo provvisorio raggiunto dai colegislatori)
  15. 15. Norme aggiornate dell'UE per decarbonizzare il mercato del gas e promuovere l'idrogeno (accordo provvisorio raggiunto dai colegislatori)

Legge europea sul clima

Anno
2024

Per trasformare in legge l'obiettivo fissato nel Green Deal europeo, il 30 giugno 2021 è stato approvato il Regolamento (UE) 2021/1119 che istituisce il quadro per il conseguimento della neutralità climatica al 2050.

La Legge europea sul clima, pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 9 luglio 2021 ed entrata in vigore il 29 luglio 2021, ha reso vincolante l’impegno alla neutralità climatica e ha fissato l’obiettivo di ridurre le emissioni nette di almeno il 55% entro il 2030, rispetto ai livelli del 1990. La legge richiede, inoltre, che venga fissato un obiettivo per il 2040, per il quale la Commissione ha formulato una raccomandazione nel febbraio 2024.

Per contribuire a tale obiettivo tutte le politiche europee e tutti i settori dell'economia e della società dovranno fare la loro parte, tenendo conto dell'importanza di promuovere l'equità e la solidarietà tra gli Stati membri.

La legge sul clima prevede misure per verificare i progressi compiuti e adeguare gli interventi di conseguenza. I progressi saranno verificati ogni cinque anni, in linea con il bilancio globale previsto dall'accordo di Parigi. La Commissione formulerà raccomandazioni agli Stati membri che attueranno interventi non compatibili.

La prima di queste valutazioni è avvenuta nel 2023: i risultati sono stati pubblicati come parte del Rapporto sui progressi dell’azione per il clima 2023 e in un separato documento di lavoro dei servizi sui progressi nazionali nell'attuazione dell'adattamento.

Sebbene le emissioni di gas serra continuino a diminuire anche grazie all’attuazione continua della strategia di adattamento dell’UE, la valutazione della Commissione è che gli attuali progressi sembrano essere insufficienti. Gli Stati membri devono intraprendere molte più azioni per adattarsi ai cambiamenti climatici, ad esempio in materia di governance, finanziamenti, valutazioni del rischio, soluzioni basate sulla natura, nonché monitoraggio, rendicontazione e valutazione, per ridurre la loro vulnerabilità sociale ed economica all’intensificarsi dei rischi legati al clima. 

Sulla base della valutazione, nel dicembre 2023 ai paesi come l’Italia che hanno presentato il PNEC, la Commissione ha formulato raccomandazioni relative alla coerenza delle misure proposte con l’obiettivo di neutralità climatica dell’UE.

Inoltre, nel febbraio del 2024, la Commissione ha raccomandato un ulteriore obiettivo intermedio del 90% di emissioni in meno entro il 2040.

Green Deal Europeo

Anno
2024

Al fine di raggiungere la neutralità climatica entro metà secolo, la Commissione europea ha dato vita al Green Deal europeo, un pacchetto di misure che spaziano dalla riduzione delle emissioni di gas a effetto serra, dagli investimenti nella ricerca all'innovazione di punta fino agli interventi per preservare l'ambiente naturale dell'Europa.

Tra i primi elementi chiave del Green Deal, la Legge sul clima dell’UE, il Patto europeo per il clima e la nuova Strategia dell'UE sull'adattamento ai cambiamenti climatici.

Per sostenere le regioni più colpite dall’impatto socioeconomico causato dalla transizione pulita, sempre nell’ambito del Green Deal, la Commissione ha presentato il Just Transition Fund (JTF) con una dotazione totale di 19,7 miliardi di euro allo scopo di indirizzare gli investimenti in quei territorio che saranno maggiormente colpiti dalla transizione verso la neutralità climatica, diversificando le attività economiche verso industrie più pulite e riqualificando i lavoratori per nuove fonti di occupazione.

Allo stesso modo, la Commissione ha proposto un Fondo sociale per il clima (SCF), che fornirà finanziamenti dedicati, anche attraverso il nostro meccanismo di tariffazione del carbonio, per sostenere i gruppi vulnerabili come le famiglie in povertà energetica o nei trasporti.

Nel febbraio 2023 la Commissione UE ha anche adottato il Piano industriale del Green Deal con l’obiettivo di creare le condizioni per l’incremento della capacità produttiva per le tecnologie e i prodotti a impatto zero necessari per raggiungere gli obiettivi climatici dell’Europa.

Due elementi chiave del Piano sono il Critical Raw Materials Act (CRMA) e il Net-Zero Industry Act (NZIA), presentati nel marzo 2023.

Azioni europee per il clima

Tema
Tipo
Paragrafi

Le azioni europee su Clima e Cambiamento climatico concorrono al raggiungimento degli Obiettivi dell’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile e in particolare nell'Obiettivo 13: Promuovere azioni, a tutti i livelli, per combattere il cambiamento climatico.

Molteplici sono le azioni avanzate dall’Unione Europea in tema di mitigazione e adattamento al cambiamento climatico: l’UE punta a fare dell’Europa il primo continente resiliente e a impatto zero sul clima entro il 2050, attraverso l’adozione di misure per adattarsi agli effetti dei cambiamenti climatici e per ridurre le emissioni di gas a effetto serra.

L’ultimo rapporto di sintesi pubblicato dall’IPCC sottolinea l'urgenza di intraprendere azioni più ambiziose per ridurre drasticamente le emissioni, almeno del 7% circa all'anno, per contenere l'aumento della temperatura globale entro 1,5°C - massimo 2°C. e dimostra che, se agiamo ora, possiamo ancora garantire un futuro sostenibile e vivibile per tutti.

A marzo 2023 risale, infatti, il Sesto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici (AR6) con il rapporto di Sintesi (Synthesis Report – SYR) che integra i risultati dei tre gruppi di lavoro – Le basi fisico-scientifiche (2021), Impatti, adattamento e vulnerabilità (2022), Mitigazione dei cambiamenti climatici (2022) – e dei tre rapporti speciali – Riscaldamento Globale di 1.5 (2018), Climate Change and Land (2019), Oceano e Criosfera in un clima che cambia (2019).

Per ulteriori informazioni visita la pagina dell'IPCC Focalpoint for Italy.

Anno
2024

PSR e CSR - Adattamento e mitigazione per il cambiamento climatico

Le principali misure del PSR 2014-2022 della Regione Piemonte volte a promuovere l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima (priorità 5 dello sviluppo rurale) sono descritte nell’ambito delle Risposte relative alle componenti Territorio (tipi di operazione 8.1.1 – Imboschimenti di terreni agricoli e non agricoli e 10.1.4 – Sistemi colturali ecocompatibili) e Aria (tipi di operazione 4.1.3 – Riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca in atmosfera e 10.1.5 – Tecniche per la riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca in atmosfera). La dotazione finanziaria nel PSR per tali tipi di interventi ammonta a circa 100 milioni di euro.

Esiste inoltre nel PSR una serie di misure destinate alla gestione dei rischi nel settore agricolo ma anch’esse riconducibili alla prevenzione e all’adattamento agli effetti del cambiamento climatico: si tratta delle sotto-misure 5.1 "Sostegno a investimenti in azioni di prevenzione volte a ridurre le conseguenze di probabili calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici" e 5.2 "Sostegno a investimenti per il ripristino dei terreni agricoli e del potenziale produttivo danneggiati da calamità naturali", avversità atmosferiche ed eventi catastrofici. In effetti, questi interventi, che sono declinati sia nella prevenzione e il ripristino dei danni di tipo biotico - flavescenza dorata della vite, sharka delle drupacee, batteriosi dell'actinidia e danni da organismi nocivi di nuova introduzione notificati ai sensi della direttiva 2000/29/CE - sia nella prevenzione dei danni di tipo abiotico - grandine, tempesta, pioggia forte - sono volti a fronteggiare eventi la cui intensità, frequenza e durata sono collegate in una certa misura al cambiamento climatico. Le risorse stanziate nel PSR per tali tipi di interventi ammontano a circa 38 milioni di euro.

Anche nella nuova programmazione CSR 2023-2027 vi sono interventi che sostengono azioni finalizzare all’adattamento e alla mitigazione del cambiamento climatico. Nello specifico, nel 2023 sono stati aperti due bandi inerenti l’intervento SRD06 - Investimenti per la prevenzione ed il ripristino del potenziale produttivo agricolo per 3 milioni di euro complessivi. Il crescente rischio climatico e meteorologico e l’insorgenza di problemi sanitari come fitopatie e epizoozie mettono a repentaglio le produzioni agricole e zootecniche per le quali si rende necessario disporre di misure di prevenzione o mitigazione dei conseguenti danni. Ultimamente, a causa dei mutamenti climatici e del presentarsi di fenomeni atmosferici di maggiore entità e frequenza, l’agricoltura è soggetta a crisi e rischi dovuti a fattori ambientali sui quali gli agricoltori non possono esercitare nessun genere di controllo. L’intervento è volto ad incentivare sistemi di prevenzione attivi, che consentano l’ottenimento di adeguati livelli produttivi, con particolare riferimento alle produzioni maggiormente esposte a danni biotici e ad avversità climatiche. Le risorse finanziare stanziate nell’ambito del CSR per tale tipo di intervento ammontano a circa 12 milioni di euro.

Anno
2024
Paragrafi

Le principali misure del PSR 2014-2022 della Regione Piemonte volte a promuovere l’uso efficiente delle risorse e il passaggio a un’economia a basse emissioni di carbonio e resiliente al clima (priorità 5 dello sviluppo rurale) sono descritte nell’ambito delle Risposte relative alle componenti Territorio (tipi di operazione 8.1.1 – Imboschimenti di terreni agricoli e non agricoli e 10.1.4 – Sistemi colturali ecocompatibili) e Aria (tipi di operazione 4.1.3 – Riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca in atmosfera e 10.1.5 – Tecniche per la riduzione delle emissioni di gas serra e ammoniaca in atmosfera). La dotazione finanziaria nel PSR per tali tipi di interventi ammonta a circa 100 milioni di euro.

Esiste inoltre nel PSR una serie di misure destinate alla gestione dei rischi nel settore agricolo ma anch’esse riconducibili alla prevenzione e all’adattamento agli effetti del cambiamento climatico: si tratta delle sotto-misure 5.1 "Sostegno a investimenti in azioni di prevenzione volte a ridurre le conseguenze di probabili calamità naturali, avversità atmosferiche ed eventi catastrofici" e 5.2 "Sostegno a investimenti per il ripristino dei terreni agricoli e del potenziale produttivo danneggiati da calamità naturali", avversità atmosferiche ed eventi catastrofici. In effetti, questi interventi, che sono declinati sia nella prevenzione e il ripristino dei danni di tipo biotico - flavescenza dorata della vite, sharka delle drupacee, batteriosi dell'actinidia e danni da organismi nocivi di nuova introduzione notificati ai sensi della direttiva 2000/29/CE - sia nella prevenzione dei danni di tipo abiotico - grandine, tempesta, pioggia forte - sono volti a fronteggiare eventi la cui intensità, frequenza e durata sono collegate in una certa misura al cambiamento climatico. Le risorse stanziate nel PSR per tali tipi di interventi ammontano a circa 38 milioni di euro.

Anche nella nuova programmazione CSR 2023-2027 vi sono interventi che sostengono azioni finalizzare all’adattamento e alla mitigazione del cambiamento climatico. Nello specifico, nel 2023 sono stati aperti due bandi inerenti l’intervento SRD06 - Investimenti per la prevenzione ed il ripristino del potenziale produttivo agricolo per 3 milioni di euro complessivi. Il crescente rischio climatico e meteorologico e l’insorgenza di problemi sanitari come fitopatie e epizoozie mettono a repentaglio le produzioni agricole e zootecniche per le quali si rende necessario disporre di misure di prevenzione o mitigazione dei conseguenti danni. Ultimamente, a causa dei mutamenti climatici e del presentarsi di fenomeni atmosferici di maggiore entità e frequenza, l’agricoltura è soggetta a crisi e rischi dovuti a fattori ambientali sui quali gli agricoltori non possono esercitare nessun genere di controllo. L’intervento è volto ad incentivare sistemi di prevenzione attivi, che consentano l’ottenimento di adeguati livelli produttivi, con particolare riferimento alle produzioni maggiormente esposte a danni biotici e ad avversità climatiche. Le risorse finanziare stanziate nell’ambito del CSR per tale tipo di intervento ammontano a circa 12 milioni di euro.

Anno
2024